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Vecchio 07-08-2009, 15.17.13   #26
Ray
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Originalmente inviato da stefano Visualizza messaggio
sofferenza?
puoi spiegare meglio questo punto?
Ogni integrazione avviene per scioglimento dell'io, assimillazione del pezzo autonomo e ricoagulatura. Fino a quando non si impara l'arte (difficile) di restare sempre un po' solti, un po' fluidi, il processo di scioglimento "brucia" e lo percepiamo come sofferenza. Chiaramente è una sofferenza dell'ego, come quando vedi una parte di te che non ti paice o che non conoscevi, o come quando te la mostrano e qualcosa di te sa che è vero e brucia, mentre l'ego cerca di mantenere la sua forma (coagulata) negando (poi venendo a patti, poi con altri meccanismi di difesa ecc. fino all'accettazione se e quando c'è, che innesca il solve e permette la com-prensione).
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Vecchio 07-08-2009, 15.26.56   #27
stefano
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ora ho compreso.
grazie
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Vecchio 08-08-2009, 11.45.52   #28
rajneesh
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Il maggiordomo e il centro di gravità permanente sono la stessa cosa usando una definizione diversa.

...non sono cosi convinto...il maggiordomo si divide in maggiordomo interinale e maggiordomo...il maggiordomo interinale è costituito dalle influenze C ed è lo sviluppo del centro magnetico costituito dalle influenze B. Quando un piccolo gruppo di io, che ha deciso di intraprendere un lavoro sullo sviluppo di sè, prende il controllo degli altri io indisciplinati si forma il maggiordomo interinale...mentre il maggiordomo prende temporaneamente il controllo su tutti gli io...


...ma il di centro di gravità mi dice che è inerente allo scopo che uno inraprende esclusivamente quando comprende ed è indirizzato al lavoro, cosicchè nulla riesca a distoglierlo dalla sua meta...

...direi che maggiordomo potrebbe essere più assimilabile a 'io permanente...

..correggimi se sbaglio...
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Vecchio 08-08-2009, 11.51.11   #29
rajneesh
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Eh no, il maggiordomo deve prendere il sopravvento sui piccoli io (o servi) per preparare il terreno al vero Padrone... Padrone che se quando arriva non trova più nemmeno un servo che padrone sarebbe, cosa comanderebbe?

I piccoli io non devono sparire... l'unico 'sparire' accettabile è riferito al fatto che devono sparire dalla sala comandi perchè non spetta loro di diritto e ne sono usurpatori, ma devono restare per fare il loro lavoro, quello di servi appunto...

...sono daccordo sul discorso del padrone, anche sul fatto che alcuni io devono essere assimilati...
ma ci sono degli io a cui non interessa nulla del lavoro, sono di intralcio e quindi devono essere eliminati un po come i rami secchi o le erbacce...

Gurdjieff dixit...
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Vecchio 08-08-2009, 12.55.42   #30
Kael
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ma ci sono degli io a cui non interessa nulla del lavoro, sono di intralcio e quindi devono essere eliminati un po come i rami secchi o le erbacce...
O semplicemente tenuti a bada, magari legati e imprigionati, sfruttando la loro energia come carburante per noi...
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Vecchio 13-08-2009, 14.41.43   #31
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...non sono cosi convinto...il maggiordomo si divide in maggiordomo interinale e maggiordomo...il maggiordomo interinale è costituito dalle influenze C ed è lo sviluppo del centro magnetico costituito dalle influenze B. Quando un piccolo gruppo di io, che ha deciso di intraprendere un lavoro sullo sviluppo di sè, prende il controllo degli altri io indisciplinati si forma il maggiordomo interinale...mentre il maggiordomo prende temporaneamente il controllo su tutti gli io...


...ma il di centro di gravità mi dice che è inerente allo scopo che uno inraprende esclusivamente quando comprende ed è indirizzato al lavoro, cosicchè nulla riesca a distoglierlo dalla sua meta...

...direi che maggiordomo potrebbe essere più assimilabile a 'io permanente...

..correggimi se sbaglio...
Dovresti specificare che intendi con influenze C e B, ma poco ci interessa ai fini del discorso.

Ti faccio un'analogia, vediamo se rende più chiaro il discorso
Come in alto, così in basso..... immaginiamo (immagine non così fantasiosa) che i piccoli io siano uomini e che ognuno fa quello che vuole anche se a volte alcuni di questi avendo delle affinità fanno cose simili e/o allo stesso modo.
Prendiamo ora un nucleo societario escludendo la famiglia: un paese, una nazione etc....
Questi uomini per organizzare la vita un governo con un re, il quale promulga delle leggi che tutti devono (o dovrebbero) seguire.
Quindi abbiamo un governo e qualcosa che nasce dal pensiero e azione del re ed anche dalle esigenze dei cittadini (parliamo di un re giusto), un corpus di leggi. Possiamo chiamare la cosa codice civile e penale, possiamo chiamarla giustizia, possiamo chiamarla sistema governativo, in taluni casi diventa genericamente "la burocrazia" etc...

