Ermopoli
L'antica città della conoscenza
  
    
Torna indietro   Ermopoli > Forum > Tempio > Esoterismo

 
 
Strumenti discussione Cerca in questa discussione
Vecchio 05-08-2009, 21.07.41   #1
Uno
Amministratore
 
L'avatar di Uno
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 9,693
Predefinito Ego ergo sto

Citazione:
Originalmente inviato da webetina Visualizza messaggio
ho riletto ciò che ho scrito. lo ridico in altro modo. Nei libri di Osho si parla spesso di ego. E un giorno una cosa fece luce a divenne nucleo su come lavorare. Appunto l'ego cade quando è maturo. Io intesi che perchè io alentassi col mio ego troppo forte, ma nel senso di "immaturo" dovevo prima passare dall'accettare che un essere ha bisogno prima di essee riconosciuto, di sentire importanza fino a placare un istinto (parola mia questa) a cui l'individuo è portato. Diceva che spesso un ricercatore nel momento in cui riceve per esempio un premio nobel improvvisamente incarna una umiltà alta, nel senso che ha realizzato intensamente un ego che ha espresso il massimo magari per egli. altra cosa che mi colpì. lui diceva ancora: un illuminato, una persona realizzata, o che ha perso completamente la paura, o il religioso autentico, che chiamiamo essere che ha realizzato la propria spiritualità, è ancora una persona nell'ego, solo che è al massimo del suo affinamento, perchè, in uno stadio in cui Ego maturo, o affinato come vogliamo, si dissolve completamente, allora saremo in un'altra dimensione, non avvertiremo nemmeno piu nemmeno di essere qualcuno, ma ho inteso sarebbe come essere parte del tutto e basta. e con basta avevo inteso parte dell'universo, della energia universale, non so esprimermi meglio. ho letto venti anni fa tutto ciò, quà e lì in diversi libri, in particolare " il battito dell'assoluto" che vedo di riprendere per essere più presisa. ma credo sia bene che mi limiti in questo approccio con voi , dopo troppi anni che sono stata "lontana" , a asprimere un dubbio, senza riportare cose di cui potrei avere smarrito precisamente le parole e il senso. grazie Uno
Eccomi, mi sposto in questa sezione da psicologia perchè l'orientamento, nominando Osho, era questo.
A differenza di molti io non ritengo Osho un Illuminato nel vero senso della parola, ma sicuramente un uomo molto saggio ed anche Iniziato, anche un Maestro.
Purtroppo per quanto ben tradotto, per quanto lui abbia usato spesso terminologie occidentali, ha comunque un retrogusto orientale che per l'occidentale è facile travisare.
Non scordiamoci che sebbene la cosa sia forse poco conosciuta Osho ha formato una buona parte del suo pensiero leggendo Gurdjieff uno dei Maestri più pragmatici degli ultimi tempi, al quale se qualcuno avesse detto che l'ego maturo si dissolve forse gli avrebbe tirato dietro qualcosa (sto scherzando, ma rende l'idea del suo pensiero).

Se proviamo a sintetizzare al massimo livello questo benedetto ego, che cos'è?
E' ciò che ci permette di fissarci in un determinato punto spazio/tempo in cui possiamo agire, riconoscerci ed essere riconosciuti. Da qui il titolo che ho voluto dare a questo thread.
A prima vista e facile fare l'equazione ego=sono legato in un punto - non ego = sono libero nell'infinito, il che non è poi neanche così irrazionale, ma sorgono alcune domande/riflessioni appoggiandosi interamente a questa visione senza poi evolvere verso qualcosa di più completo, visione utile ad una certa tornata di Maestri spirituali orientali per interagire con una certa tipologia di persone/mentalità.
La prima riflessione è: per quale motivo dovremmo prendere coscienza di un noi che fosse anche solo una personalità superficiale, se poi la massima aspirazione è solo riannullarsi nel tutto?
la seconda riflessione è: ok, poniamoci in una visione completamente Diocentrica in cui noi siamo degli oggetti, non solo materiali, ma pur sempre oggetti, in ogni caso io sostengo che Dio respira, vede, annusa, percepisce etc.. attraverso e noi e tutte le forme di vita dell'universo, per quale motivo lo scopo ultimo (posto di essere veramente nel gradino più alto dell'evoluzione) della sua creazione è arrivare fin qui e poi solo "disassemblare" un suo strumento (noi) utile a lui per sperimentare la vita?

