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Vecchio 29-11-2007, 00.53.45   #1
TaYu
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Predefinito Il peggiore tradimento...

Lunedi' sera sono andato a fare una corsa per scaricare le tensioni del lavoro.
Quando corro posso riodinare i pensieri e mi succede spesso di avere dei dialoghi con delle voci interiori.
Sono voci che hanno una personalita' ben definita che adesso sono in grado di riconoscere.
La discussione che abbiamo avuto era relativa al peggior tradimento che si possa fare, e quello che e' risultato e' che il peggiore tradimento e' quello verso se stessi.
La cartina tornasole che rileva il grado di tradimento verso se stessi e quello degli ultimi 3 secondi.
Quando ti rimangono 3 secondi prima di lasciare questa esistenza, ebbene in quei 3 secondi capisci quanto di te' hai tradito, venduto o regalato agli altri... quanta parte di te' hai negato per assecondare la vita che gli altri hanno voluto per te o meglio che hai creduto volessero da te...
Quando oramai e' chiaro il grado di tradimento rimangono oramai solo 2 secondi... 1.... zero.
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Vecchio 29-11-2007, 01.17.37   #2
Kael
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C'era chi diceva che bisognerebbe vivere ogni istante della propria vita come se fosse l'ultimo... E questo proprio perchè così facendo si metterebbe veramente il massimo in quello che si fa, ed è questo che permette il miracolo del "rendersi conto"... di avere coscienza... Altrimenti, se si fanno sempre le cose col "tanto c'è tempo, farò di più domani"....

Secondo me TaYu non sono quegli ultimi 3 secondi che ci restano ad essere speciali... "speciale" è il modo in cui li viviamo, anche se costretti dal sapere che saranno gli ultimi.
Se invece riuscissimo a vivere così anche tutti gli altri momenti, facendolo liberamente e senza essere costretti da cause di forza maggiore....
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Vecchio 29-11-2007, 01.25.36   #3
TaYu
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C'e' chi ha detto "voglio vivere come fossi eterno e viverli come se fosse l'ultimo".
Gli ultimi 3 secondi non sono speciali in se' (sono come quei milioni gia' vissuti) ma lo diventano in quanto oltre a quelli inizia un esperienze diversa che non ti permettera' di cambiare cio' che e' stato.
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Vecchio 29-11-2007, 01.36.39   #4
Kael
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Appunto per quello dicevo che arrivarci senza aver dato il massimo sarà motivo di rimpianti e sofferenze, ma se invece ci impegnamo prima per non tradirci, o per imparare dagli sbagli passati, allora quel momento potrà essere anche vissuto serenamente e con nuove prospettive che si aprono per il "dopo"...
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Vecchio 29-11-2007, 02.02.50   #5
TaYu
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Ma nel mondo reale succede spesso che dopo periodi di "dimenticanza" di se' ci si risveglia e si capisce che la vita ha preso strade che non hanno vie secondarie o rotonde dove fare una svolta.
E' questa sorta di perdita di attenzione che ci fa' perdere di vista la propria aspettativa.
Per fare un esempio concreto...
Io ho sempre desiderato una famiglia e appena ne ho avuto la possibilita' l'ho formata.
Questa era una grossa parte del mio essere, ma una piccola parte di me' desiderava e desidera vivere una vita da viaggiatore errante... in cerca di incontri sempre nuovi.
Per un certo periodo l'equlibrio delle mie aspettative si e' retto nella costruzione della famiglia, ma quella piccola parte di me' si e' sempre di piu' fatta sentire perche' richiedeva a gran voce il diritto di esprimersi.
Le vie che potevo scegliere erano:
1. Far finta di niente e continuare a nascondere quella piccola parte che gridava,
2. Mettere in crisi una famiglia per rendere conto ad una natura che pretendeva di essere espressa.
3. Provare a modificare la propria vita famigliare per far incontrare le nuove esigenze
.....
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Vecchio 29-11-2007, 02.11.55   #6
Uno
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Le vie che potevo scegliere erano:
1. Far finta di niente e continuare a nascondere quella piccola parte che gridava,
2. Mettere in crisi una famiglia per rendere conto ad una natura che pretendeva di essere espressa.
3. Provare a modificare la propria vita famigliare per far incontrare le nuove esigenze
.....
E alla fine che hai fatto? Dai che mi piace sentirlo da te


















