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Vecchio 03-05-2009, 16.15.29   #1
dafne
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Predefinito la superbia

Ho cercato in giro ma una discussione sulla superbia nello specifico non l'ho trovata.

Mi sono resa conto pensandoci di non avere le idee chiare, soprattutto perchè i pochi elementi che ho raccolto mi hanno confusa moltissimo.

Sinceramente ho delle difficoltà persino ad impostare il discorso ( )

Per me la superbia era un atteggiamento prevaricatore, un sentirsi al di sopra di tutto e di tutti, credersi supermegabravi o supermegabelli e trattare per questo gli altri con disprezzo o condiscendenza.

Superbia andava a braccetto con presunzione..megalomania..arroganza...altezzosità. .ecc

Già così ci sarebbe da discutere..sulle differenze tra i vari aggettivi, presuntuoso diverso da arrogante e superbo ecc...ma per metterci il carico da 90 mi sono trovata a fare i conti con un tipo di superbia descritto a cui non solo non avevo mai pensato ma che proprio non credevo esistesse.

La questione era uscita con degli amici in riferimento al concetto " non esprimo la mia opinione perchè è inutile, superflua" o qualcosa del genere. Atteggiamento che spesso mi è proprio..cmq..io l'avevo sempre considerato come un atteggiamento di tipo modesto..dettato dall'insicurezza...al massimo ero arrivata a vederci del vittimismo..
Ma ne esce fuori che è superbia

E va ben che vedo sempre tutto all'opposto ma addirittura superbia...

Ho dovuto rifletterci parecchio, una frase come questa: " si è convinti che ciò che si può dare agli altri è in più, che in qualche modo è già dato" non riuscivo proprio a collegarla a quanto sopra e men che meno "sentendosi inadeguati in realtà ci si preclude ogni possibilità di crescita dialogando e confrontandosi, quindi ci si considera a posto".

Poi sono "inciampata" sulle fole del bibliotopo...

Vi risparmio i giri in giro che ha fatto la mia mente ma ho bisogno di capire se ci sono andata almeno un pò vicina.

Credo che la superbia sia quel bisogno che si ha (che si pretende, che si crede dovuto) di essere sempre illuminati da qualcosa e, come leggo dalle fole, quando quel qualcosa non lo si trova in se stessi lo si cerca fuori.

Nel caso specifico di non rispondere o non dire agli altri (parlo per me almeno) il non sentirsi adeguati è una scusa che metto in campo per non dover scoprire che in effetti è proprio così, che non ho davvero nulla da dire..perchè se me lo dico io va bene (c'è sempre la possibilità di essere smentiti) mentre se me lo dicono gli altri tutto il mio castelletto crolla.

Nella sua perversione stà cosa è fantastica...piuttosto che essere "una fra tante" preferisco essere il calimero piccolo e nero (ma unico) perchè ..azz come rode...non è che mi basti di esser principessa..nono eh..regina voglio essere...piuttosto disconosciuta e maltrattata (presente Cenerentola?) ma pur sempre di sangue reale.

Ditemi che mi sbaglio

Tornerebbe anche il discorso sull'autorità..che cerco disperatamente ma che non riesco ad accettare...ho bisogno di una figura "di potere" per le mie insicurezze (che comunque ci sono) ma non riesco ad accettarlo perchè non tollero di essere contraddetta (sisi fà stramale) o che me le si facciano notare ..il famoso "chi sei tu per dirmi questo?"...

Ovvio che la delusione passa come "neanche lui/lei mi capisce" ..ergo meglio tacere..

Quindi, a meno che non abbia sbinariato di brutto, alle volte non rispondere a delle domande e pensare "non riuscirò mai a farmi capire", è una forma di superbia.
Mi dico "è troppo intelligente per capire le mie minchiate" quando in realtà è "perdo solo tempo a cercare di far capire"...non so come passarlo..in realtà trasferisco sugli altri, anche se in modo apparentemente positivo, l'incapacità di dialogo...non mi abbasso a fare lo sforzo..non ho apparentemente bisogno di farlo..azz non mi viene stà cosa stride ancora..

