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Vecchio 17-01-2008, 01.57.08   #1
Ray
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Predefinito Scelta e Responsabilità

Mi collego ad una problematica sorta nel traed sulla legge Basaglia (tread che va ripreso in mano un po' alla volta... nelle mille direzioni che ha) che grossomodo è riassumibile in quella famosa "capacità di intendere e di volere" che viene addotta come metro di valutazione delle azioni.

La questione ha applicazioni praticamente a tutti i livelli della nostra vita, non ultimo (ma neanche primo) quello legale e legislativo. Quindi ho pensato di discuterne qua, per vedere se è possibile impostare un "cappello" alla questione.

La responsabilità è la capacità (abilità) di rispondere. Se quindi si tratta di emettere un giudizio, la risposta che si deve dare riguarda le proprie azioni. Le domande possono essere molte... ma alla fin fine si rissumono in: perchè?

La tendenza è di giudicare più o meno grave una stessa azione in base alle intenzioni... cosa che è collegata alla possibilità di scelta. La mia intenzione ha un senso solo se posso scegliere... se devo agire in un certo modo, se sono costretto, la mia intenzione conta zero.

Ma per scegliere devo "rendermi conto"... devo essere capace di intendere. Intenzione. Pare un cane che si morde la coda... in effetti questa problematica, che tocca tasti molto delicati, spesso rigirandola si nota che fa acqua da più parti. Poi magari approfondendo si trova che non è così... era solo per mostrare che il terreno è particolarmente sabbioso.

Beh, mi fermo per adesso, anche perchè ci sono molti tread in forum collegati, alcuni vecchiotti e può darsi che ognuno si ricordi di un pezzo utile diverso. Quindi lascio spazio alle riflessioni.
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Vecchio 17-01-2008, 13.36.24   #2
griselda
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Mi collego ad una problematica sorta nel traed sulla legge Basaglia (tread che va ripreso in mano un po' alla volta... nelle mille direzioni che ha) che grossomodo è riassumibile in quella famosa "capacità di intendere e di volere" che viene addotta come metro di valutazione delle azioni.
Ma sai che ora questa frase" capacità di intendere e di volere" prende tutto un altro aspetto per me?
In-tendere tendere dentro essere capaci di sopportare le tensioni e volere sapere cosa si vuole e sopportare la tensione che si crea per raggiungere l'obbiettivo seguendo un'etica precisa.

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La questione ha applicazioni praticamente a tutti i livelli della nostra vita, non ultimo (ma neanche primo) quello legale e legislativo. Quindi ho pensato di discuterne qua, per vedere se è possibile impostare un "cappello" alla questione.


La responsabilità è la capacità (abilità) di rispondere. Se quindi si tratta di emettere un giudizio, la risposta che si deve dare riguarda le proprie azioni. Le domande possono essere molte... ma alla fin fine si rissumono in: perchè?
In effetti la responsabilità è l'abilità di responso quindi saper discernere saper scegliere la cosa migliore sempre secondo etica per poter fare la scelta a momento debito.

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La tendenza è di giudicare più o meno grave una stessa azione in base alle intenzioni... cosa che è collegata alla possibilità di scelta. La mia intenzione ha un senso solo se posso scegliere... se devo agire in un certo modo, se sono costretto, la mia intenzione conta zero.
Posso scegliere nel momento in cui sono in grado di sopportare l'intenzione la tensione interiore?
Se non ho questa capacità non posso scegliere.

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Ma per scegliere devo "rendermi conto"... devo essere capace di intendere. Intenzione. Pare un cane che si morde la coda... in effetti questa problematica, che tocca tasti molto delicati, spesso rigirandola si nota che fa acqua da più parti. Poi magari approfondendo si trova che non è così... era solo per mostrare che il terreno è particolarmente sabbioso.
Per scegliere devo saper mettermi al di sotto e sopportare il peso, capace di sopportare tensione, intendere.

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Beh, mi fermo per adesso, anche perchè ci sono molti tread in forum collegati, alcuni vecchiotti e può darsi che ognuno si ricordi di un pezzo utile diverso. Quindi lascio spazio alle riflessioni.
Sono riuscita a seguirti o mi sono persa per strada?
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Vecchio 17-01-2008, 18.53.54   #3
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Per me la capacità di intendere vuol dire capire quello che si fa e le conseguenze di quello che si fa... in questo caso l'intendere non lo vedo tanto collegato alle intenzioni di fare una cosa quanto legato all'intelletto.... in pratica avere una testa che funziona.
Capacità di volere è la capacità di avere un'intenzione e per raggiungere questo intento fare delle scelte...
Chi non ha la capacità di intendere (capire) non può nemmeno fare delle scelte, quindi non pone intenzione in quello che fa...e se manca l'intenzione viene meno la responsabilità dell'azione....
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Vecchio 18-01-2008, 02.22.17   #4
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Per me la capacità di intendere vuol dire capire quello che si fa e le conseguenze di quello che si fa...
E chi ce l'ha?

