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Vecchio 07-12-2007, 01.46.46   #1
jezebelius
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Predefinito Informazione: libera o occupata?

Cosa è l'Informazione?
Ci sono gia discussioni aperte da Uno, questa o anche questa ed avrei dovuto forse continuare in una di queste due.
A ben vedere, però, la mia idea, in questo caso, è quella di affrontare il problema dal lato dell'utilizzo che si fa dei dati a disposizione sia che riguardino l'economia, le previsioni del tempo o anche l'incentivo all'acquisto di automobili.
Il problema, secondo me, oltre a passare per lo spettro di una ( sicuramente ) possibile dietrologia, nel senso che fornire o no alla massa,ad esempio in televisione - quale mezzo dichiarato per la trasmissione - determinate informazioni, quella può farsi una certa idea in un senso o in un altro riguardo a quelle notizie e al loro contenuto, passa forse anche per gli aspetti psicologici e quindi starebbe bene anche altrove, ad esempio in "psicologia ".
Spesso l'utilizzo e il tipo di tale informazione potrebbe essere un mezzo per affievolire o condizionare un nostro comportamento: " E' quasi certo che domani pioverà, si consiglia, pertanto, l'uso dell'ombrello! "; il che non dice nulla sulla certezza del tempo, ovvero se vi sarà una precipitazione e di che tipo ma forse qualcuno che " casca " dalle nuvole lo si trova e tanto basta a scatenare l'acquisto generalizzato per la protezione dalla pioggia, casomai piovesse sul serio. Addirittura oltre all'ombrello c'è chi in previsione compra tutto il Kit.
Quanto conta l'informazione per il singolo e per la collettività?
Per quanto ne so più che abbastanza.
Ci lasciamo condizionare dai dati; da qualsiasi dato.
In genere, spesso, si sente esclamare qualcuno che dice: " L'ha detto la televisione", come se questo fosse il mezzo primo mediante il quale le notizie devono arrivare al cittadino ed attraverso queste, quello si " deve " fare una idea.
Per non parlare poi dei giornali ma è ovvio che quando faccio riferimento alla informazione, intendo tutto ciò che utilizza questa.
Insomma l'informazione a chi è rivolta?
Al cittadino, che per definizione dovrebbe più o meno " conoscere" quel che vive e come lo vive, al fine di sviluppare il suo senso critico ovvero contribuire alla sua crescita, oppure questo( si presume) cittadino nella nostra epoca è facilmente ammaestrabile e pertanto facile da inserire nei grandi numeri a cui, sicuramente, attinge la politica, l'economia, il mercato in genere e quant'altro?
Soprattutto, chi è che fornisce l'informazione?
Un noto programma sulla rete ( si fa per dire ) pubblica, ha affrontato il problema sotto vari punti di vista. Quello che mi ha lasciato un po perplesso, e confesso un po, è stato l'utilizzare e il centellinare le informazioni in base a questa o quella maggioranza politica, per pubblicizzare/programmare/confezionare interventi ad hoc sia in televisione( attraverso programmi o anche alla eliminazione di questi) ma pure al di fuori di questo mezzo " primo".
Per condizionare, nello specifico, l'idea che ne può avere Tizio che con questa viene a conoscenza e dunque la società ; per "far tendere" all'adozione di un un certo tipo di comportamento muovendo dalla " libera scelta" di chi, su quella informazione, basa la sua certezza.
Il tutto, insomma ad oggi, accompagnato da una inchiesta della magistratura al fine di capirne un po di più su queste dinamiche che se pur nuove, per certi versi, hanno cambiato solo la forma della loro manifestazione.
Forse " indottrinamento" ma di quelli sporchi però!
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 25-02-2008, 18.16.29   #2
jezebelius
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Continuando, allora, l'informazione, secondo me, può essere controllata, nel senso di essere gradualmente distribuita per raggiungere fini ed obiettivi, leciti od illeciti, e per altro verso " controllata " nel senso di falsata addirittura.
In questo periodo come in altri si tende molto, come ho detto su, a dare credito a ciò che si legge sui giornali o a quel che si vede in televisione. Basiamo, le nostre pseudo-certezze quindi noi stessi, dunque la Società, su quel che la Tv ci da in pasto e che spesso direi, non si negano attraverso internet, ormai mezzo di diffusione di massa che porta con se notizie, qualche volta veritiere e qualche volta completamente fuorviate.
La pubblicità, poi peraltro, per andare oltre, può essere un valido esempio di come si può veicolare l'informazione, il dato: Caia ha bisogno di un detersivo ed ecco lo spot che ne condiziona le azioni per il giorno successivo al supermercato!
Il modo di presentare un prodotto, attraverso una stesa di colori, la disposizione in un certo senso del prodotto stesso al supermercato, può creare, o richiamare, quel collegamento che la pubblicità ha costruito e ciò può condizionarci non poco.

