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Vecchio 05-02-2010, 14.11.26   #26
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questa specie di diritto al lavoro che non e' un diritto perche' correlato al diritto c'e' sempre un obbligo di qualcuno, e' come il diritto all'amore ,all'affetto familiare e' un ideale cui si tende e che serve alla realizzazione dell'uomo ma si tende ci si avvicina se possibile non e' un DIRITTO nel senso vero del termine .
Questa e' invece la pretesa di tanti ragazzi : il diritto ,con obbligo di tutti di accontentarli , ad essere felici .
In sostanza per fare un esempio terra terra è diritto (per esempio, un esempio, ripeto) nel senso che per lo stato non è ammissibile il caporalato, cioè che per lavorare sei costretto a pagare qualcuno che non c'entra nulla con il lavoro solo perchè questo in qualche maniera si è ritagliato una posizione di forza, non legale.
Avendo il diritto al lavoro devi poter accedere in maniera diretta e dritta ai lavori disponibili o potertene creare uno etc...
Questo naturalmente non implica l'eliminazione di tutte le strutture che servono per poter erogare questi lavori. Per entrare in un posto di lavoro potrà servire il concorso perchè molti lo vorrebbero, per mettere su una azienda occorrono documenti etc...
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Vecchio 05-02-2010, 15.45.31   #27
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questa specie di diritto al lavoro che non e' un diritto perche' correlato al diritto c'e' sempre un obbligo di qualcuno, e' come il diritto all'amore ,all'affetto familiare e' un ideale cui si tende e che serve alla realizzazione dell'uomo ma si tende ci si avvicina se possibile non e' un DIRITTO nel senso vero del termine .
Questa e' invece la pretesa di tanti ragazzi : il diritto ,con obbligo di tutti di accontentarli , ad essere felici .
Scusa Nike ma sento molta acredine verso i giovani, il diritto al lavoro rimane un diritto, non viene specificato quale sia il tipo di lavoro, l'essere ingegnere o spazzino, questo non ha importanza, l'importante è che vi sia la possibilità di trovare un lavoro!
La presunta pretesa dei ragazzi, almeno di quelli che conosco io, è di potersi introdurre nel mondo del lavoro al meglio (e chi può dargli torto?), ma se questa possibilità non c'è vedo che molti si adattano un po' a tutto, sempre secondo la mia esperienza!.
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Vecchio 05-02-2010, 17.37.23   #28
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Scusa Nike ma sento molta acredine verso i giovani, il diritto al lavoro rimane un diritto, non viene specificato quale sia il tipo di lavoro, l'essere ingegnere o spazzino, questo non ha importanza, l'importante è che vi sia la possibilità di trovare un lavoro!
La presunta pretesa dei ragazzi, almeno di quelli che conosco io, è di potersi introdurre nel mondo del lavoro al meglio (e chi può dargli torto?), ma se questa possibilità non c'è vedo che molti si adattano un po' a tutto, sempre secondo la mia esperienza!.
Nessuna acredine ma puro realismo .
Ci sono quelli che hanno famiglie meno agiate e che sono costretti a rimboccarsi le maniche e non fanno , da subito ,discorsi sul lavoro ideale sulla realizzazione personale ecc.ecc. discorsi che puoi fare tu che e' una vita che lavori ma non loro.
Questi innanzitutto si preoccupano di avere di che vivere e poi migliorano per quanto possibile la loro situazione .
Questi son Uomini cioe' ragazzi che non sono piu' accuditi dalle famiglie, che hanno preso per le corna la realta' e l'hanno affrontata .
Poi ci sono quelli che anche se non provenienti da famiglia agiata vivono alle spalle della famiglia ma per farlo ,visto che non sono stupidi , ti dicono un sacco di c..ate tipo ho le mie priorita' tipo devo realizzarmi ecc. e fanno fanno ma sconclusionatamente e per fare chiedono agli altri e se non riescono a fare la colpa e' degli altri.
Questo parlando di estremi , in mezzo c'e' di tutto ovviamente.
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Vecchio 05-02-2010, 17.55.13   #29
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In sostanza per fare un esempio terra terra è diritto (per esempio, un esempio, ripeto) nel senso che per lo stato non è ammissibile il caporalato, cioè che per lavorare sei costretto a pagare qualcuno che non c'entra nulla con il lavoro solo perchè questo in qualche maniera si è ritagliato una posizione di forza, non legale.
Avendo il diritto al lavoro devi poter accedere in maniera diretta e dritta ai lavori disponibili o potertene creare uno etc...
Questo naturalmente non implica l'eliminazione di tutte le strutture che servono per poter erogare questi lavori. Per entrare in un posto di lavoro potrà servire il concorso perchè molti lo vorrebbero, per mettere su una azienda occorrono documenti etc...
Certo , la Cost da' negli artt. 2 3 4 dei principi generali poi sta alla legge ordinaria rendere effettivo il diritto .
Legge ordinaria, che non puo' mai andare contro il 2 3 4 .
Dico 2 3 4 perche' ciascun principio limita l'altro cioe' non si potra' neppure obbligare nessuno ad assumere se non vuole ma se lo fa lo deve fare secondo le regole specifiche dettate dalla legge ordinaria .
Infatti nel 4 Cost si dice '' promuove le condizioni per rendere effettivo il diritto al lavoro ''.

