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Vecchio 27-10-2010, 20.11.34   #1
luke
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Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.
Razionalmente penso che ognuno dovrebbe fare la corsa esclusivamente su se stesso, troppe cose sono diverse tra gli individui,( educazione , costituzione psicofisica, contesto in cui si nasce e cresce ecc), che senso avrebbe una gara in cui qualcuno va piedi , qualcun'altro in aereo, chi si trova una discesa, chi una salita peggio dell'Everest?
Purtroppo nonostante i buoni propositi poi il raffronto continua più o meno sommerso e crea rabbie e amarezze molto più intense delle eventuali gioie e soddisfazioni.

Perchè ciò che siamo o che facciamo non basta a farci concentrare solo su noi stessi, al limite prendendo spunto , laddove è il caso dagli altri, senza esserne incastrati?

Dove e come si può riuscire a non commettere questi errori quando la vita che fai ancora non ti offre motivi sufficientemente forti ed attraenti per amarla?

Dietro questo ci deve essere un miscuglio di invidia, superbia, scarsa autostima, orgoglio ferito o anche altro più profondo che non vedo?

Ultima modifica di luke : 27-10-2010 alle ore 20.19.14.
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Vecchio 27-10-2010, 21.02.39   #2
Grey Owl
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Mi scuso luke se quello che dirò ti sembrerà banale, di scarso contributo alle tue domande. In ogni modo posto lo stesso in quanto mi hai fatto pensare a quei momenti in cui tutto pare nero e senza soluzioni.
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Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.
Il confronto con quello che proiettiamo nell'altro è inevitabile. Personalmente non credo di raffrontarmi oggettivamente con l'altro. E' inevitabile che molte cose vengono poiettate nell'altro e quindi un reale confornto non c'è.
Quote:

Razionalmente penso che ognuno dovrebbe fare la corsa esclusivamente su se stesso, troppe cose sono diverse tra gli individui,( educazione , costituzione psicofisica, contesto in cui si nasce e cresce ecc), che senso avrebbe una gara in cui qualcuno va piedi , qualcun'altro in aereo, chi si trova una discesa, chi una salita peggio dell'Everest?

Ognuno fa la corsa per se stesso però può cercare di farla in compagnia di altri. Questo è il senso della condivisione in cui ognuno da quello che ha e lo condivide. Ci si fa compagnia ed allo stesso tempo si può aiutare o essere aiutato in alcuni momenti della corsa (preferisco pensare ad un camminare).
Quote:

Purtroppo nonostante i buoni propositi poi il raffronto continua più o meno sommerso e crea rabbie e amarezze molto più intense delle eventuali gioie e soddisfazioni.
Comprendo cosa intendi, ci si scopre ad avere pensieri "sbagliati" e questo crea tensioni interiori. Si hanno rabbie ed amarezze e pare che queste permeino tutto il nostro essere.
Quote:

Perchè ciò che siamo o che facciamo non basta a farci concentrare solo su noi stessi, al limite prendendo spunto , laddove è il caso dagli altri, senza esserne incastrati?
Forse perchè siamo troppo esigenti con noi stessi, pensiamo di essere quella cosa o desideriamo arrivare ad essere in un certo modo e così perdiamo contatto con noi stessi e con la realtà. Rimanere concentrati su noi stessi richiede molta energia, rimanere concentrati su noi stessi vuol dire accettare anche quelle parti di noi che non ci piacciono. Questo ci porta ad allontanarci inseguendo quei modelli a cui aneliamo.
Quote:

Dove e come si può riuscire a non commettere questi errori quando la vita che fai ancora non ti offre motivi sufficientemente forti ed attraenti per amarla?
Mi ha colpito molto quando dici "dove e come", mi ha fatto pensare al qui e ora. La vita offre tutte le possibilità, magari dipende da noi riuscire a cogliere le occasioni che la vita stessa ci offre. Motivi forti ed attraenti per amarla ce ne sono, bisogna mettersi in strada ed in gioco per coglierli.
Quote:

