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Vecchio 13-07-2006, 15.02.56   #1
Osiride
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Predefinito La Parola

La Parola è una vibrazione; il Pensiero è una vibrazione.
Scrivere una parola pensata è emettere una vibrazione.
Negli Ordini Monacali, nella Scuola Pitagorica, negli Ordini Illuministici, il novizio aveva ed ha l'obbligo di tacere, ma non aveva ed ha il divieto di pensare.
Questo vuol dire che la Parola è più forte del Pensiero?
Dio crea con la Parola (Verbum), dopo averla "pensata"...se così non fosse quel Verbo non sarebbe stato Intelligente.
Il Mondo Metafisico (il mondo che sta oltre il mondo fisico, il mondo non apprezzabile dai nostri sensi grossolani) è un Mondo di Pensiero....Il Mondo Fisico è un Mondo di Parola.
Dopo qualche anno, al Novizio di quegli Ordini di cui parlavo prima, vengono forniti gli "strumenti" della Parola...quindi può iniziare a Parlare
Il Maestro per insegnare usa la Parola; i allievi giovani allievi per imparare devono ascoltare, quelli avanzati per imparare usano la Parola.
Esiste un mistero nell'uso delle Parole? Esiste una funzione nascosta nell'emissione delle parole?
Dio creando con la Parola l'Universo, non ha anche creato un diverso sè stesso?
E noi possiamo fare altrettanto?
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Vecchio 13-07-2006, 18.19.25   #2
Uno
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Chissà se posso parlare...
A parte gli scherzi bell'argomento, alle quattro retoriche domande non posso far altro che rispondere si, anche se sulla seconda domanda potremmo ulteriormente approfondire discernendo la parola che comunemente conosciamo e la parola senza suono... non credo che però rientrasse nei tuoi piani

Adesso lascio parlare qualcun'altro, vediamo cosa saprà veicolare, a chi ascolta, accetta, riceve, usando le parole

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Vecchio 13-07-2006, 20.05.38   #3
Era
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la parola....quante ne dico inutilmente!
e più sono "stanca" più parlo....
anche questo è un modo per "nascondere"

noto anche il differente modo di pronunciare
la stessa parola...che assume così una valenza
diversa...dolce...pacata...aggressiva...minacciosa ...
quindi non è la parola in se....ma anche "l' intenzione"
che gli si da....

ok..ok...non parlo ed ascolto!
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Dio mi conceda
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il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 13-07-2006, 22.09.27   #4
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Predefinito Matteo 15:11

"Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!".
Ha attinenza?
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Vecchio 13-07-2006, 23.05.54   #5
Shanti
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Un bambino, almeno fino a un anno, non usa parole per comunicare, poi comincia a imparare le regole del linguaggio e da quel momento in poi per farsi capire dagli altri crescendo userà una successione di parole per esprimere il suo pensiero. Peggio che mai molte volte si accorgerà che le parole lo limitano, perché non trova quelle adatte a descrivere quello che sente o pensa. Fino a quel momento la mente era libera di spaziare, ora si adegua ad una stuttura come se usasse le parole per construire il pensiero.

E’ vero che Dio ha creato con la Parola, ma è come se adesso ci fosse un abisso rispetto al modo in cui viene usata oggi. Non si è mai sicuri di aver detto quello che si intendeva (come me nelle righe sopra) o di aver capito quello che ci è stato detto. E non ci sono solo i malintesi, ma anche la menzogna perché usiamo la parola anche per dire il contrario di ciò che pensiamo.
Eccolo qui il nostro mondo figlio di Babele!
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Vecchio 14-07-2006, 02.37.01   #6
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Non si è mai sicuri di aver detto quello che si intendeva o di aver capito quello che ci è stato detto.
E' vero che la parola è una delle armi più potenti che l'uomo possa usare, così come il pensiero....
La parola 'accarezza' e 'ferisce', 'vela' e 'ri-vela', 'crea' e 'distrugge'.....
perchè a volte è tanto difficile comunicare? più si è 'distanti' e più non ci si capisce sebbene si dicano le stesse cose...oppure il segnale partito quando giunge a destinazione subisce talmente tanto 'rumore' da essere interpretato in tutt'altro modo da quello che era il suo significato originario...oppure da parte di un interlcutore vi è la volontà di imporre il proprio pensiero senza saper 'ascoltare' quello altrui....oppure vi è la semplice volontà di 'polemizzare' ad oltranza per il solo gusto di essere in disaccordo....
O più semplicemente si dimentica che si viene e si va da e nella stessa direzione....o almeno si spera.
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Vecchio 14-07-2006, 09.53.06   #7
Sole
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Originalmente inviato da Shanti
Fino a quel momento la mente era libera di spaziare, ora si adegua ad una stuttura come se usasse le parole per construire il pensiero.

