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Vecchio 04-06-2009, 11.13.51   #1
Uno
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Predefinito Paganini non ripete

La scienza moderna esige che una cosa per poter essere definita reale debba poter essere ripetuta a volontà utilizzando lo stesso metodo con cui il fenomeno è stato osservato la prima volta. Si chiama metodo empirico.
La Spiritualità apparentemente è più interessata a fenomeni che non possono essere ripetuti a volontà, in un qualche modo possiamo affermare che in apparenza la Spiritualità sancisce che per certe cose non basta la volontà dell'uomo, quindi ne consegue che anche se l'uomo vuole alcune cose non si possono ripetere se non c'è una volontà dall'alto.
L'arte in un certo senso si trova in una via di mezzo, c'è l'artista, per esempio il musicista, che pensa (sa) di poter ripetere lo stesso brano praticamente all'infinito seppur conscio che non lo suonerà in maniera sempre identica al millesimo.
In questo senso l'arte condensa bene gli estremismi di scienza e della Spiritualità quando queste sono bigotte, però esiste anche qui un ulteriore "bigottismo" di comodo: sentirsi artisti per appagamento egoico.
Il detto del titolo vien fuori da un rifiuto di Paganini nel ripetere un brano, rifiuto motivato (le cronache questo dicono) dall'improvvisazione che su ogni brano egli cuciva. C'era anche la più sconosciuta motivazione per cui dando tutto se stesso in ogni concerto (si narra che arrivava a farsi male nelle dita a volte) gli era impossibile ripetersi.
Io propenderei più per la seconda... in ogni caso l'improvvisazione di un genio è una cosa unica.

Questo è solo lo spunto di partenza, in ogni caso mi piacerebbe parlare del confine tra ripetibilità di una cosa (esiste?) e la non ripetibilità (esiste?) e delle sfaccettature delle due.
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Vecchio 04-06-2009, 13.40.41   #2
stefano
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ciò che si ripete è in un certo senso la meccanica che permette un'esecuzione (ed è infatti quella che insegnano nelle scuole)
ciò che non è ripetibile allo stesso identico modo è la carica energetica che l'esecuzione si porta appresso.
che ogni volta è differente.
quindi quello che è "ripetibile" è un processo (metodo) che porta a un risultato (l'esecuzione)
quello che non è ripetibile è il carico di energia che l'esecutore "mette" nell'esecuzione.
questa seconda parte è assolutamente variabile.
e credo si leghi al perchè "Paganini non ripeteva"
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Vecchio 04-06-2009, 13.43.05   #3
luke
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Ad una prima analisi si possono immaginare eventi ripetibili con una certa facilità ed eventi irripetibili i quali sono scaturiti dal verificarsi simultaneo di tante e tali circostanze uniche, che rendono impossibile o altamente improbabile il ripetersi di tale evento.
Certo riflettendo si può dire che anche la cosa più semplice e banale per verificarsi richiede comunque che tutta una serie di situazioni vadano in un certo modo: anche andare a prendere il mio caffè quotidiano al bar è possibile solo se ogni giorno la sequenza degli eventi va in un certo modo, non ci sono imprevisti ecc

Si può notare anche che due eventi che a prima vista sembrano identici e quindi si sono ripetuti, ad un'analisi più approfondita differiscono sempre per qualcosa, magari per qualche piccolissimo particolare o, anche, perchè il soggetto che li vive si trova in condizioni diverse rispetto alle altre volte (come per quel principio secondo cui l'osservatore di un'esperimento tenderà sempre a modificarlo).

Queste sono le prime osservazioni che mi vengono in mente, ad una risposta univoca ancora non ci sono arrivato...
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Vecchio 04-06-2009, 22.45.35   #4
Grey Owl
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
... in ogni caso mi piacerebbe parlare del confine tra ripetibilità di una cosa (esiste?) e la non ripetibilità (esiste?) e delle sfaccettature delle due.
Prendo come esempio una partita di calcio, magari la finale della coppa UEFA (Champions League) tra il Barcellona ed il Manchester United.

La ripetibilità di una partita di calcio è possibile, quello che non è possibile è rivedere la stessa partita giocata.

