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Vecchio 18-08-2008, 10.53.00   #1
dafne
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Mi è successa una cosa in questi giorni, una sensazione spiacevole, che ho cercato di minimizzare ma che continua a lavorare sotto per cui, approfitto della vostra pazienza e cerco di superare l'imbarazzo nello scrivere una cosa che par davvero una stupidata ma ha un impatto notevole su di me.

Chissà che a parlarne con voi non ne esca ancora qualcosa di buono

Laboratorio teatrale.
Dall'inizio ho solo letto, mi pareva troppo "brutto" intervenire in una storia che stavano scrivendo altri, avevo paura di stravolgere il senso di quanto la persona X stava scrivendo o pensava di scrivere..
Poi i personaggi si sono formati e ho accarezzato di nuovo l'idea di partecipare.

A quel punto Ray introduce due personaggi nuovi e a me piacciono e non vedo l'ora che vada avanti...ma sono intervenuti altri..la cosa mi ha dato un fastidio notevole, erano i suoi personaggi, la sua storia, che doveva andare avanti con il suo modo di scrivere...vabbè..ho lasciato perdere, non ho neanche più letto per un pò, poi mi sono resa ben conto che era un problema mio, (e che probabilmente a Ray non aveva fatto un baffo stà cosa) e ho ricominciato a leggere per vedere come proseguiva...sentendomi un pò infantile per quel momento di fastidio lo ammetto..
Poi decido finalmente di provarci, di superare il mio senso di megalomania (perchè quello è alla fine) pensando che anche se non avessi scritto un brano da Pulitzer sarebbe andato bene lo stesso...

E' capitata la stessa cosa, la "mia" storia è stata portata avanti da altri e io mi sono sentita...derubata

Ho grosse difficoltà a descrivere questa cosa, uno perchè non voglio che in alcun modo passi la sensazione che sia un rimprovero mosso a qualcuno, duie perchè scontrarmi di nuovo con questa parte così possessiva di me mi fà star male.

Hai voglia a dirmi che è "logico" che ogni personaggio abbia una sorta di padre e madre e che a questi sia dato il compito di sviluppare la storia...il gioco non era questo..il gioco era iniziare e poi lasciar intervenire, e cambiare anche..

Uffa, al di là dell'imbarazzo a mostrarmi così piccola e sciocca mi rendo conto che quello che ho fatto con il "mio" personaggio lo faccio anche con tutto il resto, con tutti gli altri e anche se riesco a riconoscere le scuse che mi racconto per quello che sono continuo a sentirmi come se mi avessero portato via qualcosa.

Il controllo?

Mi scuso per questo sfogo, per aver pensato che quel personaggio, così come un pezzo di storia, potesse essere mio, mi sento davvero a disagio per questo ma ne ho voluto parlare perchè sono stanca di stare male per queste stupidaggini.
Ho bisogno di mollare ma non ci riesco...
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Vecchio 18-08-2008, 14.59.08   #2
stella
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Cara Dafne, a me l'idea del laboratorio è piaciuta moltissimo e ho cercato di dare il mio contributo lasciando anche ampi spazi di tempo tra un pezzo e l'altro, sperando che si inserisse qualcuno per vivacizzare il racconto.
All'inizio si era detto di scrivere un racconto a più mani e che ognuno poteva inserire una parte o anche ampliare la parte di qualcun altro.
Il pezzo che hai scritto dà respiro alla storia, ma se tu avevi in mente un'altra cosa e provi la sensazione che hai descritto, ti chiedo scusa...
A me in situazioni del genere succede che nella mia testa dò già un seguito alla storia, ma come ti ho detto più persone si inseriscono con il loro stile e meglio viene, i personaggi inseriti è come se prendessero una loro vita indipendente ...
Forse sono stata un po' precipitosa a continuare, ma la storia è aperta e si possono aggiungere tante e tante pagine...
L'idea che ognuno introduca un personaggio e lo porti avanti è un po' più complicata secondo me, visto che man mano che si prosegue i personaggi interagiscono insieme....
Comunque l'aver individuato questo meccanismo che agisce dentro di te, e pure dentro di me per il fatto che a questa storia mi ci sto affezionando come se fosse un po' "mia", ci può far riflettere che allo stesso modo affrontiamo altre cose... e su questo mi devo fare un esame di coscienza, su quante volte mi "approprio" di una cosa che è di tutti...
Le cose che riteniamo "nostre" se qualcun altro le prende in mano pensiamo che non abbia la stessa cura e sensibilità che ci mettiamo noi e questo ci fa stare un po' male, ma nello stesso tempo vediamo che una cosa che parte da noi prende vita e questo è molto bello...
Io ho già fatto esperienza di lavoro di gruppo anni fa, e ti voglio dire che nonostante le difficoltà incontrte, alla fine il risultato è stato positivo.

