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Vecchio 31-01-2010, 18.55.04   #1
griselda
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Predefinito Le idee di me

Quanto fa a cazzotti l’idea che abbiamo della vita con quello che noi riusciamo vivere realmente.
Quando siamo ragazzi parliamo di cose in cui pensiamo di credere, ma nel confronto con la vita questo cambia aspetto.
Siamo pieni di tante cose, le abbiamo prese dai film, dalle canzoni, dai libri, da persone che ci piacevano, insomma siamo un pot pourrì di idee messe dentro alla rinfusa.

Poi vivendo ci accorgiamo che non siamo all’altezza del ruolo che abbiamo scelto per noi.
L’immagine che ho di me fa a cazzotti con l’idea che ho di come dovrei essere. Idea che ho incontrato in passato, accolto e coltivato.
Quando siamo ragazzi senza esperienze siamo pieni di idee, ma la realtà poi però ci coglie all’improvviso e ci mostra che non arriviamo a quell’idea e questo ci provoca sofferenza. Per arrivare a quell’idea siamo disposti a farci tanto male ma nonostante questo non ci arriviamo ugualmente se non siamo così.
Il bello è che come crediamo all’idea che ci facciamo, di come dovremmo essere, che poi ci convinciamo di esserlo, come pure crediamo nelle idee degli altri, poi nel vivere comune queste persone rivelandosi per quello che sono veramente ci deludono, allo stesso modo di come ci siamo delusi da soli per non essere parte dell’idea che ci eravamo fatti.
Quando ero ragazza ho creduto a tutte le idee che avevo assorbito e che aveva il mio ragazzo, crescendo la vita ci ha mostrato che non eravamo all’altezza di quelle idee, ma solo quanto alte erano le nostre aspettative, io sono rimasta delusa da me e poi da lui. Entrambi abbiamo disatteso le mie aspettative.
Non si può vivere sulle idee, bisogna vivere per capire chi siamo, come ci comportiamo in questo e in quell’altro frangente, nulla è dato per scontato, ma se abbiamo già un’idea di quello che pensiamo di essere saremo spersi davanti alla realtà se questa ci mostrerà la sua diversità, di idea.
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Vecchio 31-01-2010, 20.49.51   #2
nikelise
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Quanto fa a cazzotti l’idea che abbiamo della vita con quello che noi riusciamo vivere realmente.
Quando siamo ragazzi parliamo di cose in cui pensiamo di credere, ma nel confronto con la vita questo cambia aspetto.
Siamo pieni di tante cose, le abbiamo prese dai film, dalle canzoni, dai libri, da persone che ci piacevano, insomma siamo un pot pourrì di idee messe dentro alla rinfusa.

Poi vivendo ci accorgiamo che non siamo all’altezza del ruolo che abbiamo scelto per noi.
L’immagine che ho di me fa a cazzotti con l’idea che ho di come dovrei essere. Idea che ho incontrato in passato, accolto e coltivato.
Quando siamo ragazzi senza esperienze siamo pieni di idee, ma la realtà poi però ci coglie all’improvviso e ci mostra che non arriviamo a quell’idea e questo ci provoca sofferenza. Per arrivare a quell’idea siamo disposti a farci tanto male ma nonostante questo non ci arriviamo ugualmente se non siamo così.
Il bello è che come crediamo all’idea che ci facciamo, di come dovremmo essere, che poi ci convinciamo di esserlo, come pure crediamo nelle idee degli altri, poi nel vivere comune queste persone rivelandosi per quello che sono veramente ci deludono, allo stesso modo di come ci siamo delusi da soli per non essere parte dell’idea che ci eravamo fatti.
Quando ero ragazza ho creduto a tutte le idee che avevo assorbito e che aveva il mio ragazzo, crescendo la vita ci ha mostrato che non eravamo all’altezza di quelle idee, ma solo quanto alte erano le nostre aspettative, io sono rimasta delusa da me e poi da lui. Entrambi abbiamo disatteso le mie aspettative.
Non si può vivere sulle idee, bisogna vivere per capire chi siamo, come ci comportiamo in questo e in quell’altro frangente, nulla è dato per scontato, ma se abbiamo già un’idea di quello che pensiamo di essere saremo spersi davanti alla realtà se questa ci mostrerà la sua diversità, di idea.
Mi sa che devi proprio rivedere BLEEP !!
La protagonista e' quell'attrice sordomuta che ha fatto '' figli di un Dio minore '' non so se ricordi .
BRAVISSIMA nell'interpretare un ruolo che ti piacerebbe .
Una delle tante cose che il film tratta e' la forza del pensiero sul proprio corpo e su come ci vediamo e su tutta la realta' cioe' su tutto il campo quantico .
Il campo quantico e' visto come un'insieme di possibilita' che possiamo scegliere come nostra esperienza.
Quello che Uno diceva nel 3d libero arbitrio quella piccola novita' che ti crei nella giornata e che spezza le catene di causa ed effetto.
E' da queste cose che parte l'autostima .