Tempo fa, sempre in riferimento all'uso dell'informazione, eravamo convinti della presenza di emissari del demonio, le streghe, e via, in quel periodo, con la caccia a qualsiasi cosa o persona che potesse rispecchiare o una manifestazione demoniaca o anche individuare la strega se la persona in questione rispondeva a caratteristiche " generiche " qualificanti. Oddio non mi meraviglierei di una simil notizia, oggi, però connotata da elementi di modernità, penso ai terroristi islamici! D'altronde cambiano i tempi ed il tipo di manifestazione ma non cambia la sostanza.
Riflettevo, non so se esattamente, sul fatto che l'informazione allora veicola un contenuto o se, addirittura, possa essere essa stessa un contenuto il quale scardina, o può scardinare, una convinzione o anche può tendenzialmente fare in modo di crearcene una, casomai ne fossimo sprovvisti; il tutto agevolato da una mancanza di discernimento generalizzata ma soprattutto individuale!

Chi non ha mai pensato, poi, una volta venutone a conoscenza diretta, che un fatto è differente rispetto a ciò che di quello si è sempre dato per scontato?
Come che so, i capelli di Tizio, che li ha neri, mentre avevamo creduto con convinzione a chi ce li aveva descritti come biondi, oppure un riferimento potrebbe andare alla storia o al progresso evoluzionale della specie umana, ipotesi che, se non erro, segue un percorso Darwiniano e che, invece, potrebbe basarsi su altro.
Siamo certi di queste notizie solo perchè Caio e Darwin, ognuno per se, le hanno affermate ma soprattutto, poichè tutti le pongono in questi termini, siamo ben lieti di accontentarci di queste? Ci basta che lo dica qualcun altro?
Il dubbio, pensavo, prima di tutto!
Riflettevo poi che, collegato a tutto ciò, attraverso un modo di dare, offrire l'informazione, da che mondo è mondo, si son condizionate le masse e che, per conseguenza, si è condizionata la storia.
Notizie e fatti storici per l'appunto, probabilmente, che abbiam trovato nei programmi di studio scolastici, attraverso i libri di testo, a riprova che è sempre esistito un condizionamento più o meno generalizzato e forse anche occulto, oggi sappiamo che si son svolti, se non totalmente almeno in parte, in tutt'altro modo da come li abbiamo sempre studiati e che quei libri riportavano, e riportano forse, notizie falsate al solo scopo di oscurare un periodo storico per portarne in luce un altro; per oscurare una popolazione a vantaggio di gesta eroiche di una parte diversa; per oscurare un fatto o i retroscena di questo a vantaggio di un altro. Il tutto riconducibile e collegabile al " come " il testo adottato - il quale casomai fa capo ad una determinata casa editrice, fors'anche connotata politicamente - ha utilizzato, e per quale fine, quelle informazioni.
Un dato che oscura un dato?
Informazione, o uso " abusato" di questa che allora può minare, o lo preclude addirittura, il senso critico qualora non in conformità della sua natura di fatto reale!


Continua...
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Vecchio 03-03-2008, 17.19.07   #3
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Lo so che è lungo...però se qualcuno volesse intervenire ne sarei lieto, anche per valutare se quel che dico è condivisibile

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Vecchio 03-03-2008, 17.26.37   #4
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In-Formazione.