Il discorso non è finito ovviamente, per ora vorrei lasciar decantare in chi legge queste domande/riflessioni.
Uno non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 00.42.58   #2
webetina
Partecipa agli eventi
 
Data registrazione: 18-07-2009
Messaggi: 1,452
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
ok, poniamoci in una visione completamente Diocentrica in cui noi siamo degli oggetti, non solo materiali, ma pur sempre oggetti, in ogni caso io sostengo che Dio respira, vede, annusa, percepisce etc.. attraverso e noi e tutte le forme di vita dell'universo, per quale motivo lo scopo ultimo (posto di essere veramente nel gradino più alto dell'evoluzione) della sua creazione è arrivare fin qui e poi solo "disassemblare" un suo strumento (noi) utile a lui per sperimentare la vita?
Grazie Uno,
mi viene da dire:lo scopo ultimo mi pare non sia di essere creati e restare su questa terra nella eterna forma destinata all'ego finchè si vive...prima o poi veniamo disassemblati. O c'è un concetto di ego, e poi di Ego che non ho chiaro?

Ultima modifica di webetina : 06-08-2009 alle ore 00.56.04.
webetina non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 02.02.47   #3
Kael
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di Kael
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 3,153
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Se proviamo a sintetizzare al massimo livello questo benedetto ego, che cos'è?
E' ciò che ci permette di fissarci in un determinato punto spazio/tempo in cui possiamo agire
Io avrei detto che è "l'idea di un esistenza separata dal Tutto, dal resto dell'Universo", e leggendo le tue parole direi che ci sono andato vicino. Ego che dunque può esistere solo in funzione di un "corpo", o più esattamente di un veicolo (fisico o meno fisico) attraverso cui accogliere lo Spirito che altrimenti sarebbe un tutt'uno col resto.

Se da una parte quindi è giusto cercare di avvicinarsi il più possibile all'idea che ogni Sè è lo stesso Sè, che alla fin fine siamo tutti Uno e che dovremmo cercare di abbandonare i pensieri prettamente "egoici", è anche vero che dall'altra dovremmo costruirci un Ego il più formato possibile per essere in grado di accogliere totalmente lo Spirito e dunque di manifestarlo appieno, di farci veicolo per esso e di agire in Suo nome (Spirito che se non fosse "fissato in un determinato punto spazio/tempo" non potrebbe agire..)

Il guaio è che fin da quando nasciamo l'Ego è a briglia sciolta, è lui che ci domina e non viceversa. E' "l'automobile che porta in giro il pilota" e non il contrario come invece dovrebbe essere.

Iniziare a tenere l'Ego sotto controllo, a dominarlo per sfruttarlo a nostro vantaggio, permette allora di capire anche l'importanza di costruirselo il più formato possibile anzichè cercare di perderlo, di dissolverlo, per essere in grado di accogliere sempre più pienamente lo Spirito. Ego che "nasce" con la nascita del corpo fisico ma che non si limita a questo, lo stesso Gurdjieff sosteneva l'importanza di costruirsi un'anima (cioè un veicolo in grado di resistere alla morte del corpo fisico) per poter continuare l'opera anche dopo la vita su questa Terra invece di dissolverci nel Tutto...
Kael non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 11.35.41   #4
rajneesh
Pensa di allungare la permanenza
 
Data registrazione: 16-07-2007
Messaggi: 51
Predefinito

Citazione:
A differenza di molti io non ritengo Osho un Illuminato nel vero senso della parola, ma sicuramente un uomo molto saggio ed anche Iniziato, anche un Maestro.
Purtroppo per quanto ben tradotto, per quanto lui abbia usato spesso terminologie occidentali, ha comunque un retrogusto orientale che per l'occidentale è facile travisare.
Non scordiamoci che sebbene la cosa sia forse poco conosciuta Osho ha formato una buona parte del suo pensiero leggendo Gurdjieff uno dei Maestri più pragmatici degli ultimi tempi, al quale se qualcuno avesse detto che l'ego maturo si dissolve forse gli avrebbe tirato dietro qualcosa (sto scherzando, ma rende l'idea del suo pensiero).


Ciao...personalmente ho sempre dato per scontato che Osho fosse illuminato ma non so minimamente cosa possa sigificare, quindi non è che mi importi molto....mi interessa solo quello che ho intuito da quello che ha detto (cioè praticamente niente), visto che quello di cui parlava era solo un modo per portare la mente al di là...ma mi ha aiutato a conoscere molte cose (per esempio)...

posso dire di aver studiato Osho a sufficienza per affermare che non ha tratto il suo pensiero da nessuno...certo amava gurdjeff e condivideva i suoi metodi, ma amava anche socrate, buddha, meher baba, magga baba ecc...ma se si dovesse definire vicino ad una tradizione sarebbe sicuramente quella zen...
rajneesh non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 11.49.02   #5
rajneesh
Pensa di allungare la permanenza
 
Data registrazione: 16-07-2007
Messaggi: 51
Predefinito re:

...per quanto riguarda l'ego...

bisogna intanto chiarire cosa noi intendiamo per ego, perchè Osho lo utilizzava per definire la personalità, e mi sembra che siamo daccordo nel dire che è la stessa cosa dei tanti 'io' di cui Gurdjieff insiste che devono sparire per far posto prima al maggiordomo e poi al centro di gravità permanente...