Insomma è un soggetto o entità che nasce ed è in parte controllato dal re, ma allo stesso tempo una volta avviata ha una vita propria (venendo applicata anche da persone che non possono modificarla).
La "domanda" interessante ora è: "Questa entità nasce per l'opera del re, ma viene creata da egli o solo portata alla luce?"

Altra "domanda" se paragoniamo il re al maggiordomo (il re dovrebbe essere servitore oltre che il maggior/capo della casa/domus per quanto riguarda l'ordine) a cosa paragoniamo quest'altra entità di cui stiamo parlando?
Cioè alla fine, se c'è un Re, cioè governo permanente, il corpus delle leggi coincide con questo, cioè usando un altro modo di vedere, un'altra definizione, sono la stessa cosa: il Re è la legge vivente
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Vecchio 17-08-2009, 16.51.50   #32
rajneesh
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...la tua domanda mi fa venire in mente le influenze di cui parlavo prima...

cmq secondo me è sia opera del re che un riportare alla luce...

per la seconda domanda, personalmente il re lo paragono all' io permanente e non al maggiordono, quindi l'entità la paragono alle influenze c, cioè delle influenze create coscientemente e gettate nella vita, che col tempo si trasformano in influenze B, cioè influenze semi-coscienti che comprendono l'arte, la letteratura,la filosofia ecc...attraverso cui formiamo il centro magnetico che ci conduce alla 'via'...

non so, ho interpretato cosi quello che hai scritto...poi magari intendiamo cose diverse...
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Vecchio 30-08-2009, 11.33.36   #33
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per la seconda domanda, personalmente il re lo paragono all' io permanente e non al maggiordono,
E lo so.... questo è il modo comunque di vedere la cosa, è per questo che ci troviamo la politica ed i governi che ci troviamo, perchè da una parte facciamo battaglie per la libertà e dall'altra non mettiamo nel giusto posto chi non ci sa stare da solo.
Un Re è un servo se fa bene il suo lavoro, è il maggior servo della domus...
Nasce che è già schiavo del suo compito, la persona più umile e povera ha potenzialmente più strade davanti a se anche se le difficoltà per prenderle sono enormi. Chi nasce in posizione elevata invece la fatica la deve fare per riuscire a rimanere nella strada che non può scegliere anche se gli si prospetta davanti con molta facilità.
Strada che sicuramente è invidiabile per altri che non ce l'hanno facile.

Se un re non serve diventa un tiranno.

L'io permanente è la coscienza di tutto lo stato, cosa che il Re ha ma solo dal punto di vista del Re, per quanto giusto sia. Infatti deve circondarsi di buoni consiglieri etc... anche se ha l'ultima parola.

L'Io permanente è nel micro ciò che Dio è nel macro


L'entità di cui parlavamo viene solo riportata alla luce dal Re, non stiamo parlando di influenze, stiamo parlando di Leggi, non di cose che ti spingono ma puoi evitarle, stiamo parlando di cose che se eviti di seguire ti portano guai di diverso tipo come l'arresto e le condanne.
Ma cosa sono le leggi se le prendiamo dall'inizio?
Sono il modo per organizzare la vita sulla base delle tendenze degli attori, persone, popolo, entità etc...
Per esempio, iniziano ad aumentare gli ubriachi che guidando investono le persone, nasce una nuova legge (o se ne modifica una vecchia) per cercare di coprire quei casi. Il Re (o il governo in democrazia) materialmente ha il compito di promulgare o modificare la legge, ma se è giusto non può farlo secondo i suoi capricci.

Alla base le leggi hanno dei Principi immutabili ed immodificabili, che poi alla fine corrispondono con dei precetti dati dalle varie tradizioni, per esempio l'importanza di non uccidere, non rubare etc...
Sulla base di questi principi fondamentali si sviluppa tutto il corpus in base alla tendenza del tempo e spazio presente e di chi questo occupa.

Le influenze al contrario delle leggi possono essere accolte o meno sia che siano consapevoli che inconsapevoli (sia per chi le emette che per chi le riceve)
Una legge è anche un'influenza, un'influenza non è una legge.


P.s. stiamo andando un pò fuori tema, ma mi pareva interessante sviluppare questi punti anche se magari li potremmo riprendere altrove
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Vecchio 30-09-2011, 17.34.26   #34
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Te la ricordi la canzone di Battiato e più precisamente il ritornello: "cerco un centro di gravità permanente"?

Questo ti da l'idea spazialmente (cioè un modo diverso e possibile visto che siamo in esoterismo e non in psicologia di affrontare l'argomento ego) del fatto che i famosi piccoli io sono centri di gravità posizionati diversamente nello spazio/tempo o se vogliamo complicarci il riflettere nella quadrimensionalità.
Il centro di gravità permanente invece è fissato su tutto il tempo, quindi eterno presente, ma può variare e muoversi spazialmente sulla/con la Volontà, a quel punto diventa Ego, cioè uno strumento servente e raffinato, un semplice ma potente mezzo necessario per vivere.
Senza ego non si vive o si muore allo stesso modo in cui non si vive realmente con un ego padrone, centri di gravità che mutano in continuazione sull'asse del tempo, la nostra essenza ora è sull'intersezione di ascisse e ordinate tridimensionali, dopo un istante su un'altra intersezione.

