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Vecchio 24-04-2009, 14.25.47   #26
jezebelius
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Mi rendo conto che non mi sono molto chiare queste cose per cui tendo, e tento, di renderli un po meno ostici ed anche un po evidenti.

Intendevo anche quel che ha detto Nike e proprio perchè non l'ho ben chiaro, ho messo giu ne: " il momento da scegliere" piuttosto che: " il momento della scelta", anche se va a finire che per altro modo son collegati. Nel senso più ampio c'è, si, un momento da scegliere nel quale opero ( per ) una scelta

Non so se Ray ne faceva cenno, inserendolo nella capacità di canalizzare l'energia.
Forse, da questo punto di vista - ed è per questo che ho tentato di dividere e puntualizzare le fasi - mi risultava ancora un movimento automatico che prescindeva totalmente dal sacrificio, dalla spinta dell'io verso, appunto, un dinamismo che può sembrare non esserci o anche, addirittura, intrenseco sino al punto da non vederlo.

Sempre per questo verso, allora, momento da scegliere, riprendendo quel che ho detto su cercandone un collegamento un po forzato probabilmente ( poi mi direte ), in quanto arrivo ( io ) a quel punto, alla consapevolezza che è " arrivato".
Un bivio, un punto nel quale posso scegliere - e vi arrivo per una serie di circostanze verso - una cosa, e non sceglierne quindi un'altra e viceversa.
Da ciò, conseguenziale è il " momento della scelta", come ha evidenziato Nike, nel senso di "salto", atto conseguenziale del primo.

Come dire, cercando di fare un esempio, mettiamo il caso che devo lanciarmi da un aereo col paracadute.
Il punto di corrispondenza tra l'aereo e la zona lancio/atterraggio è il momento da scegliere (li decido se lanciarmi o no ).
Tale momento lo intendo conseguenza di una serie di atti e non prescinde da tutto ciò che ho fatto prima per arrivarvi in quanto, appunto, è conseguenziale risultante di tutto ciò che ho fatto per la preparazione al lancio.
Oppure, vi posso comprendere la facoltà di saper valutare le indicazioni che mi hanno insegnato durante il corso di preparazione e che mi consentono di individuare la zona lancio, come ad esempio affidarmi a segnali - come la lucetta verde che appena si accende indica se ci sto sopra a sta zona - per valutare se sono in quel il punto di corrispondenza: il punto " scelta del momento". E via così.
In generale, quel che dicevo sulla possibilità di vederlo, valutarlo e analizzarlo.

Il " momento della scelta", dunque da questo punto di vista, è conseguenziale, cioè scelgo quel momento e non altri, poichè altrimenti posso trovarmi ad atterrare fuori della zona lancio, oltre i confini di questa se attendo più del dovuto o se mi lancio non aspettando la lucetta verde o peggio se non so valutare ed analizzare.

Un non vedente non è detto che non possa lanciarsi ma avrà bisogno di qualcuno che glie lo dica che è arrivato nel punto per farlo!
Posso anche scegliere di non procedere, di non saltare e quindi rimanere "nel momento" che ho indicato sopra, preliminare al secondo, attendendo che l'aereo faccia un altro giro sulla zona per permettermi attraverso una seconda possibilità una nuova valutazione.


Ditemi se si capisce.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 24-04-2009, 15.34.43   #27
dafne
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Quindi per poter affermare che l'io vuole, dovremmo essere capaci di smettere di nuotare nell'acqua alta volontariamente finchè le forze non ci abbandonano, o andare a salvare il bimbo, essere pronti a sacrificare la nostra vita per un'altra?
Non mi è chiarissimo..
Come te e Sole non ho capito bene
Però quando Uno nell'esempio dice che .."provate a decidere di non farlo sull'acqua alta finchè le forze non vi abbandonano.." a me viene in mente subito che se stò ferma in un certo modo nell'acqua non affondo, galleggio...come si fà a non nuotare con tutte le proprie forze?