però non resisto , non hai fatto nessuna delle tre
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Vecchio 29-11-2007, 02.19.35   #7
TaYu
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Bhe quello che mi sono detto e' "Voglio Tutto".
Non posso rinnegare o far finta che in me NON esistono molti lati... Sono parti che in alcuni casi possono convivere mentre in altri devono esprimersi in compartimenti stagni...
Sono sceso a compromessi con la mia sincerita' verso le persone che vivono insieme a me.
Per rimanere fedele a me stesso ho dovuto scegliere di non esserlo con gli altri...
Non potevo continuere a far marcire una parte di me, quella che non poteva vedere la luce del sole, quella che sentiva di non essere amata.
Lentamente questa parte stava marcendo e con le si stava infettando tutto il resto...
Cosi' ho deciso di dare voce a tutti

Ultima modifica di TaYu : 29-11-2007 alle ore 02.21.38.
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Vecchio 29-11-2007, 02.28.42   #8
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La terza scelta credo sia la migliore, cioè quella di integrare le due cose... Un integrazione che avviene prima di tutto in te stesso più che nella famiglia, perchè se è vero che una parte di te ama la vita da vagabondo e ultimamente si fa sentire, è anche vero che un altra grossa parte di te ama la famiglia che si è costruita e vuole condividere la vita con essa... Pertanto se tiri il lenzuolo da una parte scopri l'altra e viceversa... Quindi qualcosa sempre mancherà...
Ci sarebbero molte cose da vedere se posso permettermi, se ad esempio la voglia di "evadere" non deriva magari da qualche problema che al momento non vuoi affrontare, e quindi sarebbe una via di fuga... così come quello di non assumerti le tue responsabilità etc..

Non è che magari la storia del viaggiatore errante è una scusa per scappare da te stesso? Non fraintendermi, non sto dicendo che una vita ricca di scoperte e cose nuove sia sbagliata, anzi... guai a fossilizzarsi su una poltrona... però secondo me le due cose possono coesistere benissimo, posso viaggiare dentro me stesso anche restando chiuso in casa... la sola vera cosa che conta è l'elasticità mentale con la quale si possono considerare soluzioni che all'inizio non si vedevano...
Poi ovvio che ognuno fa della propria vita quello che vuole...

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Vecchio 29-11-2007, 02.42.43   #9
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Per rimanere fedele a me stesso ho dovuto scegliere di non esserlo con gli altri...
Mi perdonerai se sarò un pò cruda? Ma ci son passata..
Hai scelto o sei stato costretto a farlo? Se sei stato costretto (dici che hai dovuto e non voluto.. a meno che le cose coincidano e non accade spesso) allora non sei sincero neppure con te stesso, una parte di te è costretta in qualcosa che la fa marcire ulteriormente anche se ora non puzza ancora.
Capisco bene che a volte siamo costretti a fare scelte che dobbiamo poi assorbire e cercare di rendere nostre ed accettare/convincerci che le abbiamo fatte liberamente e in coscienza.
Ci diciamo che se l'occhio non vede il cuore non duole. Ma sarà davvero così?

__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 29-11-2007, 10.34.31   #10
Uno
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Bhe quello che mi sono detto e' "Voglio Tutto".
Non posso rinnegare o far finta che in me NON esistono molti lati
Ebbeh, te lo avevo detto... non hai scelto nessuna delle tre

Proviamo ad analizzare la faccenda parlando in generale, con esempi generali che con te c'entrano o non c'entrano, non voglio analizzarti, analizzare te, quanto invece vedere il fenomeno, cosa che ritengo può essere utile come confronto.

