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Vecchio 02-09-2009, 11.16.47   #76
stefano
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Stavo pensando rileggendo questo scritto che per come siamo fatti o diventiamo capaci di accogliere ed acccettare tutto oppure è meglio che a fasi alterne ci chiudiamo in una campana di vetro per ristabilirci?
Per come l'ho capita io è come la goccia che dai oggi dai domani fa il buco poi li ha delle perdite o la parte è indolenzita e dolorante e necessitante di cura.

Daf si definisce sociopatica ma mica sbaglia, non per lei eh, ma per tutti credo, pure io mi sento sociopatica e sono in una fase che vorrei andare in un eremo a contatto solo con la natura, sarà forse solo un'istinto di sopravvivenza che mi avvisa....? Funzionerebbe?
Conosco una persona che tra un lavoro va in convento a pregare si chiude li e ci sta per due, tre settimane in silenzio e meditazione pare che gli giovi molto.
Questo sarebbe sano egoismo o solo egoismo?
ritengo tu abbia compreso (nella prima parte) correttamente.
senza rendersene conto (nella maggior parte dei casi) si perde si perde sino a che a un certo punto la scelta estrema (come l'eremo) serve per curare (e di fatto non risolve però la sociopatia ad esempio) la propria integrità.
eh si accogliere e accettare tutto, rimanendo integri.
Credo sia quella la Via.

Invece spesso... si "patteggia" la propria non integrità con supposti "bisogni" (magari legati ad altri) e si finisce per non capirci più nulla.
Qui ritengo sia il punto ove mettere Volontà e Coraggio.
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Vecchio 02-09-2009, 12.18.21   #77
luke
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Il Tutto ci disgrega, ci assorbe nel suo insieme infinito ed espanso e l'individuo scompare, perde la sua natura umana ed entra a far parte di un quid sconosciuto dove non esiste vita, così come la concepiamo noi, nè morte...nè memoria... nè oggi.... nè futuro... potrebbe corrispondere al nulla.
E allora gli affanni, le pene, i dolori, gli amori, le paure, la felicità...dove ci portano? verso il nulla? E allora perchè cercare la via, il percorso interiore per comprendere, per avvicinarci all'imponderabile, per accostarci a questo Universo, a questa totalità che ci stritola, ci fagocita come una madre maligna quasi pronta a punire i suoi "figli" colpevoli solo di essere, di esistere in questo microcosmo senza alcuna importanza!
Il tuo post continua a turbarmi, mi sento un pò alla deriva, vivere per arrivare a sprofondare nel vuoto, nell'abisso dell'Universo...ci dovrà pur essere un qualcosa cui aggrapparsi per non precipitare del tutto!
Eh lo so, morire non fa piacere a nessuno. Essere immortali d'altra parte non so se sarebbe piacevole, specie se si continuasse ad avere questo corpo, su questa terra per ripetere all'infinito le stesse cose.
Alla fine forse subentrerebbe una specie di paralisi, di nausea verso tutto, e quindi è meglio sapere che il tempo a nostra disposizione è destinato a finire, così si dovrebbe cercare di vivere per arrivare al punto in cui quelle sensazioni e quegli stati d'animo che hai descritto ci "bastino".
Il problema, almeno per me, è riuscire a farli coesistere tutti quelli belli e quelli brutti: per i secondi penso di essere sceso abbastanza in profondità, per i primi non molto....Riuscissi a farlo per un periodo significativo in modo reale, profondo e consapevole, poi potrei anche ritenermi soddisfatto, ho dato, ho avuto, adesso succeda quel che deve succedere.
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Vecchio 02-09-2009, 12.55.37   #78
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Con Universo con la u maiuscola intendevo (intendevamo suppongo) il tutto, non stavamo parlando di questo nostro singolo, "piccolo" universo.
Si bon, anche se Ray ha usato la u minuscola immagino intendesse quello, era solo per precisare..
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Gli organi non li perde, o meglio non è la causa è una conseguenza, nel momento che li apri un pò di più di ciò che riesci a sopportare diventano come una paratia di un sottomarino, inizia a riempirsi di acqua e diventa molto difficile chiuderla.
Se la chiudi comunque rimarrà dell'acqua da pompare fuori per tornare alla normalità, se non la chiudi il sottomarino affonda.

