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Vecchio 27-12-2010, 00.34.29   #1
Sole
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Predefinito L'importante è partecipare

.. si ma se si perde o addirittura si arriva ultimi, l'importante è rimasto il partecipare?

E cosa è questo partecipare?
Per partecipare bisogna pur allenarsi, prepararsi ecc ecc

A voi piace vincere e basta?
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 27-12-2010, 00.47.37   #2
Grey Owl
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Famosa frase attribuita a de Coubertin:"L'importante non è vincere, ma partecipare".

Ritengo che nel momento in cui uno mette tutto se stesso ha in qualche modo già vinto.

Ricordo un'altro detto:"Se lotti puoi anche perdere, ma se non lotti hai già perso".

Partecipare vuol dire mettere in campo tutto quello che abbiamo per raggiungere il risultato. Partecipare vuol dire mettere impegno costante per raggiungere il risultato.

A me piace vincere in quanto la vittora è la realizzazione dello sforzo e dell'impegno che è servito per poterla raggiungere.
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Vecchio 27-12-2010, 01.16.45   #3
RedWitch
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.. si ma se si perde o addirittura si arriva ultimi, l'importante è rimasto il partecipare?

E cosa è questo partecipare?
Per partecipare bisogna pur allenarsi, prepararsi ecc ecc

A voi piace vincere e basta?
Aggiungo una domanda e poi rispondo al resto: se voi non aveste la possibilità di vincere, partecipereste?

***

A me piacerebbe partecipare, solo per il gusto di farlo, utopicamente posso anche dirlo, ma se partecipo, è perchè davanti ho un obiettivo, e la voglia di raggiungerlo, diversamente difficilmente mi muoverei. L'obiettivo quindi funge da spinta , ed è direi importante, basta che non diventi l'unico motivo per cui ci si muove...

Il fare e basta/partecipare e basta credo che sia difficilmente raggiungibile, ma non impossibile, pero' bisognerebbe davvero arrivare al punto di non avere aspettative sul ritorno..
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Vecchio 27-12-2010, 13.02.27   #4
luke
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Ricordo di aver letto da qualche parte che la frase in realtà non fosse di De Coubertin ma di un vescovo e De Coubertin l'ha ripresa, aggiungendo che nella vita l'importante non è trionfare ma combattere ed essersi ben battuto.

Comunque spesso mi dà l'idea di una fastidiosa frase consolatoria, "dai su, l'importante non è vincere ma partecipare".
Secondo me bisognerebbe poter partecipare potendo dare il meglio di ciò che si ha e di ciò che si può in un certo momento, ed in tal caso sarebbe comunque una vittoria.
Certo se si da il meglio di ciò che si può e si arriva comunque ultimi, perchè margini ulteriori di miglioramento non c'erano o ostacoli di vario tipo hanno impedito risultati migliori , è comunque dura farsene una ragione, soprattutto quando i risultati nostri ed altrui non dipendono solo da noi o dagli altri ma da circostanze contestuali ben diverse per ognuno.
Se non ci fossero quelle potrei accettare meglio l'idea del solo partecipare del mettere tutto me stesso, senza guardare "l'ordine di arrivo".
Lo so che dovrei ragionare così in ogni caso, la vita è questa e con questa debbo fare i conti, pur con tutte le zavorre e gli ostacoli vari, un senso lo dovrebbe avere comunque...

Vabbè sono partito per la tangente ...
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Vecchio 27-12-2010, 14.08.00   #5
griselda
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Aggiungo una domanda e poi rispondo al resto: se voi non aveste la possibilità di vincere, partecipereste?

***

A me piacerebbe partecipare, solo per il gusto di farlo, utopicamente posso anche dirlo, ma se partecipo, è perchè davanti ho un obiettivo, e la voglia di raggiungerlo, diversamente difficilmente mi muoverei. L'obiettivo quindi funge da spinta , ed è direi importante, basta che non diventi l'unico motivo per cui ci si muove...

