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Vecchio 28-02-2009, 09.53.52   #76
gibbi
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E il preferito di quel qualcosa che ha avuto in più (ricerca inconscia)... che poi alla fin fine corrisponde sempre a qualcosa che è mancato, anche se per dire ha ricevuto attenzioni sufficienti, ha però visto come l'altro non ne riceveva e siccome anche il fratello è oggetto di proiezioni, alla fine gli sono mancate comunque attenzioni.
L'unico modo, se hai più figli, di dare ad uno quel che gli serve è darlo ad entrambi.

Poi comunque sia il preferito che lo spreferito penseranno che la loro è la condizione peggiore
Già , mai contenti.

Spesso "il preferito" è solo "il prescelto" per un certo compito , ruolo , è quello che si presta per sue caratteristiche a svolgerlo meglio , quindi quello a cui vengono date( inconsciamente o meno )talvota maggiori responsabilità , quello da cui si pretende di più ...o comunque si pretende faccia proprio quello . Se non avesse certe caratteristiche probabilmente non sarebbe il preferito , quindi talvolta c'è un concorso... del preferito nell'essere "scelto"

Ultima modifica di gibbi : 28-02-2009 alle ore 09.55.54.
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Vecchio 28-02-2009, 10.00.45   #77
gibbi
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Beh, si. Aggiungendo però alla faccenda del gruppo che il genitore in questione, anche se è diventato tale prima di diventare adulto del tutto, e quindi consapevole, può diventarlo per lavoro personale durante, e quindi essere in itinere anche se non c'è un gruppo che lo influenza positivamente. La faccenda del gruppo era per la società, quindi per quelli che dormono (più quelli che non si vogliono svegliare) e che vengono comunque guidati.
Se un genitore inizia a svegliarsi di suo (poi comunque qualche influenza deve averla avuta, ma spesso la scintilla è uno shock), lavorando, inizia a cambiare le cose (come avevo già detto... solo iniziando a lavorare) e tutti quelli che gli stanno intorno ne guadagnano possibilità variabili a seconda del caso, ma è comunque un guadagno.

Questa poi è a mio avviso l'unica possibilità di risveglio possibile, dato che non credo ci siano genitori consapevoli che lo erano già prima di far figli (o casi rarissimi, più unici che rari e comunque difficile entrambi).
Mi sembra si sia detto più volte che , fermo lo shock iniziale , per proseguire in un certo Lavoro indispensabile per crescere e diventare Adulto , un gruppo ci deve essere .....comuque è a quello mi riferivo .
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Vecchio 28-02-2009, 12.09.00   #78
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Non c'e' tempo e voglia normalmente fino ai 30 di dedicarsi a queste cose .E forse e' anche giusto cosi' c'e' un tempo per tutto .
.
Questo non è vero e ti sorprenderesti moltissimo, il tuo è un normalmente davvero molto generalizzato. Anzi ti dirò che se non inizia prima, dopo è sempre più difficile.



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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 28-02-2009, 12.16.15   #79
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Sai che ci stò pensando da quando lo hai scritto e ancora non so cosa mi torna e cosa no?
Non sono sicura sia così, anche se ho maggiormente vissuto la situazione opposta per cui mi rendo conto di non essere molto obiettiva.

Eppure si è anche scritto che in genere un preferito non si accorge di esserlo e se se ne accorge sminimizza.

Se non acquisisce il senso di essere in debito potrebbe anche non esserne condizionato mentre chi non viene preferito inconsciamente sarà sempre alla ricerca di quel qualcosa che gli è mancato.

Qualcuno ha un'idea su come rendere più chiaro questo passaggio?
Un fratello favorito in genere non si trova in una situazione di tensione, ottiene, ha i suoi bisogni primari, fisici, mentali materiali ecc ecc. Non si pone nella condizione di farsi domande. E'investito letteralmente di attenzioni condizionanti, di proiezioni condizinanti e poi per sua caratteristica riesce a soddisfare le aspettative di chi si aspetta, questo ancor più non lo mette in condizioni di porsi in discussione. Non ha idea del perchè debba farlo .Insomma viene continuamente addormentato, ovattato nel mondo dei sogni. Lo sfavorito si scontra con qualcosa che gli fa sentire sofferenza lo fa continuamente nel bene e nel male, per questo motivo per me è favorito nella vita se sa sfruttare l'occasione, è favorito perchè si è sempre posto delle domande del tipo: perchè? L'altro non è stato messo nella condizione di farlo perchè la mamma o il papà lo voleva tenere legato. Il suo addormentamento ha fatto si che non vedesse mai queto piano.
Immagina un favorito, perfetto, vincente con i fratelli, sempre in mostra per i genitori, sempre il primo, sempre migliore... ma sai nella vita che botte. Si dovrà difendere tantissimo, si dovrà chiudere al mondo, si dovrà fare l'idea che il mondo è una tana di lupi e che non c'è nessuna speranza e magari poi prendersela con qualche istituzione su cui scaricare il malessere. Il condizionamento del favorito gli impedisce allo stesso modo dello sfavorito di essere capace di avere rapporti paritari con il mondo.