Mi viene in mente qualcosa che sta dentro la formazione, qualcosa che forma e che quindi plasma, e plasmando crea.

Infatti l'informazione crea sempre: mentalità, concetti, tecniche di lavorazione, preconcetti, pregiudizi.

L'informazione crea sempre, il problema però è quello che crea, in cosa ci forma.

Se io manipolizzo l'informazione posso creare quello che voglio, e formare le mie persone a mia immagine e somiglianza.

Esempio: un buon dittatore non cade, poichè spesso ha fatto un ottima formazione (dentro) ad alcune persone che lo sostengono.

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Vecchio 16-03-2008, 22.13.03   #5
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Riflettevo, non so se esattamente, sul fatto che l'informazione allora veicola un contenuto o se, addirittura, possa essere essa stessa un contenuto il quale scardina, o può scardinare, una convinzione o anche può tendenzialmente fare in modo di crearcene una, casomai ne fossimo sprovvisti; il tutto agevolato da una mancanza di discernimento generalizzata ma soprattutto individuale!


Riflettevo poi che, collegato a tutto ciò, attraverso un modo di dare, offrire l'informazione, da che mondo è mondo, si son condizionate le masse e che, per conseguenza, si è condizionata la storia.

Un dato che oscura un dato?

Informazione, o uso " abusato" di questa che allora può minare, o lo preclude addirittura, il senso critico qualora non in conformità della sua natura di fatto reale!
Mi autocito, per fare una domanda.
Si potrebbero fare degli esempi che possano, più o meno svelare questo " modo " di utilizzare l'informazione?
Che so, anche di una cosa che ci capita tutti i giorni per esempio oppure, estendendo un po l'arco temporale di riferimento, un fatto storico degli ultimi 60 anni.
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Vecchio 17-03-2008, 00.43.50   #6
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Senza fare troppe ricerche, basta guardare da Bin Laden in poi..
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 24-04-2008, 01.20.27   #7
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Senza fare troppe ricerche, basta guardare da Bin Laden in poi..
Sicuramente ma forse, secondo me, anche " prima " della storia di Bin Laden & Company c'è da dire abbastanza anche per quel che riguarda il nostro paese.

Voglio per un attimo saltare di palo in frasca, mettendo da parte il richiamo al ricordo circa l'utilizzo ( a volte ma ovviamente si fa per dire ) manipolatorio dell'informazione per introdurre un argomento di cui si parla in questi giorni e del quale, forse, sentiremo l'eco dopo il 25 aprile.
Questa è la data, oltre che della festa della Liberazione anche un giorno simbolico, secondo me, in cui si chiede di scendere in piazza per recarsi a firmare per l'abrogazione dell'Ordine dei giornalisti di cui addirittura un Presidente della Repubblica come Einaudi ne auspicava l'abolizione, della Legge Gasparri mi pare sulle frequenze televisive e l'abrogazione del " finanziamento " ai giornali del nostro paese.
Singolare che proprio nel giorno della Liberazione, quindi, ci si voglia " liberare " di ciò che, si presume, oltre a ostacolare l'informazione, nel senso di irrigidirla entro schemi dettati dalla politica talvolta, questo stesso apparato, tramutato in potere, la limita e la tiene in soggezione.
Beppe Grillo, insomma, non ha fatto altro che essere la cassa di risonanza, secondo me, di un malessere in cui un certo tipo di informazione si ritrova, non escludendo dal vocabolario quella più ampia ed estesa che si occupa della storia, dell'economia e di molto altro del nostro paese, fermandoci sempre per un attimo a questo.