Cmq anche nel caso che per Ego intendessimo il Sè (come negli insegnamente teosofici) sempre Osho afferma che neanche quello esiste perchè noi siamo nulla, pura consapevolezza...

mentre Gurdjieff dice che l'ego è la massima realizzazione nel campo di un essere umano (riferendosi ai quattro corpi) , oltre il quale si entrerebbe probabilmente in quello divino...

...se Gurdjieff e Osho si incontrassero non farebbero nient'altro che sedersi in silenzio e poi andare ognuno per la sua strada perchè non ci sarebbe niente da dire...
rajneesh non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 11.53.41   #6
Ray
E' praticamente nato/a qui
 
L'avatar di Ray
 
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da rajneesh Visualizza messaggio
...per quanto riguarda l'ego...

bisogna intanto chiarire cosa noi intendiamo per ego, perchè Osho lo utilizzava per definire la personalità, e mi sembra che siamo daccordo nel dire che è la stessa cosa dei tanti 'io' di cui Gurdjieff insiste che devono sparire per far posto prima al maggiordomo e poi al centro di gravità permanente...

Cmq anche nel caso che per Ego intendessimo il Sè (come negli insegnamente teosofici) sempre Osho afferma che neanche quello esiste perchè noi siamo nulla, pura consapevolezza...

mentre Gurdjieff dice che l'ego è la massima realizzazione nel campo di un essere umano (riferendosi ai quattro corpi) , oltre il quale si entrerebbe probabilmente in quello divino...

...se Gurdjieff e Osho si incontrassero non farebbero nient'altro che sedersi in silenzio e poi andare ognuno per la sua strada perchè non ci sarebbe niente da dire...
Gurdjeff ha comunicato solo una parte della Quarta Via, la prima, grossomodo corrispondente all'opera al nero. Quindi, sempre grossomodo, si limita a parlare dell'opera fino a uomo5 che poi è, come dici anche tu, il massimo in ambito prettamente umano. Sopra si va nel "sovraumano"... insomma non vedo contraddizioni incolmabili nelle due posizioni.
Ray non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 12.05.31   #7
rajneesh
Pensa di allungare la permanenza
 
Data registrazione: 16-07-2007
Messaggi: 51
Predefinito

Infatti era quello che volevo dire anche io...non ci sono contraddizioni...
rajneesh non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 12.13.56   #8
RedWitch
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di RedWitch
 
Data registrazione: 20-12-2004
Messaggi: 3,537
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da rajneesh Visualizza messaggio
...per quanto riguarda l'ego...

bisogna intanto chiarire cosa noi intendiamo per ego, perchè Osho lo utilizzava per definire la personalità, e mi sembra che siamo daccordo nel dire che è la stessa cosa dei tanti 'io' di cui Gurdjieff insiste che devono sparire per far posto prima al maggiordomo e poi al centro di gravità permanente...

...
Non conosco Osho per cui non saprei come risponderti al resto, ma qui c'è un errore di fondo, i piccoli io non spariscono (e come potrebbero se sono parti di noi?) ma si possono imparare a conoscere e ad utilizzare invece che esserne usati. Una volta un amico parlando dell'argomento ha fatto un esempio che secondo me rende bene: tante matite colorate sparse su un tavolo rappresentano i piccoli io, se noi riuscissimo a "raggruppare le matite" e a tenerle legate insieme con un elastico, e ad usare di volta in volta il colore che ci serve.. ecco che le matite diventano utili e utlizzabili, ma non è che sparicono.. io credo che le matite debbano essere tenute insieme da un nucleo che andiamo a formare man mano, conoscendo le varie parti (o personalità) e che riesca a tenerle insieme, ovviamente serve un lavoro e non è che sia immediato.. e finchè non è ben formato le matite scappano da tutte le parti..

RedWitch non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 12.19.43   #9
Uno
Amministratore
 
L'avatar di Uno
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 9,693
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da rajneesh Visualizza messaggio

posso dire di aver studiato Osho a sufficienza per affermare che non ha tratto il suo pensiero da nessuno...certo amava gurdjeff e condivideva i suoi metodi, ma amava anche socrate, buddha, meher baba, magga baba ecc...ma se si dovesse definire vicino ad una tradizione sarebbe sicuramente quella zen...
Accetto ciò che dici, condivido che non ha parlato solo di Gurdjieff però l'impostazione è quella: sia teorica che pratica, vedi per esempio le meditazioni dinamiche.
Impostazione sia chiaro, non sto dicendo che sia stato una fotocopia, ci ha messo del suo, ma mentre Gurdjieff si è staccato nettamente da tutto (pur essendo collegato ed avendo ricercato nella Tradizione) Osho ha un'impostazione derivata da....
Questo non è che lo rende meno Maestro di quel che è stato, ne stiamo facendo un gara su chi è meglio o peggio, sono semplici constatazioni dei fatti, sei già il secondo che ha percepito una critica da parte mia verso la figura di Osho, cosa che non mi permetterei mai di fare.