Altra cosa interessante e che mi ha stupito e' l'effetto biochimico generato dalle emozioni .
Questo effetto biochimico crea una dipendenza ed e' il motivo per il quale ripetiamo le stesse esperienze cioe' per soddisfare quella esigenza biochimica che abbiamo creato .
Bisogna in sostanza dare al corpo emozioni diverse per realizzare effetti biochimici diversi .
Sempre di dipendenza si tratta ma dipendenza da emozioni diverse di altro tipo .
E molto altro......sempre partendo dal basso dalla materia , altri invece quelli di cui si parla piu' spesso nel forum hanno affrontato gli stessi argomenti partendo dall'alto .
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Vecchio 31-01-2010, 21.59.05   #3
m@pi
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è capitato anche a me di pensarmi diversa da quella che sono, migliore, credevo di avere delle capacità che con il tempo ho dovuto ridimensionare, guardandomi nel fare le cose ho visto una donna diversa da quella che sognavo di essere, però non provo delusione, ne prendo e quando devo fare qualcosa cerco di non pensare in grande ma tenermi con i piedi a terra contando solo su quelle qualità di me che conosco bene perchè già provate, a volte mi spingo un po' più in là per vedere se riesco ma senza illusioni sui risoltati e se riesco ne sono contenta altrimenti è solo una conoscenza in più che ho di me stessa, questo mi capita anche quando ascolto gli altri che parlano di loro stessi, aspetto sempre un pochino di vederli all'opera nella vita perchè avere un'idea di vivere è diversa dal vivere e spesso scopro che anche gli altri si vedono migliori di quello che sono, forse perchè è difficile accettarsi con le nostre piccole mancanze
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Vecchio 31-01-2010, 22.33.18   #4
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Mi sa che devi proprio rivedere BLEEP !!
La protagonista e' quell'attrice sordomuta che ha fatto '' figli di un Dio minore '' non so se ricordi .
BRAVISSIMA nell'interpretare un ruolo che ti piacerebbe .
Una delle tante cose che il film tratta e' la forza del pensiero sul proprio corpo e su come ci vediamo e su tutta la realta' cioe' su tutto il campo quantico .
Il campo quantico e' visto come un'insieme di possibilita' che possiamo scegliere come nostra esperienza.
Quello che Uno diceva nel 3d libero arbitrio quella piccola novita' che ti crei nella giornata e che spezza le catene di causa ed effetto.
E' da queste cose che parte l'autostima .