In alcuni si trasformano in patologie vere e proprie.

E' vero quello che dice Ray che ognuno pensa di stare peggio, ma realmente alla fin fine penso che peggio stia il favorito proprio perchè non ha armi per affrontare il mondo, si deve chudere si deve irrigidire, e farà mille volte più fatica per vederlo se mai volesse farlo, altrimenti continuerà per la sua strada con buona pace di tutti. .

Le dinamiche quelle sono, il favorito ha uno sviluppo in un senso e lo sfavorito in un'altro. .

Se ancora non è chiarissimo il mio pensiero ci riprovo anche perchè è una cosa che ho esplorato con questo 3d per cui non ho ancora chiarissmo tutto.
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Vecchio 28-02-2009, 14.09.11   #80
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E' vero quello che dice Ray che ognuno pensa di stare peggio, ma realmente alla fin fine penso che peggio stia il favorito proprio perchè non ha armi per affrontare il mondo, si deve chudere si deve irrigidire, e farà mille volte più fatica per vederlo se mai volesse farlo, altrimenti continuerà per la sua strada con buona pace di tutti. .
Hai analizzato la condizione del favorito e quindi le difficoltà che questa condizione gli prospetta. Ma lo sfavorito?
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Vecchio 28-02-2009, 14.23.28   #81
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Voglio solo ricordarvi una cosa: se è vero come stiamo dicendo qui che l'ambiente (e quindi soprattutto fino ad una certa età la famiglia per la maggior parte) ci forma e condiziona abbiamo anche qualcosa di innato, quel qualcosa che è ben evidente da piccolissimi e che poi viene subito sepolto da quintali di impressioni che il corpo non è ancora in grado di metabolizzare.
Quindi anche per ciò che riguarda il discorso, preferito o spreferito che sia rimarrà colpito da questa condizione fin tanto (e se) che riuscirà a metabolizzare la mole di impressioni ricevute fin dalla nascita e a riscorgere almeno la propria essenza.
Senza queste due minime condizioni sarà come un oggetto nella catena di montaggio di una fabbrica, "seguirà" il rullo, in realtà il rullo lo trasporterà. Guardandosi intorno, non riuscendo a vedere il rullo, crederà di avere un'autonomia, un'individualità etc... in realtà il guardarsi intorno gli impedirà di prendere coscienza di chi è.
Da questo punto di vista preferiti e spreferiti sono uguali, non cambia nulla.
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Vecchio 28-02-2009, 14.59.57   #82
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Hai analizzato la condizione del favorito e quindi le difficoltà che questa condizione gli prospetta. Ma lo sfavorito?
Cambia il punto di vista ma il disagio sarà lo stesso.
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Vecchio 01-03-2009, 17.23.36   #83
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Un fratello favorito in genere non si trova in una situazione di tensione, ottiene, ha i suoi bisogni primari, fisici, mentali materiali ecc ecc. Non si pone nella condizione di farsi domande. E'investito letteralmente di attenzioni condizionanti, di proiezioni condizinanti e poi per sua caratteristica riesce a soddisfare le aspettative di chi si aspetta, questo ancor più non lo mette in condizioni di porsi in discussione. Non ha idea del perchè debba farlo .Insomma viene continuamente addormentato, ovattato nel mondo dei sogni. Lo sfavorito si scontra con qualcosa che gli fa sentire sofferenza lo fa continuamente nel bene e nel male, per questo motivo per me è favorito nella vita se sa sfruttare l'occasione, è favorito perchè si è sempre posto delle domande del tipo: perchè? L'altro non è stato messo nella condizione di farlo perchè la mamma o il papà lo voleva tenere legato. Il suo addormentamento ha fatto si che non vedesse mai queto piano.
Immagina un favorito, perfetto, vincente con i fratelli, sempre in mostra per i genitori, sempre il primo, sempre migliore... ma sai nella vita che botte. Si dovrà difendere tantissimo, si dovrà chiudere al mondo, si dovrà fare l'idea che il mondo è una tana di lupi e che non c'è nessuna speranza e magari poi prendersela con qualche istituzione su cui scaricare il malessere. Il condizionamento del favorito gli impedisce allo stesso modo dello sfavorito di essere capace di avere rapporti paritari con il mondo.

