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Vecchio 27-08-2008, 22.58.49   #1
griselda
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Ci sono persone che se qualcosa non va loro a genio tengono il muso.
Il muso per chi non lo sapesse e d'un tratto tenere le distanze essere freddi come se si diventasse degli estranei, un modo credo di dimostrare all'altro che si è rimasti male per qualcosa, ma mi pare una chiusura molto forte, un distacco dall'altro che a volte è quasi umiliante da sopportare e che può anche costringere l'altro a farlo per far terminare quella sensazione di freddo e di colpa, specie nei bambini.
Questo atteggiamento io non lo capisco, non è meglio parlarne e farla fuori poi ognuno può anche rimanere della sua opinione.
Mia madre teneva di quei musi per settimane e rispondeva a mugugni. Credo che a volte sia meglio una sberla che un muso.
Oggi quando rivedo questo atteggiamento vado su tutte le furie.
Non so ma mi pare una specie di ricatto silenzioso, voi che ne pensate?
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Vecchio 28-08-2008, 00.12.21   #2
jezebelius
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Gia, anche a me capita. Capita sia di subirli, da parenti soprattutto, ma anche, non spesso, di vederli da me, in me, nel momento in cui " parte" quest'atteggiamento.

Credo che sia un modo di attirare l'attenzione dell'altro o di chi abbiamo nelle vicinanze. Attenzione che si presenta come rovescio della medaglia, visto che molte volte il tenere il muso è per manifestare la non concordanza con un comportamento, una parola o che altro.
In me ho visto - e non so se ci son riuscito pienamente - che oltre a queste dinamiche, in sostanza, il tenere sto muso, il broncio se da un lato vuole ( vorrebbe, visto che lo fa in maniera non proprio sana! ) comunicare uno stato d'animo, dall'altro, oltre all'attenzione che richiede, è un mostrarsi contrariati ( è vero, meglio sarebbe parlarne subito).

In pratica si " chiede" che l'altro si avvicini a noi, visto che lo abbiamo allontanato con quel tipo di comportamento, il tutto contornato dal silenzio che ovatta tutta la situazione.
E' un meccanismo subdolo, mi rendo conto, che spesso parte, si attiva, a causa, forse, della presenza di un qualche retaggio di quando da piccoli si chiamava l'attenzione di qualcuno.
Ora che ricordo, mi capitava anche quando, giocando a tombola, non riuscivo a vincere mai. Quando capitava, oltre all'invidia che provavo verso chi casomai vinceva due o tre partite di fila, mettevo sto muso, per cui di li a poco tutti a chiedere cosa non andasse o a rincuorarmi del fatto che non era preoccupante perdere una partita.
Ora, pur capitando di meno, quando si attiva sta cosa faccio uno sforzo per " aprirlo sto muso", perché mi rendo conto che non è giusto nei confronti di chi mi sta di fronte; ma devo rilevare che è dura, parlare di nuovo.
Non so, è come avere proprio un blocco, un rifiuto ad aprila sta bocca e fare uscire le parole!
Ancora, rilevo che sta cosa l'ha mio padre e probabilmente l'ho pigliata da lui; in maniera minore mia madre.
Ci si chiude in un mondo personale, dove nessuno, se non fa un passo verso di noi, può entrare.
E' anche questa allora, presumo, una manifestazione della Importanza Personale.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 28-08-2008, 09.58.42   #3
Ray
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In pratica si " chiede" che l'altro si avvicini a noi, visto che lo abbiamo allontanato con quel tipo di comportamento, il tutto contornato dal silenzio che ovatta tutta la situazione.
E' un meccanismo subdolo, mi rendo conto, che spesso parte, si attiva, a causa, forse, della presenza di un qualche retaggio di quando da piccoli si chiamava l'attenzione di qualcuno.
Ora che ricordo, mi capitava anche quando, giocando a tombola, non riuscivo a vincere mai. Quando capitava, oltre all'invidia che provavo verso chi casomai vinceva due o tre partite di fila, mettevo sto muso, per cui di li a poco tutti a chiedere cosa non andasse o a rincuorarmi del fatto che non era preoccupante perdere una partita.
Ora, pur capitando di meno, quando si attiva sta cosa faccio uno sforzo per " aprirlo sto muso", perché mi rendo conto che non è giusto nei confronti di chi mi sta di fronte; ma devo rilevare che è dura, parlare di nuovo.
Non so, è come avere proprio un blocco, un rifiuto ad aprila sta bocca e fare uscire le parole!
Ancora, rilevo che sta cosa l'ha mio padre e probabilmente l'ho pigliata da lui; in maniera minore mia madre.
Ci si chiude in un mondo personale, dove nessuno, se non fa un passo verso di noi, può entrare.
E' anche questa allora, presumo, una manifestazione della Importanza Personale.
Uno degli aspetti del muso è che si sta punendo... qualcuno o la realtà... punendo per il nostro vissuto.
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Vecchio 28-08-2008, 10.01.53   #4
Astral
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Capita e fa parte dell'espressività dell'essere umano, dipende anche da quanto ci siamo rimasti male, e se la situazione ci permette o meno di scappare.