Un Maestro, in quanto tale è vincolato al tempo e luogo in cui opera e deve per forza adattare il suo operato alle persone che incontra e a ciò di cui hanno bisogno per non aver più bisogno. Osho è stato ciò che è stato per le persone che ha seguito, ma chi sa vedere oltre non può non notare la sua formazione....

Sull'ego ci torno dopo
Uno non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 16.54.02   #10
webetina
Partecipa agli eventi
 
Data registrazione: 18-07-2009
Messaggi: 1,452
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Una volta un amico parlando dell'argomento ha fatto un esempio che secondo me rende bene: tante matite colorate sparse su un tavolo rappresentano i piccoli io, se noi riuscissimo a "raggruppare le matite" e a tenerle legate insieme con un elastico, e ad usare di volta in volta il colore che ci serve.. ecco che le matite diventano utili e utlizzabili, ma non è che sparicono.. io credo che le matite debbano essere tenute insieme da un nucleo che andiamo a formare man mano, conoscendo le varie parti (o personalità) e che riesca a tenerle insieme, ovviamente serve un lavoro e non è che sia immediato.. e finchè non è ben formato le matite scappano da tutte le parti...
questo è un punto che mi fa riflettere, e vorrei parlare come se non avessi mai letto nulla sull'ego. a volte mi chiedo chi abita dentro di me, a volte sono umile, altre superba. altre volte rabbiosa, poi impassibile. qualcuno mi dice, che bello il mare stasera, lo percepisco anche io che è bello ma magari un attimo dopo mi ricordo della tragedia che si consuma sotto il pelo dell'acqua, la catena alimentare. e distolgo il pensiero. un minuto prima sono felice, l'altro dopo turbata. chi è turbato e chi è felice? e poi terzo ancora, mi rendo conto che non potrei dire che sono ne l'una parte ne l'altra, e nemmeno tutte le altre parti che reagiscono in tanti modi anche opposti a seconda delle situazioni. qualcuno ha cercato di spegarmi che questo dipende anche dai livelli di conoscenza che si attivano di volta in volta o contemporaneamente. e resta sempre che non so chi è il "capo" dentro di me,so che esiste ed è staccato da tutte le altre parti e non ha sentimenti e a volte mi porta il resoconto senza tono, hai fatto questo, pazienza non hai potuto evitare questaltro, o magari, questa volta ce l'hai fatta!non so quanti modi ci siano per spiegare cosa sia ego. ho una forte confusione ultimamente. come se avessi perso conoscenza. vorrei potere fare ordine, dare nome e cognome se ne esiste uno solo.

per quanto osho azzardo, mi viene in mente che forse la differenza con gurdjieff sta nel fatto che il primo non ha avuto una sequenza di vicissitudini personali , a parte la storia dell'oregon, ma il suo è stato un parlare alla gente per anni, in un posto protetto, e sicuramente non con tutti a tu per tu. un travaso attraverso le parole, da egli, ai sanniasin, sulle varie religioni o dei grandi illuminati, con barzellette ed aneddoti in mezzo.
di gurdjieff ho letto poco, "incontro con uomini straordinari" , dove mi ha stupito il suo sfidare gli elementi ai limiti della sopravvivenza, e tutti i lavori fatti prima che si dedicasse alla scrittura, per quanto c'è di autobiografico nel racconto.. penso un maggiore coraggio e una maggiore sperimentazione lo abbia reso piu umano e sicuramente piu originale.
per finire, e cercherò di nn allontanarmi piu dall'argomento aperto da Uno, sempre di osho vorrei citare un concetto il cui senso era: quando si riporta il pensiero di un maestro, e lui ha lavorato col pensiero di tanti maestri illustri e meno illustri, inevitabilemtente viene trasformato dalla persona stessa che lo ricorda. credo intendesse che se chi comunica il pensiero di un altro ,se è a sua volta grande , lo arricchisce e lo fa diventare più o meno potente come messaggio . e diceva ancora ,dopo di me, cercatevi un maestro vivente, anche meno brillante, sarà sempre piu efficace di uno morto. motivo credo questo se lo credete vero, che puo a volte renderci per un momento maestro per altri. per me era grande e ho amato molto abbeverarmi della lettura di osho, ma non ho altri livelli di conoscenza su tali argomenti.

