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Vecchio 17-06-2006, 09.33.32   #1
Kael
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Predefinito La Quarta Via - Gurdjieff

George Ivanovic Gurdjieff, nato in una data imprecisata fra il 1860/70 nell'attuale Armenia, è uno dei più influenti maestri nella storia dell'esoterismo contemporaneo.

Secondo Gurdjieff, l'uomo attuale è immerso nel sonno.
Un sonno coscienziale che, al pari di quello fisiologico, limita le anime ad una vita immersa totalmente nella meccanicità. L'uomo dorme!
Tutto il suo insegnamento verge verso questo punto. La necessità di svegliarsi.

Un risveglio che passa attraverso vari stadi di coscienza.
Il primo stato di coscienza, quello del sonno fisico, è uno stato passivo in cui gli uomini passano un terzo o sovente anche metà della loro vita vita.

Il secondo, nel quale passano la restante metà della vita, è quello stato in cui camminano per le strade, scrivono libri, discutono di poesia e di arte, fanno politica e si ammazzano a vicenda. E' uno stato che considerano attivo e chiamano "coscienza lucida" o "stato di veglia" della coscienza. Espressioni che G. trova quanto meno scherzose, se ci si rende conto di cosa dovrebbe realmente significare una "coscienza lucida" e di quale sia in realtà lo stato in cui l'uomo vive e agisce ordinariamente.

Il terzo stato di coscienza è il ricordarsi di sé, o coscienza di sé (coscienza del proprio essere). Gli uomini credono di possedere tale capacità e di poterla ottenere a comando, quando invece secondo G. il loro altro non è che Sogno.

Il quarto stato di coscienza è la coscienza obiettiva, in cui l'uomo si è veramente svegliato e inizia a vedere il mondo per quello che realmente è. E' quello stato che tutte le religioni del mondo definiscono "Illuminazione", e porta l'uomo alle sue più alte capacità di espressione.
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Vecchio 17-06-2006, 10.26.11   #2
Kael
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Gurdjieff insiste su questo punto: l'uomo è una macchina e non ha la capacità di Fare.

Tutto in lui accade, meccanicamente, in base agli stimoli esterni. Le sue emozioni, i suoi pensieri e le sue azioni, tutto è accidentale e privo di vera coscienza. Automi che camminano ciecamente per la strada, come degli zoombie, e che si scontrano fra loro, producendo re-azioni anzichè azioni vere e proprie.

E' indispensabile intravedere questa condizioni di prigionia.
Se l'uomo non comprende di essere prigioniero, come potrà voler evadere?
Se l'uomo continua a sognare, e crede di essere perfettamente sveglio e cosciente, non sentirà mai la necessità di un reale cambiamento... Continuerà la sua vita credendo di essere libero e continuando ad illudersi.

Ma per chi c'è stato un primo piccolo risveglio, per chi realmente avverte questa sensazione di prigionia, ecco fondamentale la necessità di riunirsi in gruppo con altri come lui.
Chi dorme infatti non può svegliare se stesso, la sveglia deve essere esterna. E sebbene il contatto diretto con un Maestro è necessario, il lavoro di gruppo porta comunque a dei risultati significativi, dal momento che anche se la maggioranza tende a tornare a dormire, basta uno solo che resti un po' sveglio per svegliare gli altri. Oggi ti sveglio io, domani mi svegli tu. Un aiutarsi a vicenda per evitare che il sonno riprenda il sopravvento. E' alquanto facile infatti, dopo aver aperto un occhio nel cuore della notte, girarsi dall'altra parte e tornare a dormire...

Per una coscienza da sempre immersa nel sonno e nella sua illusione, non è facile svegliarsi. In questo stato l'uomo si è creato tutta una serie di ammortizzatori che lo "ovattano" e lo fanno illudersi di stare bene. Iniziare a comprendere tutte le proprie contraddizioni interne e la meccanicità in cui si vive non è facile.
Fa male. Ed è proprio questo il motivo per cui l'uomo non riesce a svegliarsi totalmente, ed è da migliaia di anni che gira in tondo, come abbastanza chiaramente dimostrato dalla storia dell'umanità con il susseguirsi fisso e costante degli sempre stessi eventi.
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Vecchio 17-06-2006, 10.53.41   #3
Kael
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La Quarta Via, è la Via della Comprensione.
Una Via che vuole comprendere le tre tipologie di via pre-esistenti:
  • La via del fachiro (corpo)
  • La via del monaco (cuore)
  • La via dello yogi (mente)
Ognuna di esse infatti è incompleta. La fede cieca del monaco, o le capacità psichiche dello yogi, non portano a vera comprensione se le tre parti dell'uomo, corpo mente e cuore, non procedono proporzionalmente in un percorso di crescita. Il monaco crede, ma non sa. Lo yogi sa, ma il suo è un sapere privo di emozioni, e il fachiro è immerso solo nel corpo.
Lo scopo di Gurdjieff quindi è di "unificare" l'uomo al suo interno, facendo cooperare i suoi tre aspetti in perfetto equilibrio e sincronia.

