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Vecchio 10-03-2010, 10.36.06   #1
griselda
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Dna o trasmissione, sono la mamma che mi è stata trasmessa e la figlia che sono diventata e rimasta.
Premessa per fermare un'idea che mi è venuta.

C'è stato un passaggio nella mia vita che poi alla fin fine non è mai avvenuto.
Queste sono sensazioni.

Mia madre, la riconosco in me, mi ha accudito in modo quasi ossessivo sino ai cinque anni credo. Per ossessivo intendo che non mi lasciava sola un attimo (a meno di cause di forza maggiore come quando si è ammalato mio fratello ed ero piccolissima mi pare avessi due anni) quando poi ero neonata, ricordo che mi raccontava che se stavo male e piangevo lei piangeva con me. Rimaneva li a guardarmi quando dormivo, e appena aprivo gli occhi lei c'era, insomma credo che il distacco dalla pancia alla fuori già non è stato fatto decentemente, ma si è protratto ancora per molto tempo.
Poi c'è stato l'asilo, trauma, (asilo esperienza stranegativa con una suora arpia) primo o se teniamo conto di quando avevo due anni secondo, distacco negativo come memoria.
Poi il lavoro di mia madre altro distacco anche se era raggiungibile ma non più a mia disposizione come prima.
Poi la scuola (vissuta come distacco non accettato) e li ci fu un cambiamento da parte di mia madre ancora peggiorativo di distacco da me. Beh io crescevo, lei lavorava ed io mi sentivo trascurata. (Ma sarà stato poi vero, oppure era solo la differenza tra il trattamento iniziale a cui ero abituata e quello che poi per forza di cose deve subire un cambiamento graduale di crescita per sviluppare l'autonomia del bambino?) Il poco o nullo dialogo credo che non abbia permesso di digerire questi cambiamenti, questi passaggi di stato.

Più crescevo e più mia madre prendeva le distanze da me. (almeno io la vivevo così, non avevo digerito che crescere volesse dire anche affrontare cambiamenti)
Inoltre dovevo esseremi accorta della differenza tra la solita routines e i momenti in cui mi ammalavo oppure creavo qualche problema in generale. In quei momenti LEI tornava ad essere la mia mamma di una volta. Solo in quei momenti ritornava a darmi attenzioni ormai per lei obsolete.

Bon

Credo di non aver cambiato una virgola da allora ad adesso.

IOIOIOIOIO se smetti di darmi attenzione io faccio casino, mi ammalo o litigo o pianto su un tale putiferio che mi DEVI dare retta per forza.
Poi anche se sei arrabbiatissimo/a con me mi sento comunque meglio di prima, perchè sono riuscita a rinconquistare la tua attenzione. () Per gli altri sono pazza e te credo chiedo scusa a tutti quelli che sono passati attraverso questa mia follia

Poi ho trovato anche altri modi per ricevere attenzione ma poi però se me la toglievano o la diminuivano mettevo sempre in ballo quel meccanismo.
Non puoi smettere di darmela, non puoi diminuirla perchè altrimenti ti detesto e ti pianto giù un casino.
IOIOIOIO devo, voglio essere il centro della tua attenzione, insomma un egocentrismo infantile che non è mai stato accettato compreso e superato.
Una bambina incavolata che non è mai riuscita a fare il salto, perchè ancora è lì ferma a chiedere a sua mamma di tornare ad essere la mamma ossessiva di attenzione che era stata i primi anni della mia vita.
(oddio ho fatto UGUALE vabbeh meglio che per ora non ci penso )