L'ho messa un pò sul personale perchè altrimenti non riesco a cavarci nulla ma voi che ne pensate?
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Vecchio 03-05-2009, 17.27.46   #2
gibbi
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Ti risponde una che in fatto di superbia....si dice in giro non batta quasi nessuno.
Anch'io come te credevo che la superbia fosse caratteristica di uno che ha eccessiva stima di sè stesso , uno che se la conta , pomposo che si mostra/sta al di sopra degli altri ...d'altro canto la parola stessa contiene un super ... quindi io che c'entro mi dicevo? Eventualmente l'opposto, sto piccola in un angolo , zitta , non distrurbo , se non suono le campane neanche sai che ci sono....
In quello che è stato detto e che tu hai riportato c'è una grande verità e ora parlo per me, anzi con me ..... : " scusa tanto , ma io non posso dire cose qualsiasi , non posso dire ...azzate , se parlo è per dire cose intelligenti ,formulare concetti e pensieri al top , mi competono solo discorsi articolati dotati di capo e coda , ergo se di quella cosa non so nulla o quasi e se ne so qualcosa, ma le nozioni che possiedo sono confuse e quindi mi è impedito di formulare un discorso organico , beh ... no io non dico proprio nulla e non scrivo nulla (superbia che cos'è mai?) ...io leggo ascolto e imparo e quando avrò più elementi allora partorirò un bel discorsone intelligente ......fino ad allora .... tanto che se ne fanno gli altri di una mediocrità? Niente , non serve a niente e a nessuno .....( aiuto!!!!dovè la faccina che suda? ) .
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Vecchio 03-05-2009, 18.27.01   #3
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Ok eccomi
Da regina della superbia quale sono mi verrebbe da boicottare anche questa discussione, tanto che avrei da aggiungere?
Ok riesco a vedere tutto il meccanismo, o almeno ci sto provando, come il fatto di pensare di non avere nulla da aggiungere che già non sia stato detto, o peggio che mai di convincermi che forse l'argomento non mi interessa abbastanza da smuovermi la favella. Con il tempo è diventata un'abitudine, ora è quasi una rassegnazione, e l'arrivare a dirmi che 'sono fatta così e gli altri lo sanno' è una buona scusa per non tentare nemmeno più di forzarmi.
Ovvio che non mi sta bene, e che vorrei saltarne fuori, ma per come la vedo e la sento, questa difficoltà è collegata a qualcosa di più profondo, nascosto e radicato... qualcosa che se riuscissi a risolvere sbloccherebbe tutto il resto. Magari non è così, è l'ennesima scusa, in questo caso per aspettare che 'accada qualcosa', perchè ragionarci non mi basta se non mi si muove qualcosa dentro, ma già che sono qui perchè non approfittarne per sparare una di quelle str...ate che ho tanta cura di evitare di dire in giro? Me la concedo.
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Vecchio 03-05-2009, 21.22.33   #4
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Noto con piacere e senza nessuna sorpresa che quando si parla di superbia.........le donne la fanno da padrone!

Hi hi hi hi

Ciò nondimeno, anche io sono stato superbo: è stato tanto tempo fa. Credevo che il mondo fosse un posto così brutto a causa delle persone che ne fanno parte.

Cosa peraltro verissima.

Trascuravo, con colpevole superbia, che io facevo parte, a pieno titolo, dei "cattivi". Per fortuna l'ho compreso quasi subito, avevo circa vent'anni. La chiave fu confrontare il mio comportamento con quello ideale che, per grazia ricevuta, avevo ben chiaro nel mio cuore e nella mia mente.