Se non ci piace ad andare allo stadio, ma la maggiorparte decide di farlo, o te ne vai, oppure per forza maggiore vedi qualcosa che non ti piace o ti annoia a malincuore.
Diverso invece è fare il muso per non parlare e risolvere le situazioni, e diverso ancora ed essere musoni proprio come caratteristica della propria personalità che ha forti componenti di tristezza,e rabbia messe insieme.

Io ne faccio molto utilizzo quando voglio mostrare il mio disaccordo, quando non c'è possibilità di parlare e chiarire la cosa e lo preferisco al detto: sorridere a cattivo gioco, che mi sembra al quanto peggiore.
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Vecchio 28-08-2008, 10.38.49   #5
griselda
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Credo che ci siano molti tipi di musi.
C'è quello di attirare l'attenzione perchè non si riesce a comunicare in quel momento allora è come davanti alla "disperazione" del momento del non riuscire a far capire all'altro ciò che proviamo e taciamo.
Ma ce ne è uno più subdolo secondo me che tende al potere: se non fai come dico io ti taglio i viveri, ovvero la comunicazione l'affetto il contatto, questo non è dovuto a non saper comunicare ma è una forma di coercizione per indurrre l'altro a fare quello che vogliamo.

Credo ci sia una sottile differenza tra il tacere per non ledere in quel momento o per difesa momentanea da ciò che non si riesce a sopportare e la coercizione.

Probabilmente a me da fastidio perchè non lo so fare visto che ne ho sofferto, posso tacere in quel momento perchè sto male ma starei male di più a non parlare a creare distacco e qui cade l'altro asino.

Posso capirlo se tengo il muso per riequilibrarmi perchè ho bisogno di un momento per realizzare, per ritrovare la mia dimensione, ma se dopo il muso ci sono anche i litigi a che serve meglio subito no? Inoltre serve a stimolare i sensi di colpa in chi non li sa gestire. Una punizione silenziosa.

Dall'altra parte ci vedo la soffrenza di fronte a qualcosa che non si accetta che fa male che non piace da cui sente di doversi difendere e volendo a tutti costi questa cosa chiude tutte le entrate e le uscite, diventando invisibile.
(Che a volte l'altro non se ne accorge se no non lo farebbe di proposito, dirlo con amore no? Tanto se l'altro non ce la fa neppure con il muso la otteniamo quella cosa.)

Ricordo che da bambina seppure mia madre teneva il muso se io copiavo questo suo atteggiamento, a chi chiedeva cosa avessi lei rispondeva: ah è passata a Napoleone passerà anche a lei, nessuno mi veniva dietro a chiedermi qualcosa o a coccolarmi quindi per sopravvivenza cedevo e dopo neanche 10 minuti il muso mi era già passato e tornavo al mio normale modo di essere.

Ma probabilmente mi da fastidio perchè mi ricordo cosa provavo da bambina quando andavo dietro a mia madre per cercare la sua comprensione, le chiedevo scusa, mi comportavo come un angelo per ricevere una sua parola un suo sorriso e non l'avevo lo stesso e mi sentivo umiliata, sconsolata e persa, mi sentivo sola e abbandonata.
Ma oggi se ho fatto tutto il possibile e mi tengono il muso non devo sentirmi per forza OBBLIGATA a striscisare come alllora, probabilmente è il ricordo di allora a farmi nascere dentro la rabbia il non voler più sentirmi così, non provare più quelle sensazioni.

Chissà dovrei adottare il :è passata a Napoleone passerà anche a te.
Grazie Jez
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Ultima modifica di griselda : 28-08-2008 alle ore 10.40.30. Motivo: Non ho ancora letto Ray e Astral
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Vecchio 28-08-2008, 11.25.05   #6
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.........
Chissà dovrei adottare il :è passata a Napoleone passerà anche a te.
.........
Beh in certe situazioni Gris, secondo me si

Provo a spiegarti il mio punto di vista, tra l'altro e' una cosa che ho visto chiaramente su di me da poco, per cui .. provvidenziale post

Il mio secondo nome fin da bambina poteva essere musona, oggi cerco di tenere questo atteggiamento il meno possibile, ma a volte mi scappa ancora, soprattutto se non so gestire la situazione in cui mi trovo, e non riesco a parlare a dire quel che penso.
Ray ha detto che uno degli aspetti e' "punire", se penso al modo in cui adottavo/adotto direi che per la maggior parte delle volte, salvo casi in cui il silenzio (muso) e' una difesa temporanea, direi che (almeno per quel che mi riguarda) la punizione verso l'altro o verso quel che si sta vivendo c'e' sempre..

