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Vecchio 10-03-2011, 10.02.14   #1
dafne
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Predefinito Progettare

Oso postare in questa sezione qualcosa che ancora non è ben definito neanche nella mia testa per cui chiedo venia in anticipo se semprerà una cosa sciocca.

Per edificare qualcosa si ha bisogno di un progetto, anche per far fronte alle spese della vita quotidiana spesso si sente dire che le cose vanno pianificate, ragionate in termini di schemi, razionalizzate.
Bisogna "mettere nero su bianco"

Persino nella costruzione di una storia bisogna prima costruire la spina dorsale, il progetto, ossia la scaletta, degli eventi che si intendo raccontare.

Ma come s'impara a progettare, a pianificare? Perchè non per tutti è una dote innata, o forse si perde l'abilità per strada...

Ieri sera consideravo la vita come un progetto, progetto che ci è possibile, bon, che mi è possibile vedere per un piccolissimo pezzo e anche quel piccolissimo pezzo è...a cantieri fermi perchè mi mancano le concessioni stò costruendo abusivamente .

Allora mi sono chiesta come poter pianificare, organizzare e infine progettare quel pò di vita su cui ho un possibile controllo, o perlomeno sulla quale posso imprimere una direzione sperando che nella fase della progettazione sia possibile anche definire meglio questa direzione che a tratti percepisco a tratti no.

Forse, dico forse, se avessi maggior coscienza del progetto che è la mia vita nei momenti in cui perdo la direzione il progetto potrebbe condurmi per inerzia.

Il progetto nasce dall'organizzazione di determinati insiemi. Nel caso della storia una serie di personaggi, una serie di avvenimenti con un'inizio e una conclusione, nel caso di una casa una serie di spazi, di camere o bagni e cucine, che vengono organizzati in un o spazio di base per una certa altezza...nelle persone?

Una prima analisi mi ha portato a dividere, per il momento, due grosse aree, quella dei doveri e quella degli interessi per poter dare ai doveri il loro giusto spazio riuscendo così a percepire quanto me ne resta per gli interessi (ho scoperto così che normalmente ragiono al contrario )

Ho seguito lo stesso sistema per dividere quello che in me considero difettoso e quello che va bene e magari potenziato. Questa parte però rischia di diventare un mero elenco e poi non ho ancora capito quale sia l'utilizzo migliore.

Ho postato in esoterirmo perchè sono convonta che frasi come "siamo quello che mangiamo" o "dimmi con chi esci e ti dirò chi sei" ecc tendenzialmente ci indichino che possiamo anche scegliere diversamente e considerando che la mia vita così com'è non mi và più, non mi soddisfa, non è funzionale ho deciso di muovermi verso una direzione nuova e per questo ho bisogno di un progetto, non fosse che per evitare di perdermi tra un mese come ho sempre fatto negli altri sprazi di simile lucidità.

Voi che ne dite, esiste un modo per programmare, progettare un modo di vivere e se si, attraverso che tappe pratiche?

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Vecchio 10-03-2011, 22.16.03   #2
Grey Owl
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Ma come s'impara a progettare, a pianificare? Perchè non per tutti è una dote innata, o forse si perde l'abilità per strada...
Per mestiere progetto macchine automatiche e il primo requisito per una buona progettazione è aver bene in mente il problema che si vuole risolvere.
Bisogna in primis avere bene in mente la "necessità", poi serve fare una valutazione dei mezzi e delle tecnologie, infine fare una scaletta dei lavori di progettazione.
Ho fatto una sintesi estrema ma penso che possa essere un'inizio per comprendere che la progettazione di un qualcosa si fonda su un bisogno.
Quote:
Voi che ne dite, esiste un modo per programmare, progettare un modo di vivere e se si, attraverso che tappe pratiche?
Programmare è scrivere una serie di istruzioni-parole che determinano una serie di azioni e reazioni.
Progettare è gettare avanti, è creare una serie di azioni per giungere a compimento di un'opera.
Delle due parole pro-grammare e pro-gettare vi è in comune il "pro" che indica "prima".

Penso che sia importante comprendere le necessità che si ha, fare una lista di necessità, una scala dei valori reali e poi il resto viene da se.
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Vecchio 11-03-2011, 01.19.06   #3
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"pro" che indica "prima".
E anche "a favore"...
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Vecchio 11-03-2011, 01.26.20   #4
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Solo a favore, è il "pre" che indica prima
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Vecchio 11-03-2011, 02.00.20   #5
dafne
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Quindi un gettare qualcosa a favore di un qualcos'altro, un obiettivo, materiale o psicologico.

Concordo con Grey sulla valutazione dei mezzi a disposizione esull'ipotetico prodotto che si vuole ottenere. In un certo senso un progetto è il prototipo di quello che vorremmo avere/realizzare.

Inizio a pensare che le regole siano quelle strutture, quelle linee base che permettono di tratteggiare e regolare i lavori di raggiungimento dell'obiettivo.

Obiettivo, questo sconosciuto...

Considerando che siamo in esoterismo e non in psicologia credo che un primo passo importante possa essere fare un lungo elenco di tutto quello che vorremmo essere oltre a quello che vorremmo avere. Io stò cercando di smettere di lavorare con le negazioni anche se penso che in certi casi comunque andar per esclusione possa essere estremamente utile.

Nella lunga lista probabilmente, se lasciata li per un pò a morire di noia, potremmo, tornando a leggerla, trovare quelle cose che proprio nostre non sono, che non ci suonano ancora così bene, magari quelle che neanche ricordavamo di aver scritto. Quest'ultimo era un suggerimento che ho rubato a uno scrittore visto in tv anni fà che diceva che si appuntava le idee per un libro su dei foglietti che poi metteva in tasca. Se a distanza di qualche giorno l'idea era ancora viva la prendeva in considerazione se invece l'aveva dimenticata significava che non era poi così interessante.

Fatta la prima scrematura in quel che resta potremmo dare una sorta di priorità. Ho verificato di persona per gioco che tra 12 interessi letterali scritti dovendo dare delle priorità molti erano i testi per i quali davvero non avrei cercato ad ogni costo del tempo per leggerli tutti a pari merito ovviamente, metterli in scaletta mi ha permesso anche di poterli inserire, i primi, più comodamente in una scaletta degli impegni quotidiani.

Qui in realtà è sorto il primo vero, reale problema. A far schemini, scalette, fasce orarie mi sono sentita malata. Malata di controllo e ho mollato d'istinto la presa.

Ma non è controllo questo, o perlomeno lo è in una forma costruttiva, come una struttura ossea a sostegno del corpo vero e proprio. Forse la ribellione della parte di me che piterpaneggia ancora con enorme soddisfazione e non vuole essere messa in gabbia....

Domani riprovo su questa strada vediamo che ne esce
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