Dietro questo ci deve essere un miscuglio di invidia, superbia, scarsa autostima, orgoglio ferito o anche altro più profondo che non vedo?
Quello che spesso viene definito il nostro nero, questo elenco di sentimenti sembrano tutti venire dal nero che abbiamo dentro. Ci sono momenti in cui il nero ci copre e pare di annegare in esso. E' quella fase che potrebbe essere paragonata al solve dell'alchimista. Solve et coagula che nell'alchimica è il mezzo usato per evolvere e rigenerare se stessi.
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Vecchio 27-10-2010, 22.56.02   #3
luke
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Senz'altro hai ragione quando parli di proiezioni, comunque tutto nasce da noi, da parti di noi che sono rimaste irrisolte e trovano negli altri il battente giusto e credo che sistemate n qualche modo le cose nel nostro interno, poi il problema degli altri scompaia, anche perchè come, ho detto prima le rabbie provate supereranno quasi sempre le soddisfazioni, hanno più forza, almeno nella fase iniziale di un percorso, quando si è ancora inesperti nel gestirle.

Essere centrati sul qui e ora può servire sicuramente anche perchè comunque le cause di molte proiezioni si trovano spalmate sull'asse temporale e vivere sparsi nel passato e nel futuro,so che fa perdere energie utili, lo so ma per adesso altro non riesco a fare.
Sulle occasioni che la vita offre ci spero, sicuramente hai ragione, ma sarei bugiardo se dicessi che ci credo, a tutt'oggi penso che per alcuni le occasioni stiano in cima ad una montagna e per altri stiano ad ogni angolo di strada, anche senza che questi le vadano a cercare o abbiano fatto chissà quali fatiche per averle.

Concordo sulla fase del nero, ultimamente sto cercando di stuzzicarlo , o almeno credo di farlo, mettendomi in situazioni che lo attizzino parecchio, tanto la sensazione era che se non facevo così non si sarebbe smosso niente; se proprio era una fase da attraversare avrei preferito farlo una decina d'anni fa, visto che l'impegno già allora ed anche prima lo mettevo, magari in modo sconclusionato però c'era, comunque meglio ora che fra dieci anni.
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Vecchio 28-10-2010, 09.32.11   #4
Edera
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Dove e come si può riuscire a non commettere questi errori quando la vita che fai ancora non ti offre motivi sufficientemente forti ed attraenti per amarla?
Non so Luke se sia la vita ad offrire i motivi sufficienti per amarla o se siamo noi a dover imparare ad amare la nostra vita. Il tuo post mi offre uno spunto di riflessione personale anche sui pensieri che vedo nascermi in testa e cioè la sensazione che nella vita che vivo non c'entro proprio nulla, a volte penso abbiano sbagliato a 'incastrarmi', penso ci sia stato un errore. In pratica a sono disposta a pensare che Dio abbia sbagliato pur di non accettare il dato fatto che se sono qui, in questo momento significa che non potrei essere in nessun'altro posto.
Questi pensieri mi nascono sempre quando come te mi confronto con gli altri e mi dico: sai se fossi figlia di qualcuno che abita in centro, colto, in grado di fornirmi il giusto supporto affettivo... Sarei diversa, non avrei questi problemi ecc..ecc..
Ma in realtà lo so benissimo che questo è il mio posto per quanto a volte mi possa sembrare inopportuno, penso che Dio in quanto Dio non possa sbagliare affatto. O forse chissà anche questo è solo un modo per farmi andare bene la mia vita, per accettarla.
Purtroppo non ho soluzioni efficaci per questi sentimenti che ti nascono nel raffronto con gli altri, spesso li ho come te e quando vedo le vite degli altri e le occasioni a cui hanno facilmente accesso, mi sembra di tornare bambina e guardare i dolci della pasticceria col naso spiaccicato in vetrina, senza poter entrare.
Non sempre però, altre volte riesco a vedere le mie salite come opportunità che altri non hanno. E quelli sono i momenti in cui riesco ad accendere il motore
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Vecchio 28-10-2010, 10.07.46   #5
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Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.
Che nasca dal desiderio di essere diversi da ciò che si è? Dalla capacità di guardare, dall'occhio che innesca il desiderio? Che ne so vedo una donna apparentemente ricchissima, proietto su di lei ciò che vorrei essere anch'io ( ma infondo chi lo dice che è veramente ricchissima?), mi rendo conto che non lo sono e quindi inizio a nutrire invidia ecc
Il problema è che secondo me sono tutte proiezioni sballate nel senso che in realtà nessuno può avere esatta cognizione della vita di qualcun'altro, tendiamo a vedere tutto bello e fortunato ciò che riguarda gli altri e sfortunato o scadente ciò che riguarda noi stessi.