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Vecchio 18-08-2008, 15.44.02   #3
jezebelius
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Daf, questa cosa che descrivi ora che ci ritorno l'ho anche io ma in maniera differente.
In pratica, pur avendo partecipato poco mi rendo conto, una volta scritto quello che " da me " è uscito, l'ho visto talmente rivestito, appunto, di me che non poteva non essere preso in considerazione.
Questo per dire che sta cosa mi capita anche, ed ancora ma non so però con che risultati nel senso che mi pare di non farlo per tutto, durante la giornata.
Pure se mi capita di dire che: " Pincopallo s'è seduto sulla riva del fiume e guarda l'acqua scorrere". Insomma un gran bel da fare.
Tutto perchè l'ho detto io e credo che dipenda, più o meno talvolta e mio malgrado, da un camminare sopra le righe. " Un po più su", potrei dire!
E' come gettare, che so, una perlina e dire: " guarda l'ho gettata, che fai non la prendi? "
A sto punto la sensazione è quella di non essere preso in considerazione.
Da qui poi la necessità di fare, dire o altro, per essere al centro; per attirare l'attenzione di chi vorrei etc etc. Tutta una serie di cose per cui ognuna se ne trascina dietro altre.

Alla fine, penso che in effetti si tratta di un laboratorio non solo per fini teatrali o di competenze letterarie ma pure di altro, come ci fai ben notare e devo dire che fa sempre bene anche se c'è quella parte che cerca di convincerti del contrario .

__________________
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 18-08-2008, 18.06.21   #4
dafne
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Cara Dafne, a me l'idea del laboratorio è piaciuta moltissimo e ho cercato di dare il mio contributo lasciando anche ampi spazi di tempo tra un pezzo e l'altro, sperando che si inserisse qualcuno per vivacizzare il racconto.
All'inizio si era detto di scrivere un racconto a più mani e che ognuno poteva inserire una parte o anche ampliare la parte di qualcun altro.
Il pezzo che hai scritto dà respiro alla storia, ma se tu avevi in mente un'altra cosa e provi la sensazione che hai descritto, ti chiedo scusa...
A me in situazioni del genere succede che nella mia testa dò già un seguito alla storia, ma come ti ho detto più persone si inseriscono con il loro stile e meglio viene, i personaggi inseriti è come se prendessero una loro vita indipendente ...
Forse sono stata un po' precipitosa a continuare, ma la storia è aperta e si possono aggiungere tante e tante pagine...
L'idea che ognuno introduca un personaggio e lo porti avanti è un po' più complicata secondo me, visto che man mano che si prosegue i personaggi interagiscono insieme....
Comunque l'aver individuato questo meccanismo che agisce dentro di te, e pure dentro di me per il fatto che a questa storia mi ci sto affezionando come se fosse un po' "mia", ci può far riflettere che allo stesso modo affrontiamo altre cose... e su questo mi devo fare un esame di coscienza, su quante volte mi "approprio" di una cosa che è di tutti...
Le cose che riteniamo "nostre" se qualcun altro le prende in mano pensiamo che non abbia la stessa cura e sensibilità che ci mettiamo noi e questo ci fa stare un po' male, ma nello stesso tempo vediamo che una cosa che parte da noi prende vita e questo è molto bello...
Io ho già fatto esperienza di lavoro di gruppo anni fa, e ti voglio dire che nonostante le difficoltà incontrte, alla fine il risultato è stato positivo.


