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Vecchio 26-03-2008, 21.45.28   #1
jezebelius
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Predefinito La responsabilità di ciò che si dice in coppia

...e potrei aggiungere, anche quella che viene per conseguenza ossia la responsabilità delle proprie azioni.

Per molte cose il tread al quale fare riferimento potrebbe essere, quello in psicologia, partner ideale
Metto qua, in esperienze, per non intasare la discussione.

Insomma mi è capitato di osservare una discussione in cui lui diceva a lei, per introdurre un argomento mi pare, che aveva avuto intenzione di iscriversi presso un'associazione, di cui lei conosceva poco.
In quel momento sembrava filasse tutto liscio, fino a qualche minuto dopo quando, probabilmente per il fatto che questa associazione, alla ragazza, non diceva nulla o poco ma di superficiale, partono le critiche: " Ma che fai con questa cosa, perdi tempo", oppure " invece di pensare a cose pratiche che possono essere utili nella vita di tutti i giorni, ti metti a pensare a questi fatti astratti che di pratico non posseggono nulla e che non ti portano da nessuna parte", ed ancora " sono situazioni inconcludenti ed io con una persona inconcludente non so che fare ".
Lui le chiede in che senso e per tutta risposta: " Secondo me, questa associazione ti fa perdere tempo e non ti porta a nulla. Io voglio stare assieme ad una persona pratica, un compagno che non abbia la testa fra le nuvole a maggior ragione iscrivendosi ad una cosa che, non rilascia alcun " titolo " per il futuro e che non ha utilità, anzi rallenta, nella vita di tutti i giorni; quale è l'utilità di questa iscrizione....? Poi, siccome è una cosa che per me è inconcludente e gia ce ne sono troppe comprese persone che conosco, mi dispiacerebbe sapere che anche tu lo sei e per questo potrei perdere anche la stima.
Certamente non mi troverei con una persona di cui ho perso la stima...!
Alchè, il ragazzo le controbatte ma per capire sin dove potessero arrivare queste affermazioni: " lasciando stare questa associazione che probabilmente non conosci o conosci poco. Facciamo che chiedo di iscrivermi al WWF o ad Amnesty International, per seguire e coltivare dei miei principi. Anche qua pensi che ci sia qualcosa che non va?
In effetti la ragazza risponde che anche con queste " richieste " e casomai militanza, si perde del tempo e la stima comunque l'avrebbe " persa "!
Il ragazzo le fa tornare alla mente che qualche tempo prima la ragazza aveva dichiarato che avrebbe accettato il suo partner anche davanti a qualcosa, non di illegale si intende ma, di stravagante....che so, estremizzando un po, nuotare d'inverno, in mare di notte o ululare alla luna ogni venerdi a mezzanotte.
Insomma tutte cose un po fuori dal comune - sicuramente stava estremizzando - ma che individuavano la sostanza dell'accettazione da parte di lei per lui e l'affermazione, implicita, degli interessi o hobby che questo voleva coltivare. Lei di tutta risposta gli dice che evidentemente l'ha detto ma che forse non era del tutto convinta che avrebbe potuto accettare questa/e cosa/e!!