Mi hai detto di aver letto l'articolo sulle vie della mano sinistra e della mano destra.... beh il concetto può essere esteso a tutte le cose della vita, dovendo scegliere tra A e B (per esempio e comodità espositiva) qualsiasi scelta che non sia completamente A o B è una non scelta... è un'illusione di scelta.
Quando riesci ad andare veramente fino in fondo in una allora entrambi ti sono accessibili... sembra assurdo, un paradosso ma basta provare.....

Esempio assurdo:
Un tesoro sott'acqua, non hai bombole, vuoi il tesoro e rimanere in vita.
  1. Se rimani sopra perchè hai paura di morire annegato rimani senza il tesoro, ma se "te ne fai una ragione" se ti metti l'anima in pace con quel tesoro continui la vita e magari ne trovi un'altro
  2. Se vai deciso fino in fondo, hai preso aria prima, magari ti sei anche un pò allenato, prendi il tesoro e torni velocemente su....
  3. Se vai titubante, a metà strada ti manca l'aria e affoghi
Insomma nelle prime due andando fino in fondo nella scelta ottieni il tutto alla fine (cioè quando hai deciso e ti orienti relamente e non per finta), spesso non si vede questo tutto e non deve essere la carota.... bisogna andare convinti e decisi per una strada senza pensare in quel momento all'altra... altrimenti rimani sempre a mezza profondità finchè affoghi....
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Vecchio 29-11-2007, 12.18.30   #11
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Io ho sempre desiderato una famiglia e appena ne ho avuto la possibilita' l'ho formata.
Questa era una grossa parte del mio essere, ma una piccola parte di me' desiderava e desidera vivere una vita da viaggiatore errante... in cerca di incontri sempre nuovi.

.....

questa tua frase mi tira dentro in questa discussione,ti rispondo perchè ho vissuto più o meno la stessa esperienza, lo stesso dubbio amletico, temo di doverti dire se posso, che non puoi avere tutto, mi spiace, se davvero la spinta alla vita errante non è, come ti ha già fatto notare giustamente Kael, una fuga. Sono due cose opposte, una vita in famiglia e una vita da vagabondo. Io ho voluto credere nella prima, ho desiderato dei figli con grande forza (senza avere la minima idea di cosa fosse una famiglia aimè) e quando la situazione in casa non si è rivelata all'altezza delle mie aspettative ho desiderato con tutta me stessa fuggire (stò parlando di me adesso, non è detto che tu ti ci debba ritrovare nelle mie parole per carità) A quel punto è risaltata fuori la mia parte vagabonda e un pò incoscente, la parte a cui non avevo mai dato voce per paura di sbagliare, voce che mi dava una buona, ottima giustificazione, per cambiare strada. A quel punto mi sono trovata di fronte a delle scelte, come te. Un tempo ho letto questa frase "spesso bisogna scegliere, ma per scegliere bisogna rinunciare a qualcosa, questo rende agli uomini così difficile la scelta" Non potevo avere famiglia e vita vagabonda assieme (che poi, sta vita errante secondo me analizzata è solo una proiezione del desiderio intimo di essere coscienti e responsabili di ogni gesto, per me almeno) non me la sentivo di mollare la famiglia (i figli che avevo tanto cercato) nè di rinunciare al mio desiderio di essere me stessa.
Ma dovevo stare o da una parte o dall'altra, lì in mezzo esposta a tutti i dubbi ero a pezzi.
Ho divorziato, è stato difficile,un pò perchè sapevo di mandar per aria una cosa a cui tenevo molto e sapevo che avrei messo i miei figli in una situazione dolorosa, un pò perchè il soggetto lasciato non era esattamente pacifico e per nulla d'accordo con la mia scelta. Ma la parte di me che voleva fuggire, la vagabonda, non era solo in cerca di posti sconosciuti da esplorare (e chi non amerebbe questa vita?)ma era in cerca di un luogo dove esprimersi ed essere se stessa.
Ho scelto, ho rinunciato alla comoda vita familiare con tutti i suoi pro e contro e carica di tutte le mie responsabilità ho iniziato quel viaggio fantastico che è l'esplorazione di sè. Magari tra qualche anno, figli grandi e autosufficienti, avrò anche la fortuna di viaggiare.
Scelte come questa capitano spesso, i famosi 3 secondi con cui hai aperto questa discussione possiamo viverli sempre io credo. Ma è difficile perchè spesso non siamo consapevoli di quanto e cosa siamo disposti a perdere per essere noi stessi.
(ok mi sono fatta un pò trascinare dal pathos però è quello che penso )
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Vecchio 29-11-2007, 12.58.28   #12
turaz
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"comoda vita familiare".
siamo sicuri sia "comoda" e che non sia più "comoda" una vita da vagabondo errante in un certo qual modo?
errare permette a mio avviso se fatto in un certo modo di ampliare le conoscenze altrimenti porta come dice la parola solo a "sbagliare"...
errare può espandere
una vita familiare è già una scelta di "concentrazione" a mio parere.
l'equilibrio sta nel mezzo dei due
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Vecchio 29-11-2007, 13.30.59   #13
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nella mia esperienza ho notato come qualsiasi scelta venga fatta non in "piena libertà" porti a un certo punto a una sorta di sovraccarico sino magari all'esplosione del famoso "bubbone" latente.
insomma io penso che serva sapersi osservare per bene e conoscersi profondamente per arrivare a comprendere quando una scelta effettuata è pienamente libera e pienamente affine a se stessi.
in tal caso non si tratta di un "errare" fine a se stesso.
è un errare con uno scopo ossia la conoscenza di se stesso di fronte a più situazioni.
una volta fatto questo si comprende come di fronte a una vasta gamma di scelte possibili quella più "adatta" sarà quella che più si lega alla conoscenza di se stessi.
La vita è scelta.
solo quando ci si conosce profondamente le scelte si "allineano" al proprio essere.
Se non ci si conosce profondamente le scelte prima o poi andranno rivedute e corrette
senza dimenticare poi... che ciò che ciascuno è... non è la scelta che ciascuno fa... ma nel "come" la fa si denotano le sue potenzialità e le sue capacità a mio parere.

