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Vecchio 29-10-2010, 16.07.09   #1
diamantea
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Predefinito La colpa è di Ermopoli

Ho bisogno di sfogarmi!

Dunque oggi l'ennesima goccia che ha fatto traboccare un vaso che si riempie un pò troppo spesso ultimamente.
Discussione sgradevole ma quasi pacifica con mio figlio minore.
La scusa è stata che non sono riuscita a vederlo all'uscita da scuola nè lui ha visto me, così avendo dimenticato i miei cell a casa (uno personale e uno di lavoro tanto per essere sempre rintracciabile) sono tornata a casa per vedere di chiamarlo.
Erano le 14 passate da molto, immaginate l'orco che gongolava al pensiero di entrare in azione .

Ho cercato di contenere la rabbia crescente in virtù anche del lavoro che sto facendo in questi giorni su di me.

Così, gli ho detto con chiarezza quanto vorrei fosse più autonomo, si alzasse con la sua sveglia, in orario, prendesse un mezzo pubblico, fosse più ordinato a casa non lasciandomi in giro tanto del suo tanto... e molti altri eccetera...
Gli ho pure raccontato quanto la mia adolescenza non sia stata facile e comoda come la sua e bla bla bla...

Beh! Sapete cosa mi ha risposto? Che la colpa è tutta di Ermopoli!
Mi ha conteggiato tutto il tempo che passo al pc a scrivere, la sera a chattare, che spesso mi vede assorbita a scrivere e non lo ascolto.
Insomma, ci siamo fatti uno scambio di idee in cui lui ribadisce che non posso ancora mollarlo, che Ermopoli mi fa male all'umore, gli toglie attenzione, ed io ribadisco che ho diritto al mio riposo, ai miei interessi, che non voglio dedicare tutte le mie 24 ore giornaliere al lavoro e famiglia, che ha pure un padre che deve "disturbare" per le sue necessità, non è scritto in nessun posto che debba farlo solo io necessariamente visto ancora vive ed abita vicino, che dopo pranzo e le 10 di sera voglio appropriarmi del mio tempo e non voglio rotta l'anima se non per questioni gravi e importanti.
Oltre a Ermo ho pure , i libri da leggere, le partiture da studiare, il punto croce per i lavoretti di Natale e tante altre cose ancora che non riesco a concludere tutte per mancanza di tempo...
Io non faccio mancare nulla, cibo, biancheria pulita, problemi risolti e molto altro ancora.
Anche io parlo e non vengo ascoltata e spesso devo urlare per farmi sentire.
Certo non sono più una perfetta mamma casalinga, ma rinuncio volentieri a questo primato!

Conclusione? Ha tentato di farmi sentire in Ermocolpa.

E' stata una scusa naturalmente, forse pensa che nutro maggiore interesse verso l'esterno che a lui, ma non è così.
A parole lui mi da ragione sul fatto che ho diritto alle mie cose, ma il messaggio chiaro è stato "dopo le mie cose".
I figli vogliono solo una mamma a tempo pieno, ed io gli ho detto che sono mamma per tutta la vita, ma sono anche altro ( e pure felice di esserlo).
Insomma, siamo entrambi amareggiati...
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Vecchio 29-10-2010, 16.57.31   #2
centomila
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Perdona la crudezza ma ha ragione lui.

La tua vita non ti appartiene, non ti è mai appartenuta. Non hai il potere di aggiungere un secondo alla tua vita, non hai il potere di far crescere un capello e vuoi realizzare le tue (per carità più che legittime) istanze?

Questo è egoismo allo stato puro!

Non ti chiedo nemmeno l'età di tuo figlio: mi basta sapere che ha bisogno di te! E tu hai il dovere di servirlo fino alla morte. Intendiamoci: servire vuol anche dire dargli 2 schiaffoni se è opportuno. Non certo fargli da cameriere.

Sulle faccende di casa e di autonomia hai del tutto ragione: deve arrangiarsi!

Ma quando richiede la tua attenzione non puoi e mai potrai rispondergli che hai da fare.

Siccome non voglio, assolutamente non voglio sembrarti duro ti dico anche che ti firmo un assegno in bianco che potrai incassare se non si verificherà la seguente condizione: una volta superata la prova e cioè annullare i tuoi bisogni (non quelli corporali naturalmente....... )per soddisfare quelli suoi...........come per magia avrà molto meno bisogno di te e tu avrai tanto tempo in più.

E' così che funziona.

Perdona la franchezza ma questa è la mia esperienza. Spero possa esserti utile.
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Vecchio 29-10-2010, 17.14.52   #3
nikelise
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Perdona la crudezza ma ha ragione lui.

La tua vita non ti appartiene, non ti è mai appartenuta. Non hai il potere di aggiungere un secondo alla tua vita, non hai il potere di far crescere un capello e vuoi realizzare le tue (per carità più che legittime) istanze?

Questo è egoismo allo stato puro!

Non ti chiedo nemmeno l'età di tuo figlio: mi basta sapere che ha bisogno di te! E tu hai il dovere di servirlo fino alla morte. Intendiamoci: servire vuol anche dire dargli 2 schiaffoni se è opportuno. Non certo fargli da cameriere.

Sulle faccende di casa e di autonomia hai del tutto ragione: deve arrangiarsi!

Ma quando richiede la tua attenzione non puoi e mai potrai rispondergli che hai da fare.

Siccome non voglio, assolutamente non voglio sembrarti duro ti dico anche che ti firmo un assegno in bianco che potrai incassare se non si verificherà la seguente condizione: una volta superata la prova e cioè annullare i tuoi bisogni (non quelli corporali naturalmente....... )per soddisfare quelli suoi...........come per magia avrà molto meno bisogno di te e tu avrai tanto tempo in più.

E' così che funziona.

Perdona la franchezza ma questa è la mia esperienza. Spero possa esserti utile.
Questo e' un bell'argomento da trattare .
Io pero' direi che i ragazzi oggi ti chiedono anche cose che devono affrontare e risolvere da soli e te lo chiedono per pigrizia , per sentirsi al centro per rompere e basta ecc.
Non e' affatto vero che si debba essere sempre e comunque a disposizione .
Bisogna esserci quando veramente serve , questo si ed e' questo che fa la DIFFERENZA .

