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Vecchio 18-03-2006, 20.51.04   #1
Kael
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Predefinito Microcosmo e Macrocosmo

La denominazione Microcosmo e Macrocosmo è spesso usata a fini concettuali, per capire il rapporto fra l'Uomo e l'Universo, ma i "Cosmi" sono ben più di due... Potremmo prenderli in considerazione secondo questo rapporto: "da zero all'infinito"... ossia quando un Cosmo arriva all'infinito, ne comincia un altro, di cui il Cosmo precedente rappresenta lo zero, ossia un punto.

Riprendendo in parte la discussione in Geometria Sacra, e osservando il movimento che genera l'Universo, torniamo a riconsiderarlo sotto questa nuova ottica:
Il punto, muovendosi in una direzione, genera la retta, costituita da infiniti punti.
La retta, a sua volta, muovendosi lateralmente, ossia quando ogni suo singolo punto genera una retta perpendicolare, forma il piano, costituito da infinite rette.
Il piano infine, muovendosi in profondità, ossia quando ogni punto di ogni retta genera altre rette, forma il solido a 3 dimensioni, costituito da infiniti piani.

Punto, retta, piano e solido, sono 4 Cosmi (o Dimensioni) differenti, di cui il Cosmo direttamente superiore rappresenta l'infinito e il Cosmo direttamente inferiore lo zero.
Ora ovviamente, appare la difficoltà di "immaginare" come andare avanti in questo movimento...e questo perchè nessun Cosmo può "capire" il Cosmo successivo... Ma, tenendo in considerazione il fatto che il rapporto fra i Cosmi è sempre lo stesso, ad ogni livello, e cioè il rapporto "da zero all'infinito", proviamo, arrivati all'Uomo a 3 Dimensioni, a ri-considerarlo come Microcosmo, ossia come il Cosmo più piccolo, il punto:

L'uomo, muovendosi in una direzione, genera la retta, ossia le scelte e le decisioni che ha compiuto nell'arco della sua vita.
Questa vita, formata dalle scelte compiute dall'uomo, muovendosi lateralmente forma il "piano delle possibilità", ossia tutte le differenti alternative che l'uomo, ipoteticamente, avrebbe potuto avere.
Infine, questo "piano delle possibilità", muovendosi in profondità, forma il "solido dell'eternità", ossia quando tutte le possibili e immaginabili scelte non sono più solo ipotetiche, ma realmente compiute...

E in questo modo, anche se magari molto alla lontana, si può "intuire" come il Tempo, seppur esista veramente, possa essere "aggirato"... Per l'uomo che si muove solo sulla retta (la sua vita) il Tempo esiste e lo sottomette... Per l'Uomo che si muove anche sul piano a due Dimensioni invece, il Tempo esiste comunque ma non lo sottomette più, perchè vi saranno infinite possibilità in qualunque momento... all'Uomo basterà quindi cambiare fra le infinite rette di cui è composto il piano, per trovare infiniti momenti di azione...

Ok, non è chiaro... ma quello che intendevo dire è che ogni singolo Cosmo (l'atomo, l'uomo, i pianeti, etc...), considerandosi Micro, ha la possibilità di compiere questi tre Movimenti, per arrivare al Macro...
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Vecchio 18-03-2006, 21.12.57   #2
Kael
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I Cosmi dunque sono ben più di due... Partendo dall'atomo (che poi non è nemmeno il Cosmo più piccolo visto che sappiamo essere costituito da elettroni) proviamo a contarne quanti riusciamo:

Atomo
Cellula
Uomo (Microcosmo)
Pianeti
Sistema Solare
Universo (Macrocosmo)

Vediamo che fra Uomo e Universo vi sono altri due Cosmi intermedi... Perchè dunque nelle tradizioni esoteriche il rapporto fra Microcosmo e Macrocosmo è di tre salti? E' in relazione forse con il Movimento di Creazione descritto prima?
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Vecchio 24-01-2007, 23.43.07   #3
Ray
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Riprendo questa discussione che era interessante... peccato che sia stata lasciata cadere (d'altra parte posso capire che uno si stufi di fare un monologo) e provo a metterla sotto un altro punto di vista.