No no Stella non chiedermi scusa, era per l'appunto quello che temevo, non volevo dire che hai sbagliato, anzi, il percorso corretto è quello che hai seguito tu, sono io che ho scoperto (eh sai che scoperta ) di essere tremendamente possessiva e di non riuscire a fare un lavoro di gruppo

Ho paura persino di aver messo un pezzettino di me in quelle poche righe, lo volevo costruire, modellare, proporre a modo mio, e non mi sono resa conto che proprio lasciando fare agli altri ho la possibilità di vedere quel pezzettino in altri modi

Ho aperto questa discussione non per dire "cambiamo sistema" ma per pigliare questo spunto e cercare di venire a capo di questa paura folle di perdere...perdere che...non so...
C'è anche la sensazione di perdere un pò di potere, perdere un posto, perdere un'idea, oh insomma perdere cose che neanche ho

Ma per perdere qualcosa bisogna averla, quindi devo avere perlomeno l'illusione, ad esempio, di avere un'idea. E dove l'ho presa?

E non per ultimo ci vedo una buona dose di egocentrismoi e megalomania in questo fastidio, vorrei dire che solo io sapevo com'era quel personaggio ma la verità è che mi ci volevo ficcare dentro (nella storia) e ci volevo stare a modo mio, con tutte le doti (chiaramente) che mi riconosco e i piccoli (ovviamente) difetti condivisibili...una piccola oasi felice dove piazzare la piccola perfetta Daf...con un altro nome...può essere?

Davvero Stella non volevo neanche per un secondo muoverti un rimprovero ma se non comincio ad affrontare queste cose posso fare tanti bei discorsi per anni e non venire a capo di niente..

tra l'altro ammiro la tua perseveranza nel mandare avanti la storia...vabbè questa è un pò da parac...
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Vecchio 18-08-2008, 18.09.48   #5
dafne
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Daf, questa cosa che descrivi ora che ci ritorno l'ho anche io ma in maniera differente.
In pratica, pur avendo partecipato poco mi rendo conto, una volta scritto quello che " da me " è uscito, l'ho visto talmente rivestito, appunto, di me che non poteva non essere preso in considerazione.
Questo per dire che sta cosa mi capita anche, ed ancora ma non so però con che risultati nel senso che mi pare di non farlo per tutto, durante la giornata.
Pure se mi capita di dire che: " Pincopallo s'è seduto sulla riva del fiume e guarda l'acqua scorrere". Insomma un gran bel da fare.
Tutto perchè l'ho detto io e credo che dipenda, più o meno talvolta e mio malgrado, da un camminare sopra le righe. " Un po più su", potrei dire!
E' come gettare, che so, una perlina e dire: " guarda l'ho gettata, che fai non la prendi? "
A sto punto la sensazione è quella di non essere preso in considerazione.
Da qui poi la necessità di fare, dire o altro, per essere al centro; per attirare l'attenzione di chi vorrei etc etc. Tutta una serie di cose per cui ognuna se ne trascina dietro altre.

Alla fine, penso che in effetti si tratta di un laboratorio non solo per fini teatrali o di competenze letterarie ma pure di altro, come ci fai ben notare e devo dire che fa sempre bene anche se c'è quella parte che cerca di convincerti del contrario .


grazie Jetz

Mica ti offendi vero se ti dico che ci ho capito pochino di quello che hai scritto?
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Vecchio 18-08-2008, 19.29.28   #6
RedWitch
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...............

E' capitata la stessa cosa, la "mia" storia è stata portata avanti da altri e io mi sono sentita...derubata

Ho grosse difficoltà a descrivere questa cosa, uno perchè non voglio che in alcun modo passi la sensazione che sia un rimprovero mosso a qualcuno, duie perchè scontrarmi di nuovo con questa parte così possessiva di me mi fà star male.
..................
E se fosse la mente che cerca rassicurazioni?

