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Vecchio 29-04-2008, 17.47.48   #1
RedWitch
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Predefinito Consapevole - cosciente

Prendo spunto da un post di Kael (da qui) per provare ad introdurre la differenza tra le parole consapevole e cosciente, dico provare perche' onestamente mi sono accorta di non conoscerla affatto e di confondere l'una con l'altra.
Anche il dizionario che ho consultato dice che essere consapevole corrisponde ad essere cosciente di qualcosa e viceversa, quindi le cose si complicano ancora di piu'..

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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
..........................
Si ora è chiaro, e mi rendo conto che coscienza e consapevolezza sono due termini ancora troppo confusi l'uno con l'altro. In effetti anch'io, leggendo l'articolo su Libet, ho confuso "consapevole" con cosciente, ecco perchè mi tornava... A tal proposito sarebbe utile secondo me approfondire meglio in altra sezione la differenza tra i due (se esiste già un thread al riguardo, sennò si apre).

Comunque, se sono consapevole che il fuoco scotta, passerà sempre un piccolo attimo fra il mettere la mano sul fuoco e il prendere coscienza del calore (a meno che non vivo nel qui ed ora..)
Essere consapevole significa sapere a priori (prima di aver fatto effettivamente l'esperienza) di qualcosa, anche solo essere stati informati?
Per esempio al bambino si dice di stare lontano dal fuoco perche' brucia, dunque potra' averne timore ma non potra' esserne cosciente fino a quando non avra' messo la mano sul fuoco? Fino a quando la sua Coscienza non avra' " toccato", non avra' esperito il fuoco?

Mi scuso ma faccio veramente confusione tra i due termini e non riesco bene a vederne la differenza..

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Vecchio 29-04-2008, 21.45.25   #2
stella
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Secondo me la coscienza viene prima della consapevolezza.
Quando una persona è in se o si riprende dopo uno svenimento si usa dire che ha ripreso coscienza, cioè sensibilità... infatti si dice anche riprendere i sensi.
Invece consapevolezza è un'esperienza fatta e interiorizzata mentre si è coscienti.
Io penso che si possa essere coscienti di un fatto ma prima di acquisirne la piena consapevolezza bisogna averlo sperimentato.
Se io sono consapevole che il fuoco scotta vuol dire che ne ho già fatto esperienza e me ne ricordo, ma solo la mia coscienza mi fa sapere che effettivamente il fuoco scotta...
Su questo concordo con RedWitch.

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Vecchio 29-04-2008, 23.26.29   #3
Uno
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Esatto Stella:
siamo consapevoli di qualcosa quando non ci serve farla, sappiamo già com'è, siamo coscienti di una cosa nel momento in cui capita (o come abbiamo visto, quasi sempre un'istante dopo).
Nel caso della coscienza si può dire "prendere coscienza" o "essere coscienti" nel caso della consapevolezza anche se a volte sento e leggo "prendere" si può dire solo "essere", la coscienza può essere variabile rispetto ad una situazione, la consapevolezza può essere variabile rispetto all'assoluto ma non rispetto ad una situazione, rispetto ad una situazione posso essere più o meno cosciente e prendere coscienza (proprio materialmente accumularne) ma o sono o non sono consapevole di quella vicenda, situazione, stato etc..
In un certo senso (non è preciso ma rende l'idea) si può dire che una volta presa completamente coscienza di una cosa ne abbiamo anche consapevolezza.
Non è preciso perchè in realtà quella coscienza deve "trasformarsi" (non è preciso neanche questo, si avvicina più sublimarsi) per diventare consapevolezza, non solo un semplice "travaso".
Posto che è prima più importante "accumulare" più coscienza possibile su una determinata cosa, fino a prenderne piena coscienza appunto.... come si fa e come si trasforma poi in consapevolezza?
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Vecchio 30-04-2008, 02.07.14   #4
Shanti
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Posto che è prima più importante "accumulare" più coscienza possibile su una determinata cosa, fino a prenderne piena coscienza appunto.... come si fa e come si trasforma poi in consapevolezza?
Penso che c'entri il ricordo: nel momento in cui capita ne prendiamo coscienza, se siamo consapevoli di qualcosa, se sappiamo già com'è, forse è perchè in qualche modo ne abbiamo memoria.
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Vecchio 30-04-2008, 10.47.14   #5
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Credo che per accumulare piu' coscienza possibile bisogna prima di tutto essere presenti ed attenti in quella cosa. Eliminare la pula dal chicco, togliere il guscio da quella esperienza, ne prendo coscienza se non fantastico oppure se non proietto aspettative oppure tante zavorre e sporcizie che poco entrano con quell'esperienza, se riesco a fare questo prendo coscienza di quella esperienza.
Una volta presa coscienza al meglio che posso (la piena coscienza e' relativo al grado di pulizia che ho avuto nel momento che ho esperito) questa diventa parte di me sia come memoria che come effetto modificante nel mio essere. La presa di coscienza modifica la mia consapevolezza corporea, emotiva e spirituale.
La consapevolezza si modifica nel momento che porto piu' coscienza in me. Vi e' una sorta di induzione (nel 3d sull'aura si fece il paragone del trasformatore) che modifica la consapevolezza attraverso la coscienza.