Uno dei punti fermi del Lavoro proposto da Gurdjieff, è l' Osservazione su se stessi.
Osservandosi in ogni azione e in ogni momento, l'uomo inizia a vedersi e a prendere coscienza della sua condizione. Un osservarsi che permette altresì di non identificarsi più con tali azioni.

Se è vero infatti che un occhio non può vedere se stesso, e un dito non può afferrare se stesso, osservando le sue emozioni e i suoi pensieri l'uomo capisce che sono esterni a lui, altrimenti non osservabili. Egli quindi non E' le sue emozioni e i suoi pensieri, ma solamente colui che li usa. In questo modo il "centro coscienziale dell'Io" si sposta ad un livello superiore, che permette appunto l'osservazione dei piani più bassi.

Con l'osservazione inizia anche ad aumentare il livello di Attenzione, che come viene anche definito in psicologia è condizione necessaria per ogni realizzazione umana.
Senza attenzione cosciente, senza un punto di fissaggio nel mondo esterno, l'uomo non può fare niente.

Attenzione e Osservazione dunque, per uscire da una condizione ordinariamente soggettiva e proiettarsi nel mondo obiettivo, super cosciente. Il mondo reale...
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Vecchio 17-06-2006, 17.10.29   #4
jezebelius
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Con l'osservazione inizia anche ad aumentare il livello di Attenzione, che come viene anche definito in psicologia è condizione necessaria per ogni realizzazione umana.
Senza attenzione cosciente, senza un punto di fissaggio nel mondo esterno, l'uomo non può fare niente.

Attenzione e Osservazione dunque, per uscire da una condizione ordinariamente soggettiva e proiettarsi nel mondo obiettivo, super cosciente. Il mondo reale...
Ti ringrazio Kael....scusa per l'intrusione

Quindi l'Attenzione è il mezzo primo per promuovere l'Osservazione....come dire....che bisogna sapere scindere se stessi dalle emozioni..che appunto non sono altro che un riflesso...?
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 17-06-2006, 18.00.14   #5
Kael
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bisogna sapere scindere se stessi dalle emozioni..che appunto non sono altro che un riflesso...?
Gurdjieff va ancora più in la. E' proprio quel "se stessi" che va riconsiderato...

Se l'uomo ordinario si considera un "io" del tutto individuale, e vive la sua vita pensando di essere cosciente e sveglio, ben presto grazie all'osservazione su di se, avvertirà una prima divisione: Io che osservo e Kael che viene osservato. Se io posso osservare Kael infatti significa che Io non sono Kael...
Quindi l'uomo scopre due "entità" distinte all'interno di sé.

Più avanti ancora, sempre grazie all'osservazione di tutte quelle dinamiche che normalmente avvengono a livello inconscio, l'Io inizierà a scoprire che non esiste solo Kael, ma anche Mario, Giovanni, Pino e Beppe. Una legione di personalità all'interno di se stessi.

E' questo secondo Gurdjieff il grosso problema che attenaglia l'uomo.
Esso è simile ad una casa senza padrone, i cui servi si alternano ogni giorno al trono, dominando e tiranneggiando sugli altri finchè non saranno spodestati e lasceranno il posto ad un altro. (Parabola fra l'altro espressa da Gesù nei vangeli, riferendosi ai servi e alla necessità di "vegliare" aspettando il Padrone...)

L'incoerenza umana deriva da ciò: tanti piccoli io all'interno dell'uomo, che si fanno la guerra e non sono mai daccordo gli uni con gli altri (pensiero condiviso fra l'altro da Jung nella sua esposizione psicologica sull' "io frammentato") Per questo l'uomo non porta mai a termine niente, cambia idea di continuo e ciò che oggi gli piace domani non gli piace più... E' veramente così, perchè a Kael piace la musica ad esempio e intraprende la carriera di musicista, ma appena Mario lo spodesterà dirigerà le sue attenzioni su altro, esempio la storia, poi arriverà Beppe e si innamorerà di una donna, ma presto si lasceranno perchè sarà salito al comando Pino al quale di quella donna non frega niente, etc etc etc..