Forse accorgendosi di questa riflessione che fai si potrebbe mettere in moto il meccanismo inverso, senza riconoscimento ed accettazione della funzione della parola in effetti nn può esserci neppure questa riflessione.

Con il silenzio della parola, di quegli ordini monacali, il novizio può accostarsi di nuovo ad "ascoltare" il pensiero e nn più adattare la parola filtrata dalla razio ed espressa con emozioni personali sia positive che negative, che rendono l'uomo impuro (per accennare alla risposta di Griselda ) ma come dire.. (eh eh) entrare in quel pensiero e lasciar(si) veicolare, lasciando che in qualche modo sia lui -il pensiero- che parli.

In questo modo il filtro razionale/sovrastrutture/quotidiano si potrebbe aprire e il fluire tornare quello di un bambino...

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Vecchio 14-07-2006, 10.45.01   #8
Uno
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Con il silenzio della parola, di quegli ordini monacali, il novizio può accostarsi di nuovo ad "ascoltare" il pensiero e nn più adattare la parola filtrata dalla razio ed espressa con emozioni personali sia positive che negative
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Vecchio 14-07-2006, 13.05.46   #9
Osiride
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Ho letto delle interessanti osservazioni che mi hanno spinto a riflettere.
La Parola è certamente creativa o distruttiva, a seconda dell'intenzione di chi la emette. Ma secondo me questo aspetto appartiene ad un momento avanzato del percorso del Ricercatore. Certo, chiunque può sperimentare ogni giorno quanto la Parola incida sugli altri e sulla loro psiche, ma nessuno di noi è in grado di controllare la Natura, ad esempio come fa un semplice sciamano che riesce a fare piovere recitando le sue formule (parole) magiche.
Ciò che ora a me interesserebbe, invece, approfondire con voi è se in qualche modo il "parlare" abbia o meno una funzione di "apprendimento" e di "cambiamento".
Cerco di spiegarmi: se io ho un'idea errata di come si prepara una ricetta culinaria, per poter imparare a preparare la pietanza corretta, posso scegliere due diverse opzioni: provare, sbagliare, riprovare, sbagliare, tentare e poi finalmente riuscire....oppure trasformare l'idea in parole, sciogliere questa idea dalla mia mente che fino a quel momento era ben radicata in me, ed offrirla al giudizio di chi sa più di noi. Se chi sa più di noi, ha la ricetta giusta e non è spinto dalla tentazione di imporre la propria ricetta (sbagliata), le sue informazioni entreranno in noi prendendo il posto di quella informazione che noi avevamo. Se invece ci limitiamo ad ascoltare ciò che gli altri hanno da dire, senza comunicare il nostro pensiero, nella nostra mente non vi sarà lo "spazio" per quella nuova verità.
Il Maestro Gesù per insegnare, utilizzava lo stesso metodo. Leggete i Vangeli e noterete che Gesù dice spesso: "Voi dite questo e quest'altro, ma io vi dico che.....". Il Maestro ha sovrapposto la sua ideala sua verità a quella (sbagliata) che i suoi discepoli avevano avuto l'umiltà di comunicargli.
Ma la "parola" emessa possiede anche una capacità di trasformare il nostro essere. Ma su questo non mi dilungo, avendovi rubato anche fin troppo tempo.
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Vecchio 14-07-2006, 13.51.18   #10
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Vecchio 14-07-2006, 16.18.55   #11
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Esiste un mistero nell'uso delle Parole? Esiste una funzione nascosta nell'emissione delle parole?
Dio creando con la Parola l'Universo, non ha anche creato un diverso sè stesso?
E noi possiamo fare altrettanto?
alcuni credono che la parola abbia vibrazioni + forti del pensiero..in quanto il pensiero viene amplificato dal suono e dunque ha + energia
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Vecchio 14-07-2006, 19.27.09   #12
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Spero di non essere O.T nel caso sopprimete questo post
Quando leggiamo o ascoltiamo siamo sicuri di ascoltare e leggere ciò che l’altro vuol veicolare oppure abbiamo all’interno un traduttore tutto personale che distorce e limita la ricezione?
Faccio un esempio, mi è capitato di leggere un libro e di rileggerlo a distanza di anni trovandoci molto di più.
Altro esempio: leggere qualcosa di scritto in modo impersonale e viverlo invece in modo personale.
Mentre a volte non si ha bisogno di aggiungere molto perché essendo sintonizzati si comunica con pochissimo.
Chissà se mi sono fatta comprensibile?
Come se noi stessi fossimo il mezzo per ricevere e trasmettere se e quando funzioniamo.