Un'altra cosa , credi tu veramente che i tuoi /miei figli imparino per quello che gli dici/dico o per quello che vedono di te/me ed in te/me ?

No , bisogna stare attenti servire i figli potrebbe fare malissimo ed anche essere una bella scusa per noi , per non occuparci di noi .

Ultima modifica di nikelise : 29-10-2010 alle ore 17.20.08.
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Vecchio 29-10-2010, 17.53.36   #4
diamantea
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Ma quando richiede la tua attenzione non puoi e mai potrai rispondergli che hai da fare.
Sono molta coriacea Cento, puoi anche essere allo stato di pietra

Il punto è questo, ultimamente non sempre riesco ad ascoltarlo.
Non che non conosca i suoi bisogni, o che non voglia soddisfarlo nelle sue esigenze, ci sono cose di cui non si discute nemmeno, si fanno e basta.
E' che non riesco ad ascoltare tutti i giri di parole inutili che mette prima di arrivare al sodo, mi svuota di energia, vado in rimozione, mi difendo da quella pompa che mi aspira, per cui non lo ascolto e pure ho bisogno di mettere distanza fra noi.
Senza togliere il suo disordine che accumula il mio lavoro, il doverlo chiamare tante volte la mattina per alzarsi, ed anche se si dovesse alzare alle 7 si uscirebbe sempre dopo le 8.10, cioè l'inferno per strada e lui che arriva in ritardo.
Sono satura, non me ne vergogno.

Ne ho parlato con lui tante volte, anzi direi proprio anche giornalmente a volte.
E' come se io saturassi prima di lui arrivare al dunque.

Quando questo accade nel momento in cui sono finalmente dedita alle mie cose, dopo aver fatto ampiamente il mio dovere, per richiedere un'attenzione che non riesco più a richiamare se non per cose veramente importanti è tragico.

Credimi la mia capacità di attenzione nei confronti dei miei figli è molto forte, eppure in certi momenti con lui non riesco ad esserlo oltre i primi secondi in cui apre bocca.

Non voglio stare ad elencare tutte le scuse per giustificare quello che per me si chiama "difficoltà di ascolto" in particolari momenti.

Naturalmente l'amore non è messo in discussione, mi sembra giusto ribadire quanto io lo ami e lui ama me.
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Ultima modifica di diamantea : 29-10-2010 alle ore 18.22.27.
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Vecchio 29-10-2010, 18.43.32   #5
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......E' stata una scusa naturalmente, forse pensa che nutro maggiore interesse verso l'esterno che a lui, ma non è così.
......
Si probabilmente è stata una scusa, pero' tuo figlio ha manifestato un disagio, che forse andrebbe ascoltato.. A me sembra Diam, che tu sia una mamma super-efficente, molto attenta al dovere, forse , tuo figlio ti chiede solo una coccola in più, o di essere ascoltato, capisco che dopo una giornata fitta di impegni sia durissima, ma probabilmente sarebbe meglio se tornasse a casa da scuola da solo (anche se i primi tempi se ne lamenterebbe ) e trovasse una mamma ad ascoltarlo, piuttosto che sostenerlo in mille cose pratiche e poi essere esausta per il resto...
Se vuole averti vicina una sera a settimana potreste organizzare una cosa tipo... film , gelato .. qualcosa da fare insieme senza che questo qualcosa debba essere fatto, ma solo per il piacere di stare insieme.
Poi un po' di tempo per te stessa è sacro, nulla da dire su questo, ma la qualità del tempo che passate insieme è importante.
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Vecchio 29-10-2010, 19.18.13   #6
diamantea
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Si Red, su certe cose hai ragione. Proprio ieri dal parrucchiere ho visto una lenta ricrescita dei capelli, la chiazza è ancora visibile...

Credo che questo figlio l'ho attenzionato troppo, con forte senso del dovere, di responsabilità, di apprensione, momenti di dolore e di paura, poi di grande gioia. Sono fortemente provata dentro. Quando facevo i cicli di digito pressione quello che sentivo di più era il dolore per tutto quello che ho passato per lui.
La mia è stata una vera sorveglianza. Prima era necessario, ora non più e desidero tanto smammarlo un pò forse.
Sento l'esigenza di liberarmi un pò la soma.

Forse anche questo fa parte del controllo su cui sto lavorando. Ho controllato troppo ed ora sono reattiva.

Devo dire che troviamo sempre durante il giorno uno spazio per giocare o ridere insieme di tante cose, abbiamo un forte feeling, ma è proprio l'attenzione alle sue infinite richieste che mi stanca, ma soprattutto il tono della voce, il modo in cui si pone con me, quasi di accusa, di rimprovero, quando sa che mi sta chiedendo cose che non posso soddisfare, o chiede in un momento in cui sono impegnata in altro.

Sicuramente la dipendenza da me per ogni cosa, la sveglia, la scuola, fargli mettere le sue cose in ordine, dovergli ricordare tutto, sono tutti argomenti quotidiani che mi tolgono energia.

A lui non manca di passare una sera con me, lui vorrebbe piatti prelibati da consumare da solo seduto comodo in salotto davanti la tv e poi "dimenticare" tutto lì.

Lui sa che quando ha veramente necessità io sono con lui, con dovere ed anche con piacere.
Adesso mi dispiace tanto questo nostro reciproco disagio, ma io sento di fermare l'entrata ad un certo punto.
Sono come una scheda prepagata, finito l'importo non ricevo più.
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Vecchio 29-10-2010, 19.31.42   #7
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Sono molta coriacea Cento, puoi anche essere allo stato di pietra
Ti sono grato, veramente grato per la tua sensibilità ed intelligenza. Non sei coriacea sei semplicemente in gamba. Non ti nascondo che ho sfidato la tua capacità di cogliere lo spirito delle mie parole.
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Il punto è questo, ultimamente non sempre riesco ad ascoltarlo.
Purtroppo non vedo alternative al superamento di questo passaggio. E' come un'equazione: se non risolvi questa fase non vai avanti. Il problema vero è che non va avanti nemmeno lui.
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Sono satura, non me ne vergogno.
E bene fai a non vergognarti! Sapessi quante volte mi scende la catena con i miei figli! Tra genitori sinceri e sani di mente (almeno per il momento ) queste cose si confessano. Non ho mai creduto alla famiglia del mulino bianco.
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Naturalmente l'amore non è messo in discussione, mi sembra giusto ribadire quanto io lo ami e lui ama me.
Credimi, non ne ho dubitato nemmeno per un attimo. Se vuoi continuare a credere alle mie parole penso che tu sia una mamma speciale!

