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Vecchio 20-03-2009, 20.16.46   #1
Ray
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Predefinito Per cosa preghiamo?

Stolto è chi chiede alla divinià ciò che può ottenere da sè.
(Epicuro)

Me lo sono trovato in home...

Notevole come riflessione, ed in effetti come dare torto ad Epicuro?

Se poi usassimo la massima come metro di paragone per tutto quello che ci verrebbe da chiedere (o chiediamo) alla divinità allo scopo di non essere stolti, potremmo avere grosse sorprese su quanto potremmo ottenere da noi ma chiediamo (e aspettiamo) da "poteri" superiori. Vale anche come riflessione psicologica...
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Vecchio 20-03-2009, 20.32.15   #2
filoumenanike
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Stolto è chi chiede alla divinià ciò che può ottenere da sè.
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Se poi usassimo la massima come metro di paragone per tutto quello che ci verrebbe da chiedere (o chiediamo) alla divinità allo scopo di non essere stolti, potremmo avere grosse sorprese su quanto potremmo ottenere da noi ma chiediamo (e aspettiamo) da "poteri" superiori. Vale anche come riflessione psicologica...
difficilmente prego con l'intento di chiedere favori particolari, effimeri o utilitaristici e quando mi capita di essere veramente angosciata per la salute di qualche persona cara...mi viene in mente di essere opportunista e mi vergogno di chiedere solo per me e penso alle numerose persone che soffrono e mi da l'impressione di domandare favoritismi, insomma...conclusione non riesco a pregare o se disperata lo faccio, intreccio tutto un discorso complicato e complesso quasi volessi convincere dio che potrebbe farlo, trovo giustificazioni alle mie preghiere eppure sono convinta che pregare semplicemente dovrebbe essere più naturale
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Vecchio 23-03-2009, 00.58.48   #3
RedWitch
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............
Se poi usassimo la massima come metro di paragone per tutto quello che ci verrebbe da chiedere (o chiediamo) alla divinità allo scopo di non essere stolti, potremmo avere grosse sorprese su quanto potremmo ottenere da noi ma chiediamo (e aspettiamo) da "poteri" superiori. Vale anche come riflessione psicologica...
Molto spesso la preghiera puo' essere una specie di ancora di salvataggio, mi sono trovata a "pregare" per qualcosa che speravo mi fosse concessa ma sempre senza aver fatto tutto il possibile per ottenerla. Ad esempio un esame per cui avevo studiato ma non ero preparatissima o salendo sulla bilancia dopo una settimana di "finta" dieta, cose così, banali ma che in quei momenti mi sembravano importanti tanto da pregare che mi scendessero dal cielo..
Un po' un modo per non fare fatica anche questo dunque? Ancorarsi al divino quando si teme di non farcela? Al limite (anche se il senso della preghiera vera non credo sia quello di ottenere per sè), si potrebbe pregare prima di fare una certa cosa di ottenere la forza, l'energia per fare.. e per non mollare a metà strada, per trovare l'input per non cedere, salvo poi preoccuparsi il giorno prima dell'esame o prima di salire sulla bilancia..
In questo senso sarebbe un po' come cercare una scorciatoia...
Poi ci sono le cose su cui essendo esseri umani non abbiamo nessun potere e controllo, la malattia di un nostro caro ad esempio, il timore di perdere il posto di lavoro per cause indipendenti da noi etc... anche in questo caso pero' (indirettamente o direttamente) è chiedere per sè. Alla base c'è sempre una qualche paura di perdere qualcosa/qualcuno...Forse, per cominciare si dovrebbe cercare di evitare di chiedere per piccolezze, sarebbe già un buon passo.
Credo che oggi sia difficile trovare qualcuno che conosca il vero senso della Preghiera, sarebbe interessante provare ad esplorare insieme ..
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Vecchio 23-03-2009, 01.17.18   #4
Ray
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Molto spesso la preghiera puo' essere una specie di ancora di salvataggio, mi sono trovata a "pregare" per qualcosa che speravo mi fosse concessa ma sempre senza aver fatto tutto il possibile per ottenerla. Ad esempio un esame per cui avevo studiato ma non ero preparatissima o salendo sulla bilancia dopo una settimana di "finta" dieta, cose così, banali ma che in quei momenti mi sembravano importanti tanto da pregare che mi scendessero dal cielo..
Un po' un modo per non fare fatica anche questo dunque? Ancorarsi al divino quando si teme di non farcela? Al limite (anche se il senso della preghiera vera non credo sia quello di ottenere per sè), si potrebbe pregare prima di fare una certa cosa di ottenere la forza, l'energia per fare.. e per non mollare a metà strada, per trovare l'input per non cedere, salvo poi preoccuparsi il giorno prima dell'esame o prima di salire sulla bilancia..
In questo senso sarebbe un po' come cercare una scorciatoia...
Poi ci sono le cose su cui essendo esseri umani non abbiamo nessun potere e controllo, la malattia di un nostro caro ad esempio, il timore di perdere il posto di lavoro per cause indipendenti da noi etc... anche in questo caso pero' (indirettamente o direttamente) è chiedere per sè. Alla base c'è sempre una qualche paura di perdere qualcosa/qualcuno...Forse, per cominciare si dovrebbe cercare di evitare di chiedere per piccolezze, sarebbe già un buon passo.
Credo che oggi sia difficile trovare qualcuno che conosca il vero senso della Preghiera, sarebbe interessante provare ad esplorare insieme ..
Si chiede sempre per sè, come hai giustamente notato anche quando, per esempio, chiediamo la guarigione di qualcuno. Certo, chi ha raggiunto una certa oggettività potrebbe pregare per l'umanità o anche per il singolo individuo, che lo conosca o meno, in modo non egoistico... ma prima di raggiungere ciò si chiede per se.
Tuttavia potrebbe essere egoismo sano... ci sono cose che nn possiamo ottenere da soli. L'esempio primo riguarda proprio una certa realizzazione. Tutte le tradizioni dicono che serve il Lavoro e la Grazia per arrivare... l'alchimista ad esempio sa che compie l'opera deo concedente e che la sapienza arriva da Lui.