Da qui stavo pensando a quel che Kael ha messo giu come introduzione nella discussione che ho riportato.
Quanto risulta essere " amore " la limitazione, forse implicita ed anche minacciata, in una relazione e quanto invece nasconde un desiderio di controllo su quel che l'altro fa. Sinceramente non mi pare che la la dichiarazione fosse: " Sai mi piace fare le rapine in banca e per questo te lo confesso, così mi paro il di dietro". Mi pare invece che si potesse parlare di una cosa piacevole, una condivisione se vogliamo, inerente qualcosa che comunque rientra nella sfera personale, anche se si è in coppia; sfera per cui , credo, ognuno debba possedere!
Questa cosa mi fa riflettere soprattutto sulla condizione in cui si trovava l'interlocutore.
E' giusto non fare delle scelte o limitarsi nel farle semplicemente perchè l'altro ce lo impone, sia esplicitamente come abbiamo visto ed anche, allo stesso tempo, implicitamente poichè non di meno ci si trova in quella situazione per cui si rinvia il problema, e non si risolve ma un giorno potrebbe tornare sotto altri aspetti?
Si può parlare di " amore" o semplice voglia - che non è dire poco - di costruire qualcosa per il futuro? Su quali basi questo qualcosa sarà costruito?
Se sono davanti al Pc e mia moglie mi fa pesare questa cosa, non considerando che questo è un " mio " spazio, la cosa non mi fa granchè piacere, nel senso posso anche accettare questa sua opposizone ma certamente, si suppone, la critica non dovrebbe influire sulle mie scelte.
Posso anche, mi pare, prendermi un giorno a settimana per andare a giocare la partita di calcetto con gli amici e non mi posso iscrivere all'associazione, non togliendo tempo alla relazione anzi sostituendola alla partita di calcetto, solo perchè non " rientra " nel canone di stima e di praticità, canone su cui, poi, si basa " l'immagine", l'idea che ho del partner?
Si può " mediare " ad oltranza, restringendo la propria sfera di interessi?
Gia lungo, mi fermo.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 26-03-2008, 23.24.30   #2
Shanti
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Originalmente inviato da jezebelius
In effetti la ragazza risponde che anche con queste " richieste " e casomai militanza, si perde del tempo e la stima comunque l'avrebbe " persa "!
Questo per me ha tanto odore di ricatto, per collegarmi al discorso dei drammi di controllo che arrivano dall'infanzia mi ricorda il bambino che si sente dire dalla madre: "Se non fai questo... se non ti comporti bene... ecc. la mamma non ti vuole più bene".
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Vecchio 27-03-2008, 02.00.34   #3
Grey Owl
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Provo a descrivere lei e lui per come li ho letti:
LEI: Lei pare giudicare senza portare un'alternativa "valida" alle scelte di lui. Lei lo riprende dicendo che è un'inconcludente e gli fà capire che se continua per quella strada lei non lo seguirà più. Pare lei la persona forte e pratica che è disposta a scelte dolorose. In quello che dice si intravede una situazione esaperata dal comportamento di lui e dalla sua passività.
LUI: Lui pare subire le aspre critiche di lei ma al tempo stesso non se ne cura più di tanto. Lui pare insicuro nelle scelte da fare e tentenna e inoltre cerca di convincere lei delle sue scelte sapendo già come la pensa a riguardo. Lui segue un filo logico che parte dal ricordo del loro rapporto nel passato senza affrontare le incomprensioni del presente.

Rispondo alle tue domande per come la penso io:
E' giusto non fare delle scelte o limitarsi nel farle semplicemente perchè l'altro ce lo impone, sia esplicitamente come abbiamo visto ed anche, allo stesso tempo, implicitamente poichè non di meno ci si trova in quella situazione per cui si rinvia il problema, e non si risolve ma un giorno potrebbe tornare sotto altri aspetti?
Dipende da quanto una persona è convinta delle proprie scelte, spesso l'altro diventa un'alibi per noi stessi, per non voler prendersi la resposabilità delle proprie azioni. Ritengo che se lui è convinto delle sue scelte, lei prenderà atto che queste sono le sue scelte.

Si può parlare di "amore" o semplice voglia - che non è dire poco - di costruire qualcosa per il futuro?
Che futuro può essere se l'oggi è fatto di incomprensioni e di ricatti affettivi? Meglio che la coppia faccia il punto della loro situazione attuale lasciando perdere per il momento il futuro.

Su quali basi questo qualcosa sarà costruito?
Questo richiede un esame di coscienza da parte della coppia, preso atto del risultato lo si potrà usare come base per le fondamenta (per costruire un futuro).