Compreso questo la superbia si è dissolta. Ora, ma questo è un miracolo assoluto, si sta facendo strada nel mio cuore l'umiltà. Che, a ben guardare, non è altro che aderenza alla realtà.
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Vecchio 04-05-2009, 00.05.21   #5
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Compreso questo la superbia si è dissolta. Ora, ma questo è un miracolo assoluto, si sta facendo strada nel mio cuore l'umiltà. Che, a ben guardare, non è altro che aderenza alla realtà.
O l'altra faccia della medaglia?
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Vecchio 04-05-2009, 00.27.53   #6
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O l'altra faccia della medaglia?
Credo di no. L'altra faccia della medaglia è la bassa autostima, l'insicurezza o come la vuoi vedere. L'umiltà è il centro, l'annullamento di questi due poli (superbia/autosvalutazione), la presa di realtà.
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Vecchio 04-05-2009, 00.34.41   #7
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Noto con piacere e senza nessuna sorpresa che quando si parla di superbia.........le donne la fanno da padrone!
Sei un grande!

Dicendolo qui, in un tread sulla superbia, impedisci loro di saltar su perchè a farlo si dimostrerebbero superbe... e sono troppo superbe per farlo!

Fantastico.





PS: posso proporti come Membro Onorario del Comitato per la Salvaguardia del Maschio in Estinzione, si?
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Vecchio 04-05-2009, 00.44.15   #8
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Credo di no. L'altra faccia della medaglia è la bassa autostima, l'insicurezza o come la vuoi vedere. L'umiltà è il centro, l'annullamento di questi due poli (superbia/autosvalutazione), la presa di realtà.
Si, son d'accordo su tutto, era una provocazione, un uomo umile può dire di se che lo è rimanendo realmente umile?
Cento (non è un giudizio verso di te) ha detto che si fa strada in lui l'umiltà e non che è umile... infatti era una provocazione ma per sottolineare il fatto che se è difficile riconoscere un subdolo difetto figuriamoci un vero pregio.

Tra l'altro mi è piaciuta molto questa frase di Cento: non è altro che aderenza alla realtà. La trovo vera, un uomo umile non è colui che si prostra davanti a tutti o è servile, ma piuttosto un uomo che conosce se stesso e ciò che può e non può e non ha nessun problema a riconoscerlo con se stesso realmente sia nel bene che nel male. Vive nella realtà, il più vicino possibile all'essere obbiettivo ed oggettivo.
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Vecchio 04-05-2009, 00.46.44   #9
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Si, son d'accordo su tutto, era una provocazione, un uomo umile può dire di se che lo è rimanendo realmente umile?
Se è umile non può fare a meno di dirlo, diversamente sarebbe superbo (ovviamente se se ne sta parlando, non a vanvera).
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Vecchio 04-05-2009, 00.47.30   #10
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Sei un grande!

Dicendolo qui, in un tread sulla superbia, impedisci loro di saltar su perchè a farlo si dimostrerebbero superbe... e sono troppo superbe per farlo!

Ecco, questo è l'esempio perfetto del tipo di superbia che conosco...del tipo..la tua affermazione (quella di cento ) mi fà troppo arrabbiare ma sei troooppo maschilista per farti capire anche con un enorme sforzo che hai detto una fesseria (scusa cento )

Superbissima va bene..vabbuò io poi ci metto anche il prevenire "sei la solita fumina" che mi urta da morire...anche qui però è un non voler sentire sminuita la propria autostima...o quel che è (permalosa)

O no?

C'è forse una certa superbia nel pensare di poter sapere come agiranno e parleranno gli altri? Però anche questo presuppone una certa fiducia nella propria capacità di giudizio che io non ho ..o che mi racconto di non avere?

Insomma per come la giro, se ci guardo bene, trovo un pò di superbia in ogni azione, che sia di dire (iosotutto) o di non dire (lasciostarechenonsonoallatezza)



ps
cento, perdona la curiosità ma hai detto che facevi parte dei "cattivi"..devo dedurre che ora sei dei "buoni"?

Hai un libro anche per quello? grazie
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Vecchio 04-05-2009, 01.10.31   #11
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Se è umile non può fare a meno di dirlo, diversamente sarebbe superbo (ovviamente se se ne sta parlando, non a vanvera).
Non stai parlando di Cento vero? Non mi posso permettere di andare oltre la provocazione non conoscendolo in tal senso, anche se ci sarebbe da dire molto sulla sua battuta e la tua sviolinata, ma non mi pare il luogo, giusto motivo che frena la risposta... e non solo la superbia, ma il buon senso di non proseguire fuori luogo, chiamala superbia...