La faccenda del micro e del macro è arcinota in ambienti che si occupano di cose esostrane (come direbbe il topastro) ma a cosa serve?

Si sa che è una legge di analogia, anzi La Legge di analogia (come in alto così in basso ecc.ecc.)... bene ma allora?

Viene da pensare di primo acchito (e lo dicono da tutte le parti) che serve allo studio e alla comprensione. Data una certa analogia, un certo rapporto micro macro, se capisco uno capisco anche l'altro e viceversa... quindi posso guardare nel micro per scoprire il macro e guardare nel macro per scoprire il micro. Bene. Verissimo e utilissimo. Ma è tutto qua?

Io dico di no. Dal mio punto di vista se ho trovato un'analogia e capisco come cambia il macro allora so come cambia il micro, o come dovrebbe cambiare, o potrebbe cambiare... o come posso fare per cambiarlo.

Una delle analogie più usate (e più interessanti da sto punto di vista) è quella di considerare micro l'interno e macro l'esterno. Anche se è un po' forzata (poi magari spiego perchè) se uso micro come me stesso e macro come tutto il resto posso ottenere dei notevoli indizi su come dovrei cambiare... e anche su come posso fare.

D'altra parte inconsapevolmente lo facciamo già... la ballerina vorrebbe essere leggiadra come una gazzella e qualcuno vorrebbe splendere come il sole o profumare come un fiore.
Molto meno inconsapevolmente, per esempio, le arti marziali copiano i gesti di certi animali o della natura per imparare a muoversi più efficacemente. Ma questa è solo la buccia...
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Vecchio 25-01-2007, 11.50.51   #4
'ayn soph
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quindi in definitiva per approfondire noi stessi, ammesso che non sappiamo fare direttamente in prima persona, ci può venire d'aiuto un mondo inferiore al nostro o superiore, dipende dalla pratica che ho.
es. sono uno scienziato è osservo l'atomo, facendo le dovute considerazioni lo posso trasportare alla realtà della persona e fare così una similitudine.

la stessa cosa sarebbe per l'astrofisico o per il biologo o per il musicista, perchè immaggino che ogni disciplina contenga un quid di essenza riconducibile all' ineffabile Verità Suprema, distribuita in ogni dove e riproposta attraverso similitudini che come nel piccolo stanno nel grande e cioè come in basso così in alto.
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Vecchio 25-01-2007, 13.13.17   #5
RedWitch
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Una domanda...
Se come ha detto Ray uso il micro come me stesso, e il macro come l'esterno, tutto il resto, posso per esempio osservando la natura, nella sua perfezione (almeno dal mio limitato punto di vista) , osservare che tutto si compensa... che la Natura è molto simile alla vita di un uomo. Se io fossi in grado di osservare bene i "movimenti" della Natura potrei andare a vedere cosa e come modificare su di me ... ma sarebbe sufficiente? Intendo è sufficiente prendere un solo parametro esterno (la natura) per confrontarmi con esso?
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Vecchio 28-01-2007, 17.53.52   #6
Ray
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Una domanda...
Se come ha detto Ray uso il micro come me stesso, e il macro come l'esterno, tutto il resto, posso per esempio osservando la natura, nella sua perfezione (almeno dal mio limitato punto di vista) , osservare che tutto si compensa... che la Natura è molto simile alla vita di un uomo. Se io fossi in grado di osservare bene i "movimenti" della Natura potrei andare a vedere cosa e come modificare su di me ... ma sarebbe sufficiente? Intendo è sufficiente prendere un solo parametro esterno (la natura) per confrontarmi con esso?
Beh sufficiente... sufficiente per cosa? Per degli spunti sicuramente... poi prima dici che la Natura è tutto il fuori e poi parli di un solo parametro esterno come se la natura fosse uno dei vari parametri esterni... beh, mettiamoci d'accordo vuoi?