Bon e adesso cosa faccio?
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Vecchio 10-03-2010, 16.34.28   #2
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Parlavo tra me e me, essì! Invece che fare silenzio sono sempre li a discutere con la mia mente.
E dicevo, ma io chi sono?
Quale è la verità che ad ogni passo osservo da una prospettiva diversa?
La riconoscerò quando la incontrerò, nel mio girare in tondo come in una piazza dalla quale non riesco ad uscire?
Chi sono io? Che riesco a vedere mia madre da ogni prospettiva, tanti io diversi, da molteplici angolazioni, quasi usassi obbiettivi diversi per cercare l'inquadratura giusta, che alla fine pare allontanarsi ancora di più, perdendosi in meandri sconosciuti.
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Vecchio 10-03-2010, 18.09.34   #3
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Quando è morta tua mamma?
Non intendo quando è defunta fisicamente, parlo di un altro tipo di lutto.
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Vecchio 10-03-2010, 18.49.11   #4
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Quando è morta tua mamma?
Non intendo quando è defunta fisicamente, parlo di un altro tipo di lutto.
Se dovessi dirti che ho bene in mente quel giorno preciso e che mi ricordo bene direi una bugia.
Ci penserò
Per ora ho tre episodi che sono nella mia mente molto duri da digerire:
Il primo è stato quando io mi sono innamorata per la prima volta e da lei non ho avuto la minima compresione, ne dialogo, e anzi ha tentato di tenermi a freno con le botte ed io mi sono ribellata
La seconda è quando una sua sorella mi raccontò che lei mi aveva avuto da un altro uomo che non era mio padre, ma penso fosse una bugia. Ma in quel momento ci avevo creduto talmente tanto, forse proprio a causa del suo comportamento strano nei miei confronti, quasi di rifiuto, che credetti a quella bugia. E la odiai, ebbi tanta pena per mio padre, tanta e pensai che lo avrei amato ancora di più, ma che non avrei mai perdonato mia madre per quello che gli aveva fatto. E mi aveva fatto. A questa cosa non penso quasi mai anche se mi aveva devastato. L'avevo rimossa troppo grossa da digerire, troppo ingombrante da riporre da qualche parte, meglio credere alla bugia, meglio lasciare che scivoli viiia.....fu un bel colpo, tanto che scappai da quella casa nella quale mi fu detta questa cosa, scappai nel cuore della notte dovevo avere 15 anni e presi il treno da quel paesino per tornare a casa, per la prima volta viaggiai da sola, volevo tornare a casa e lo feci dopo aver litigato con quella zia dalla lingua velenosa

La terza fu quando vedendomi piangere disperata passò sopra di me scavalcando il mio corpo raggomitolato a terra, il suo comportamento nei miei confronti li a terra, fu come di una persona estranea che passa sopra il corpo di un delinquente e si allontana
Mi vergognai di essermi mostrata nuda e disperata davanti a lei e credo di aver giurato anche se inconsciamente che non sarebbe mai più successo
Il tutto sempre durante la mia adolescenza
Per ora non mi viene altro
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Ultima modifica di griselda : 10-03-2010 alle ore 18.57.57.
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Vecchio 10-03-2010, 23.16.37   #5
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Il primo è stato quando io mi sono innamorata per la prima volta e da lei non ho avuto la minima compresione, ne dialogo, e anzi ha tentato di tenermi a freno con le botte ed io mi sono ribellata
Dei tre episodi svoltisi a distanza di due o tre anni massimo, ho ricordi vivi per il secondo e il terzo, mentre in questo citato sopra non ci riesco, non riesco ad entrare.
Perchè?

Mi è stata fatta pesare molto quella sera, per tanti anni, ogni pretesto era buono per menzionarlo ed io mi sentivo in vergogna per quello che era successo.
Sarà questo il motivo per cui non riesco ad entrare nel vivo della serata?
Ricordo vagamente la discussione, poi ho una sorta di vuoto di quello che è successo realmente, poi ricordo che mio padre disse qualcosa, intervenne in qualche modo.
Ricordo noi due a terra...ricordo la sensazione di spavento...forse non è la definizione esatta, ma era come se avessi saltato qualcosa se avessi oltrepassato la soglia di qualcosa, queste le sensazioni
ma non vado al di là di questo non ci riesco
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Vecchio 11-03-2010, 19.30.15   #6
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Quando è morta tua mamma?
Non intendo quando è defunta fisicamente, parlo di un altro tipo di lutto.
Uno non so mica se ho capito cosa intendi, anzi penso proprio di no, non puoi darmi un'indirizzo un'indicazione?

Perchè dopo un lutto si fa il funerale e non si pensa più a quella persona anche se ci può rimanere nel cuore.

Ma morire dentro di noi può anche voler dire che per noi quella persona non ha più motivo di esistere che con lei abbiamo chiuso.
Oppure che nonostante sia viva per noi è come se fosse morta, che non avrà più nessuna considerazione da parte nostra.