Ciao!
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Vecchio 29-10-2010, 19.41.01   #8
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Diam, ma quanti anni ha?
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Vecchio 29-10-2010, 23.09.41   #9
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Grazie di cuore Cento, mi sei di conforto

Ray è il mio figlio diciottenne festeggiato in luglio... ricordi lo stress, l'alopecia?
Mi sono ricordata di averne già parlato ma evidentemente c'è molto di non risolto.

Voglio provare a parlare ancora con lui, voglio dirgli ad esempio che non mi dispiace accompagnarlo a scuola, in quanto il servizio bus scolastico è pessimo, non rispettano gli orari, sono strapieni, i ragazzi spesso rimangono a piedi o arrivano tardi a scuola in quanto la fermata è distante.
Ho protestato insieme ad altri genitori ma è una piaga che non si risolve, che già quando andavo io al liceo vivevo lo stesso disagio e quanta strada a piedi ho fatto anche sotto la pioggia e poi mi asciugavo in classe vicino il termosifone, stavo sempre raffreddata, anche per due mesi consecutivi.

Quello che mi pesa è dover avere cura di svegliarlo, il suo ritardo anche se dovesse alzarsi molto presto, le sue dimenticanze per casa di tutto ed altre cose ancora.
In sua difesa posso dire che è molto giudizioso e maturo su tante cose, è responsabile, mi aiuta ogni tanto in casa con l'aspirapolvere, con la nonna, con gli animali.

Insomma non posso solo lamentarmi di lui, devo pure elogiarlo perchè di pregi ne ha veramente tanti.
Però viviamo un disagio quasi quotidiano. Ci ritroviamo spesso a litigare per le stesse cose ed io sto diventando reattiva sempre più spesso.
Io non riesco più a stargli dietro come prima e forse a lui manca questa cosa, ma ora è grande ed io vorrei un atteggiamento più maturo, non che voglia forzarlo per carità ha i suoi tempi, ma anche indirizzarlo, spingerlo a crescere, a staccarsi dalla veglia della mamma.
Purtroppo mi dovrebbe aiutare suo padre ma lui latita sempre di più. Mi trovo sempre in quell'altalena tra cuore di mamma e pugno di ferro.

Ci vuole una via di mezzo che ancora non riesco a trovare.
Mi dispiace davvero tanto che non si sente capito ed ascoltato.
E' sicuramente vero che non sono più presente come prima ma nelle cose importanti lo sono eccome.
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Vecchio 29-10-2010, 23.51.35   #10
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Ray è il mio figlio diciottenne festeggiato in luglio... ricordi lo stress, l'alopecia?
Mi sono ricordata di averne già parlato ma evidentemente c'è molto di non risolto.
Si, mi ricordo, volevo una conferma.

Diam, ha 18 anni... stress per svegliarlo? Stress per le attenzioni? Le coccole? I ricattini perchè non ti occupi abbastanza di lui?

Scusa se mi permetto, ma d'altronde hai postato tu. Non credi che sarebbe ora di finirla?
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Vecchio 30-10-2010, 10.17.55   #11
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Ci vuole una via di mezzo che ancora non riesco a trovare.
Mi dispiace davvero tanto che non si sente capito ed ascoltato.
E' sicuramente vero che non sono più presente come prima ma nelle cose importanti lo sono eccome.
E' un problema spesso presente nelle coppie separate con figli .
In effetti il padre e' la coscienza che aiuta all'adattamento sociale a risolvere i problemi del 2 stadio della vita .
La madre e' quella del primo stadio e' la totalita' e l'inconscio appena percepito .

Capisco la difficolta' delle mamme a svolgere il ruolo che e' del padre .
Ma gia' prendere coscienza del problema e parlarne con lui in questi termini lo aiuterebbe .
Anzi forse dopo la svolta , la presa di coscienza , avrebbe una marcia in piu' .
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Vecchio 30-10-2010, 14.52.00   #12
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Scusa se mi permetto, ma d'altronde hai postato tu. Non credi che sarebbe ora di finirla?
Certo Ray, è già anche passata l'ora. Almeno per me è già iniziato il processo.

Ma come dice Nike è difficile fare per il ruolo del padre. Quando esco fuori il maschile lo faccio male, esce l'orco.
Ho aperto il 3d l'Autostoppista proprio per vedere la storia dell'orco, ci sto lavorando parecchio ma deve portarmi ad usare meglio questa energia potente e distruttiva anche se momentanea, altrimenti rimane solo un chiacchericcio della mente.
Mi rendo conto che il problema maggiore per me è gestire l'aggressività. Lavorare sui singoli problemi è lavorare sul sintomo, guardare solo la punta dell'iceberg, ma sotto che ci sta? Ci sarà una radice, una causa...

Ora il messaggio che mio figlio recepisce ultimamente è: "tu ora sei più non ok, mi dai fastidio e non vedo l'ora che vai via".
Questo è orribile, e non corrisponde a verità.

Io sono il genitore ed io devo trovare una modalità migliore per farlo diventare adulto senza usargli violenza in alcun modo.
Il ragazzo sente molto la mancanza del padre e della figura maschile.
Da solo ha trovato un modello di riferimento che è l'istruttore del gruppo folcloristico di cui fa parte da 10 anni, ha poco meno della mia età, sposato ma senza figli, ed è una persona perbene ed affidabile.
Mio figlio mi ha detto che continua ad andare nel gruppo soprattutto per questa figura maschile vicaria a cui è molto legato da anni e ricambiato con lo stesso affetto.
Nel gruppo ci sono altri uomini più grandi che lui prende come riferimento in mancanza anche del nonno (mio padre) a cui era legatissimo.