Quindi l'Osservazione su se stessi permette di vedere tante differenti personalità all'interno di se stessi, e altresì dis-identifica l'Io da tali personalità permettendo così all'uomo un primo fugace sentimento di chi sia veramente il Padrone...
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Vecchio 17-06-2006, 18.36.50   #6
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Quindi l'Osservazione su se stessi permette di vedere tante differenti personalità all'interno di se stessi, e altresì dis-identifica l'Io da tali personalità permettendo così all'uomo un primo fugace sentimento di chi sia veramente il Padrone...
Come viene affrontata nello specifico da Gurdjeff l'identificazione e la dis-identificazione?
mi spiego meglio...
Non appena sono riuscito ad " identificare " una di quelle parti che rappresenta la parzialità dell' " io ", posso dire di essermi dis-identificato allo stessso tempo oppure, approfittando di altro, devo metabolizzare quel " fenomeno percettivo " affinchè sia ricondotto nel suo alveo naturale?
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Vecchio 17-06-2006, 18.53.33   #7
Kael
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E' necessaria la pratica costante e assidua, senza mai far venir meno l'attenzione, affinchè ci sia il passaggio dal secondo al terzo stato di coscienza, ossia dalla condizione ordinaria al ricordo di sé.
A quel punto, il concetto di Io non è più un fugace sentimento che l'uomo sperimenta a sprazzi e capisce solo intellettualmente, ma diviene vera e propria Comprensione del suo intero Essere.

Quando l'uomo si ricorda di sé, non può più identificarsi con altro...
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Vecchio 18-06-2006, 09.06.53   #8
viadelpensiero
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Penso, che Gurdjieff vedeva giusto sulla meccanicità che l'uomo subisce nello stato di veglia e che bisogna ricercare il risveglio dell'essere per rimuovere l'essere vissuti dall'automatismo Terreno dove noi siamo dimentichi di noi stessi.
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Vecchio 01-10-2006, 15.27.31   #9
Kael
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Gurdjieff sostiene che l'uomo quale noi lo conosciamo, non è un essere compiuto.

Deve pertanto divenire un essere differente, e bisogna anche comprendere che non tutti gli uomini possono svilupparsi e divenire degli esseri differenti. Il perchè di una simile "ingiustizia" è molto semplice. Perchè non lo desiderano. Non ne sanno niente e solo a parlargliene non capirebbero cosa significhi, e un desiderio passeggero nato da una insoddisfazione derivante da condizioni esteriori, non genererà un impulso sufficiente.

Per potersi sviluppare l'uomo invece deve desiderarlo abbastanza intensamente e fare tutti gli sforzi necessari. Non vi è dunque nessuna ingiustizia. Perchè l'uomo dovrebbe avere ciò che non desidera? Al contrario, se l'uomo fosse "obbligato" a diventare un essere differente, pur essendo soddisfatto di ciò che ha, allora vi sarebbe ingiustizia.

E arriviamo così ad un punto cruciale, quello che Gurdjieff sostiene essere anche il più importante nell'evoluzione umana. Il fatto che, prima di possedere facoltà o poteri nuovi, l'uomo deve possedere ciò che crede essere già in suo possesso.
E' questo l' "anello mancante", il punto critico.

Alcune facoltà, come il "ricordo di sé" o la "coscienza obiettiva" di cui ho parlato nei primi post, l'uomo non le possiede affatto, ma crede di possederle e si fa quindi delle illusioni. Ecco perchè dunque l'evoluzione si ferma e non prosegue... manca una tappa. Un livello che come detto l'uomo è fermamente convinto di possedere, e per il quale non si sognerebbe di fare nessun sforzo volontario.

Chi, del resto, farebbe dei pesanti sforzi per portarsi a casa ciò che "crede" di avere già in abbondanza?
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Vecchio 01-10-2006, 16.05.26   #10
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L'uomo quindi deve sapere cosa gli è proprio e cosa non lo è... deve rendersene conto. Occorre proprio che lo sappia, poichè fintanto che si immaginerà di possedere determinate qualità, non farà gli sforzi necessari per acquisirle, così come un uomo non acquisterà mai degli oggetti preziosi, né sarà disposto a pagarli a prezzo elevato, se crede già di possederli.

Vediamo ora quali sono queste facoltà che l'uomo erroneamente si attribuisce.

Prima fra tutti, la Coscienza.
Come già detto, dei quattro stadi di coscienza proposti da Gurdjieff, l'uomo non possiede che i primi due e, in casi rarissimi, fugaci apparizioni della terza. L'uomo non è cosciente di se stesso, e questo è facilmente riscontrabile per tutti se si considera che "i più alti momenti di coscienza creano la memoria"
L'uomo deve ammettere di ricordare pochissimo di tutto quello che ha vissuto... nomi, luoghi, avvenimenti, stati d'animo. Ricorda solo quei sprazzi in cui era cosciente di se stesso. Quanto agli altri momenti, semplicemente li dimentica... e questo produce in lui più di ogni altra cosa l'illusione di una coscienza continua.
Peter Ouspensky, discepolo di Gurdjieff, per studiare la coscienza suggeriva un metodo molto "pratico". Prendete l'orologio e osservate il passare dei secondi cercando di mantenere la percezione di voi stessi, e di concentrarvi per esempio sul pensiero "io sono Mario Rossi" oppure "io sono qui in questo momento". Provate a non pensare che a questo, seguite lo scorrere dei secondi restando coscienti di voi stessi, scartando ogni altro pensiero.
L'uomo medio, secondo Ouspensky, non può farlo per oltre due minuti. Tale è il limite della sua coscienza. E se tenta di ripetere l'esercizio subito dopo, lo troverà più difficile di prima.