Ultima modifica di Edera : 28-10-2010 alle ore 10.10.59.
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Vecchio 28-10-2010, 10.37.12   #6
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Non so Luke se sia la vita ad offrire i motivi sufficienti per amarla o se siamo noi a dover imparare ad amare la nostra vita. Il tuo post mi offre uno spunto di riflessione personale anche sui pensieri che vedo nascermi in testa e cioè la sensazione che nella vita che vivo non c'entro proprio nulla, a volte penso abbiano sbagliato a 'incastrarmi', penso ci sia stato un errore. In pratica a sono disposta a pensare che Dio abbia sbagliato pur di non accettare il dato fatto che se sono qui, in questo momento significa che non potrei essere in nessun'altro posto.
Questi pensieri mi nascono sempre quando come te mi confronto con gli altri e mi dico: sai se fossi figlia di qualcuno che abita in centro, colto, in grado di fornirmi il giusto supporto affettivo... Sarei diversa, non avrei questi problemi ecc..ecc..
Ma in realtà lo so benissimo che questo è il mio posto per quanto a volte mi possa sembrare inopportuno, penso che Dio in quanto Dio non possa sbagliare affatto. O forse chissà anche questo è solo un modo per farmi andare bene la mia vita, per accettarla.
Purtroppo non ho soluzioni efficaci per questi sentimenti che ti nascono nel raffronto con gli altri, spesso li ho come te e quando vedo le vite degli altri e le occasioni a cui hanno facilmente accesso, mi sembra di tornare bambina e guardare i dolci della pasticceria col naso spiaccicato in vetrina, senza poter entrare.
Non sempre però, altre volte riesco a vedere le mie salite come opportunità che altri non hanno. E quelli sono i momenti in cui riesco ad accendere il motore
SI anche io spesso ho pensato di essere la prova vivente che anche Dio può sbagliare , mi rendo conto che sono paranoie però ogni tanto ci casco.
La sensazione di essere qualcosa d'altro rispetto alla media delle persone mi accompagna da sempre, com equella di non poter aver accesso a determinate situazioni , come se fossi stato preso a forza spostato su una montagna al freddo ed al gelo e da lì obbligato vedere la festa giù in paese.
Per anni provavo a consolarmi dicendomi " non guardare alla festa giù in paese, non è per te, ma continua a salire sulla montagna magari alla fine troverai qualcosa di bello, ma fino ad ora mi sembra di trovar esolo altro freddo e gelo, magari un pò mi sta temprando e fortificando, ma desidererei anche altro.
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Vecchio 28-10-2010, 10.41.17   #7
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Che nasca dal desiderio di essere diversi da ciò che si è? Dalla capacità di guardare, dall'occhio che innesca il desiderio? Che ne so vedo una donna apparentemente ricchissima, proietto su di lei ciò che vorrei essere anch'io ( ma infondo chi lo dice che è veramente ricchissima?), mi rendo conto che non lo sono e quindi inizio a nutrire invidia ecc
Il problema è che secondo me sono tutte proiezioni sballate nel senso che in realtà nessuno può avere esatta cognizione della vita di qualcun'altro, tendiamo a vedere tutto bello e fortunato ciò che riguarda gli altri e sfortunato o scadente ciò che riguarda noi stessi.
Si questo è vero, guardiamo negli altri solo la parte che per qualche motivo ci solletica, trascurando le altre che non interessano o sulle quali non abbiamo problemi.
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Vecchio 28-10-2010, 14.14.13   #8
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continua a salire sulla montagna magari alla fine troverai qualcosa di bello, ma fino ad ora mi sembra di trovar e solo altro freddo e gelo, magari un pò mi sta temprando e fortificando, ma desidererei anche altro.
Ormai sto abbandonando l'idea che esista la pianura infatti per reazione e senza rendermene bene conto credo di essermi in qualche modo pietrificata. Una volta quando guardavo in basso la festa del paese e la desideravo molto almeno vibravo, adesso sì sono più forte ma mi sembra di essere un guscio vuoto che contiene qualcosa molto più razionale, imparziale, crudele...
E proprio a causa di questo se andassi alla festa nel giro di poco, oltre al calore, troverei subito qualcosa che non va al punto di volermene scappare, tanto vale continuare la salita al freddo. La mia vita è sempre stata come dici tu, accompagnata dalla sensazione che dalla montagna non posso scendere ma non perchè qualcuno me lo vieta piuttosto perchè non c'è altro posto dove trovo un senso rimanere. Guardo gli altri, li vedo stesi a solazzarsi, li invidio ma se mi siedo con loro è come se mi scottassi il sedere e dovessi rialzarmi subito. Eppure continuo nonostante questo a fare i confronti, a covare nell'ombra...
Bisognerà trovare il modo di farseli amici sia la montagna, sia il freddo, chiederò ad Haidi.
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Vecchio 28-10-2010, 14.18.45   #9
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Ma voi che raffrontate e invidiate e quant'altro, scambiereste davvero, in toto, la vostra vita con quella di chiunque altro?
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Vecchio 28-10-2010, 14.53.21   #10
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Ma voi che raffrontate e invidiate e quant'altro, scambiereste davvero, in toto, la vostra vita con quella di chiunque altro?