Per la parte che riguarda il bambino invece credo che potrei farlo solo se spegnessi il cervello, lasciando agire l'istinto e quindi andando giù senza pensare al dopo..ci vedo una sorta di abbandono in questo, la decisione e l'azione e basta..ma bon..mi metto in coda per i lumi
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Vecchio 24-04-2009, 15.42.56   #28
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Però quando Uno nell'esempio dice che .."provate a decidere di non farlo sull'acqua alta finchè le forze non vi abbandonano.." a me viene in mente subito che se stò ferma in un certo modo nell'acqua non affondo, galleggio...come si fà a non nuotare con tutte le proprie forze?

Per la parte che riguarda il bambino invece credo che potrei farlo solo se spegnessi il cervello, lasciando agire l'istinto e quindi andando giù senza pensare al dopo..ci vedo una sorta di abbandono in questo, la decisione e l'azione e basta..ma bon..mi metto in coda per i lumi
Probabilmente opponendo una forza uguale ed opposta all'io " che vuole ", o meglio spinge per salvarsi.
A questo punto ci sarebbe " abbandono" nel senso che si sarebbe in grado di annullare quella parte che vuole sopravvivere, pertanto non rischiare di annegare in questo caso, per altro; poiché si è scelto di sacrificare ( lui ) ovvero ciò che si oppone per rimanere in vita.
Si è disposti a sacrificare quel che si è in un determinato punto per divenire altro, soltanto che a quella parte - che vuole tenersi in vita appunto - non glie ne può fregare di meno!
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Vecchio 24-04-2009, 15.53.00   #29
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Anche la volontà dell'io è importante però, non dimentichiamolo.
Se non rafforziamo quest'ultima non potremmo mai entrare in contatto con quella del Se.
Lo so che è un paradosso perchè sto implicitamente affermando che io piccolo uomo devo volere non mettermi più al centro del mondo per poter entrare in contatto con il Se.
Però se siete capaci di nuotare provate a decidere di non farlo sull'acqua alta finchè le forze non vi abbandonano, o meglio decidete di andare sul fondo a liberare un bambino sapendo che lui si salverà ma voi potreste non riuscire a tornare su. In teoria basterebbe non nuotare, dovrebbe essere più facile che cercare di tenersi a galla. Invece no.
L'io deve volere perchè l'Uomo possa Volere.

Sento il pensiero di Grii che dice: " e come si fa a volere, che significa?"

Intanto avendo pazienza , che qualcuno espanderà il discorso.
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Come te e Sole non ho capito bene
Però quando Uno nell'esempio dice che .."provate a decidere di non farlo sull'acqua alta finchè le forze non vi abbandonano.." a me viene in mente subito che se stò ferma in un certo modo nell'acqua non affondo, galleggio...come si fà a non nuotare con tutte le proprie forze?

Per la parte che riguarda il bambino invece credo che potrei farlo solo se spegnessi il cervello, lasciando agire l'istinto e quindi andando giù senza pensare al dopo..ci vedo una sorta di abbandono in questo, la decisione e l'azione e basta..ma bon..mi metto in coda per i lumi
Eh Daf, non so se l'istinto te lo lascierebbe fare... io credo che per salvare il bambino si debba agire contro l'istinto.

In pratica abbiamo tre volontà: quella maiuscola (del Se) alla quale ci possiamo connettere solo quando quella minuscola (dell'io) è forte abbastanza da vincere la natura inferiore... ossia quando è o sa essere più forte degli istinti e della meccanicità.
La volontà meccanica, la terza che finora non abbiamo considerato tale (magari giustamente, chiamarla volontà non lo trovo corretto, ma è per capirsi), è quella che ci spinge in determinate direzioni che sono direzioni date dalla natura inferiore (sopravvivenza, riproduzione, sazietà, non dolore, linea di minor resistenza eccetera). Queste direzioni, questi istinti, sono indispensabili anche all Se, dato che altrimenti non avrebbe possibilità di connettersi, e dunque sono molto forti.