In alcuni si trasformano in patologie vere e proprie.

E' vero quello che dice Ray che ognuno pensa di stare peggio, ma realmente alla fin fine penso che peggio stia il favorito proprio perchè non ha armi per affrontare il mondo, si deve chudere si deve irrigidire, e farà mille volte più fatica per vederlo se mai volesse farlo, altrimenti continuerà per la sua strada con buona pace di tutti. .

Le dinamiche quelle sono, il favorito ha uno sviluppo in un senso e lo sfavorito in un'altro. .

Se ancora non è chiarissimo il mio pensiero ci riprovo anche perchè è una cosa che ho esplorato con questo 3d per cui non ho ancora chiarissmo tutto.
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Voglio solo ricordarvi una cosa: se è vero come stiamo dicendo qui che l'ambiente (e quindi soprattutto fino ad una certa età la famiglia per la maggior parte) ci forma e condiziona abbiamo anche qualcosa di innato, quel qualcosa che è ben evidente da piccolissimi e che poi viene subito sepolto da quintali di impressioni che il corpo non è ancora in grado di metabolizzare.
Quindi anche per ciò che riguarda il discorso, preferito o spreferito che sia rimarrà colpito da questa condizione fin tanto (e se) che riuscirà a metabolizzare la mole di impressioni ricevute fin dalla nascita e a riscorgere almeno la propria essenza.
Senza queste due minime condizioni sarà come un oggetto nella catena di montaggio di una fabbrica, "seguirà" il rullo, in realtà il rullo lo trasporterà. Guardandosi intorno, non riuscendo a vedere il rullo, crederà di avere un'autonomia, un'individualità etc... in realtà il guardarsi intorno gli impedirà di prendere coscienza di chi è.
Da questo punto di vista preferiti e spreferiti sono uguali, non cambia nulla.
Devo dire che questa è la condizione " tipo" che è più vicina a me e Sole l'ha descritta benissimo.
Io, preferito, rispetto a mio fratello, non preferito. Anzi io son stato voluto e lui è arrivato a sorpresa.
Aggiungo che è soltanto in questo periodo che riesco a vedere un po meglio, non foss'altro che per una sorta di desiderio di " vedere" o anche, se vogliamo, crescere ma che forse non so se ho definito al meglio ciò che presumo abbia voluto dire anche Uno.
Quel che più noto è che per entrambi ci sono, hanno agito e continuano ad avere influenza, determinate mancanze, sia per me e sia per lui; determinati meccanismi, sia per me e sia per lui etc etc.
Condivido - solo ora poichè qualche anno fa avrei detto " ma che cavolo state dicendo" e non poteva essere altrimenti se in fondo mancavano determinate cose. Il tutto riprendendo il discorso sul limite dal quale in poi ognuno deve uscire fuori di casa ed affrontare quel che ne segue - ciò che ha detto Nike.