Pregare per essa (la Grazia) è chiedere per sè, ma è chiedere qualcosa che da soli non possiamo procurarci... ma anche lì, se non facciamo tutto ciò che è in nostro potere per avvicinarcisi... (come quel genovese che chiedeva di vincere la schedina, e lo chiedeva talmente tanto che il signore mandò un angelo a dirgli che ok, ma almeno la giochi ).

Soprattutto quella che mi pare un'ottima indicazione nell'aforisma, è il termine di paragone. Se ogni volta che ci vien da chiedere soppesassimo se potremmo fare da soli e/o se abbiamo fatto tutto il possibile, forse sprecheremmo meno fiato (e non solo fiato).
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Vecchio 23-03-2009, 01.28.36   #5
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non vi capita di pensare che quando preghiamo per noi per avere una grazia, un beneficio...è come se chiedessimo dei favoritismi? a me succede di vergognarmi a chiedere di farmi star bene quando conosco tante realtà di sofferenza, di dolore forse più forti delle mie, pregare potrebbe apparire una grossa e impudente forma di egoismo! dio dovrebbe ascoltare solo me... e gli altri? perchè dovrebbe darmi ascolto quando c'è una umanità che soffre senza speranza? perchè proprio me?
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Vecchio 23-03-2009, 09.49.20   #6
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Io ho smesso , quasi smesso, di pregare da anni. Per la verità più perchè mi sentivo ipocrita che egoista.
Mi stà capitando negli ultimi mesi di scoprirmi a recitare una delle preghiere imparate da bambinma ma più per l'effetto calmante e tranquillizzante che ottengo che per avere qualcosa in cambio..