Il fare e basta/partecipare e basta credo che sia difficilmente raggiungibile, ma non impossibile, pero' bisognerebbe davvero arrivare al punto di non avere aspettative sul ritorno..
Che dire...ti quoto perchè avrei scritto con altre parole magari ma quello che hai detto tu.

Penso che se, una volta superato l'inerzia, ovvero in questo caso la speranza di vincere che fa muovere, si debba solo concentrarsi su quello che si fa e poi accettare il risultato qualunque esso sia, perchè se abbiamo dato il meglio di noi stessi questa è la nostra vittoria.
Come nello sport si cerca ogni volta si spostare in avanti il proprio limite, (creando il nostro record personale) la nostra piccola vittoria è questa poi chissà un giorno, a forza di dai e dai, ci potrà anche essere quella grande ma sarà frutto delle piccole.
Io penso che bisognerebbe avere nel cuore e nella mente tutto questo.
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Vecchio 02-01-2011, 15.14.29   #6
Sole
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Per la cosa più importante è partecipare con il massimo impegno possibile. E un pò avete già detto anche voi.

Dico questo perchè nell'osservazione su me stessa spesso, se non praticamente sempre, quello che mi fermava era l'immagine che volevo dare e quello che ne sarebbe realmente saltata fuori se avessi partecipato. Praticamente questo atteggiamento che è molto comune, è una vera sconfitta in partenza.
Partecipare vuol dire mettere se stessi in qualcosa e farla con attenzione e al meglio che si può, senza pretese con se stessi, senza aspettative di se stessi. A quel punto anche in una competizione non è possibile avvilirsi perchè c'è un migliore se in coscienza si sa di aver dato il meglio.
Per quanto mi riguarda sto male ogni volta che so che avrei potuto fare di meglio. Diversamente no. Se ho dato il meglio e sto male vuol dire che sono bramosa e allora inizio magari anche a barare.

Insomma partecipare mettendoci impegno non è una consolazione per me, ma è la vittoria più grande perchè da quell'impegno ne nascerà un frutto.
Questo può essere espanso ad ogni angolo dell'esistenza.

C'è una discussione ancora poco sviluppata che vi ripropongo qui
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Vecchio 02-01-2011, 19.25.17   #7
stella
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Per me partecipare significa entrare a far parte di un certo evento, ogni partecipante contribuisce a far sì che l'evento avvenga.
Il vincitore è uno solo ma se partecipasse solo una persona non ci sarebbe nemmeno il vincitore.
A me personalmente piace partecipare e so ho probabilità di vincere ancora meglio. Una volta ho partecipato ad una manifestazione nella quale in migliaia si partiva in bicicletta per un percorso di una quarantina di chilometri. Quando sono arrivata al traguardo un'ora abbondante dopo il primo arrivato, ho avuto ugualmente soddisfazione per una sfida con me stessa, cioè percorrere tutti quei chilometri senza ritirarmi prima, comunque una vittoria per me !!!!
E quando ho letto della manifestazione sui giornali locali e nelle TV locali ho potuto dire: "C'ero anch'io" e nemmeno ultima visto che molti si sono ritirati e molti sono arrivati al traguardo dopo di me.

Si potrebbe riportare questo anche all'esistenza, vincere le sfide con se stessi e comunque essere partecipi, da qualche parte ho letto che ognuno di noi è come un granello di sabbia, ma senza ciascuno di noi quel granello mancherebbe.....
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स्तेल्ल
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Vecchio 02-01-2011, 23.36.45   #8
Sole
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Riflettevo sul partecipare a qualunque cosa fosse anche una chiacchierata tra amici.
Mi pare che il non farlo, non partecipare, se non si ha la certezza o la speranza di ottenere un buon risultato, sia una mancanza di umiltà.