Tornando a noi, si che può farne a meno se lo è, secondo me non si pone il problema, non è identificato nell'essere umile, lo è. Ripeto che secondo me solo chi è un profondissimo conoscitore di se stesso può a ragion veduta dire di se che è umile, può dire di se tutto quello che sa, altrimenti è l'altra faccia della medaglia.

Volevo aggiungere una cosa di quel che dicevo nel post precedente, dire che essere umile è comprendere la realtà, riflettendoci ha due aspetti: uno è quello di saper osservare un mondo reale, ma l'altro è tutto il mondo descritto ad apertura discussione da Dafne che essendo donna...(concedetemi) comprendo perfettamente.

EDIT: non ho letto Daf
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Vecchio 04-05-2009, 09.15.43   #12
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Si, son d'accordo su tutto, era una provocazione, un uomo umile può dire di se che lo è rimanendo realmente umile?
Cogli, con profondità e acume, uno dei rischi che il Cardinale Biffi, con simpatia e raffinata intelligenza, così sintetizza:"in quanto a umiltà non sono secondo a nessuno!"

Speriamo di non cadere in questa trappola.

Ribadisco tuttavia che umiltà è aderenza alla realtà. La condizione umana in generale, a mio avviso, è estremamente umile.


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ps
cento, perdona la curiosità ma hai detto che facevi parte dei "cattivi"..devo dedurre che ora sei dei "buoni"?
No. Rimango nei "cattivi". Pur tuttavia, l'esserne consapevole, è il primo passo verso i "buoni".

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Hai un libro anche per quello? grazie
Hi hi hi hi
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Vecchio 04-05-2009, 09.37.27   #13
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La questione era uscita con degli amici in riferimento al concetto " non esprimo la mia opinione perchè è inutile, superflua" o qualcosa del genere. Atteggiamento che spesso mi è proprio..cmq..io l'avevo sempre considerato come un atteggiamento di tipo modesto..dettato dall'insicurezza...al massimo ero arrivata a vederci del vittimismo..
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Credo che la superbia sia quel bisogno che si ha (che si pretende, che si crede dovuto) di essere sempre illuminati da qualcosa e, come leggo dalle fole, quando quel qualcosa non lo si trova in se stessi lo si cerca fuori.

Nel caso specifico di non rispondere o non dire agli altri (parlo per me almeno) il non sentirsi adeguati è una scusa che metto in campo per non dover scoprire che in effetti è proprio così, che non ho davvero nulla da dire..perchè se me lo dico io va bene (c'è sempre la possibilità di essere smentiti) mentre se me lo dicono gli altri tutto il mio castelletto crolla.

Nella sua perversione stà cosa è fantastica...piuttosto che essere "una fra tante" preferisco essere il calimero piccolo e nero (ma unico) perchè ..azz come rode...non è che mi basti di esser principessa..nono eh..regina voglio essere...piuttosto disconosciuta e maltrattata (presente Cenerentola?) ma pur sempre di sangue reale.

Ditemi che mi sbaglio
Mi trovo abbastanza in linea con quanto dici Daf, aggiungo solo che secondo me la superbia è non mettersi in gioco mai ( sembra così comodo..) sia prendendola in un senso (altezzosità, megalomania etc) sia nell'altro (non mostrarsi mai, stare in un angolo sperando segretamente che prima o poi qualcuno si accorga che ci sono etcetc). Io direi che conosco meglio la seconda per esperienza, e ci ritrovo tutto quello che hai scritto tu, soprattutto il non volermi sentire dire che sbaglio, lo stare in silenzio perchè non sapevo cosa dire, e ho dovuto fare uno sforzo abbastanza grande per superare questo blocco, perchè comunque, di base dal mio punto di vista un disagio c'è. Ammettere che ci sia, e fare qualcosa per superarlo poi diventa un tuttuno per come la vedo (per come l'ho vissuta forse è meglio).. il problema è che finchè non ci si vede nulla di male sembra una cosa innocua, in realtà si sta alla finestra a vedere gli altri che si mettono in gioco, dicutono, crescono, danno quel che hanno (poco o tanto che sia) e prendono quel che possono: è un po' come vedere un film invece che fare esperienza e pretendere di imparare a vivere senza faticare...