La volontà dell'io è quella che possiamo sviluppare, e paradossalmente dobbiamo svilupparla al punto da renderla capace di voler "morire", farsi da parte e lasciare la briglia al Se. Per lasciarsi andare a fondo a salvare il bambino si deve lottare contro l'istinto di sopravvivenza... la volontà dell'io deve essere ben forte. Come doveva esserlo quella di Gesù per lasciarsi ammazzare a quel modo per salvare noi.

Come si sviluppa? Un modo forse lo apprendiamo da un famoso aforisma (c'è pure il tread, sono quasi sicuro): il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio.

Ossia imparando ad usare tutta l'energia di cui siamo capaci per fare ogni cosa che abbiamo deciso di fare, non misurarla a seconda della facilità. Ossia, quando l'io decide, anche di non mangiare quel gelato che glli fa gola, dovrebbe incanalare nella direzione tutta la forza che userebbe per salvare il bambino.
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Vecchio 24-04-2009, 16.08.54   #30
dafne
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Eh Daf, non so se l'istinto te lo lascierebbe fare... io credo che per salvare il bambino si debba agire contro l'istinto.

.
.. è un koan?

Per il resto temo che per una super-chioccia come me salvare un bambino che annega sia l'esempio sbagliato

Forse verrebbe meglio se dovessi rischiar di farmi sparare per salvare uno sconosciuto..

Per il resto che hai scritto credo di aver capito ma lascio sedimentare e ci torno
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Vecchio 24-04-2009, 16.15.40   #31
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Probabilmente opponendo una forza uguale ed opposta all'io " che vuole ", o meglio spinge per salvarsi.
A questo punto ci sarebbe " abbandono" nel senso che si sarebbe in grado di annullare quella parte che vuole sopravvivere, pertanto non rischiare di annegare in questo caso, per altro; poiché si è scelto di sacrificare ( lui ) ovvero ciò che si oppone per rimanere in vita.
Si è disposti a sacrificare quel che si è in un determinato punto per divenire altro, soltanto che a quella parte - che vuole tenersi in vita appunto - non glie ne può fregare di meno!

mmm non so se ho capito cosa volevi dire.
Sono sincera, se vedessi un bambino annegare neanche penserei a chi come o cosa...o meglio...so che non dovrei pensare a tutto questo, dovrei buttarmi e basta..mi sa che non è volontà questa, o perlomeno non volontà consapevole, acquisita..

Ci devo riflettere, però adesso, così a caldo, comincio a capire perchè la volontà và allenata, per acchiappare e controllare gli istinti, i pensieri e costringerli in un angolo mentre qualcos'altro agisce..no non è istinto Ray hai ragione..ma non mi pare neanche intuito...mah
rileggo.

Grazie per la spiegazione intanto
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Vecchio 24-04-2009, 16.20.11   #32
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Ci devo riflettere, però adesso, così a caldo, comincio a capire perchè la volontà và allenata, per acchiappare e controllare gli istinti, i pensieri e costringerli in un angolo mentre qualcos'altro agisce..no non è istinto Ray hai ragione..ma non mi pare neanche intuito...mah
rileggo.
Magari siamo noi...


PS: visto che non era un koan?
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Vecchio 24-04-2009, 16.20.47   #33
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OT

scusa Ray
pensa che pur nerettandolo ho letto "si debba agire con l'istinto"

E l'ho letto e riletto eh...roba da matti..per la serie leggoquellochevoglio

fine OT
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Vecchio 25-04-2009, 18.13.15   #34
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Io credo, se vogliamo fare una distinzione tra volontà e Volontà, che la seconda non sia la nostra volontà.

Credo che essa ci sia comunque, ma siamo noi che non siamo connessi, che magari la sentiamo ma ci opponiamo, quando la volontà dell'io è discorde. Penso quindi che rafforzare la Volontà, visto da un altro punto di vista, sia avvicinarsi ad Essa.