Quello che dicevi tu era una necessaria tendenza che deve esserci a migliorarsi perche' cosi' migliora la societa' ma che e' per dire il vero anche espressa in forma di dovere dal 4 secondo comma della Cost :

''Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società''.
Ma e' un dovere piu' filosofico e sapienziaale che effettivo in quanto difficilmente si andra' a verificare se uno ha fatto tutto quello che poteva per migliorarsi .
Ma puo' diventare effettivo se un padre ad esempio , potendo fare di piu' fa poco o pochissimo per se' e la famiglia.
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Vecchio 05-02-2010, 19.38.43   #30
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Riconosce il diritto al lavoro, non al lavoro come dirigente, il mio lavoro ideale, lavoro, un lavoro punto. Non ad essere un lavoratore, questo solo io posso. Tutto il resto cioè le possibilità, la scelta etc... sono sotto i doveri e non a caso.


Se ci fosse una qualsiasi condizione per fare o avere una cosa significherebbe non averne diritto. Noi tutti abbiamo diritto alla vita, che siamo bianchi, neri, intelligenti, stupidi, belli, brutti etc etc... nessuna condizione, nessun ma e nessun però può mettersi in mezzo, questo è un diritto. Allo stesso modo abbiamo diritto al lavoro (almeno secondo la costituzione italiana, ma prima o poi scopriremo che è qualcosa che va oltre e rientra nelle leggi universali) ma per essere un diritto non c'è nessuna condizione, se ho diritto al lavoro ma solo quel particolare lavoro, non è più un diritto, non più il diritto al lavoro, ma il diritto a poter diventare ingegnere per esempio**. Già essere.... i diritti sono a fare non ad essere... anche sopra ho scritto diritto alla vita, non ad essere vivi, questo non lo abbiamo di nascita e nessuno può regalarcelo.

Mi fermo perchè l'argomento è meno stupido di quello che può sembrare a prima vista.


**essere non è un diritto, la possibilità di essere è un diritto.

Scusa, torno qui, perchè non sono sicura di aver capito.

Ho il diritto di lavorare ma non di essere un lavoratore.
Diritto alla vita ma non di essere vivi.

Sono parole forti. I diritti sono a fare e non ad essere.

Poi dici che una qualsiasi condizione per fare o avere una cosa non porta ad averne diritto...



Mi derubano, ehm, ho il diritto di essere arrabbiata? (si usa dire hai il diritto di sentirti così o cosà)

Secondo il tuo ragionamento la frase sopra sarebbe sbagliata. Perchè i diritti non sono ad essere ma a fare...

spero di aver capito qualcosa. (se è così buona parte delle cose che crediamo diritti non lo sono )
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Vecchio 05-02-2010, 20.05.23   #31
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Scusa, torno qui, perchè non sono sicura di aver capito.

Ho il diritto di lavorare ma non di essere un lavoratore.
Diritto alla vita ma non di essere vivi.

Sono parole forti. I diritti sono a fare e non ad essere.

Poi dici che una qualsiasi condizione per fare o avere una cosa non porta ad averne diritto...