Insomma questi organi di filtraggio se li apri di colpo senza preparazione (voluta o naturale che sia) si danneggiano internamente in proporzione all'esposizione. Con il tempo o si riparano o mantengono l'individuo in uno stato che conosciamo con il termine pazzia.
Qui stiamo parlando di eventi abbastanza significativi, ma piccole variazioni di questo equilibrio (tolleranza/capacità filtrativa) sono costanti durante tutte le nostre giornate e sono ciò che ci rende instabili a tutti i livelli, in un microsecondo varia la nostra percezione dell'Universo, o per essere più pragmatici, del nostro ambiente esterno prossimo.
Al di la dei piccoli io, questa è un'altra causa del fatto che ci alziamo di buon umore e dopo 10 minuti se incontriamo tizio che ci sta sulle @@ diventiamo di cattivo umore, tizio che ci sta... ci altera la percezione, ci microdanneggia o se preferite sensibilizza, gli organi di filtro ad accentuare di più alcuni tipi di percezione, cioè in questo caso quelle fastidiose che ci rendono di cattivo umore.
Se ragioniamo in altri termini, il cattivo umore (umori= fluidi corporei) dovuto a influenze fastidiose dovute ad un certo modo di lavorare di questi famosi filtri (che può essere anche per l'aver incontrato x).... predispone il nostro corpo ad essere "abitato" dal piccolo io di turno (mens sana in corpore sano, e viceversa) che ci rende irascibili, fastidiosi, irritabili etc... anche se ovviamente non è che quel piccolo io normalmente sia chissà dove.... sempre in noi è.
Questi organi sono i chackra?
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Vecchio 02-09-2009, 13.23.37   #79
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Esiste una via di mezzo che non è vita (come la intendiamo normalmente) e non è morte.
Non ho capito cosa si intende qui qualcuno me lo spiega?
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Vecchio 02-09-2009, 18.04.02   #80
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Forse e' un po' ot ma proviamo ,
allora l'esperienza metafisica , il misticismo , lo yoga con quel che significa , non sono altro che una maggiore esposizione al Tutto .



Esatto Quote:


La meditazione , la bellezza , la musica , gli archetipi sono i modi , mezzi per allargare i punti di ingresso del Tutto e fatto entrare nella giusta misura ci danno forza ed energia psichica e fisica?

A voler essere più precisi sono i veicoli. Lo so che veicolo e mezzo è molto simile, ma c'è una piccola sottile differenza

Ma allora l'individuazione e' ,nel suo aspetto negativo , un allontanarsi dal TUTTO ,
anche un allontanarsi dalla morte ma anche un allontanarsi da quella fonte di energia positiva che e' il Tutto.
Piu' ci unifichiamo al nostro interno attraverso il processo di individuazione piu' ci differenziamo ,
piu' ci unifichiamo come individui piu' ci rendiamo conto della nostra finitezza e ci prende lo sconforto.
Serve allora ritornare al contatto col tutto .
L'individuazione da sola non basta ecco perche' , forse , la ricerca si ferma e non conduce a nulla e bisogna attingere all'assenza di volonta' detta all'orientale cioe' al misticismo o in termini piu' ''nostrani'' alla fede cieca di una nostra partecipazione al Tutto.
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Vecchio 02-09-2009, 18.21.34   #81
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Forse e' un po' ot ma proviamo ,
allora l'esperienza metafisica , il misticismo , lo yoga con quel che significa , non sono altro che una maggiore esposizione al Tutto .



Esatto Quote:


La meditazione , la bellezza , la musica , gli archetipi sono i modi , mezzi per allargare i punti di ingresso del Tutto e fatto entrare nella giusta misura ci danno forza ed energia psichica e fisica?