Esiste la possibilità di ripetere la partita di calcio con le stesse squadre e con gli stessi giocatori ma il risultato finale potrebbe non essere lo stesso e di certo non sarà la stessa partita giocata.

Quello che è ripetibile sono i presupposti ma quello che non è ripetibile è l'evento.

Non è ripetibile quello che è già accaduto (inteso come evento compiuto) il quale ha condizionato il presente. Il presente esiste in quanto risultato di eventi accaduti.

In conclusione esiste la ripetibilità rispetto un'evento compreso entro limiti ridotti e controllati, la non ripetibilità esiste negli eventi che non hanno limiti umanamente controllabili.

Se non c'è una volontà dall'alto, la ripetibilità di eventi di vita non esiste.
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Vecchio 05-06-2009, 09.15.19   #5
filoumenanike
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Mi piace prendere un altro esempio di ripetività, la riproduzione di un quadro famoso, spesso le copie sono perfette quanto un originale a tal punto che gli stessi esperti devono fare analisi particolari per capire quale sia realmente la copia, si pensa che anche la famosa Gioconda possa essere una copia...
Perchè allora l'originale ha un fascino irripetibile di fronte ad una copia perfetta?
Secondo me il valore dell'opera consiste nell'idea che l'ha generata, nell'intima ricerca del quadro, nel senso profondo di quanto ha voluto esprimere l'artista, il riproduttore fa solo un esercizio di copiatura perfetto ma la sua anima non c'è.
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Vecchio 05-06-2009, 09.52.50   #6
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Mi piace prendere un altro esempio di ripetività, la riproduzione di un quadro famoso, spesso le copie sono perfette quanto un originale a tal punto che gli stessi esperti devono fare analisi particolari per capire quale sia realmente la copia, si pensa che anche la famosa Gioconda possa essere una copia...
Perchè allora l'originale ha un fascino irripetibile di fronte ad una copia perfetta?
Secondo me il valore dell'opera consiste nell'idea che l'ha generata, nell'intima ricerca del quadro, nel senso profondo di quanto ha voluto esprimere l'artista, il riproduttore fa solo un esercizio di copiatura perfetto ma la sua anima non c'è.
Condivido. Ogni primo evento che si verifica è nuovo e originale (per questo si chima originale da origine) per cui le ripetizioni saranno solo copie di quell'originale.
La ripetitività è la ri-produzione di quel primo evento, come per esempio il primo respiro è originale gli altri si ripetono.
L'improvvisazione, irripetibile, come nel caso di Paganini, non avendo precedenti non poteva essere messa a confronto con altre esecuzioni per cui non ce ne poteva essere una migliore ed una peggiore eseguita da lui stesso.
Anche se ha lasciato la sua musica scritta, alcuni dei suoi "capricci musicali" non possono essere eseguiti da nessun altro, questo fa di lui un artista inimitabile.
D'altra parte ciascuno di noi ha un suo estro che fa di ogni persona un individuo unico ed irripetibile nella sua originalità.
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Vecchio 05-06-2009, 18.20.08   #7
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La scienza moderna esige che una cosa per poter essere definita reale debba poter essere ripetuta a volontà utilizzando lo stesso metodo con cui il fenomeno è stato osservato la prima volta. Si chiama metodo empirico.

Questo è solo lo spunto di partenza, in ogni caso mi piacerebbe parlare del confine tra ripetibilità di una cosa (esiste?) e la non ripetibilità (esiste?) e delle sfaccettature delle due.
E' evidente che sia la totale ripetibilità che la totale non ripetibilità sono limiti concettuali che non hanno riscontro nel mondo, ossia non sono reali, almeno non lo sono nello stesso piano di manifestazione dell'evento che si desidera ripetere o non-ripetere.

Se parliamo di ripetibilità di un evento e portiamo questo concetto al limite dobbiamo pretendere di ripeterlo esattamente come esso si è verificato in tutti i suoi più minimi dettagli. Il che significa che tutte le condizioni che hanno reso possibile il verificarsi di quell'evento deveono essere ricostruite esattamente o devono ripresentarsi.
Ma, come risulta evidente se ci si pensa un momento, il fatto stesso che l'evento che vogliamo ripetere si sia verificato, ha modificato in una certa misura il mondo e quindi l'insieme di circostanze che fanno da ambiente per l'evento bis. In altri termini, le condizioni esatte del primo evento non possono in alcun modo più sussistere nello stesso ambito di manifestazione, cioè nello stesso mondo (tuttalpiù in un sistema isolato, ossia in un altro mondo).