Aggiungo però, cercando di rispondere anche a Filo allorquando più su ha detto che si presume ci deve essere una certa collimazione tra età matura " adulta" e, almeno, psicologica, cercando di unire entrabi i pensieri, che non è semplice sia per il genitore ammetere di non essere cresciuto - di norma si intende " crescita" la possibilità/responsabilità di mettere al mondo dei figli - come non è semplice da parte del figlio ammettere che è arrivato il momento di " staccarsi". Ci sarà sempre un gioco perverso da entrambo i lati!
Da un lato sempre chiuso ovattato ma anche no ma comunque " dentro" la famiglia, nella impossbilità di raggiungere una certa coscienza che gli permetta, poi, di prendere determinate decisioni. Dall'altro il peso di una responsabilità - dei genitori verso i figli - di dare ancora, e ancora e ancora convincendosi che non sono pronti, quando invece avrebbero potuto esserlo gia da prima.
Questo ultimo aspetto, a mio avviso, dovrebbe gia verificarsi, ed agire, gia da tenera età ma il genitore, come abbiamo detto, fa quel che può, dando poca attenzione a questo aspetto non meno importante di altri!
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 01-03-2009, 20.37.31   #84
nikelise
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Voglio solo ricordarvi una cosa: se è vero come stiamo dicendo qui che l'ambiente (e quindi soprattutto fino ad una certa età la famiglia per la maggior parte) ci forma e condiziona abbiamo anche qualcosa di innato, quel qualcosa che è ben evidente da piccolissimi e che poi viene subito sepolto da quintali di impressioni che il corpo non è ancora in grado di metabolizzare.
Quindi anche per ciò che riguarda il discorso, preferito o spreferito che sia rimarrà colpito da questa condizione fin tanto (e se) che riuscirà a metabolizzare la mole di impressioni ricevute fin dalla nascita e a riscorgere almeno la propria essenza.
Senza queste due minime condizioni sarà come un oggetto nella catena di montaggio di una fabbrica, "seguirà" il rullo, in realtà il rullo lo trasporterà. Guardandosi intorno, non riuscendo a vedere il rullo, crederà di avere un'autonomia, un'individualità etc... in realtà il guardarsi intorno gli impedirà di prendere coscienza di chi è.
Da questo punto di vista preferiti e spreferiti sono uguali, non cambia nulla.
Ma allora la mia perplessita' che tutto il male che accade allo spreferito possa essere necessariamente collegato agli errori dei genitori e' legittima .
Tu piu' su parlavi di tara inevitabile , ma forse non e' cosi' forse lo spreferito ci mette del suo .
Come in tutte le cose una difficolta' ti puo ' far crescere o affossare .
Non credo dunque che , salvo casi gravi , quella dei genitori sia una gran colpa .
La vita e' come ''a livella '' di De filippo (non la De Filippi di cui abbiamo piene la...tasche) mette tutti sullo stesso piano preferiti e spreferiti .
Anzi evitare che ''a livella '' cioe' la vita faccia quello che deve e' la vera colpa dei genitori .
Non e' cosi'?

PS a livella era la morte per De Filippo ma anche la vita ha la stessa funzione mi pare e questo ci sta nel vedere il doppio in tutte le cose .........senza aver bevuto!

Ultima modifica di nikelise : 01-03-2009 alle ore 20.40.24.
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Vecchio 01-03-2009, 21.23.55   #85
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Questo non è vero e ti sorprenderesti moltissimo, il tuo è un normalmente davvero molto generalizzato. Anzi ti dirò che se non inizia prima, dopo è sempre più difficile.