Oppure parliamo di gradi... chi più chi meno... e come distinguiamo?
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Vecchio 18-01-2008, 23.28.09   #5
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La responsabilità è la capacità (abilità) di rispondere. Se quindi si tratta di emettere un giudizio, la risposta che si deve dare riguarda le proprie azioni. Le domande possono essere molte... ma alla fin fine si rissumono in: perchè?

La tendenza è di giudicare più o meno grave una stessa azione in base alle intenzioni... cosa che è collegata alla possibilità di scelta. La mia intenzione ha un senso solo se posso scegliere... se devo agire in un certo modo, se sono costretto, la mia intenzione conta zero.

Ma per scegliere devo "rendermi conto"... devo essere capace di intendere. Intenzione. Pare un cane che si morde la coda... in effetti questa problematica, che tocca tasti molto delicati, spesso rigirandola si nota che fa acqua da più parti. Poi magari approfondendo si trova che non è così... era solo per mostrare che il terreno è particolarmente sabbioso.
Se partiamo dal presupposto che si sceglie sempre, quando si crede di non poterlo fare non è uno scaricare la responsabilità su ciò che crediamo ce lo impedisca? Non me ne assumo la responsabilità, non rispondo di quell'azione, sono stato costretto ad agire contro la mia intenzione. Così sembrerebbe, e invece ho agito intenzionalmente senza rendermene conto perchè una scelta l'ho fatta comunque.
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Per me la capacità di intendere vuol dire capire quello che si fa e le conseguenze di quello che si fa...
Avrei detto più o meno la stessa cosa, essere capaci di avere un'intenzione che porti ad agire in un determinato modo, allo stesso tempo rendendosi conto di quello che si sta facendo e, molto importante, delle conseguenze che l'azione potrebbe avere.
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E chi ce l'ha?

Oppure parliamo di gradi... chi più chi meno... e come distinguiamo?
Di solito purtroppo si distingue dopo che l'azione è stata compiuta, dalle sue conseguenze, se ha provocato un danno e come questo viene giudicato, più o meno grave. Prima si potrebbe distinguere dalle intenzioni che vengono espresse prima che sia tradotta in azione. Alla fine dipende sempre da un comportamento e dal giudizio che ad esso viene dato.

Fine spazio riflessione, che è meglio
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Vecchio 18-01-2008, 23.43.46   #6
Astral
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Molto spesso sono i nostri condizionamenti che ci obbligano ad agire in un determinato modo, poi abbiamo paura delle nostre responsabilità che in realtà non ci sono.

Secondo me scegliamo molto poco, il più delle volte siamo spinti dal desiderio di colmare una mancanza o da una paura profonda che ci fa agire o forse è più corretto reagire.

La capacità di intendere può anche esserci ( comprendo ciò che sto facendo), quella di volere non sempre.
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Vecchio 24-01-2008, 11.08.24   #7
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Capacità di intendere e di volere.
Dunque, intendere, in-tendere, in=verso tendere=volgere in un verso significa volgere verso un termine, in senso figurato udire, sentire, capire.
Uscendo dall'etimologia credo che intendere significhi la possibilità di far proprio un concetto. Una volta "inteso" bisogna però che quel concetto venga voluto, ehm, qui m'incarto di sicuro.
Se la legge dice che non devo calpestare le aiuole (esempio banale) io devo intendere e comprendere i motivi per cui quella legge esiste, intendo che il fine di quella legge è di preservare il verde pubblico oltre che insegnare a ripettare le cose di tutti oltre che evitare gli sprechi che ci sarebbero nel dover continuamente mettere manodopera al lavoro per del vandalismo gratuito. Intendere che è una cosa buona e voler rispettarla oltre che farla rispettare (non sempre le cose vanno assieme)
Ora io credo che ci sia chi intende e vuole, ci sia chi intende ma non vuole (capisco che la legge è buona e me ne frego) e chi invece non intende, nel senso che non riesce a mettere insieme i motivi per cui quella legge esiste e magari vorrebbe.
mi sà che non sono riuscita a spiegarmi bene.
Responsabilità quindi dovresse essere la capacità di intendere, quindi di ascoltare capire e raccogliere informazioni e poi direzionare il volere verso la scelta operata accettandone le conseguenze.
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Vecchio 25-01-2008, 00.36.25   #8
Ray
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Se la legge dice che non devo calpestare le aiuole (esempio banale) io devo intendere e comprendere i motivi per cui quella legge esiste, intendo che il fine di quella legge è di preservare il verde pubblico oltre che insegnare a ripettare le cose di tutti oltre che evitare gli sprechi che ci sarebbero nel dover continuamente mettere manodopera al lavoro per del vandalismo gratuito.
Non mi è chiaro se il tuo discorso è filosofico o se si riferisce al reale stato di fatto.
Nel secondo caso, per quel che ne so, non è così. La legge non si preoccupa che tu condivida le intenzioni del legislatore e che lo approvi eticamente. Gli basta che tu capisca cos'è che non puoi fare. In questo senso la capacità di intendere.

Poi il problema, a livello filosofico, resta e si amplia. Per esempio si potrebbe chiedersi quale sia realmente la capacità di intendere di uno che si auto-giustifica e si autpo-assolve sempre... tipo si capisco che non si può fare ma (che vuol dire capisco che gli altri non possono ma ioioio si che posso)
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