Ultima modifica di webetina : 06-08-2009 alle ore 16.59.15.
webetina non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 18.00.41   #11
Sole
Conosce ogni vicolo
 
Data registrazione: 31-08-2005
Messaggi: 5,653
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da rajneesh Visualizza messaggio
...per quanto riguarda l'ego...

bisogna intanto chiarire cosa noi intendiamo per ego, perchè Osho lo utilizzava per definire la personalità, e mi sembra che siamo daccordo nel dire che è la stessa cosa dei tanti 'io' di cui Gurdjieff insiste che devono sparire per far posto prima al maggiordomo e poi al centro di gravità permanente...

.
Condivido con Red che non c'è niente da annullare ma piuttosto da integrare e conoscere. Sicuramente è una questione di termini, ma purtroppo è la grande confusione che c'è su certi argomenti. Non che io abbia le idee chiare, ma sicuramente so che non posso annullare nulla se prima non so nemmeno cosa sia da annullare.

Sopra si dice che ogni Maestro ha la sua epoca e il suo pubblico. Osho è orientale e Gurdi occidentale ed entrambi parlano ad un pubblico con mentalità diverse, forse opposte. Proprio per questo le traduzioni occidentali non sono poi così sicure ed efficaci. Bisognerebbe sapere il sanscrito e vivere con loro 40 anni per afferrare il senso di una parola. Per questo penso sia importante affondare le radici nella Tradizione dove si è nati, perchè tanto c'è tutto tale e quale.

______

Tornando all'Ego, non ho capito il senso dello "sto".
L'Ego se ho capito è l'insieme delle personalità che manifesto, e come tale se ho formato un centro di gravità posso maifestarle a seconda della mia volontà, e questo vorrebbe dire avere un Ego ben formato (?). Se non ho il centro allora le personalità fanno come vogliono loro e io sono in loro balia. Ma allora l'Ego non è l'insieme delle personalità ma è un polo di attrazione? Un campo di attrazione più o meno forte.

Quindi lo "sto" equivale a conoscenza di se e manifestazione di se?
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
Sole non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 19.49.28   #12
Ray
E' praticamente nato/a qui
 
L'avatar di Ray
 
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
______

Tornando all'Ego, non ho capito il senso dello "sto".
L'Ego se ho capito è l'insieme delle personalità che manifesto, e come tale se ho formato un centro di gravità posso maifestarle a seconda della mia volontà, e questo vorrebbe dire avere un Ego ben formato (?). Se non ho il centro allora le personalità fanno come vogliono loro e io sono in loro balia. Ma allora l'Ego non è l'insieme delle personalità ma è un polo di attrazione? Un campo di attrazione più o meno forte.

Quindi lo "sto" equivale a conoscenza di se e manifestazione di se?
Per come la vedo io "stai" anche se hai un ego frammentato in tanti "piccoli io". Perchè comunque, per quanto scarsa sia la consapevolezza, fa il suo lavoro, ossia ti fissa in un quando/dove e ti permette di agire o di essere agita, che tanto la differenza conta solo per te dati i grandi numeri.

La mia impressione è che quando iniziamo a renderci conto della moltitudine in noi iniziamo a differenziarci da tutti questi frammenti di ego. In realtà ognuno di loro agisce e finchè l'umano si identifica completamente nell'uno o nell'altro che in quel momento, per via degli stimoli esterni, è al comando, nulla muta.
Poi il rendersene conto produce un altro "io" o pezzetto di ego che però vede gli altri. Il ricercatore si identifica in quello e si sente agito invece che agire. A qusto punto cerca di "conquistare" quanti più ne può e semmai di eliminarne qualcuno che si oppone decisamente al processo. Se ce la fa forma un ego vero e proprio e ne assume il controllo.
Ray non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 22.42.34   #13
Sole
Conosce ogni vicolo
 
Data registrazione: 31-08-2005
Messaggi: 5,653
Predefinito

Quindi ogni personalità è un pezzettino di ego, man mano che prendiamo coscienza di questo formiamo un ego più grande che magari comprende le varie personalità che abbiamo scoperto. Circa?
Ci sta un pò anche quello che dicevo che maggiore è la conoscenza di noi e maggiore e più formato è l'Ego che contiene i piccoli ego.

Mi sto incartando però...
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
Sole non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 23.05.43   #14
Kael
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di Kael
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 3,153
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Quindi ogni personalità è un pezzettino di ego, man mano che prendiamo coscienza di questo formiamo un ego più grande che magari comprende le varie personalità che abbiamo scoperto. Circa?
Ci sta un pò anche quello che dicevo che maggiore è la conoscenza di noi e maggiore e più formato è l'Ego che contiene i piccoli ego.