Se non mi mostro, non mi metto in gioco, nessuno puo' dirmi (pizzicandomi) che sbaglio, che non ho le idee chiare, mentre se lo faccio è facile che mi scoprano, che scoprano le mie debolezze, che non sono come spero che gli altri mi vedano o vorrei che mi vedessero...

La superbia in tutto questo la vedo come un non volersi mostrare per quello che si è.

L' umiltà la vedo come Sole, ma si dovrebbe essere abbastanza onesti (e oggettivi) da vedere dove si è, nè più nè meno e per iniziare a farlo bisognerebbe conoscersi, e non barare con sè stessi nè sentendosi troppo in basso (in-sicurezza ) , nè sentendosi chissà dove.. non è facile.


Ultima modifica di RedWitch : 04-05-2009 alle ore 09.38.14. Motivo: non ho letto Cento
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Vecchio 04-05-2009, 14.07.35   #14
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Vecchio 04-05-2009, 22.23.57   #15
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In buona sostanza siamo tutti superbi, chi in un modo chi in un'altro.
Penso che hai ragione, Sole, il fatto è che il nostro io vuole essere comunque riconosciuto e soddisfatto.
La mia esperienza è che qualche volta mi capita di tacere perchè penso di non avere abbastanza argomenti per controbattere, in effetti i miei funzionano benissimo quando sono da sola, e fino a non mi rendo conto che è solo la paura del confronto che mi fa tacere, che c'è il timore di non reggere gli argomenti altrui, che tutto il mio bel castello funziona finchè qualcuno non me lo fa crollare...
Ma non credo che questa sia la vera superbia, penso che questi siano solo tentativi di autodifesa, poi mi viene in mente quello che c'è scritto in un altro tread, e cioè che quello che non viene facile naturalmente non è farina del nostro sacco e che se siamo portati per una cosa non dobbiamo aver paura di dimostrarlo....
La superbia è stare staccati dagli altri perchè si pensa che non siano alla nostra altezza, col rischio di ritrovarsi irrimediabilmente soli....

Quello che descrive Dafne, a mio parere, non è superbia ma inadeguatezza mascherata da altro, che comunque porta allo stesso risultato, la chiusura.... perchè in fondo questo atteggiamento è accettato e rispettato senza andare ad incrinare la nostra autostima.
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Vecchio 04-05-2009, 22.26.06   #16
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Pur tuttavia, l'esserne consapevole, è il primo passo verso i "buoni".
Bene! Che sono superba me lo sento dire da sempre, ma mi sono sempre detta 'è perchè non mi conosce', quindi mai accettato o più che altro fino ad oggi non avevo visto alcune sfumature della superbia. Ora (forse) sì, e vedrò di accettarlo.

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Se non mi mostro, non mi metto in gioco, nessuno puo' dirmi (pizzicandomi) che sbaglio, che non ho le idee chiare, mentre se lo faccio è facile che mi scoprano, che scoprano le mie debolezze, che non sono come spero che gli altri mi vedano o vorrei che mi vedessero...
Contorta questa cosa: se non mi metto in gioco non posso mostrare che non sono come spero mi vedano, in fondo non mi vedono affatto. Beh a quanto pare, anche non mostrandosi, le debolezze si scoprono lo stesso, anzi si è proprio come si spera che gli altri non vedano: un superbo!

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In buona sostanza siamo tutti superbi, chi in un modo chi in un'altro.
Infatti!
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Vecchio 04-05-2009, 22.31.47   #17
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Parto dal presupposto che io li ho tutti i difetti o vizi o peccati capitali quindi sono superba anche in questo. Non sia mai che mi manchi qualcosa.

Al di là delle facili battute però non è semplice per me comprendere a pieno le varie sfaccettature della superbia, anche io come Daf la vedevo in altro modo, però avrei dovuto capirlo di esserlo dal fatto che mi sono sempre stati sul naso tutti i superbi, eccerto non arrivavo più prima in graduatoria. Infatti se capita che mi dicano che non sono superba come mi ritengo quasi quasi ci rimango male, togliendo il quasi.