Lo stesso ovviamente vale anche per la completa non ripetibilità, per il discorso opposto.

Quindi, come dice Luke, possiamo parlare solo di approsimazioni dell'evento primo, quando cerchiamo di ripeterlo.

E, se parliamo di approsimazioni, finiamo per parlare del grado di accettabilità delle stesse. Qui a mio avviso il confine (nonchè il delirio delle diverse posizioni ed opinioni).

Tuttavia il principio di base del motodo empirico lo trovo valido. E lo trovo valido anche in ambiti più vasti di quelli ufficialmente compresi nella scienza, ossia il mondo sensibile. Forse però sarebbe necessario formularlo in maniera un po' diversa, anche se più che altro credo si tratti di interpretazioni, più o meno bigotte, come dici tu.

L'altro problema, che poi è lo stesso solo visto dall'altra parte, è la definizione di "evento" che via via diamo a ciò che stiamo osservando.
Se l'evento osservato è la Gioconda, per ripeterlo avrò bisogno delle stesse condizioni di allora, quindi di Leonardo, inserito nel suo ambiente, e della stessa ispirazione di cui era dotato quel giorno e di chissà cos'altro ancora (il guaio sta nel conoscere realmente le condizioni che producono l'evento).
Se invece l'evento è "quando pizzico una corda di una chitarra nell'atmosfera esce un suono" allora è ripetibile a volontà... se specifico che suono, che chitarra, che intensità eccetera allora il discorso può cambiare. Portando all'estremo questo si arriva al problema della percezione: quello che ho mentalizzato e che voglio riprodurre è davvero ciò che è successo?

Bon, discorso infinito, forse non sono andato con ordine e c'è troppa carne al fuoco in un sol colpo...
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Vecchio 05-06-2009, 19.52.46   #8
luke
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E' evidente che sia la totale ripetibilità che la totale non ripetibilità sono limiti concettuali che non hanno riscontro nel mondo, ossia non sono reali, almeno non lo sono nello stesso piano di manifestazione dell'evento che si desidera ripetere o non-ripetere.

Se parliamo di ripetibilità di un evento e portiamo questo concetto al limite dobbiamo pretendere di ripeterlo esattamente come esso si è verificato in tutti i suoi più minimi dettagli. Il che significa che tutte le condizioni che hanno reso possibile il verificarsi di quell'evento deveono essere ricostruite esattamente o devono ripresentarsi.
Ma, come risulta evidente se ci si pensa un momento, il fatto stesso che l'evento che vogliamo ripetere si sia verificato, ha modificato in una certa misura il mondo e quindi l'insieme di circostanze che fanno da ambiente per l'evento bis. In altri termini, le condizioni esatte del primo evento non possono in alcun modo più sussistere nello stesso ambito di manifestazione, cioè nello stesso mondo (tuttalpiù in un sistema isolato, ossia in un altro mondo).

Lo stesso ovviamente vale anche per la completa non ripetibilità, per il discorso opposto.

Quindi, come dice Luke, possiamo parlare solo di approsimazioni dell'evento primo, quando cerchiamo di ripeterlo.

E, se parliamo di approsimazioni, finiamo per parlare del grado di accettabilità delle stesse. Qui a mio avviso il confine (nonchè il delirio delle diverse posizioni ed opinioni).

Tuttavia il principio di base del motodo empirico lo trovo valido. E lo trovo valido anche in ambiti più vasti di quelli ufficialmente compresi nella scienza, ossia il mondo sensibile. Forse però sarebbe necessario formularlo in maniera un po' diversa, anche se più che altro credo si tratti di interpretazioni, più o meno bigotte, come dici tu.