Da bambina se i miei genitori mi portavano in un posto controvoglia, non dicevo niente, non mi lamentavo, non dicevo mai "non voglio venire" ma mettevo su il muso lungo, con il risultato che riuscivo a rovinare pure il loro umore.. li punivo cosi'....
Poi c'e' il muso lungo quando come dicevi tu all'inizio del post succedeva qualcosa che non mi garbava (se mi riprendevano per esempio), chiusura totale e allontanamento per non farmi ferire credo, ma nel contempo, per dimostrare che avevo ragione.
Poi ancora, e questa e' la parte piu' tosta per me quella che ancora adesso mi scappa, se qualcuno mi tratta un po' duramente, soprattutto se la cosa e' ripetuta, ho gia' provato a spiegarmi e la trovo "ingiusta" , scatta il muro di difesa. "Ah si? mi tratti cosi'? e io (ioioio ) mi zittisco e non ti lascio piu' entrare.." Difesa? si.. ma anche c'e' qualcosa di piu' subdolo, che costringe l'altro a cercare di entrare, ad addolcirsi , a cedere... (gia'.. questa starebbe bene nel thread dei drammi delle personalita' ), per cui quando mi accorgo di mettere in atto questa cosa, cerco di ridimensionarmi, il problema per me e' in quei momenti riuscire a parlare all'altro, a dirgli perche' mi ha fatto male, (perche' a quel punto avrei la tendenza ad addolcirmi io e fare finta che non sia successo nulla, ma nemmeno questo va bene)... cosi' lo "punisco".

Certo sarebbe meglio parlare subito, sarebbe meglio non mettere in atto mai questa strategia del muso, ma credo anche che sotto possa esserci un disagio, un non saper fare diversamente in certe situazioni (non che questa sia una giustificazione, e ricordarci che stiamo punendo forse potrebbe essere un buon modo per ridimensionare quasi subito e aggiustare il tiro).....

Ecco perche' dicevo all'inizio che secondo me a volte bisogna lasciare l'altro nel suo brodo per quanto possa essere ostinato nel tenere il muso , prima o poi passa (magari la prossima volta fara' un piccolo sforzo per farsi capire..).. se invece si cede ogni volta, per l'altro diventera' un modo abituale di mettere in difficolta' chi subisce il muso e ottenere quel che vuole (una forma di potere sull'altro...) ..


Ultima modifica di RedWitch : 28-08-2008 alle ore 11.26.52. Motivo: aggiunta
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Vecchio 28-08-2008, 12.08.21   #7
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Ma probabilmente mi da fastidio perchè mi ricordo cosa provavo da bambina quando andavo dietro a mia madre per cercare la sua comprensione, le chiedevo scusa, mi comportavo come un angelo per ricevere una sua parola un suo sorriso e non l'avevo lo stesso e mi sentivo umiliata, sconsolata e persa, mi sentivo sola e abbandonata.
Ma oggi se ho fatto tutto il possibile e mi tengono il muso non devo sentirmi per forza OBBLIGATA a striscisare come alllora, probabilmente è il ricordo di allora a farmi nascere dentro la rabbia il non voler più sentirmi così, non provare più quelle sensazioni.
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" Difesa? si.. ma anche c'e' qualcosa di piu' subdolo, che costringe l'altro a cercare di entrare, ad addolcirsi , a cedere... (gia'.. questa starebbe bene nel thread dei drammi delle personalita' ), per cui quando mi accorgo di mettere in atto questa cosa, cerco di ridimensionarmi, il problema per me e' in quei momenti riuscire a parlare all'altro,
E' comunque innegabile che se ho fatto male all'altro, si mi può dar fastidio il suo muso, ma credo alla fine che la mia paura stia nel rifiuto, rivivo il passato, che mi porta a darmi così fastidio nell'addolcirmi, trovo che non c'è nulla di male a chiedere scusa e farlo anche dolcemente.
Quindi ne deduco che il mio problema risiede nella paura di essere rifiutata riconoscendomi "colpevole" e di dover di seguito fare chissà che senza esito. (Da qui anche la non gestione dei sensi di colpa e la ricerca di perfezione?)