Ora, lungi da me qualsiasi giudizio su questa iniziativa, ci mancherebbe, quello su cui volevo portare l'attenzione è il fatto stesso che l' esigenza di liberare qualcosa che si ritiene sia ostacolato da gruppi forti; la necessità che si avverte di gettare la zavorra che limita un corretto collegamento tra ciò che accade e come questo viene riportato ( se viene fatto, certo ), e tantissimo altro, fa si che nei media tradizionali non si parli di altro in questi giorni.
Da ciò presumo, anche ascoltando chi è attore principale e si trova immerso nei flussi informativi, sempre d'accordo insomma che bisogna discernere tra un modo barbaro e non selettivo di fare informazione e un modo " corretto" - bisogna vedere in quali termini però - , fatto è che un terremoto, qualche vibrazione o anche fibrillazione si avverte.
Che ne dite?
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Vecchio 12-05-2008, 16.23.38   #8
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Aggiorno, cercando di vedere la cosa da altro punto di vista.
Tanto per cominciare, la manifestazione pro-referendum del 25 aprile è passata in sordina, almeno nel mezzo televisivo, quale notizia, invece nei giornali giusto qualche accenno.
La possibilità di fare leva sull'eco della televisione, per quanto ne so, non è mai stata presa in considerazione.
Ma tanto che se ne parla, le firme raccolte hanno superato il milione e per di più in unico giorno.

Con ciò mi riferisco al fatto che una informazione - si può dire in questo caso che ha trovato vie, come la rete - alternativa ci ha messo del suo. Certo non voglio considerare e dunque evito di entrare nel merito delle proposte.
Ma per quanto si possa o no essere d'accordo con le manifestazioni di chi le ha promosse, questo personaggio, anche attraverso la televisione, è tornato.
Per dovere di cronaca mi limito ad indicare i passaggi salienti della vicende.
Nella trasmissione Annozero, ove oltre a Santoro c'è il giornalista Marco Travaglio è stato dato spazio al Grillo e come è naturale alle sua esternaizoni, nonchè come del resto accade in querlla trasmissione - posto che si può anche non essere d'accordo con la linea editoriale di quel programma che va in onda sulla rete nazionale - anche Travaglio ci ha messo del suo. Tant'è, da ciò, che un fascicolo da parte dell'AGCOM è stato aperto, proprio per discutere del caso. A quanto pare, tale discussione non troverà la solitudine anzi sarà in compagnia di una sua gemella.
Infatti il Travaglio, dando ancora di se, ospite sempre sulla rete nazionale ma in altra trasmissione, ha " mosso " delle dichiarazioni verso il neo Presidente del Senato dell'attuale Legislatura.
A tale punto quindi, un ennesimo fascicolo è stato aperto per queste esternazioni.

Fin qua in effetti si potrebbe dire che l'uso della televisione anche da chi vuole fare informazione è tendenzialmente univoco, in quanto non si accertano le notizie e men che meno ci si attrezza per il contraddittorio.
Ma quelle informazioni, però, citate dal Travaglio altro non sono che " pezzi " presi sia da inchieste sia giotnalistiche e sia da tribunali (e quindi anche dati che sono usciti fuori da sentenze ), ed inserite in un libro per il quale, uscito da anni, nessuno ha gridato alla censura; in più, in effetti, proprio perchè accertati in sede giudiziaria, evidentemente corrispondono al vero.

Ora escludendo, ancora una volta, di discutere nel merito di questo beccarsi a suon di AGCOM o denunce in tribunale, un fatto è rilevabile.

Si tende sempre più spesso, come del resto da tempo si fa, a manipolare, evitando, di dare l'informazione nella sua interezza cosa che equivale a dire parzialità e causa, dunque, di un meccanismo attraverso il quale si può ingenerare controllo generalizzato, soprattutto se si utilizza in un certo modo il mezzo di diffusione.

Tornando a ciò che Astral ha detto, in effetti l'informazione crea.
E può creare di tutto, partendo si da come la utilizzo ma soprattutto in funzione del fine al quale voglio arrivare.
Dunque mi limiterò, per creare una immagine che possa essere condivisa e condivisibile da tutti, a propagandare le mie doti, le mie qualità, le mie capacità.
A volte, anche credendoci io per primo - e non è astratta come possibilità - sarò capace di attivare tali meccanismi per cui quella forma che ho creato o melgio che ho contribuito a creare visto che una parte del avoro lo fa chi riceve queste informazioni, deve necessariamente essere protetta, onde evitare che elementi di distorsione ne possano minare le fondamenta!
Mi fermo..
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