L'altro problema, che poi è lo stesso solo visto dall'altra parte, è la definizione di "evento" che via via diamo a ciò che stiamo osservando.
Se l'evento osservato è la Gioconda, per ripeterlo avrò bisogno delle stesse condizioni di allora, quindi di Leonardo, inserito nel suo ambiente, e della stessa ispirazione di cui era dotato quel giorno e di chissà cos'altro ancora (il guaio sta nel conoscere realmente le condizioni che producono l'evento).
Se invece l'evento è "quando pizzico una corda di una chitarra nell'atmosfera esce un suono" allora è ripetibile a volontà... se specifico che suono, che chitarra, che intensità eccetera allora il discorso può cambiare. Portando all'estremo questo si arriva al problema della percezione: quello che ho mentalizzato e che voglio riprodurre è davvero ciò che è successo?

Bon, discorso infinito, forse non sono andato con ordine e c'è troppa carne al fuoco in un sol colpo...
Si potrebbe dire, quindi, che più che di eventi si dovrebbe parlare di tipologie di eventi:
se io adesso mi alzo e vado in un'altra stanza e poi torno qui, è ovvio che questo singolo, specifico evento avvenuto oggi,alle 19.40 e così via, non potrà più ripetersi, mentre la tipologia generica dell'evento "luke si alza e va in un'altra stanza",si potrà senz'altro ripetere in futuro.

Bisogna, dunque vedere quanti e quali parametri inseriamo per vedere verificata la ripetibilità o meno di un qualcosa.
Anche negli esperimenti scientifici, in effetti, penso si fissino a priori una serie di ipotesi e di parametri da controllare mentre altri non vengono tenuti in considerazione e quindi anche in quest'ambito la ripetibilità o meno deriva sempre dalla strutturazione iniziale che abbiamo dato noi...

Per passare ad un piano più filosofico/mistico, a volte ho sentito parlare del concetto di "eterno ritorno", da Nietzsche ad es., anche qui il ritorno allora non sarebbe da intendersi come il ripetersi di un singolo evento specifico, ma di un'orbitare attorno ad un primo fatto: la maggiore o minore distanza delle orbite dall'evento originario potrebbe dipendere in parte dai parametri esterni fissati ed in parte dalla nostra componente soggettiva e cioè come ci poniamo noi rispetto al primo passaggio effettuato.
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Vecchio 06-06-2009, 11.58.29   #9
Sole
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Come Ray anche io vedo l'osservatore che vive l'evento per la prima volta da studioso e ricercatore o solo per caso e lo vive influenzando limitatamente le cicrcostanze e l'evento stesso in quanto è parte dell'esperimento, come se fosse l'evento. La seconda volta però intervengono fattori che variano irrimediabilmente l'evento che può ripetersi ma in ogni caso sarà anche un minimo impercettibile diverso, se non fosse per l'aspettativa degli accadimenti. .
Anche il quadro perfettamente riprodotto secondo me è riconoscibile ad un occhio che non indaga solo la tecnica.
Invece non sono tanto d'accordo sul discorso della chitarra. Posso prendere la stessa chitarra, la stessa mano, posso toccare la corda ma non sono sicura che sarà la stessa identica vibrazione della toccata precedente, anche una variazione di calore della mano può influenzare la corda. Anche riuscendo ipoteticamente a creare una camera stagna e riprodurre tutte le variabile, esse sono talmente infinite che la possibilità che ripeta lo stesso identico medesimo evento sono prossime allo zero, soprattutto se l'uomo è una delle variabili. In ogni caso la possibilità che sia ripetibile esiste.
Mi vien da dire che un evento è ripetibile nel suo globale, ma non nel suo particolare.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?