Per chi ama i collegamenti tra varie tradizioni, il punto di unione dei toltechi è la stessa cosa
Stavo rileggendo questa discussione dopo anni e ho capito, un Io integrato o Ego fomato, "sta" comprendendo in quel punto tutto il tempo e tutto lo spazio della propria Monade. Così come il punto di unione è una sfera che gira velocissima così un IO ha la visione completa e globale, totalitaria e non si sposta nel tempo e nello spazio. Apparentemente sembra fermo mentre invece si muove velocissimo (nella quarta dimensione). Si muove velocissimo intorno o compenetrando o attirando (non so trovare la parola giusta) i piccoli io che invece stanno sparsi in vari punti dello spazio tempo. Questo consente all'Ego/Io/Padrone di avere una visione oggettiva sempre, un sempre Presente.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 30-09-2011, 23.36.02   #35
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Quindi avere dei piccoli io che vagano per i meandri della nostra individualità, dovrebbe essere negativo. Sono tutte le parti di noi che non conosciamo? Ma direi anche che non accettiamo.

Esempio, se ci riteniamo brutti, stiamo frazionando, o stiamo esprimendo un parere oggettivo?

Tanti parlano dell'eliminazione dell'ego, ma non è molto corretto, forse dell'eliminazione del condizionamento.

Mi domando cosa significa quando la gente dice che non hai una personalità, o che quell'individuo è una personalità, od ancora personalità artistica.
Mi sembra che in questi casi, si viene ad indicare un tipo di personalità escludendo le altre.

Ad esempio se mi creo una personalità del romantico, buono e trasgressivo, significa che in realtà sto rinunciando ad essere burbero, cattivo e ordinato?
Ma non è proprio questo che porta alla disgregazione?

Non è per esempio l'essere troppo buoni, che ci fa spezzare quella parte cattiva che è in noi e che vaga.
Oppure l'essere sempre gentili?
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Vecchio 30-09-2011, 23.41.39   #36
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Ad esempio se mi creo una personalità del romantico, buono e trasgressivo, significa che in realtà sto rinunciando ad essere burbero, cattivo e ordinato?
Ma non è proprio questo che porta alla disgregazione?

Non è per esempio l'essere troppo buoni, che ci fa spezzare quella parte cattiva che è in noi e che vaga.
Oppure l'essere sempre gentili?
Premesso che debbo approfondire e rileggere questi concetti, credo ch econ un IO formato esenza parti che decidono per conto loro, tu possa manifestare di tua Volontà la parte buona o gentile, e decidere coscientemente di non manifestare quella cattiva, che comunque conosci e controlli.
Se questo IO non è ancora formato queste parti si manifestano a loro piacimento senza che tu possa faremolto per deciderlo.
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Vecchio 30-09-2011, 23.56.41   #37
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Tutto giusto Luke, però potrei dire perchè non usare la parte cattiva, e conscientemente sapere che c'è anche quella buona.
Oppure perchè non utilizzare la menzogna sapendo che c'è anche la volontà?
Qualche parte viene sempre messa da parte, spesso le parti considerate peggiori vengono messe da parte, e queste parti poi sbucano fuori più violentmente quando ci fa comodo?

In secondo luogo, come mi distinguo io da te, se abbiamo tutti e due le stesse personalità integrate? Ad un certo punto non diventeremmo tutti uguali, perdendo il fattore diversità?
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Vecchio 01-10-2011, 00.04.41   #38
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Tutto giusto Luke, però potrei dire perchè non usare la parte cattiva, e conscientemente sapere che c'è anche quella buona.
Oppure perchè non utilizzare la menzogna sapendo che c'è anche la volontà?
Qualche parte viene sempre messa da parte, spesso le parti considerate peggiori vengono messe da parte, e queste parti poi sbucano fuori più violentmente quando ci fa comodo?

Teoricamente ci potrebbero essere casi nei quale una menzogna o una mezza verità dette consapevolmente sapendo ciò che si fa potrebbero essere utili per la crescita di qualcuno, poi è ovvio che in ottica evolutiva si dovrebbe tendere al bene comunqe al male minore.
Se una parte spunta fuori violentemente all'improvviso, poi, significa che la stavamo semplicemente reprimendo e non che la consocevamo e la controllavamo.
Quote:


In secondo luogo, come mi distinguo io da te, se abbiamo tutti e due le stesse personalità integrate? Ad un certo punto non diventeremmo tutti uguali, perdendo il fattore diversità?
Non credo , le personalità possono essere anche ricche, variegate, multiformi.
Io questo dubbio di uniformità me lo farei più sull'essenza , al cui servizio dovrebbe stare la personaltà, ma poi anche lì credo ci siano varie possibilità, di avere tendenze, predisposizioni diverse che diversifichino le essenze di ciascuno.
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