Ti spiego perche' per me , salvo rare eccezioni ,non e' posibile una trasformazione prima circa dei 40, 45 anni:
perche' cambiare significa mettere in gioco , in discussione quello che sei , quello che hai fatto e quello che sei diventato .
E' un'avversione alla personalita' (alla G.) o alla maschera che ti sei appiccicato addosso o all'adattamento sociale a cui sei stata costretta.
Questo e' trasformarsi , cambiare , e' il morire di qualcosa di te per una nuova rinascita.
Ma per morire devi aver vissuto ,per cambiare devi aver vestito a lungo un certo abito ,devi essere stufo di quello che sei diventato
e questo e' giusto che non ci sia, che non avvenga a 30 quando stai appena costruendo qualcosa .
Che si studi, si legga, si pensi a 30 non vuol dire che si senta il bisogno di morire con tutto quello che comporta in termini di emozioni e di sofferenza .
Solo questa emozione e sofferenza e' la cartina di tornasole di un bisogno di cambiare il proprio essere.
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Vecchio 01-03-2009, 21.35.15   #86
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Ti spiego perche' per me , salvo rare eccezioni ,non e' posibile una trasformazione prima circa dei 40, 45 anni:
perche' cambiare significa mettere in gioco , in discussione quello che sei , quello che hai fatto e quello che sei diventato .
E' un'avversione alla personalita' (alla G.) o alla maschera che ti sei appiccicato addosso o all'adattamento sociale a cui sei stata costretta.
Questo e' trasformarsi , cambiare , e' il morire di qualcosa di te per una nuova rinascita.
Ma per morire devi aver vissuto ,per cambiare devi aver vestito a lungo un certo abito ,devi essere stufo di quello che sei diventato
e questo e' giusto che non ci sia, che non avvenga a 30 quando stai appena costruendo qualcosa .
Che si studi, si legga, si pensi a 30 non vuol dire che si senta il bisogno di morire con tutto quello che comporta in termini di emozioni e di sofferenza .
Solo questa emozione e sofferenza e' la cartina di tornasole di un bisogno di cambiare il proprio essere.
Mah, mi sa molto di soggettivo. Nelle società tradizionali l'età per l'Iniziazione (quella maiuscola) era 28. Che poi sarebbe anche la migliore per il fisico. Il fatto che adesso, per come abbiamo impostato la società, ci siano sti mostruosi ritardi, fa parte del "piano" per il non risveglio.
Anche se prima dei 28 credo sia impossibile, ma parliamo di arrivo e non di partenza della Ricerca, prima si inizia meglio è. Inoltre credo che prima si inizi più possibilità ci siano.
Poi che la maggior parte dei trentenni ne abbia in realtà 12 è un fatto, e fa parte di quel "piano".
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Vecchio 01-03-2009, 22.36.35   #87
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Mah, mi sa molto di soggettivo. Nelle società tradizionali l'età per l'Iniziazione (quella maiuscola) era 28. Che poi sarebbe anche la migliore per il fisico. Il fatto che adesso, per come abbiamo impostato la società, ci siano sti mostruosi ritardi, fa parte del "piano" per il non risveglio.
Anche se prima dei 28 credo sia impossibile, ma parliamo di arrivo e non di partenza della Ricerca, prima si inizia meglio è. Inoltre credo che prima si inizi più possibilità ci siano.
Poi che la maggior parte dei trentenni ne abbia in realtà 12 è un fatto, e fa parte di quel "piano".
Forse sara' soggettivo ma non hai dimostrato perche' dovrebbe essere diverso da come dico io , consideate le motivazioni di un cambiamento.
Prima si inizia meglio e' ?
Non si tratta di prenotarsi per una prima a teatro, potrebbe non arrivare mai questo inizio.
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Vecchio 01-03-2009, 22.49.51   #88
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Forse sara' soggettivo ma non hai dimostrato perche' dovrebbe essere diverso da come dico io , consideate le motivazioni di un cambiamento.
Prima si inizia meglio e' ?
Non si tratta di prenotarsi per una prima a teatro, potrebbe non arrivare mai questo inizio.
Stai dicendo che è quasi impossibile una Ricerca prima dei 40-50 perchè prima manca l'interesse.
La mia esperienza dice il contrario. Non solo per quanto mi riguarda, ma anche per quanto riguarda la quasi totalità delle persone che conosco e che cercano. Hanno iniziato prima... non solo: forse cercano da sempre. Poi possiamo disquisire su potenziale e effettivo se vuoi, ma l'interesse non si è destato a tarda età. E' questa semmai l'eccezione.

Adesso dimostrami tu perchè dovrebbe essere come dici tu, ossia nessun cambiamento di vita prima dei 40, 50.
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Vecchio 02-03-2009, 01.10.14   #89
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Devo dire che questa è la condizione " tipo" che è più vicina a me e Sole l'ha descritta benissimo.
Aggiungo però, cercando di rispondere anche a Filo allorquando più su ha detto che si presume ci deve essere una certa collimazione tra età matura " adulta" e, almeno, psicologica, cercando di unire entrabi i pensieri, che non è semplice sia per il genitore ammetere di non essere cresciuto - di norma si intende " crescita" la possibilità/responsabilità di mettere al mondo dei figli - come non è semplice da parte del figlio ammettere che è arrivato il momento di " staccarsi". Ci sarà sempre un gioco perverso da entrambo i lati!
la descrizione di sole è perfetta anche per me, da sempre sonostata considerata la figlia migliore, sono stata la più grande, la più capace, la più svelta, la più sovversiva , la più forte, la più estroversa, senza paure...e mia sorella la piccolina, la timida, incapace di difendersi, più debole...
il ruolo che da sempre mi hanno dato mi è costato fatica, sacrifici, solitudine e incomprensione. ogni volta era necessario mettersi la maschera e a volte occorreva recitare la parte, non potevo confidare le angosce, le paure altrimenti avrei messo in discussione i loro credo incrollabili che li aiutavano a vivere sicuri, nella certezza che gli sarei potuta ritornare utile o quanto meno non avrebbero dovuto preoccuparsi per me
solo intorno ai venti anni sono riuscita a parlare di me, a impormi così come sono, mi sono ricostruita, definendo soprattutto a me stessa quali erano i miei punti forti e i miei punti deboli, e ho combattuto contro i miei genitori per farmi accettare ma che sia riuscita nell'intento non posso affermarlo, quella cruda disamina del mio carattere non è stata accettata, mi preferivano come sempre mi avevano immaginata, che poi è un miscuglio di verità e di non verità
ogni giorno ci si mette a confronto, secondo quanto dici jez, mi sembra di capire che non potremmo mai essere pronti a diventare genitori, eppure io sono convinta che le esperienze ci aiutano a migliorare il rapporto con i figli, sbaglieremo ma in altri modi, ce lo diranno poi quando diventeranno grandi