Mi sto incartando però...
No, perchè?
Se invece di personalità le chiamiamo maschere (nome da cui poi deriva..) risulta forse più comprensibile che lo Spirito abbia bisogno di queste maschere per poter manifestarsi/agire e di non essere libero nell'infinito..

Inizialmente l'Ego di cui disponiamo penso sia solo il corpo fisico, una struttura base, grezza, che nella metafora con l'automobile potremmo vedere come il telaio principale interno. Poi vivendo a questa si aggiungono pezzettini di ego sparsi qua e la, i cosiddetti piccoli io, come potrebbero essere le varie parti del motore, le gomme, i sedili, etc.. fino poi ad aggiungere optional sempre più potenti, come ad esempio la turbina o le gomme da competizione.

Per come la vedo io l'Ego è il veicolo del Sè, da questo si evince che per accogliere pienamente il Sè ci serve un pienamente sviluppato Ego.
Ego che è la nostra stessa struttura psico-fisica, per questo dicevo che inizialmente siamo solo fisici e poi crescendo iniziamo a sviluppare anche la psiche (dovendo quindi iniziare a fare i conti coi piccoli io..)
Kael non è connesso  
Vecchio 06-08-2009, 23.20.12   #15
Uno
Amministratore
 
L'avatar di Uno
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 9,693
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Tornando all'Ego, non ho capito il senso dello "sto".
L'Ego se ho capito è l'insieme delle personalità che manifesto, e come tale se ho formato un centro di gravità posso maifestarle a seconda della mia volontà, e questo vorrebbe dire avere un Ego ben formato (?). Se non ho il centro allora le personalità fanno come vogliono loro e io sono in loro balia. Ma allora l'Ego non è l'insieme delle personalità ma è un polo di attrazione? Un campo di attrazione più o meno forte.

Quindi lo "sto" equivale a conoscenza di se e manifestazione di se?
Te la ricordi la canzone di Battiato e più precisamente il ritornello: "cerco un centro di gravità permanente"?

Questo ti da l'idea spazialmente (cioè un modo diverso e possibile visto che siamo in esoterismo e non in psicologia di affrontare l'argomento ego) del fatto che i famosi piccoli io sono centri di gravità posizionati diversamente nello spazio/tempo o se vogliamo complicarci il riflettere nella quadrimensionalità.
Il centro di gravità permanente invece è fissato su tutto il tempo, quindi eterno presente, ma può variare e muoversi spazialmente sulla/con la Volontà, a quel punto diventa Ego, cioè uno strumento servente e raffinato, un semplice ma potente mezzo necessario per vivere.
Senza ego non si vive o si muore allo stesso modo in cui non si vive realmente con un ego padrone, centri di gravità che mutano in continuazione sull'asse del tempo, la nostra essenza ora è sull'intersezione di ascisse e ordinate tridimensionali, dopo un istante su un'altra intersezione.

Per chi ama i collegamenti tra varie tradizioni, il punto di unione dei toltechi è la stessa cosa
Uno non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 10.02.58   #16
webetina
Partecipa agli eventi
 
Data registrazione: 18-07-2009
Messaggi: 1,452
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Per come la vedo io "stai" anche se hai un ego frammentato in tanti "piccoli io". Perchè comunque, per quanto scarsa sia la consapevolezza, fa il suo lavoro, ossia ti fissa in un quando/dove e ti permette di agire o di essere agita, che tanto la differenza conta solo per te dati i grandi numeri.

La mia impressione è che quando iniziamo a renderci conto della moltitudine in noi iniziamo a differenziarci da tutti questi frammenti di ego. In realtà ognuno di loro agisce e finchè l'umano si identifica completamente nell'uno o nell'altro che in quel momento, per via degli stimoli esterni, è al comando, nulla muta.
Poi il rendersene conto produce un altro "io" o pezzetto di ego che però vede gli altri. Il ricercatore si identifica in quello e si sente agito invece che agire. A qusto punto cerca di "conquistare" quanti più ne può e semmai di eliminarne qualcuno che si oppone decisamente al processo. Se ce la fa forma un ego vero e proprio e ne assume il controllo.
Mi dà una idea di ciò che sento della mia frammentazione. ma a ncora mi incarto quando si dice "il rendersene conto produce un altro piccolo io..." e mi chiedo: chi si rende conto prima che il piccolo io si formi?
webetina non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 12.16.39   #17
rajneesh
Pensa di allungare la permanenza
 
Data registrazione: 16-07-2007
Messaggi: 51
Predefinito

Citazione:
Non conosco Osho per cui non saprei come risponderti al resto, ma qui c'è un errore di fondo, i piccoli io non spariscono (e come potrebbero se sono parti di noi?) ma si possono imparare a conoscere e ad utilizzare invece che esserne usati. Una volta un amico parlando dell'argomento ha fatto un esempio che secondo me rende bene: tante matite colorate sparse su un tavolo rappresentano i piccoli io, se noi riuscissimo a "raggruppare le matite" e a tenerle legate insieme con un elastico, e ad usare di volta in volta il colore che ci serve.. ecco che le matite diventano utili e utlizzabili, ma non è che sparicono.. io credo che le matite debbano essere tenute insieme da un nucleo che andiamo a formare man mano, conoscendo le varie parti (o personalità) e che riesca a tenerle insieme, ovviamente serve un lavoro e non è che sia immediato.. e finchè non è ben formato le matite scappano da tutte le parti..