Quindi c'è anche del mio dietro.
Invece dovrei fare quello che va fatto senza aspettarmi che sia accettato o no.
Perchè nei casi in cui una persona rimane male per un mio atteggiamento sono pronta a chiedere scusa e a coccolare a spiegare e ad accettare di modificarmi eventualmente, poi magari mi scappa uguale eh, ma è diverso, quindi il mio problema secondo te può essere la paura del rifiuto che mi fa scattare la rabbia?
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Vecchio 28-08-2008, 12.32.53   #8
RedWitch
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Quindi c'è anche del mio dietro.
Invece dovrei fare quello che va fatto senza aspettarmi che sia accettato o no.
Perchè nei casi in cui una persona rimane male per un mio atteggiamento sono pronta a chiedere scusa e a coccolare a spiegare e ad accettare di modificarmi eventualmente, poi magari mi scappa uguale eh, ma è diverso, quindi il mio problema secondo te può essere la paura del rifiuto che mi fa scattare la rabbia?
Posto che siamo tutti diversi Gris, e che forse quel che ho visto in me non e' la stessa cosa in te, ti dico quel che mi succede, in quei casi, forse puo' esserti utile a vedere se e' la stessa cosa o meno

Credo che scatti la rabbia quando non si riesce a controllare l'altro e di conseguenza si scatta la paura di perderlo. Finche' si va d'accordo, tutto semplice, siamo rilassati, senza tensioni interne. Se l'altro mette il muso, mette su un muro che per me e' incontrollabile, non so come fare ad entrare, in quei casi, o non reggo la tensione che si crea, per cui chiedo scusa, mi prostro, e cerco di addolcire l'altro, in modo che mi faccia "rientrare", oppure mi arrabbio anche io, sempre perche' non reggo che l'altro ce l'abbia su con me..
A quel punto chi dei due regge meno la tensione che si viene a creare e' quello che cede prima.. di fondo in me ho visto che la mancanza di controllo verso l'altro (perche' poi quel controllo nei confronti degli altri ci illudiamo solo di averlo, mica e' reale.. per fortuna ) mi fa entrare in ansia.. non reggo il fatto che qualcuno possa avercela con me e metta su il muso.. (perche' sono perfettona e se ce l'hai con me ti sei accorto che non sono cosi' bella brava e buona come credevo che tu mi vedessi... circa...)
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Vecchio 28-08-2008, 12.38.24   #9
Astral
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Quando qualcuno mette il muso, io di solito ho trovato che facendo una battuta assurda o spiritosa, porto l'altro a ridere talmente tanto che poi gli passa, e credimi quando istighi una risata vera nell'altro è un po' difficile che riesca a mantenerlo, e sicuramente terminato l'effetto sarà più sereno.

Beh se lo metto io il muso, invece è un po' più difficile ^^. In genere a volte anche il silenzio, e lasciare che l'altro si cuocia con il proprio brodo, non è un idea malvagia.
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Vecchio 28-08-2008, 12.51.12   #10
griselda
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Posto che siamo tutti diversi Gris, e che forse quel che ho visto in me non e' la stessa cosa in te, ti dico quel che mi succede, in quei casi, forse puo' esserti utile a vedere se e' la stessa cosa o meno