Personalmente non scambierei la mia vita ed alcune mie caratteristiche con quelle di nessun altro, almeno di nessuno di quelli che ho conosciuto finora.
Non so come spiegarlo, non sono i singoli atti specifici altrui che invidio quanto il fatto di non aver avuto possibilità di costruirmeli a modo mio , almeno per come la vedo sinora.

Per rifare l'esempio della gara non sono tanto le prestazioni dei singoli atleti che vorrei imitare, quanto la possibilità di aver potuto svolgere lo stesso tipo di gara, con le stesse regole, poi la prestazione la mettevo io, invece la sensazione è di aver dovuto svolgere una gara in solitaria o comunque diversa dalla media delle persone, con altre regole e situazioni affrontate e finchè la mia gara non dà risultati soddisfacenti c'è sempre presente l'impulso di guardare nell'altro campo di gara.
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Vecchio 28-10-2010, 15.09.57   #11
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Vale la stessa cosa per me, non vorrei la vita di qualcun'altro, sono arrabbiata perchè ho l'impressione che se mi avessero messo in un altro contesto, riuscirei a gareggiare molto meglio...
Vorrei aver avuto le stesse possibilità di qualcun'altro, non la personalità di qualcun'altro.
Non baretteri il mio spirito per nulla al mondo, semmai baratterei la terra dove è stato piantato. (E qui si aprono i discorsi: ma se è stato piantato lì ci sono i suoi motivi, non poteva essere piantato da altre parti, pensa a quelli che stanno molto peggio ecc ecc, tutti motivi che posso comprendere ma ciò non evita all'occhio di guardare altrove)
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Vecchio 28-10-2010, 15.30.25   #12
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Personalmente non scambierei la mia vita ed alcune mie caratteristiche con quelle di nessun altro, almeno di nessuno di quelli che ho conosciuto finora.
Non so come spiegarlo, non sono i singoli atti specifici altrui che invidio quanto il fatto di non aver avuto possibilità di costruirmeli a modo mio , almeno per come la vedo sinora.

Per rifare l'esempio della gara non sono tanto le prestazioni dei singoli atleti che vorrei imitare, quanto la possibilità di aver potuto svolgere lo stesso tipo di gara, con le stesse regole, poi la prestazione la mettevo io, invece la sensazione è di aver dovuto svolgere una gara in solitaria o comunque diversa dalla media delle persone, con altre regole e situazioni affrontate e finchè la mia gara non dà risultati soddisfacenti c'è sempre presente l'impulso di guardare nell'altro campo di gara.

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Vale la stessa cosa per me, non vorrei la vita di qualcun'altro, sono arrabbiata perchè ho l'impressione che se mi avessero messo in un altro contesto, riuscirei a gareggiare molto meglio...
Vorrei aver avuto le stesse possibilità di qualcun'altro, non la personalità di qualcun'altro.
Non baretteri il mio spirito per nulla al mondo, semmai baratterei la terra dove è stato piantato. (E qui si aprono i discorsi: ma se è stato piantato lì ci sono i suoi motivi, non poteva essere piantato da altre parti, pensa a quelli che stanno molto peggio ecc ecc, tutti motivi che posso comprendere ma ciò non evita all'occhio di guardare altrove)

Ma lo vedete?

