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Vecchio 27-09-2006, 21.33.24   #1
Ray
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Predefinito Dubbio & Certezza

Spesso si può essere portati a pensare che siano due opposti... ma, se guardiamo, non è proprio così.

Se fossero opposti dovrebbe diminuire uno al crescere dell'altro, come dire che se ho una certezza allora non ho un dubbio e viceversa. Se così fosse, so che a prima vista può sembrare che lo sia, dubbio e certezza sarebbero sullo stesso piano... non solo, starebbero anche sulla stessa direzione ma avrebbero due versi, appunto, opposti (attendiamo la spiegazione di LB sui vettori).

Invece, a quanto pare a me, essi convivono bellamente all'interno di noi. Su uno stesso argomento, su una stessa questione, siamo in grado di avere sia dubbi che certezze... come se una parte di noi dubitasse e una invece resti solida sulle sue certezze... come se dubbio e certezza albergassero in due "zone" diverse di noi.

Per come mi sembra il dubbio appartiene alla mente e la certezza al cuore.

Se si guarda si vede che il dubbio è pensato e la certezza sentita. La mente intellettualmente onesta deve ammettere di non avere certezze su alcunchè... che una cosa la può ritenere molto o poco probabile ma di non avere elementi per una certezza, perchè non sa tutto (dice lei), perchè è duale (dico io).
Il cuore invece, che sia onesto o meno, ha solo certezze...

Una persona può ritenersi più dubbiosa o più certa... di più, può ritenersi più dubbiosa su una certa cosa e più certa su di un'altra... in base a come l'ho messa giù invece dipende solo da quale delle due parti, in quel caso o persona, predomina.

Anche questa è dunque una dualità... ci sarebbe da mettere equilibrio...
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Vecchio 28-09-2006, 09.36.06   #2
Grey Owl
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Non so' se capita anche a voi di notare la "reazione fisica" del corpo di fronte al dubbio e alla certezza...

Quando ho un dubbio mi sento tutto nel dubbio... sono compresso nella testa... nella regione della calotta cranica... il corpo e' freddo ed intorpidito... anzi ho poca percezione del corpo... spesso sono nei possibili scenari che crea il dubbio... sono in un sogno futuro...

Quando ho una certezza si scatena una vibrazione... un battito di ali del cuore... nella regione della gabbia toracica... come se questa fosse una gabbia per uccellini in cui si apre la porticina e il cuore alato spicca il volo...
Il corpo e' riscaldato e il sangue scorre vitale nelle vene... le narici si aprono... i polmoni si riempono di aria fresca... sono presente nel mio corpo... avverto il momento presente...

Dubbio => compressione
Certezza => comprensione

amo la sintesi ma fino ad un certo punto...


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Vecchio 28-09-2006, 12.51.28   #3
jezebelius
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Originalmente inviato da Ray

Se si guarda si vede che il dubbio è pensato e la certezza sentita.
La mente intellettualmente onesta deve ammettere di non avere certezze su alcunchè... che una cosa la può ritenere molto o poco probabile ma di non avere elementi per una certezza, perchè non sa tutto (dice lei), perchè è duale (dico io).
Il cuore invece, che sia onesto o meno, ha solo certezze...
Sono daccordo sulla dualità. vorrei aggiungere una cosa che riguarda la distinzione tra dubbio e certezza.
La sensazione che si ha della certezza ha poco o nulla a che vedere col dubbio appunto.
Questo mi pare che possieda l' unica azione di " insinuarsi " all'interno di ognuno.
Il sospetto, stadio un po più evoluto del dubbio è secondo me deleterio visto che molto spesso a causa di questo, ad esempio per una persona gelosa nei confronti del partner, si " consuma " gran parte delle energie a rimuginare su ciò che il compagno/a ha fatto, ha detto, ha risposto etc.
Nasce dunque tale dubbio particolarmente intenso che lavora come un tarlo, appunto scavando nella mente.
Da qui la mancanza di obiettività o meglio l'essere accecati da una
" supposizione mentale", trasforma questa in certezza se si vuole seguire il percorso di trasformazione che si concreta nella mente.
Questa sarà però una certezza costruita sul " mentale " e non una certezza " sentita ". Se vogliamo, un dubbio pregnante che forse esiste anche nella mente intellettualmente onesta.
Mi sembra fondamentale evidenziare che il dubbio esiste sempre ( anche Cristo l'ebbe sulla Croce credendo di essere stato abbandonato mi pare ) e forse ha un suo ruolo specifico....
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 28-09-2006, 13.58.30   #4
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Il sospetto, stadio un po più evoluto del dubbio è secondo me deleterio visto che molto spesso a causa di questo, ad esempio per una persona gelosa nei confronti del partner, si " consuma " gran parte delle energie a rimuginare su ciò che il compagno/a ha fatto, ha detto, ha risposto etc.
Nasce dunque tale dubbio particolarmente intenso che lavora come un tarlo, appunto scavando nella mente.
Da qui la mancanza di obiettività o meglio l'essere accecati da una
" supposizione mentale",
Secondo me il sospetto non è il lavoro di una mente intellettualmente onesta, almeno il sospetto che descrivi tu. Restando nell'esempio della gelosia, l'intellettualmente onesto dovrebbe dirsi che sta proiettando nel partner i suoi propri desideri di tradimento e che sta supponendo ognuno pensi e senta come lui (non dico che è così sempre... è un esempio... non vorrei suscitare un vespaio). Quindi non vedo il sospetto come un'evoluzione del dubbio.