Credo che scatti la rabbia quando non si riesce a controllare l'altro e di conseguenza si scatta la paura di perderlo. Finche' si va d'accordo, tutto semplice, siamo rilassati, senza tensioni interne. Se l'altro mette il muso, mette su un muro che per me e' incontrollabile, non so come fare ad entrare, in quei casi, o non reggo la tensione che si crea, per cui chiedo scusa, mi prostro, e cerco di addolcire l'altro, in modo che mi faccia "rientrare", oppure mi arrabbio anche io, sempre perche' non reggo che l'altro ce l'abbia su con me..
A quel punto chi dei due regge meno la tensione che si viene a creare e' quello che cede prima.. di fondo in me ho visto che la mancanza di controllo verso l'altro (perche' poi quel controllo nei confronti degli altri ci illudiamo solo di averlo, mica e' reale.. per fortuna ) mi fa entrare in ansia.. non reggo il fatto che qualcuno possa avercela con me e metta su il muso.. (perche' sono perfettona e se ce l'hai con me ti sei accorto che non sono cosi' bella brava e buona come credevo che tu mi vedessi... circa...)
Nell'analisi che ho fatto su di me direi che non si discosta, alla fine sono tutti meccanismi di potere come giustamente hai menzionato tu con l'altro thread, che vanno osservati in continuazione.
Grazie Red
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Vecchio 28-08-2008, 13.02.29   #11
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Quando qualcuno mette il muso, io di solito ho trovato che facendo una battuta assurda o spiritosa, porto l'altro a ridere talmente tanto che poi gli passa, e credimi quando istighi una risata vera nell'altro è un po' difficile che riesca a mantenerlo, e sicuramente terminato l'effetto sarà più sereno.
Si è vero funziona ma non con tutti dipende dal tipo di rapporto e dalla gravità di ciò che è successo credo.
Ricordo che mio padre era solito fare così con mia madre lei si smollava un attimo, rideva trattenuta e poi ritornava a chiudersi nel suo muro. Però si qualcosa si scalfisce di quel muro che è tensione nello stomaco e se ridi quella tensione si rilascia poi forse devi andarla a recuperare testadamente ma credo che non sia più la stessa di prima.
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Vecchio 28-08-2008, 14.19.16   #12
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Si è vero funziona ma non con tutti dipende dal tipo di rapporto e dalla gravità di ciò che è successo credo.
Ricordo che mio padre era solito fare così con mia madre lei si smollava un attimo, rideva trattenuta e poi ritornava a chiudersi nel suo muro. Però si qualcosa si scalfisce di quel muro che è tensione nello stomaco e se ridi quella tensione si rilascia poi forse devi andarla a recuperare testadamente ma credo che non sia più la stessa di prima.
Effettivamente in famiglia è diverso: mia madre per esempio non riesce a portare il muso, magari si arrabbia e ti dice di levarti, mentre mio padre poteva portare il muso anche per settimane.

In effetti la pericolosità della cosa è il rancore che si cova dentra, fino alla vendetta.
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Vecchio 29-08-2008, 00.23.31   #13
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Capita e fa parte dell'espressività dell'essere umano, dipende anche da quanto ci siamo rimasti male, e se la situazione ci permette o meno di scappare.

Se non ci piace ad andare allo stadio, ma la maggiorparte decide di farlo, o te ne vai, oppure per forza maggiore vedi qualcosa che non ti piace o ti annoia a malincuore.
Diverso invece è fare il muso per non parlare e risolvere le situazioni, e diverso ancora ed essere musoni proprio come caratteristica della propria personalità che ha forti componenti di tristezza,e rabbia messe insieme.

Io ne faccio molto utilizzo quando voglio mostrare il mio disaccordo, quando non c'è possibilità di parlare e chiarire la cosa e lo preferisco al detto: sorridere a cattivo gioco, che mi sembra al quanto peggiore.
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Uno degli aspetti del muso è che si sta punendo... qualcuno o la realtà... punendo per il nostro vissuto.
Appunto.
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Vecchio 29-08-2008, 00.28.02   #14
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ma è una forma di coercizione per indurrre l'altro a fare quello che vogliamo.
Ecco, questo è un altro aspetto della questione (che è sempre la stessa, sono solo aspetti diversi)... una specie di rivincita del più debole che poi tanto più debole non è. Ma questa rivincita/punizione in cosa consiste alla fin fine?

Red parlava di muri... vero, ma a cosa servono? Sono veri muri? Un muro tipo di una casa serve soprattutto a non far entrare (il freddo, la pioggia eccetera) quindi a proteggere. Non che non ci sia la protezione... ma a mio avviso il muso serve soprattutto a non far uscire, a chiudere un rubinetto.
Che tra l'altro, se trovo il modo di spaccare il muro, come dice Astral per esempio inducendo (buono per l'altro tread) una risata ecco che il rubinatto si riapre, almeno un po'.
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Vecchio 29-08-2008, 10.27.57   #15
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Nell'analisi che ho fatto su di me direi che non si discosta, alla fine sono tutti meccanismi di potere come giustamente hai menzionato tu con l'altro thread, che vanno osservati in continuazione.
Grazie Red
Si i meccanismi che scattano anche a me sembrano spesso simili tra loro (in persone diverse intendo), pero' c'e' da dire che ognuno di noi ha il proprio vissuto, e riprendendo quel che diceva Ray pochi giorni fa sul discorso dei preconcetti, quando si becca un meccanismo che scatta, si puo' iniziare a tenerlo presente e cercare di modificarlo (tempo fa avevamo anche parlato di abitudini che per essere modificate hanno bisogno di passare per altre abitudini..), se ordinariamente ci scatterebbe un certo meccanismo, se riusciamo a beccarlo in quel momento, lo possiamo osservare prima, e modificare dopo, sperimentare altri modi invece che reagire come faremmo di solito... intanto ci educhiamo a "cambiare" il disco invece di farlo inceppare sempre nello stesso punto (se lo abbiamo visto chiaramente), e nel frattempo si puo' lavorare sul vissuto, (proprio "sull' inceppamento" invece che sulla manifestazione) diverso per ognuno di noi..