Altra cosa interessante e che mi ha stupito e' l'effetto biochimico generato dalle emozioni .
Questo effetto biochimico crea una dipendenza ed e' il motivo per il quale ripetiamo le stesse esperienze cioe' per soddisfare quella esigenza biochimica che abbiamo creato .
Bisogna in sostanza dare al corpo emozioni diverse per realizzare effetti biochimici diversi .
Sempre di dipendenza si tratta ma dipendenza da emozioni diverse di altro tipo .
E molto altro......sempre partendo dal basso dalla materia , altri invece quelli di cui si parla piu' spesso nel forum hanno affrontato gli stessi argomenti partendo dall'alto .
Uhm si la ricordo l'attrice e credo che in quel film ci siano molte cose new age anche se non ricordo tutto perfettamente ma ho tre cd a casa manca solo la voglia di rivederlo.
Volevo domandarti hai già sperimentato quello che hai visto nel filmato? Hai visto su di te gli effetti di ciò che nel documentario vanno asserendo?
Sarebbe interessante parlare di questa tua esperienza, molto di più di quella della tizia protagonista del filmato.
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Vecchio 31-01-2010, 22.42.25   #5
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è capitato anche a me di pensarmi diversa da quella che sono, migliore, credevo di avere delle capacità che con il tempo ho dovuto ridimensionare, guardandomi nel fare le cose ho visto una donna diversa da quella che sognavo di essere, però non provo delusione, ne prendo e quando devo fare qualcosa cerco di non pensare in grande ma tenermi con i piedi a terra contando solo su quelle qualità di me che conosco bene perchè già provate, a volte mi spingo un po' più in là per vedere se riesco ma senza illusioni sui risoltati e se riesco ne sono contenta altrimenti è solo una conoscenza in più che ho di me stessa, questo mi capita anche quando ascolto gli altri che parlano di loro stessi, aspetto sempre un pochino di vederli all'opera nella vita perchè avere un'idea di vivere è diversa dal vivere e spesso scopro che anche gli altri si vedono migliori di quello che sono, forse perchè è difficile accettarsi con le nostre piccole mancanze
Volevo inizialmente sottolineare la purezza dell'inizio del nostro viaggio, pieno di speranze di ideali, che è la vita, con i vari arroccamenti sui bastioni del castello che poi mano mano che ti osservi cambiano prospettiva, quando ti pensi in un modo e poi alla luce di quello che vedi scopri che è un'altra cosa.
Dell'immagine che vuoi dare di te, senza sapere bene cosa realmente sei. E quanto sei disposta a fare per mantenerla. E poi scoprire che è una faticata pazzesca. Per cosa poi? Solo per avere un'immagine. Aderire ad un cliche ad un'idea. Che poi neppure ti appartiene ma ne vieni risucchiata.
Bon mi serviva metterlo qui.
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Vecchio 31-01-2010, 23.41.12   #6
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Uhm si la ricordo l'attrice e credo che in quel film ci siano molte cose new age anche se non ricordo tutto perfettamente ma ho tre cd a casa manca solo la voglia di rivederlo.
Volevo domandarti hai già sperimentato quello che hai visto nel filmato? Hai visto su di te gli effetti di ciò che nel documentario vanno asserendo?
Sarebbe interessante parlare di questa tua esperienza, molto di più di quella della tizia protagonista del filmato.
Beh l'ho visto ieri mi pare un po' presto per chiedermi se ho gia' fatto quello che il film dice .
Pero' posso dirti che l'ho visto 2 volte e alcune parti anche 3 .
Poi ti direi che una stessa cosa vista a distanza di tempo puo' avere effetti diversi .
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Vecchio 01-02-2010, 21.47.07   #7
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Uhm si la ricordo l'attrice e credo che in quel film ci siano molte cose new age anche se non ricordo tutto perfettamente ma ho tre cd a casa manca solo la voglia di rivederlo.
Volevo domandarti hai già sperimentato quello che hai visto nel filmato? Hai visto su di te gli effetti di ciò che nel documentario vanno asserendo?
Sarebbe interessante parlare di questa tua esperienza, molto di più di quella della tizia protagonista del filmato.
Scusa solo per correttezza di informazione ma che c'azzecca la new age?
Tu l'hai visto e sai che il film e' di continuo intervallato dalle spiegazioni/interviste di 5 o 6 scienziati : fisici biochimici medici psicologi ecc.
Se non lo vuoi vedere va bene cosi' ma non e' giusto applicare etichette se non altro perche' alteri l'immagine che ne possono avere gli altri ....per me e' uguale .
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Vecchio 01-02-2010, 22.08.55   #8
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Scusa solo per correttezza di informazione ma che c'azzecca la new age?
Tu l'hai visto e sai che il film e' di continuo intervallato dalle spiegazioni/interviste di 5 o 6 scienziati : fisici biochimici medici psicologi ecc.
Se non lo vuoi vedere va bene cosi' ma non e' giusto applicare etichette se non altro perche' alteri l'immagine che ne possono avere gli altri ....per me e' uguale .
Scusa Nike, hai visto un documentario e ti è piaciuto, io ho una mia opinione, mica deve essere quella di tutti, scusa mi hai detto che non hai provato niente e già la vendi come Bibbia a cui attingere, ma è una tua posizione che credo di essere libera di non condivedere.
Poi non ho capito prima dici che l'ho visto poi dici che non voglio vederlo, caso mai rivederlo.
Inoltre non ho detto che sia tutto da buttare ma che alcune cose non le condividevo, quando avrò un attimo di tempo visto che ho i dvd (2) del filmato lo rivedrò, ma mi pareva di averlo già detto.
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Vecchio 01-02-2010, 22.18.43   #9
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Scusa Nike, hai visto un documentario e ti è piaciuto, io ho una mia opinione, mica deve essere quella di tutti, scusa mi hai detto che non hai provato niente e già la vendi come Bibbia a cui attingere, ma è una tua posizione che credo di essere libera di non condivedere.
Poi non ho capito prima dici che l'ho visto poi dici che non voglio vederlo, caso mai rivederlo.
Inoltre non ho detto che sia tutto da buttare ma che alcune cose non le condividevo, quando avrò un attimo di tempo visto che ho i dvd (2) del filmato lo rivedrò, ma mi pareva di averlo già detto.
Ho solo detto che la new age non c'entra nulla e questo e' un fatto non un'opinione .
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Vecchio 01-02-2010, 22.29.03   #10
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Volevo inizialmente sottolineare la purezza dell'inizio del nostro viaggio, pieno di speranze di ideali, che è la vita, con i vari arroccamenti sui bastioni del castello che poi mano mano che ti osservi cambiano prospettiva, quando ti pensi in un modo e poi alla luce di quello che vedi scopri che è un'altra cosa.
Dell'immagine che vuoi dare di te, senza sapere bene cosa realmente sei. E quanto sei disposta a fare per mantenerla. E poi scoprire che è una faticata pazzesca. Per cosa poi? Solo per avere un'immagine. Aderire ad un cliche ad un'idea. Che poi neppure ti appartiene ma ne vieni risucchiata.
Bon mi serviva metterlo qui.
è altrettanto bello e puro scoprire se stessi, quelle certezze che non ci tradiranno perchè ci appartengono davvero perchè non fanno parte di ideali, speranze, sogni o cliche, ma sono la nostra semplice realtà
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Vecchio 01-02-2010, 22.34.00   #11
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Ho solo detto che la new age non c'entra nulla e questo e' un fatto non un'opinione .
Bon se è per questo la pensa come te anche uno degli intervistati di cui non ricordo il nome.
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Vecchio 01-02-2010, 22.35.07   #12
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è altrettanto bello e puro scoprire se stessi, quelle certezze che non ci tradiranno perchè ci appartengono davvero perchè non fanno parte di ideali, speranze, sogni o cliche, ma sono la nostra semplice realtà
Concordo dopo averlo accettato è così.
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Vecchio 01-02-2010, 23.30.05   #13
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Bon se è per questo la pensa come te anche uno degli intervistati di cui non ricordo il nome.
Questa non si capisce .Forse volevi dire come ''me'' cioe' come te ?
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Vecchio 01-02-2010, 23.36.02   #14
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Questa non si capisce .Forse volevi dire come ''me'' cioe' come te ?
Parlo del tizio che spiega del pensiero positivo e di cosa dice la new age di errato.
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Vecchio 02-02-2010, 00.06.19   #15
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Parlo del tizio che spiega del pensiero positivo e di cosa dice la new age di errato.
Amit Goswami fisico indiano parlando della fisica quantistica come fisica delle possibilita' dice che potrebbe sembrare una cosa da new age mentre non lo e' .
Se e' questo il tuo riferimento alla new age , io altri non ne ho sentiti .