Sarà paradossale, ma per disporre della Volontà occorre arrendersi.
Ieri ho risposto a questa discussione quattro volte e per quattro volte ho cancellato riducendomi a non scrivere niente...riducendomi a darmi dell' idiota e sentendo una frustrazione pazzesca...
Scrivevo e non ci rileggevo niente di giusto niente di sensato solo parole ovvie..la soluzione? chiudere come ho fatto e basta..solo che la sensazione del fallimento era presente costante e schifosa..
Ne parlo con un amico che ha la pazienza di ascoltarmi ...risponde con poche parole che tuttavia colpiscono il segno...
Rimugino e trito per buona parte della notte e ora a costo di andare ot (come spesso mi capita) chiedo a Rey o a chi vuole rispondere :è ben forte questa volontà di rinunciare a misurarsi...sarà anche minuscola ma caspita che forza che ha...penso quindi che in qualche modo questa volontà dell' io (in questo caso..per intenderci il mio...pusillanime e vigliacco) vada educato a suon di mazzate o addirittura sbriciolato se no come ti ci arrendi?

(maròò che sudata)
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Vecchio 25-04-2009, 20.23.48   #35
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Ieri ho risposto a questa discussione quattro volte e per quattro volte ho cancellato riducendomi a non scrivere niente...riducendomi a darmi dell' idiota e sentendo una frustrazione pazzesca...
Scrivevo e non ci rileggevo niente di giusto niente di sensato solo parole ovvie..la soluzione? chiudere come ho fatto e basta..solo che la sensazione del fallimento era presente costante e schifosa..
Ne parlo con un amico che ha la pazienza di ascoltarmi ...risponde con poche parole che tuttavia colpiscono il segno...
Rimugino e trito per buona parte della notte e ora a costo di andare ot (come spesso mi capita) chiedo a Rey o a chi vuole rispondere :è ben forte questa volontà di rinunciare a misurarsi...sarà anche minuscola ma caspita che forza che ha...penso quindi che in qualche modo questa volontà dell' io (in questo caso..per intenderci il mio...pusillanime e vigliacco) vada educato a suon di mazzate o addirittura sbriciolato se no come ti ci arrendi?

(maròò che sudata)
Non so se ho capito... stai parlando della forza delle "resistenze" e la associ alla volontà dell'io. Ci potrebbe anche stare, ma è una volontà che non controlli e, anzi, semmai ad essa ti opponi con la tua volontà (e pure sudi).

Quindi, a mio avviso, o non chiamiamo la prima "volontà" o non l'associamo all'io cosciente.
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Vecchio 26-04-2009, 17.39.25   #36
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Sento il pensiero di Grii che dice: " e come si fa a volere, che significa?"
Scusate ma ho bisogno di rimettere ordine quindi torno un attimo indietro, perchè vi ho persi per strada.
Dice Ouspensky ( non ridere che sono andata a rispolverarlo )che senza osservazione costante, ricordo si sè, concentrazione, non si ha consapevolezza e di conseguenza non si possiede volontà.
Quindi ne deduco che prima di avere questo tipo di volontà bisogna salire i gradini di un lungo lavoro di osservazione e ricordo di sè e tutto quello di seguito menzionato sopra.
(Che tra l'altro dette così sembra un nonnulla ma invece abbisognano di tempo ed energia da dedicare loro costantemente.
Nell'osservazione di sè bisogna fare attenzione a quale centro stiamo usando: motore, istintivo,intellettuale, emozionale.)
E' corretto?
__________________
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ORDINE RITMO ARMONIA
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Vecchio 26-04-2009, 18.19.25   #37
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Colgo l'occasione del fatto che Gris ha accennato a Ouspensky per riportare un suo pensiero...
Secondo Ouspensky la volontà negli uomini (1,2,3) è la risultante dei desideri. La volontà è quindi la linea di condotta di desideri combinati, ma siccome i nostri desideri sono indotti e cambiano costantemente, non abbiamo una linea di condotta permanente.