Con mia madre è stata una morte lenta ed inesorabile.
Dopo quella litigata che ho scritto ieri è cambiato il mio rapporto con lei.
Entrambe abbiamo gettato la spugna. Ora non sto qui a considerare che è stato un errore da parte di entrambe.
Ma da quel momento io non ho più voluto saperne solo che la mia vita è andata piano, piano a rotoli.
Sono rimasta peggio che orfana, perchè è nata dentro di me una sorta di fastidio verso il femminile.
Niente più gonne, niente amiche, niente pianti, niente confidenze, niente di niente un rifiuto verso il femminile.
Mi sono spostata verso il mondo maschile, più sincero, diretto, semplice e ho così cercato di essere il più possibile vicino a questo mondo quasi volessi inglobarlo in me.
Quasi volessi diventare maschio perchè poi alla fine era quello che mia madre amava di più.
Era come se volessi cancellare la parte che mia madre voleva che io fossi ma che poi non le piacevo perchè le somigliavo. Odiava pure lei tutte le donne, trovava mille cose per denigrarle, se una donna era emancipata era un p@@@@a, se andava troppo in chiesa una ruffiana, insomma era tutta una critica. Non sapevi bene dove collocarti nella sua graduatoria, che tanto valeva neppure entrarci.
Meglio per lei i maschi, ma quali? Solo i bambini e suo figlio. Perchè gli uomini li voleva assessuati.

Non è che voglia psicanalizzarla è solo che io crebbi in contrapposizione al suo pensiero.

Ma alla fine non ero cosciente di niente. Non ho mai smesso di essere condizionata da lei.
Ed invece quando uno muore smette di condizionarti.
Mentre anche quando agivo in contrapposizione con lei non era morta.

E' morta solo come figura da cui prendere esempio per il femminile.
E se vogliamo io per colpa di mio padre e del loro "disaccordo" potrei dire di essere cresciuta orfana di madre.
Era lui che le toglieva il ruolo. Non la lasciava fare la sua parte. Quando lei le chiedeva di intervenire e lui non lo faceva coprendomi, lei lì, perdeva credibilità ai miei occhi, lui non la riconosceva come parte integrante della mi educazione ed io facevo altrettanto. Dividi et impera.
Quindi è stata una lunga agonia, una morte continua.
Nel senso che era viva, il volevo una madre ma non riconoscevo il lei, la madre che invece volevo, desideravo di cui avevo bisogno per crescere equilibrata al mio interno.
Dentro avevo una sorta di conflitto volevo la mamma ma quella mamma non la volevo.
Eppure continuava a condizionarmi anche se non ne ero cosciente.
Volevo la sua approvazione e non avendola la detestavo.
Per questo non capisco bene cosa intendi se fosse proprio morta non avrei più pensato a lei o comunque non mi avrebbe condizionato più.

Quando è morta per un bel po' di tempo non sono riuscita a gettare via le sue cose.
E' difficile staccarsi da una madre perchè per quanto terribile sia stato il rapporto quella è l'unica madre che uno abbia mai avuto.

Ho dovuto aspettare qualche anno poi un bel giorno ho aperto gli armadi e ho ripulito, ho tenuto solo dei ricordi, il resto l'ho dato in beneficienza, con l'eredità ci ho pagato un str@@@o psichiatra. E quando ho smesso di fumare ho detto: "se ce l'hai fatta tu ce la farò senz'altro anche io."
Un giorno disperata in mezzo alla nebbia le ho anche chiesto di portarmi via (elloso questo fa parte della mi parte melodrammatica ma è stato un brutto momento quello) e poi ogni tanto ora quando mi va vado a trovarla al cimitero, ma non provo più niente.
Bon sono esausta
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Vecchio 11-03-2010, 19.34.40   #7
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Ma è morta tua mamma?
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Vecchio 11-03-2010, 19.36.21   #8
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Vecchio 11-03-2010, 19.42.03   #9
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Sei sicura?
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Vecchio 11-03-2010, 19.54.36   #10
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Sei sicura?
io sicura di qualcosa?
Sì,sì è morta, addirittura a volte mi metto anche le collane prima non lo avrei mai fatto.
Battute a parte credo di si e spero di non sbagliarmi.
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Vecchio 11-03-2010, 20.12.48   #11
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Ma è morta tua mamma?
Intendi che però continuo a proiettarla sulle persone?
Se ti riferisci a questo, no non è mai morta
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Vecchio 11-03-2010, 23.06.17   #12
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Quando non ricevo una risposta mi sento prima di tutto come se fossi scema e che non capisco un caspita di niente, secondo sembro il mio gatto quando sta aspettando il cibo dalle mie mani, terzo che se non arriva è perchè non la merito e mi fermo qui va che è meglio
Il bello è tento sempre di far bel viso a cattivo gioco, ovvero ho imparato a nascondere quello che provo, a non far vedere il senso di frustrazione, di disagio perchè io devo essere forte, imperturbabile