Ultima modifica di Sole : 06-06-2009 alle ore 12.00.54.
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Vecchio 06-06-2009, 18.42.54   #10
Ray
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Invece non sono tanto d'accordo sul discorso della chitarra. Posso prendere la stessa chitarra, la stessa mano, posso toccare la corda ma non sono sicura che sarà la stessa identica vibrazione della toccata precedente, anche una variazione di calore della mano può influenzare la corda. Anche riuscendo ipoteticamente a creare una camera stagna e riprodurre tutte le variabile, esse sono talmente infinite che la possibilità che ripeta lo stesso identico medesimo evento sono prossime allo zero, soprattutto se l'uomo è una delle variabili. In ogni caso la possibilità che sia ripetibile esiste.
Mi vien da dire che un evento è ripetibile nel suo globale, ma non nel suo particolare.
Avevo detto apposta "esce un suono" non quel suono.
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Vecchio 06-06-2009, 18.53.08   #11
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Se pensiamo a quanti tramonti vediamo ogni sera diciamo che sono semprre uguali come evento, il sole scende lentamente all'orizzonte fino a scomparire eppure ogni sera lo spettacolo è diverso, simile ma sempre diverso e irrepetibile.
La scienza dalla ripetitività dell'evento, sole che scende e tramonta, deduce una regola, una legge fiisica, determinata dagli stessi legami di ora ed azione ma ogni tramonto è singolare, unico ed irrepetibile, da tutte le possibili variabili lo si possa osservare.
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Vecchio 07-06-2009, 15.46.49   #12
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La scienza moderna esige che una cosa per poter essere definita reale debba poter essere ripetuta a volontà utilizzando lo stesso metodo con cui il fenomeno è stato osservato la prima volta. Si chiama metodo empirico.
Il sistema empirico, più che la realtà delle cose, stabilisce la realtà del controllo umano su tali cose. Cioè si basa su una premessa inesatta, il fatto che noi umani non abbiamo il controllo su di essa e non la possiamo ripetere a volontà non significa che non sia reale. Molto più semplicemente, secondo me, significa che non siamo in grado di analizzare TUTTI i fattori che hanno dato vita ad un particolare evento.

La mamma che ad esempio disperata solleva il camion che ha schiacciato la gamba di sua figlia, difficilmente potrà risollevare un tale peso in laboratorio, dato che mancherà una della condizioni più importanti e cioè un pericolo reale che sollecita il suo stato psicofisico.

Molto spesso (azzarderei a dire sempre) se non siamo in grado di ripetere lo stesso evento è solo perchè non sappiamo ricreare lo stesso evento, ci sfuggono cioè particolari anche infinitesimali che però sono fondamentali, e anche se li sappiamo riconoscere non è detto che li sappiamo ricreare perchè la stessa vita si basa su delle incognite che non abbiamo modo di conoscere. Per quanto cioè la matematica sia una scienza esatta ed avessimo la possibilità di racchiudere la vita dentro una funzione algebrica, ci sarà sempre un "quid" che sfugge qualsiasi legge o regola, e che forse rappresenta la "magia" stessa della vita... Come nel poker, la certezza matematica non ci sarà mai ma sarà soltanto un limite a cui tendere...
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Vecchio 07-06-2009, 23.41.03   #13
ellebi111
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
. Cioè si basa su una premessa inesatta, il fatto che noi umani non abbiamo il controllo su di essa e non la possiamo ripetere a volontà non significa che non sia reale.
Non abbiamo controllo sugli uragani eppure li consideriamo reali. Abbiamo visto che ci sono, si ripetono nello stesso modo abbiamo potuto dargli un nome, chiunque sentendo la parola uragano si immagina più o meno la stessa cosa.

Citazione:
La mamma che ad esempio disperata solleva il camion che ha schiacciato la gamba di sua figlia, difficilmente potrà risollevare un tale peso in laboratorio, dato che mancherà una della condizioni più importanti e cioè un pericolo reale che sollecita il suo stato psicofisico.
Quello era kael nel film superman.

Nella realtà, la scienza accetta e tiene conto di variazioni anche notevoli. Al limite cercherà di capirli, ammettendo la sua incapacità di spiegarla. Un esempio è la famosa frase di (mi sembra) sicorsky: gli scienziati dicono che il calabrone non può volare, ma lui incurante coninua a farlo.

Citazione:
Per quanto cioè la matematica sia una scienza esatta ed avessimo la possibilità di racchiudere la vita dentro una funzione algebrica, ci sarà sempre un "quid" che sfugge qualsiasi legge o regola, e che forse rappresenta la "magia" stessa della vita...
fossimo arrivati a quella formula matematica, penso che si vedrebbe dove sbaglia e si correggerebbe... la scienza evolve!!!
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Ogni tecnologia sufficientemente avanzata e' indistinguibile dalla magia.
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Vecchio 08-06-2009, 00.41.51   #14
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Originalmente inviato da ellebi111 Visualizza messaggio
Non abbiamo controllo sugli uragani eppure li consideriamo reali. Abbiamo visto che ci sono, si ripetono nello stesso modo abbiamo potuto dargli un nome, chiunque sentendo la parola uragano si immagina più o meno la stessa cosa.
Appunto, è proprio perchè si ripetono che li consideriamo reali. Ma se non lo facessero?
Lo sappiamo tutti che miscelando acqua limone e zucchero si ottiene una limonata, ma se ciò non fosse sempre ripetibile a volontà la limonata sarebbe meno reale?