A voler essere più precisi sono i veicoli. Lo so che veicolo e mezzo è molto simile, ma c'è una piccola sottile differenza

Ma allora l'individuazione e' ,nel suo aspetto negativo , un allontanarsi dal TUTTO ,
anche un allontanarsi dalla morte ma anche un allontanarsi da quella fonte di energia positiva che e' il Tutto.
Piu' ci unifichiamo al nostro interno attraverso il processo di individuazione piu' ci differenziamo ,
piu' ci unifichiamo come individui piu' ci rendiamo conto della nostra finitezza e ci prende lo sconforto.
Serve allora ritornare al contatto col tutto .
L'individuazione da sola non basta ecco perche' , forse , la ricerca si ferma e non conduce a nulla e bisogna attingere all'assenza di volonta' detta all'orientale cioe' al misticismo o in termini piu' ''nostrani'' alla fede cieca di una nostra partecipazione al Tutto.
Per come la vedo io più ci unifichiamo ed evolviamo al nostro interno più assaporiamo e iniziamo a comprendere il tutto, certamente meglio di chi è piatto, indifferenziato e segue il primo pensiero che gli passa per la testa.
E' come se sentissi dieci tipi di musica diversi contemporaneamente senza capirci molto, se invece poi studi musica, affini l'orecchio, cogli le sfumature dei vari brani e riesci ad isolarli, sei molto più "a contatto" con la musica di prima.
Magari si arriva al punto in cui ci rendiamo conto della nostra finitezza da un certo punto di vista, ma da un altro punto di vista vediamo anche la nostra non-finitezza, magari tramite la mistica come dici tu.
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Vecchio 02-09-2009, 18.33.57   #82
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Per come la vedo io più ci unifichiamo ed evolviamo al nostro interno più assaporiamo e iniziamo a comprendere il tutto, certamente meglio di chi è piatto, indifferenziato e segue il primo pensiero che gli passa per la testa.
E' come se sentissi dieci tipi di musica diversi contemporaneamente senza capirci molto, se invece poi studi musica, affini l'orecchio, cogli le sfumature dei vari brani e riesci ad isolarli, sei molto più "a contatto" con la musica di prima.
Magari si arriva al punto in cui ci rendiamo conto della nostra finitezza da un certo punto di vista, ma da un altro punto di vista vediamo anche la nostra non-finitezza, magari tramite la mistica come dici tu.
Ma il misticismo e' tutt'altro dall'individuazione .
Diciamo che ci vuole l'uno e l'altro ....semmai e' possibile.
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Vecchio 02-09-2009, 18.39.32   #83
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Ma il misticismo e' tutt'altro dall'individuazione .
Diciamo che ci vuole l'uno e l'altro ....semmai e' possibile.
Magari è possibile individualizzare la nostra parte umana e quindi di conseguenza penetrare ed espandere la parte divina.
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Vecchio 02-09-2009, 18.50.35   #84
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Magari è possibile individualizzare la nostra parte umana e quindi di conseguenza penetrare ed espandere la parte divina.
Io credo invece che le cose stiano su piani differenti .
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Vecchio 02-09-2009, 23.59.21   #85
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Io credo invece che le cose stiano su piani differenti .