Mi derubano, ehm, ho il diritto di essere arrabbiata? (si usa dire hai il diritto di sentirti così o cosà)

Secondo il tuo ragionamento la frase sopra sarebbe sbagliata. Perchè i diritti non sono ad essere ma a fare...

spero di aver capito qualcosa. (se è così buona parte delle cose che crediamo diritti non lo sono )
Si hai il diritto di poterti sentire arrabbiata, ma per essere arrabbiati non serve il diritto perchè è qualcosa che viene da dentro e nella realtà è molto più raro di quello che si crede.
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Vecchio 11-02-2010, 01.29.39   #32
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Nessuna acredine ma puro realismo .
Ci sono quelli che hanno famiglie meno agiate e che sono costretti a rimboccarsi le maniche e non fanno , da subito ,discorsi sul lavoro ideale sulla realizzazione personale ecc.ecc. discorsi che puoi fare tu che e' una vita che lavori ma non loro.
Questi innanzitutto si preoccupano di avere di che vivere e poi migliorano per quanto possibile la loro situazione .
Mio caro Nike questo è sempre stato, quando ero ragazza la differenza di ceto sociale pesava e come!
Sai quante mie amiche hanno potuto scegliere la facoltà che più le interessava senza nessun problema economico...da parte mia mi sono dovuta adattare, non ho potuto prendere Lingue perchè mio padre non poteva permettersi di mandarmi all'estero o di prendere ripetizioni per la seconda lingua o per farmi frequentare l'Università lontana da casa!
E poi la scelta del lavoro si è basata sulla velocità di trovare velocemnte una soluzione economica, non certo in base alle mie aspirazioni! E questo è avvenuto per mio padre prima di me, i ceti sociali ci sono, esistono anche da noi non solo in India, gli avvocati, i notai lasciano gli studi ai figli, gli imprenditori lasciano le ditte ecc.ecc., chi non può fare altro lascia i propri possedimenti al giovane erede che magari se ne ha la capacità può dedicarsi alla filosofia, alla scrittura, come dice giustamente Schopenhauer ci si può dedicare agli studi filosofici solo avendo uno stato di benessere economico...altrimenti ti tocca lavorare, qualsiasi tipo di lavoro, mi ricordo di aver fatto domanda anche da bidella e per qualche tempo mi presero come applicata di segreteria, niente di male ma certo non era nelle mie aspirazioni! Questo per dire che i giovani di buona famiglia si possono permettere di "cazzeggiare" e gli altri no!

Ultima modifica di filoumenanike : 11-02-2010 alle ore 01.32.11.
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Vecchio 11-02-2010, 06.34.35   #33
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Mio caro Nike questo è sempre stato, quando ero ragazza la differenza di ceto sociale pesava e come!
Sai quante mie amiche hanno potuto scegliere la facoltà che più le interessava senza nessun problema economico...da parte mia mi sono dovuta adattare, non ho potuto prendere Lingue perchè mio padre non poteva permettersi di mandarmi all'estero o di prendere ripetizioni per la seconda lingua o per farmi frequentare l'Università lontana da casa!
E poi la scelta del lavoro si è basata sulla velocità di trovare velocemnte una soluzione economica, non certo in base alle mie aspirazioni! E questo è avvenuto per mio padre prima di me, i ceti sociali ci sono, esistono anche da noi non solo in India, gli avvocati, i notai lasciano gli studi ai figli, gli imprenditori lasciano le ditte ecc.ecc., chi non può fare altro lascia i propri possedimenti al giovane erede che magari se ne ha la capacità può dedicarsi alla filosofia, alla scrittura, come dice giustamente Schopenhauer ci si può dedicare agli studi filosofici solo avendo uno stato di benessere economico...altrimenti ti tocca lavorare, qualsiasi tipo di lavoro, mi ricordo di aver fatto domanda anche da bidella e per qualche tempo mi presero come applicata di segreteria, niente di male ma certo non era nelle mie aspirazioni! Questo per dire che i giovani di buona famiglia si possono permettere di "cazzeggiare" e gli altri no!
Gia' ma non mi pare che ad un osservatore attento debba sfuggire che questo vantaggio alla lunga non e' un vero vantaggio per la maggior parte delle persone che sfruttano la loro condizione di benessere di partenza .
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Vecchio 11-02-2010, 10.19.52   #34
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come dice giustamente Schopenhauer ci si può dedicare agli studi filosofici solo avendo uno stato di benessere economico...
Anche se l'ha detto lui non è vero.
Spesso, se non sempre è il contrario, occorre un certo stato di tensione e sofferenza perchè l'uomo incosciente possa rivolgere la sua attenzione a qualcosa di diverso. Quando l'uomo è cosciente, almeno in minima parte non conta più nulla se è ricco o povero, bello o brutto etc...