Questa esperienza dovrebbe dimostrare che un uomo ordinario può, con grande sforzo, essere cosciente di qualcosa per due minuti al massimo. Tutto il resto è buio.
L'uomo non è cosciente di se stesso, e l'illusione di essere cosciente è creata dalla memoria e dai processi di pensiero.

Se qualcuno vuole intervenire....
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Vecchio 03-10-2006, 09.53.14   #11
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a mio parere la parte più complessa dell'esposizione di G. è proprio il ricordo di se. Non è facile capire che cosa intende esattamente . Si potrebbe partire con l'approfondire quello, cosi da capirlo meglio, favorendo anche l'inizio del cammino verso il risveglio personale..


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Vecchio 03-10-2006, 11.37.05   #12
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Il "ricordo di sé" giunge quando la coscienza dell'uomo è continua.

Per quanto un uomo si sforzi di essere sempre presente, ha ancora notevoli "buchi". A chi non capita ad esempio di non trovare un oggetto, come un accendino o le chiavi di casa? E' evidente che nel momento in cui le ha posate da qualche parte, non era cosciente di se stesso, non creando quindi così una "copia" (memoria) in se dell'azione stessa.

Come detto, "i più alti momenti di coscienza creano la memoria", e sebbene a sprazzi tale coscienza può essere molto attiva, Ouspensky sostiene che un uomo ordinario non può mantenerla per più di due minuti al massimo.
Se si è onesti con se stessi, non si può negare quante dimenticanze e automatismi ci sorprendano ogni giorno... Un uomo non trova l'accendino, un altro si accende la sigaretta pur avendone già un'altra accesa posata sul portacenere, un terzo esce di casa e va a destra in automatico perchè ha sempre parcheggiato la macchina a destra, quando invece proprio ieri l'ha dovuta parcheggiare a sinistra, un quarto ascolta un suo amico mentre gli parla e non ricorda assolutamente cosa gli abbia detto, e così via... Gli esempi sono molteplici e di ogni giorno.

Ricordarsi di sé significa non aver bisogno di pensare "ora mi concentro su me stesso".... perchè lo si sta già facendo, sempre e continuamente in ogni momento...
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Vecchio 03-10-2006, 14.30.27   #13
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A chi non capita ad esempio di non trovare un oggetto, come un accendino o le chiavi di casa? E' evidente che nel momento in cui le ha posate da qualche parte, non era cosciente di se stesso, non creando quindi così una "copia" (memoria) in se dell'azione stessa.

Per intorcolare di più il discorso si può aggiugere la faccenda dei "tanti piccoli io".
Un Kael ha posato l'accendino, poi è arrivato un altro che lo cerca ma non sa nulla di quel che ha fatto quello prima...

I piccoli io sono il modo di G di spiegare che l'uomo ordinario non possiede un "io" stabile e continuo. E' anche un altro modo di vedere la cosa della coscienza.
Egli, per costruirsi un io stabile, un'identità vera, dovrà riuscire ad "attirare" i vari io in un unico "complesso" e tenerceli legati... chiaro che è necessaria un'identificazione in un principio superiore.

Questo "attirare" avviene tramite quelo che G. chiama "centro di gravità permenente"... un iniziale agglomerato di io con gli stessi intenti.

Mmmh, non so se è chiaro. Eh bon, al limite chiedete a Kael...
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Vecchio 04-10-2006, 10.37.47   #14
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A chi non capita ad esempio di non trovare un oggetto, come un accendino o le chiavi di casa? E' evidente che nel momento in cui le ha posate da qualche parte, non era cosciente di se stesso, non creando quindi così una "copia" (memoria) in se dell'azione stessa.
Aggiungo: come controprova, si può prendere un oggetto, e cercando di stare più che si può coscienti di se stessi, posarlo in qualche posto, anche insolito. Si noterà che la memoria di tale azione, se fatta con vera coscienza, sarà talmente "viva" in noi da ricordarcene perfettamente anche dopo settimane, mesi, anni...

La presenza di un "io" stabile e duraturo poi, è un'altra di quelle facoltà che l'uomo, erroneamente, si attribiusce. E che, di conseguenza, non ricerca...
Continua a chiamarsi "io" pensando di essere sempre il medesimo, ma non sa che ogni volta è uno diverso. Come per la coscienza, sono sempre i processi mentali, e soprattutto la presenza di un SOLO corpo fisico, che lo ingannano e gli danno l'illusione di essere un Io unico e individuale. (Il discorso era già venuto fuori abbastanza bene in Tradire, e consiglio intanto di leggerlo. Poi, eventualmente, si può continuare qua per domande o chiarimenti.)
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Vecchio 05-10-2006, 18.53.07   #15
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Vediamo ora di chiarire meglio i quattro stati di coscienza in cui, come una casa a quattro piani, l'uomo di norma non vive che sui primi due.

