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Vecchio 28-07-2009, 21.59.27   #1
stefano
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Nota di Uno, ho diviso una discussione (http://ermopoli.it/portale/showthread.php?p=71823) che era andata estremamente fuori tema, qui si può continuare tranquillamente il discorso

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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Mi fai venire in mente i miei gattoni..quando avevo solo il maschio (un persiano dolcissimissimo, mai tirato un graffio in giro ) era tutto facile, poi il mio ex marito si è invaghito di una persiana tartaruga exotic, anche se per la precisione era un antenato degli exotic di adesso (quelli a cui hanno dato una padellata in faccia per capirsi) aveva ancora un pò di nasino in fuori...beh, lei era tremenda, saltava. graffiava, rosicchiava e il maschio ha quasi smesso di mangiare.

Anche perchè lui era un principino eh, ci metteva il tempo di gustarsi ogni grammo

Alla fine davo loro da mangiare in stanze separate, anche perchè anche la mia gatta. come una delle tue, mangiava tutto quello che trovava.

Non saprei, forse anche per i gatti, come per gli umani, ce ne sono certi che si sentono "figli unici"..

ammiro la tua perseveranza
quello del "figlio unico"mi sembra un pò un luogo comune...
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Vecchio 30-07-2009, 00.14.35   #2
Uno
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quello del "figlio unico"mi sembra un pò un luogo comune...
Che però ha dei fondamenti.
Nel bene o nel male (nel bene o nel male, ripeto) è diverso essere figli unici, essere in due o in 10 fratelli. Negli umani come negli animali
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Vecchio 30-07-2009, 16.43.37   #3
stefano
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Che però ha dei fondamenti.
Nel bene o nel male (nel bene o nel male, ripeto) è diverso essere figli unici, essere in due o in 10 fratelli. Negli umani come negli animali
che sia diverso è indubbio.
l'importante a mio avviso è cercare di prendere il meglio e migliorare i punti "deboli" della cosa.
come tutte le cose.
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Vecchio 30-07-2009, 16.58.00   #4
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che sia diverso è indubbio.
Ma allora non è un luogo comune, è reale.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 30-07-2009, 17.04.14   #5
stefano
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Mi fai venire in mente i miei gattoni..quando avevo solo il maschio (un persiano dolcissimissimo, mai tirato un graffio in giro ) era tutto facile, poi il mio ex marito si è invaghito di una persiana tartaruga exotic, anche se per la precisione era un antenato degli exotic di adesso (quelli a cui hanno dato una padellata in faccia per capirsi) aveva ancora un pò di nasino in fuori...beh, lei era tremenda, saltava. graffiava, rosicchiava e il maschio ha quasi smesso di mangiare.

Anche perchè lui era un principino eh, ci metteva il tempo di gustarsi ogni grammo

Alla fine davo loro da mangiare in stanze separate, anche perchè anche la mia gatta. come una delle tue, mangiava tutto quello che trovava.

Non saprei, forse anche per i gatti, come per gli umani, ce ne sono certi che si sentono "figli unici"..

ammiro la tua perseveranza
rispondo a sole
questo è un luogo comune.
il pensare che il figlio unico per forza di cose si senta in un certo modo (principino) e categorizzare la cosa così "mah si tanto è figlio unico".
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Vecchio 30-07-2009, 17.20.58   #6
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rispondo a sole
questo è un luogo comune.
il pensare che il figlio unico per forza di cose si senta in un certo modo (principino) e categorizzare la cosa così "mah si tanto è figlio unico".
Non si capiva. In ogni caso non è un luogo comune lo stesso se poi sei d'accordo con quanto dice Uno, è un modo di crescere diverso che porta un certo atteggimaneto nella vita e con gli altri. e non è "ma si tanto è figlio unico" ma è: "è figlio unico" non è una condanna o un giudizio ma è semplicemente una valutazione.

Iside (l'isterica nevrotica, l'adoro!!!) è figlia unica perchè non tollera attenzioni ad altri, non ama l'affollamento, soffre tanto e ha il classico comportamento di chi è abituato ad avere tutto per se e non vuole dividere.
Non è catalogare è vedere come certe tendenze esistono eccome.
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Vecchio 30-07-2009, 17.54.12   #7
stefano
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Non si capiva. In ogni caso non è un luogo comune lo stesso se poi sei d'accordo con quanto dice Uno, è un modo di crescere diverso che porta un certo atteggimaneto nella vita e con gli altri. e non è "ma si tanto è figlio unico" ma è: "è figlio unico" non è una condanna o un giudizio ma è semplicemente una valutazione.