Intendo dire che ognuno nella propria mente si costruisce la propria storia, si immagina i "suoi" personaggi in un certo modo, e a me capita oltre al pezzo che scrivo di immaginarmi il resto "a modo mio".. modo che puntualmente (e per fortuna) non si realizza come lo immaginavo, proprio perchè è un'altra persona a scrivere e quindi altre idee, altro modo di vedere le cose etc.. la mente a quel punto resta un momento spiazzata. Ma come? i "miei" personaggi che non fanno quel che mi ero immaginata?
La mente davanti all'ignoto, l'incerto al posto del certo (o di quel che crediamo tale) ed ecco che si prova una sensazione di "pericolo"...

Se poi prendiamo il pezzo di Ray, ha dato uno scossone alla storia introducendo i "cattivi" in un contesto dove tutti sembravano buoni.. e anche la protagonista che sembrava tutta rose e fiori, poi non lo era.. ha creato tensione che forse si è sgonfiata subito dopo e (non so azzardo...) la tua mente forse si aspettava che la storia continuasse in maniera avvincente

Poi non da ultimo a me mentre si sta scrivendo a più mani sembra che la storia non scorra (proprio perchè si è in tanti, ci sono tanti stili diversi), poi "magicamente" alla fine questo tipo di lavoro mi sembra sempre ben riuscito

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Vecchio 18-08-2008, 20.07.33   #7
Ray
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Dai, mi sfogo un po' anche io, dato che parliamo di due cose qui... e la seconda è parecchio importante per me.

Partiamo dalla prima: il laboratorio tealtrale. Come prima cosa confesso che si, mi ha dato fastidio la fine che hanno fatto i MIEI personaggi.
E' vero, li ho introdotti per muovere un po' una storia che mi sembrava fosse troppo melensa e soprattutto troppo lineare. I due piccionicini erano un po' troppo perfettini e buonissimi (e allora che ci vanno a fare a Eonia?), insomma la storia non mi piaceva. Così ho pensato di introdurre un lato ombroso. I miei due grezzi investigatori privati senza scrupoli ingaggiati per recuperare il maltolto su cui, nel vissuto di chi li ha ingaggiati e poi anche di loro stessi, la piccola sgualdrinella aveva messo le grinfie sono diventati i cattivi cattivi e i due piccioncini sono tornati i buoni buoni nello spazio di un solo post... e la storia di nuovo non mi piace.

Tuttavia non ho protestato ma, a dire il vero e a confessare tutta la mia meschinità, non ci ho neanche riprovato, nascondendo con l'altezzosità quel che alla fin fine è scarsa propensione all'integrazione.

E qui veniamo al secondo argomento del tread: l'attaccamento. Conservarlo e integrarsi con gli altri è impossibile. L'integrazione è possibile nella misura in cui si rinuncia all'attaccamento. Rinuncia difficile... e forse vero scopo della sezione.

PS: attaccamento che può essere presente sia in chi scrive poco che in chi scrive molto... due forme diverse di controllo.
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Vecchio 18-08-2008, 20.40.47   #8
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grazie Jetz

Mica ti offendi vero se ti dico che ci ho capito pochino di quello che hai scritto?
No figurati, mica mi offendo.
Diverso invece se ogni volta che accorci il nick mi lasci la " t "

Quello che cercavo di dire è che in effetti se a te capita di sentirti derubata di quello che hai generato/scritto insomma della tua storia; depredata della tua creazione, io allo stesso modo, forse altro lato della medaglia, mi sento non veramente al centro quando quel che ho generato non viene preso in considerazione.
Sono, appunto, talmente attaccato a quel che ho detto che " deve " essere ( o almeno voglio che sia ) preso dagli altri. Per cui scrivere un pezzo della storia o dire un qualcosa che ho la pretesa che possa essere utile a qualche altro, talvolta, come ho detto, mi piglia e mi trovo spiazzato un attimo quando, al contrario, non viene preso nemmeno in considerazione.