La volontà ordinaria dipende dai desideri e essendo noi ciechi e frammentati risulta che la nostra volontà è una curva che prende direzioni differenti di giorno in giorno, magari col risultato di girare intorno.

Le mille piccole volontà di una persona sono meccaniche, non abbiamo la possibilità di "fare". Per Ouspensky è importante comprendere da principio che nessuno può fare nulla, che tutto accade. Magari eventi iniziati anni prima ci illudono che stiamo facendo qualcosa ma in verità quella tal cosa non dipende dalla nostra volontà, essa accade. L'illusione di avere una volontà è la prima cosa da comprendere, se non la si comprende è impossibile liberarsi dalle catene della meccanicità.
Fino a quando una persona non diventa consapevole e integra essa non avrà una volontà reale.

La volontà è consapevolezza, è agire con integrità.
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Vecchio 26-04-2009, 20.58.19   #38
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Mi rendo conto che non mi sono molto chiare queste cose per cui tendo, e tento, di renderli un po meno ostici ed anche un po evidenti.

Intendevo anche quel che ha detto Nike e proprio perchè non l'ho ben chiaro, ho messo giu ne: " il momento da scegliere" piuttosto che: " il momento della scelta", anche se va a finire che per altro modo son collegati. Nel senso più ampio c'è, si, un momento da scegliere nel quale opero ( per ) una scelta

Non so se Ray ne faceva cenno, inserendolo nella capacità di canalizzare l'energia.
Forse, da questo punto di vista - ed è per questo che ho tentato di dividere e puntualizzare le fasi - mi risultava ancora un movimento automatico che prescindeva totalmente dal sacrificio, dalla spinta dell'io verso, appunto, un dinamismo che può sembrare non esserci o anche, addirittura, intrenseco sino al punto da non vederlo.

Sempre per questo verso, allora, momento da scegliere, riprendendo quel che ho detto su cercandone un collegamento un po forzato probabilmente ( poi mi direte ), in quanto arrivo ( io ) a quel punto, alla consapevolezza che è " arrivato".
Un bivio, un punto nel quale posso scegliere - e vi arrivo per una serie di circostanze verso - una cosa, e non sceglierne quindi un'altra e viceversa.
Da ciò, conseguenziale è il " momento della scelta", come ha evidenziato Nike, nel senso di "salto", atto conseguenziale del primo.

Come dire, cercando di fare un esempio, mettiamo il caso che devo lanciarmi da un aereo col paracadute.
Il punto di corrispondenza tra l'aereo e la zona lancio/atterraggio è il momento da scegliere (li decido se lanciarmi o no ).
Tale momento lo intendo conseguenza di una serie di atti e non prescinde da tutto ciò che ho fatto prima per arrivarvi in quanto, appunto, è conseguenziale risultante di tutto ciò che ho fatto per la preparazione al lancio.
Oppure, vi posso comprendere la facoltà di saper valutare le indicazioni che mi hanno insegnato durante il corso di preparazione e che mi consentono di individuare la zona lancio, come ad esempio affidarmi a segnali - come la lucetta verde che appena si accende indica se ci sto sopra a sta zona - per valutare se sono in quel il punto di corrispondenza: il punto " scelta del momento". E via così.
In generale, quel che dicevo sulla possibilità di vederlo, valutarlo e analizzarlo.

Il " momento della scelta", dunque da questo punto di vista, è conseguenziale, cioè scelgo quel momento e non altri, poichè altrimenti posso trovarmi ad atterrare fuori della zona lancio, oltre i confini di questa se attendo più del dovuto o se mi lancio non aspettando la lucetta verde o peggio se non so valutare ed analizzare.