Quando mi scopro a pregare per qualcosa in genere è per situazioni estremamente critiche ma è più un "ti prego ti prego ti prego" che una richiesta formale

Se mi soffermo un secondo però mi stupisco perchè c'è una parte di me che crede molto profondamente nella preghiera (ma è sepolta sotto sottissimo ) e che è profondamente convinta che pregando ..ma sul serio...si possa ottenere quello che si ha nel cuore...ma è una specie di miracolo da non sprecare
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Vecchio 23-03-2009, 15.21.31   #7
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Io ho smesso , quasi smesso, di pregare da anni. Per la verità più perchè mi sentivo ipocrita che egoista.
Mi stà capitando negli ultimi mesi di scoprirmi a recitare una delle preghiere imparate da bambinma ma più per l'effetto calmante e tranquillizzante che ottengo che per avere qualcosa in cambio..

Quando mi scopro a pregare per qualcosa in genere è per situazioni estremamente critiche ma è più un "ti prego ti prego ti prego" che una richiesta formale

Se mi soffermo un secondo però mi stupisco perchè c'è una parte di me che crede molto profondamente nella preghiera (ma è sepolta sotto sottissimo ) e che è profondamente convinta che pregando ..ma sul serio...si possa ottenere quello che si ha nel cuore...ma è una specie di miracolo da non sprecare
forse bisognerebbe pregare per l'umanità, per il mondo così come dovrebbero fare i monaci le monache, la preghiera allora diventa il pianto degli uomini rivolto a dio, la preghiera diventa il ponte con dio, se preghiamo quando abbiamo paura è umano, lo comprendo ma ha il sapore amaro dell'opportunismo, ciao daf e grazie
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Vecchio 23-03-2009, 15.42.52   #8
RedWitch
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Si chiede sempre per sè, come hai giustamente notato anche quando, per esempio, chiediamo la guarigione di qualcuno. Certo, chi ha raggiunto una certa oggettività potrebbe pregare per l'umanità o anche per il singolo individuo, che lo conosca o meno, in modo non egoistico... ma prima di raggiungere ciò si chiede per se.
Tuttavia potrebbe essere egoismo sano... ci sono cose che nn possiamo ottenere da soli. L'esempio primo riguarda proprio una certa realizzazione. Tutte le tradizioni dicono che serve il Lavoro e la Grazia per arrivare... l'alchimista ad esempio sa che compie l'opera deo concedente e che la sapienza arriva da Lui.

Pregare per essa (la Grazia) è chiedere per sè, ma è chiedere qualcosa che da soli non possiamo procurarci... ma anche lì, se non facciamo tutto ciò che è in nostro potere per avvicinarcisi
... (come quel genovese che chiedeva di vincere la schedina, e lo chiedeva talmente tanto che il signore mandò un angelo a dirgli che ok, ma almeno la giochi ).
Sono d'accordo, finchè (e se) non si raggiunge l'oggettività è chiaro che si prega per sè stessi, questo non vale solo per la preghiera ma in generale credo possa essere rapportabile a tutti gli ambiti della vita, per essere veramente altruisti, per pensare davvero agli altriè indispensabile che sia stato fatto un buon lavoro su sè stessi prima. In questo periodo stiamo parlando molto di egoismo ed egoismo sano, la maggior parte delle volte mi sfugge la differenza tra i due. Per esempio pregare per la propria realizzazione impegnandosi pero' con tutte le proprie forze per riuscire dovrebbe essere sano egoismo, pregare che questa cada miracolosamente dal cielo senza che muovere un dito dovrebbe essere egoismo e basta. Puo' andare come esempio? (appena riesco apro altrove una discussione con questo argomento)

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Soprattutto quella che mi pare un'ottima indicazione nell'aforisma, è il termine di paragone. Se ogni volta che ci vien da chiedere soppesassimo se potremmo fare da soli e/o se abbiamo fatto tutto il possibile, forse sprecheremmo meno fiato (e non solo fiato).
Si e magari chiedersi se si ha veramente bisogno in quel momento o è solo un capriccio per quanto in quel momento possa sembrarci importante.