Questo può anche essere, anch ese in questo tipo di discorsi le distinzioni e le classificazioni nette rischiano di essere fuorvianti, però per me il modo migliore per conoscere un piano è quello di conoscere anche l'altro...
Il mistico come può "riportare a terra" ciò che ha appreso nelle sue visioni se la sua parte umana se l'è "scordata"?
Nella migliore delle ipotesi sarebbe uno che sta ore in estasi quasi come se ciò rappresentasse non dico una fuga ma almeno un intervallo dalla vita ordinaria.Le visioni estatiche o comunque un percorso completo ed omnicomprensivo, a mio avviso, necessita sia il salire in alto sia lo scendere in basso e quindi una parte umana ben individualizzata consente anche di "riportare a terra" come ho detto prima le cose che stanno alte, nel modo migliore.
In questo mi sento vicino al pensiero di Aurobindo ( sul personaggio non ne so molto e non credo sia importante) il quale speso insisteva sulla necessità di far discendere quanto appreso nei piani alti, che lui chiamava surmentale e sopramentale, fin dentro l'ultima delle cellule del corpo oltre che nel piano mentale e vitale, adeguatamente "preparati " ovviamente.
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Vecchio 03-09-2009, 08.51.36   #86
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Eh lo so, morire non fa piacere a nessuno. Essere immortali d'altra parte non so se sarebbe piacevole, specie se si continuasse ad avere questo corpo, su questa terra per ripetere all'infinito le stesse cose.
Alla fine forse subentrerebbe una specie di paralisi, di nausea verso tutto, e quindi è meglio sapere che il tempo a nostra disposizione è destinato a finire, così si dovrebbe cercare di vivere per arrivare al punto in cui quelle sensazioni e quegli stati d'animo che hai descritto ci "bastino".
Il problema, almeno per me, è riuscire a farli coesistere tutti quelli belli e quelli brutti: per i secondi penso di essere sceso abbastanza in profondità, per i primi non molto....Riuscissi a farlo per un periodo significativo in modo reale, profondo e consapevole, poi potrei anche ritenermi soddisfatto, ho dato, ho avuto, adesso succeda quel che deve succedere.
Vedi Luke, non ho desiderio di vivere in eterno, sarebbe come tu dici estenuante e anche nauseante, non è questo il problema, sono solita pensare alla morte come ad un compito..un esame da sostenere e se dovesse accadere...è un "pensiero tolto"
la cosa che più mi infastidisce è il non conoscere il senso della vita, dei mondi, dell'universo, mi piacerebbe che alla fine di questa giostra la mente si squarciasse nella percezione del tutto, fosse solo per un attimo...ma alla fine capire il perchè la terra gira e noi con essa!
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Vecchio 03-09-2009, 10.41.35   #87
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Ma allora l'individuazione e' ,nel suo aspetto negativo , un allontanarsi dal TUTTO ,
anche un allontanarsi dalla morte ma anche un allontanarsi da quella fonte di energia positiva che e' il Tutto.
Cioran diceva che la Realizzazione (non mi ricordo il termine che usava lui, ma di questo parliamo, l'individuazione se usi il termine junghiano è una tappa) è un atto "contro dio"... e forse da un certo punto di vista, ha ragione.

Comunque si tratta di aumentare la resistenza si... se immaginiamo un setaccio in un fiume si tratta si affinare la capacità setacciante, insomma la griglia di buchini, per quanto l'integrità strutturale del setaccio consente.
Da un certo punto di vista è allontanarsi dal tutto, perchè ci si differenzia, ma in realtà secondo me ci si allontana solo per dei brevi periodi in cui si fanno certi lavori (sulla griglia). Poi l'apertura al tutto in realtà aumenta (se ci separassimo davvero scompariremmo)... o meglio aumenta la nostra sopportazione. L'esposizione sempre quella è.
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Vecchio 03-09-2009, 18.59.10   #88
griselda
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O.T.
Ma l'individuazione è far emergere il "piccolo diavolo" che c'è in noi?
Fine O.T.
Scusate l'ignoranza.
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Vecchio 03-09-2009, 22.24.03   #89
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O.T.
Ma l'individuazione è far emergere il "piccolo diavolo" che c'è in noi?
Fine O.T.
Scusate l'ignoranza.
In termini di gurdyeff e' diventare uno , svegliarsi, in altri termini conciliare gli opposti che stanno in noi .
Una delle tappe e' affrontare l'ombra cioe' quello che chiami ''diavolo '' .
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Vecchio 03-09-2009, 23.04.18   #90
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Posso risultare OT ma non avevo mai sentito parlare del concetto di individuazione di Jung, così mi sono andato a leggere nella rete alcuni concetti.

L’individuazione è un processo di formazione della persona che sviluppa un'essere distinto dalla psicologia collettiva. E' un differenziarsi per ottenere una personalità individuale.

Questa particolare ricerca psicologica segue quella fisica, la persona è fisicamente separata dalla collettività ma non lo è psicologicamente.