Non c'entra tantissimo con il discorso, ma in una vita non è importante il punto di arrivo, è importante il viaggio. Se uno nasce ricco e si adagia nella ricchezza il viaggio non potrà mai farlo... e tante volte qualcuno incosciente ma un pò sensibile, pur essendo pieno di soldi vive una vita assurda e poi si suicida. Perchè? Ha tutto... almeno a prima vista...
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Vecchio 11-02-2010, 10.57.42   #35
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Anche se l'ha detto lui non è vero.
Spesso, se non sempre è il contrario, occorre un certo stato di tensione e sofferenza perchè l'uomo incosciente possa rivolgere la sua attenzione a qualcosa di diverso. Quando l'uomo è cosciente, almeno in minima parte non conta più nulla se è ricco o povero, bello o brutto etc...

Non c'entra tantissimo con il discorso, ma in una vita non è importante il punto di arrivo, è importante il viaggio. Se uno nasce ricco e si adagia nella ricchezza il viaggio non potrà mai farlo... e tante volte qualcuno incosciente ma un pò sensibile, pur essendo pieno di soldi vive una vita assurda e poi si suicida. Perchè? Ha tutto... almeno a prima vista...
Non metto in discussione quanto affermi, alla base ci deve essere quel grado di sensibilità che fa la differenza tra l'uno e l'altro...tutto questo non esclude il fatto che anche se sensibile e con molte capacità se non hai il sostentamento non puoi dedicarti alla pura filosofia, a meno che non si decida di diventare un eremita!
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Vecchio 11-02-2010, 15.05.08   #36
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Volevo dire a Uno che in effetti ho aperto qui perchè mi interessa proprio la parte esoterica del lavoro.
Non avendo studiato, non mi sono mai posta il problema di dover avere un gran lavoro, non ho mai pensato al lavoro come a qualcosa che mi realizzasse, a dirla papale, papale, del lavoro non mi è mai fregato molto. ( mi serviva per vivere)
Però l'ho sempre esercitato nel migliore dei modi possibili le mie mansioni, anche quelle più umili tant'è che è rimasto sempre un buon ricordo di me nelle persone per cui ho lavorato. mentre lui in me molto meno ahahahah (non so se sia dovuto ai problemi che ho visto travolgere mio fratello quando ero piccina o comuque le mie problematiche ad affrontare le vita)
Anzi ho pure pensato una volta che dovevo stare attenta perchè era il lavoro a cercarmi mentre io scappavo ora si deve esser stancato di rincorrermi
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Vecchio 12-02-2010, 01.22.31   #37
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Quando l'uomo è cosciente, almeno in minima parte non conta più nulla se è ricco o povero, bello o brutto etc...

...tante volte qualcuno incosciente ma un pò sensibile, pur essendo pieno di soldi vive una vita assurda e poi si suicida. Perchè? Ha tutto... almeno a prima vista...
Non riesco a captare la distinzione che fai tra cosciente e incosciente, mi disorienta infatti l'incosciente sensibile perchè associavo l'idea di incosciente ad una persona senza consapevolezza di sè, quindi poco sensibile, puoi dirmelo in modo più facile per me

Non ho masi pensato, se non da molto giovane, che la ricchezza fosse la felicità, ho semplicemente detto, e dunque concordo con Schop, che una buona situazione economica rende più agevole e fattibile le attiività di pensiero.
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Vecchio 12-02-2010, 01.38.45   #38
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, e dunque concordo con Schop, che una buona situazione economica rende più agevole e fattibile le attiività di pensiero.
Forse una volta era così, ma quando dico una volta mi riferisco a molto tempo prima di quello che si penserebbe di primo acchito... molto prima di Schop.

Qui abbiamo un aggancio tra l'argomento e la sezione. Qual'è la condizione economica più favorevole per evolvere? (ho detto evolvere, non pensare). E' una condizione per la quale non devo impazzire per sopravvivere ma neanche ho tutto senza fatica. Chiaro che in questi parametri è presente un trend, una vasta gamma di possibilità. Potrebbe andar bene sia che guadagno mille euri al mese, sia che ne gudagno centomila, se per guadagnarli devo impegnarmi seriamente. Mentre già una rendita, anche di 4000 al mese, che mi arriva senza che faccio nulla, sarebbe un intoppo.

