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Vecchio 18-09-2011, 17.45.30   #1
Sole
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Predefinito E' solo un atto di Volontà

Non vorrei più essere ciò che i miei demoni mi fanno essere. Vorrei morire, uccidere il mio nome e far nascere finalmente Sole. Ma solo lo vorrei perchè "voglio" fa tremare le fondamenta su cui si basa ciò che credo di essere.. chi credo di essere. Tremano i legami con il mondo, i legami con gli affetti, trema tutto ciò che appare importante alle mie personalità tanto salde. Tremano i ricordi di una bocca orrenda, quella del'abisso, in cui devo gettare tutto questo. Non sono io che tremo ma tutto ciò che è già stato condannato a morte ma chiede grazia. Non ho ancora la forza di infliggere il colpo e uccidere. La solitudine mi spaventa. So che spaventa la me di ora.. ma poi c'è solo l'ignoto.

[Non sto parlando ne della morte fisica ne della morte iniziatica dei grandi misteri, ma penso che si capisca..]

Quello che voglio è il conforto dei compagni... si quelli della cordata, il conforto della loro presenza, solo la presenza perchè quello che devo fare è cambiare la corda e i ganci, devo staccarmi e riagganciarmi.. e mentre mi stacco sono sola, nessuno può riprendermi se cado in quel momento. Forse è quello il momento in cui ci vuole fede...
Sarebbe bello poter sapere cosa c'è dopo.

E' solo un atto di Volontà?
Il frutto di una lunga scalata e di una scelta che deve essere sincera e profonda fino alle origini dell'essere. Se c'è solo anche un piccolo tintennamento, un solo dubbio, una piccola ombra non esplorata, un solo stimolo attrattivo nulla può ancora morire, la Volontà resta solo un vorrei.
E' si un atto di Volontà che dura un momento ma che acquista tutta la sua forza in chissà quanti millenni.

Non c'è altro da fare che aumentare la dose dell'impegno. Molto più facile a dirselo.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 18-09-2011, 17.59.57   #2
Grey Owl
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Quello che voglio è il conforto dei compagni... si quelli della cordata, il conforto della loro presenza, solo la presenza perchè quello che devo fare è cambiare la corda e i ganci, devo staccarmi e riagganciarmi.. e mentre mi stacco sono sola, nessuno può riprendermi se cado in quel momento. Forse è quello il momento in cui ci vuole fede...
Compagni di cordata lo si è nel momento in cui ci si trova sulla parete di roccia appesi assieme. Con lo sguardo puoi vederli e cercare il conforto ed anche l'aiuto che ti serve. Che sia per far riposare le braccia o per bere o assicurare alcune fibbie degli scarponi.
Ma cambiare la corda durante una scalata lo si fa nel momento che questa è lesa e diventa rischioso aggrapparsi.
Al campo base, il giorno prima della scalata si controlla l'attrezzatura e le corde e si pianifica il percorso lungo la parete.
Quando si è in cordata tutti aiutano tutti, ovviamente i più vicini daranno il contributo maggiore ma tutti sono attenti a garantire la sicurezza di ogni compagno di cordata ed a nessuno è precluso questo.
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Vecchio 18-09-2011, 20.02.51   #3
Astral
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Non vorrei scadere nella banalità, ma credo che in qualsiasi sentiero spirituale, non si è veramente mai soli, anche se questa sensazione la si ha spesso, perchè subiamo cambiamenti veloci e radicali che ad un certo punto stentiamo a riconoscerci, prima facevamo una vita normale, spensierata ma piatta, ora tutto ciò non è più possibile, quindi ci siamo staccati ma...

Abbiamo paura di aggarci. Io personalmente penso di aver paura a diventare santo o illuminato, perchè dovrei rinunciare a tante cose, ma in realtà forse non si rinuncia nulla, però ci vuole un atto di fede, e di volontà.
La volontà serve, ma anche la fede, altrimenti se io non mi fido che accendendo la chiave, la macchina parte, non mi alzerò proprio dal divano per andarla ad accendere, non perchè non voglio, ma perchè non ci credo.