Insomma, prendo coscienza soprattutto del fatto che la madre da sola non c'è la può fare, si ha bisogno del padre, dell'uomo. Il mio errore è stato aver accettato passivamente che il padre si ritirasse dal suo ruolo, dovevo denunciarlo al Giudice di Pace, costringerlo in qualche modo a prendersi cura dei suoi figli che tanto hanno sentito la sua mancanza pur abitando nello stesso paese.

Da donna orgogliosa quale sono, mi sono arrogata il compito di fare tutto da sola, compensando anche il fatto di averlo lasciato.
Lui mi disse una volta: "tu hai voluto la separazione e tu ne subirai le conseguenze". Non ha pensato ai suoi figli però, e questo è imperdonabile più di ogni altra cosa.
Dovevo denunciarlo invece di assecondarlo, come ha fatto anche la sua famiglia. Dirglielo io a parole è servito solo a farci litigare.

Ora non voglio piangere sul latte versato. Mio figlio sente la resistenza di suo padre il quale si giustifica con la stessa frase: "la colpa è di tua madre".

Io però ho smesso di sentirmi in colpa, di farmi ricattare moralmente ed emotivamente dalla colpa.
Fare la madre non deve essere una espiazione a vita per la colpa commessa, ma è un compito che ha un inizio e una fine.

Forse il mio eccessivo senso del dovere, o controllo, è derivato dal dover espiare la colpa, chissà.
Essere madre è per tutta la vita, ma assolvere il compito di madre credo abbia una limitazione.
Non so, è la prima volta che mi metto in discussione sotto questa ottica.

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Anzi forse dopo la svolta , la presa di coscienza , avrebbe una marcia in piu' .
Mi piacerebbe approfondire questo meglio concetto Nike.
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Vecchio 30-10-2010, 15.30.41   #13
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Ora il messaggio che mio figlio recepisce ultimamente è: "tu ora sei più non ok, mi dai fastidio e non vedo l'ora che vai via".
Questo è orribile, e non corrisponde a verità.
La persona umana è fatta di tante cose.............invece un pò lo vorresti fuori dai piedi! Perchè lo so so? Perchè mi capita altrettanto con i miei!!!!

Ti stai interrogando troppo, stai entrando in piena crisi, ti stai avvitando in un abisso, un dedalo di pensieri..........

Lascia stare tutto: qua non è questione di fare o non fare, di tirarlo giù dal letto o 'ste robe qua.

Ti ha rotto ma veramente rotto i coglioni 'sta cosa? Bon, lascialo a letto! Lascia che affronti le sue responsabilità. Vedrai come cambia la musica!

Per il resto affronta tutto con piglio deciso ma garbato. Basta discutere, basta pensieri. Fa e fai in modo che faccia. Farai errori? Pazienza, molti meno di quelli che faresti continuando a lacerarti così.

Per il resto (l'ascolto) fa come ti ho suggerito, ti prego di credermi: lui percepirà che sei aperta e pronta ad ascoltarlo sempre e comunque. Quando avrà questa percezione mollerà la presa e tu avrai finalmente un pò di strameritata pace.

In fondo, diciamo la verità, quante cagate pazzesche ci sorbiamo dei pensieri dei nostri figli: credi che i miei parlino delle giuste cose che un genitore si aspetterebbe? No mi parlano dei loro schifosi giochi elettronici e di sciocchezze talmente grandi che solo quando aprono bocca mi viene il latte alle ginocchie.

Eppure.........eppure essere ascoltati, condividere con loro è ciò che si aspettano e, purtroppo, è ciò che è giusto fare.

Prova!
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Io sono il genitore ed io devo trovare una modalità migliore per farlo diventare adulto
Tu farlo diventare adulto? Ma no! E' la vita che si incarica di 'sta cosa qua! Tu devi solo fare la madre. Purtroppo anche un pochino il padre............ma cessa di attribuirti tutta 'sta responsabilità qua.

Stai serena, stai serena che noi genitori possiamo fare pochissimo. Solo il nostro dovere. Niente di più.

Te l'ho scritto all'inizio: non abbiamo il potere di aggiungere un secondo alla nostra vita e pretendiamo di governarla? No possiamo solo fare la nostra parte. Niente di più.

Scaricati la coscienza, stai serena.
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Ultima modifica di centomila : 30-10-2010 alle ore 15.35.50.
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Vecchio 30-10-2010, 15.31.36   #14
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Diam, ti rispondo senza citarti, ma mi riferisco in generale a tutto il post.

Vero, la donna sola ha difficoltà ad autonomizzare i figli, soprattutto maschi, e avrebbe bisogno del maschile. Però è anche vero che si può autonomizzarli anche col femminile (basta guardare il regno animale) e spesso, oltre alle difficoltà oggettive, c'è un problema di controllo che, lo dico per inciso (è semmai tema di altro tread), le ha portate a trovarsi un padre assente da sposare.

Come si autonomizza col femminile? Beh, con calma e tranquillità ma con fermezza. Faccio un esempio.

Tesoro caro, ti voglio tanto bene, ed è proprio per questo che una serie di cose devono iniziare a cambiare. Da domani ti svegli da solo... questa è una sveglia e qui c'è il libretto delle istruzioni. Alla ics ora io esco... chi c'è c'è, chi non c'è non c'è. Se vuoi un passaggio a scuola vedi di essere pronto. In ogni caso, se non lo sarai, io non mi arrabbierò, ma neanche mi preoccuperò. E' una cosa che ti devi gestire da solo. Le capacità le hai, quindi o le usi o ne subisci le conseguenze.

Dopodichè, dovesse perdere qualche giorno di scuola o prendersi un raffreddore, si fa finta di nulla.


Modificare una cosa alla volta, spiegare sempre prima, eventualmente trattare ma non sui principi. Resistere al controllo... l'obiettivo autonomia è molto più importante dell'obiettivo "oggi a scuola".
Se fa resistenza, ignorare.

Ma continuare a dare affetto e attenzioni, a prescindere da quello che fa e come lo fa. L'attenzione non si misura a tempo ma a intensità. Dare e poi prendersi spazi ignorando bellamente i tetativi di controllo suoi (se hai o hai avuto un problema di controllo tu ce l'ha anche lui).


Ricordiamoci che il compito genitoriale è autonomizzare. Non farlo è fare del male ai figli.