Si può " mediare " ad oltranza, restringendo la propria sfera di interessi?
Meglio sarebbe trovare nella coppia dei momenti in cui ognuno coltiva i propri interessi che se non coincidono devono sempre essere coltivati. La relazione di coppia è come un tetto sostenuto da due colonne (lui e lei). Se le colonne sono troppo vicine rendono instabile il tetto e se troppo lontane non lo sostengono. Bisogna che siano alla giusta distanza per offrire più stabilità al tetto. Nella coppia ognuno deve lasciare spazio all'altro in modo che vi sia movimento per camminare assieme.
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Vecchio 27-03-2008, 13.46.01   #4
stella
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Eh già, si dice sempre di accettare l'altra persona in toto ma non è sempre così....
Mia figlia aveva un fidanzato molto sportivo,lui la coinvolgeva in tutti gli allenamenti in palestra a cui andava dopo il lavoro perchè altrimenti il tempo per stare insieme era poco, ma lei si annoiava, e se non andava con lui doveva aspettarlo a casa, perchè lui non voleva che uscisse con le amiche, perchè ora era fidanzata.... e le diceva che andare a divertersi senza di lui gli pareva uno smacco...
Lui realizzava la sua passione sportiva portando con sè anche lei, a scalare monti, in imprese subacquee, in lanci col parapendio, in principio lei ci andava, perchè era l'unico modo per condividere qualcosa, anchè perchè non aveva tante alternative perchè lui non rinunciava nemmeno a un pomeriggio in palestra...
Lei avrebbe voluto dirgli "scegli: o me o lo sport" lui invece: "Piuttosto che rinunciare a ciò che mi piace rinuncio a te"...
L'amore non avrebbe dovuto superare tutto questo ????
Fatto sta che un bel giorno si sono lasciati, perchè lei voleva qualcuno che pensasse di più a lei, lui invece una che lo lasciasse libero come era prima di fidanzarsi.
Spesso si pensa che lo "spazio in termini di tempo, di interessi, di passione ecc." che l'altro si prende nel rapporto di coppia assorba anche il tempo da passare insieme e si ha la sensazione che ci venga tolto qualcosa a cui abbiamo diritto.
Fino ad un certo punto è utile mediare, ma se per far piacere all'altra persona si rinuncia a una cosa a cui teniamo per la nostra crescita personale, è molto difficile venire a compromessi.
Eppure quando ci si conosce si imparano le passioni e i gusti dell'altro, ma chissà, si pensa che quando ci si metterà insieme l'altra persona cambierà.....
Oppure si afferma che qualsiasi cosa l'altro farà sarà accettata, pensando così di conquistarsi il suo amore, tanto si pensa che non farà mai nulla che non ci interessa...
Quando questo accade, però, si resta spiazzati... perchè si ama l'idea che abbiamo dell'altra persona e tendiamo a pensare che sceglierà solo cose che piacciono anche a noi...
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Vecchio 27-03-2008, 16.16.03   #5
cassandra
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Leggendo la storia è anche troppo facile pensare che è Lei ad essere severa,rigida,forse anche un minimo in posizione di superiorità rispetto al partner,eppure credo che il fulcro sia vedere quanto di ciò che afferma è collegato ad altro..magari lei ha delle aspettative che non esprime,(perchè?)ed invece di aprirsi, si lascia andare a commenti che suppongo,feriscono più di quanto ferirebbe un vorrei che facessi prima questo,per poi dedicarti ad altro ..vorrei vederti concretizzare qualcosa prima di aumentare gli impegni e svaghi..estremizzando neanche troppo,mi vorrei sposare ed invece tu pensi ai corsi da seguire!..senza ricorrere a "ricatti"subliminali,che infondo allontanano,anzicchè avvicinare,ma che esistono e si ripetono quasi automaticamente in tante coppie.Lui come affronta la situazione?..che pensa Lui di quello che Lei dice?..mi chiedo quanto di vero c'è in quello che lei afferma,anche se in malo modo e soprattutto a che scopo spinge?..cercare di scendere in profondità all'argomento sarebbe giusto a mio parere,indipendentemente da chi ha ragione o torto analizzare e vedere quanto di vero,anche se detto a bruciapelo c'è,insomma credo che questa sia un ottima situazione da cui trarre giovamento,guardandola come sprone ad evolvere..poi sta a chi ha la sensibilità per cogliere scindere la sostanza,dal resto..Relativamente alle domande,beh..posso dire che si può benissimo mediare ad oltranza,un pò per comodo,un pò per paura,un pò per insicurezza propria o procurata,perchè no,anche per l'educazione ricevuta,ma questa cosa per esperienza personale porta inevitabilmente ad un esplosione,ad una crisi interiore che ci fa sentire mutilati nella propria esistenza..e sicuramente non è questo il giusto presupposto per un rapporto di coppia che funziona,come spiega bene anche Gray.. in fondo in quanto letto non c'è armonia,non c'è una vera e propria compatibilità,unione di intenti, ma tale cosa penso si possa creare nel tempo,volendo...La limitazione non è amore,ma chi non lo sa,non la vive così e mi chiedo quanto possa essere incolpato per qualcosa che non arriva a vedere?
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Vecchio 27-03-2008, 17.40.07   #6
RedWitch
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Per quella che è la mia esperienza, dico che la vita di coppia è anche un compromesso.
Credo che pero' il compromesso debba essere da entrambe le parti altrimenti si arriva a situazioni come quella descritta da Stella. Quando si inizia a vivere insieme ad un'altra persona, cambia tutto, non è come essere fidanzati e vedersi di tanto in tanto, significa condividere la vita con l'altro, e per farlo, serve fare qualche rinuncia, senza pero' dimenticarsi di sè stessi.
Se voglio iscrivermi al WWf, e anche stare al pc, magari vedermi con le amiche, e andare in palestra, considerando il fatto che il giorno si lavora, e la possibilità per stare insieme al partner (almeno nella maggioranza dei casi) si riducono alla sera, se penso esclusivamente alle cose che mi piacciono, il mio compagno, non avrà tutti i torti a lamentarsi.. allora, quel che sto imparando a fare è scegliere la cosa che per me è più importante e tenermi uno spazio (ragionevole) per quello. Se per me è veramente importante, credo di dover lottare per questa cosa, se all'altro non garba, posso provare a fargli capire, se non altro, quanto per me sia importante, senza per questo fargli mancare la mia presenza e l'attenzione. Sembrano frasi fatte, ma se non ci si impone un minimo, le cose sono due, o si accontenta l'altro in toto, e ci si annulla (reprimendo e dopo sono guai) oppure si continua a fare le cose che ci piacciono e si devono pagare le conseguenze di questo, che possono anche essere perdere l'altro.