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...................
Red parlava di muri... vero, ma a cosa servono? Sono veri muri? Un muro tipo di una casa serve soprattutto a non far entrare (il freddo, la pioggia eccetera) quindi a proteggere. Non che non ci sia la protezione... ma a mio avviso il muso serve soprattutto a non far uscire, a chiudere un rubinetto.
Che tra l'altro, se trovo il modo di spaccare il muro, come dice Astral per esempio inducendo (buono per l'altro tread) una risata ecco che il rubinatto si riapre, almeno un po'.
E' interessante questa cosa Ray, non l'avevo mai vista sotto quest'ottica... e credo che tu abbia ragione. Il non fare entrare l'altro in qualche modo per quel che vedo su di me c'e', ma e' soprattutto una chiusura interna diciamo. Se mi isolo e ti allontano non mi "svuoto".. Una chiusura in entrambe le direzioni quindi.. perche' in effetti quando poi "riapriamo" all'altro piu' che ricevere la sensazione e' quella del dare.. far uscire, c'e' come uno slancio verso l'altro (non e' chiaro mi rendo conto, e' una cosa che vedo per la prima volta, ci torno tra un po' di tempo..)

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Vecchio 29-08-2008, 10.47.41   #16
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Effettivamente in famiglia è diverso: mia madre per esempio non riesce a portare il muso, magari si arrabbia e ti dice di levarti, mentre mio padre poteva portare il muso anche per settimane.

In effetti la pericolosità della cosa è il rancore che si cova dentra, fino alla vendetta.

Non parlo di tuo padre ma di alcune persone che ho conosciuto.
Ecco in alcune persone che non mollano è come se si caricassero per poi scoppiare tutto d'un botto facendo fuoco e fiamme, che non hanno fatto prima.
Chissà se è un modo di scappare da questa loro parte che non vorrebbero avere? Ma che poi non tengono a bada e quindi hanno comunque una reazione che appare come una vendetta.
Una sorta di accumulo per avere la giustificazione alla sparata? Si autocaricano per avere l'opportunità di scoppiare?
Forse non sopportano di essere feriti perchè si sentono molto forti pur non essendolo e farsi vedere feriti non è ammissibile per "l'uomo duro che non deve chiedere mai." Farsi vedere feriti è come mostrare la propria debolezza come se dovessero difendersi da ulteriori attacchi e quindi per non farsi vedere e non vedersi così chiudono tutto poi però non reggono ugualmente e sparano a zero. Di solito queste persone sono molto rigide con se stesse e quindi agiscono con gli altri come con se stessi non sapendo dosare la rigidita a seconda di chi hanno davanti. Non accettano di sbagliare e se succede loro non vogliono ammetterlo e quindi anche la reazione è spropositata. Una tendenza estrema alla perfezione e di condanna verso se stessi e impositiva verso gli altri.
Sono convinti di essere sempre dalla parte della ragione e si vedono molto buoni e non accettano di avere parti oscure per questo tengono il muso sino a cercare la vendetta per avere una ragione per fare quello che non riescono a fare senza ragione che appunto si costruiscono con il muso lungo e che poi sfocia in vendetta.
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Vecchio 29-08-2008, 11.37.37   #17
jezebelius
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Non parlo di tuo padre ma di alcune persone che ho conosciuto.
Ecco in alcune persone che non mollano è come se si caricassero per poi scoppiare tutto d'un botto facendo fuoco e fiamme, che non hanno fatto prima.
Chissà se è un modo di scappare da questa loro parte che non vorrebbero avere? Ma che poi non tengono a bada e quindi hanno comunque una reazione che appare come una vendetta.
Una sorta di accumulo per avere la giustificazione alla sparata? Si autocaricano per avere l'opportunità di scoppiare?
Forse non sopportano di essere feriti perchè si sentono molto forti pur non essendolo e farsi vedere feriti non è ammissibile per "l'uomo duro che non deve chiedere mai."
Farsi vedere feriti è come mostrare la propria debolezza come se dovessero difendersi da ulteriori attacchi e quindi per non farsi vedere e non vedersi così chiudono tutto poi però non reggono ugualmente e sparano a zero. Di solito queste persone sono molto rigide con se stesse e quindi agiscono con gli altri come con se stessi non sapendo dosare la rigidita a seconda di chi hanno davanti. Non accettano di sbagliare e se succede loro non vogliono ammetterlo e quindi anche la reazione è spropositata. Una tendenza estrema alla perfezione e di condanna verso se stessi e impositiva verso gli altri.
Sono convinti di essere sempre dalla parte della ragione e si vedono molto buoni e non accettano di avere parti oscure per questo tengono il muso sino a cercare la vendetta per avere una ragione per fare quello che non riescono a fare senza ragione che appunto si costruiscono con il muso lungo e che poi sfocia in vendetta.
Beh, si direi che c'è tutto o quasi in sostanza.
Mi riferisco alla manifestazione ed ai suoi meccanismi.
Aggiungo che anche mio padre " presenta" queste condizioni e devo ammettere che la cosa, quando l'ho vista in me, non è che mi sia piaciuta un granché. Qualcosina l'ho vista e la tengo a bada, però.