Ultima modifica di filoumenanike : 02-03-2009 alle ore 01.14.11.
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Vecchio 02-03-2009, 07.43.56   #90
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Stai dicendo che è quasi impossibile una Ricerca prima dei 40-50 perchè prima manca l'interesse.
La mia esperienza dice il contrario. Non solo per quanto mi riguarda, ma anche per quanto riguarda la quasi totalità delle persone che conosco e che cercano. Hanno iniziato prima... non solo: forse cercano da sempre. Poi possiamo disquisire su potenziale e effettivo se vuoi, ma l'interesse non si è destato a tarda età. E' questa semmai l'eccezione.

Adesso dimostrami tu perchè dovrebbe essere come dici tu, ossia nessun cambiamento di vita prima dei 40, 50.
Se leggi con attenzione il mio post io l'ho gia' dimostrato con argomenti.

Tu dici che e' vero perche' che e' capitato a te e a chi ti sta vicino non aggiungi altro argomento .
Poi dipende se stiamo parlando della stessa cosa.
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Vecchio 02-03-2009, 09.30.21   #91
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In alcuni si trasformano in patologie vere e proprie.

E' vero quello che dice Ray che ognuno pensa di stare peggio, ma realmente alla fin fine penso che peggio stia il favorito proprio perchè non ha armi per affrontare il mondo, si deve chudere si deve irrigidire, e farà mille volte più fatica per vederlo se mai volesse farlo, altrimenti continuerà per la sua strada con buona pace di tutti. .

Le dinamiche quelle sono, il favorito ha uno sviluppo in un senso e lo sfavorito in un'altro. .

Se ancora non è chiarissimo il mio pensiero ci riprovo anche perchè è una cosa che ho esplorato con questo 3d per cui non ho ancora chiarissmo tutto.
Con argomento contrario a me asserito preferito c'e' chi dice che la mancanza di affetto nell'infanzia porta ad una chiusura nei confronti del mondo .
Chiusura automatica a livello di emozioni , con irrigidimento della struttura corporea quindi immobilita' e depressione ( prima o poi).
Il preferito invece acquista fiducia in famiglia e ce l'ha poi fuori nel mondo di conseguenza .
Queste sono condizioni di partenza , quello che succede dopo dipende da altri fattori.
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Vecchio 02-03-2009, 12.31.00   #92
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Se leggi con attenzione il mio post io l'ho gia' dimostrato con argomenti.