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Originalmente inviato da Jezebelius
Posso anche, mi pare, prendermi un giorno a settimana per andare a giocare la partita di calcetto con gli amici e non mi posso iscrivere all'associazione, non togliendo tempo alla relazione anzi sostituendola alla partita di calcetto, solo perchè non " rientra " nel canone di stima e di praticità, canone su cui, poi, si basa " l'immagine", l'idea che ho del partner?
Si può " mediare " ad oltranza, restringendo la propria sfera di interessi?
Ho detto sopra.. secondo me si tratta di scegliere, di avere una priorità se è davvero importante portarla avanti, io non credo che questo dovrebbe essere un motivo per cui il partner dovrebbe perdere la fiducia o la stima.

Il mediare, va bene secondo me , se questo non è un rinunciare sempre e comunque a quello che è la mia vita. Come ha detto Cassi, ci sono tante cose sotto.. ma se si accontenta sempre l'altro rinunciando (e rosicando) non è un atto di altruismo verso l'altro. A me è capitato di stare con una persona, che non voleva che io uscissi con i miei amici quando lui era lontano e usciva coi suoi. Ho litigato per un po' di tempo in maniera violenta, poi non ho più avuto la forza per farlo e mi sono accorta che se lo accontentavo in tutto, lui mi lasciava tranquilla. Allora ho ceduto su tutti i fronti. Ma stavo male. Pur di non farmi rompere le scatole, di non andargli contro , gli dicevo sempre di si, non uscivo più di casa. Poi ne ho pagato (giustamente) le conseguenze. Non è vita quella... E non è giusto per nessuno. Nemmeno per l'altro.