Dico questo perchè le caratteristiche più comuni dell'umano attuale porterebbero quasi tutti quelli che non dovessero faticare per vivere a non muoversi di un millimetro, spesso ad indietreggiare. Chiaramente sono possibili le eccezioni, ma se ascoltiamo le balle della mente, siamo tutti eccezioni.
Invece è possibile, grazie al proprio lavoro, costruirsi una situazione economicamente solida, magari non priva di qualche comodità. Questo effettivamente darebbe o il tempo o l'energia per impegnarsi, per Lavorare... servono entrambi, ma la seconda conta di più, perchè se c'è usa meglio la prima.
Certo, una condizione in cui per sopravvivere a stento devo usare ogni goccia della mia energia e comuque vivo preoccupato, è sfavorevole anch'essa. Non mi resta niente per Lavorare.

In Massoneria, in modo più o meno codificato, gira il pensiero che uno deve prima sistemare la sua condizione economica, terrena, e poi può efficacemente occuparsi dell'aspetto spirituale. In questo è in linea con le dottrine orientali, che prevedevano la Ricerca nella parte finale della vita (non tutte e non per tutti comunque).
Il che non è errato, ma neanche così rigido. Se mi trovo in quel range di possibilità di cui parlavo prima, la stessa sistemazione o solidificazione della condizione economica può diventare un aspetto del Lavoro. Perchè conta il modo.

E perchè tutto deve essere Lavoro se voglio arrivare da qualche parte...
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Vecchio 12-02-2010, 10.34.50   #39
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Forse una volta era così, ma quando dico una volta mi riferisco a molto tempo prima di quello che si penserebbe di primo acchito... molto prima di Schop.
Esatto.
Cosa è cambiato?
E' cambiato che una volta (minimo, ma dico minimo, un paio di secoli fa) chi partiva da posizione privilegiata, perchè ricco e/o in posizioni di potere, fin da ragazzo veniva inserito in un sistema di educazione rigido. Ben più rigido della gente normale da un certo punto di vista. Il ragazzo povero era condizionato solo al lavoro materiale: produrre->mangiare e simile. Il ragazzo ricco, studio culutrale a parte doveva assimilare tutta una serie di regole di comportamento che poi gli avrebbero dato le basi per prendere il posto dei genitori.
L'etichetta per esempio di cui oggi ci rimane solo una cosa pomposa e sterile....
Oggi le cose sono cambiate, prendiamo un esempio a caso: Lapo. Poteva diventare un capitano di industria, invece approfittando dei suoi privilegi fa la "bella" (punti di vista) vita e poi spende qualche milione per mettere su qualcosa che lo fa sentire responsabile. Che possibilità può avere di evolvere una persona così? (non è un giudizio, non lo giudico, dico ciò che vedo)
Si, può sempre cambiare, ma di fatto ha le stesse possibilità di chiunque, non di più.

Non è neanche vero che uno che debba arrabattarsi per mangiare non possa evolvere, altrimenti dobbiamo riscrivere la storia di S.Francesco, dello stesso Gesù, del Buddha etc...

In sostanza poveri o ricchi s'ha da lavorà se si vuole crescere anche come persone, non esiste il ricco che si chiude in biblioteca, legge, studia ed evolve. Al massimo si fa un cultura dei termini, delle filosofie, ma occorre l'interazione con altre persone e nei momenti di difficoltà e tensione..... o di gioia (cosa che però per diversi motivi, che abbiamo già visto altrove e eche riprenderemo, è più rara).
Tensione non significa litigare, cosa che qualcuno a mezza via ha capito