Ciao...se hai letto Gurdjieff sai che l'ostacolo maggiore per un lavoro su di sè è che non siamo 'uno'....abbiamo tanti io che entrano in scena alternativamente senza che si conoscano affatto...succede che ungiorno decidiamo una cosa e un altro ne decidiamo un altra senza ricordarci della prima...questo fa si che noi non abbiamo una reale forza di volontà...quella che abbiamo la scambiamo per tale ma è solo una spinta da parte del desiderio ad andare in una determinata direzione...quindi questi io devono 'sparire' per far spazio prima al 'maggiordono' e poi al centro di gravità...
rajneesh non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 12.27.18   #18
Kael
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di Kael
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 3,153
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da rajneesh Visualizza messaggio
quindi questi io devono 'sparire' per far spazio prima al 'maggiordono' e poi al centro di gravità...
Ho visto che hai virgolettato, ma potresti spiegare il senso che dai tu a quello sparire? perchè altrimenti come è stato detto può essere fuorviante...



PS: Per rispondere a qualcuno invece di copiare-incollare ti basta cliccare su Citaz che è più semplice e comprensibile
Kael non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 12.54.38   #19
rajneesh
Pensa di allungare la permanenza
 
Data registrazione: 16-07-2007
Messaggi: 51
Predefinito

...è come dire: tu eri bambino e il bambino adesso dov'è?
rajneesh non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 13.03.56   #20
Kael
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di Kael
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 3,153
Predefinito

Eh no, il maggiordomo deve prendere il sopravvento sui piccoli io (o servi) per preparare il terreno al vero Padrone... Padrone che se quando arriva non trova più nemmeno un servo che padrone sarebbe, cosa comanderebbe?

I piccoli io non devono sparire... l'unico 'sparire' accettabile è riferito al fatto che devono sparire dalla sala comandi perchè non spetta loro di diritto e ne sono usurpatori, ma devono restare per fare il loro lavoro, quello di servi appunto...
Kael non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 13.07.45   #21
Uno
Amministratore
 
L'avatar di Uno
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 9,693
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da rajneesh Visualizza messaggio
prima al 'maggiordono' e poi al centro di gravità...
Il maggiordomo e il centro di gravità permanente sono la stessa cosa usando una definizione diversa.
Uno non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 13.37.59   #22
Ray
E' praticamente nato/a qui
 
L'avatar di Ray
 
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da webetina Visualizza messaggio
Mi dà una idea di ciò che sento della mia frammentazione. ma a ncora mi incarto quando si dice "il rendersene conto produce un altro piccolo io..." e mi chiedo: chi si rende conto prima che il piccolo io si formi?
Quello che si rende conto è sempre un "piccolo io" solo che... solo che la realtà è più complicata di una serie di piccoli io che si alternano e sono grandi uguali. Essi sono tutti centri di gravità e hanno la caratteristica di attirare a se altri piccoli io (prendiamo per un momento il piccolo io come unità) a formare dei complessi (parola chiave).
Tanto più noi "stiamo" in uno di questi tanta più energia gli forniamo e tanto più aumentiamo la loro capacità di attrarre altri complessi o piccole unità singole (poi c'è il discorso dell'integrazione, sennò rimbalzano, ma una cosa alla volta).

Anche quello tra di essi che chiamiamo "io" è un complesso, di solito il più grosso. Ma non abbastanza e non abbastsnza strutturato da attirare e soprattutto assorbire tutto il resto (o almeno non abbastanza velocemente da far bastare una vita), per quello ci vuole sia volontà che un processo che potremmo chiamare solve-coagula e che fino ad un certo punto percepiamo come sofferenza (il solve).

Il rendersi conto quindi fa si che poi se lo decidiamo continuiamo ad energizzare questo complesso e lì, con qualche accorgimento, nasce l'osservatore (in termini gurdjeffiani).