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non vi capita di pensare che quando preghiamo per noi per avere una grazia, un beneficio...è come se chiedessimo dei favoritismi? a me succede di vergognarmi a chiedere di farmi star bene quando conosco tante realtà di sofferenza, di dolore forse più forti delle mie, pregare potrebbe apparire una grossa e impudente forma di egoismo! dio dovrebbe ascoltare solo me... e gli altri? perchè dovrebbe darmi ascolto quando c'è una umanità che soffre senza speranza? perchè proprio me?
Sì a me è successo altrochè, mi succedeva anche con le persone. Una volta, anni fa, una persona si è offerta di aiutarmi, e io gli ho chiesto: perchè proprio a me?, Lui, semplicemente mi ha risposto: "perchè siamo amici".
Solo per dire che dal mio punto di vista molto spesso facciamo le cose più complicate di quanto non lo siano realmente, con la mente complichiamo tutto, anche le cose che dovrebbero essere naturali.. chiedersi "perchè proprio a me" è un "in più".. sia se ci accade una cosa bella che una cosa che noi giudichiamo brutta... Io credo che se preghiamo con il cuore per qualcosa di veramente importante, qualcosa accada, anche se noi non lo vediamo e ci sembra che la nostra richiesta non venga esaudita.
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Vecchio 23-03-2009, 15.53.24   #9
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Sì a me è successo altrochè, mi succedeva anche con le persone. Una volta, anni fa, una persona si è offerta di aiutarmi, e io gli ho chiesto: perchè proprio a me?, Lui, semplicemente mi ha risposto: "perchè siamo amici".
Solo per dire che dal mio punto di vista molto spesso facciamo le cose più complicate di quanto non lo siano realmente, con la mente complichiamo tutto, anche le cose che dovrebbero essere naturali.. chiedersi "perchè proprio a me" è un "in più".. sia se ci accade una cosa bella che una cosa che noi giudichiamo brutta... Io credo che se preghiamo con il cuore per qualcosa di veramente importante, qualcosa accada, anche se noi non lo vediamo e ci sembra che la nostra richiesta non venga esaudita.
Oltre a quello che hai detto e che trovo giusto, direi che è anche un modo di sentirci enormemente importanti, capaci di farcela da soli, non bisognosi di nessuno: perchè a me, pensa a chi ha più bisogno io faccio solo! Il tutto nascosto dal quel senso di timidezza ed umiltà. Salvo poi accorgersi che non siamo capaci ed è bene prendere la mano tesa.

La preghiera dovrebbe servire ad avvicinarci, e sono d'accordo anche io che la stessa richiesta di avvicinarci è una richiesta egoistica, ma sana.
Pensiamo al Padre Nostro che è una benedizione a Dio ed anche una richiesta e secondo il vangelo è quello il modo di pregare.
Mi piacerebbe esplorare bene il PN una volta finito con i comandamenti e il Vangelo di Tomaso.