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Vecchio 14-07-2006, 20.15.15   #13
RedWitch
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Abbiamo il "traduttore" ..ordinariamente ascoltiamo/leggiamo secondo la nostra soggettiva interpretazione... leggevo oggi in proposito qualcosa sulla parola.. e sui diversi significati che si danno ad una singola parola, in un discorso quindi, se ognuno attribuisce ad ogni parola un significato diverso ... anche se crediamo di comprenderci, alla fine non lo facciamo mai davvero . Ognuno "prende" quello che puo' in un determinato momento (quindi per esempio come hai detto tu Gris se rileggo un libro a distanza di tempo, vedrò cose diverse, ci sono diversi livelli di comprensione in ogni cosa credo) E da qui, l'importanza che dovrebbe avere un uso corretto dei termini (già è complicato così, se poi usiamo le parole senza attenzione ho idea che ne esca un macello ... e ora inizio a capire i pignoleggiamenti di qualcUno sull'uso delle parole )

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Vecchio 14-07-2006, 22.27.44   #14
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Sono d'accordo con te RedW e credo inoltre che le parole possono, come diceva Era mi pare, essere portatrici di più significati in quanto polivalenti (una frase più vche una parola) e di molteplice interpretazione.
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Vecchio 15-07-2006, 00.16.56   #15
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Originalmente inviato da seleparina
le parole possono, come diceva Era mi pare, essere portatrici di più significati in quanto polivalenti (una frase più vche una parola) e di molteplice interpretazione.
Non solo le frasi ma anche le parole stesse infatti.
Quando dico gatto ho in me l'esperienza dei gatti che ho visto, ma tu che ascolti avrai visto altri gatti che pertanto non saranno quelli che ho visto io.
Gli stessi concetti di amore, bene, male, ecc.. sono "visti" (sperimentati) diversamente da ognuno di noi, da qui il problema principale di capirsi alle volte...

Comunque sia, la parola è appunto un grande veicolo.
La parola gatto, comprende TUTTI i gatti del mondo, e ognuno, a modo suo e con la sua esperienza, mi capirà. Perchè la parola riporta al principio, a quell'archetipo che poi si manifesta in mille modi differenti.