Come dice Stella qui sopra, si partecipa a qualcosa che si fa insieme per cui ognuno mette il suo.
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Vecchio 03-01-2011, 00.28.12   #9
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Perdere non è mai troppo bello per nessuno, però.... ci sono sport/attività/competizioni che farei sempre, anche se dovessi perdere ogni volta. Altri invece, dopo un po' mi stuferei...
Cos'è che cambia?
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Vecchio 03-01-2011, 01.34.00   #10
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Cos'è che cambia?
Quel che ne ricevi in cambio? Qualcosa ti gratifica di più di qualcos'altro...
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Vecchio 03-01-2011, 01.52.21   #11
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Perdere non è mai troppo bello per nessuno, però.... ci sono sport/attività/competizioni che farei sempre, anche se dovessi perdere ogni volta. Altri invece, dopo un po' mi stuferei...
Cos'è che cambia?
L'interesse verso la cosa a cui si partecipa ?

In effetti a me il detto "l'importante è partecipare" fa immediatamente pensare ad un qualche tipo di competizione, e ad una specie di consolazione per chi perde... ma se parliamo di una chiacchierata come diceva Sole nell'esempio, non credo che si partecipi sempre e solo per avere un buon risultato.
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Vecchio 03-01-2011, 12.27.38   #12
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Perdere non è mai troppo bello per nessuno, però.... ci sono sport/attività/competizioni che farei sempre, anche se dovessi perdere ogni volta. Altri invece, dopo un po' mi stuferei...
Cos'è che cambia?
Secondo me quelli che ti stuferesti non ti piacciono abbastanza e quindi se non hai qualche ulteriore gratificazione oltre al fare ti stufi. E' anche vero che ci si stufa di quello che non ha più niente da darci... quindi può smettere di piacere.
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Vecchio 03-01-2011, 22.59.01   #13
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Secondo me bisogna distinguere partecipare ad un evento dove non si gareggia e partecipare dove c'è qualcosa in palio.

Nel primo caso partecipare diventa condividere un momento con altri.
Ma credo che la frase indichi quando c'è una gara, un vincitore e dei perdenti.
In questo ultimo caso bisogna distinguere la nostra intenzione nel partecipare, in quanto non sempre è per vincere ma per prepararsi ad una eventuale vittoria futura.

Ad esempio, se partecipo ad una gara d'appalto e so di non poter vincere perchè non ho abbastanza punteggio per farlo, la mia partecipazione indica un farmi conoscere, conoscere altri, acquisire punteggio... insomma solo partecipare senza aspettativa di vincita ma lo scopo è preparare una vittoria in futuro, l'impegno è quindi rivolto sempre al vincere non al semplice partecipare.

Se invece ho i requisiti per poter vincere partecipo solo per vincere, partecipare solo per esserci non ha senso.

La differenza sta nell'impegno ma anche nella tensione che mettiamo nel partecipare. Se pensiamo di vincere la tensione e l'impegno sono maggiori, nella semplice partecipazione c'è più rilassatezza, meno tensione, il risultato non è importante ma solo per il momento. L'energia per lo scatto la riserviamo quando tentiamo di vincere.
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Vecchio 03-01-2011, 23.12.28   #14
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La differenza sta nell'impegno ma anche nella tensione che mettiamo nel partecipare. Se pensiamo di vincere la tensione e l'impegno sono maggiori, nella semplice partecipazione c'è più rilassatezza, meno tensione, il risultato non è importante ma solo per il momento. L'energia per lo scatto la riserviamo quando tentiamo di vincere.
Quindi se non c'è niente da vincere non mettiamo (ma perchè parli al plurale?) il massimo di noi stessi, se c'è da vincere invece si?
Come dire che nella semplice partecipazione non metti(amo) tutto quello che potresti, conservi(amo) il meglio per la gara?

Uhm, mi sa che mi conviene sfidarti a singolar tenzone piuttosto che invitarti a cena se voglio roba buona da te
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Vecchio 04-01-2011, 00.46.39   #15
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Si Diam la frase si riferiva ad una gara agonistica ma il discorso poi si è andato espandendo a un pò tutto. Partecipare vuol dire prendere parte. Si prende parte alla vita, ad una cena di Ray.... ad una gara, ad una festa ecc ecc in cui se non mettiamo il meglio di noi per essere presenti non stiamo davvero partecipando o prendendo parte, siamo solo lì a guardare chi prende parte attivamente, mentre noi guardiamo.
Alla fine parteciapre davvero richiede attenzione ed impegno, richiede una grossa capacità di mettersi in gioco con gli altri.
Il "con" è fondamentale.
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Vecchio 04-01-2011, 01.27.33   #16
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L'energia per lo scatto la riserviamo quando tentiamo di vincere.
...O quando ciò che facciamo è talmente bello che merita il migliore degli scatti, a prescindere dal risultato.