Non vedo neanche il dubbio come negativo e la certezza positiva, a dire il vero. La compressione (reale) di cui parla Grey la si deve soprattutto alla mente che, di fronte ad un dubbio, entra in un circolo vizioso... ma non deve essere necessariamente così. Anzi, un dubbio mi dovrebbe portare ad approfondire la questione, a vederla da altri punti di vista, a riconoscere la povertà delle mia conoscenze... insomma ad un lavoro intellettuale onesto... che va (andrebbe) integrato con le certezze del cuore... almeno credo...
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Vecchio 12-10-2006, 16.11.43   #5
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Secondo me il sospetto non è il lavoro di una mente intellettualmente onesta, almeno il sospetto che descrivi tu. Restando nell'esempio della gelosia, l'intellettualmente onesto dovrebbe dirsi che sta proiettando nel partner i suoi propri desideri di tradimento e che sta supponendo ognuno pensi e senta come lui (non dico che è così sempre... è un esempio... non vorrei suscitare un vespaio). Quindi non vedo il sospetto come un'evoluzione del dubbio.

Non vedo neanche il dubbio come negativo e la certezza positiva, a dire il vero. La compressione (reale) di cui parla Grey la si deve soprattutto alla mente che, di fronte ad un dubbio, entra in un circolo vizioso... ma non deve essere necessariamente così. Anzi, un dubbio mi dovrebbe portare ad approfondire la questione, a vederla da altri punti di vista, a riconoscere la povertà delle mia conoscenze... insomma ad un lavoro intellettuale onesto... che va (andrebbe) integrato con le certezze del cuore... almeno credo...
Infatti neanche io li vedo come l'uno positivo e l'altro negativo. Mi riferivo semplicemente al dubbio ( quello di una mente non intellettualmente onesta ) che per forza di cose diviene, spinto da altri fattori, una certezza...come dire...viziosa. In altre parole ci si " convince " di ciò che si è supposto.
Questo esempio potrebbe anche essere traslato in altre circostanze, ad esempio uno scienziato che si convince, appunto, delle sue teorie( o fa sue quelle di altri ) o meglio di ciò che ha supposto; caso mai ne ha trovato anche riscontro ed è talmente convinto che non vuole vedere altro, non vuole sentire altre spiegazioni perchè " secondo lui " quella è la soluzione. Forse tutto questo per paura poichè potrebbe rendersi conto che ciò di cui è convinto non è identificabile come certezza. Insomma una sorta di attaccamento alla produzione mentale.
Diverso invece per la mente intellettualemnte onesta: convengo con te.
Alla base mi pare di capire che ci sia una onestà( con se stessi ) di "fondo" che identifica una produzione mentale.. non credi?
Per quanto riguarda il dubbio..posso dire ( con certezza ) che questo è il motore che muove l'analisi mentale.
Per farla breve, rimandendo in quest'ambito, il dubbio mi fa muovere caso mai spingendomi ad indagare ancora più profondamente ciò che considero,ossia le conoscenze alle quali sono arrivato, parte di una Conoscenza più grande. La certezza, dal canto suo, mi fa " cristallizzare " su ciò del quale sono convinto in maniera definita e forse anche assoluta.
La mente intellettualmente onesta per contro, muove la stessa dinamica ma con un elemento in più, ossia non considera la certezza come "de-finita " bensì come punto-tappa del suo ragionamento dal quale partire per Comprendere ancora di più rispetto a prima. In questo senso dubbio e certezza non sono differenti, anzi si integrano l'un con l'altro...
Per quanto riguarda invece l'ambito della certezza ( quella del Cuore ) e del dubbio ( mentale ), lasciando perdere per un attimo quest'ultimo, ho un dubbio: la certezza " sentita " è differente dalla certezza " profonda"?
Mi spiego meglio. Per quanto ne so il senti-mento è differente dalla emozione, perchè attengono l'uno e l'altra a due " parti " ,per convenzione differenti dell'universo individuale. Ora se la certezza è " sentita" in che modo si può, se lo si puo fare, al tempo stesso dire che sia profonda? Attiene alla parte superficiale oppure va differenziata da quella "profonda " perchè la prima è contaminata dalla personalità dell'individuo?
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Ultima modifica di jezebelius : 12-10-2006 alle ore 16.15.36.
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Vecchio 13-10-2006, 00.57.25   #6
Ray
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Non ho capito bene la tua domanda... ci sarebbero differenze tra certezze e certezze... alcune più certe di altre? Se una certezza non è certa si tratta di dubbio no?
Però tu parli di profondità, come dire che ci sono certezze che stanno più dentro e certezze che stanno più fuori... però è la stessa cosa (ripeto non capisco) una certezza sarebbe più certa (profonda) di un'altra?

Secondo me è un po' come il discorso della mente non onesta... quando dici che uno si innamora di una teoria e non vuole abbandonarla a nessun costo... tipo che se i fatti la contraddicono, fanculo i fatti. Beh ma qui, nell'intellettuale "disonesto" c'è un'intergerenza emotiva o sentimentale... c'è un centro che si sta occupando di qualcosa che non gli compete. Se lavora solo la mente, lavora onestamente... ragiona e bon. Se invece c'è interferenza emotiva ecco che un dubbio diventa certezza nel posto sbagliato, come dici tu si cristallizza.
Allo stesso modo se la mente interferisce con gli affari del cuore che non gli competono ecco che una certezza può divenire dubbio, incrinarsi... ed ecco quindi che ci saranno quelle che sembrano più profonde (non intaccate dalla mente che mente) e quelle che sembrano più superficiali (raggiunte dalla mente che mente dubitando dove non deve).

Il problema grosso dell'uomno (in questo ambito) è la confusione del lavoro dei centri... l'emotivo (o anche l'istintivo) che pensa, la mente che si innamora o che fa lavoro fisico ecc.ecc.

Integrazione non vuol dire mescolanza...
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