Iside (l'isterica nevrotica, l'adoro!!!) è figlia unica perchè non tollera attenzioni ad altri, non ama l'affollamento, soffre tanto e ha il classico comportamento di chi è abituato ad avere tutto per se e non vuole dividere.
Non è catalogare è vedere come certe tendenze esistono eccome.

Questa dinamica non dipende a mio modo di vedere unicamente dal fatto di essere nella realtà figlio unico o meno.
pertanto dire "il figlio unico" evidenziando e etichettando con questa tendenza è a mio modo di vedere erroneo.
così come lo è (al contrario) pensare che un figlio con fratelli sia per forza di cose abituato alla condivisione.
io sono d'accordo sul fatto che sia "diverso" (nel bene e nel male) essere figli unici.
non sono d'accordo su certe categorizzazioni.
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Vecchio 30-07-2009, 18.43.16   #8
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quello del "figlio unico"mi sembra un pò un luogo comune...
"un luogo comune" è la summa di più episodi e fatti analoghi e, pertanto, è reale, corrisponde cioè a fatti che generalmente avvengono in quella tale maniera per la maggioranza delle persone.
Da qui, appunto, nasce la definizione di luogo comune
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Vecchio 30-07-2009, 18.55.30   #9
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il pensare che il figlio unico per forza di cose si senta in un certo modo (principino) e categorizzare la cosa così "mah si tanto è figlio unico".
Volevo dire una cosa a Stefano, se hai un solo figlio, un solo gatto, un solo pesce, -un figlio unico- insomma è chiaro che se hai tot energie le donerai a lui.
Se hai due figli non è che hai il doppio delle energie ma le devi dare a tutti e due, nel bene o nel male è diverso da uno a due.
Ma che so anche economicamente parlando se hai cento lo dividi per due. Non è una questione sentimentale è proprio razionale.
Poi il primo figlio o primo gatto stai più attento perchè è tutto nuovo per te, insomma ci sono tante cose che concorrono a creare il "principino".
Anche la mamma è più apprensiva al primo figlio poi se ne nasce un'altro è già più preparata, insomma ci sono una cifra di circostanze che creano il principino. Poi però ci sono delle controindicazioni che quando affianchi a uno che non ha mai dovuto dividere nulla un'altro essere iniziano un po' di problemi, perchè non c'è abituato sia che siano bimbi, pesci o gatti è identica la cosa tranne rare eccezioni se è un bimbo usi un po' di amore e sensibilità e ci parli al gatto è un po' più complicata la cosa.


p.s. ah dimenticavo ho letto tempo fa un trattato dove si elencavano i vari problemi che incontrano i figli a seconda di che numero sono era davvero interessante ma non lo trovo più, peccato.
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Vecchio 30-07-2009, 19.58.48   #10
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La norma può essere figlio unico > principino, ma possono esistere anche delle eccezioni, molto dipende anche dalla mentalità dei genitori.
Esistono casi di principini anche in nuclei familiari con più fratelli e sorelle, non dico niente di scandaloso credo se affermo che spesso possono aversi preferenze anche piuttosto evidenti nel trattamento riservato ai vari figli.

E' ovvio che nel caso del figlio unico, può succedere di avere ansie e aspettative e severità varie riversate in toto su 1 solo soggeto, mentre le stesse cose risultano diluite in caso di più figli.
Un fenomeno curioso che ho osservato è anche questo: col secondo figlio si cerca anche di rimediare ad eventuali sbagli fatti col primo a livello educativo, magari si è stati troppo severi con uno e si lascia l'altro più libero, ma allora perchè non modificare l'educazione anche col primo? no, ormai con quello si è iniziato e si prosegue comunque sempre in un modo, col secondo si aggiusta il tiro..