Detto questo hai tutto il mio appoggio... mi rendo conto che con un maschile che fornisce la giusta dose di calcinculo senza rancore tutto sarebbe più semplice, ma questo c'è.


PS: ho postato insieme a Cento... direi che siamo grossomodo sulla stessa linea

Ultima modifica di Ray : 30-10-2010 alle ore 15.35.02. Motivo: ps
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Vecchio 30-10-2010, 15.49.16   #15
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PS: ho postato insieme a Cento... direi che siamo grossomodo sulla stessa linea
Grossomodo? No questo è idem sentire! Ed è una bella senzazione........

Allora Diam non ha scelta: devi fare ciò che le abbiamo detto!

Ciao!
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Uomini di Ermo, vi amo!

Devo passare ai fatti invece di minacciare sempre "se non sei pronto me ne vado" poi aspetto...! "se non raccogli la tua roba..." la raccolgo io più tardi! e via di tanti infiniti ecc...

Grazie di cuore
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Vecchio 30-10-2010, 19.50.37   #17
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Certo Ray, è già anche passata l'ora. Almeno per me è già iniziato il processo.

Ma come dice Nike è difficile fare per il ruolo del padre. Quando esco fuori il maschile lo faccio male, esce l'orco.
Ho aperto il 3d l'Autostoppista proprio per vedere la storia dell'orco, ci sto lavorando parecchio ma deve portarmi ad usare meglio questa energia potente e distruttiva anche se momentanea, altrimenti rimane solo un chiacchericcio della mente.
Mi rendo conto che il problema maggiore per me è gestire l'aggressività. Lavorare sui singoli problemi è lavorare sul sintomo, guardare solo la punta dell'iceberg, ma sotto che ci sta? Ci sarà una radice, una causa...

Ora il messaggio che mio figlio recepisce ultimamente è: "tu ora sei più non ok, mi dai fastidio e non vedo l'ora che vai via".
Questo è orribile, e non corrisponde a verità.

Io sono il genitore ed io devo trovare una modalità migliore per farlo diventare adulto senza usargli violenza in alcun modo.
Il ragazzo sente molto la mancanza del padre e della figura maschile.
Da solo ha trovato un modello di riferimento che è l'istruttore del gruppo folcloristico di cui fa parte da 10 anni, ha poco meno della mia età, sposato ma senza figli, ed è una persona perbene ed affidabile.
Mio figlio mi ha detto che continua ad andare nel gruppo soprattutto per questa figura maschile vicaria a cui è molto legato da anni e ricambiato con lo stesso affetto.
Nel gruppo ci sono altri uomini più grandi che lui prende come riferimento in mancanza anche del nonno (mio padre) a cui era legatissimo.

Insomma, prendo coscienza soprattutto del fatto che la madre da sola non c'è la può fare, si ha bisogno del padre, dell'uomo. Il mio errore è stato aver accettato passivamente che il padre si ritirasse dal suo ruolo, dovevo denunciarlo al Giudice di Pace, costringerlo in qualche modo a prendersi cura dei suoi figli che tanto hanno sentito la sua mancanza pur abitando nello stesso paese.

Da donna orgogliosa quale sono, mi sono arrogata il compito di fare tutto da sola, compensando anche il fatto di averlo lasciato.
Lui mi disse una volta: "tu hai voluto la separazione e tu ne subirai le conseguenze". Non ha pensato ai suoi figli però, e questo è imperdonabile più di ogni altra cosa.
Dovevo denunciarlo invece di assecondarlo, come ha fatto anche la sua famiglia. Dirglielo io a parole è servito solo a farci litigare.

Ora non voglio piangere sul latte versato. Mio figlio sente la resistenza di suo padre il quale si giustifica con la stessa frase: "la colpa è di tua madre".

Io però ho smesso di sentirmi in colpa, di farmi ricattare moralmente ed emotivamente dalla colpa.
Fare la madre non deve essere una espiazione a vita per la colpa commessa, ma è un compito che ha un inizio e una fine.

Forse il mio eccessivo senso del dovere, o controllo, è derivato dal dover espiare la colpa, chissà.
Essere madre è per tutta la vita, ma assolvere il compito di madre credo abbia una limitazione.
Non so, è la prima volta che mi metto in discussione sotto questa ottica.



Mi piacerebbe approfondire questo meglio concetto Nike.
Edipo dovette necessariamente uccidere il padre e amare sua madre .
Fu il suo destino .
L'errore fu aver voluto sapere quello che aveva fatto , questo lo porto' alla rovina .
Fino a quel momento era a posto .
Tutti lo sconsigliarono dall'indagare chi fosse e cosa avesse fatto ma lui volle sapere cosa aveva fatto .
Pensa se uno non ha un padre da uccidere e comincia ad allontanarsi da solo dalla madre quanto bene gliene puo' venire .
Certo e' un passaggio molto stretto e difficile ma insieme a te , senza alcun incesto , ce la puo' fare .
Comincia anche tu a staccarti da tuo figlio per non tentarlo .
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Vecchio 31-10-2010, 09.24.11   #18
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Certo e' un passaggio molto stretto e difficile ma insieme a te , senza alcun incesto , ce la puo' fare .
Comincia anche tu a staccarti da tuo figlio per non tentarlo .
Stanotte ho passato alcune ore a riflettere Nike, se tu hai scomodato Edipo hai seguito una traccia, e tu sei maschio.

Di mio figlio voglio dire solo una cosa per ora, la sensazione che sia per lui come un albero, la sua radice, il suo contatto con la realtà e il suo sguardo verso l'alto.
Non l'ho deciso io, ha deciso tutto lui, quando essere concepito, quando nascere, quando lasciare il mio seno, quando tutto il resto. Io ho solo acconsentito.
E' una storia particolare questa.