Cmq tornando agli spunti possiamo anche prendere dei singoli parametri, magari facendoci aiutare dalle varie tradizioni. Per esempio in molte viene detto che siamo come alberi, in un certo oriente si parla di alberi rovesciati, o che dobbiamo diventare come alberi per certi versi, quindi osservando bene un albero e studiando le analogie con noi stessi potremmo capire molte cose. Vista così però è più simbologia, ma d'altra parte questa del macro-micro è simbologia...

Invece per quanto riguarda il discorso generale è proprio guardando il cosmo e considerandolo macro che possiamo guardare al micro... si dice che siamo/abbiamo un intero cosmo dentro no? per esempio lo stesso Jung per descrivere la psiche parla di costellazioni... costellazioni di complessi e archetipi...

e qui si apre un possibile discorso enorme...
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Vecchio 29-01-2007, 10.26.23   #7
RedWitch
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Beh sufficiente... sufficiente per cosa? Per degli spunti sicuramente... poi prima dici che la Natura è tutto il fuori e poi parli di un solo parametro esterno come se la natura fosse uno dei vari parametri esterni... beh, mettiamoci d'accordo vuoi?

Cmq tornando agli spunti possiamo anche prendere dei singoli parametri, magari facendoci aiutare dalle varie tradizioni. Per esempio in molte viene detto che siamo come alberi, in un certo oriente si parla di alberi rovesciati, o che dobbiamo diventare come alberi per certi versi, quindi osservando bene un albero e studiando le analogie con noi stessi potremmo capire molte cose. Vista così però è più simbologia, ma d'altra parte questa del macro-micro è simbologia...

Invece per quanto riguarda il discorso generale è proprio guardando il cosmo e considerandolo macro che possiamo guardare al micro... si dice che siamo/abbiamo un intero cosmo dentro no? per esempio lo stesso Jung per descrivere la psiche parla di costellazioni... costellazioni di complessi e archetipi...

e qui si apre un possibile discorso enorme...
In effetti non era molto chiaro .. è perchè ho le idee confuse in proposito.. il tuo esempio sull'albero è calzante.. se osservo un albero, posso notare che prima di tutto servono radici forti, affinchè cresca grande e forte, che prima è un arbusto, che va nutrito in un certo modo, così che il suo tronco diventi forte e le sue fronde diventino rigogliose e tendenti al cielo.. etcetc. Ecco in questo senso quindi basta un parametro (albero) da confrontare con me per trovare degli spunti, sul lavoro che posso fare su di me per cambiare, quello che non va.. per esempio se non ho "radici" forti, posso lavorare per prima cosa su questo..

Per quel che riguarda il cosmo, sì, si dice che abbiamo un intero cosmo dentro, che conteniamo potenzialmente tutto no?.. teoricamente riuscendo ad osservare il cosmo dovremmo trovare spunti.. viceversa, se conoscessi perfettamente me stessa, potrei raffrontare il micro (me) e conoscere di conseguenza il cosmo..
Per costellazioni di archetipi, intendi che non tutto ciò che conteniamo è conoscibile e rapportabile alla vita che stiamo vivendo? che conteniamo qualcosa che viene da più lontano?
Se ti va di continuare il discorso.. più di qui io non riesco ad andare..
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Vecchio 29-01-2007, 13.46.55   #8
stella
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Se osservando il macro che sta intorno a noi riuscissimo a capire meglio il micro.... saremmo in linea con quella che io chiamo la "Legge o Volontà di Dio" o in altri termini essere in linea con le leggi naturali che se sono perfette per il macro altrettanto perfette sono per il micro....
Infatti non mi stancherò mai di ammirare il perfetto equilibrio che regola le leggi cosmiche...

Osservando il macrocosmo però ci sono anche dei buchi neri, o nel micro delle particelle che sembrano non seguire nessuna legge ma un'indeterminazione quantistica.... che comunque nella loro gamma di probabilità si muovono... senza alterare per questo le altre leggi cosmiche.