Poi invece sempre di nascosto passano nella mia mente tutte le convinzioni negative che ho su di me.
Una serie innumerevole di cose di tipo devastante a cui cerco di non dare più retta, ma che se ascolto mi mettono in ginocchio ed infieriscono sino a farmi tanto male.

Poi una serie di aspettative che sono sempre in attesa di essere evase manco fossi superwoman.
Menomale che c'è anche la vocina della mia amica, che mi viene in soccorso e che mi dice: Grii cerca di volerti un po' di bene.
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Vecchio 12-03-2010, 15.32.26   #13
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La terza fu quando vedendomi piangere disperata passò sopra di me scavalcando il mio corpo raggomitolato a terra, il suo comportamento nei miei confronti li a terra, fu come di una persona estranea che passa sopra il corpo di un delinquente e si allontana
Mi vergognai di essermi mostrata nuda e disperata davanti a lei e credo di aver giurato anche se inconsciamente che non sarebbe mai più successo
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Per ora non mi viene altro
Questo è successo anche a me Griselda e molti altri episodi analoghi.
Credo di capire in parte cosa provi anche se ovviamente siamo due entità distinte e il nostro vissuto avrà sicuramente delle differenze.
Forse per far morire veramente tua madre, come i miei parenti l'unica cosa da fare è perdonarli allora si guarisce.
Purtroppo il perdono al di là quelli che dice la new age secondo me è quanto di più aspro e difficile si possa fare, bisogna riportare a galla ciò che ci ha spezzato, sentirlo davvero, guardarlo in faccia e essere in grado di perdonarlo all'interno di noi stessi. Tutti passaggi molto difficili..
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Vecchio 12-03-2010, 15.43.51   #14
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P.S. Tutte cose che ancora non sono riuscita a fare
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Vecchio 12-03-2010, 16.42.16   #15
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P.S. Tutte cose che ancora non sono riuscita a fare
Ecco...a proposito di parole morte e vive.
Anche per me ancora morte
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Vecchio 13-03-2010, 02.17.33   #16
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Dna o trasmissione, sono la mamma che mi è stata trasmessa e la figlia che sono diventata e rimasta.
Premessa per fermare un'idea che mi è venuta.

C'è stato un passaggio nella mia vita che poi alla fin fine non è mai avvenuto.
Queste sono sensazioni.

Mia madre, la riconosco in me, mi ha accudito in modo quasi ossessivo sino ai cinque anni credo. Per ossessivo intendo che non mi lasciava sola un attimo (a meno di cause di forza maggiore come quando si è ammalato mio fratello ed ero piccolissima mi pare avessi due anni) quando poi ero neonata, ricordo che mi raccontava che se stavo male e piangevo lei piangeva con me. Rimaneva li a guardarmi quando dormivo, e appena aprivo gli occhi lei c'era, insomma credo che il distacco dalla pancia alla fuori già non è stato fatto decentemente, ma si è protratto ancora per molto tempo.
Poi c'è stato l'asilo, trauma, (asilo esperienza stranegativa con una suora arpia) primo o se teniamo conto di quando avevo due anni secondo, distacco negativo come memoria.
Poi il lavoro di mia madre altro distacco anche se era raggiungibile ma non più a mia disposizione come prima.
Poi la scuola (vissuta come distacco non accettato) e li ci fu un cambiamento da parte di mia madre ancora peggiorativo di distacco da me. Beh io crescevo, lei lavorava ed io mi sentivo trascurata. (Ma sarà stato poi vero, oppure era solo la differenza tra il trattamento iniziale a cui ero abituata e quello che poi per forza di cose deve subire un cambiamento graduale di crescita per sviluppare l'autonomia del bambino?) Il poco o nullo dialogo credo che non abbia permesso di digerire questi cambiamenti, questi passaggi di stato.