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Vecchio 27-03-2008, 18.13.17   #7
dafne
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E' capitato anche a me Red, il mio ex marito era di una gelosia folle, quasi paranoide (eh mi sà senza quasi...9 ho rinunciato a me ma ormai è da un pò che penso di aver rinunciato a me molto molto prima..vabbè ma è OT.
Per quanto riguarda la vita di coppia, conviventi a maggior ragione ma anche in una frequentazione comincio a pensare che si tyratti di compromessi si, quando non c'è amore. Quando si è innamorati, i primi tempi, certi problemi non ci sono. Perchè?
In questo momento in cui forzatamente ho richiusop un legame amoroso tel chi che tornano le stesse frasi. Che male c'è se esco con gli amici/he? Che male c'è se faccio quello sport o se leggo quei libri? Perchè non mi capisce, perchè non lo capisco? Parlo per me ovviamente ma credo che quando il sentimento è forte e trasporta allora ci pare che nulla sia invalicabile e tutto sia possibile. Fino alla prima delusione. C'è sempre una prima delusione, o da una parte o dall'altra e quando il vetro s'incrina non ci si vede più bene attraverso, la figura non è più nitida ma ha mille riflessi e noi ci mettiamo lì a cercar di capire, di interpretare. Non so quanto sarò popolare a dirlo ma la maggior parte delle volte i rapporti zoippicano non perchè le persone non sanno comprendere ma perchè non sanno lasciarsi. Io dò tutta la mia attenzione al mio compagno, tutta quella che posso e mi sono sempre sentita in colpa rendendomi conto che la volevo indietro perchè frasi meravigliose come "l'amore vero non vuole nulla in cambio.." etc etc mi facevano stare di schifo. Un pò alla volta ho anche imparato a riconoscere il bisogno, la dipendenza, magari non le ho sconfitte ma sento quando è bisogno di qualcuno e quando desiderio di quel qualcuno, e continuavo ad aspettare quel qualcosa, quel ritorno sentendomi sempre più colpevole e cercando di non chiedere di non dire.
Anche quello non và bene, resto ancora lontana dall'amore ma comincio a pensare che non sia "l'amore non chiede nulla in cambio" nel senso che devi amare punto senza desiderio che l'altro ricambi o meno ma è piuttosto un amore che non dà nulla in cambio perchè per l'altro dare è spontaneo quanto respirare, non so se riesco a spiegarmi ma se io dò e amo e l'altro fà lo stesso non ci saranno passi da fare uno verso l'altro perchè saremo già a contatto, non ci saranno spazi da conquistare o ritagliare perchè saranno gli stessi o naturalmente verranno percepiti come tali, non ci saranno domande pericolose da fare perchè la comprensione sarà totale.Utopico? Eh si, ma in fondo si dice che esiste un solo grande amore, non fosse che perchè appena lo si trova è semplicemente impensabile e illogico perderlo. Capo Uno un giorno mi ha detto che cercare di cambiare per gli altri non và bene, così come far cambiare, e prima o poi, anche molto poi, lo si paga. Le persone restano come quando le abbiamo incontrate, allora perchè poi ci fanno soffrire?
Per chi piangiamo quando l'amato ci delude, ci ferisce, ci lascia? Per lui o per noi o per qualcuno che vorremmo essere stati e non siamo riusciti ad essere?
L'amore è un gran motore, alle volte delle persone entrano nella nostra vita per indicarci una strada, per mostrarci un cambiamento, e poi come i cartelli nella strada rimangono nel passato. A quanti cartelli abbiamo proseguito e su quanti ci siamo arenati?
Uff che post casinoso, scusate ma sono un pò amareggiata, non sò bene se più da me o più da lui ma temo più da me. Come al solito gli avvisi, i campanelli c'erano ma, stavolta, penso che posso tenermi il buono e andare avanti.
in coppia come con gli amici comunque io credo sia doveroso promettere solo che si è sicuri di poter mantenere e provarci ad ogni costo. Se poi proprio non ci si riesce amici veri o partner innamorati non dovrebbero aver difficoltà a comprendere non credete?
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Vecchio 27-03-2008, 22.05.08   #8
griselda
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Non conosco la coppia personalmente non so come sono realmente lui e lei e forse neppure saprei conoscerli bene, non conosco me.