Sul pensiero positivo un altro dice che e' una copertina su una montagna di pensieri negativi e che quindi non serve a nulla .

Ultima modifica di nikelise : 02-02-2010 alle ore 00.08.52.
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Vecchio 02-02-2010, 00.21.56   #16
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Amit Goswami fisico indiano parlando della fisica quantistica come fisica delle possibilita' dice che potrebbe sembrare una cosa da new age mentre non lo e' .
Se e' questo il tuo riferimento alla new age , io altri non ne ho sentiti .

Sul pensiero positivo un altro dice che e' una copertina su una montagna di pensieri negativi e che quindi non serve a nulla .
Nike ho detto che uno degli scienziati diceva proprio che non era new age quindi la pensava come te.
Spero si capisca ora.
Comunque per ora rimango del mio parere poi quando lo rivedrò con calma è lunghissimo ahahah e sono pigra ne riparliamo ok? Stanotte dormiamo eh?
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Vecchio 02-02-2010, 12.08.44   #17
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Poi vivendo ci accorgiamo che non siamo all’altezza del ruolo che abbiamo scelto per noi.
L’immagine che ho di me fa a cazzotti con l’idea che ho di come dovrei essere. Idea che ho incontrato in passato, accolto e coltivato.
Succede anche a me e penso sia così per tutti.
E' l'ideale che si scontra con la realtà.