Hai ragione, è come un riempire un contenitore fino poi ad arrivare alla fase cui il tappo non riesce più a tenere a bada l'energia e per questo scoppia.
Forse si potrebbe dire che questa condizione, quella di mettere il muso, gia parte, come dire, da un limite più avanzato; gia è un limite avanzato.
Non so, è come se per il vissuto, visto che abbiamo detto che è una punizione, verso una persona o per il vissuto appunto, si partisse gia da un contenitore ormai quasi pieno. Di li a scoppiare ci vuole poco.

Per altro però, come faceva notare Ray, c'è una chiusura.
Il Tizio si chiude, taglia i contatti con l'esterno e via a manifestazioni di " muso".
Se fino a quel momento mi son dato, " mettendo" il muso tendo a rendermi invisibile. Non come se l'altro non fosse presente ma come se io fossi li - ma anche non li (non so come spiegarla sta cosa) - a negare la mia presenza ( per l'altro). Notavo che di solito avviene " solo" verso colui che ci ha fatto da interruttore e meno verso chi non c'entra nulla o fa parte, diciamo così, dell'arredamento parentale.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 29-08-2008, 12.27.14   #18
griselda
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Ecco, questo è un altro aspetto della questione (che è sempre la stessa, sono solo aspetti diversi)... una specie di rivincita del più debole che poi tanto più debole non è. Ma questa rivincita/punizione in cosa consiste alla fin fine?

Red parlava di muri... vero, ma a cosa servono? Sono veri muri? Un muro tipo di una casa serve soprattutto a non far entrare (il freddo, la pioggia eccetera) quindi a proteggere. Non che non ci sia la protezione... ma a mio avviso il muso serve soprattutto a non far uscire, a chiudere un rubinetto.
Che tra l'altro, se trovo il modo di spaccare il muro, come dice Astral per esempio inducendo (buono per l'altro tread) una risata ecco che il rubinatto si riapre, almeno un po'.
Se ripenso a mia madre il suo dare era in funzione del ricevere se non riceveva quanto da lei supposto scattava il muso. Del tipo: ah non mi ridai quanto di ho dato? ok chiudo i battenti.
In lei c'era un dare forzatamente faceva tutto controvoglia per ricevere e se questo non avveniva i suoi sforzi gli parevano vani e metteva i muso.
Ma non so se è questo che intendevi.
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Vecchio 29-08-2008, 17.47.48   #19
Ray
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Se ripenso a mia madre il suo dare era in funzione del ricevere se non riceveva quanto da lei supposto scattava il muso. Del tipo: ah non mi ridai quanto di ho dato? ok chiudo i battenti.
In lei c'era un dare forzatamente faceva tutto controvoglia per ricevere e se questo non avveniva i suoi sforzi gli parevano vani e metteva i muso.
Ma non so se è questo che intendevi.
Sisi... ovviamente non parlavo specificatamente di tua madre, ma il meccanismo è quello.

In tutte le relazioni c'è uno scambio, qualcosa diamo qualcosa prendiamo, e questo scambio avviene attraverso quella specie di canale che chiamiamo legame.
In modo ormai quasi del tutto incosciente siamo in grado di modulare, di regolare l'apertura del rubinetto, se non nell'intenzione più o meno conscia di punire o simili. E fare i musi, più n generale assumendo posture facciali particolari è un modo con cui facciamo queste cose... se ci pensate si dice allargarsi in un sorriso o chiudersi in una smorfia.
Quindi le "facce" che esprimono un atteggiamento verso qualcuno, mostrano anche il suo comportamento sottile verso quel qualcuno.