Più gatti conosco, più la mia parola gatto sarà potente e pregna di significato...
Perchè la parola è vibrazione che scaturisce dal mio essere, e più il mio essere sarà ricco e più ricca sarà la vibrazione che emetterò con la parola.
Se "avessi in me" l'intera Creazione, la mia parola sarebbe Divina...
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Vecchio 15-07-2006, 01.20.34   #16
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Sarà l'ora tarda....ma pensavo...e se la parola fosse una punizione? Se prima della torre di Babele citata nella Bibbia si comunicava col pensiero in maniera più esatta e precisa di quanto non si faccia ora con le parole?
Abbiamo perso qualcosa con la parola o lo abbiamo guadagnato?
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Vecchio 15-07-2006, 02.38.31   #17
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Sarà l'ora tarda....ma pensavo...e se la parola fosse una punizione? Se prima della torre di Babele citata nella Bibbia si comunicava col pensiero in maniera più esatta e precisa di quanto non si faccia ora con le parole?
Abbiamo perso qualcosa con la parola o lo abbiamo guadagnato?

Bella questa riflessione Cat....l'ora tarda ti giova

Tante volte mi capita di ripromettermi di non ricascarci, quando già a priori so dove si va a parare affrontando certi discorsi con certe persone, e poi invece ci ricasco sempre, forse con una persona ho imparato a non cascarci più.....ma con una persona con la quale si hanno delle 'mete' comuni viene quasi spontaneo finire sempre negli stessi discorsi, ma quando dall'altro lato si osserva che non vi è alcuna volontà di confronto ma solo 'far valere' a tutti i costi le proprie idee, senza mai ascoltare, col solo intento di polemizzare ad oltranza....diventa veramente uno stress
e mi ridico, basta, devo imparare a tacere; perchè con quella persona, con la quale siamo comunque in ottimi rapporti, ci devo cascare? Lo so, vengo tirata dentro il discorso, (o forse nasce da entrambe le parti), e io abbocco

Ergo: il silenzio è d'oro....la parola è d'argento
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Vecchio 15-07-2006, 03.18.26   #18
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Abbiamo il "traduttore" ..ordinariamente ascoltiamo/leggiamo secondo la nostra soggettiva interpretazione... leggevo oggi in proposito qualcosa sulla parola.. e sui diversi significati che si danno ad una singola parola, in un discorso quindi, se ognuno attribuisce ad ogni parola un significato diverso ... anche se crediamo di comprenderci, alla fine non lo facciamo mai davvero . Ognuno "prende" quello che puo' in un determinato momento (quindi per esempio come hai detto tu Gris se rileggo un libro a distanza di tempo, vedrò cose diverse, ci sono diversi livelli di comprensione in ogni cosa credo) E da qui, l'importanza che dovrebbe avere un uso corretto dei termini (già è complicato così, se poi usiamo le parole senza attenzione ho idea che ne esca un macello ... e ora inizio a capire i pignoleggiamenti di qualcUno sull'uso delle parole )


Concordo pienamente con quanto dici Red, e aggiungo che se alla difficoltà di comunicazione frapponiamo pure un monitor, ove non puoi sentire l'intonazione della voce, non puoi vedere la mimica facciale, insomma in assenza di un buon 80%, (o 100%?)del 'significante' che convoglia il 'significato', la difficoltà viene assolutamente decuplicata*, e non che la comunicazione dal vivo sia sempre semplicissima, come ho detto sopra nell'altro post, a seconda delle persone con cui ci si relaziona....ho notato che invece con altre persone, con cui non necessariamente si ha un rapporto stretto, quasi non vi è neppure bisogno di parlare, appena si dice qualcosa si è già capito al volo cosa l'altro intendeva e viceversa....è una sensazione molto bella.


*Ps. propongo per ovviare tali inconvenienti l'obbligatorietà all'uso delle Web Cam o comunque di un book fotografico con tutte le espressioni facciali, di ogni partecipante al forum...Uno compreso