Tu dici che e' vero perche' che e' capitato a te e a chi ti sta vicino non aggiungi altro argomento .
Poi dipende se stiamo parlando della stessa cosa.
Mi sa che abbiamo concetti diversi di dimostrazione. Argomentare generalizzando opinioni su come vanno le cose, basandosi su chissà che dati (almeno io ho portato qualche dato personale) io non lo chiamo dimostrazione, non lo è neanche la mia se è per questo, infatti volevo solo dimostrare la sostenibilità di una posizione diversa dalla tua.
Può darsi anche che parliamo di cose diverse... in ogni caso mi sa che siamo già troppo OT, forse ci starebbe bene un tread appoosito.
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Vecchio 02-03-2009, 13.36.41   #93
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in ogni caso mi sa che siamo già troppo OT, forse ci starebbe bene un tread appoosito.
O.T. o no comunque meriterebbe un discorso approfondito a parte, che potrebbe comprendere oltre che l'età, elementi a favore e a sfavore di una crescita etc...
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Vecchio 02-03-2009, 13.44.08   #94
Sole
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Mi sa che abbiamo concetti diversi di dimostrazione. Argomentare generalizzando opinioni su come vanno le cose, basandosi su chissà che dati (almeno io ho portato qualche dato personale) io non lo chiamo dimostrazione, non lo è neanche la mia se è per questo, infatti volevo solo dimostrare la sostenibilità di una posizione diversa dalla tua.
Può darsi anche che parliamo di cose diverse... in ogni caso mi sa che siamo già troppo OT, forse ci starebbe bene un tread appoosito.
Resto OT per confermare quello che dice Ray con la mia esperienza che coincide perfettamente con la sua. Tutte le persone che ho conosciuto e Cercavano e che si mettevano in discussione uccidendo l'immagine di se stesse con fatica e Lavoro e che si struggevano l'anima per riuscire ad arrivare a cononscere se stessi ( la Ricerca) avevano ed hanno iniziato da sempre, molti non sanno dire neppure quando è cominciata. A 40 anni può sicurament einiziare una curiosità verso però la definirei una curiosità intellettuale. Poi non ho mai visto il caso per cui non so davvero.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 02-03-2009, 13.48.46   #95
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Con argomento contrario a me asserito preferito c'e' chi dice che la mancanza di affetto nell'infanzia porta ad una chiusura nei confronti del mondo .
Chiusura automatica a livello di emozioni , con irrigidimento della struttura corporea quindi immobilita' e depressione ( prima o poi).
Il preferito invece acquista fiducia in famiglia e ce l'ha poi fuori nel mondo di conseguenza .
Queste sono condizioni di partenza , quello che succede dopo dipende da altri fattori.
L'utostima e non stima di se sono la stessa cosa, non è comunque un equilibrio reale. Se ho sicurezza e fiducia falsata, cioè che mi è stata costruita con proiezioni di cui sopra, ho visione falsata di come il mondo reagisce a me. In parole povere, me la racconto ma me la faccio comunque sotto davanti al mondo così come chi non ha fiducia, solo che reagisco diversamente. Ma è sempre una reazione, non son mai io che vivo ma continuo a lasciarmi vivere.
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Vecchio 25-03-2009, 17.38.38   #96
lupo grigio
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Continuando sempre a parlare del rapporto tra figli e genitori e viceversa e del rapporto a volte molto difficile tra fratelli(indifferentemente se maschi o femmine)anche dove non ci sia "il preferito" e il" non preferito",però guardando questa volta il rapporto con occhi da genitore!
Premettendo che per quanto i genitori cerchino di essere il più possibile imparziali e quindi non fare preferenze verso nessuno dei propri figli e cercando di trattarli in maniera uguale senza preferire nessuno in particolare,i figli riusciranno SEMPRE a trovare qualche piccola sbavatura per accusare i genitori di non imparzialità.A mio modesto avviso questo scaturisce dal fatto che i figli sono molto egoisti e di conseguenza riusciranno sempre a trovare qualche cavillo per avvalorare la loro tesi della non imparzialità dei genitori.
Ciò premesso se due fratelli decidono di farsi la guerra e invece che crescere con serenità cercando di diventare persone consapevoli,cominciano a regredire facendosi i dispetti come i bambini e quindi cercando sempre di denigrare l'altro con i genitori(tipo:mamma mi ha fatto questo...papà mi ha fatto quest'altro),concentrando quasi tutte le loro energie nella ricerca del famoso"pelo nell'uovo" per potersi criticare a vicenda,QUALE DOVREBBE ESSERE L'ATTEGIAMENTO PIU' CONSONO DA PARTE DEI GENITORI PER AIUTARLI AD AMARSI COME FRATELLI?
Chiaramente questo comportamento non si verifica saltuariamente,ma giorno dopo giorno,ora dopo ora...
Provate ad immedesimarvi in questa situazione di genitori,vi assicuro che a volte si viene colti da una sensazione così triste,ma così triste che viene da piangere: Per fortuna non tutti i giorni sono uguali e così si sopravvive al dolore che si prova nel vedere due fratelli che si odiano(anche se sono sicuro che si vogliono bene,ma per il momento hanno deciso di tenerlo nascosto!)