Citazione:
Quello era kael nel film superman.
Kalel vorrai dire

No non era nel film superman comunque, è un fatto accaduto realmente. Ad ogni modo ci sono centinaia di esempi meno eclatanti di come in particolari condizioni di stress psicofisico si possa accedere ad energie (non solo a livello fisico) altrimenti per noi inconoscibili.
Citazione:
fossimo arrivati a quella formula matematica, penso che si vedrebbe dove sbaglia e si correggerebbe... la scienza evolve!!!
Se la scienza facesse questo "salto di qualità" non sarebbe più la scienza quale è intesa oggi un po' come il bruco quando si trasforma in farfalla...
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Vecchio 08-06-2009, 11.25.04   #15
Kael
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Questo è solo lo spunto di partenza, in ogni caso mi piacerebbe parlare del confine tra ripetibilità di una cosa (esiste?) e la non ripetibilità (esiste?) e delle sfaccettature delle due.
La ripetibilità implica un fattore determinante: il tempo. Cioè perchè un fatto si ripeta è necessario che prima svolga il suo corso e poi muoia, per poi ricominciare da capo. E come tutti sappiamo la Spiritualità trascende il tempo, ne è al di fuori e non è vincolata dalle sue leggi.

Ne consegue che nel mondo quale noi lo conosciamo, immerso nel tempo, più una cosa permane e più è reale (da qui il concetto di ripetibilità). Per cui se dico "gli alberi hanno le foglie" è una frase abbastanza vera, anche se in inverno quasi tutti le perdono, ma se dico "gli alberi hanno le foglie verdi" è ancora meno vera perchè in autunno le foglie ci sono ma diventano rosse, gialle, etc..

Se ancora stabilisco il tempo, "in estate gli alberi hanno le foglie verdi" questa è più vera delle altre due, perchè riscontrabile ogni estate, si ripete (escludendo casi limite di siccità o sconvolgimenti climatici).

Diverso se invece parliamo di Spiritualità, essa trascende il tempo e sfocia in un concetto difficilmente comprensibile, quello dell'eternità. Un Paganini non si ripeteva mai perchè sicuramente dava tutto in un concerto, ma ugualmente il concetto di ripetere qualcosa di "eterno", che dunque non è mai finito e ancora esiste dentro agli animi dei suoi ascoltatori, è ovviamente qualcosa di irrealizzabile, a prescindere dalla sua volontà..

Le sfaccettature fra le due cose sono infinite perchè ogni evento, anche il più banale, una volta morto su questo piano continua ad esistere in eterno su un piano più alto, quello da cui è scaturito... Riuscire a creare un ponte (un anima) fra i due piani potrebbe far nascere meraviglie...
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Vecchio 08-06-2009, 13.56.21   #16
Ray
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Un Paganini non si ripeteva mai perchè sicuramente dava tutto in un concerto, ....
Dalla discussione e dagli esempi a mio avviso emerge, cosa per altro ovvia a chiunque, che ci sono eventi più ripetibili ed eventi meno ripetibili. E anche più facilmente e meno facilmente ripetibili.

Certi eventi, come gli uragani, si ripetono e questo induce la scienza a cercare tutte le condizioni necessarie al prodursi dell'evento, ammettendo magari di non conoscerle ancora. Altri eventi si ripetono solo se li produciamo noi e questo ci permette di discernere gli effetti delle condizioni che immettiamo nell'esperimento.

Ci sono però eventi che hanno un minor grado di ripetibilità, come un concerto di Paganini, o anche una singola prestazione di uno sportivo (hai voglia quando facevo sport a cercare di riprodurre le condizoini che mi sembravano ci fossero state quando ho avuto una performance).