Ok faccio da me
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Vecchio 15-07-2006, 10.08.24   #19
Osiride
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La tentazione di discutere degli effetti della parola sulla psiche dell'interlocutore è ovviamente grande. Ed è anche giusto che sia così in un mondo dove le relazioni interpersonali sono molteplici e fondamentali. Tuttavia, secondo me, bisognerebbe sforzarsi di affrontare la questione in chiave esoterica.
Come dicevo, i "misteri" legati al fenomeno "parola" sono molteplici, anche se tutti uniti da un minimo comun denominatore.
La "Parola" pronunciata correttamente è un "comando" che determina un risultato: (es: Apriti Sesamo.
La Parola è un atto di "liberazione" dell'energia che prima era "raccolta" in un'idea che vibrava nella nostra mente. (es.: urlare per sfogare la rabbia; confessare un "peccato"; "confrontare un'idea con gli altri")
La Parola è un atto di purificazione, determina un effetto trasformativo del nostro essere (Corpo ed Anima). (es: l'autoconvincimento rafforzato dalle parole pronunciate a voce alta: sono bravo, sono forte, sono tenace).
Questi esempi, questi effetti, sembrano operare su distinti livelli, ma in realtà "funzionano" in virtù di una medesima legge "fisica".
Ripeto, mi piacerebbe che approfondissimo il modo di "operare" di questa legge fisica nel momento in cui il Vero Ricercatore si pone sulla strada della Conoscenza. Quindi, secondo me, dovremmo capire come la parola-vibrazione-verbo ci aiuta a conoscere e ci aiuta a cambiare la nostra struttura.
Quest'ultimo punto meriterebbe un'altra ampia discussione; tuttavia, almeno per ora, basterà sapere che se davvero si vuole "evolvere" spiritualmente e "conoscere" i misteri dell'Universo, la nostra entità (corpo ed anima) deve trasformarsi in modo da rompere l'attuale radicalizzazione.
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Vecchio 15-07-2006, 14.33.10   #20
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Sarà l'ora tarda....ma pensavo...e se la parola fosse una punizione? Se prima della torre di Babele citata nella Bibbia si comunicava col pensiero in maniera più esatta e precisa di quanto non si faccia ora con le parole?
Abbiamo perso qualcosa con la parola o lo abbiamo guadagnato?
La Parola (maiuscolo) è sempre esistita...

Con la torre di Babele c'è stata solo un'ulteriore divisione, una differenziazione che dal Principio si diramava sempre più. Dalla lingua unica si è passati a lingue diverse e gli uomini hanno iniziato a non comprendersi più.

Parola e linguaggio sono due cose differenti. La Parola veicola il linguaggio e più si risale verso il Principio più tale linguaggio com-prende gli altri, fino all'Uno Assoluto, in cui la Parola vibra una potenza indescrivibile.

Si dice che sia stata una punizione divina quella di Babele, eppure tale ulteriore diramazione nella creazione era necessaria all'evoluzione, gli uomini dovevano "sprofondare" nella materia per poi, volendo, poter risalire nuovamente verso il Principio.

In Principio era il Verbo... il Logos... la Parola...
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Vecchio 17-07-2006, 13.22.06   #21
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Faccio il serio 10 minuti....

Anche gli oggetti possono emettere dei suoni, se prendo un legno e lo batto questo emette dei suoni, ma questa non è parola.
Un uomo può essere "battuto", solo che avendo una sensibilità diversa rispetto all'oggetto è sufficiente la "battittura" con parole/suoni con gesti o altro anche senza toccarlo, in tal modo egli re-agisce (non agisce) e a sua volta emette quelle che sono definite anche parole ma non hanno la forza della Parola di cui parliamo.
Si capisce? No?
Quali sono i due estremi che rendono debole o forte la parola?
Se uno come abbiamo detto è la re-azione agli stimoli di altri strumenti solitari, l'altro estremo è l'accordarsi (non più reazione, c'è una sorta di Volontà anche se non intesa come "io" comune) con una grande orchestra...
Non sto parlando di stare con la massa o con i più forti... sto parlando di scelta che mi permette di emettere una Parola di potere.
Questo apre molti scenari, devo orientarmi in una direzione, chiudere la risonanza con gli strumenti solitari e scordati, la risonanza mi costringerebbe a suonare disarmonico... e devo quanto più posso accettare la risonanza armonica maggiore, quella che potrebbe pian piano permettermi di diventare da tamburo un violino, da violino un flauto etc etc....