E' interessante notare che mediante l'individuazione si ottengono dei risultati che non potrebbero mai essere raggiunti per la via già tracciata da norme collettive.

Ho trovato altresì interessante questo passaggio:
"Quanto piú l’uomo è sottoposto a norme collettive, tanto maggiore è la sua immoralità individuale."

Se l'uomo (preferisco definirlo persona) è sottoposto a norme collettive esso perde la sua individualità, la sua morale, la sua condotta risulta essere condizionata da una collettività.

Nel momento in cui una persona diventa un'individuo si riappropria della coscienza originaria. In questo modo la coscienza si libera dai condizionamenti, la visione quindi si può espandere oltre le normali vie tracciate dalla collettività.
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Vecchio 04-09-2009, 00.17.41   #91
Kael
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Ma allora l'individuazione e' ,nel suo aspetto negativo , un allontanarsi dal TUTTO ,
anche un allontanarsi dalla morte ma anche un allontanarsi da quella fonte di energia positiva che e' il Tutto.
Beh no, perchè scusa? Posso conoscere gli altri solo in base a quanto conosco me stesso, ne deriva che più sono Individuo (più conosco me stesso) più allora conosco anche il Tutto che mi circonda.
Non posso conoscere me stesso allontanandomi dal tutto. Come in alto così in basso...

La tua frase però, se ribaltata, la troverei assai veritiera: l'Individuazione è un allontanarsi dal NULLA (che è l'altra faccia del TUTTO)...
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Vecchio 04-09-2009, 10.02.45   #92
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Posso risultare OT ma non avevo mai sentito parlare del concetto di individuazione di Jung, così mi sono andato a leggere nella rete alcuni concetti.

L’individuazione è un processo di formazione della persona che sviluppa un'essere distinto dalla psicologia collettiva. E' un differenziarsi per ottenere una personalità individuale.

Questa particolare ricerca psicologica segue quella fisica, la persona è fisicamente separata dalla collettività ma non lo è psicologicamente.

E' interessante notare che mediante l'individuazione si ottengono dei risultati che non potrebbero mai essere raggiunti per la via già tracciata da norme collettive.

Ho trovato altresì interessante questo passaggio:
"Quanto piú l’uomo è sottoposto a norme collettive, tanto maggiore è la sua immoralità individuale."

Se l'uomo (preferisco definirlo persona) è sottoposto a norme collettive esso perde la sua individualità, la sua morale, la sua condotta risulta essere condizionata da una collettività.

Nel momento in cui una persona diventa un'individuo si riappropria della coscienza originaria. In questo modo la coscienza si libera dai condizionamenti, la visione quindi si può espandere oltre le normali vie tracciate dalla collettività.
E' il risvegliarsi di Gurdyeff visto sotto altri aspetti ma il concetto e' quello . La frammentazione dell'individuo non e' altro che un altro modo di parlare dei tanti io....cosi' ben sfruttati da chi ci comanda .
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Vecchio 04-09-2009, 10.16.48   #93
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Beh no, perchè scusa? Posso conoscere gli altri solo in base a quanto conosco me stesso, ne deriva che più sono Individuo (più conosco me stesso) più allora conosco anche il Tutto che mi circonda.
Non posso conoscere me stesso allontanandomi dal tutto. Come in alto così in basso...