- Il primo e più basso stato di coscienza è il sonno, uno stato del tutto soggettivo e passivo. L'uomo vive immerso nei sogni, senza né logica, né continuità, né risultati... Le sue funzioni psichiche lavorano senza alcuna direzione. Immagini soggettive, sia memorie di esperienze passate che percezioni del momento, come rumori che raggiungono l'uomo mentre dorme, tensioni muscolari, attraversano la mente, non lasciando che un vago segno nella memoria, ed il più delle volte nulla.

- Il secondo stato di coscienza appare quando l'uomo si sveglia, cioè lo stato in cui parla, lavora, e svolge tutte le sue attività quotidiane. E' lo stato in cui l'uomo si immagina di essere cosciente e lo denomina "coscienza lucida" o "coscienza di veglia". In realtà, sostiene Gurdjieff, dovrebbe essere chiamato "sonno di veglia", o coscienza relativa.
Il primo stato di coscienza infatti, il sonno, NON si dissolve all'apparire del secondo stato, cioè quando l'uomo si sveglia. Il sonno rimane, anche se ora l'uomo riesce a coordinare meglio i suoi pensieri e a compiere azioni più disciplinate. Soprattutto, l'uomo inizia a percepire il sentimento di "impossibilità", (di impossibilità a fare certe cose) mentre nel sonno è totalmente assente (nei sogni infatti tutto è possibile)
Come le stelle, i sogni diventano invisibili di giorno, ma questo non significa che non siano più presenti o che cessino di esercitare la loro influenza sulla vita dell'uomo. In questo stato l'uomo vive nel sonno e non sa di dormire.

- Il terzo stato di coscienza è la coscienza di sé.
L'uomo si libera della soggettività e diviene oggettivo verso se stesso.

- Il quarto stato di coscienza è la coscienza oggettiva.
L'uomo diviene oggettivo verso tutto ciò che lo circonda ed è finalmente un "essere libero".


Questa classificazione della Coscienza è inoltre definibile in relazione alla "verità", ossia alle possibilità che i vari stati di coscienza offrono di conoscere la verità. I quattro stati di coscienza quindi appaiono anche secondo questa classificazione:

1 - Nel primo stato di coscienza, il sonno, l'uomo non sa nulla della verità.
Anche se percezioni o sentimenti reali giungono all'uomo, essi si mescolano ai suoi sogni, e in questo stato non è possibile distinguere i sogni dalla realtà.

2 - Nel secondo stato di coscienza, l'uomo può conoscere soltanto una verità relativa (da qui il termine di G. "coscienza relativa")

3 - Nel terzo stato di coscienza, cioè nello stato di coscienza di sé o ricordo di sé, l'uomo può conoscere TUTTA la verità su se stesso.

4 - Nel quarto stato di coscienza, la coscienza oggettiva, l'uomo è in grado di conoscere TUTTA la verità su ogni cosa, può studiare le "cose in sé", il "mondo qual è".

Il punto critico resta però sempre lo stesso: solamente quando l'uomo si rende conto di essere addormentato può iniziare un serio lavoro di risveglio. Non si potrà mai svegliare prima di aver provato di essere addormentato.
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Vecchio 07-10-2006, 10.30.42   #16
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A questo punto la domanda è: come svegliarsi?

Una volta resosi conto di essere addormentato, l'uomo può seriamente iniziare un lavoro di risveglio, ma non può farlo da solo. Se egli è addormentato non potrà mai svegliare se stesso, in quanto dormiente, così come "un cieco non può guidare un altro cieco" perchè cadranno insieme nel fosso. Servono dunque un gruppo di persone come lui che hanno l'obiettivo di svegliarsi, e un Maestro, ossia uno già sveglio. In altre parole, una Scuola, di cui "maestro" e "classe" rappresentano i due aspetti fondamentali. Ma come detto un uomo deve prima rendersi conto di averne bisogno. Finchè crederà di potersi svegliare da solo non troverà alcun beneficio da una scuola, anche laddove l'avesse trovata.
Le scuole esistono unicamente per coloro che ne hanno bisogno e sanno di averne bisogno.

Questo vuol dire che un uomo, dopo essersi liberato della prima illusione, quella di possedere già tutto ciò che si può raggiungere, deve liberarsi della seconda illusione, quella di poter ottenere qualcosa da se stesso, in quanto l'uomo ancora non possiede la "capacità di fare".
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Vecchio 08-10-2006, 10.07.01   #17
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A questo punto la domanda è: come svegliarsi?