Mi fermo perchè non son mica sicuro che non mi capisco solo da solo
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Vecchio 17-07-2006, 13.32.29   #22
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è come se uno strumento (parola) si armonizzasse
con l' intera orchestra e con il direttore d' orchestra?
cercando di non ascoltare lo strumento stonato?
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Vecchio 17-07-2006, 14.16.41   #23
RedWitch
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Non sono sicura di aver capito .. provo con un esempio per chiedere chiarimento..
Per esempio, se mi intestardisco a voler comunicare con tutti, se parlo con qualcuno che non si accorda con la mia risonanza, la Parola perde significato.. è come se rimbalzasse e si perdesse, ma intanto io l'ho emessa, ho dato qualcosa , che va perso, quindi ho fatto una cosa per cui nessuno riceve nulla, e nel frattempo disperdo qualcosa.. se tento di accordarmi, con l'orchestra, sia quello che ricevo, che quello che trasmetto, in qualche modo non andrà perso.. tento di accordarmi con chi mi ascolta, e con chi mi parla, e allora, le parole non cadranno nel vuoto..
Puo' starci?
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Vecchio 19-07-2006, 17.29.42   #24
coccinella
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La parola è l'umano tentativo di definire e imbrigliare la realtà che però è difficilmente definibile, imbrigliabile, perchè nel momento in cui lo fai già non è più quella.La parola è una convenzione sociale senza la quale sarebbe difficile comunicare, ma che da sola non basta per comunicare: c'è bisogno di una particolare accuratezza nella sua scelta, che dipende a sua volta dal sentimento che ti spinge a parlare. C'è bisogno di darle il tono giusto in quel momento e in quel contesto. La parola comunica; il tono, con cui la pronunci, metacomunica. La parola è come la materia; il tono è come lo spirito che la anima e la rende viva, dandole un senso. Parola e tono insieme hanno un grande potere e possono "ferire più che la spada" o viceversa essere fonte di gioia o guarigione. Sono vibrazioni energetiche che possono trasformare la realtà. Ogni parola udita, di fatto ci modifica.
coccinella non è connesso  
Vecchio 19-07-2006, 18.26.31   #25
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Citazione:
Originalmente inviato da Era
è come se uno strumento (parola) si armonizzasse
con l' intera orchestra e con il direttore d' orchestra?
cercando di non ascoltare lo strumento stonato?
E come fai a non ascoltarlo? Forse con le orecchie... per esempio puoi chiuderle... ma qualcosa ascolterà lo stesso, ascoltiamo anche quello che non è emesso, figuriamoci quello emesso.
Però possiamo evitare di entrare in risonanza, in termini esemplificativi una scena estrema potrebbe essere quella del branco che spacca tutto, certi si trovano dentro e anche se da soli non spaccherebbero nulla risonando con gli altri lo fanno, noi possiamo decidere con chi vogliamo essere in accordo, accordati, armonici e per riportare il discorso sulle intenzioni del post originante thread di Osiride: anche quando emettiamo una parola noi possiamo non ri-suonare ma suonare, la vibrazione ci trasforma allo stesso modo di quando ascoltiamo le parole altrui come giustamente ha scritto Coccinella.... anzi dato che l'origine (materiale) siamo noi è ben più potente l'effetto su noi stessi.
La Scienza dei mantra, delle frasi assertive, invocazioni e quant'altro è la codificazione di esperienze fatte...
Potrei citarvi esperienze con materiali che "fanno presa" che si solidificano, per esempio, un gesso... un cemento e tutto quello che si soldifica accelera questo processo in varie maniere ma quello che adesso ci interessa nel discorso è la vibrazione, se vibriamo uno di questi materiali oltre che divenire più resistente fa presa prima.
E se noi potessimo con la Parola e la sua vibrazione (che possa rendere mobile tutto il nostro organismo cellulare) accelerare un processo di solidificazione di qualcosa che non è nel nostro fisico?
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