ciao

Ultima modifica di turaz : 29-11-2007 alle ore 13.34.52.
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Vecchio 29-11-2007, 14.37.32   #14
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nella mia esperienza ho notato come qualsiasi scelta venga fatta non in "piena libertà"
Scusa la pignoleria, ma in questa contraddizione di termini che è spesso utilizzata c'è una chiave molto importante, scegli se sei libero e in grado di scegliere, altrimenti subisci e se quello che stai subendo ti garba ti sembra di aver scelto bene, se invece non ti garba ti sembra di aver scelto senza essere libero....
Pignoleggio a favore dell'amico TaYu, tanto tu mi tirerai fuori un "si però" (adesso non puoi neanche più per non darmela vinta )
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Vecchio 29-11-2007, 14.42.59   #15
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certamente
scegli se sei libero e in grado di farlo.
a questo può anche servire l'errare con scopo.
a capire meglio cosa si è in primis e successivamente cosa scegliere (con pro e contro insiti in qualsiasi scelta)
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Vecchio 29-11-2007, 15.49.08   #16
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Ciao TaYu,
penso che questo periodo che stai attraversando capiti a molti almeno una volta nella vita,io stessa piu' di una.
Sin da bambini cresciamo con continui condizionamenti:cosa e' meglio ,cosa e' bello,questo e' male e questo e' bene.Questo per farci "integrare" nella "societa'".Quindi che capita ,per soddisfare le loro aspirazioni e speranze ci comportiamo in modo da far contenti tutti(gli altri).ok...
Ogni scelta diventa in base a quello che ci "hanno" insegnato.
Poi un giorno scopriamo che...ops...(metaforicamente),non e' proprio la vita che volevo.
E' verissimo che ogni scelta dev'essere consapole,se siamo noi ad esserlo,ma l'essere umano e' bello perche' anche quando sbaglia nelle proprie scelte ,probabilmente ce' da imparare anche in questo.
Comunque si e' sempre'liberi' anche di sbagliare.
Quando hai una tua famiglia si che sei condizionato,ma perche' anche gli altri fanno delle scelte,le devono fare,quindi non trovo molto corretto "mentire" agli altri,i tuoi cari,perche' primo come sai, menti a te stesso e poi fai vedere di te parti non del tutto vere.
Bisogna avere il coraggio anche di scegliere e di essere se stessi(certo e' una parola!).
Per poi magari arrivare ai 3 secondi e dire ce' l'ho messa tutta.
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Vecchio 29-11-2007, 16.33.41   #17
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essere se stessi nel rapporto che si vive no?
chiaro che se le basi sono state altre sin dall'inizio... volerlo iniziare a fare "dopo" è assai arduo...)) e ciò porta all'esplosione dei "bubboni" latenti.
sono cose che a mio avviso vanno "chiarite" subito sin dall'inizio anzi... la persona "giusta" arriva quando...dentro di te hai fatto chiarezza non prima.