Non scambiereste la vostra vita con quella di nessun altro... e certamente aggiungo, significherebbe rinunciare a ciò che siete, però vorreste fosse un po' diversa la cosa, vorreste aver avuto opportunità che immaginate come migliori.
Cioè da una parte vi rendete conto che scambiare significherebbe scambiare tutto, dall'altra non ve ne rendete più conto... che voi siete quello che siete perchè tutte e proprio tutti, anche le più insignificanti, dettagli della vostra vita sono e sono stati quello che sono.
Insomma non siete voi quelli che vorreste essere ma d'altronde non vorreste essere altro che voi.

Ma il senso?
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Vecchio 28-10-2010, 15.53.40   #13
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che voi siete quello che siete perchè tutte e proprio tutti, anche le più insignificanti, dettagli della vostra vita sono e sono stati quello che sono.
Sì lo so che la risposta è questa ma il problema è che non ne ho la consapevolezza, non riesco a crederci veramente, non sto dicendo che non sia vero, dico che è una verità a cui posso giungere solo con la fede, perchè me lo dici tu o altre persone di cui ho stima e che reputo più grandi di me.
Se devo essere sincera al cento per cento ci sono stati dei momenti in cui avrei preferito pure non essere io, cioè scambiare proprio la mia esistenza con quella di altri, vanificarla. Credo sia una delle cose più terribili che ho pensato ma sono pensieri fatti in contesti emotivi piuttosto alterati, quindi senza validità.
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Vecchio 28-10-2010, 16.07.35   #14
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Sì lo so che la risposta è questa ma il problema è che non ne ho la consapevolezza, non riesco a crederci veramente, non sto dicendo che non sia vero, dico che è una verità a cui posso giungere solo con la fede, perchè me lo dici tu o altre persone di cui ho stima e che reputo più grandi di me.
No invece, non è questione di fede. Prova a considerare come una qualsiasi situazione o contesto sia caratterizzato da ogni signola caratteristica che lo forma e che, anche cambiando una di queste vari il risultato totale. Prendi un vestito... modificalo anche solo di una cucitura e avrai un altro vestito, seppur simile. Ora immagine che quel vestito abbia un io... con la cucitura diversa è un altro io e quello di prima non c'è più.
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Vecchio 28-10-2010, 16.23.26   #15
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Forse Ray è che abbiamo ancora tante parti svolazzanti, slegate e quindi ci consideriamo tipo delle costruzioni lego che si possono smontare e rimontare, sostituire con altri pezzi ecc
E' giusto dire "tu sei tu, se cambi qualcosa di ciò che ti ha portato ad essere così non sei più tu", però lo stimolo resta, anche se fa soffrire , tormenta , brucia tempo ed energie a non finire.
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Vecchio 28-10-2010, 16.36.40   #16
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No invece, non è questione di fede. Prova a considerare come una qualsiasi situazione o contesto sia caratterizzato da ogni signola caratteristica che lo forma e che, anche cambiando una di queste vari il risultato totale. Prendi un vestito... modificalo anche solo di una cucitura e avrai un altro vestito, seppur simile. Ora immagine che quel vestito abbia un io... con la cucitura diversa è un altro io e quello di prima non c'è più.
D'accordo ma in termini spirituali funziona allo stesso modo che con un vestito? A me sembra che ci sia una traccia da seguire più che un incastro perfetto, un canovaccio con dei punti salienti e una parte soggetta a casualità, da improvvisare. Faccio fatica a comprendere che ogni minima virgola della mia esistenza abbia un significato, mi chiedo se cambiando qualcosa qua e là sarrei arrivata comunque dove dovevo arrivare con meno rogne. Tanto poi di Edera non resterà nulla tranne quello che è riuscita a registrare nel nastro profondo della cassetta no?
In teoria anche le esistenze più becere e sofferenti hanno un motivo, ma se le guardo da vicino vedo solo un mare di sofferenza (magari su individui di 4 o 5 anni) senza comprenderne l'utilità, qui in genere salta fuori la reincarnazione, il karma ecc, tutti aspetti che posso comprende ma anche qui devo fare un atto di fede e non è il topic giusto per parlarne. Mi rendo conto che è pura retorica questo mio discorso eppure è uno degli scogli più grandi che trovo nell'accettare tutte le parti della mia esistenza... non riesco a smettere di pensare che in condizioni diverse avrei reso di più per me stessa e per gli altri
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Vecchio 28-10-2010, 16.46.13   #17
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Mi rendo conto che è pura retorica questo mio discorso eppure è uno degli scogli più grandi che trovo nell'accettare tutte le parti della mia esistenza... non riesco a smettere di pensare che in condizioni diverse avrei reso di più per me stessa e per gli altri
Lo stesso per me, e se non risolvo 'sta cosa non credo di riuscire a muovermi più da dove sono adesso, oltretutto una serie di eventi e situazioni degli ultimi anni hanno portato questi aspetti, quelli su cui recrimino più o meno da sempre, totalmente a galla, sono come nervi scoperti ed ultrasensibili, evidentemente era un passaggio critico, forse IL passaggio critico su cui era scritto dovesse snodarsi la mia esistenza, forse adesso che ci sto nel mezzo come mai prima d'ora potrebbe essere un momento di svolta.
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Vecchio 28-10-2010, 17.19.50   #18
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oltretutto una serie di eventi e situazioni degli ultimi anni hanno portato questi aspetti, quelli su cui recrimino più o meno da sempre, totalmente a galla, sono come nervi scoperti ed ultrasensibili, .
Anche per me è così e credo che la 'colpa' di questa scopertura sia di quel minimo di ricerca di me che sono riuscita a fare, durante le discussioni in casa mi escono delle cose che ferirebbero a morte qualsiasi essere umano, mi scappano proprio fuori perchè le avverto come profonde e deleterie verità, a volte riesco a trattenerle, altre volte me le tolgono dai denti. Per fare un esempio concreto, riprendendo il topic sulla vergogna se dentro Edera fosse stato colato amore in giusta dose e qualità non si sarebbe sentita in credito per aver ricevuto un'attenzione non richiesta, questo cambierebbe qualcosa, Edera non sarebbe più Edera? No per quello che riesco a vedere sarebbe solo un'Edera migliore e avrebbe continuato ad entrare al supermercato fischiettando, non mi sembra molto, non è che vorrei essere nata in una famiglia più ricca, più bella a New York..
L'unica cosa da pensare è che dovevo passare di qui, dovevo sentirmi in credito per un'attenzione non ricevuta, dovevo capire perchè mi sentivo erroneamente in credito, dovevo avere le falle. Il perchè lo sa solo Dio, devo pensare che in qualche modo, in qualche tempo, in qualche vita me lo sia meritato oppure ricadare sul circolo vizioso di guardare quelli in cui l'amore è stato introdotto non dico in modo eccelso ma decente e fare raffronti.
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Vecchio 28-10-2010, 17.36.06   #19
dafne
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Non sò se è IL passaggio critico ma di sicuro è UN passaggio.