Più crescevo e più mia madre prendeva le distanze da me. (almeno io la vivevo così, non avevo digerito che crescere volesse dire anche affrontare cambiamenti)
Inoltre dovevo esseremi accorta della differenza tra la solita routines e i momenti in cui mi ammalavo oppure creavo qualche problema in generale. In quei momenti LEI tornava ad essere la mia mamma di una volta. Solo in quei momenti ritornava a darmi attenzioni ormai per lei obsolete.

Bon

Credo di non aver cambiato una virgola da allora ad adesso.

IOIOIOIOIO se smetti di darmi attenzione io faccio casino, mi ammalo o litigo o pianto su un tale putiferio che mi DEVI dare retta per forza.
Poi anche se sei arrabbiatissimo/a con me mi sento comunque meglio di prima, perchè sono riuscita a rinconquistare la tua attenzione. () Per gli altri sono pazza e te credo chiedo scusa a tutti quelli che sono passati attraverso questa mia follia

Poi ho trovato anche altri modi per ricevere attenzione ma poi però se me la toglievano o la diminuivano mettevo sempre in ballo quel meccanismo.
Non puoi smettere di darmela, non puoi diminuirla perchè altrimenti ti detesto e ti pianto giù un casino.
IOIOIOIO devo, voglio essere il centro della tua attenzione, insomma un egocentrismo infantile che non è mai stato accettato compreso e superato.
Una bambina incavolata che non è mai riuscita a fare il salto, perchè ancora è lì ferma a chiedere a sua mamma di tornare ad essere la mamma ossessiva di attenzione che era stata i primi anni della mia vita.
Se sposto l'obbiettivo della cinepresa sul resto della mia vita con l'intento di riprendere altri effetti collaterali vedo tutto sotto una prospettiva diversa da come li avevo visti sino a qualche tempo fa.

La colpa era degli altri, beh questo è facile da spostare.
Ma il vedere come spostavo la cinepresa creandomi film assurdi su come l'attore/trice del momento dovevano comportarsi è decisamente forte da accettare. Poi rivestivo il tutto con sono possessiva, quando amo do tutta me stessa e via dicendo.
Altro che do tutta me stessa ossessionante devo essere stata e sono se lascio che sia quello che ho dentro.
Devi avere solo occhi per me, devi avere solo parole per me, devi pensare solo a me, dobbiamo stare solo io e te, devi ascoltare solo me..............miiiiiiiiiiiii che pauuurrrraaaaaaa!
Meglio la prigione.
Peggio della Sandra sempre tu e io io e te te e io uffa che barba. Un'ossessione.
Sempre a giudicare ogni attività che portava lontano da me come negativa, mi portava ad irritarm in continuazione ed a sentirmi oltreggiata, non rispettata e tradita.
Tutto questo perchè da bambina non sono riuscita ad accettare la normale evoluzione di crescita interiore, di distacco graduale dal cordone ombelicale materno e poi famigliare.
Le gelosie infantili le vivevo nella mia mente in modo distorto e quindi esagerato e per questo ingigantivo anche i sentimenti ad esse relativi.
E' come se un difetto di fabbricazione avesse confezionato un robot con una scheda di programmazione difettosa.

Sotto questo punto di vista tutte le mie posizioni vanno riviste, tutto ciò che ho analizzato sino ad ora va rivisto e rivisitato sotto questa nuova ottica.
Non sarà piacevole ma sarà sicuramente propedeutico.

E sopratutto dovrò andare contro(riconoscendolo come inverso) a tutto ciò che sino ad ora conoscevo come iter di normale comportamento.
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Vecchio 13-03-2010, 12.47.18   #17
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Intendi che però continuo a proiettarla sulle persone?
Se ti riferisci a questo, no non è mai morta
No, non intendevo se continuavi a proiettarla sulle persone, ti ho chiesto se è morta e se ne eri sicura.
Non ti ho chiesto altro. Non ho neanche detto se secondo me è morta o non è morta.