La coscienza e' il risultato dell'esperire quella cosa attraverso il fare e l'immegersi in quella cosa.

La consapevolezza e' il modificarsi e l'arricchirsi del nostro Essere.

Quindi ritengo che la trasformazione da coscienza a consapevolezza avviene nel momento in cui siamo presenti nel momento dell'esperienza di quella cosa.


AGGIUNGO: E' come se mettessimo una piccola luce in piu' nella trama del nostro Essere, come per illuminare parti buie e non conosciute.
Prendere coscienza e' portare piu' luce nel nostro Essere.

Ultima modifica di Grey Owl : 30-04-2008 alle ore 11.04.39. Motivo: Aggiungo un'immagine
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Vecchio 02-05-2008, 19.48.14   #6
RedWitch
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Posto che è prima più importante "accumulare" più coscienza possibile su una determinata cosa, fino a prenderne piena coscienza appunto.... come si fa e come si trasforma poi in consapevolezza?
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Penso che c'entri il ricordo: nel momento in cui capita ne prendiamo coscienza, se siamo consapevoli di qualcosa, se sappiamo già com'è, forse è perchè in qualche modo ne abbiamo memoria.
Anche io lo vedo connesso al ricordo e al ricordo di sè.. se vivessimo coscientemente ogni esperienza, ogni momento della nostra vita non avremmo bisogno di ripeterle credo, una volta fatte "nostre" , "archiviate" certe esperienze non si ripresentano più, o se si ripresentano non rappresentano un problema, non ci lasciamo parti di noi..

Nel momento in cui riusciamo ad "archiviare" ciò che viviamo ne diventiamo consapevoli (con la ricapitolazione o, riuscendoci stando svegli e presenti) ?

Poi.. posto che non possiamo vivere tutto il ventaglio di esperienze possibili, è comunque possibile diventare consapevoli di cose che non si sono mai vissute direttamente? Di cose che esistono solo in potenza? Riuscire quindi ad accumulare prima coscienza su una cosa che stiamo vivendo, e nel contempo delle sue infinite sfumature?
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Vecchio 02-05-2008, 23.50.37   #7
Sole
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La coscienza è data dall'esperienza e maggiore esperienza abbiamo maggiore carico di coscienza possiamo portare, trasformarla in consapevolezza mi par di capire che vuol dire non ripetere l'esperienza. Alla luce del fatto che la cosienza è nel momento presente son d'accordo che bisogna usare il ricordo. Ricordarsi di se. Ma il ricordo di se è già un essere consapevole di se perchè ti ricordi... e quindi? E' un vicolo cieco.
Non ripetere l'esperienza vuol dire averla compresa in noi. Forse aprendosi all'esperienza nel suo complesso si trasforma...
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Vecchio 03-05-2008, 00.16.26   #8
Kael
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Non è preciso perchè in realtà quella coscienza deve "trasformarsi" (non è preciso neanche questo, si avvicina più sublimarsi) per diventare consapevolezza, non solo un semplice "travaso".
Posto che è prima più importante "accumulare" più coscienza possibile su una determinata cosa, fino a prenderne piena coscienza appunto.... come si fa e come si trasforma poi in consapevolezza?
Quella che mi viene è un immagine "erboristica": non si possono tenere in casa tutte le piante aromatiche per cucinare (non basterebbe un palazzo) però lasciandone essicare le foglioline e poi tritandole in un mortaio possiamo tenere in una sola anta della dispensa quasi tutte le "essenze" che ci servono (a tal proposito forse non è del tutto casuale l'assonanza "spezie-esperienza"...)