Bene io questa analogia la vedrei per l'uomo, che in confronto ad un atomo può essere enorme come un universo, ma che in confronto all'universo è più piccolo di un atomo.... e nella sua indeterminazione quantistica si muove... con un movimento non prevedibile a priori.... in maniera probabilistica....
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Vecchio 29-01-2007, 23.59.18   #9
Ray
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Beh RedW, Jung parla di costellazioni... intende comunque agglomerati di energia psichica che interagiscono tra di loro. Ovviamente queste interazioni dipendono da delle "Leggi". Se prendiamo una mente normale, ovvero normalmente frammentata, troviamo un agglomerato base che è il principio dell'io, più o meno quella roba con la quale ci identifichiamo, e poi troviamo altri agglomerati più o meno grossi che interagiscono nello stesso "spazio" (che è spazio psichico).

Siccome ognuno di questi agglomerati possiede una certa energia interna, questa energia alla fin fine si traduce in "calore" e movimento". Quindi diciamo che tutti questi agglomerati si muovono. Il movimento reciproco dipende dall'energia di ogni singolo pezzo... alla fine risulterà che il moto apparente sarà quello di una serie di agglomerati piccoli che ruotano attorno a quello grande assieme a varia "polvere" (piccoli io dispersi, non aggolmerati ma cmq attratti dall'io centrale). Non so se ricorda qualcosa...

Se guardiamo all'astrologia essa ci dice che "abbiamo" in noi tutti i pianeti. Nel tema natale troviamo che il sole ci casca qui, la luna li ecc, ma ce li abbiamo tutti...

Occhio però al discorso della perfezione... non è detto che ciò che osserviamo fuori, o che siamo capaci di osservare, corrisponda a ciò che dobbiamo diventare. Potrebbe anche rappresentare ciò che dobbiamo smettere di essere...
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Vecchio 31-01-2007, 12.43.00   #10
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I cosmi sono gli uni dentro agli altri, la cellula è dentro l'uomo che è dentro il sistema solare che è dentro l'Universo... tipo matrioske. Per alcune cose, è più facile studiare l'Universo per comprendere il "funzionamento" dell'uomo, per altre è più facile studiare l'uomo per comprendere il "funzionamento" dell'Universo... Le leggi sono le stesse, ma è solo mettendo insieme i vari cosmi che si può raggiungere una comprensione reale delle stesse.

Per esempio, l'uomo respira. E' un ciclo composto da 4 parti: inspirazione, breve ritenzione del respiro, espirazione, un'altra breve ritenzione... il tutto per la durata media di pochi secondi. Ogni cosa viva dunque, per la legge dell'analogia, deve respirare. E se prendiamo la Terra troviamo queste 4 parti in: inverno, primavera, estate, autunno... ovviamente con un ciclo di durata enorme rispetto all'uomo... Il respiro di una cellula al contrario è così veloce che nemmeno ce se ne accorge...

In altra discussione poi si era anche detto che ogni cosmo può conoscere il cosmo a lui direttamente superiore e quello dirattamente inferiore (formando cosi un insieme di 3 cosmi adiacenti) e in maniera indiretta quello ancora superiore e inferiore (ma filtrati dai cosmi intermedi)

In definitiva, scoprire il proprio posto nell'Universo significa Integrarsi in esso, conoscersi "in relazione a tutto il resto"... a tutti i vari cosmi che si compenetrano...
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Vecchio 31-01-2007, 13.49.34   #11
Grey Owl
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Rimanendo sull’esempio dell’albero vorrei affrontare il concetto micro e macro (analogie) sotto un aspetto differente.
Se osservo la “vita” di una foglia dell’albero… posso vedere la nascita della gemma (primavera)… la maturazione (estate)… il declino (autunno)… e la “morte (inverno)…
Continuando con l’osservazione vedo che la foglia e’ collegata al ramo dell’albero… riceve il nutrimento (acqua e sali ) attraverso un cordone… esposta al Sole (fuoco) e all’aria otterra’ da esso piu’ energia… maggiore sintesi clorofilliana… utile all’albero e vitale per se stessa.
Arriva l’autunno e l’albero ritira la linfa vitale… la foglia perde a poco a poco energia… ingiallisce e infine cade…
Durante l’inverno la foglia diviene humus… concime per l’albero… l’albero in primavera ripetera’ il ciclo… nuove gemme… nuove foglie… non la foglia dell’anno prima… anche se l’humus e’ fatto delle foglie passate.
L’albero e’ per la foglia… immortale… la foglia vive e muore in un ciclo (anno solare) mentre l’albero ha il suo ciclo naturale di decine o centinai di anni.