E' stato sempre assolutamente autonomo, ma ogni tot ore da sempre lui mi chiama per sapere se sono ancora in esistenza, non vuole nulla solo sapere se io sono ancora.
Ho avuto come fretta di crescerlo, avevo paura di morire e lasciarlo solo, lui non sarebbe sopravvissuto emotivamente senza di me.
Mio figlio ha vissuto sempre la preoccupazione della mia presenza. Era piccolo, ero in ospedale in seguito ad un incidente, quando chiese a mia sorella serio e più volte se io ero morta. Poi aggiunse che lui non poteva vivere senza la mamma.
Aveva la cosapevolezza di non potere essere senza di me.
Io ho sempre detto che non lascerò mai mio figlio, ma sarà lui a lasciare me quando sarà pronto a farlo.
Mio figlio è cresciuto sereno con la sicurezza che c'è la mamma. Io sono il suo continuum con l'esterno.
Ho sempre sentito un compito specifico con questo figlio più che con l'altro con il quale ho avuto un normale rapporto madre/figlio.

Ai miei figli ho insegnato fin da piccoli come gestirsi da soli, e loro sono autonomi in tutto.
Eppure riflettevo stanotte che mio figlio semina se stesso per casa, lui è in ogni luogo e in ogni tempo. Si fa sentire, si fa trovare, impossibile dimenticarsi di lui.
Più io sono assorta o impegnata più lui mi costringe a dargli attenzione. Lui sa che poi reagisco.

Ho fatto un giro accurato di perlustrazione della casa, ed ho visto segni di lui ovunque, piccole insignificanti cose ma seminate per casa che quasi non si vedono. Sotto i divani, sotto i letti, in angoli nascosti, anche un pallottolino di carta ma c'è. Eppure con le sue cose è molto ordinato e pulito.
Ha avuto sempre il bisogno di esserci in ogni angolo della casa. Non ho mai chiuso una porta.

Quello che gli manca a livello ideativo è la mappa che gli permette di orientarsi e di collegare i pensieri. E' un piccolo difetto che ha dato i suoi frutti rovinosi al liceo.

Il mio sforzo è stato aiutarlo a costruirsela da solo con i punti di riferimento.
Un giorno sentì un'impulso incontrollabile dentro, presi un foglio grande e una penna e buttai giù un progetto in cui c'era il percorso per aiutarlo.

Mi viene in mente che io per lui sono stata il punto di ritorno, di aggancio con la realtà, come un centro di raccogliemento, qualunque cosa succede lui torna da me e si ritrova. Che questo suo bisogno di seminarsi sia una specie di mappa, di "briociole di Pollicino".

Ultimamente mi sto sottraendo a questo compito, in qualche modo sento che se non mi suicido lui non mi ucciderà mai.
E' un processo di distacco iniziato quasi un anno fa quando ebbi la certezza che guarirà.
E' come se non gli permettessi più di avvicinarmi troppo, lui per contro si è agganciato più stretto.
Ripeto non voglio fargli violenza o non volerà mai da solo.

Mi fermo, ma voglio continuarlo il discorso.
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Ultima modifica di diamantea : 31-10-2010 alle ore 09.27.25.
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Vecchio 01-11-2010, 12.57.50   #19
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Mi viene in mente che io per lui sono stata il punto di ritorno, di aggancio con la realtà, come un centro di raccogliemento, qualunque cosa succede lui torna da me e si ritrova. Che questo suo bisogno di seminarsi sia una specie di mappa, di "briociole di Pollicino".

Ultimamente mi sto sottraendo a questo compito, in qualche modo sento che se non mi suicido lui non mi ucciderà mai.
E' un processo di distacco iniziato quasi un anno fa quando ebbi la certezza che guarirà.
E' come se non gli permettessi più di avvicinarmi troppo, lui per contro si è agganciato più stretto.
Ripeto non voglio fargli violenza o non volerà mai da solo.

Mi fermo, ma voglio continuarlo il discorso.
Quoto questo e mi permetto di commentarlo perchè vivo una situazione simile, come già detto altrove, anche se non uguale.

Con quest'ultimo post sei tornata a metterti nella posizione di indispensabilefinoall'ultimo, te ne sei accorta?

Il problema del controllo è proprio questo penso,coltivare e lasciare che tuo figlio coltivi questa sensazione, che lui senza di te nulla possa.

Io stò oservando la mia aggressività ci vedo sotto una gran dose di paura derivata da poca autostima. Poi per carità io l'ho usata (e la uso) per nutrire la mia pigrizia invece che per uscirne fuori ma è un'altra storia. Ma questa cosa mi spinge a martoriare mia madre ancora oggi, se non ci stò attenta, coi sensi di colpa.

Quella sensazione di aggrapparsi più stretti che hai descritto la vivo anch'io, la vivevo da ragazzina quando mia mamma usciva senza di me e la vivo ora coi miei figli, più cerco di ritrovare un mio micro spazio e più loro,soprattutto il grande nel mio caso, diventano irritanti.

Trovare la giusta misura negli interventi è ben arduo, mi vien voglia di ficcare mio figlio più grande sui compiti e lasciarcelo finchè non li ha finiti tutti, mi vien voglia di fargli pulire la camera a forza tutti i giorni finchè non è lucida ma...ma...a che serve? A cosa serve fare una cosa perchè c'è uno che ti spinge a farla?
Quando non ci sarò, o avrò altro da fare, chi gli darà la stessa prressione?

E oltre a non fare più le cose sentirà anche la mancanza, il vuoto creato da quella pressione che gli manca. Senza contare che per forse tutta la vita continuerà ad associare a quella pressione l'amore, cosa che assolutamente non è.

Non ti stò facendo il predicozzo sai, mi rendo conto di certe cose proprio perchè nel cercar di parlarne con te mi escono fuori cose che altrimenti nella mente verrebbero relagate nel posticino "stupidate".

Credo che Cento e Ray ci abbiano detto una cosa molto vera e molto giusta, faticosissima da accettare però perchè farlo significherebbe che i nostri figli non dipendono da noi, siamo noi che dipendiamo da loro.