La sensibilità e la coscienza sono collegate Filo, ma non sono la stessa cosa. Puoi essere sensibile e sentire che qualcosa non va ma non averne coscienza, viceversa se ne hai coscienza sei anche sensibile e senti
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In sostanza poveri o ricchi s'ha da lavorà se si vuole crescere anche come persone, non esiste il ricco che si chiude in biblioteca, legge, studia ed evolve.
Vorrei tornare su questo punto per dire che non basta muovere le mani per dire sto lavorando .
Per poter dire sto lavorando bisogna che questa attivita' sia produttiva almeno dal punto di vista materiale se non spirituale e bisogna rischiare qualcosa di nostro per far si che siano messe in campo tutte le energie .
Altrimenti e' un gioco .
Torniamo all'art. 4 2 comma Cost a cui rimando.
Voglio dire che se mio nipote mi chiede in prestito ( per modo di dire perche' non e' un prestito ) dei soldi per costruire delle stalle senza mettere in gioco il rischio che quel posto non sia adatto o non gli consenta di sopravvivere o di vivere decorosamente e quindi di perdere qualcosa anche piu' di qualcosa , questo non e' lavorare , questa non e' un'esperienza utile .
Immaginate invece che chieda un prestito in banca e che quindi debba rischiare qualcosa di suo o della moglie visto che il terreno e' della moglie e verrebbe ipotecato a garanzia del prestito, allora questo e' lavorare , quella e' un'esperienza utile in tutti i sensi a prescindere dal successo o meno della sua iniziativa .
Immaginate che la banca non eroghi il prestito senza l'entrata certa di uno stipendio allora dovrebbe lavorare da lun a ven e dedicarsi ai suoi sogni sab e dom .
Allora tanto di cappello questo e' lavorare sul serio in funzione e di una crescita materiale sua e della famiglia e spirituale .
Invece no lui alle banche non si rivolgera' mai dice perche' le banche strumento demoniaco della modernita' lo massacrano con gli interessi passivi .
Mica scemo no?
Chiedo sinceramente a voi se sbaglio a vederla cosi'.

Ultima modifica di nikelise : 12-02-2010 alle ore 11.50.23.
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Vecchio 12-02-2010, 13.09.40   #41
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Esatto.
Cosa è cambiato?
E' cambiato che una volta (minimo, ma dico minimo, un paio di secoli fa) chi partiva da posizione privilegiata, perchè ricco e/o in posizioni di potere, fin da ragazzo veniva inserito in un sistema di educazione rigido. Ben più rigido della gente normale da un certo punto di vista. Il ragazzo povero era condizionato solo al lavoro materiale: produrre->mangiare e simile. Il ragazzo ricco, studio culutrale a parte doveva assimilare tutta una serie di regole di comportamento che poi gli avrebbero dato le basi per prendere il posto dei genitori.
L'etichetta per esempio di cui oggi ci rimane solo una cosa pomposa e sterile....
Oggi le cose sono cambiate, prendiamo un esempio a caso: Lapo. Poteva diventare un capitano di industria, invece approfittando dei suoi privilegi fa la "bella" (punti di vista) vita e poi spende qualche milione per mettere su qualcosa che lo fa sentire responsabile. Che possibilità può avere di evolvere una persona così? (non è un giudizio, non lo giudico, dico ciò che vedo)
Si, può sempre cambiare, ma di fatto ha le stesse possibilità di chiunque, non di più.

Non è neanche vero che uno che debba arrabattarsi per mangiare non possa evolvere, altrimenti dobbiamo riscrivere la storia di S.Francesco, dello stesso Gesù, del Buddha etc...

In sostanza poveri o ricchi s'ha da lavorà se si vuole crescere anche come persone, non esiste il ricco che si chiude in biblioteca, legge, studia ed evolve. Al massimo si fa un cultura dei termini, delle filosofie, ma occorre l'interazione con altre persone e nei momenti di difficoltà e tensione..... o di gioia (cosa che però per diversi motivi, che abbiamo già visto altrove e eche riprenderemo, è più rara).
Tensione non significa litigare, cosa che qualcuno a mezza via ha capito

La sensibilità e la coscienza sono collegate Filo, ma non sono la stessa cosa. Puoi essere sensibile e sentire che qualcosa non va ma non averne coscienza, viceversa se ne hai coscienza sei anche sensibile e senti
Oh insomma mi vergogno un po' delle domande che vorrei porti, mi sforzo eh.
Ogni tipo di lavoro va bene? Oppure ci sono lavori che non vanno bene? Faccio un esempio una donna che ha una famiglia e che non ha nessun parente che la può aiutare, ne finanziariamente ne come supporto di nessun genere, ed ha dei problemi logistici per cui deve essere sempre reperibile, può trovare un lavoro da svolgere nella propria abitazione, anche questo è un lavoro ottimale, oppure è come rimanere nella bibblioteca?
Altra cosa, quella tensione di cui parli deve essere qualcosa di cui ho paura visto che è come se qualcosa in me si rifiuti di comprenderla si può aprire un'altro thread su questa cosa? Se poi non capisco neppure così mi rassegnerò almeno avrò la prova che o non ce la faccio, o non voglio farlo, ma almeno una presa di coscienza, pensi si possa fare?
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