Da cosa dipende il grado di ripetibilità? Solo dall'ignoranza delle variabili in gioco?
Può darsi... però una cosa mi appare evidente: per quanto riguarda l'umano, la ripetibilità scende tanto più ci avviciniamo al "genio", all'eccellenza, al grande uomo, alla consapevolezza... insomma al grado evollutivo raggiunto dall'umano che è una delle variabili dell'evento in questione.

Tanto più prevalgono le condizioni meccaniche, tanto più sarà ripetibile l'evento, tanto più contano quei "quid" individuali, tanto meno ci sarà ripetibilità.
Questo vale anche all'interno di un signolo individuo: le cose meccaniche sono ripetibili (se bevo mi passa la sete, se prendo un purgante vado in bagno eccetera), quelle meno meccaniche, che prevedono un utilizzo di parti più elevate non lo sono allo stesso modo (oggi sono ispirato e scrivo una bella poesia, domani non ci riesco).

Sarebbe già un buon punto di collaborazione se la scienza ammettesse l'esistenza di questo quid e la sua totale ignoranza in merito. Se poi escogitasse un modo di indagarlo... forse tornerebbe a chiamarsi Scienza.
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Vecchio 08-06-2009, 14.02.53   #17
stefano
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diciamo che quello che rappresenta un "genio" per chi vive di formule e studi lo mette di fronte a tutti i limiti che la pura e semplice "tecnica" ha.
prendendo come riferimento un suonatore
un "tecnico" diplomato in conservatorio (vedasi così anche un laureato ecc. ecc in qualsiasi disciplina) non è detto abbia quel quid "geniale" in più.
e così pure uno scienziato "normale" trova chi lo ha un qualcosa che lo mette di fronte a tutti i limiti della sua ricerca.
mi viene in mente Gustavo Rol in questo momento.
come veniva visto dagli scienziati di allora?
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Vecchio 08-06-2009, 14.51.50   #18
griselda
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Credo di aver capito poco.
Un evento secondo me è ripetibile specie se è materiale, si ripete anche se gli esisti non è detto che saranno identici, anzi, persino le modalità non lo sono. Anche se si tenta di farlo diventare il più simile possibile qualcosa cambia sempre.

Nel caso di Paganini e mi ha acceso una lampadina Kael, l'evento poteva anche essere ripetuto come concerto eseguito da Paganini, a si diversificava dal primo per energia non sempre siamo carichi allo stesso modo, emozionalmente perchè non sempre proviamo le stesse cose, ma anche attenzione non sempre lo siamo in modo uguale. Questo secondo me vale in questo caso perchè si tratta di arte, anche per chi partecipa all'evento, vive quel concerto, in caso di Paganini, come un'emozione tale che difficilmente potrà essere uguale, anche come predisposizione di chi ascolta, dall'apertura, dalla predisposizione e dall'aspettativa, dalla capacità di accogliere l'evento.

Quindi alla fine si l'evento è ripetibile ma non uguale e non di certo con lo stesso esito perchè dipende dal tipo di punto diverso da cui lo si guarda.
Alla scienza manca il Cuore per diventare Scienza ed essere completa.
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Vecchio 08-06-2009, 14.57.31   #19
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manca il cuore alla Scienza o manca in coloro che se ne fanno portatori?
stefano non è connesso  
Vecchio 08-06-2009, 17.56.55   #20
griselda
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Originalmente inviato da stefano Visualizza messaggio
manca il cuore alla Scienza o manca in coloro che se ne fanno portatori?
Messa così la domanda sembra una cosa brutta e non lo voleva essere.
Io sono d'accordo con quello che ha scritto Ray:
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Sarebbe già un buon punto di collaborazione se la scienza ammettesse l'esistenza di questo quid e la sua totale ignoranza in merito. Se poi escogitasse un modo di indagarlo... forse tornerebbe a chiamarsi Scienza.
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griselda non è connesso  
Vecchio 08-06-2009, 19.11.49   #21
stefano
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Secondo me chi fa la scienza sono gli scienziati.
e fortunatamente non tutti gli scienziati la vedono in quel modo (anche se forse la maggioranza conosciuta si)
stefano non è connesso  
 


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