Li vogliamo fuori dai piedi si, ma solo nella misura in cui ci intralciano, poi se ci manca l'intralcio però sentiamo il vuoto...io almeno.
A me stà cosa dà dando non pochi problemi ma credo che nel momento in cui risolverò o almeno metterò sotto osservazione questo meccanismo diabolico a cascata loro riusciranno a beneficiarne.
Che dici?
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Vecchio 01-11-2010, 14.04.26   #20
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Premesso che ho notato anche io nel filo conduttore di questo 3d la voglia di essere indispensabile di Diam, bisogna però puntualizzare delle cose:

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Trovare la giusta misura negli interventi è ben arduo, mi vien voglia di ficcare mio figlio più grande sui compiti e lasciarcelo finchè non li ha finiti tutti, mi vien voglia di fargli pulire la camera a forza tutti i giorni finchè non è lucida ma...ma...a che serve? A cosa serve fare una cosa perchè c'è uno che ti spinge a farla?
Quando non ci sarò, o avrò altro da fare, chi gli darà la stessa prressione?
A che serve? Serve a formarlo, a fargli sviluppare una spina dorsale.
Se quando tu non ci sarai più (o non potrai seguirlo) non ci saranno altri e se vorrà prendere una strada completamente diversa pazienza, allora non sarà più un tuo problema, ma lo è ora e devi fare il possibile per dargli i giusti strumenti e fargli vedere dei metodi che gli saranno utili in futuro quando tu non potrai più seguirlo.
Seguirlo è la parola d'ordine e il giusto compromesso, seguirlo non significa precederlo, non puoi impedirgli gli errori ma è tuo dovere farglieli vedere e farglieli capire.

Diam.... io rincaro la dose di Ray, se non si sveglia/alza alla prima chiamata si arrangi, se perde qualche giorno di scuola amen, se si fa bocciare andrà a lavorare.
Ovviamente il quadro deve essergli chiaro e deve prenderne coscienza prima... non si può solo lasciare che faccia ciò che pensa di volere e poi lasciarlo a pagare. Finchè non è completamente autonomo devi dargli delle indicazioni.

E tutto questo nasce perchè per un qui pro quo non vi siete trovati e non gli hai fatto da autista?
Se hai la possibilità di evitargli qualche ora di autobus al mese va bene, ma se è una pretesa prova a fargli una proposta: tu lo accompagnerai e lo andrai a prendere, poi non avrai più neanche un minuto per te perchè andrai anche fuori con lui e i suoi amici e amiche.... o forse in quella occasione se non trova nessuno lo prende l'autobus?

Ragazzi.... non dico che se la nostra generazione non aveva delle cose non debbano averle neanche le generazioni di oggi, non sarebbe giusto, ma non lo sono altrettanto le pretese.
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Vecchio 01-11-2010, 15.14.50   #21
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A che serve? Serve a formarlo, a fargli sviluppare una spina dorsale.
Se quando tu non ci sarai più (o non potrai seguirlo) non ci saranno altri e se vorrà prendere una strada completamente diversa pazienza, allora non sarà più un tuo problema, ma lo è ora e devi fare il possibile per dargli i giusti strumenti e fargli vedere dei metodi che gli saranno utili in futuro quando tu non potrai più seguirlo.
Seguirlo è la parola d'ordine e il giusto compromesso, seguirlo non significa precederlo, non puoi impedirgli gli errori ma è tuo dovere farglieli vedere e farglieli capire.

.

Intendevo dire che dopo avergli detto per un pò di volte le cose devo anche saper lasciar perdere.

Per i compiti, ad esempio, se continuo ad obbligarlo a sedersi, a farli o non gli ridò il gioco, a farli sennò non gli compro questo o quello, a farli o non gli vorrò mai più bene non risolviamo niente.Certo che continuo a dirglielo e a ripeterlo ma non posso sedermi a tavolino con lui e farglieli. Almeno così avevo capito inteso il discorso.
Poi andrà a scuola e prenderà le note per i compiti non fatti e i brutti voti per quelli non studiati. No?

A quel punto io casco perchè mi arrabbio e glielo faccio notare, gli dico "te l'avevo detto" e cavolate così facendo ripartire il giochino del potere mentre dovrei volergli bene uguale, accettare la cosa e poi fargli notare che se è andata così è perchè ha voluto lui noin facendo e non studiando.

Sul fattore "andare a scuola" invece, ad esempio, stò diventando impositiva, ci và e basta, al giovedi per due settimane non c'è stato verso ma per i restanti giorni ho deciso io.

La mia difficoltà stà proprio nel riuscire a stabilire quel confine che c'è tra il lasciare che lui trovi la sua autonomia e impormi nelle cose importanti. Ma quali sono le cose importanti? Un problema di priorità, problema che però è prettamente mio, non suo.
La pressione di cui parlavo è quell'unica forma di attenzione che conosciamo in casa.

Però se ho capito male invece di essermi solo espressa male dimmeòlo che rivedo il tutto.
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Vecchio 01-11-2010, 20.10.30   #22
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Tanti anni fa il mio psicologo mi disse che la mia separazione avrebbe permesso ai miei figli di avere la loro libertà un giorno.
Egli mi vedeva come madre possessiva con i figli che in regime di matrimonio non avrei permesso loro facilmente di rendersi autonomi. Il fatto che mi ero presa la mia libertà dava uno speranza alla prole di avere la loro.

Fu duro per me da accettare.
Voglio essere indispensabile è vero, ma sento pure forte l'istinto della sopravvivenza che verrebbe meno immolandomi a loro.
All'inizio anche di un nuovo rapporto ho questa tendenza a rendermi indispensabile ma poi restituisco al mittente le sue competenze tenendomi solo quelle che spettano a me.
Il lavoro soprattutto mi ha aiutato a liberarmi molto di questa tendenza, insegnando ad ognuno come essere autonomi e ricorrere al mio aiuto quando è veramente necessario.

Ora quello con cui devo lottare di più è il senso di colpa. Sono stata molto criticata come madre poco convenzionale, poco conforme a certe regole sociali in cui ancora si crede. Il ruolo di madre è molto codificato e pieno di pregiudizi.

Mio marito pure ci ha dato dentro dall'alto del suo pulpito moralista. Certo lui non ha fatto nulla per educarli secondo il suo ideale.

Negli anni ho saputo trovare i contatti giusti per liberarmi dell'eccessivo peso morale che non tutto ciò che è accaduto ai miei figli è stato per colpa mia.

Aver sottovalutato la malattia per la mia ignoranza e ottusagine nel non voler accettarla ha causato sofferenza che si poteva evitare ma ho lavorato tanto per perdonarmi, non è stata solo colpa mia, ero sola ed il medico che l'ha seguito inizialmente ha prestato poco attenzione a me, ha sottovalutato il mio stato di poca coscienza della realtà.
Cosa che non ha fatto il medico successivo che innanzitutto ha supportato me facendomi conoscere l'associazione che segnò la svolta.