Come dicevo sopra ci sono cose, attività, che ci piacciono al punto da dimenticare qualsiasi posta in palio... Il vero premio, la vera vittoria, è esserci. Parafrasando una nota pubblicità, non importa che tu sia leone o gazzella, quello che conta è che corri.
Chiaro che questo è quasi impossibile applicarlo a tutto, specie se includi gare d'appalto dove ci sono in gioco cose più importanti della semplice partecipazione, tipo la propria stabilità economica etc..
Ma se prendiamo qualcosa dove l'emozione e la gioia di esserci, di partecipare, è più importante di tutto, ecco che cade ogni tipo di brama e di sogno di vittoria. O meglio, il sogno di vittoria resta, ma resta appunto pulito, puro. Talmente pulito che nemmeno la sconfitta lo sporca...

Un vero sportivo (nel vero senso di "sport") ama talmente il suo sport che alla fine è ben felice di veder vincere l'altro, se lo riconosce come superiore, e non barerebbe per consegnare al suo sport un campione fasullo.
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Vecchio 04-01-2011, 02.14.35   #17
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Quindi se non c'è niente da vincere non mettiamo (ma perchè parli al plurale?) il massimo di noi stessi, se c'è da vincere invece si?
Come dire che nella semplice partecipazione non metti(amo) tutto quello che potresti, conservi(amo) il meglio per la gara?

Uhm, mi sa che mi conviene sfidarti a singolar tenzone piuttosto che invitarti a cena se voglio roba buona da te

Potenza dello spirito di competizione mi sono vista in mezzo alla gara, nella tensione verso il traguardo e quindi ho usato il plurale, poi è bello questo amo tra parentesi

Mi piace la sfida, senza adrenalina in effetti a pensarci bene non rendo il massimo. Do il meglio di me quando c'è un traguardo, qualunque esso sia. E' lo scopo che muove il mio interesse.
Credo possa collegarsi al discorso dell'inerzia. Se il partecipare non ha uno scopo è difficile partire, ma una volta partita anche se a rilento, e scopro uno scopo o una motivazione maggiore della noia iniziale do il massimo di me stessa anche se non c'è nulla da vincere. Come dicevi a Kael il piacere nel fare è una motivazione forte come vincere.

Ray a cena ti invito io, per me è sempre una sfida soddisfare pienamente il palato del mio ospite
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Vecchio 04-01-2011, 02.25.06   #18
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Un vero sportivo (nel vero senso di "sport") ama talmente il suo sport che alla fine è ben felice di veder vincere l'altro, se lo riconosce come superiore, e non barerebbe per consegnare al suo sport un campione fasullo.
Si sono daccordo con te su questo, anche a me piace scommetermi con le mie forze, non mi piace vincere barando.

Ma partecipare per esserci e partecipare per gareggiare sono due cose diverse.
In una gara io partecipo per vincere. Se voglio partecipare per godere non è necessario che mi impegni in una gara.
Si discute anche sul tipo di impegno che mettiamo nelle due situazioni.
Per me partecipare ad una gara è per vincere, poi se perdo pazienza, se ha vinto uno migliore di me mi complimento, riconosco la sua superiorità e mi impegno a preparmi meglio per poter avere maggiori possibilità di vincere.