La tua frase però, se ribaltata, la troverei assai veritiera: l'Individuazione è un allontanarsi dal NULLA (che è l'altra faccia del TUTTO)...
Ma ogni differenziazione
e l'individuazione e' la massima differenziazione possibile dell'individuo che prende la massima coscienza di se stesso ,
e' divisione , separazione dal Tutto.
Per questo dico che e' un allontanarsi dal TUTTO dove il Tutto e' proprio il suo contrario cioe' l'indifferenziato.
Tanto e' vero che uno sprazzo temporaneo di percezione del Tutto la si puo' avere anche se si e' lontani dalla individuazione ,
Sono quei lampi di luce che ti possono permettere di incamminarti sulla starda dell'individuazione che e' un riflesso di quel Tutto indifferenziato.
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Vecchio 04-09-2009, 10.23.43   #94
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Per tornare alla morte si puo' dire che e' la piu' grande e completa esperienza mistica cioe' di fusione col Tutto .
Gli stati di estasi ci si avvicinano come esperienza e spesso il ritorno nella realta' e' un esperienza drammatica .
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Vecchio 04-09-2009, 11.14.00   #95
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Per tornare alla morte si puo' dire che e' la piu' grande e completa esperienza mistica cioe' di fusione col Tutto .
Gli stati di estasi ci si avvicinano come esperienza e spesso il ritorno nella realta' e' un esperienza drammatica .
Però scusa se io sono fuso col tutto allora non c'è nessuna realtà da cui esco e ritorno, io sono la realtà o sto fuso con essa sempre e comunque, perchè altriementi sembra quasi che i mistici o chi comprende il tutto siano assimilabili a chi si fa un acido LSD e "viaggia".
A mio avviso possono esserci vari gradi di comprensione del tutto, da quasi zero a quasi totale ( i limiti estremi li escludo) e l'aumento del grado di comprensione passa anche attraverso un lavoro efficace sulla propria individualità, che , per me, non vuol dire allontanarsi dal tutto, in cui rimaniamo sempre e comunque dentro, ma solo capirlo e comprenderlo meglio.
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Vecchio 04-09-2009, 11.34.38   #96
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Però scusa se io sono fuso col tutto allora non c'è nessuna realtà da cui esco e ritorno, io sono la realtà o sto fuso con essa sempre e comunque, perchè altriementi sembra quasi che i mistici o chi comprende il tutto siano assimilabili a chi si fa un acido LSD e "viaggia".
A mio avviso possono esserci vari gradi di comprensione del tutto, da quasi zero a quasi totale ( i limiti estremi li escludo) e l'aumento del grado di comprensione passa anche attraverso un lavoro efficace sulla propria individualità, che , per me, non vuol dire allontanarsi dal tutto, in cui rimaniamo sempre e comunque dentro, ma solo capirlo e comprenderlo meglio.
Beh si anche quello del mistico e' un ''viaggio'' un po' diverso da quello di chi fa uso di lsd , soprattutto per gli scopi , per gli effetti non lo so perche' non l'ho mai provato.
C'e' chi dice che la morte e' la fine di tutto a questi si puo' rispondere che invece e' solo un ritorno al Tutto.

Non dico che chi procede per l'individualizzazione non puo' comprendere il Tutto , dico che finche' fa quello , fa altra cosa che un'esperienza mistica e che per certi versi e' un percorrere la strada opposta , all'incontro col Tutto.
Poi puo' fare anche il cammino inverso .
D'altra parte in esoterismo gli opposti si richiamano l'un l'altro e cosi' facendo tendono ad incontrarsi ....ma prima di incontrarsi sono lontani l'uno dall'altro.
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Vecchio 04-09-2009, 11.50.41   #97
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Beh si anche quello del mistico e' un ''viaggio'' un po' diverso da quello di chi fa uso di lsd , soprattutto per gli scopi , per gli effetti non lo so perche' non l'ho mai provato.
C'e' chi dice che la morte e' la fine di tutto a questi si puo' rispondere che invece e' solo un ritorno al Tutto.