Un non vedente non è detto che non possa lanciarsi ma avrà bisogno di qualcuno che glie lo dica che è arrivato nel punto per farlo!
Posso anche scegliere di non procedere, di non saltare e quindi rimanere "nel momento" che ho indicato sopra, preliminare al secondo, attendendo che l'aereo faccia un altro giro sulla zona per permettermi attraverso una seconda possibilità una nuova valutazione.


Ditemi se si capisce.
La scelta segue un momento conoscitivo , un momento di comprensione alla Ouspenskj o G. .
Arrestando i pensieri o altrimenti si dovrebbe giungere ad un equilibrio tra io e se , cioe' alla Comprensione .
La Comprensione ci porta inevitabilmente ad una scelta di livello piu' elevato e tale da ottenere il meglio per noi e contemporaneamente per gli altri .
Come avviene questo riequilibrio specie se abbiamo pochi attimi per decidere ( anzi l'emergenza aiuta la Comprensione)?
Se ci mettiamo a pensare il bambino annega .
Da una parte c'e' l'io dall'altra c'e' il se.
Il se e' l'inconscio .
Da una parte c'e' l'intuizione (io)
dall'altra l'istinto che fa parte dell'inconscio ed e' un comportamento necessitato regolare e costante:l'istinto di conservazione e di sopravvivenza ci porta in una direzione ma l'intuizione cioe' la comprensione della situazione ci consente di frenare l'istinto e di fare una scelta diversa , se possibile, in base a quella situazione data.
La comprensione di quella situazione avviene dunque attraverso l'intuizione che e' l'emersione a livello conscio di qualcosa di sconosciuto come ad esempio la certezza di potercela fare a salvare il bambino.
L'intuizione dunque e' un momento conoscitivo che ci fa esaminare la concreta situazione e decidere .
In una frazione di secondo l'intuizione consente di capire se e' possibile o meno una data azione se cioe' e' destinata al successo cioe' a portare al doppio beneficio per se' e per gli altri .
Perche' questo e' il fine .
Se non fossi un abile nuotatore dovrei desistere e far prevalere l'istinto di conservazione .
Se non lo faccio ed agisco ugualmente spesso e' perche' prevale sull'io un altro istinto o un archetipo di tipo diverso : l'eroe. il guerriero o altro come per esempio se avessi un padre vigile del fuoco potrei aver ricevuto nell'inconscio individuale la figura di quello che deve assolutamente salvare anche se non ne sono capace.... con esiti infausti.
Grazie all'intuizione chiunque di noi puo' avere momenti di vera volonta' o di scelte moralmente elevate che e' lo stesso .
Ma anche il desistere e' una scelta vera se non sono in grado di fare in base a quella situazione.


Un po' un miscuglio spero sia chiaro .
Volevo distinguere tra intuizione come momento dell'io e istinto : inconscio , il se' .

Ultima modifica di nikelise : 26-04-2009 alle ore 21.00.28.
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Vecchio 27-04-2009, 14.26.24   #39
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Non so se ho capito... stai parlando della forza delle "resistenze" e la associ alla volontà dell'io. Ci potrebbe anche stare, ma è una volontà che non controlli e, anzi, semmai ad essa ti opponi con la tua volontà (e pure sudi).

Quindi, a mio avviso, o non chiamiamo la prima "volontà" o non l'associamo all'io cosciente.
sto metabolizzando sta cosa...sicuramente non l' associo all' io cosciente...ma ho una confusione che ci devo meditare su
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Kael
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sto metabolizzando sta cosa...sicuramente non l' associo all' io cosciente...ma ho una confusione che ci devo meditare su
Io per semplificare la chiamerei grinta, voglia di vincere...
Ed è vero quello che dice Ouspensky, nell'uomo comune è assogettata ai desideri, tutti sappiamo aver grinta per quello che ci interessa, che ci prende... sottolineo perchè è un modo di dire interessante, non sappiamo infatti essere noi a prendere (volontà), sappiamo solo essere presi. Non sappiamo avere la giusta grinta per quello che non ci interessa.

La volontà nell'uomo minuscolo coincide col piacere, nell'Uomo maiuscolo col dovere.