Uno dei modi più assurdi dove la inserisco è l'effetto speciale se non posso fare il fuoco d'artificio (e quanto mi costa dirlo e averlo visto) non mi degno non mi scompongo non muovo un dito. (senza menzionare gli esiti nefasti come sempre quando si cerca di estremizzare)
A consolazione devo dire che rispetto al passato sono migliorata.
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Vecchio 05-05-2009, 00.34.43   #18
dafne
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Ho scoperto di essere pure invidiosa stasera avete parlato di questa cosa con tale tranquillità...a me rode una cifra invece..

Premesso che ho la curiosa sensazione che l'argomento non sia sceso in profondità ma che abbia toccato solo la punta, non posso fare a meno (causa rosicore forse ) di chiedermi...ma come se ne esce?

Da una parte la superbia dell'eccesso ... sono bella brava buona soloio ecc. Dall'altra la superbia per difetto...che vuoi che se ne facciano di me ecc (che non ho ancora, molto onestamente, messo bene a fuoco)

Allora, se mi faccio sentire sono presuntuosa...se taccio sono superba..eccheccavolo...dove mi metto?

Se mi dite "dipende dalle situazioni" ...mordo perchè li ci arrivo anch'io ma come capire quando l'atteggiamento è di insicurezza e quando di superbia a difetto?
E viceversa.

Forzarsi comunque una volta stabilito che il senso di inadeguatezza è un paracull..ehm ...una scusa?

Mi fermo che stà cosa scalda ..hahaha

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Vecchio 05-05-2009, 00.47.32   #19
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Dove hai visto la signora tranquilità?

Mi sa che la parolina magica è accettazione, senza accettazione non credo ci sia modo di lavorare su niente, prima o poi torna a ripetersi il problema.
Intanto accettare qualcosa che ci riguarda da la sensazione di sgonfiare tutta la pressione che preme su quel punto, perde di peso... è possibile accettare di essere in una maniera perchè si hanno dei bisogni. Non c'è niente di male se si hanno dei bisogni.
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accettazione come punto di partenza?Per evitare di caricarsi di stress,scusate il termine "psicologico"?
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Vecchio 05-05-2009, 09.38.32   #21
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accettazione come punto di partenza?Per evitare di caricarsi di stress,scusate il termine "psicologico"?
Ci vuole una gran forza in realtà per accettare certe nostre dinamiche. Accettare non vuol non avere più tensione/stress, ma responsabilizzarsi. E' un altro tipo di stress più mirato che non fa disperdere energie ma le focalizza verso un risultato. Per questo dico responsabilità, perchè fintanto che non accetti di essere in quella maniera, puoi trovarti mille spiegazioni per giustificare i tuoi atteggiamenti.
Detta così è molta teoria e poca pratica... ma per me è così. Ho scoperto anche io da poco che l'accettazione è come un molla verso la soluzione.
Ultimamente in forum diciamo spesso che generalmente in noi ci opponiamo a qualcosa di noi stessi che non ci piace venga visto all'esterno e tantomeno possiamo ammettere con noi stessi di essere in tal maniera, proprio quella maniera che non vogliamo essere -ma siamo- , che non vogliamo gli altri vedano -ma vedono-.
Ci nascondiamo a noi stessi e al mondo ma non c'è proprio niente da fare, torna sempre perchè lì c'è un muro contro cui sbattiamo, la mazzetta per abbatterlo è appunto l'accettazione.
Se proprio dovessi stilare un catalogo delle cose da fare (e non è detto che sia giusto, è sottpposto a critiche e ben vengano.. anche se sono superba e permalosa) direi così:
Osservazione - mi tengo d'occhio
Riconoscimento - vedo il muro
Ammissione -ammetto che quel muro è mio e me ne ricordo, è mentale
Accettazione - sono quel muro, fa parte di me, non lo odio più ma anzi inizio a comprenderlo in me, poi anche ad amarlo, inizio a conoscere me stesso con il cuore.
Osservazione -osservo quel muro e le sue dinamiche senza più oppormi, non ho più paura di vedermi..