Quindi si tratta in qualche modo di separare il sottile dal grezzo, estrapolarne il principio così da poterlo poi associare di volta in volta a casi diversi ma simili (se sono consapevole che il fuoco scotta non starò lontano solo dalla fiamma, ma anche da pentoloni d'acqua bollente per esempio..)
Il termine sublimare quindi è sicuramente il più appropriato, quando si ha piena coscienza di una cosa, il suo principio sublima, si eleva, e va a diventar parte del nostro essere...

Per rispondere alla domanda quindi credo che il "segreto" sia riuscire a mantere coscienza su quella data cosa per tutto il tempo necessario.... Essendo la sublimazione un processo infatti abbastanza lungo, non basta averne coscienza per pochi istanti, altrimenti ciò che riusciremo a far nostro sarà sempre una misera parte. Se invece riusciamo a mantenere quella cosa in coscienza per tutto il tempo necessario, alla fine questa sarà sublimata interamente nel nostro essere, e ne saremo divenuti consapevoli...
Magari poi c'è anche il modo per accelerare questo processo, far sì che la sublimazione avvenga nel minor tempo possibile, "in diretta" rispetto a ciò che stiamo vivendo coscientemente, senza così doverci tornare a meditare sopra più volte...
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Vecchio 05-05-2008, 00.49.27   #9
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Per rispondere alla domanda quindi credo che il "segreto" sia riuscire a mantere coscienza su quella data cosa per tutto il tempo necessario.... Essendo la sublimazione un processo infatti abbastanza lungo, non basta averne coscienza per pochi istanti, altrimenti ciò che riusciremo a far nostro sarà sempre una misera parte. Se invece riusciamo a mantenere quella cosa in coscienza per tutto il tempo necessario, alla fine questa sarà sublimata interamente nel nostro essere, e ne saremo divenuti consapevoli...
Magari poi c'è anche il modo per accelerare questo processo, far sì che la sublimazione avvenga nel minor tempo possibile, "in diretta" rispetto a ciò che stiamo vivendo coscientemente, senza così doverci tornare a meditare sopra più volte...
Infatti tante volte capita di fare un'esperienza e dire: ah, vedi sta cosa me la devo ricordare, poi ci penserò.
Succede invece poi che ci dimentichiamo anche l'evento e tutto ricomincia da capo.
Forse il segreto è ricordarsi ogni volta che ci accade qualcosa, che si accende una lamapdina, di fermarci un momento e fissare l'emozione, le sensazioni i pensieri e le risoluzioni a cui siamo giunti. Fissarla come una foto dentro di noi di modo che sia più forte possibile l'impressione ricevuta e non solo passeggera e fluttuante.
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Vecchio 05-05-2008, 18.09.18   #10
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Non è preciso perchè in realtà quella coscienza deve "trasformarsi" (non è preciso neanche questo, si avvicina più sublimarsi) per diventare consapevolezza, non solo un semplice "travaso".
Posto che è prima più importante "accumulare" più coscienza possibile su una determinata cosa, fino a prenderne piena coscienza appunto.... come si fa e come si trasforma poi in consapevolezza?
Posto che per accumulare maggior coscienza rispetto a qualcosa o ad una situazione posso ricapitolarla,se proprio non riesco ad essere prensente, mentre l'evento accade..(forse )questo mi fa pensare che se recupero tutti i pezzi,li ho..a quel punto avviene la trasformazione in consapevolezza..(forse)una sorta di espansione della coscienza..Possibile che si diventa consapevoli di qualche cosa quando la si fa con tutto se stesso e si è concentrati in quello che si sta vivendo?
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Vecchio 05-05-2008, 18.22.13   #11
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per me è così come hai detto.
ciauzz
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Vecchio 06-05-2008, 13.57.14   #12