Ma per esperienza personale ho visto che spesso le cose che ci vengono dette, anche se magari il modus è sbagliato, e spesso teniamo conto più di quello che di altro, hanno un fondamento di verità. La persona con cui viviamo vede il ripetersi di atteggiamenti che non capisce che sono lontane dal suo modo di essere e quindi condanna, non spetta a lei capire da dove arrivano e cosa farci, ma a noi guardare cosa c’è di vero in quello che ci viene contestato. Se l’altro è l’opposto di noi è chiaro che ci mostrerà quello che ci differenzia e noi possiamo fare e facciamo altrettanto sempre che ne abbiamo la capacità e la forza e il coraggio. Ma non si può imporre niente a nessuno senza incorrere in rimostranze, si può solo evidenziare, far notare e poi si deve decidere cosa fare, stare senza fare nulla è la cosa più deleteria che ci possa essere, lo dico per esperienza. O si va via o si rimane e si lavora su se stessi, ma no per imposizione, bisogna rendersene conto, che qualcosa davvero in noi può anche non andare ma noi non la vediamo mentre l’altro si, poi si perde e generalizza magari ma uno spunto ce lo da.
Io sento di aver perso tanto tempo proprio perché non ho saputo ascoltare gli spunti che mi venivano dati, non ero matura, non sapevo, ci metto tutto ma non ho saputo prendere ciò che era evidente a tutti tranne a me.
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Vecchio 30-03-2008, 10.23.35   #9
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Capo Uno un giorno mi ha detto che.... Le persone restano come quando le abbiamo incontrate, allora perchè poi ci fanno soffrire?
si però
se le abbiamo incontrate e si comportavano in un modo, si adoperavano per starci vicino, ci cercavano, ci stavano a sentire e poi hanno cambiato atteggiamento? Allora non siamo noi che siamo cambiati ma loro, anche qui ci vorrebbe una buona dose di responsabilità no? Per non mostrarsi come non si è oltre che a non parlare a sproposito...
ci sono dei segnali, oltre all'intuito (e anche qui come si fare ad essere certi?), che ci fanno capire quando l'altro stà recitando o dobbiamo necessariamente verificarlo?
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Vecchio 30-03-2008, 10.49.25   #10
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si però
se le abbiamo incontrate e si comportavano in un modo, si adoperavano per starci vicino, ci cercavano, ci stavano a sentire e poi hanno cambiato atteggiamento? Allora non siamo noi che siamo cambiati ma loro, anche qui ci vorrebbe una buona dose di responsabilità no? Per non mostrarsi come non si è oltre che a non parlare a sproposito...
ci sono dei segnali, oltre all'intuito (e anche qui come si fare ad essere certi?), che ci fanno capire quando l'altro stà recitando o dobbiamo necessariamente verificarlo?
Secondo me hai scritto bene la prima domanda... cambiano (cambiamo) atteggiamento, ma non cambiano relamente Daf. E' chiaro che i primi tempi, complice l'innamoramento (o la cotta, la sbandata), o il fatto che ci si conosce poco, l'atteggiamento sarà di un certo tipo, ma a meno che uno non sia un attore superfantastico, dopo poco, i segnali di certe cose si vedono.. nella mia esperienza posso dire, che sapevo a cosa andavo incontro la maggior parte delle volte, ma mi volevo illudere che fosse diversamente..
Il tizio a cui ho accennato sopra nell'altro post, già all'inizio dava segnali di gelosia, ma non li ho voluti sentire.... un'altra volta con un'altra persona mi è capitato che lui non fosse così interessato a me (mi prendeva e mi mollava quando gli garbava), ma io volevo illudermi che fosse una storia di quelle "belle e dannate", perchè non volevo vedere che a sto tizio di me proprio gliene fregava poco.. Questo con il senno di poi chiaramente, là per là mi volevo convincere che fosse proprio così..
Io credo Daf, che diamo una valenza alle cose che ci succedono in base anche al nostro stato d'animo, a quello che vogliamo vedere, che pretendiamo (inconsciamente) dall'altro. Quando ci si è dentro, capisco che non sia semplice, e che sono esperienze che fanno male, pero' fondamentalmente le persone restano quelle che abbiamo incontrato, solo che dopo un po' vediamo anche altri lati che inizialmente o tengono nascosti o ci teniamo nascosti noi stessi.
La responsabilità di non mostrarsi come non si è... il problema è che non sappiamo mai realmente come siamo, (a meno che uno non sia uno str.. patentato che seduce e abbandona), anche quando una persona recita, non è pienamente consapevole di farlo..