In genere i figli unici tendono a passare più tempo da soli e quindi possono diventare più intro-versi e meno socievoli di come sarebbero potuti essere se fossero cresiuti assieme ad altri, però anche qui se il figlio unico è stato abituato ad essere sempre a contatto continuo con terze persone (parenti, amichetti ecc) il discorso può cambiare.
Se poi oltre ad essere figlio unico, gli si limitano i contatti con altri, bè allora è abbastanza difficile vedere poi un uomo estroverso, comunicativo ecc

Ultima modifica di luke : 30-07-2009 alle ore 20.08.29. Motivo: cambio di una frase visto lo spostamento in un nuovo 3d
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Vecchio 30-07-2009, 20.58.13   #11
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Questa dinamica non dipende a mio modo di vedere unicamente dal fatto di essere nella realtà figlio unico o meno.
pertanto dire "il figlio unico" evidenziando e etichettando con questa tendenza è a mio modo di vedere erroneo.
così come lo è (al contrario) pensare che un figlio con fratelli sia per forza di cose abituato alla condivisione.
io sono d'accordo sul fatto che sia "diverso" (nel bene e nel male) essere figli unici.
non sono d'accordo su certe categorizzazioni.
Io infatti ho scritto "si sentono" figli unici, dando rilevanza a una sorta di atteggiamento, un certo modo di rapportarsi col resto del mondo.
Cosa che peraltro non è del tutto negativa, esistono figli unici estremamente generosi..al di fuori dei propri domini

Che poi tu abbia arbitrariamente deciso che io ritenga tutti i figli unici viziati e principeschi nei loro atteggiamenti viene da un tuo riflesso interiore,io svincolavo l'atteggiamento da relazioni di parentela, lo vedevo piuttosto, come lo ha detto bene Sole, un modo d'essere, di comportarsi.

Buona parte dei nostri atteggiamenti derivano dalle influenze familiari ma anche da un nostro preciso modo d'essere, non possiamo mai svincolare completamente le due cose.

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Vecchio 31-07-2009, 12.34.54   #12
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Come ha detto Uno , essere figlio unico è condizione diversa da quella di avere un fratello come quest'ultima è diversa da quella di averne cinque e ciò nel bene e nel male.
Credo sia impossibile avere un punto di vista oggettivo riguardo ad eventuali maggiori o minori vantaggi dell'una e dell'altra condizione , non fosse altro per la pur ovvia considerazione che il figlio unico non potrà mai sapere cosa significhi avere fratelli come chi li ha non può comprendere sino in fondo la situazione di figlio unico.
Il figlio unico vive solo la dimensione verticale del rapporto familiare con quelle che sono le differenze di ruoli e generazionali, la presenza di uno o più fratelli e sorelle permette di sperimentarne la dimensione orizzontale , ma entrambe le condizioni hanno i pro e contro e per me variano di molto a seconda dell' età.
Da piccolissimi essere figli unici vuol dire avere su sè tutta l'attenzione dei grandi con lo svantaggio di trovarsi a relazionare solo con adulti , ma il tutto può essere facilmente ovviato con l'inserimento del bimbo all'asilo.
Nell'adolescenza l'essere figli unici può ,a mio avviso, risultare forse più impegnativo vista la naturale tendenza dell'adolescente a staccarsi / allontanarsi resistendo alla forza centripeta dei genitori e a questa età , la presenza di fratelli e sorelle può( può ) aiutare ad affrontare le difficoltà derivanti dalla differenza di generazione , ci si può alleare nel contrattere nuove regole o per ottenere permessi.
Non è da sottovalutare l'importanza della pluralità neanche in età adulta per fronteggiare le difficoltà derivanti dall'invecchiamento dei proprio genitori , fratelli e sorelle possono consentire di non essere soli a prendersi cura di loro.
Ma tutte queste considerazioni valgono solo in linea teorica , non va dimenticato che condividere lo stesso sangue non esime da incomprensioni e litigi , semmai offre qualche occasione in più come gelosie mai risolte.... questioni patrimoniali ecc..
E personalmente non condivido l'opinione di chi considera il legame fraterno comunque un legame tanto forte da favorire il superamento delle difficoltà nei rapporti.
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Vecchio 31-07-2009, 13.53.23   #13
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Credo sia impossibile avere un punto di vista oggettivo riguardo ad eventuali maggiori o minori vantaggi dell'una e dell'altra condizione , non fosse altro per la pur ovvia considerazione che il figlio unico non potrà mai sapere cosa significhi avere fratelli come chi li ha non può comprendere sino in fondo la situazione di figlio unico.
Mi ritrovo in ciò che scrivi . Il mio unico figlio, certo, si prende molti vantaggi dall’esserlo ora che è adolescente bello cresciuto. È un ragazzo normale, aperto e generoso, sa pensare anche molto bene a se stesso. sente ovviamente tutta la importanza che ha per entrambi i suoi genitori, importanza che se sconfina nella invadenza, lui è in grado di respingere senza problemi. Però io vengo da una esperienza con sorelle e fratello. Ed è stata una grande cosa , ovviamente sempre perché si andava d’accordo. I giochi si inventavano anche se si era letto con la febbre. Mio figlio ha sicuramente avuto bisogno di più giocattoli, era duro a volte stare sempre io a farlo giocare. Credo,personalmente, che il fratello, quando si è nella infanzia ,se lo sia ha, è più bello averlo. Da grande, mio figlio, ha avuto più compagnia facilmente, se un genitore ci tiene fa in modo che altri ragazzini possano stare col proprio figlio, in questo per fortuna un po’ di impegno l’ho potuto mettere. Oggi lui non risente affatto della sua condizione di figlio unico, ha i cugini che sono come fratelli, ma forse è stato nel limite anche molto fortunato.