E' per questo che dovremmo sintonizzarci su una nuova linea di pensiero... smetterla di fare quello che si vuole, e iniziare a volere quello che si fa... Tutto quello che si fa.
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Vecchio 24-09-2010, 10.25.06   #41
A4L8
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Anche incentivato da discussioni varie mi è sembrato di postare qui qualche riflessione sulla volontà.
Se volessimo specificare meglio (anche come avete già fatto rilevare) la volontà non è una sola, è una nel momento in cui io mi "affido" ciecamente alla Volontà che cmq ho dentro di me, ed è di altra natura.
Quindi io dire che quello che chiamiamo volontà è il nostro vero "io" e lasciata libera di scorrazzare non è che sia poi così un sinonimo di "fare qualcosa senza distrazioni" (per es.) ma sia semplicemente quello che di noi traspare.
Unire invece la volontà, ovvero la Mente (se vogliamo) con la Volontà perfetta (lo Spirito) questo si che determina sia cambiamenti che risultati.
A4L8 non è connesso  
Vecchio 24-09-2010, 10.50.44   #42
Edera
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E' per questo che dovremmo sintonizzarci su una nuova linea di pensiero... smetterla di fare quello che si vuole, e iniziare a volere quello che si fa... Tutto quello che si fa.
Cioè iniziare a volere quello che si 'deve' fare quotidianamente, da cui non possiamo svincolare? Però se non va, non sarebbe salutare tentare di cambiarlo?
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Vecchio 24-09-2010, 13.43.30   #43
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Cioè iniziare a volere quello che si 'deve' fare quotidianamente, da cui non possiamo svincolare? Però se non va, non sarebbe salutare tentare di cambiarlo?
No non intendevo espressamente quello che si "deve" fare, ma in generale quello che si fa. Che sia per scelta, per costrizione, perchè è il male minore, etc.. quello che facciamo dovremmo sempre farlo con volontà. Spesso si va a pagare la bolletta senza nessuna volontà, spesso pure infastiditi, e questo toglie energia. Farlo invece come se in quel momento fosse la cosa più importante del mondo (ed in effetti lo è, dato che quello stiamo facendo) sviluppa la volontà e dona pure energia. Ovviamente, non sto dicendo che se nel mentre incombe un urgenza non bisogna affrontarla, dico solo che nel momento in cui si sceglie di fare una cosa, finchè non decidiamo o siamo costretti a farne un'altra, quella è la cosa più importante in quel momento.
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Vecchio 24-09-2010, 14.30.07   #44
Edera
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Farlo invece come se in quel momento fosse la cosa più importante del mondo (ed in effetti lo è, dato che quello stiamo facendo) sviluppa la volontà e dona pure energia. Ovviamente, non sto dicendo che se nel mentre incombe un urgenza non bisogna affrontarla, dico solo che nel momento in cui si sceglie di fare una cosa, finchè non decidiamo o siamo costretti a farne un'altra, quella è la cosa più importante in quel momento.
Grazie per il chiarimento. In sostanza una cosa alla volta e rimanendo il più presenti possibili su di essa.
Ho il maledetto vizio ma credo sia comune a molti, di fare 50 cose assieme, ad esempio inserisco codici di materiale nel gestionale contabile(operazione meccanica) e siccome mi annoio contemporaneamente navigo nel web...
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Vecchio 24-09-2010, 17.48.08   #45
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Mi riferisco a questi ultimi interventi.
Di solito è anche interpretabile in questa maniera ma più in generale dovrebbe essere che è l'atteggiamento di fondo che ci rende magari volenterosi in tutto, anche nei pagamenti, dato che il discorso appunto sviluppato deve essere un altro.
Per me è fuorviante invece pensare al discorso energia, come se per ogni evento mi dovessi reimpostare, l'evento è soltanto uno, la vita, dopo di che ci sono una miriade di piccole cose che vanno affrontate al di la di tutto.
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