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Non si può vivere sulle idee, bisogna vivere per capire chi siamo, come ci comportiamo in questo e in quell’altro frangente, nulla è dato per scontato, ma se abbiamo già un’idea di quello che pensiamo di essere saremo spersi davanti alla realtà se questa ci mostrerà la sua diversità, di idea.
Però ho notato una cosa, che per realizzare l'ideale che si ha in mente non basta essere costanti e coerenti con se stessi, o la volontà che ci mettiamo, ci sono anche altri fattori.
A me piace l'ordine anche se di fatto sono alquanto disordinata, ma se mi impegno ci riesco a essere ordinata, quindi non è che non ne ho la potenzialità, ma se la trascuro vuol dire che mi va bene così e questa sono io in realtà.
Quindi la nostra natura viene fuori dalle potenzialità che sviluppiamo perchè ci attirano più di altre, per me nell'esempio di prima al posto di essere ordinata a tutti i costi sacrificando altre cose preferisco un po' di allegro disordine ma magari mi dedico di più ad altre cose...
Però l'ideale che ho di me dentro di me c'è sempre come principio, solo che non tutto si realizza, bisogna anche tener conto che nel nostro ideale non abbiamo forse considerato l'ambiente esterno e le persone che interagiscono con noi, che ci modificano volenti o no.
E anche del fatto che se prendo ogni ruolo a sè stante e ne faccio un ideale, per vivere due tre ruoli insieme per forza devo sacrificare qualcosa.
Comunque io penso che volere è potere, quindi se non sono come vorrei significa che in fondo non lo voglio veramente ma resta appunto un ideale a cui ispirarmi perchè so che posso riuscirci.
Mi spiace però che se avessi seguito l'idea che avevo di me da ragazzina avrei fatto tanti studi che non ho potuto fare, avrei fatto tante cose che non ho fatto, però forse adesso non sarei qui a scrivere queste cose, quindi mi sono arresa all'idea che ciò che sono qui e ora anche se non è l'ideale che avevo sognato è il meglio che potevo fare per me.
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Vecchio 02-02-2010, 13.39.25   #18
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Succede anche a me e penso sia così per tutti.
E' l'ideale che si scontra con la realtà.



Però ho notato una cosa, che per realizzare l'ideale che si ha in mente non basta essere costanti e coerenti con se stessi, o la volontà che ci mettiamo, ci sono anche altri fattori.
A me piace l'ordine anche se di fatto sono alquanto disordinata, ma se mi impegno ci riesco a essere ordinata, quindi non è che non ne ho la potenzialità, ma se la trascuro vuol dire che mi va bene così e questa sono io in realtà.
Quindi la nostra natura viene fuori dalle potenzialità che sviluppiamo perchè ci attirano più di altre, per me nell'esempio di prima al posto di essere ordinata a tutti i costi sacrificando altre cose preferisco un po' di allegro disordine ma magari mi dedico di più ad altre cose...
Però l'ideale che ho di me dentro di me c'è sempre come principio, solo che non tutto si realizza, bisogna anche tener conto che nel nostro ideale non abbiamo forse considerato l'ambiente esterno e le persone che interagiscono con noi, che ci modificano volenti o no.

E anche del fatto che se prendo ogni ruolo a sè stante e ne faccio un ideale, per vivere due tre ruoli insieme per forza devo sacrificare qualcosa.
Comunque io penso che volere è potere, quindi se non sono come vorrei significa che in fondo non lo voglio veramente ma resta appunto un ideale a cui ispirarmi perchè so che posso riuscirci.
Mi spiace però che se avessi seguito l'idea che avevo di me da ragazzina avrei fatto tanti studi che non ho potuto fare, avrei fatto tante cose che non ho fatto, però forse adesso non sarei qui a scrivere queste cose, quindi mi sono arresa all'idea che ciò che sono qui e ora anche se non è l'ideale che avevo sognato è il meglio che potevo fare per me.
Ah che bello essere compresa (è così difficile che quando avviene mi rende felice è come un abbraccio materno e la mia pigrizia lo è ancora di più)
Quindi secondo te Stella è solo questione di lavorarci duramente se davvero ci interessa.
(poi però mi domando se questo non mi irrigidirà dall'altra parte, è così? Ma va bene ugualmente?Già questo è un limite che mi frena. Le domande sono rivolte a tutti)
L'ultima parte poi mi piace molto è l'accettazione di se che tutti dovremmo mettere in atto, anche perchè volente o no quello siamo e almeno noi dovremmo volerci bene, sempre.
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Vecchio 02-02-2010, 15.34.10   #19
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Credo che il problema centrale sia proprio quel voler dare un'immagine di sè fuori diversa da quello che realmente siamo.. e che quell'immagine fittizia diventa poi l'unica manifestazione che conosciamo, e quindi crediamo di essere quell'immagine..
se quell'immagine crolla per qualche motivo, vediamo che sotto c'è dell'altro. Ad un certo punto secondo me, è indispensabile mollare l'immagine di noi stessi che tanto ci piace per lasciare il posto a tutto il resto...
Uno nel thread sul contrasto ha detto una cosa che mi è rimasta impressa e che secondo me rende molto bene, anche se era riferita ad altro:

Citazione:
Originalmente inviato da Uno
......
Quando la persona che conosciamo come gentile ci fa qualcosa di strano, questa persona non è diventata cattiva, ma ha solo spostato momentaneamente la manifestazione del suo essere, ma quel movimento ci sconvolge quasi più che se questa persona sposti per sempre il suo modo di essere (la manifestazione).
Credo che per conscerci davvero, dovremmo cominciare a provare a spostare coscientemente la manifestazione del nostro essere... più facile a dirsi che a farsi mi rendo conto, ma l'immagine che noi abbiamo di noi stessi, non è altro che la cristallizzazione di quello che vorremmo essere, di come vorremmo che gli altri ci vedessero (e di come ci illudiamo che ci vedano).
Quindi l'unica cosa da fare, è destrutturare quell'immagine , piano piano, chiaro non è che se per trent'anni ho fatto la buona di colpo non divento una iena , ma prendere in considerazione anche gli altri stati del mio essere, osservarli, conoscerli, sperimentarli.. una volta conosciuti davvero, penso che sotto riusciremo a scorgere qualcosa di diverso che una semplice immagine...

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Vecchio 02-02-2010, 15.49.14   #20
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Citazione:
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Credo che il problema centrale sia proprio quel voler dare un'immagine di sè fuori diversa da quello che realmente siamo.. e che quell'immagine fittizia diventa poi l'unica manifestazione che conosciamo, e quindi crediamo di essere quell'immagine..
se quell'immagine crolla per qualche motivo, vediamo che sotto c'è dell'altro. Ad un certo punto secondo me, è indispensabile mollare l'immagine di noi stessi che tanto ci piace per lasciare il posto a tutto il resto...
Uno nel thread sul contrasto ha detto una cosa che mi è rimasta impressa e che secondo me rende molto bene, anche se era riferita ad altro:



Credo che per conscerci davvero, dovremmo cominciare a provare a spostare coscientemente la manifestazione del nostro essere... più facile a dirsi che a farsi mi rendo conto, ma l'immagine che noi abbiamo di noi stessi, non è altro che la cristallizzazione di quello che vorremmo essere, di come vorremmo che gli altri ci vedessero (e di come ci illudiamo che ci vedano).
Quindi l'unica cosa da fare, è destrutturare quell'immagine , piano piano, chiaro non è che se per trent'anni ho fatto la buona di colpo non divento una iena , ma prendere in considerazione anche gli altri stati del mio essere, osservarli, conoscerli, sperimentarli.. una volta conosciuti davvero, penso che sotto riusciremo a scorgere qualcosa di diverso che una semplice immagine...

Quindi ricapitolando ()noi possiamo essere tutto, in potenza lo siamo, poi per un determinati motivi ci siamo fossilizzati, cristallizzati, fissati, su una certa manifestazione, ora crediamo di essere solo quella, perchè abbiamo lottato per avere quell'immagine tanto che ora crediamo di essere solo quella tanto che il solo pensare di spostarci ci fa stare male o ci spaventa o ci fa sentire spersi e nudi. Ma è solo un'idea invece, e provando a fare un po' la iena () posso rendermi conto, forzando all'inizio di quello che ho detto prima.
Bon mi fermo qui perchè non so neppure se ho tradotto tutto bene, (ora capisco perchè il mio amico sperso chissà dove continuava a riassumere perchè le parole primo le usiamo male, secondo non leggo mai veramente i post, a me quella frase di Uno manco l'avevo vista , mi sa che dovrei leggere una frase sola, alla volta una frase come quella fa riflettere sempre che la si colga. )
Al solito...grazie Red
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griselda non è connesso  
Vecchio 02-02-2010, 16.36.19   #21
luke
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Quindi ricapitolando ()noi possiamo essere tutto, in potenza lo siamo, poi per un determinati motivi ci siamo fossilizzati, cristallizzati, fissati, su una certa manifestazione, ora crediamo di essere solo quella, perchè abbiamo lottato per avere quell'immagine tanto che ora crediamo di essere solo quella tanto che il solo pensare di spostarci ci fa stare male o ci spaventa o ci fa sentire spersi e nudi. Ma è solo un'idea invece, e provando a fare un po' la iena () posso rendermi conto, forzando all'inizio di quello che ho detto prima.
Effettivamente provare a cambiare la manifestazione del nostro essere è una cosa estremamente ardua: già è difficile modificare semplici abitudini, tipo fumare o prendere il caffà dopo mangiato, a maggior ragione lo è togliere cristallizzazioni vecchie di decenni.