Ultima modifica di webetina : 31-07-2009 alle ore 14.14.36.
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Vecchio 31-07-2009, 18.45.01   #14
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...Nell'adolescenza l'essere figli unici può ,a mio avviso, risultare forse più impegnativo vista la naturale tendenza dell'adolescente a staccarsi / allontanarsi resistendo alla forza centripeta dei genitori e a questa età , la presenza di fratelli e sorelle può( può ) aiutare ad affrontare le difficoltà derivanti dalla differenza di generazione , ci si può alleare nel contrattere nuove regole o per ottenere permessi.
Non è da sottovalutare l'importanza della pluralità neanche in età adulta per fronteggiare le difficoltà derivanti dall'invecchiamento dei proprio genitori , fratelli e sorelle possono consentire di non essere soli a prendersi cura di loro...
Certamente nel caso del figlio unico si possono instaurare dinamiche reciproche coi genitori molto più forti di quanto accade in famiglie più numerose; i genitori sanno che potranno contare solo su quel figlio e quindi la protezione eccessiva che a volte si riscontra potrebbe anche nascondere una dose di "egoismo" da parte loro, di peroccupazione per il loro futuro nel quale avranno come unico aiuto quel figlio e non altri.

Il figlio stesso potrà avere maggiori difficoltà a staccarsi dal nucleo familiare e ad essere autonomo, mentre nel caso di più fratelli/sorelle, essendo più difficile controllare tutti con la stessa intensità, ci può essere chi riesce a svicolare più facilmente, oltre che, come dici giustamente, la possibilità di allearsi e fare una specie di società di mutuo soccorso tra figli, almeno da bambini o da adolescenti, poi le cose possono cambiare....

I legami più continui e mono direzionati che si hanno nel caso di un solo figlio, se non gestiti bene, possono anche portare , nel tempo, a situazioni esasperanti da ambo le parti...
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Vecchio 03-08-2009, 09.53.36   #15
stefano
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Io infatti ho scritto "si sentono" figli unici, dando rilevanza a una sorta di atteggiamento, un certo modo di rapportarsi col resto del mondo.
Cosa che peraltro non è del tutto negativa, esistono figli unici estremamente generosi..al di fuori dei propri domini

Che poi tu abbia arbitrariamente deciso che io ritenga tutti i figli unici viziati e principeschi nei loro atteggiamenti viene da un tuo riflesso interiore,io svincolavo l'atteggiamento da relazioni di parentela, lo vedevo piuttosto, come lo ha detto bene Sole, un modo d'essere, di comportarsi.

Buona parte dei nostri atteggiamenti derivano dalle influenze familiari ma anche da un nostro preciso modo d'essere, non possiamo mai svincolare completamente le due cose.