A volte si prova un grande sentimento di rabbia(viene voglia di prenderli a calci),a volte si cerca di sdramatizzare buttando il discorso "in walzer",a volte si cerca di essere più saggi possibile e si cerca di spiegare con calma di venirsi incontro l'un l'altro e di aprire il proprio cuore verso l'altro.Però a volte(non tutti i giorni sono uguali,a volte si è più stanchi,più esausti) si prova una sensazione tremenda di impotenza e nullità!
Non puoi imparare da nessuno a fare il genitore,devi costruire durante il cammino della vita,giorno dopo giorno,questo ruolo così delicato ed importante,cercando di usare sempre il buon senso ma a volte non è sufficiente.
E' incredibile come a volte l'essere umano riesca a rovinarsi e complicarsi la vita da solo,con le sue mani,invece che cercare di godere appieno delle cose belle che la vita può donarci!
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Vecchio 25-03-2009, 17.42.18   #97
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Non ho la più pallida idea di come sia venuta fuori quella pecorella con la scimmia!?!?
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Vecchio 25-03-2009, 17.48.55   #98
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Vecchio 25-03-2009, 17.57.54   #99
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Non ho la più pallida idea di come sia venuta fuori quella pecorella con la scimmia!?!?
l'ho corretta io
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Vecchio 25-03-2009, 18.17.09   #100
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Continuando sempre a parlare del rapporto tra figli e genitori e viceversa e del rapporto a volte molto difficile tra fratelli(indifferentemente se maschi o femmine)anche dove non ci sia "il preferito" e il" non preferito",però guardando questa volta il rapporto con occhi da genitore!
Premettendo che per quanto i genitori cerchino di essere il più possibile imparziali e quindi non fare preferenze verso nessuno dei propri figli e cercando di trattarli in maniera uguale senza preferire nessuno in particolare,i figli riusciranno SEMPRE a trovare qualche piccola sbavatura per accusare i genitori di non imparzialità.A mio modesto avviso questo scaturisce dal fatto che i figli sono molto egoisti e di conseguenza riusciranno sempre a trovare qualche cavillo per avvalorare la loro tesi della non imparzialità dei genitori.
Ciò premesso se due fratelli decidono di farsi la guerra e invece che crescere con serenità cercando di diventare persone consapevoli,cominciano a regredire facendosi i dispetti come i bambini e quindi cercando sempre di denigrare l'altro con i genitori(tipo:mamma mi ha fatto questo...papà mi ha fatto quest'altro),concentrando quasi tutte le loro energie nella ricerca del famoso"pelo nell'uovo" per potersi criticare a vicenda,QUALE DOVREBBE ESSERE L'ATTEGIAMENTO PIU' CONSONO DA PARTE DEI GENITORI PER AIUTARLI AD AMARSI COME FRATELLI?
Chiaramente questo comportamento non si verifica saltuariamente,ma giorno dopo giorno,ora dopo ora...
Provate ad immedesimarvi in questa situazione di genitori,vi assicuro che a volte si viene colti da una sensazione così triste,ma così triste che viene da piangere: Per fortuna non tutti i giorni sono uguali e così si sopravvive al dolore che si prova nel vedere due fratelli che si odiano(anche se sono sicuro che si vogliono bene,ma per il momento hanno deciso di tenerlo nascosto!)
A volte si prova un grande sentimento di rabbia(viene voglia di prenderli a calci),a volte si cerca di sdramatizzare buttando il discorso "in walzer",a volte si cerca di essere più saggi possibile e si cerca di spiegare con calma di venirsi incontro l'un l'altro e di aprire il proprio cuore verso l'altro.Però a volte(non tutti i giorni sono uguali,a volte si è più stanchi,più esausti) si prova una sensazione tremenda di impotenza e nullità!
Non puoi imparare da nessuno a fare il genitore,devi costruire durante il cammino della vita,giorno dopo giorno,questo ruolo così delicato ed importante,cercando di usare sempre il buon senso ma a volte non è sufficiente.
E' incredibile come a volte l'essere umano riesca a rovinarsi e complicarsi la vita da solo,con le sue mani,invece che cercare di godere appieno delle cose belle che la vita può donarci!
Mi pare una bellissima analisi la tua Lupo Grigio e mi piace anche quando tra parentesi scrivi che si amano e che tu lo sai anche se loro se lo nascondono. Mi domando se tutto questo ti possa far sentire responsabile e non credo tu abbia potuto fare di più di quello che hai fatto da come ti leggo. Per cui avranno bisogno di tempo per comprendere ciò che in questo momento non vedono... o vedono male o comunque serve a loro. Penso che potrebbe essere utile non farsi coinvolgere e lasciare che se la cavino da soli visto che sono grandi e tutto quello che potevi fare per loro lo hai fatto.
Alla fine dici anche che l'essere umano si complica la vita...già...ma credo che tu lo abbia compreso da solo e con il tempo no? Dagli il tempo di impararlo di farne esperienza.
Noi possiamo solo dare consigli ma non possiamo obbligare a seguirli però possiamo continuare ad amare i nostri figli così come sono, entrambi nello stesso modo, e senza parteggiare per nessuno di loro.

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Ultima modifica di griselda : 25-03-2009 alle ore 18.19.32. Motivo: Ho corretto la p
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