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Vecchio 29-11-2007, 23.15.01   #18
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essere se stessi nel rapporto che si vive no?
chiaro che se le basi sono state altre sin dall'inizio... volerlo iniziare a fare "dopo" è assai arduo...)) e ciò porta all'esplosione dei "bubboni" latenti.
sono cose che a mio avviso vanno "chiarite" subito sin dall'inizio anzi... la persona "giusta" arriva quando...dentro di te hai fatto chiarezza non prima.

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Scegliere di farsi una famiglia,non vuol dire necessariamente rinunciare a se stessi...se poi nel tempo si cambia e si cresce,(e questa e' una cosa quasi inevitabile)per entrambe nella coppia,ma in direzioni diverse e con obbiettivi diversi...allora,quello che dico io e' Parliamone con la persona che ci sta accanto, facciamo chiarezza,perche' ,secondo me, esporre le emozioni e i dubbi e le voglie che ci turbunano i quel momento,vuole gia' dire che stai facendo un passo in avanti verso te stesso,vuol dire ammettere che ce' qualcosa che brucia dentro e vuole essere ascoltato. senza crugiolare. ....E a ogni azione una reazione...con affetto...
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Vecchio 29-11-2007, 23.27.24   #19
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essere se stessi nel rapporto che si vive no?
chiaro che se le basi sono state altre sin dall'inizio... volerlo iniziare a fare "dopo" è assai arduo...)) e ciò porta all'esplosione dei "bubboni" latenti.
sono cose che a mio avviso vanno "chiarite" subito sin dall'inizio anzi... la persona "giusta" arriva quando...dentro di te hai fatto chiarezza non prima.

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... non ricordo.... tu sei single, vero Turi?
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Vecchio 30-11-2007, 00.41.54   #20
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Wow... vi ringrazio tutti per i commenti...
Ho cercato di leggere tutto molto attentamente.
Penso che il modo migliore per affrontare i propri desideri sia quello di capire bene quello che si desidera.
Intendo dire che guardando bene a fondo alla mia voglia di "liberta" (liberta' di incontrare gente nuova, di viaggiare, di vivere nuovi rapporti ecc...) c'e' in effetti nascosto un disagio, un senso di reazione a qualcosa...
Credo possa essere il senso di passivita', di inutilita' che provo nel vivere una vita senza scopi primari.
Intendo dire che in fondo in fondo sento che sto' tradendo lo scopo profondo che la mia natura (potevo usare anima... parte divina in me... spirito incarnato...) deve realizzare in questa occasione di vita.
Se penetro la mia voglia di liberta', non e' solamente voglia di "trasgressione" (parola ormai inflazionata... e questo la dice lunga su quante persone si trovano nella mia stessa situazione) ma e' la ricerca di dare un senso compiuto a questa vita.
Un senso profondo che cerca di realizzare la propria forma unica.
Se uno nasce come seme di Rosa... sente nel profondo che desidera realizzare una fioritura di petali rossi e vellutati.
Il problema e' quello di rendersene conto, infatti se nascendo in un prato si sente simile alle erbe di campo, crescendo sentira' che qualcosa gli manca... crescendo sentira' che matura dentro di se' una esigenza diversa dalle sue compagne... si sentira' di volere tradire quello che le erbe di campo sono, per diventare Rosa. Non e' una fuga ma una realizzazione della propria natura.
Ecco... credo che la risposta sia nel fare chiarezza per capire bene chi sono... Rosa, Fiore di campo, Quercia o addiruttura Bruco?
Grazie ancora....
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Vecchio 30-11-2007, 11.14.40   #21
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... non ricordo.... tu sei single, vero Turi?
no. ma da quel punto di vista per me le cose sono molto chiare