Per moltissimo tempo anch'io ho costruito su questo scoglio chiedendomi come sarebbe stata se...se non mi fosse capitato questo o quest'altro,e ancora delle volte oggi nei momenti di sconforto quando penso che non cambierà mai davvero nulla che non risolverò mai davvero nulla torno su quel disco.
E' una buona cuccia

Arriva un momento però in cui si scopre, perlomeno per me è stato così anche se non l'ho ancora metabolizzato del tutto, il significato della parola passato.

Per me è stata illuminante la questione punizioni, il chiudere con gli avvenimenti accaduti mi ha dato un'ottica sul passato completamente diversa.
Non sò se questo può applicarsi anche a voi, io sò che questo è quanto è capitato a me, ma da quando ho scoperto che un'azione entra nel passato e pur non scomparendo si chiude ho un modo diverso di rapportarmi alla montagna.

Io sono adesso un qualcosa che semplicemente si, deriva da un passato, ma da quel passato ne è anche in parte slegato, forse non è neanche giusto parlare di inizio e fine ma di inizio e trasformazione, se trasformi quel che eri pur avendo in te gli ingredienti del passato non sei più quello che lo ha generato.

Vabbeh, dafniano , comunque per grandi ragionamenti la testa ci arrivava anche (il non desiderare di essere diversa) ma lo stomaco manco morto. Ho dovuto mettere in pratica nel quotidiano e nelle piccole cose per poi riuscire a rapportare al resto. Il collegamento è venuto da solo.