Partecipare al massimo di se stessi per me è prepararsi a vincere o a raggiungere un obiettivo altrimenti non è partecipare al massimo.
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Vecchio 04-01-2011, 18.04.01   #19
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Ma partecipare per esserci e partecipare per gareggiare sono due cose diverse.
O partecipi o gareggi allora, che sì, sono due cose diverse.
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Partecipare al massimo di se stessi per me è prepararsi a vincere o a raggiungere un obiettivo altrimenti non è partecipare al massimo.
Quindi secondo te non si può mettere tutto se stessi laddove non ci sia un obiettivo specifico? O meglio, non può essere che l'obiettivo coincida col partecipare? Quel che si dice "l'importante non è tanto la meta, ma il viaggio..."
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Vecchio 04-01-2011, 20.58.04   #20
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Quindi secondo te non si può mettere tutto se stessi laddove non ci sia un obiettivo specifico? O meglio, non può essere che l'obiettivo coincida col partecipare? Quel che si dice "l'importante non è tanto la meta, ma il viaggio..."
Ti dirò con molta sincerità Kael che per me è solo teoria "l'importante è il viaggio, il viaggio è la meta".
Questo lo so con la mente, magari so che devo tendere a questo, che quando smetterò di cercare la meta sono nel viaggio, nella vera meta, ci credo che è così ma non ne ho ancora consapevolezza, non è ancora mio.
Ora come ora sono molto umanamente e umilmente legata alla meta, all'obiettivo. Mi chiedo spesso che scopo ha, che motivo c'è, dove sto andando, a fare che, cosa ne traggo e che piacere si può provare.
A volte mi capita di fare cose senza motivo, cioè per forza d'inerzia, spinta da un motivo esterno e poi strada facendo qualcosa viene fuori perchè ho la capacità di impegnarmi e di concedermi totalmente in ciò che faccio, però è sicuro che prima che mi muovo faccio domande.
Voglio andare a colpo sicuro ricordi? Voglio calibrare la quantità di energia da impiegare perchè mi sembra di averla contata come il tempo a disposizione.

La presenza del Maestro da la spinta, da la fiducia a fare senza fare domande, senza porsi mete, obiettivi, il Maestro è la meta, poi si scopre che è oltre il Maestro.

Sono ancora nella mente purtroppo ma riesco a vederlo e già mi sembra abbastanza.
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Vecchio 05-01-2011, 14.44.58   #21
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Ti dirò con molta sincerità Kael che per me è solo teoria "l'importante è il viaggio, il viaggio è la meta".
Questo lo so con la mente, magari so che devo tendere a questo, che quando smetterò di cercare la meta sono nel viaggio, nella vera meta, ci credo che è così ma non ne ho ancora consapevolezza, non è ancora mio.
Ora come ora sono molto umanamente e umilmente legata alla meta, all'obiettivo. Mi chiedo spesso che scopo ha, che motivo c'è, dove sto andando, a fare che, cosa ne traggo e che piacere si può provare.
A volte mi capita di fare cose senza motivo, cioè per forza d'inerzia, spinta da un motivo esterno e poi strada facendo qualcosa viene fuori perchè ho la capacità di impegnarmi e di concedermi totalmente in ciò che faccio, però è sicuro che prima che mi muovo faccio domande.
Voglio andare a colpo sicuro ricordi? Voglio calibrare la quantità di energia da impiegare perchè mi sembra di averla contata come il tempo a disposizione.

La presenza del Maestro da la spinta, da la fiducia a fare senza fare domande, senza porsi mete, obiettivi, il Maestro è la meta, poi si scopre che è oltre il Maestro.

Sono ancora nella mente purtroppo ma riesco a vederlo e già mi sembra abbastanza.
Non ti sto mica criticando Diam, semplicemente c'è un aforisma e mi limito a cercare di sviscerarne il senso, come abbiamo sempre fatto.
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Vecchio 05-01-2011, 16.37.24   #22
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Non ti sto mica criticando Diam, semplicemente c'è un aforisma e mi limito a cercare di sviscerarne il senso, come abbiamo sempre fatto.
Non mi sono sentita criticare da te Kael, mi spiace averti dato questa impressione.
Ho riflettuto con onestà scoprendo questa cosa dentro di me, la necessità di un obiettivo, uno scopo che mi motiva al viaggio.

Con parole di Jung è tipico dell'intuitivo volere un obiettivo inteso come possibilità da raggiungere, da scoprire o si annoia e si demotiva.
Fermarsi solo a questo diventa un limite
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