La terra e’ per l’albero… immortale… l’abero vive e muore in centinaia di anni (stagioni) mentre la terra.

L’analogia con l’uomo=foglia e’ evidente… diventa piu’ interessante l’analogia albero=???… civilta’?…

Se rapporto al processo mentale l’analogia foglia=idea… posso vedere la nascita di un’idea… la maturazione (sviluppo)… realizzazione/declino…

L’albero e’ la ragione?... la terra e’ la coscienza?... e cosi via…

... si e' capito un po'?

Ultima modifica di Grey Owl : 31-01-2007 alle ore 13.58.56.
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Vecchio 29-04-2007, 18.03.40   #12
MoonCat
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Da piccola, studiando l'evoluzione umana, e la storia della civiltà, senza sapere nulla di micro e macrocosmo, ricordo che mi divertivo a trovare analogie tra l'evoluzione del genere umano e quella del singolo.
Dal bambino che cammina a gattoni e poi pian piano si erge sulle due "zampe" come il passaggio tra scimmia e homo sapiens, alle tappe della storia, dai disegni di un bimbo piccolo, stilizzati che somigliano alle incisioni rupestri, alla creazione del linguaggio, parlato e poi scritto...
Il periodo del medioevo paragonabile a quando i bimbi che temono tutto ciò che non conoscono e si immaginano fantasimini, uomini neri, streghe e fate.
Il rinascimento, che attraverso la ragione, porta l'uomo a capire che, con studi scientifici è possibile dare una spiegazione a ciò che prima sembravano misteri dell'occulto, (così il bambino quando comincia a trovare una spiegazione alle agli eventi e capisce che esistono delle regole che governano la natura e la vita).
Il romanticismo, che volendo, si può paragonare all'adolescenza in cui le emozioni ed i sentimenti vengono esasperati a scapito della ragione, ecc.
Qualcuno, che voi sappiate, ha mai analizzato una possibile correlazione tra evoluzione umana e singolo?
mi piacerebbe scoprirne di più e capire se aveva un senso relazionare le due cose.
Se fosse possibile farlo, forse si avrebbe la possibilità di capire dove il genere umano si sta dirigendo a livello evolutivo ( o involutivo)...
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Vecchio 29-04-2007, 23.42.32   #13
Ray
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Qualcuno, che voi sappiate, ha mai analizzato una possibile correlazione tra evoluzione umana e singolo?
Non mi risulta nessuno... se escludiamo tutte le Tradizioni esoteriche e non, le Scienze Sacre, le Religioni, molte filosofie antiche, alcune moderne, parte dell'antropologia, della psicologia e della storia... (senza cattiveria eh... )

Come spunto si potrebbe dare un'occhiata alle mitiche quattro età (oro ecc.) o agli yuga indù. Tra l'altro ci sono connessioni con tutte le varie scienze sacre tipo l'alchimia (interessante forse per altro tread che l'età dell'oro vedeva sedere in trono Saturno...)

La corrispondenza che porti come esempio, anche se nel tuo caso l'hai pensata tu, non è la prima volta che la sento. Non mi ricordo chi l'aveva proposta ma mi pare che sono state tentate varie analogie del genere in tempi storici diversi. Quel che personalmente trovo ingenuo è la tendenza a considerare "adulta" l'umanità attuale... sia che la teoria venga pronunciata adesso sia che provenga dall'illuminismo (son quasi sicuro che qualcuno al tempo ha proposto qualcosa di simile).