Dopo dovrebbe avvenire il cambiamento ma onestamente non ho afferrato il momento in cui qualcosa cambia. Fa parte di un Lavoro di conoscenza di se e all'improvviso avviene qualcosa per cui ti accorgi di essere cambiato. Ma secondo me non è tanto importante toccare il momento del cambiamento ma piuttosto capire che questo inizia nel momento in cui accetti quello che manifesta la tua sovrastruttura e al momento sei quella sovrastruttura.

Insomma se il Lavoro è su di se, ma non si accetta di essere in certa maniera, manca la materia da Lavorare, resta tutto solo mentale.
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Vecchio 05-05-2009, 09.47.03   #22
Edera
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" Si è convinti che ciò che si può dare agli altri è in più, che in qualche modo è già dato" non riuscivo proprio a collegarla a quanto sopra e men che meno "sentendosi inadeguati in realtà ci si preclude ogni possibilità di crescita dialogando e confrontandosi, quindi ci si considera a posto".
Ho appena scoperto tra le altre cose di essere anche superba
Adesso che ci penso è proprio vero, tacere pensando di non avere niente da dire spesso è solo un trucchetto dell'ego per tenere in piedi il nostro castello.
Però secondo me a volte ci si trova immischiati in discorsi in cui veramente non si trova nulla da dire...A me succede quando capito in mezzo a discorsi di gossip televisivo o chiacchere da bar di paese. Forse è superbia pure questa ma davvero non saprei come intervenire ( a dire il vero mi mancano i dati per farlo), detto in maniera brusca delle vicende personali degli altri spesso me ne frego
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Vecchio 05-05-2009, 10.07.18   #23
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Ci vuole una gran forza in realtà per accettare certe nostre dinamiche. Accettare non vuol non avere più tensione/stress, ma responsabilizzarsi. E' un altro tipo di stress più mirato che non fa disperdere energie ma le focalizza verso un risultato. Per questo dico responsabilità, perchè fintanto che non accetti di essere in quella maniera, puoi trovarti mille spiegazioni per giustificare i tuoi atteggiamenti.
Detta così è molta teoria e poca pratica... ma per me è così. Ho scoperto anche io da poco che l'accettazione è come un molla verso la soluzione.
Ultimamente in forum diciamo spesso che generalmente in noi ci opponiamo a qualcosa di noi stessi che non ci piace venga visto all'esterno e tantomeno possiamo ammettere con noi stessi di essere in tal maniera, proprio quella maniera che non vogliamo essere -ma siamo- , che non vogliamo gli altri vedano -ma vedono-.
Ci nascondiamo a noi stessi e al mondo ma non c'è proprio niente da fare, torna sempre perchè lì c'è un muro contro cui sbattiamo, la mazzetta per abbatterlo è appunto l'accettazione.
Se proprio dovessi stilare un catalogo delle cose da fare (e non è detto che sia giusto, è sottpposto a critiche e ben vengano.. anche se sono superba e permalosa) direi così:
Osservazione - mi tengo d'occhio
Riconoscimento - vedo il muro
Ammissione -ammetto che quel muro è mio e me ne ricordo, è mentale
Accettazione - sono quel muro, fa parte di me, non lo odio più ma anzi inizio a comprenderlo in me, poi anche ad amarlo, inizio a conoscere me stesso con il cuore.
Osservazione -osservo quel muro e le sue dinamiche senza più oppormi, non ho più paura di vedermi..

Dopo dovrebbe avvenire il cambiamento ma onestamente non ho afferrato il momento in cui qualcosa cambia. Fa parte di un Lavoro di conoscenza di se e all'improvviso avviene qualcosa per cui ti accorgi di essere cambiato. Ma secondo me non è tanto importante toccare il momento del cambiamento ma piuttosto capire che questo inizia nel momento in cui accetti quello che manifesta la tua sovrastruttura e al momento sei quella sovrastruttura.