Io, ad esempio, sento che ci sono tante parti di me che vogliono continuare ad esistere, e che quindi mandano una marea di "segnali di stop" e di intortamenti mentali, tipo : come ti comporterai una volta cambiato? come la prenderanno gli altri? dovrai ripartire da zero ed essere un novizio su tante cose, tipo stati d'animo, sensazioni solitamente provate ecc? e se poi cambi e stai male lo stesso? e se poi nel cambiamento perdi anche qualcosa di positivo che avresti voluto conservare?

Sono timori spesso ingiustificati, però superarli è uno scoglio bello tosto, forse partire da cose non troppo grandi, tipo piccole abitudini , può aiutare a "farci la bocca" in vista di risultati più importanti.
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Vecchio 02-02-2010, 17.08.15   #22
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Quindi ricapitolando ()noi possiamo essere tutto, in potenza lo siamo, poi per un determinati motivi ci siamo fossilizzati, cristallizzati, fissati, su una certa manifestazione, ora crediamo di essere solo quella, perchè abbiamo lottato per avere quell'immagine tanto che ora crediamo di essere solo quella tanto che il solo pensare di spostarci ci fa stare male o ci spaventa o ci fa sentire spersi e nudi. Ma è solo un'idea invece, e provando a fare un po' la iena () posso rendermi conto, forzando all'inizio di quello che ho detto prima.
Sì, penso che l'unico modo sia sperimentare, ma bisogna essere disposti a lasciare quell'immagine e a non ripetere in loop sempre le stesse manifestazioni, almeno quando ci siamo accorti di metterle in atto... perchè poi diventiamo quelle manifestazioni, invece dovremmo essere in grado di gestirle.

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Sono timori spesso ingiustificati, però superarli è uno scoglio bello tosto, forse partire da cose non troppo grandi, tipo piccole abitudini , può aiutare a "farci la bocca" in vista di risultati più importanti.
Si sono d'accordo partire dalle piccole cose è l'unico modo, e non ascoltare la mente quando ci manda quei segnali, anche perchè se ascoltarli puo' sembrare il modo più comodo, in realtà ci impedisce di conoscerci. Insistere, forzando un po' quelle cristallizzazioni è l'unico modo, magari si soffre un po' ma alla fine si cambia rotta...

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Vecchio 02-02-2010, 18.05.10   #23
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noi possiamo essere tutto, in potenza lo siamo,
Non per pignoleggiare, ma in potenza abbiamo tutto... siamo quel che siamo. Per esempio Ray ha in se cattiveria, anche se/quando non la manifesta. Se la manifesta una volta ha fatto una cosa cattiva, se continua a manifestarla tanto da farla diventare centrale nel suo modo, ecco che Ray è cattivo, ma lo è al modo di Ray, che sarà diverso da quello di tutti gli altri.
Poi ci sono le cose che avremmo potuto essere ma che ormai non saremo mai. Come ad esempio il potenziale Ray cardiochirurgo per manifestarsi avrebbe avuto bisogno che Ray facesse una certa strada che ormai non è più percorribile o lo è solo con molte limitazioni e con meno possibilità.
Ci sono possibilità che addirittura partono talmente svantaggiate da essere quasi impossibili fin dall'inizio... il Ray falegname, dati l'ambiente e le caratteristiche di partenza, aveva ben poche possibilità di manifestarsi.
Tutte queste possibilità però, ad un certo llivello, esistono comunque e sono in un certo modo esplorabili.

Ma tu facevi un altro discorso, che condivido, sul fatto che ci convinciamo che quel pochissiimo che manifestiamo sia quello che siamo, mentre siamo molto di più... ci costringiamo a vivere in un monolocale quando abbiamo a disposizone un palazzo "solo" perchè alcune stanze ci fanno paura.

Ma...

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Effettivamente provare a cambiare la manifestazione del nostro essere è una cosa estremamente ardua: già è difficile modificare semplici abitudini, tipo fumare o prendere il caffà dopo mangiato, a maggior ragione lo è togliere cristallizzazioni vecchie di decenni.

Io, ad esempio, sento che ci sono tante parti di me che vogliono continuare ad esistere, e che quindi mandano una marea di "segnali di stop" e di intortamenti mentali, tipo : come ti comporterai una volta cambiato? come la prenderanno gli altri? dovrai ripartire da zero ed essere un novizio su tante cose, tipo stati d'animo, sensazioni solitamente provate ecc? e se poi cambi e stai male lo stesso? e se poi nel cambiamento perdi anche qualcosa di positivo che avresti voluto conservare?