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Vecchio 30-11-2007, 11.15.54   #22
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Scegliere di farsi una famiglia,non vuol dire necessariamente rinunciare a se stessi...se poi nel tempo si cambia e si cresce,(e questa e' una cosa quasi inevitabile)per entrambe nella coppia,ma in direzioni diverse e con obbiettivi diversi...allora,quello che dico io e' Parliamone con la persona che ci sta accanto, facciamo chiarezza,perche' ,secondo me, esporre le emozioni e i dubbi e le voglie che ci turbunano i quel momento,vuole gia' dire che stai facendo un passo in avanti verso te stesso,vuol dire ammettere che ce' qualcosa che brucia dentro e vuole essere ascoltato. senza crugiolare. ....E a ogni azione una reazione...con affetto...

esattamente.
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Vecchio 30-11-2007, 11.16.55   #23
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Wow... vi ringrazio tutti per i commenti...
Ho cercato di leggere tutto molto attentamente.
Penso che il modo migliore per affrontare i propri desideri sia quello di capire bene quello che si desidera.
Intendo dire che guardando bene a fondo alla mia voglia di "liberta" (liberta' di incontrare gente nuova, di viaggiare, di vivere nuovi rapporti ecc...) c'e' in effetti nascosto un disagio, un senso di reazione a qualcosa...
Credo possa essere il senso di passivita', di inutilita' che provo nel vivere una vita senza scopi primari.
Intendo dire che in fondo in fondo sento che sto' tradendo lo scopo profondo che la mia natura (potevo usare anima... parte divina in me... spirito incarnato...) deve realizzare in questa occasione di vita.
Se penetro la mia voglia di liberta', non e' solamente voglia di "trasgressione" (parola ormai inflazionata... e questo la dice lunga su quante persone si trovano nella mia stessa situazione) ma e' la ricerca di dare un senso compiuto a questa vita.
Un senso profondo che cerca di realizzare la propria forma unica.
Se uno nasce come seme di Rosa... sente nel profondo che desidera realizzare una fioritura di petali rossi e vellutati.
Il problema e' quello di rendersene conto, infatti se nascendo in un prato si sente simile alle erbe di campo, crescendo sentira' che qualcosa gli manca... crescendo sentira' che matura dentro di se' una esigenza diversa dalle sue compagne... si sentira' di volere tradire quello che le erbe di campo sono, per diventare Rosa. Non e' una fuga ma una realizzazione della propria natura.
Ecco... credo che la risposta sia nel fare chiarezza per capire bene chi sono... Rosa, Fiore di campo, Quercia o addiruttura Bruco?
Grazie ancora....

provi inutilità a "concentrarti" in un punto?

così mi pare di capire leggendo
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Vecchio 30-11-2007, 14.22.33   #24
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Turaz... mi puoi spegare cosa hai capito da quello che ho scritto?
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Vecchio 30-11-2007, 14.42.21   #25
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che dal tuo punto di osservazione consideri per te maggiormente "utile" (per tua natura) espandere il tuo essere che concentrarlo in un punto scelto.
insomma ti senti "ristretta" in una situazione di quel tipo.

Ultima modifica di turaz : 30-11-2007 alle ore 14.45.21.
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