Insomma alla fine se ti senti derubata di una cosa tua, che hai creato te io per altro verso ho talmente rivestito quel che ho generato " di me " che mi trovo spiazzato se non viene preso.
Dimmi se è più chiaro ora. Ovviamente ho cavalcato l'onda, che hai generato col 3D ma comunque si può dire, per quanto mi riguarda, che anche ciò che dico è MIO e quindi VOGLIO che sia preso. Ovviamente il tutto degenerato e non costruttivo.

Poi, tornando a quel che dice Ray allora, posso dire che sta cosa evidenzia un attaccamento a ciò che si dice, a se stessi etc. Un attaccamento che fa fatica ad essere abbandonato.
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Vecchio 18-08-2008, 20.42.37   #9
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Uffa, al di là dell'imbarazzo a mostrarmi così piccola e sciocca mi rendo conto che quello che ho fatto con il "mio" personaggio lo faccio anche con tutto il resto, con tutti gli altri e anche se riesco a riconoscere le scuse che mi racconto per quello che sono continuo a sentirmi come se mi avessero portato via qualcosa.


Il Ho bisogno di mollare ma non ci riesco...

presente quando due innamorati smettono di dire: tu e io...cominciando a usare: noi? in qualche modo "tu e io" è l' individuo che scrive...il "noi" è nel nostro caso il laboratorio....(lo so sono assurda nei miei esempi..ma giura che capirai )
m' intrufolo senza quasi averne diritto non partecipando al laboratorio...mi sento comunque di dirti Daffy che ne è uscito qualcosa di buono...anzi di ottimo se questa cosa è venuta fuori è un successo non credi? per mille motivi uno..perchè ci puoi lavorare...due perchè hai dato modo anche ad altri di vedere sta roba me compresa che son cieca come una talpa....
grazie
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Vecchio 18-08-2008, 22.14.50   #10
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No figurati, mica mi offendo.
Diverso invece se ogni volta che accorci il nick mi lasci la " t "

Quello che cercavo di dire è che in effetti se a te capita di sentirti derubata di quello che hai generato/scritto insomma della tua storia; depredata della tua creazione, io allo stesso modo, forse altro lato della medaglia, mi sento non veramente al centro quando quel che ho generato non viene preso in considerazione.
Sono, appunto, talmente attaccato a quel che ho detto che " deve " essere ( o almeno voglio che sia ) preso dagli altri. Per cui scrivere un pezzo della storia o dire un qualcosa che ho la pretesa che possa essere utile a qualche altro, talvolta, come ho detto, mi piglia e mi trovo spiazzato un attimo quando, al contrario, non viene preso nemmeno in considerazione.

Insomma alla fine se ti senti derubata di una cosa tua, che hai creato te io per altro verso ho talmente rivestito quel che ho generato " di me " che mi trovo spiazzato se non viene preso.
Dimmi se è più chiaro ora. Ovviamente ho cavalcato l'onda, che hai generato col 3D ma comunque si può dire, per quanto mi riguarda, che anche ciò che dico è MIO e quindi VOGLIO che sia preso. Ovviamente il tutto degenerato e non costruttivo.

Poi, tornando a quel che dice Ray allora, posso dire che sta cosa evidenzia un attaccamento a ciò che si dice, a se stessi etc. Un attaccamento che fa fatica ad essere abbandonato.

Ok, Jetzt.. ...no dai, perdonami, non so come mai ma ci ho sempre ficcato quellA t in più


Si adesso mi è più chiaro quello che intendi, anche perchè so bene cosa significa scrivere, dare un contributo, e passare inosservati...


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Vecchio 18-08-2008, 22.31.01   #11
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Dai, mi sfogo un po' anche io, dato che parliamo di due cose qui... e la seconda è parecchio importante per me.