Una battuta... aiutati che Dio ti aiuta, secodno me è la sintesi.
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Vecchio 23-03-2009, 16.00.41   #10
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Oltre a quello che hai detto e che trovo giusto, direi che è anche un modo di sentirci enormemente importanti, capaci di farcela da soli, non bisognosi di nessuno: perchè a me, pensa a chi ha più bisogno io faccio solo! Il tutto nascosto dal quel senso di timidezza ed umiltà. Salvo poi accorgersi che non siamo capaci ed è bene prendere la mano tesa.
Anche perchè non è che l'Onnipotente ha da risparmiare energie, no? E' un modo per nascondersi un aspetto di se.
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Vecchio 23-03-2009, 16.11.13   #11
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Io invece non capisco, e te pareva.
Nella mia vita ho sempre pregato, tutte le sere nessuna esclusa, non riuscivo a non farlo, anche quando crollavo dal sonno, poi nel momento del bisogno chiedevo, più che altro per la salute, solo in quel momento mi strizzavo fuori l'anima per pregare e chiedere al mio Dio interiore a ciò che per me era la forza potente in grado di aiutarmi di potermi dare ciò che domandavo.
Poi negli ultimi anni ho invece cercato di non chiedere più, perchè dopo aver letto diversi scritti ho capito di dover accettare tutto ciò che viene e che tutto ciò che viene lo si deve prendere come un qualcosa che ci serve e non ho più pregato per chiedere.
Allora a questo punto oggi mi domando: Perchè pregare per chiedere?
Oggi vedo il pregare come un modo di far entrare in me il divino.
Questo da una parte mi ha come disilluso perchè quando avevo pregato il mio Dio sono sempre stata esaudita e ora questo cambiamento mi lascia un senso di perdita di stabilità, di solitudine, mi sento un po' persa. Questo è parte del mio animo bambino.
__________________
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ORDINE RITMO ARMONIA
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Vecchio 23-03-2009, 16.15.21   #12
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Oggi vedo il pregare come un modo di far entrare in me il divino.
E penso che fosse questo il senso che si voleva dare alla Grazia senza la quale non si passa la soglia.
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Vecchio 23-03-2009, 22.52.13   #13
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La preghiera in se stessa non è solo far entrare in sè il divino ma anche rendersi conto umilmente dei nostri limiti e avere piena fiducia che quello che si chiede con le giuste intenzioni non rimarrà inascoltato.
Certamente è da stolti chiedere con la preghiera qualcosa che è nelle nostre possibilità, sarebbe come dire non muovere un passo e aspettare che l'aiuto piova dal cielo come la manna.... e dal punto di vista psicologico indica una grande pigrizia che a prescindere dalla preghiera o meno è bloccante, ed è stolto pensare che la divinità esista solo per servire a ciò che ci farebbe comodo senza impegnarci almeno un po', come nel famoso "aiutati che Dio t'aiuta" già citato da Sole.
Se vogliamo esaminare la preghiera del Padre nostro che ci ha insegnato Gesù come modo di pregare giusto, già dalle prime parole si vede che usa la parola "nostro" che presuppone che con questa preghiera non si prega solo per sè ma anche per gli altri, e non si chiedono miracoli, ma il giusto sostentamento e l'aiuto per comportarsi nel modo giusto con il prossimo.... questo in poche parole, perchè ci sarebbe tanto da dire su questa preghiera.
Un altro modo di pregare è la preghiera insistente per una giusta causa, come quella della vedova del vangelo che andava ogni giorno dal giudice per essere esaudita, alla fine quello per non sentirla più l'ha accontentata...
In questi casi comunque si chiede a Dio quello che non possiamo ottenere da noi stessi, il pane quotidiano non è chiedere troppo, ma è la base per poter vivere e tanta gente non ha la sicurezza nemmeno di quello, e non per il fatto che non lo possono ottenere da soli ma per altri motivi, è la richiesta di aver assicurato il minimo per soddisfare i propri bisogni, e poi c'è quella parolina, oggi, il che significa che non vale tanto preoccuparsi per il futuro ma di vivere bene nel quotidiano, quindi ogni giorni andrebbe pregato per questo e non una tantum, come la manna del cielo che bastava per un giorno solo, quindi secondo me non è tanto un continuo rivolgersi a Dio ma un dialogo continuativo giorno dopo giorno, per tenere vivo il nostro contatto con il divino...
Inoltre la preghiera è prima di tutto di benedizione e di adesione alla volontà divina, in questo modo già si esclude tutto quello che nella preghiera ci possa essere di egoistico o non conforme alle leggi divine.
Il chiedere un miracolo è un altro tipo di preghiera che in alcuni casi viene esaudito, anche qui però ci si rimette sempre alla sua volontà e si aspetta con fiducia, accettando anche quando quello che avviene non è quello che vorremmo, vuol dire che non era nei piani divini e comunque si tratta sempredi una cosa al di fuori delle nostre possibilità.
Un'ultima cosa sulla preghiera, Gesù ha detto che qualsiasi cosa viene chiesta nel suo nome sarà concessa, ma nel suo nome significa conformandosi a lui, come nell'imitazione di Cristo, e visto che è una cosa molto difficile, si può anche immaginare come i miracoli siano così rari....
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Vecchio 24-03-2009, 00.21.38   #14
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Io ogni tanto prego per questo tuo pessimismo cosmico Filo
ho riflettuto a lungo su questa frase, perchè quello che mi meraviglia è la considerazione che hai fatto, hai parlato di un mio pessimismo cosmico da quando scrivo qui ad ermo parlo di me, delle mie idee in modo spontaneo ed è venuto fuori spontaneamente un profilo pessimista...ora devo riesaminarmi, sai che in genere le persone che mi conoscono mi definiscono ottimista, allegra e invece forse è come se avessi una doppia veste, quella ufficiale che mette in evidenza alcuni aspetti positivi, sempre mi sono posta l'obiettivo di dare carica positiva agli altri e i miei malesseri fisici o intimi li ho nascosti, li ho tenuti per me e...per voi scusate l'OT gigante!