sinceramente non ho "arbitrariamente deciso" nulla.
ho dato una mia opinione su quello che ho letto che mi ha dato l'impressione in alcuni punti essere soggetto a categorizzazioni e a luoghi comuni (come ho anche detto)
personalmente non sono d'accordo con le categorizzazioni tutto qua.
Il resto del tuo discorso lo condivido e per quanto mi concerne è ben chiaro.
Anche se per quanto mi concerne gli atteggiamenti dipendono soprattutto dal tuo modo di essere piuttosto che dai condizionamenti e influenze familiari.
riflesso interiore? non direi
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Vecchio 03-08-2009, 11.45.54   #16
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Beh io sarò meno diplomatico, pur non facendo di tutta l'erba un fascio, il figlio unico (che lo è praticamente anche quando ha un fratelli e sorelle non considerati ugualmente, forse pure peggio) spesso è convinto che tutto gli sia dovuto e che lui non deve nulla a nessuno.
Non è abituato alla condivisione, può piacergli l'idea, in altri casi può tentare di usarla per alleviare la solitudine (cosa questa che non è confinata al figlio unico, ma a tutti) ma raramente condividerà in maniera reale e consapevole.
Come in tutte le tipologie può liberarsi di questi limiti con un proprio percorso interiore, ma finchè non lo farà dentro di se la convinzione di essere un prescelto (anche quando vive una vita squallida) non lo lascerà, ed è anche normale. Quando invece ci sono più fratelli in quelli non prescelti si instaura a vari livelli l'idea di essere inadeguati.
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Vecchio 03-08-2009, 12.41.14   #17
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se i genitori sbagliano nel prescegliere un figlio a discapito di altri allo stesso modo poi sbaglia il figlio non prescelto ad accumulare rabbia e tensione per la situazione (anche se è umano per carità e quando si è piccoli pure normale che succeda)
L'errore non è del figlio ma dei genitori in questo caso.
Ecco perchè non sono così d'accordo sul fatto del "figlio unico" o meno.
é un luogo comune l'associazione figlio unico=prescelto perchè legato (a mio parere) a una distorta educazione.
il figlio vede diseguaglianza e sebbene magari non la comprenda capisce che è una situazione sbagliata (a suo svantaggio, se fosse a suo vantaggio lo noterebbe molto meno anzi forse per nulla)
così' come sbaglia il prescelto a non condividere e a sentirsi superiore anche quando tenta di farlo.
Questo almeno secondo me.
L'optimum sarebbe un'uguaglianza (nei casi di fratelli) o nel caso di figli unici l'integrazione con cugini o altri bambini nel pieno rispetto di ciascuno.
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Vecchio 03-08-2009, 12.58.19   #18
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Stefano:

La sequenza è:

Pochissimi genitori equilibrati > se figlio unico (o figlio prescelto) > la situazione finale è quella descritta sopra.

Quindi visto che la percentuale di situazioni simili è altissima, non è sbagliato dire che il figlio unico è, o si crede, un principino.
Ovviamente non stiamo parlando di 100% come in tutto, ma le percentuali sono alte e come ha scritto Filo anche se dici luogo comune questo non significa errato o esagerato (come intendi tu) ma semplicemente che in molti constatano questa cosa.
Si può discutere sul fatto che non è detto che tutto ciò che molti vedono sia il vero, ma in questo caso visto che parliamo di dinamiche sociali evidenti e non nascoste, possiamo proprio affermare che la visione della massa è reale.