Ora sicuramente sò che certe cose mi sono capitate e che se non fossero capitate ecc ecc ecc ma è poco funzionale perderci del tempo perchè il pensare alla possibilità di avere differenti opportunità è solo tempo perso, è solo un perdersi in qualcosa che non esiste e che mi dissangua e poi in fondo, in fondo in fondo , con tutto il mio monte di difetti sono qui e ho sicuramente qualcosa di buono da fare. Sul dare per ora non sò ma anche pensare a quello è tempo e preziosa energia buttati a mucchio, no?

E' una cosa su cui mi state facendo riflettere voi ora (per cui grazie ) ma finchè mi sono sentita in credito col mondo mi sono incredibilmente riempita di debiti aspettandomi che mi si dovesse chissà che cosa per fatti che semplicemente hanno disegnato la mia cartina personale. Dovrò ritornare sul discorso dell'orientamento ma bon, quella è un'altra storia e un altro mio difetto..puff puff che fatica

Ultima modifica di dafne : 28-10-2010 alle ore 17.39.21. Motivo: correzione
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Vecchio 28-10-2010, 18.04.40   #20
RedWitch
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Perchè ciò che siamo o che facciamo non basta a farci concentrare solo su noi stessi, al limite prendendo spunto , laddove è il caso dagli altri, senza esserne incastrati?
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Senza nulla togliere a tutti gli interventi che avete già fatto, vorrei tornare un attimo qui all'inizio. Il confronto secondo me è invitabile dato che viviamo in una società, e, cosa non da poco, noi non possiamo "vedere" noi stessi, intendo vederci completamente.. abbiamo per forza bisogno dell'altro che ci fa da specchio, dell'altro su cui proiettare cose, e tutto questo non è per forza negativo, perchè serve per conoscere noi stessi.

Il sentirsi in credito .. è una bella trappola, credo che ne abbiamo sofferto o ne soffriamo tutti in qualche modo, ed è un po' la stessa del sentirsi "speciali" (sensibili, sfortunati etc) ed è quella che non permette di muoversi perchè ci fa sentire un po'.. "calimero", mischiato e condito con la rabbia.

Poi c'è anche un'altra cosa.. siamo sicuri che la vita (o anche solo un aspetto della vita) delle persone con cui ci raffrontiamo sia migliore delle nostre?
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Vecchio 28-10-2010, 22.26.36   #21
Ray
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Per fare un esempio concreto, riprendendo il topic sulla vergogna se dentro Edera fosse stato colato amore in giusta dose e qualità non si sarebbe sentita in credito per aver ricevuto un'attenzione non richiesta, questo cambierebbe qualcosa, Edera non sarebbe più Edera? No per quello che riesco a vedere sarebbe solo un'Edera migliore e avrebbe continuato ad entrare al supermercato fischiettando, non mi sembra molto,
Non ti sembra molto?


Certo, se dentro Edera fosse stato versato amore in giusta dose probabilmente l'episodio del supermercato non si sarebbe verificato, ma quella è un'altra Edera, non sei tu.
L'episodio si è verificato proprio perchè l'amore non è stato versato eccetera ed è un'enorme fortuna per TE, quella Edera che sei, perchè ti da l'opportunità di muoverti.
L'altra Edera, quella che immagini, non avrebbe avuto questa opportnuità... magari ne avrebbe avute altre.


Ragazzi, se fossimo perfetti non saremmo incarnati... il punto di vista dello spirito è che viene per qualche motivo, noi ci siamo perchè abbiamo qualcosa da fare, perchè abbiamo difetti, e questo esserci da la possibilità a NOI di fare qualcosa... una possibilità che non serve d altri che a noi, che altrimenti non avremmo.
Dovremmo gratitudine ai nostri difetti, ai nostri guai.
L'io è qualcosa la cui sorte interessa solo all'io in questione e a nessun altro. E c'è, si manifesta, perchè serve.