Una volta resosi conto di essere addormentato, l'uomo può seriamente iniziare un lavoro di risveglio, ma non può farlo da solo. Se egli è addormentato non potrà mai svegliare se stesso, in quanto dormiente, così come "un cieco non può guidare un altro cieco" perchè cadranno insieme nel fosso. Servono dunque un gruppo di persone come lui che hanno l'obiettivo di svegliarsi, e un Maestro, ossia uno già sveglio. In altre parole, una Scuola, di cui "maestro" e "classe" rappresentano i due aspetti fondamentali. Ma come detto un uomo deve prima rendersi conto di averne bisogno. Finchè crederà di potersi svegliare da solo non troverà alcun beneficio da una scuola, anche laddove l'avesse trovata.
Le scuole esistono unicamente per coloro che ne hanno bisogno e sanno di averne bisogno.

Questo vuol dire che un uomo, dopo essersi liberato della prima illusione, quella di possedere già tutto ciò che si può raggiungere, deve liberarsi della seconda illusione, quella di poter ottenere qualcosa da se stesso, in quanto l'uomo ancora non possiede la "capacità di fare".


Questo è generalmente vero ma se vogliamo paragonare il primo stato di coscienza al sonno ordinario, io posso dirti che, da quel sonno, io mi sveglio quando lo desidero, senza qualcuno che esternamente lo faccia o la sveglia che suoni. Avrete presente tutti quando ad esempio si ha un appuntamento importante, oppure quando si è in uno stato mentale leggermente agitato: ci si sveglia sempre un po' prima del termine ultimo di sveglia.

Quindi il paragone non deve essere del tutto esatto, oppure in qualche caso nemmeno troppo raro, forse è possibile svegliarsi da soli.
Un problema sorge anche dal punto di vista delle scuole: come si trova quella giusta? Come si riconosce, nella marasma di scuole e nella confusione di stili di scuola presenti? Negli ultimi anni credo si siano create più scuole e correnti di pensiero che gestori internet....

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Vecchio 08-10-2006, 16.20.42   #18
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Questo è generalmente vero ma se vogliamo paragonare il primo stato di coscienza al sonno ordinario, io posso dirti che, da quel sonno, io mi sveglio quando lo desidero, senza qualcuno che esternamente lo faccia o la sveglia che suoni. Avrete presente tutti quando ad esempio si ha un appuntamento importante, oppure quando si è in uno stato mentale leggermente agitato: ci si sveglia sempre un po' prima del termine ultimo di sveglia.

Quindi il paragone non deve essere del tutto esatto, oppure in qualche caso nemmeno troppo raro, forse è possibile svegliarsi da soli.
Un problema sorge anche dal punto di vista delle scuole: come si trova quella giusta? Come si riconosce, nella marasma di scuole e nella confusione di stili di scuola presenti? Negli ultimi anni credo si siano create più scuole e correnti di pensiero che gestori internet....

A92
La macchina umana tende a regolarsi, a darsi un ritmo per quanto riguarda tutti i bisogni fisiologici, così è abbastanza normale che un uomo che si alza sempre alla stessa ora, alla fine non necessita più della sveglia perchè a quell'ora esatta apre gli occhi. Ad ogni modo, oltre all'abitudine 'meccanica', c'è un altra cosa molto importante da considerare: tu lo decidi prima quando svegliarti, ossia quando sei già sveglio. Non è durante il sonno che decidi, ma lo fai prima di andare a letto...
Ora, se rapportiamo questo agli stati di coscienza, dovresti essere stato almeno per un po' al livello 3 per poter avere questo controllo sul livello 2, proprio come al livello 2 puoi avere il controllo sul livello 1. Ma visto che l'uomo non sa quasi nulla del livello 3, il ricordo di sé, non può scegliere quando svegliarsi dal livello ordinario. Inoltre, non è nemmeno esatto dire: mi sveglio "quando lo desidero"... ma piuttosto quando "sono costretto" a farlo. Gli appuntamenti importanti ci sono imposti dalla vita, e se l'uomo non avesse da fare niente, chi glielo farebbe fare di svegliarsi alle prime luci dell'alba e rinunciare così ancora a qualche ora di sonno?

Per quando riguarda le scuole, parto da un pochino più lontano.
Guedjieff dice che l'uomo vive sotto due specie di influenze.
- La prima consiste in interessi ed attrattive creati dalla vita stessa: interessi di salute, di ricchezza, comodità, piaceri, orgoglio, etc...
- La seconda consiste in interessi di altro ordine, risvegliati da idee che non sono create dalla vita, ma che traggono le loro origini dalle scuole. Queste influenze non raggiungono l'uomo direttamente... sono gettate nel turbine della vita, e dopo vari passaggi e cicli, arrivano all'uomo attraverso la filosofia, la religione, l'arte, mischiandosi però con le influenze della prima specie, perdendo così ben presto la somiglianza con ciò che erano all'origine.