Mi hai risposto che non è mai morta, ma non mi ha risposto Grii, mi hanno risposto le nozioni che Grii ha accumulato: "continuo a proiettarla.... bla bla" cercando di adattarle a ciò che hai pensato io volessi sentirti dire.

Quindi ti ripeto la domanda, mi hai detto che è morta, ne sei sicura?
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Vecchio 13-03-2010, 13.01.21   #18
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No, non intendevo se continuavi a proiettarla sulle persone, ti ho chiesto se è morta e se ne eri sicura.
Non ti ho chiesto altro. Non ho neanche detto se secondo me è morta o non è morta.

Mi hai risposto che non è mai morta, ma non mi ha risposto Grii, mi hanno risposto le nozioni che Grii ha accumulato: "continuo a proiettarla.... bla bla" cercando di adattarle a ciò che hai pensato io volessi sentirti dire.

Quindi ti ripeto la domanda, mi hai detto che è morta, ne sei sicura?
Sì è vero, perchè davanti ad una domanda di questo genere non so se è la mia parte razionale rimane spiazzata, non sa cosa risponderti.
Mi dice per fare un esempio eh: ma che domande mi fa?
Certo che è morta. Le ho fatto il funerale, non posso più parlarle e quando avrei bisogno di chiederle alcune cose che non ricordo di me, so che non è più possibile, quindi è morta.
Non faccio più niente in funzione di lei e quindi è morta. Mi sento senza radici quindi è morta. Non c'è più.

Ma e qui cade l'asino, però io mi comporto con altri come mi comportavo con lei.
Ecco perchè dico che sostanzialmente anche se lei è morta mi è rimasto questa cosa che è nata nel rapporto che abbiamo avuto io e lei.
Però essendo lei morta dovrei non metterlo più atto perchè l'altra parte è venuta a mancare, è morta.
E poi mi fermo perchè potrei andare avanti logorroicamente e trovare con la mente razionale tutto e il contrario di tutto.
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Ci hai messo dieci minuti per rispondere con un post che materialmente avrai impiegato 10 minuti a scrivere.
Non preoccuparti di rispondermi immediatamente, se non lo fai non mi crea problemi, a te ne crea?

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Ma e qui cade l'asino, però io mi comporto con altri come mi comportavo con lei.
Allora il problema non sarebbe lei, quindi che sia morta o meno non cambierebbe nulla, che ne pensi?
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Ci hai messo dieci minuti per rispondere con un post che materialmente avrai impiegato 10 minuti a scrivere.
Non preoccuparti di rispondermi immediatamente, se non lo fai non mi crea problemi, a te ne crea?

Ho fatto in fretta non per rispondere a te ma perchè volevo io una risposta veloce son tremenda eh?
Quote:


Allora il problema non sarebbe lei, quindi che sia morta o meno non cambierebbe nulla, che ne pensi?
Beh quello che cambierebbe è che litigherei ancora con lei, soffrirei per certi suoi atteggiamenti facendo finta che non mi frega niente, come ho fatto per una vita, questo però se non mettessi in atto il Lavoro che sto cercando di fare su di me. Di certo osserverei che effetti avrebbe su di me, le dinamiche etc
Ma con lei non lo posso fare più.
Posso farlo con le altre persone che me la ricordano e smettere di litigare ancora con lei di soffrire ancora per i suoi atteggiamenti, nonostante sia morta.
In sintesi il problema è dentro di me, sono io.
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Beh quello che cambierebbe è che litigherei ancora con lei, soffrirei per certi suoi atteggiamenti facendo finta che non mi frega niente, come ho fatto per una vita, questo però se non mettessi in atto il Lavoro che sto cercando di fare su di me.

Se non mettessi in atto il lavoro che stai cercando di fare su di te?
Quote:

Di certo osserverei che effetti avrebbe su di me, le dinamiche etc
Ma con lei non lo posso fare più.