Partiamo dalla prima: il laboratorio tealtrale. Come prima cosa confesso che si, mi ha dato fastidio la fine che hanno fatto i MIEI personaggi.
E' vero, li ho introdotti per muovere un po' una storia che mi sembrava fosse troppo melensa e soprattutto troppo lineare. I due piccionicini erano un po' troppo perfettini e buonissimi (e allora che ci vanno a fare a Eonia?), insomma la storia non mi piaceva. Così ho pensato di introdurre un lato ombroso. I miei due grezzi investigatori privati senza scrupoli ingaggiati per recuperare il maltolto su cui, nel vissuto di chi li ha ingaggiati e poi anche di loro stessi, la piccola sgualdrinella aveva messo le grinfie sono diventati i cattivi cattivi e i due piccioncini sono tornati i buoni buoni nello spazio di un solo post... e la storia di nuovo non mi piace.

Tuttavia non ho protestato ma, a dire il vero e a confessare tutta la mia meschinità, non ci ho neanche riprovato, nascondendo con l'altezzosità quel che alla fin fine è scarsa propensione all'integrazione.

E qui veniamo al secondo argomento del tread: l'attaccamento. Conservarlo e integrarsi con gli altri è impossibile. L'integrazione è possibile nella misura in cui si rinuncia all'attaccamento. Rinuncia difficile... e forse vero scopo della sezione.

PS: attaccamento che può essere presente sia in chi scrive poco che in chi scrive molto... due forme diverse di controllo.

Questa cosa dell'attaccamento m'interessa parecchio, ne avevo già parlato un pò con lo psicocoso e ne era uscito che ci sono diverse forme di attaccamento.
Se ne ho capito qualcosa questo dipende dal tipo di rapporto che abbiamo avuto con le nostre figure di riferimento.

Mi piacerebbe approfondire quest'argomento (così intanto prendo tempo ) ma ammetto la mia ignoranza, non saprei neanche dove andare a cercarli..il "solito" Jung magari?

E' curioso comunque come le parole sembrino un'apparente contraddizione..attaccamento...sembra che ci sia un contatto, un bisogno di stare vicini a ma poi a causa proprio di questo ci si ritrova a non riuscire ad "attaccarsi" aggregarsi agli altri...

Oppure ci si attacca talmente a quella cosa che qualsiasi accenno a poterla perdere ci fà andar fuori di melona?

Perchè è questo che sotto sotto mi sembra che capiti ogni volta che mi "derubano" di qualcosa..certo Red, anche la perdita di riferimenti ci stà, la mente che si aspetta un certo proseguio e rimane spiazzata di fronte al nuovo ma quello genera ansia mentre la sensazione che ho provato è stata più simile a una delusione, peggio, come se mammina avesse visto i miei voti buoni e si fosse messa a elogiare Pina..o qualcosa di simile...

E poi ancora un altro effetto collaterale, che percepisco adesso scrivendone, la repulsione totale per quella cosa che ci è stata "tolta"(scusate se continuo a virgolettare ma non mi vengono termini più appropriati)
Rifiuto per anche solo riavvicinare quella cosa fonte della delusione, il personaggio della storia, l'amico che ha sorriso ad un altra...e voglia di seppellire tutto sotto momtagne di pensieri..fino alla prossima occasione simile e allora la faccenda ricomincia a bruciare come acido...



c'è qualcosa che mi sfugge, un passaggio, un meccanismo, il punto d'origine non lo sò ma sento che qualcosa preme per farsi vedere...che barba essere orbi..
dafne non è connesso  
Vecchio 18-08-2008, 23.13.27   #12
dafne
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Non c'è altra soluzione che provare vero?
Tenere duro mentre emozioni, sensazioni e quant'altro non vorresti provare ti saltano addosso e ti tolgono il respiro.
Non c'è una ricetta magica, un abbracadabra?

Covivere e vivere con se stessi è l'impresa più ardua e rendersi conto che non siamo figli unici edorati e viziati anche. Che lo siamo stati oppure no il risultato non cambia.