Sono timori spesso ingiustificati, però superarli è uno scoglio bello tosto, forse partire da cose non troppo grandi, tipo piccole abitudini , può aiutare a "farci la bocca" in vista di risultati più importanti.
Ma anche se decidiammo di manifestare cose diverse dalle nostre solite e abituali non smettiamo di essere quello che eravamo prima, anche se questo non significa che non cambiamo.
So che sembra inconciliabile, ma se io sulla mia motocicletta monto un sidecar la mia moto sempre quella è anche se è cambiata (e con essa cambia il modo di guidare, le strade che scelgo eccetera).
Tra l'altro potrò sempre smontare il sidecar in un momento successivo, anche se questo avrà un prezzo... nello specifico rinunciare al passeggero e altre piccole cosette.
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Vecchio 02-02-2010, 18.31.29   #24
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Non per pignoleggiare, ma in potenza abbiamo tutto... siamo quel che siamo. Per esempio Ray ha in se cattiveria, anche se/quando non la manifesta. Se la manifesta una volta ha fatto una cosa cattiva, se continua a manifestarla tanto da farla diventare centrale nel suo modo, ecco che Ray è cattivo, ma lo è al modo di Ray, che sarà diverso da quello di tutti gli altri.
Poi ci sono le cose che avremmo potuto essere ma che ormai non saremo mai. Come ad esempio il potenziale Ray cardiochirurgo per manifestarsi avrebbe avuto bisogno che Ray facesse una certa strada che ormai non è più percorribile o lo è solo con molte limitazioni e con meno possibilità.
Ci sono possibilità che addirittura partono talmente svantaggiate da essere quasi impossibili fin dall'inizio... il Ray falegname, dati l'ambiente e le caratteristiche di partenza, aveva ben poche possibilità di manifestarsi.
Tutte queste possibilità però, ad un certo llivello, esistono comunque e sono in un certo modo esplorabili.

Ma tu facevi un altro discorso, che condivido, sul fatto che ci convinciamo che quel pochissiimo che manifestiamo sia quello che siamo, mentre siamo molto di più... ci costringiamo a vivere in un monolocale quando abbiamo a disposizone un palazzo "solo" perchè alcune stanze ci fanno paura.

Ma...



Ma anche se decidiammo di manifestare cose diverse dalle nostre solite e abituali non smettiamo di essere quello che eravamo prima, anche se questo non significa che non cambiamo.
So che sembra inconciliabile, ma se io sulla mia motocicletta monto un sidecar la mia moto sempre quella è anche se è cambiata (e con essa cambia il modo di guidare, le strade che scelgo eccetera).
Tra l'altro potrò sempre smontare il sidecar in un momento successivo, anche se questo avrà un prezzo... nello specifico rinunciare al passeggero e altre piccole cosette.

Si è vero, il fatto è che spesso certe paure sono fissazioni che si hanno, o almeno che ho io, anche se ingiustificate.
In fin dei conti non è che bisogna entrare in una centrifuga, essere spupazzati e poi vediamo quel che esce fuori, si tratta di una cosa più guidata ed organizzata, nella quale invece di identificarci nel prodotto finale di un processo, sarebbe meglio capire che siamo anche il processo che ha portato un certo risultato, se decideriamo di modificare alcune parti prodotto non vuol dire distruggere tutta la fabbrica, anzi, vuol dire utilizzarla davvero al meglio, poi per il nuovo prodotto spero si potranno trovare sempre nuovi mercati di sbocco...
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Vecchio 02-02-2010, 19.08.22   #25
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Io penso, a parte i discorsi fatti fin qui che trovo giustissimi, che quasi sempre ci manifestiamo in un certo modo per essere accettati dagli altri, magari all'inizio forzandoci un po', poi una volta entrati in quel ruolo o manifestazione, la fatica non è tanto di essere diversi, quanto di avere il coraggio di manifestarci come sentiamo di essere nel nostro profondo e il timore che questo impatto può avere sugli altri.
In questi casi l'ideale che ci prefiggiamo non è propriamente "nostro" ma quello di essere come pensiamo gli altri si aspettino da noi, fino a discostarci anche molto da ciò che siamo veramente, parti di noi che soffochiamo e che non potranno mai manifestarsi.
Quel cercare la perfezione, quell'essere sempre disponibili, lo si vede come l'ideale da raggiungere e che non riusciamo mai a manifestare come vorremmo perchè non ci è naturale.
Ma una volta che troviamo il coraggio di rompere questi schemi, un pochino alla volta, anche se creiamo un po' di disorientamento in chi interagisce con noi, si può vivere più liberi, anche perchè non per questo diventiamo persone diverse ma solo più noi stesse con le nostre potenzialità.
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