Discorso appena accennato.
Ray non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 13.52.18   #23
webetina
Partecipa agli eventi
 
Data registrazione: 18-07-2009
Messaggi: 1,452
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Quello che si rende conto è sempre un "piccolo io" solo che... solo che la realtà è più complicata di una serie di piccoli io che si alternano e sono grandi uguali. Essi sono tutti centri di gravità e hanno la caratteristica di attirare a se altri piccoli io (prendiamo per un momento il piccolo io come unità) a formare dei complessi (parola chiave).
Tanto più noi "stiamo" in uno di questi tanta più energia gli forniamo e tanto più aumentiamo la loro capacità di attrarre altri complessi o piccole unità singole (poi c'è il discorso dell'integrazione, sennò rimbalzano, ma una cosa alla volta).

Anche quello tra di essi che chiamiamo "io" è un complesso, di solito il più grosso. Ma non abbastanza e non abbastsnza strutturato da attirare e soprattutto assorbire tutto il resto (o almeno non abbastanza velocemente da far bastare una vita), per quello ci vuole sia volontà che un processo che potremmo chiamare solve-coagula e che fino ad un certo punto percepiamo come sofferenza (il solve).

Il rendersi conto quindi fa si che poi se lo decidiamo continuiamo ad energizzare questo complesso e lì, con qualche accorgimento, nasce l'osservatore (in termini gurdjeffiani).

Discorso appena accennato.
Bellissimo , affascinante, mai saputo cose del genere.
webetina non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 14.35.17   #24
stefano
Richiesta Cancellazione
 
Data registrazione: 11-05-2009
Messaggi: 1,322
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Quello che si rende conto è sempre un "piccolo io" solo che... solo che la realtà è più complicata di una serie di piccoli io che si alternano e sono grandi uguali. Essi sono tutti centri di gravità e hanno la caratteristica di attirare a se altri piccoli io (prendiamo per un momento il piccolo io come unità) a formare dei complessi (parola chiave).
Tanto più noi "stiamo" in uno di questi tanta più energia gli forniamo e tanto più aumentiamo la loro capacità di attrarre altri complessi o piccole unità singole (poi c'è il discorso dell'integrazione, sennò rimbalzano, ma una cosa alla volta).

Anche quello tra di essi che chiamiamo "io" è un complesso, di solito il più grosso. Ma non abbastanza e non abbastsnza strutturato da attirare e soprattutto assorbire tutto il resto (o almeno non abbastanza velocemente da far bastare una vita), per quello ci vuole sia volontà che un processo che potremmo chiamare solve-coagula e che fino ad un certo punto percepiamo come sofferenza (il solve).

Il rendersi conto quindi fa si che poi se lo decidiamo continuiamo ad energizzare questo complesso e lì, con qualche accorgimento, nasce l'osservatore (in termini gurdjeffiani).

Discorso appena accennato.
sofferenza?
puoi spiegare meglio questo punto?
stefano non è connesso  
Vecchio 07-08-2009, 15.13.45   #25
Ray
E' praticamente nato/a qui
 
L'avatar di Ray
 
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da rajneesh Visualizza messaggio
...è come dire: tu eri bambino e il bambino adesso dov'è?
E' un complesso che, nella misura in cui non è stato integrato, agisce autonomamente. Alltrimenti non si spiegherebbero gli infantilismi di certe persone non ancora integrate, solo per fare un esempio.

Però io credo che abbiate entrambi ragione tu e Kael: quando un qualsiasi complesso, ma diciammo l'io, assorbe anche un solo "piccolo io" esso entra a far parte di un complesso nuovo, che chiamiamo sempre io, ma che seppure di poco è diverso da prima, dato che "fa posto" questo nuovo "pezzo". Da questo punto di vista non esistono più ne l'io precedente nè il piccolo io "cane sciolto" (in psicologia, riduttivamente, questi piccoli io li chiameremmo aspetti della personalità o del carattere o tendenze comportamentali o in mille altri modi, che però nella sostanza è tutto istess).
Tuttavia è anche vero che un muro, pur essendo muro, è formato da mattoni e che questi mattoni non smettono del tutto di esistere, anche se adesso, grazie alla malta e al lavoro del muratore (utile metafora) formano una realtà diversa. Resta però il pericolo che senza manutenzione, se la malta cede, un mattone (o più) si stacchi e torni "libero" mettendo in crisi il muro. Crisi compensabile fino ad un certo punto, dipende da quanti mattoni e da che mattoni.
Ray non è connesso  
 


Strumenti discussione Cerca in questa discussione
Cerca in questa discussione:

Ricerca avanzata

Regole di scrittura
Tu non puoi inserire nuovi messaggi
Tu non puoi rispondere ai messaggi
Tu non puoi inviare files
Tu non puoi modificare i tuoi messaggi

Il codice vB è Attivato
Le faccine sono Attivato
Il codice [IMG] è Attivato
Il codice HTML è Disattivato
Vai al forum


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 01.01.30.




Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271