sento che la preghiera per l'umanità non deve essere una supplica, una domanda ma il tramite che ci unisce al divino, è il coro muto che attraversa gli spazi temporali, eterei, e crea il ponte con quella dimensione assoluta di cui facciamo parte a livelli diversi, la preghiera così intesa potrebbe fare davvero miracoli
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Vecchio 25-03-2009, 14.55.26   #15
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Userei proprio la citazione di Filo..aiutati che il ciel t' aiuta..proprio per sottolineare *l' ambiguo meccanismo della preghiera...ho fatto abbastanza per ottenere ciò che mi serve? ho dato il massimo? e se nonostante questo non l' ottengo? affido a qualcosa di superiore il compito che dovrei svolgere io...e mi chiedo se quello che chiedo pregando mi sia davvero necessario oppure lo è per egoismo (sia che preghi per me che per altri) ..perchè è vero che se prego chiedo ma è pur vero che chiedo qualcosa di personale (sempre che chieda per me o per altri)..
Non so pregare...nel senso che non so recitare le preghiere come insegnateci dal catechista...prego come mi insegnò una persono importante per me...mi diceva: "tu prega col cuore per tutti e nessuno..e il beneficio l' otterrà chi ne ha davvero bisogno"..giusto o sbagliato che sia continuo ad agire in questo modo..e se tra questi tutti o nessuno rientro anch'io tanto meglio..

*per ambiguo intendo il para..cosaggine
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quelle che posso cambiare
e la saggezza
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Vecchio 25-03-2009, 15.58.35   #16
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"Non chiamare gli dei a testimoni dei tuoi giuramenti, ma cerca di rendere te stesso degno di fede."
Pitagora



Mi sembra che ci stia bene a completamento dell'altro.
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Edera
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Prego tutte le sere chiedendo la forza di sentire, capire e percorrere la mia Strada per non cedere alla tentazione di prendere vie più facili e sedermi.
Ma capita anche che in periodi tosti preghi chiedendo aiuto a gran voce all'universo tipo ad una mamma affidandomi a qualcosa di superiore, in certi momenti io proprio non basto.
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Vecchio 25-05-2009, 16.04.35   #18
luke
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Per anni ho pregato, come fanno tanti, ripetendo meccanicamente le solite preghiere e comunque con il fine di ricevere tutta una serie di aiuti più o meno "nobili" da qualche entità superiore....alla fine mi sono ritrovato quasi sempre rabbioso e disilluso per non aver ottenuto niente.

Da quando ho intrapreso un percorso vagamente assimilabile ad una ricerca spirituale seria, mi sono concentrato su me stesso, tralasciando il dialogo con qualcosa che fosse altro (e superiore) da me...

Non escludo di tornare un giorno a pregare, non prima però di aver capito come si prega realmente e come captare un eventuale segno di risposta.
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Vecchio 25-05-2009, 19.35.12   #19
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...di aver capito come si prega realmente e come captare un eventuale segno di risposta.
Penso che l'uno implichi l'altro.
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Vecchio 25-05-2009, 19.43.08   #20
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Penso che l'uno implichi l'altro.

Può senz'altro essere come dici ...e sarebbe una cosa molto bella
il problema è saperlo fare
per adesso ho "congelato" il mio rapporto con la preghiera in attesa di futuri sviluppi.
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