L'uomo spesso ignora la differenza fra questi due tipi di influenze, e le considera tutte come apparteneti al primo ordine, ossia create dalla vita stessa, accidentalmente, per caso.
Per un uomo completamente assoggettato al primo tipo di influenze, Gurdjieff dice che niente potrà cambiare, e che le sue possibilità di sviluppo diminuiranno di anno in anno, fino a sparire del tutto ancora prima della morte fisica. A quel punto l'uomo è già morto, anche se fisicamente vivo, come un seme non più in grado di produrre una pianta.

Se un uomo invece è attirato dal secondo tipo di influenze, se lo commuovono, se lo fanno pensare, le impressioni di tali influenze si concentreranno in lui, attirandone altre della stessa specie, crescendo, occupando un posto nella sua mente e nella sua vita sempre più importante. Quando allora le influenze della seconda specie avranno raggiunto sufficiente forza, si fonderanno insieme formando nell'uomo quello che viene chiamato un "centro magnetico". Tale centro convoglia gli interessi dell'uomo in una certa direzione e aiuta a mantenerli.

(il centro magnetico non ha niente a vedere col discorso sui centri, emozionale, intellettuale etc... il centro magnetico appartiene alla personalità, ossia a ciò che non è dell'uomo proprio, ma artificiale, mentre i sopracitati centri appartengono all'essenza, a ciò che è proprio dell'uomo)

Continua...
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Vecchio 08-10-2006, 16.55.50   #19
Kael
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A questo punto, col centro magnetico, l'uomo non può comunque fare molto.
Tuttavia, è proprio il centro magnetico che aiuta a prendere coscienza del fatto di avere bisogno di una scuola e di mettersene alla ricerca. Soprattutto, aiuta a riconoscere una vera scuola fra le molte pseudo scuole con le quali si può venir a contatto, e a quel punto l'uomo è pronto per ricevere un terzo tipo di influenze: le influenze dirette da parte di una scuola. Il centro magnetico non aiuta soltanto a riconoscere una scuola, ma anche ad assimilarne l'insegnamento. La prima esigenza di una scuola infatti è che si possieda un centro magnetico, e chi ne è sprovvisto viene rifiutato per ovvi motivi (non si può "dare" il centro magnetico, e nemmeno spiegare come farselo). La scuola poi col tempo si sostituirà al centro magnetico (avendo esso finito il suo compito) e i suoi insegnamenti entreranno via via sempre più a fondo nella personalità dell'uomo fino a raggiungerne l'essenza.

Con il discorso sulle scuole mi sono riallacciato al "centro di gravità permanente" citato da Ray, poichè il centro magnetico contribiusce anche al primo passo verso l'Individuazione dell'uomo, ossia all'attirare i piccoli io, ad agglomerarli, fino al raggiungimento di un Io stabile e duraturo.
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Vecchio 08-10-2006, 17.07.34   #20
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Originalmente inviato da Ray
Per intorcolare di più il discorso si può aggiugere la faccenda dei "tanti piccoli io".
Un Kael ha posato l'accendino, poi è arrivato un altro che lo cerca ma non sa nulla di quel che ha fatto quello prima...

I piccoli io sono il modo di G di spiegare che l'uomo ordinario non possiede un "io" stabile e continuo. E' anche un altro modo di vedere la cosa della coscienza.
Egli, per costruirsi un io stabile, un'identità vera, dovrà riuscire ad "attirare" i vari io in un unico "complesso" e tenerceli legati... chiaro che è necessaria un'identificazione in un principio superiore.

Questo "attirare" avviene tramite quelo che G. chiama "centro di gravità permenente"... un iniziale agglomerato di io con gli stessi intenti.

Mmmh, non so se è chiaro. Eh bon, al limite chiedete a Kael...
Beh...in questo senso potremmo anche chiedere a Franco Battiato...
Ad ogni modo la possibilità successivamente trasformata in capacità di
" tenere ", con uan forza costante, in equilibrio ciò che prima era diviso; appunto nell'insieme che si è creati ad hoc non è molto semplice da tenere senza almeno un piccolo sforzo iniziale. Per questo come dice Kael bisogna prima rendersi conto della certezza fittizia nell'illusione di possederla.

In differenza da questo va invece posto il centro magnetico come punto nel quale vengono attratte tutte le risultanti derivanti da situazioni, vissuti, esperienze, etc. che vengono tenute insieme dalla " forza di desiderio " e ci spingono in una determinata direzione. Da questo " suppongo " che derivi l'attrazione verso un tipo particolare di Scuola o corrente o gruppo in quanto le affinità dei risultati assumono il ruolo di prodromo che ci conducono in una data direzione.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 08-10-2006, 17.35.16   #21
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Originalmente inviato da jezebelius
vengono tenute insieme dalla " forza di desiderio " e ci spingono in una determinata direzione.
E al tempo stesso i partecipanti di una scuola sono "collegati" fra loro dal comune intento, e sta proprio qua la differenza.