Si Era, cpisco quel noi anche se non sono nemmeno nella fase tu e io ...forse più sul "oh chi è questa?"

E' come se conoscessi solo le due versioni estreme, il fare tutto quello che mi viene detto oppure inrocciarmi totalmente nel "mio".(imparato da altri, perchè di quello che faccio non sono mai sicura, per questo probabilmente lo difendo col bazuka..)

"io" non ci sono mai

Grazie ragazzi
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Vecchio 19-08-2008, 10.33.37   #13
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State iniziando a vedere a cosa può servire quello che può sembrare un giochino.
Mi dispiace che c'è chi un pò altezzosamente, un pò perchè si crea mille scuse, non partecipa. Basterebbe anche intervenire con 3 righe ogni tanto per usufruire di quella che sembra una stupidaggine.

Un lavoro di gruppo, per quanto grande possa essere il gruppo, è solo un bagliore, percettibile solo con molta attenzione, di quello che è lavorare pere con i Piani Divini, la famosa Resa di cui spesso si parla, se non riusciamo ad arrenderci al fatto che ogni essere umano pensa in maniera diversa, che ognuno ha delle sfaccettature che potremmo non avere in noi, come potremmo mai lavorare per il bene nel senso più ampio.
Ecco quando prendo in giro i buonisti della domenica, non si può voler bene ad altri, ma neanche a se stessi se non si è capaci di lavorare con altri.
Il fatto di scrivere un romanzo è solo un motivo, non è il fine, se eravamo vicini potevamo costruire una casa, accudire un giardino, organizzare una squadra di qualche sport etc... in ogni caso, qualsiasi cosa facciamo o avremmo fatto quello che conta è il tentativo di mettere il gruppo sopra l'io, il gruppo poi metterà i singoli (tutti) io sopra se stesso se è un gruppo sano e insieme si cresce e guarisce.
Comunque senza provare queste per chi legge sono parole vuote.....
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Vecchio 20-08-2008, 10.56.18   #14
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Mi ha fatto molto bene aver avuto l'occasione di riflettere un po' su questo laboratorio grazie a Dafne che ha aperto questo tread, per scoprire degli aspetti del mio carattere che emergono scrivendo e che ho riportato più sopra.
Leggendo l'intervento di Ray, a cui dò pienamente ragione, mi rendo conto che sotto un aspetto di bontà e perfezione si tende a tenere celata la parte più vera, che sta nel descrivere quelle difficoltà e quei lati negativi che tutti si trovano a vivere, che trasportati in uno scritto fanno immedesimarsi chi legge nell'uno o nell'altro personaggio e rendono viva una storia....
Il lavoro di gruppo serve proprio ad integrare queste cose...
In questo caso l'intervento di un componente del gruppo serve a svegliare gli altri, a stimolare, e questo è molto positivo per tutti, sono certa che pezzo dopo pezzo la storia si arricchirà e tutti avremo imparato qualcosa gli uni dagli altri...
Un altro aspetto del lavoro di gruppo, dal mio punto di vista, sta nell'interpretare la storia a più mani ampliando la propria visuale singola che senz'altro è più limitata di quella comunitaria, spingendo ad aprirsi di più e a tirar fuori quegli aspetti che forse per timidezza o timore di osare rimanevano celati sotto una facciata di bene a tutti i costi, e anche il saper capire quando intervenire e quando stare a godersi i nuovi sviluppi della storia...
Quindi ringrazio Uno di averci messo a disposizione questo strumento utilissimo per crescere insieme e per capire le mille sfaccettature di cui ciascuno di noi è composto, che come in un mosaico dalle tessere di sfumatore diverse, darà il risultato che un singolo non si può mai aspettare lavorando da solo, essendo il prodotto del lavoro di tutti, in cui i singoli io non scompariranno ma verranno in qualche modo avvalorati dall'apporto del gruppo.
Come una squadra di calcio che se vince una partita è per il contributo di tutti per cui ne beneficiano tutti i componenti singolarmente.