Lo spunto che accenni in finale invece è interessantssimo, quello dell'involuzione. In effetti è sostenuto da molti approcci "tradizionali"... un esempio è Renè Guenon. Il processo però è inserito nel meccanismo dei cicli, per il quale esiste un periodo discendente (allontanamento dall'Origine) e uno risalente dalla parte opposta a chiudere il cerchio. Che poi non è un cerchio ma una spirale che permette il sussegguirsi di altri cicli analoghi. Con trasposizione di termini è grossomodo la dottrina degli yuga indù, diciamo dei cicli cosmici in genere. Cicli i quali coinvolgono a diversi livelli tutte le entità, sia singole che collettive... quindi uomo, umanità ecc... qualche accenno mi pare lo avevamo fatto a suo tempo in "la tradizione primordiale".
Questa dottrina, tra le varie cose, prevede un momento di "crisi" in corrispondenza al punto più basso del periodo discendente. In quel momento pare possano effettivamente accadere due cose: o c'è un'inversione di tendenza e si inizia la risalita dall'altra parte del cerchio, oppure la velocità di caduta (o l'assenza di freni) è tale da rendere l'inversione impossibile e si cade nell'abisso... (sarebbe interessante approfondire questo sia nel micro che nel macro).
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Vecchio 30-04-2007, 00.00.07   #14
Faltea
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Lo spunto che accenni in finale invece è interessantssimo, quello dell'involuzione. In effetti è sostenuto da molti approcci "tradizionali"... un esempio è Renè Guenon. Il processo però è inserito nel meccanismo dei cicli, per il quale esiste un periodo discendente (allontanamento dall'Origine) e uno risalente dalla parte opposta a chiudere il cerchio. Che poi non è un cerchio ma una spirale che permette il sussegguirsi di altri cicli analoghi. Con trasposizione di termini è grossomodo la dottrina degli yuga indù, diciamo dei cicli cosmici in genere. Cicli i quali coinvolgono a diversi livelli tutte le entità, sia singole che collettive... quindi uomo, umanità ecc... qualche accenno mi pare lo avevamo fatto a suo tempo in "la tradizione primordiale".
Questa dottrina, tra le varie cose, prevede un momento di "crisi" in corrispondenza al punto più basso del periodo discendente. In quel momento pare possano effettivamente accadere due cose: o c'è un'inversione di tendenza e si inizia la risalita dall'altra parte del cerchio, oppure la velocità di caduta (o l'assenza di freni) è tale da rendere l'inversione impossibile e si cade nell'abisso... (sarebbe interessante approfondire questo sia nel micro che nel macro).
Toc toc... domanda:
Mi è difficile concepire il concetto legato alla caduta nell'abisso.
Cadendoci vuol dire la fine del ciclo giusto? Il punto finale della spirale.. ma se si definisce ciclo, dopo l'abisso ci dovrebbe comunque essere una nuova risalita, forse una rinascita, la nascita di una nuova spirale... (?)
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Vecchio 30-04-2007, 00.16.23   #15
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Toc toc... domanda:
Mi è difficile concepire il concetto legato alla caduta nell'abisso.
Cadendoci vuol dire la fine del ciclo giusto? Il punto finale della spirale.. ma se si definisce ciclo, dopo l'abisso ci dovrebbe comunque essere una nuova risalita, forse una rinascita, la nascita di una nuova spirale... (?)
Eh, l'ho spiegata frettolosamente e si capisce forse poco... ste cose in due parole non si dovrebbe...

No, per caduta nell'abisso si intende un'uscita dalla spirale. Il punto più basso del ciclo, che è il momento in cui dovrebbe prodursi l'inversione di tendenza (da discesa a risalita) è sicuramente un momento "tragico" dato che è il peggiore possibile, ma resta in esso il seme della risalita. Se questo seme non viene "aperto" nulla nasce e si precipita, ma a quel punto "sotto il peggio" ovvero fuori dal divenire. Se dovessimo applicare questo all'umanità dovremmo dire che scompare in quanto tale, nel senso che non potrebbe più tornare nella spirale o, perlomeno, dato che è fuori dalla spirale dei cicli, non potrebbe più risalire.