Chi lavora da solo, chi cerca di svegliarsi da solo, lavora su un' unica riga:
- lavora per se stesso.

In una scuola invece un uomo lavora simultaneamente su tre righe differenti:
- per se stesso
- per gli altri
- per la scuola


Queste tre righe sono indispensabili e se ne viene a mancarne una sola il lavoro sarà incompleto e l'uomo non potrà progredire efficacemente verso uno scopo definito.
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Ultima modifica di Kael : 08-10-2006 alle ore 17.40.58.
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Vecchio 09-10-2006, 07.22.24   #22
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Quote Kael: Tuttavia, è proprio il centro magnetico che aiuta a prendere coscienza del fatto di avere bisogno di una scuola e di mettersene alla ricerca. Soprattutto, aiuta a riconoscere una vera scuola fra le molte pseudo scuole con le quali si può venir a contatto, e a quel punto l'uomo è pronto per ricevere un terzo tipo di influenze: le influenze dirette da parte di una scuola.
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Io avevo tentato qualche anno fa di inserirmi in una scuola di G. a Venezia, ma volevano troppi soldi.... Secondo me dove c'è richiesta di denaro non può esserci una vera scuola. Che ne pensate
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Vecchio 09-10-2006, 08.28.28   #23
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Originalmente inviato da coccinella
Io avevo tentato qualche anno fa di inserirmi in una scuola di G. a Venezia, ma volevano troppi soldi.... Secondo me dove c'è richiesta di denaro non può esserci una vera scuola. Che ne pensate
Il discorso era già venuto fuori qui: E' giusto pagare per una Via? E in che modo?
Se qualcuno vuole intervenire...

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Vecchio 09-10-2006, 09.45.34   #24
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Ora, avendo chiarito meglio alcuni punti, possiamo tornare all'Osservazione.
Un uomo per osservarsi deve suddividere la macchina umana in varie parti e osservarne le diverse funzioni, oltre che tenere a mente quanto detto sui diversi stati di coscienza, sul suo sonno e sui numerosi io di cui è costituito.

Ben presto, osservazioni di tale ordine daranno dei risultati.
In primo luogo, l'uomo si renderà conto di non poter osservare imparzialmente nulla di quanto vede in se stesso. Gli piaceranno certe cose () altre meno ( ) e non potrà essere diversamente, vista la sua condizione soggettiva.. Si troverà così, in modo del tutto naturale, ad amare in se stesso tutto ciò che aiuta il suo sviluppo, e detesterà ciò che invece lo ostacola. In breve, distinguerà in sé le caratteristiche utili da quelle dannose (beninteso, utili e dannose dal punto di vista di un possibile sviluppo, di una possibile conoscienza)

Gurdjieff sottolinea quindi 4 caratteristiche dannose principali:

- mentire
- immaginare
- esprimere emozioni negative
- parlapre a vanvera

Di alcune di queste caratteristiche esistono già discussioni in forum, le altre invece potrebbero servire da spunto per nuovi thread... In generale comunque, si può dire che sono tutte manifestazioni meccaniche e che l'uomo si trova a compierle senza una reale volontà da parte sua.
Osservandosi in questo modo, l'uomo scopre che quanto più egli controlla una manifestazione, tanto meno questa è nociva. Non tanto per ragioni etiche o morali, quanto per il fatto che non può controllarle e che esse controllano lui... Manifestazioni del tutto meccaniche che controllano l'uomo, il quale non può far niente senza un aiuto e un nuovo sapere. Infatti, anche se ha ricevuto determinate nozioni, dimentica di servirsene, così come dimentica di osservarsi.. in breve, ricade nel sonno e deve continuamente essere svegliato.
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Vecchio 10-12-2006, 19.41.16   #25
Sole
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immaginare.

Si può dare una doppia valenza a questa attività, una positiva ed una negativa.

L'immaginazione ci aiuta ad astrarre certi concetti difficili (tipo spirali che scendono e salgono... ) "vedendoli" si può intuire il concetto.
In questo caso andrebbe allenata.

Invece quando l'immaginazione diventa fantasticare, diventa proiettarsi nel futuro costantemente, in situazioni (appunto) immaginarie questo è un enorme spreco di energie che escono da tutti i pori.
Non solo. Si perde quella presenza di se di cui si parla sopra. Immergersi nell'immaginazione anche solo per un'ora fa perdere completamente l'attenzione su di se.
Se pensiamo che la condizione normale dell'essere umano è vivere immaginando cosa farà tra un minuto.. si può capire come non si sia mai nel ricordo di se.
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