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Vecchio 20-08-2008, 15.23.23   #15
Kael
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in ogni caso, qualsiasi cosa facciamo o avremmo fatto quello che conta è il tentativo di mettere il gruppo sopra l'io
Già, invece penso di potere parlare a nome di tutti che il fine era solo quello di scrivere una storia carina, e il mezzo era il gruppo (mezzo che non funzionando è stato da alcuni abbandonato, da altri criticato, etc..). Abbiamo cioè travisato bellamente il senso, invertendo le parti. Il fine è diventato mezzo e il mezzo fine.
Visto che siamo in clima di olimpiadi mi và di lasciare un: "l'importante non è vincere ma partecipare..."
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Vecchio 20-08-2008, 16.29.11   #16
Sole
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Aggiungo un altro pezzettino descrivendo quello che è accaduto a me.
Quello che ha dato fastidio a me era il fatto di non vedere attenzione in quello che scriveva l'altro. Si teneva conto del post prima ma dei tre sopra no. Per cui tutto sfasava, un biondo diventava un moro e mancava la coesione e il flusso tra un post e l'altro, ognuino che scriveva per se stesso e non per la storia. A me la storia "melensa" non disturbava affatto, nel corso degli eventi sarebbe arrivato pure il nero.
Riflettendoci su alla fine anche la mia era una mancanza di integrazione, perchè invece che collaborare stavo lì a guardare cosa facevano gli altri.
Onestamente faccio fatica a trovare anche quelle tre righe ma non perchè mi affeziono ai personaggi ma perchè penso di non essere capace.
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Vecchio 20-08-2008, 20.22.22   #17
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Onestamente faccio fatica a trovare anche quelle tre righe ma non perchè mi affeziono ai personaggi ma perchè penso di non essere capace.
Scusa scusetta, il bradipo disse: "vorrei... ma aspetta!"
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Vecchio 21-08-2008, 22.28.27   #18
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"vorrei... ma aspetta!"



... mi sa che c'hai ragione...
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Vecchio 22-08-2008, 15.22.30   #19
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La scusa che mi suggerisce la mia mente è che "non so cosa scrivere, non ho fantasia, ho difficoltà a collegarmi a quel che hanno scritto gli altri ", in realtà ho visto che se poi mi ci metto e mi impegno qualcosa esce (non sarà da premio letterario, ma pazienza), quindi alla fin fine, per me si riconduce tutto sempre alla stessa cosa: pigrizia, tant'è che rimango sempre indietro di diversi post con la lettura, finchè non mi forzo di leggerli tutti ...

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Vecchio 09-09-2008, 09.34.04   #20
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Adoro scrivere ma non mi sento all'altezza, quando leggo gli altri li trovo tutti sempre più bravi di me.
Se fossi convinta di saper scrivere bene avrei già scritto un libro
Riesco a vincere questa ritrosia quando ho l'ispirazione allora lo faccio per me, come oggi Uno mi ha creato l'ispirazione ed ho scritto, non l'avrò fatto nei migliore dei modi ma l'ho fatto come so fare e con passione, nel senso che ci credo e non tanto per fare.
Non ho idee per scrivere se non ho l'ispirazione e questa non mi arriva a piacere anche se mi piacerebbe.
Non mi piacciono i romanzi quelli che ho letto in vita mia sono stati per lo più libri di vita vissuta.
Beh ho paura del giudizio ma se lo faccio per me questo cala perchè mi sono appagata nello scrivere. Se mi ignorano ci rimango male ma amen non sono così importante. (questo lo sto imparando)
Per il resto mi piace l'idea di scrivere qualcosa a più mani e sono onorata di farne parte, però roba mia da sempre non mi piace mettermi in mostra. Ma mi piacerebbe come ho detto saper scrivere bene.
Poi vedo che ognuono ha il suo modus di scrivere e oggi ho provato ad imparare da stella ad aprire le virgolette del discorso che non ho mai imparato a fare bene. ( mentre i miei personaggi di solito non parlano mai in prima persona. ( poverini )
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