Insomma se il Lavoro è su di se, ma non si accetta di essere in certa maniera, manca la materia da Lavorare, resta tutto solo mentale.

Grazie Sole
Dificile osservarsi, riconoscere..ufff...ma ammissione e accettazione sono ancora più ardui.
Stavo pensando che fossero la stessa cosa, ossia ammettere di essere equivale accettare di essere e invece non è così vero?

Sarà che è una visione di me "nuova", mai considerata, ma mi par di vedere la superbia come molla iniziale di ogni cosa, ogni spinta...

William parlava di accettazione come purto di partenza, come un modo per non caricarsi di troppo stress, ottimo punto di vista..
Non è che l'accettazione rischia di diventare una scusa? Del tipo "eh ma son fatta così..pace"

Insomma io mi rendo conto che alle volte mi dico "tanto son così e così mi considerano gli altri..non posso cambiare..resterò sempre uguale"
(che se vogliamo è superbia pure questa, son così, resto così perchè a me e agli altri va bene così.. o almeno questo è quanto, con superbia, ho deciso che pensino di me . ..e guai a chi mi dice che posso cambiare ..mah...un mettersi al di sopra persino del cambiamento..ok ok esagero..)

Quindi è ammissione ma senza cadere nella pigrizia..ebbeh si tu parli di lavorare mica di riposare...

Eppure ho ancora la sensazione di non aver fatto tutti i collegamenti...o forse è non aver accettato...o pensarci troppo...
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Vecchio 05-05-2009, 10.08.14   #24
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Ho appena scoperto tra le altre cose di essere anche superba
Adesso che ci penso è proprio vero, tacere pensando di non avere niente da dire spesso è solo un trucchetto dell'ego per tenere in piedi il nostro castello.
Però secondo me a volte ci si trova immischiati in discorsi in cui veramente non si trova nulla da dire...
Ben venuta nel club
Al di là del gossip, quella sensazione di non avere niente da dire, di non sapere come intrattenere l'altro a volte può essere l'imbarazzo di avere tante domande ma per farle bisogna mostrare che non si sa, o che non si è capito, o mettersi in gioco con la possibilità di poter/dover cambaire idea.

Che dici, ci può stare?
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Vecchio 05-05-2009, 10.18.25   #25
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Ho appena scoperto tra le altre cose di essere anche superba
Adesso che ci penso è proprio vero, tacere pensando di non avere niente da dire spesso è solo un trucchetto dell'ego per tenere in piedi il nostro castello.
Però secondo me a volte ci si trova immischiati in discorsi in cui veramente non si trova nulla da dire...A me succede quando capito in mezzo a discorsi di gossip televisivo o chiacchere da bar di paese. Forse è superbia pure questa ma davvero non saprei come intervenire ( a dire il vero mi mancano i dati per farlo), detto in maniera brusca delle vicende personali degli altri spesso me ne frego

Oddio Edera, non è che adesso bisogna parlare sempre e a qualsiasi costo dicendo magari stupidaggini ... non credo almeno.

Si trattava, più che altro, di evitare le discussioni, o meglio i confronti, in cui si è obbligati a mettersi in gioco per esporre le proprie opinioni.

Con il rischio di dover cambiare il proprio punto di vista magari.

E dire "non lo faccio" mascherando la superbia di non aver nulla da dare con l'inadeguatezza.
Se ho capito bene eh..nessuno mi ha smento fin'ora per cui..hehehe..la prendo per buona.

Poi non è che ogni volta che non si parla si è superbi, io ho di mio delle insicurezze che comunque esistono a prescindere dall'essere superbi..credo che la superbia sia in un certo modo il mezzo, lo strumento, che ho utilizzato per compensare la mia difficoltà, sono superba e non mi metto in gioco perchè alla base c'è comunque una paura di perdita che mi obbliga ad aggirare l'ostacolo...in alcune occasioni invece aggiro l'ostacolo buttando tutto sul ridere o a volte facendo la tragica di turno...straparlando e slacrimando..

E qui mi capisco poco pure io eh scusami

Ultima modifica di dafne : 05-05-2009 alle ore 10.19.07. Motivo: non ho letto Sole
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