In termini fisici potremmo vedere il muoversi su questo cerchio (quindi la storia) come la risultante di due forze: la velocità centripeta e quella centrifuga, anche se forse si farebbe meglio a parlare di accelerazioni (poi c'è una terza forza ma bon). Se nel momento più basso la forza centripeta non è in grado di sostenere quella centrifuga (se non la bilancia in qualche modo) l'effetto è quello di partire per la tangente (letteralmente) e quindi si continuerebbe a discendere in linea retta.
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Vecchio 30-04-2007, 02.24.09   #16
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La corrispondenza che porti come esempio, anche se nel tuo caso l'hai pensata tu, non è la prima volta che la sento. Non mi ricordo chi l'aveva proposta ma mi pare che sono state tentate varie analogie del genere in tempi storici diversi. Quel che personalmente trovo ingenuo è la tendenza a considerare "adulta" l'umanità attuale... sia che la teoria venga pronunciata adesso sia che provenga dall'illuminismo (son quasi sicuro che qualcuno al tempo ha proposto qualcosa di simile).
Io credo sia proprio il blocco ad uno stadio adolescenziale (sia del singolo che della collettività) che porta alla totale involuzione a tutti i livelli.
Non c'è stato il passaggio, quello che nelle antiche culture veniva definito il "rito di iniziazione" in cui l'adolescente aveva la possibilità di guardarsi dentro, di affrontare le proprie paure, di tornare all'origine.
La nostra è una cultura basata quasi solo ed esclusivamente sull'esteriorità, lo sguardo non è mai volto all'interno ma sempre e solo verso l'esterno.
Potrebbe essere questo che non permette di risalire la spirale, questa adolescenza protratta fino all'esasperazione.
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Vecchio 30-04-2007, 09.58.44   #17
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No, per caduta nell'abisso si intende un'uscita dalla spirale. Il punto più basso del ciclo, che è il momento in cui dovrebbe prodursi l'inversione di tendenza (da discesa a risalita) è sicuramente un momento "tragico" dato che è il peggiore possibile, ma resta in esso il seme della risalita. Se questo seme non viene "aperto" nulla nasce e si precipita, ma a quel punto "sotto il peggio" ovvero fuori dal divenire. Se dovessimo applicare questo all'umanità dovremmo dire che scompare in quanto tale, nel senso che non potrebbe più tornare nella spirale o, perlomeno, dato che è fuori dalla spirale dei cicli, non potrebbe più risalire.

In termini fisici potremmo vedere il muoversi su questo cerchio (quindi la storia) come la risultante di due forze: la velocità centripeta e quella centrifuga, anche se forse si farebbe meglio a parlare di accelerazioni (poi c'è una terza forza ma bon). Se nel momento più basso la forza centripeta non è in grado di sostenere quella centrifuga (se non la bilancia in qualche modo) l'effetto è quello di partire per la tangente (letteralmente) e quindi si continuerebbe a discendere in linea retta.

Ma come può avvenire questo? Cioè se si esce dalla spirale finisce tutto? Non mi è tanto chiara la parte di far aprire il seme . In che modo?
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Vecchio 30-04-2007, 13.10.42   #18
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In termini fisici potremmo vedere il muoversi su questo cerchio (quindi la storia) come la risultante di due forze: la velocità centripeta e quella centrifuga, anche se forse si farebbe meglio a parlare di accelerazioni (poi c'è una terza forza ma bon). Se nel momento più basso la forza centripeta non è in grado di sostenere quella centrifuga (se non la bilancia in qualche modo) l'effetto è quello di partire per la tangente (letteralmente) e quindi si continuerebbe a discendere in linea retta.
Beh, se pensiamo a quello che sta accadendo al clima, anche la terra sembra aver preso la tangente e non riuscire più a bilanciare forza centripeta e centrifuga, i clici delle stagioni sono alterati dal riscaldamento globale e a sentire certi esperti sembrerebbe un processo senza via di ritorno...
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Vecchio 30-04-2007, 15.22.12   #19
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Eh, l'ho spiegata frettolosamente e si capisce forse poco... ste cose in due parole non si dovrebbe...