Non dico che chi procede per l'individualizzazione non puo' comprendere il Tutto , dico che finche' fa quello , fa altra cosa che un'esperienza mistica e che per certi versi e' un percorrere la strada opposta , all'incontro col Tutto.
Poi puo' fare anche il cammino inverso .
D'altra parte in esoterismo gli opposti si richiamano l'un l'altro e cosi' facendo tendono ad incontrarsi ....ma prima di incontrarsi sono lontani l'uno dall'altro.
E' vero, concordo che la morte non è la fine di tutto ma solo un ritorno, un riassorbimento da parte del tutto, quello che mi domando è se alla fine comunque mi fondo e comprendo il tutto quando morirò, allora a che serve sforzarsi adesso mentre sono in vita, tanto alla fine come campo campo, comunque alle brutte "vedrò" tutto alla fine.
Secondo me preso atto che un giorno l'Universo mi travolgerà, dovrei cercare nel frattempo di fare qualcosa, di arrivare "preparato" a quest'evento, verrò travolto comunque, però forse capirò un pò di più quello che mi starà accadendo, e avrà un senso diverso.
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Vecchio 04-09-2009, 12.21.20   #98
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Secondo me preso atto che un giorno l'Universo mi travolgerà, dovrei cercare nel frattempo di fare qualcosa, di arrivare "preparato" a quest'evento, verrò travolto comunque, però forse capirò un pò di più quello che mi starà accadendo, e avrà un senso diverso.
Sono d'accordo con te, al di là del risultato finale di questa preparazione, vale sicuramente la pena fare qualcosa, intanto perchè è meglio vivere una vita il più intensamente possibile, e non sprecarla visto che non è infinita. Se cambia la qualità di vita qui sulla Terra a mio avviso è già un passo notevole, per cui vale la pena lavorare mettendoci impegno (quel che si puo' e si riesce), piuttosto che esser già morti pur camminando, mangiando ... e aspettando che il corpo si irrigidisca progressivamente fino ad arrivare alla morte fisica.. Non so esattamente cosa significhi arrivare al momento della morte preparati, nè se sarò in grado di arrivarci, ma penso che tutto quel che si riesce a fare, in qualche modo non vada perso, se non per me per chi verrà dopo.. e questo dal mio punto di vista è un altro motivo per cui vale la pena vivere.
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Vecchio 04-09-2009, 12.42.47   #99
luke
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Sono d'accordo con te, al di là del risultato finale di questa preparazione, vale sicuramente la pena fare qualcosa, intanto perchè è meglio vivere una vita il più intensamente possibile, e non sprecarla visto che non è infinita. Se cambia la qualità di vita qui sulla Terra a mio avviso è già un passo notevole, per cui vale la pena lavorare mettendoci impegno (quel che si puo' e si riesce), piuttosto che esser già morti pur camminando, mangiando ... e aspettando che il corpo si irrigidisca progressivamente fino ad arrivare alla morte fisica.. Non so esattamente cosa significhi arrivare al momento della morte preparati, nè se sarò in grado di arrivarci, ma penso che tutto quel che si riesce a fare, in qualche modo non vada perso, se non per me per chi verrà dopo.. e questo dal mio punto di vista è un altro motivo per cui vale la pena vivere.
E' giusto (e bello) quello che hai detto alla fine: si lavora per cercare di stare bene, alcune cose riusciranno, altre meno, alcuni sogni che volevamo davvero realizzare, ma davvero tanto, svaniscono però spero che non lasciarsi andare serva comunque se non proprio a me magari ad un figlio, ad una moglie/marito, ad un'altra incarnazione, non lo so.
Se chi c'era prima di noi avesse fatto questo pensiero, probabilmente non ci troveremmo ad affrontare determinati problemi, quindi a maggior ragione chi si porta dietro problemi del passato (inteso anche prima che nascessimo) deve essere pronto a fare un sacrificio , nel senso vero del termine, in quest'ottica.
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Vecchio 04-09-2009, 13.08.01   #100
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E' vero, concordo che la morte non è la fine di tutto ma solo un ritorno, un riassorbimento da parte del tutto, quello che mi domando è se alla fine comunque mi fondo e comprendo il tutto quando morirò, allora a che serve sforzarsi adesso mentre sono in vita, tanto alla fine come campo campo, comunque alle brutte "vedrò" tutto alla fine.
Secondo me preso atto che un giorno l'Universo mi travolgerà, dovrei cercare nel frattempo di fare qualcosa, di arrivare "preparato" a quest'evento, verrò travolto comunque, però forse capirò un pò di più quello che mi starà accadendo, e avrà un senso diverso.
Rispondo dicendo che anche una piccola parte di percezione dell'Assoluto e' una bella esperienza che aiuta a vivere cioe' da' senso al quotidiano e a tutto il resto .
La logica del tutto o niente non paga quasi mai ed in questo caso men che meno.
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