Sono d'accordo che l'errore non è del figlio (almeno fino ad una certa eta/maturazione) ma dei genitori questo però non cambia la realtà di ciò che è.
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Vecchio 03-08-2009, 13.10.08   #19
stefano
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per quanto mi concerne accentrerei maggiormente l'attenzione sulla prima parte del tuo post
"pochissimi genitori equilibrati"
ecco nell'equilibrio sta la soluzione a mio avviso.
sul resto appunto perchè non si parla del 100% continuo a pensare (magari a torto poi dimmi tu) che la vera determinante della cosa non stia nelle influenze ecc. ecc. ma in se stessi.
Perchè altrimenti tutti i bambini cresciuti da genitori non equilibrati dovrebbero manifestare il fatto di sentirsi "principini".
ma per mia osservazione (magari errata) non è così'
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Vecchio 03-08-2009, 13.23.19   #20
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per quanto mi concerne accentrerei maggiormente l'attenzione sulla prima parte del tuo post
"pochissimi genitori equilibrati"
ecco nell'equilibrio sta la soluzione a mio avviso.
sul resto appunto perchè non si parla del 100% continuo a pensare (magari a torto poi dimmi tu) che la vera determinante della cosa non stia nelle influenze ecc. ecc. ma in se stessi.
Perchè altrimenti tutti i bambini cresciuti da genitori non equilibrati dovrebbero manifestare il fatto di sentirsi "principini".
ma per mia osservazione (magari errata) non è così'
Certo, nell'uomo che verrà c'è sempre una parte innata ed una parte determinata dall'ambiente, genitori compresi e ovviamente i più importanti dell'ambiente.
Questo però non toglie che un bambino con altri fratelli e che sia tenuto meno in considerazione non potrà mai sentirsi un principino, cosa che risulta invece molto facile al figlio unico (non importa perchè o per come, non si parlava di questo, ma del fatto che accade o no).
I genitori sono raramente equilibrati, poi la struttura della famiglia determina dove lo squilibrio va a lavorare.
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Vecchio 03-08-2009, 13.23.57   #21
griselda
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Beh io sarò meno diplomatico, pur non facendo di tutta l'erba un fascio, il figlio unico (che lo è praticamente anche quando ha un fratelli e sorelle non considerati ugualmente, forse pure peggio) spesso è convinto che tutto gli sia dovuto e che lui non deve nulla a nessuno.
Penso che intendi il primogenito, quello che in alcune famiglie è rivestito di privilegi che poi penserà di portare con se per tutta la vita a discapito, di chi, secondo lui, deve stragli sotto, perchè così ha imparato.
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Vecchio 03-08-2009, 13.33.40   #22
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Penso che intendi il primogenito, quello che in alcune famiglie è rivestito di privilegi che poi penserà di portare con se per tutta la vita a discapito, di chi, secondo lui, deve stragli sotto, perchè così ha imparato.
Dipende, ma di solito è il più piccolo se è maschio, poi ci sono casi e casi
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Vecchio 03-08-2009, 13.36.43   #23
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Credo che sarebbe utile un vedemcum sia per i genitori:
COME NON CREARE LA SINDROME DEL PRINCIPINO
a figli unici o a primogeniti
e
COME RIMEDIARE ALLA SINDROME DEL PRINCIPINO
per quei figli di genitori poco equilibrati (99,9 per cento della popolazione)
Magari potrebbe far si che uno prenda coscienza di cosa lo rende principino.
Ad esempio io le sto osservando alcune regalità di mio figlio, (mea culpa una quella di essere cresciuta pensando di essere la "figlia della serva" (modo di dire perchè essendo secondogenita, mi sono sempre sentita messa da parte) ma se gliele faccio osservare mica le vede anzi si incavola, poi però alla fine mi sono resa conto che lui non ha colpa, sono io che devo rimediare (per ora esiste solo l'intento non sono equilibrata neppure ora porello vabbeh)
E comunque è maturità arrivare a vedere di soffrire della sindrome del principino e cercare di riequilibrare ma questo può avvenire solo dopo una certa età, cercare di ovviare agli "errori" subiti, insomma dobbiamo lavorare noi con la materia che possediamo. Quindi forza e coraggio a tutti noi.
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Vecchio 03-08-2009, 13.39.10   #24
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Personalmente per quel che mi è capitato di vedere, può essere vero quanto dice Uno sul sentirsi inadeguati se si è il fratello/sorella non preferito (e non è detto che i preferiti debbano essere per forza i primogeniti).
Ho visto situazioni caratteriali più difficoltose e problematiche in fratelli "cadetti" soprattutto a livello di socialità/interazioni con terze persone ed altro sesso, di quante ne abbia viste in figli unici cresciuti stando al centro dell'attenzione, con genitori che li consideravano sempre meravigliosi ed intoccabili ecc, In quest'ultimo caso sicuramente c'è il rischio di diventare troppo viziati, di voler stare al centro dell'attenzione e così via.

Esistono anche genitori che cercano in ogni modo di non viziare il figlio unico, trattandolo con molta severità e non assecondando ogni suo capriccio, anzi cercano di tenerlo sempre sotto pressione, facendogli capire come ogni regalo vada prima di tutto meritato.

Certamente bisognerebbe trovare il giusto mix di affetto/severità perchè nel caso del figlio unico le reazioni potranno essere molto più forti e vissute in modo molto intenso, non avendo altri fratelli con cui condividere queste cose, non avendo altri fratelli/sorelle che vengono rimproverati anch'essi, ci si vede riversare tutto su se stessi.
Probabilmente casì di questo tipo in cui non si vizia il figlio unico, non lo si fa sentire il centro del mondo cui tutto è dovuto, sono rari, ma vi assicuro che esistono.....
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Vecchio 03-08-2009, 13.51.53   #25
griselda
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Dipende, ma di solito è il più piccolo se è maschio, poi ci sono casi e casi
Hai ragione probabilmente devo veder bene cosa mi ha fatto definire principino il primogenito.
(Ignoranza a parte eh)
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