No, per caduta nell'abisso si intende un'uscita dalla spirale. Il punto più basso del ciclo, che è il momento in cui dovrebbe prodursi l'inversione di tendenza (da discesa a risalita) è sicuramente un momento "tragico" dato che è il peggiore possibile, ma resta in esso il seme della risalita. Se questo seme non viene "aperto" nulla nasce e si precipita, ma a quel punto "sotto il peggio" ovvero fuori dal divenire. Se dovessimo applicare questo all'umanità dovremmo dire che scompare in quanto tale, nel senso che non potrebbe più tornare nella spirale o, perlomeno, dato che è fuori dalla spirale dei cicli, non potrebbe più risalire.

In termini fisici potremmo vedere il muoversi su questo cerchio (quindi la storia) come la risultante di due forze: la velocità centripeta e quella centrifuga, anche se forse si farebbe meglio a parlare di accelerazioni (poi c'è una terza forza ma bon). Se nel momento più basso la forza centripeta non è in grado di sostenere quella centrifuga (se non la bilancia in qualche modo) l'effetto è quello di partire per la tangente (letteralmente) e quindi si continuerebbe a discendere in linea retta.
Un discendere in linea retta che con assenza di "materia" si potrebbe definire una fase limbica? Un non-ritorno.
L'entrare in un'altro ciclo formato da una discesa perpetua. (?) Anche se dire ciclo forse non è corretto.... o forse si....
=mubble


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Originalmente inviato da MoonCat Visualizza messaggio
Beh, se pensiamo a quello che sta accadendo al clima, anche la terra sembra aver preso la tangente e non riuscire più a bilanciare forza centripeta e centrifuga, i clici delle stagioni sono alterati dal riscaldamento globale e a sentire certi esperti sembrerebbe un processo senza via di ritorno...
Mah... l'ottimista di turno la vede come la fine di un ciclo e la rinascita di un'altro...
Per me siamo solo in una fase di transizione, tutto è in continua mutazione perchè la terra dovrebbe fare eccezione?
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Vecchio 30-04-2007, 17.13.18   #20
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Mah... l'ottimista di turno la vede come la fine di un ciclo e la rinascita di un'altro...
Per me siamo solo in una fase di transizione, tutto è in continua mutazione perchè la terra dovrebbe fare eccezione?
sono d'accordo che sia la fine di un ciclo e la nascita di un altro...
c'è poco da essere ottimisti più che altro, se parliamo di cicli del pianeta, i picchi, hanno portato all'esistinzione di varie specie animali, sia durante le ere glaciali che nei momenti di surriscaldamento del pianeta.
Vero che sono sempre e comunque dei cicli e che la natura tende all'equilibrio ma i cambiamenti portati dall'oscillazione delle condizioni climatiche sono catastrofici per gli abitanti del pianeta.
Se poi pensiamo che stiamo apportando un grosso contributo al disequilibrio del pianeta e quindi all'eccelerazione dei processi che (probabilmente inevitabilmente avrebbero comunque portato a quello che sarà il prossimo "bagno turco" del pianeta), non so quanto c'è da stare allegri
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Vecchio 30-04-2007, 17.46.53   #21
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State tranquille.... che i nostri problemi sono altri, sono quelli che le forze che mettono in giro voci di catastrofi cercano di far dimenticare... di non far vedere... anno 1000... anno 2000 poi 2012.. poi passerà quello e diverrà il 2022 e così via... e noi
I cicli non riusciamo (tranne che con ausili non disponibili a tutti) a vederli neanche in un arco temporale di millenni... al massimo i mini o sub clicli... che però più che temporalmente sono identificabili socialmente....
Le persone più razionali sono disposte a credere con molta facilità a qualcosa di confezionato ad arte... mica tanto strano, ci sono molti modi per cercare di cambiare l'ambiente ( Rinnovi reali e di fuga )
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Vecchio 30-04-2007, 18.21.20   #22
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la vera tranquillità è che tanto non saremo presenti se mai accadrà...quindi poco male....
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