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Ho fatto un'altra considerazione in merito..sulla base dell'esperienza che sto facendo proprio qui ad Ermo,uso un esempio,quando arrivando qui si inizia a leggere varie discussioni,probabilmente senza l'integrazione delle diverse coscienze dei partecipanti non si arriverebbe,o meglio,più difficilmente si giungerebbe ad essere consapevoli di qualcosa,mi è capitato di dover rileggere molte volte uno stesso 3d e di ampliare mano mano la coscienza...in qualche caso si è accesa una lucina,come se tac!qualcosa fosse entrato,fosse ormai parte di me...in altri invece è come se avessi la consapevolezza di non essere ancora pronta per accogliere,quando il concetto o quel che è non entra..come se fosse necessario raccogliere prima tutti i pezzi,fare tutti i passaggi per arrivare ad essere consapevoli.Non voglio ingarbugliare oltre il discorso,ma mi chiedevo quanto c'entra anche il principio femminile?
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Vecchio 06-05-2008, 14.10.19   #13
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beh... quando "accogli" senza paura almeno a mio avviso.
il problema nel suo completo utilizzo sta appunto nella "paura" (che genera pregiudizio) che di fatto impedisce al principio femminile di esprimersi a "pieno potenziale"
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Vecchio 06-05-2008, 14.17.54   #14
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Originalmente inviato da turaz Visualizza messaggio
beh... quando "accogli" senza paura almeno a mio avviso.
il problema nel suo completo utilizzo sta appunto nella "paura" (che genera pregiudizio) che di fatto impedisce al principio femminile di esprimersi a "pieno potenziale"
Grazie Turi per lo spunto
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Vecchio 06-05-2008, 14.25.13   #15
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ogni volta che riusciamo a osservare una nostra paura comprendendone le dinamiche da cui scaturisce la affrontiamo e la gestiamo riusciamo a "liberarci" sempre di più
e in tal modo "germoglia" qualcosa di nuovo dentro di noi
ampliamo l'osservazione e anche in chi ci sta intorno e interagisce con noi scatta qualcosa.
insomma partendo da noi la realtà assume tutt'altra luce
turaz non è connesso  
Vecchio 15-02-2011, 19.24.16   #16
RedWitch
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Nel caso della coscienza si può dire "prendere coscienza" o "essere coscienti" nel caso della consapevolezza anche se a volte sento e leggo "prendere" si può dire solo "essere", la coscienza può essere variabile rispetto ad una situazione, la consapevolezza può essere variabile rispetto all'assoluto ma non rispetto ad una situazione, rispetto ad una situazione posso essere più o meno cosciente e prendere coscienza (proprio materialmente accumularne) ma o sono o non sono consapevole di quella vicenda, situazione, stato etc..
In un certo senso (non è preciso ma rende l'idea) si può dire che una volta presa completamente coscienza di una cosa ne abbiamo anche consapevolezza.
Non è preciso perchè in realtà quella coscienza deve "trasformarsi" (non è preciso neanche questo, si avvicina più sublimarsi) per diventare consapevolezza, non solo un semplice "travaso".
Posto che è prima più importante "accumulare" più coscienza possibile su una determinata cosa, fino a prenderne piena coscienza appunto.... come si fa e come si trasforma poi in consapevolezza?
Si potrebbe anche dire che esiste la presa coscienza senza consapevolezza, ma la consapevolezza non puo' esistere senza prima aver preso coscienza di una data situazione?... ma cosa vuole dire "accumulare coscienza poprio materialmente"? Quando man mano prendiamo coscienza di una determinata situazione, cosa succede?E 'in questo modo che la Coscienza si "allarga"?
Si puo' dire di essere consapevoli solo quando una cosa puo'essere tramandata ad altri?
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