Ci stavo riflettendo questi giorni, pensavo di avere una volontà debole, invece non è quello, quando non voglio fare qualcosa, è perchè in primis non sono proprio convinto, forse so che dovrei, ma in realtà non voglio, perchè dentro di me in fondo non credo, o sono sfiduciato o manco di fede.
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Vecchio 18-09-2011, 21.11.00   #4
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Quello che voglio è il conforto dei compagni... si quelli della cordata, il conforto della loro presenza, solo la presenza perchè quello che devo fare è cambiare la corda e i ganci, devo staccarmi e riagganciarmi.. e mentre mi stacco sono sola, nessuno può riprendermi se cado in quel momento. Forse è quello il momento in cui ci vuole fede...
Sarebbe bello poter sapere cosa c'è dopo.
Invochi l'aiuto dei compagni di cordata? Sei fortunata ad averli, chi sono? Li potresti chiamare per nome, è un buon momeno per parlare di superamenti. Vorrei chiederti perchè cambiare corda, cosa è la corda, perchè non ti appare più buona? Sembra un appello a distanza, in altra parete rocciosa. Potrei sbagliarmi, in quel caso scusami.
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Vecchio 18-09-2011, 22.48.08   #5
dafne
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Cara Sole...sai le volte che ho detto voglio...ma non volevo...non sono sicurissima di aver capito il tuo sentire ma me lo sento vicino per quel profondo desiderio di Cambiare che anch'io continuo a sentire ma non riesco a realizzare.

I compagni di cordata ci sono, alle volte mi sento come se avessi paura di deluderli a volte come se non me ne importasse nulla..altre volte ancora come se fossero lontani mille miglia o neanche sapessero che esisto.
La verità credo che sia che non possono fare nulla, magari il cambio di corda va fatto proprio nel momento in cui guardano altrove, chissà...

Credo, ma è solo supposizione, che sia il famoso nero a fregarci, a remare contro. Io venerdi ho fatto festa per la patente e per la fine dell'estate ma una parte di me non voleva e ha riaperto un vecchio file di contatti facendomi frenare (provocando raffreddore e mal di denti...) e allora ecco, la tua domanda torna più importante che mai..un gesto di Volontà...ma quando, dove come...sempre! Ho paura che un solo gesto non sia sufficiente ma che siano tanti piccoli e continui e costanti cambi per rimanere appesi sulla linea dritta e non fare giri strani.

Accipicchia alla fine ho parlato di me... ...non sò che aiuto darti visto che non sono in grado nemmeno io di fare questro salto, anche se in parte l'ho fatto, le prove generali ci sono..eppure...c'è sempre quel piccolo elastico che frega e finchè c'è hai voglia a chiamare in causa la volontà..è sparpagliata, suddivisa in tanti micro desideri in tanti piccoli vicoli vicini vicini.

Tu sai davvero quello che vuoi, con precisione, con decisione, senza sbavature? La domanda è retorica e rivolta soprattutto a quel me che dice quel nononono ioioioioio voglio tuttotuttotutto.

Vabbeh...stà daf è dura a morire sorry
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Vecchio 18-09-2011, 23.09.03   #6
Sole
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Abbiamo paura di aggarci. Io personalmente penso di aver paura a diventare santo o illuminato, perchè dovrei rinunciare a tante cose, ma in realtà forse non si rinuncia nulla, però ci vuole un atto di fede, e di volontà.
La volontà serve, ma anche la fede, altrimenti se io non mi fido che accendendo la chiave, la macchina parte, non mi alzerò proprio dal divano per andarla ad accendere, non perchè non voglio, ma perchè non ci credo.
E' un punto fondamentale.. oltre che uno degli impedimenti maggiori per tutti. Rimunciare a ciò che siamo o meglio presumiamo di essere, abbandonare questa vita per iniziarne una che non sappiamo come sarà. Non sappiamo i legami che tengono qui adesso se potremo o saremo in grado di averli dopo. Attaccamenti, possesso, diritti e doveri tutti presunti. Si Astral è un punto importante per tutti questo che rilevi.
Quote:


Ci stavo riflettendo questi giorni, pensavo di avere una volontà debole, invece non è quello, quando non voglio fare qualcosa, è perchè in primis non sono proprio convinto, forse so che dovrei, ma in realtà non voglio, perchè dentro di me in fondo non credo, o sono sfiduciato o manco di fede.
Anche io sento così. C'è una parte in profonda profondità che manca della pienezza della decisione. Paura di morire, paura di volare, paura di cadere, paura della solitudine... in ogni caso paura. L'unica cosa che può sostenterti è la Fede, da non confondere con la religione o con un Dio con etichetta, e la fede non è solo semplice fiducia in qualcuno o qualcosa ma è un totale completo abbandono. E' un lasciarsi andare all'ignoto... per adesso.
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Vecchio 18-09-2011, 23.17.47   #7
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Invochi l'aiuto dei compagni di cordata? Sei fortunata ad averli, chi sono? Li potresti chiamare per nome, è un buon momeno per parlare di superamenti. Vorrei chiederti perchè cambiare corda, cosa è la corda, perchè non ti appare più buona? Sembra un appello a distanza, in altra parete rocciosa. Potrei sbagliarmi, in quel caso scusami.
Paperino, Pippo e Pluto ... è per ridere