Daf..
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Vecchio 30-03-2008, 12.46.45   #11
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si però se le abbiamo incontrate e si comportavano in un modo, si adoperavano per starci vicino, ci cercavano, ci stavano a sentire e poi hanno cambiato atteggiamento?
Quando si conosce una persona ci attrare in lei un particolare che rimane per molto tempo il riferimento dei nostri pensieri, ad esempio un bel carattere, un bel viso, il sorriso, il farci stare bene. E' la fase d'innamoramento che amplifica o riduce aspetti di quella persona, in qualche modo proiettiamo aspettative e desideri in quella persona come una luce abbagliante. A poco a poco la fase d'innamoramento passa e la luce abbagliante dell'innamoramento si affievolisce lasciando apparire aspetti della persona che prima non notavamo. E' in questa fase che inizia la vita di coppia fatta di onori e oneri, di cedimenti e rafforzamenti nel proprio mondo di singolo per passare ad una vita di coppia.
Quote:

Allora non siamo noi che siamo cambiati ma loro, anche qui ci vorrebbe una buona dose di responsabilità no?
Ogni momento della vita è fatto di scelte, di bivi in cui volenti o nolenti prendiamo una decisione. La responsabilità è maggiore quanto maggiore è l'attenzione che mettiamo in ciò che facciamo. Nella coppia è maggiore l'effetto specchio che ognuno proietta nell'altro, è in questo momento che la coppia si usa per comprendere quanto l'uno fà da specchio all'altro. Le critiche che si fanno all'interno della coppia nascono da lati non accettati di se stessi. Se vi è la volontà di affrontarli assieme la coppia proseguirà nel loro cammino assieme oppure nasceranno dei nodi, dei grumi d'incomprensione che potranno essere ignorati per tanto tempo oppure "giustificati" oppure sopportati. Il meglio sarebbe un procedere verso lo scioglimento di questi nodi lavorandoci assieme giorno per giorno.
Quote:

Per non mostrarsi come non si è oltre che a non parlare a sproposito...
Ognuno di noi porta con sè atteggiamenti che derivano dalla sua storia, in primis dalla vita nella famiglia d'origine poi dalla società che ci vuole belli, intelligenti e felici. La verità è che non si mostra mai quello che dentro siamo per paura di non piacere, di essere abbandonati (retaggio della paura infantile dell'abbandono). Sopratutto nella prima fase di conquista e innamoramento si nascondono quegli aspetti di noi che riteniamo "negativi", li mettiamo in un cassetto e poi tirati fuori più tardi (questo modo è inconscio ed automatico).
Quote:

ci sono dei segnali, oltre all'intuito (e anche qui come si fare ad essere certi?), che ci fanno capire quando l'altro stà recitando o dobbiamo necessariamente verificarlo?
Ci sono sempre dei segnali, la cosa difficile è essere attenti e presenti nel momento che compaiono. Serve essere presenti in un momento in cui ci si perde nell'altra persona, nel desiderio, nell'aspettativa, nella proiezione e nel tumulto interiore. Nella fase successiva questo "sconvolgimento" si affievolisce ed è in quel momento che la coppia può iniziare un lavoro assieme per cogliere i segnali e lavorarci sopra per continuare il cammino assieme.

PS: io per primo nel cammino sono inciampato e rialzato tante volte, ed ogni volta cè stata la volontà di entrambi di continuare il percorso assieme.

Ultima modifica di Grey Owl : 30-03-2008 alle ore 12.51.59. Motivo: aggiunto il PS
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Vecchio 19-05-2008, 02.44.52   #12
jezebelius
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Il fatto è che quando si parla di responsabilità, come ho detto, sia di quel che si dice e sia delle azioni conseguenziali, il peso, li per li non si sente, secondo me, ma pian piano assume una certa rilevanza.

Di ciò che si dice e di ciò che si fa, è inevitabile prendere atto come è inevitabile, in caso di vita assieme prendere questa constatazione come base, come punto della situazione e quindi come ulteriore appoggio per andare avanti.

Il problema a questo punto è il meccanismo che si attiva o meglio che fa fatica ad attivarsi, poichè, si presume, che si voglia vivere con quella persona e quindi si dovrebbe fare di tutto per cercare - almeno sforzarsi - di capire un suo punto di vista - e da qui attivare quel meccanismo - e non solo ed esclusivamente sentenziare quel che su cui non si è d'accordo; peraltro basando una " stima " su cose che non rispecchiano canoni, personali, precostituiti.

E' vero che all'inizio, insomma, la fase dell'innamoramento fa tabula rasa di quel che non va o che potenzialmente potrebbe non andare ma è anche vero che poi col passare del tempo entri in gioco altro.
Qui sfocio, mi sa, nella discussione linkata sopra, quella sul partner ideale, ma mi rendo conto che sono condizioni che vanno a braccetto, forse.

Continuando sulla scia delle responsabilità, inevitabilmente da assumere e rilevare sia per se ma pure per chi ci sta vicino, quanto meno " fotografare" un comportamento, un momento, pur considerando particolari situazioni di stress emotivo o periodi particolari, credo che non possa passare inosservato che forse un dare/avere non proprio equilibrato, esiste.
Anche un " capire " quanto meno la posizione dell' altro è un dare secondo me e chiudersi in risposte " secche " perchè quel comportamento è fuori da uno schema, non è dare.
Chiedo: sbaglio?
A questo punto bisogna secondo me valutare anche le incompatibilità.
E' vero che forse queste vanno smussate se l'intento è quello di vivere assieme e quindi uno sforzo è richiesto da entrambe le parti ma pure è vero che non è un lavoro che si può fare a senso unico e che evidentemente ce ne sono alcune che fanno fatica ad essere sacrificate sull'altare di una futura convivenza, soprattutto perchè non si vuole " perderle". Mi è capitato di discutere e mi sentivo rispondere" Che vuoi sono così; se non ti sta bene...ciao!" Dette forse in momento di ira ma forse pure comunicavano altro.

Della serie in definitiva se sei così, rispecchi quel che voglio o quel che penso tu debba fare, va bene. Sennò ognuno per la sua strada.
Certo, tornando al discorso, non si parlava di una rapina in banca quanto, invece, di seguire un Principio che per quanto personale, soggettivo, dovrebbe forse essere condiviso sicuramente nei limiti della tollerabilità propria di ognuno ma certo non si parlava di una cosa, ripeto, riprovevole.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
jezebelius non è connesso  
 


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