Avere sottovalutato certi segni già dalle elementari fino alle medie ha fatto si che si arrivasse tardi alla valutazione del suo problema del cognitivo, scegliendo un corso di studi difficile e perdendo un anno di scuola.

Bisogna sopportare il peso della loro delusione, cuore di mamma è troppo provato anche dalle tante colpe per aver scelto se stessa in certi momenti anzichè loro. Per non essere stata a volte poco attenta sottovalutando certi segnali.
Ho avuto tanti indici puntati addosso per aver goduto un pò della mia vita. Il più grosso naturalmente è stato il mio.

Devo accettare il fatto di non essere perfetta, che ho fatto tanti errori come tutti i genitori del mondo, che non tutte le colpe sono mie, che ora si guarda avanti senza appesantire ulteriormente.

Potrei fare tanti esempi, prendere il cilicio e frustarmi da sola ma non servirebbe a nulla. La vita continua a scorrere avanti.

Nel momento in cui chiedo consiglio a voi io ascolto e metto in pratica.
L'autobus non riesco ad imporglielo, per i motivi già citati, lui mi ha manifestato il disagio che prova a stare dentro un abitacolo strapieno di ragazzi, dove manca pure l'aria per respirare. Qualche volta lo ha preso quando non potevo davvero accompagnarlo e lui si lamentava sempre di questo.
Allora ho deciso di accompagnarlo ma in orario comodo anche per me in modo tale che lo lascio in un punto più lontano vicino a scuola che poi raggiunge a piedi ed io non entro nell'inferno.

Come suggerisce Ray gli ho detto che dovrà svegliarsi da solo, può puntarsi due sveglie a distanza di 15 minuti come faccio io. I 15 minuti mi servono per svegliarmi e crogiolarmi un pò a letto prima di alzarmi.
Sul fatto di fargli perdere la scuola ci devo pensare, non è facile per me con il grande senso del dovere che ho, poi mi sento in colpa per non averlo sollecitato.
Una cosa per volta. Poi improvvisamente qualcosa (l'orco ) decide al posto mio.

Per la semina di Pollicino, mi sono data due orari in cui richiamarlo all'ordine, poi ricontrollo perchè lui non vede tutto ma solo le cose più grosse.

Però voglio attenzionarlo meglio il fenomeno, giusto per verificare che non sia solo semplice disordine, non voglio dare nulla per scontato con lui visto i precedenti.

Da Cento invece prendo come consiglio quello di ascoltarlo subito qualunque cosa chieda e dargli una risposta immediata senza arrabbiarmi, con pazienza, ora ci riesco meglio perchè l'orco si sta addomesticando, e vediamo di incassare quell'assegno in bianco.

Da Daf prendo il seguente messaggio: con me e senza di me può tutto.
Lo dico sempre ma me ne devo convincere.
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Vecchio 01-11-2010, 20.20.30   #23
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Sul fatto di fargli perdere la scuola ci devo pensare, non è facile per me con il grande senso del dovere che ho, poi mi sento in colpa per non averlo sollecitato.
Se posso... il senso di colpa è un problema tuo, non suo. E non dovrebbe pagarlo lui venendo aiutato quando non si dovrebbe impedendogli così di imparare. Non è grave se perde qualche giorno di scuola, è molto più grave se dipende da te per svegliarsi e andare a fare il suo dovere. Che magari si è scelto.



Ah, Diam, non capisco che ci entra il tuo senso del dovere con la sua scuola, me lo spieghi?
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Vecchio 01-11-2010, 20.50.32   #24
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Ovviamente il quadro deve essergli chiaro e deve prenderne coscienza prima... non si può solo lasciare che faccia ciò che pensa di volere e poi lasciarlo a pagare. Finchè non è completamente autonomo devi dargli delle indicazioni.
Questa cosa andava anche puntualizzata, penso sia troppo importante per chi educa.

Nel caso adesso di questo adolescente che tra poco non lo è più mi sembra di potere affermare conoscendolo, che la mamma possa pure lasciare che si attrezzi da solo con la sveglia, è vero potrebbe perdere uno o due giorni di scuola ma non di più, ci tiene di sicuro a non restare indietro. Io credo, ma accetto che Diam abbia parere diverso, che il problema è avere la forza di sopportare da parte sua quei due giorni di assenza da scuola di suo figlio, perchè lei difficilissimamente lascerebbe disatteso un impegno preso.
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Vecchio 01-11-2010, 21.19.59   #25
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Ah, Diam, non capisco che ci entra il tuo senso del dovere con la sua scuola, me lo spieghi?
Gli insegnanti vogliono da me il conto anche delle sue assenze. Quanto sono bravi a criticare i genitori in classe con i ragazzi.

L'altra settimana mio figlio ha dovuto sottoporsi ad una serie di controlli medici ed ha avuto bisogno di permessi per entrare e uscire fuori orario. Si giustifica da solo ormai, è maggiorenne.

Quanta tiritera, sul come e perchè, ha presentato certificato medico ma ugualmente battute sul come e perchè in periodo scolastico. Figuriamoci giorni a vuoto.

A me mi hanno fatto sentire genitore inadeguato per gli insuccessi scolastici del passato, come se fosse colpa mia che non lo seguo bene per farlo studiare.
Mi passa la voglia anche di andare alle riunioni.

A me deve dare conto poi a casa delle frustrazioni che mi prendo a scuola.
Lo mantengo senza farlo lavorare e lui deve dare il suo giusto contributo.
Ci sono di mezzo anche i miei sacrifici per comprare libri, vestiti, feste varie, ecc... ed esce tutto dalla mia tasca, poltrire a letto no!
Non ho mai permesso ai miei figli di perdere giorni di scuola inutilmente, specie se non avevano studiato o non volevano fare un compito.
Però come dice mia sorella, mio figlio è abbastanza orgoglioso, ci tiene a non restare indietro.
Devo trovare il coraggio di sopportare la sua frustrazione che gli provoco io capendo che invece se la sta provocando lui stesso.
Me lo devo ficcare nella zucca

Mercoldì si ritorna a scuola, vedremo...
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