La due corde sono sempre me una vecchia e una nuova. E' un desiderio di integrazione ma per farlo è necessario che qualcosa muoia. L'attaccamento ad esempio, l'accontentarsi è un altro esempio.
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Vecchio 18-09-2011, 23.28.57   #8
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La due corde sono sempre me una vecchia e una nuova. E' un desiderio di integrazione ma per farlo è necessario che qualcosa muoia. L'attaccamento ad esempio, l'accontentarsi è un altro esempio.
Tranquilla nemmeno io l'avevo preso sul serio. Ho guardato se fosse scritto in arte, ma ho visto in esperienze e mi è sembrato strano.
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Vecchio 19-09-2011, 08.14.02   #9
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Mi domando se la paura in questo caso è l'ostacolo da superare, oppure rappresenti un guardiano della soglia. E' vero che gli ostacoli vanno superati, ma a volte fanno anche da barriera perchè andare avanti potrebbe essere troppo pericoloso (spero che non è il mio arimanico a parlare ma non credo ).
La spinta in avanti deve sempre esserci, ma bisogna vedere se si è giusto lanciarsi con il rampino dall'altra parte della montagna, o se è il caso di proseguire un altro po' più lentamente.
Un percorso individuale ha il fatto che fisicamente sei da solo, mentre nel percorso in comunità, che si fa per esempio nei cammini cristiani, si ha il sostegno dei fratelli. Ognuno ha i suoi pro ed i suoi contro.

Nella mia visione, i demoni sotterranei, mi fanno comprendere che molto spesso prego Dio a parole, ma poi nei fatti, non ho il coraggio di seguire tutto, in alcuni casi "sforzarsi" ad essere diverso poi porta soltanto ad un gioco in tu sei l'elastico di una fionda, dove lo sforzo apparentemente ti fa sembrare che ti stia innalzando e poi ritorni a terra con un impatto più forte di prima.

Può essere utile (visto che hai chiesto un confronto) pretendere determinati aspetti che non vanno della vita, potrebbe essere il lavoro, rapporti personali, etc. analizzare i vari pezzi frammentati che andrebbero ricongiunti e che spesso ci tirano a destra e a sinistra disperdendo energie.

In ogni caso capisco che si vuole essere se stessi, senza filtri, senza condizionamenti, ma credo che se si colpisce troppo forte col martello il pezzo di marmo di rompe, invece bisogna scolpire ed incidere piano piano, finchè come diceva Michelangelo se non sbaglio, hai tolto solo il superfluo, l'opera d'arte era già presente!

Scusate la lunghezza.
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Vecchio 19-09-2011, 09.34.56   #10
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Non vorrei più essere ciò che i miei demoni mi fanno essere. Vorrei morire, uccidere il mio nome e far nascere finalmente Sole. Ma solo lo vorrei perchè "voglio" fa tremare le fondamenta su cui si basa ciò che credo di essere.. chi credo di essere. Tremano i legami con il mondo, i legami con gli affetti, trema tutto ciò che appare importante alle mie personalità tanto salde. Tremano i ricordi di una bocca orrenda, quella del'abisso, in cui devo gettare tutto questo. Non sono io che tremo ma tutto ciò che è già stato condannato a morte ma chiede grazia. Non ho ancora la forza di infliggere il colpo e uccidere. La solitudine mi spaventa. So che spaventa la me di ora.. ma poi c'è solo l'ignoto.
Ciao Sole, mi ha colpito molto leggerti.
Ti auguro di riuscire a morire, di infliggerti quel colpo finale che ti libererà e ti farà rinascere. Un colpo che io non riesco a sferrare, per paura soprattutto, ci arrivo vicino ma poi torno indietro, mi faccio troppa paura quindi preferisco restare al sicuro, tra le vecchie abitudini interne, tra i soliti lacci più o meno mascherati.
Riconosco in te qualcuno che sta tentando di compiere il salto e da un certo punto di vista, credimi ti invidio, incarni ciò da cui tento di scappare. Non posso aiutarti a sentirti meno sola ma dal basso, faccio il tifo per te e così facendo, lo faccio anche per me stessa.
Sole brillerà un sacco, lì in alto.
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Vecchio 21-09-2011, 14.22.15   #11
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Mi domando se la paura in questo caso è l'ostacolo da superare, oppure rappresenti un guardiano della soglia. E' vero che gli ostacoli vanno superati, ma a volte fanno anche da barriera perchè andare avanti potrebbe essere troppo pericoloso (spero che non è il mio arimanico a parlare ma non credo ).
La spinta in avanti deve sempre esserci, ma bisogna vedere se si è giusto lanciarsi con il rampino dall'altra parte della montagna, o se è il caso di proseguire un altro po' più lentamente.
Giorni fa ho capito una cosa. Non può esserci quello che cerco perchè non c'è ancora un centro magnetico, una integrazione di io e pertanto si che il guardiano fa paura.
Non ci vuole solo volontà ci vuole anche umiltà.
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