Vogliamo imparare ad amare la vita? Iniziamo ad amare i motivi per cui ce l'abbiamo a disposizione: i nostri difetti, le nostre sfighe... quelle che consideriamo tali ma tali non sono.
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Vecchio 28-10-2010, 23.09.25   #22
luke
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Poi c'è anche un'altra cosa.. siamo sicuri che la vita (o anche solo un aspetto della vita) delle persone con cui ci raffrontiamo sia migliore delle nostre?
Sul livello di vita altrui non mi pronuncio, posso avere qualche idea vaga, ma quel che penso è che con determinate situazioni di base diverse da quelle che ho avuto e più simili a quelle medie degli altri, la mia vita sarebbe stata migliore di come è stata finora, almeno a naso la vedo così, poi magari sarebbe andata in tutt'altro modo.
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Vecchio 28-10-2010, 23.18.52   #23
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Non ti sembra molto?


Certo, se dentro Edera fosse stato versato amore in giusta dose probabilmente l'episodio del supermercato non si sarebbe verificato, ma quella è un'altra Edera, non sei tu.
L'episodio si è verificato proprio perchè l'amore non è stato versato eccetera ed è un'enorme fortuna per TE, quella Edera che sei, perchè ti da l'opportunità di muoverti.
L'altra Edera, quella che immagini, non avrebbe avuto questa opportnuità... magari ne avrebbe avute altre.


Ragazzi, se fossimo perfetti non saremmo incarnati... il punto di vista dello spirito è che viene per qualche motivo, noi ci siamo perchè abbiamo qualcosa da fare, perchè abbiamo difetti, e questo esserci da la possibilità a NOI di fare qualcosa... una possibilità che non serve d altri che a noi, che altrimenti non avremmo.
Dovremmo gratitudine ai nostri difetti, ai nostri guai.
L'io è qualcosa la cui sorte interessa solo all'io in questione e a nessun altro. E c'è, si manifesta, perchè serve.

Vogliamo imparare ad amare la vita? Iniziamo ad amare i motivi per cui ce l'abbiamo a disposizione: i nostri difetti, le nostre sfighe... quelle che consideriamo tali ma tali non sono.

Nei momenti in cui l'amarezza non ottenebra il mio cervelletto penso che la rabbia per certe mancanze che ritengo di aver avuto mi sia servita per migliorare in altri ambiti dove non sentivo le mani legate e quindi lì "gli ho dato sotto", come probabilmente non avrei fatto senza i difetti principali.

Poso anche arrivare a dire che , tolte le dolenti note, nel complesso sono una persona migliore di come probabilmente sarei stato senza le reazioni, lo spreco di tempo ed energie, causate dai motivi per cui faccio raffronti, magari non avrei mai scoperto Ermopoli e sarebbe stato un peccato .

Magari tra un pò sarò il primo a benedire e ringraziare per il fatto che le cose siano andate in un certo modo sinora, però qualcosa ancora mi manca troppo per riuscire ad accettarlo in modo definitivo.
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Vecchio 29-10-2010, 09.19.02   #24
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Vogliamo imparare ad amare la vita? Iniziamo ad amare i motivi per cui ce l'abbiamo a disposizione: i nostri difetti, le nostre sfighe... quelle che consideriamo tali ma tali non sono.
Tento di farlo, l'ho fatto ma a volte continuo ad arrabbiarmi come una biscia, magari un giorno accetterò tutta la mia esistenza senza riserve, lo spero.
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Vecchio 29-10-2010, 10.35.39   #25
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magari un giorno accetterò tutta la mia esistenza senza riserve, lo spero.
Inizia con meno con una sf..ortuna alla volta, viene meglio.
Come assaggiare un piatto nuovo, prima lo annusi (forse ) poi lo osservi poi lo assaggi un pezzetto ecc...per i nostri difetti credo sia lo stesso, con la differenza che invece di un piatto di lasagne ci ritroviamo qualche miscuglio strano di erbe amare e frattaglie che non ci piacciono ma, aimè, ci servono. (tipo da bambini lo schifosissimo sciroppo per la tosse che non era mai del sapore giusto, presente? )

Il guaio è che il beneficio lo percepiamo sempre dopo.

Però ti assicuro che nel momento in cui riesci ad accettare parte di quello che ora ti fà soffrire è molto liberatorio. Non si tratta tanto di farselo piacere secondo me quanto di lasciare, banalmente, che esista e guardare altrove. Non sò se mi sono capita adesso che ho fatto la saputella con te vediamo se me lo ricordo per più di qualche giorno.
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