Ah ok, se ci fosse sarebbe cosi se...., ma visto che non c'è, casca pure il se non....
Griiiii ti sei incartata in un gioco di scatole cinesi e non sai più qual'è l'ultima.
Non sono importanti, per te, il colore ed i disegni sulle scatole è importante quello che c'è dentro
Quote:

Posso farlo con le altre persone che me la ricordano e smettere di litigare ancora con lei di soffrire ancora per i suoi atteggiamenti, nonostante sia morta.


No, le altre persone non sono lei, non incastrarti in questo gioco "giustificando" la cosa con storie tipo "XY è come lei, se risolvo con XY risolvo con lei".
Non funziona così, lasciala andare dato che non hai gli strumenti per affrontarla direttamente. Quello che dovevi risolvere con lei la vita te lo ripresenterà in altro modo, altre persone che però non devi vedere come copie anche quando ti ricordassero delle cose di lei, o meglio del tuo modo di approcciarti a lei.
Quote:


In sintesi il problema è dentro di me, sono io.
E' dentro di te o sei tu?
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Vecchio 14-03-2010, 13.28.37   #22
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E' dentro di te o sei tu?
La mia mente è in defaiance come sempre quando si trova davanti alle tue domande.

Cerco sempre di rispondere come se ci fosse un modo giusto.
Questo lo faccio sempre con tutti cerco il modo giusto per....che sia rispondere alle domande che altro, pena....la mancata pappa del momento, quindi dietro vi è un'aspettativa

Quindi rispondere alla domanda sono io o è dentro di me, penso sia dentro di me perchè io non so ne chi sono ne cosa sono quindi come posso rispondere correttamente? Non sono perfetta anche se vorrei esserlo per cui la mia risposta è in soldoni: NON LO SO con sicurezza, come del resto non so niente, e quando non sono sicura mi sento persa, come nel sogno, come nel supermercato etc
E il sentirmi persa mi fa paura il non essere affrancata a niente e mi fa fare cose che non vorrei mai fare per non perdere la mia bella facciata, ma sentirmi persa non mi piace e mi fa anche irritare tantissimo

Se hai dei consigli sono bene accetti
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Vecchio 14-03-2010, 14.41.35   #23
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Non si riesce a fare i quote di tutto quando si è citati come hai fatto questo volta (Non credo si capisca ma se provi a risponderti, rispondere a quel post vedrai cosa sto dicendo)
Volevo aggiungere che è da quando sono qui da quando ho scritto e riscritto tutto quello che è avvenuto con mia madre, che non definisco ricapitolazione, perchè non so se so farla, ma mi sono impegnata nel farla, che tento di lasciarla andare, insomma di perdonarla etc ma altro non ho saputo fare che altro posso fare per lasciarla andare ti prego di dirmelo chiaramente, beh sempre se puoi eh

Ah beh la vita di pagamenti me ne ha portati tanti e sembrano tutti in fila, mi devo fare forte, forte l'ultimo sembra proprio legato al discorso mamma/madre e Tu sai a cosa mi riferisco, anzi il tuo post mi fa pensare che sia arrivato il momento di affrontarlo
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Vecchio 14-03-2010, 17.34.19   #24
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Uno scrive: Non sono importanti, per te, il colore ed i disegni sulle scatole è importante quello che c'è dentro

Ecco che la sensazione di vuoto mi assale, e mentre mi osservo in silenzio: cerco di scappare non voglio sentirla mi spaventa, come mi spaventava allora… e cerco di buttar dentro scavando nei ricordi, mangiando caramelle, bevendo cose dolci, cerco di riempire quegli antichi vuoti ma tutto è inutile, il vuoto si placa per un po’ ma poi riprendere a chiedere, ancora, ancora e ancora e allora piango in silenzio sperando che almeno le lacrime possano riempire quel vuoto. Ma anche questo non basta a calmare il vampiro che vuole nutrirsi al quale sono stati strappati i canini e per questo si sente come morire di sete
Ma a tutto questo cerco di non dar retta di non dare l'importanza che non merita
Che altro fare?
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Vecchio 14-03-2010, 18.50.07   #25
Carlotta
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Hai scritto che tenti di perdonarla ma probabilmente non ci sei ancora riuscita, non del tutto per lo meno. La preghiera se fatta con il cuore ti aiuterà senz'altro.Io ti consiglio di pregare intensamente, vedrai che ce la farai.
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