Chiaramente le relazioni non sono tutte uguali. In quelle di coppia per esempio, ma anche in quelle amicali, lo scambio dovrebbe essere più o meno alla pari... poi spesso non è così, ma quella dovrebbe essere la tendenza. Do, l'altro riceve, rielabora secondo le sue specifiche caratteristiche (magari complementari alle mie), mi da, ricevo, rielaboro, e via così... e ogni giorno rinnoviamo qualcosa. Se mi musizzo interrompo o freno temporaneamente questo fluire.
Il grave però è quando succede nelle relazioni che non è previsto che siano alla pari, vedi genitori-figli.
Anche i genitori ricevono qualcosa dai figli, e man mano che crescono questo qualcosa può aumentare, ma soprattutto da piccoli la norma (da regola e non da comune, solito) dovrebbe essere che il genitore da e il figlio si nutre. C'è anche la rielaborazione, ma c'è soprattutto nutrimento, del quale il piccolo ha bisogno e io aggiungo anche diritto.
Se mi musizzo interrompo il nutrimento, se pretendo qualcosa in cambio dello stesso, pretendo di essere nutrito da chi dovrei nutrire. E' un privare, un affamare.

Per carità, non sto dicendo che se ci scappa un muso siamo genitori degeneri e comuqneu la mimica facciale può essere un ottimo strumento comunicativo... quello che invece fa risentire (nel senso che il bimbo ne risente) è il rubinetto chiuso prolungato, magari condito da messaggi come ricatto affettivo e squalificazione.
Inoltre il bambino tenderà, come diceva Gris, ad imitare il modello comunicativo e a riproporlo. Certo, la mamma affamante avrà buon gioco a lasciarlo cuocere nel suo brodo... il bimbo non ne ha abbastanza da impensierire una abituata a quest giochetti, ma imprarerà a fare alrtettanto, a procurarsi quel che crede attraverso il ricatto affettivo e riproporrà, in molti casi e finchè non vede e ci lavora su, la stessa meccanica coi figli.

Il ridicolo è che chi tiene il muso tende a pesare se stesso come vittima... e a darsi ragione.
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Vecchio 29-08-2008, 18.24.58   #20
griselda
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Sisi... ovviamente non parlavo specificatamente di tua madre, ma il meccanismo è quello.

In tutte le relazioni c'è uno scambio, qualcosa diamo qualcosa prendiamo, e questo scambio avviene attraverso quella specie di canale che chiamiamo legame.
In modo ormai quasi del tutto incosciente siamo in grado di modulare, di regolare l'apertura del rubinetto, se non nell'intenzione più o meno conscia di punire o simili. E fare i musi, più n generale assumendo posture facciali particolari è un modo con cui facciamo queste cose... se ci pensate si dice allargarsi in un sorriso o chiudersi in una smorfia.
Quindi le "facce" che esprimono un atteggiamento verso qualcuno, mostrano anche il suo comportamento sottile verso quel qualcuno.

Chiaramente le relazioni non sono tutte uguali. In quelle di coppia per esempio, ma anche in quelle amicali, lo scambio dovrebbe essere più o meno alla pari... poi spesso non è così, ma quella dovrebbe essere la tendenza. Do, l'altro riceve, rielabora secondo le sue specifiche caratteristiche (magari complementari alle mie), mi da, ricevo, rielaboro, e via così... e ogni giorno rinnoviamo qualcosa. Se mi musizzo interrompo o freno temporaneamente questo fluire.
Il grave però è quando succede nelle relazioni che non è previsto che siano alla pari, vedi genitori-figli.
Anche i genitori ricevono qualcosa dai figli, e man mano che crescono questo qualcosa può aumentare, ma soprattutto da piccoli la norma (da regola e non da comune, solito) dovrebbe essere che il genitore da e il figlio si nutre. C'è anche la rielaborazione, ma c'è soprattutto nutrimento, del quale il piccolo ha bisogno e io aggiungo anche diritto.
Se mi musizzo interrompo il nutrimento, se pretendo qualcosa in cambio dello stesso, pretendo di essere nutrito da chi dovrei nutrire. E' un privare, un affamare.

Per carità, non sto dicendo che se ci scappa un muso siamo genitori degeneri e comuqneu la mimica facciale può essere un ottimo strumento comunicativo... quello che invece fa risentire (nel senso che il bimbo ne risente) è il rubinetto chiuso prolungato, magari condito da messaggi come ricatto affettivo e squalificazione.
Inoltre il bambino tenderà, come diceva Gris, ad imitare il modello comunicativo e a riproporlo. Certo, la mamma affamante avrà buon gioco a lasciarlo cuocere nel suo brodo... il bimbo non ne ha abbastanza da impensierire una abituata a quest giochetti, ma imprarerà a fare alrtettanto, a procurarsi quel che crede attraverso il ricatto affettivo e riproporrà, in molti casi e finchè non vede e ci lavora su, la stessa meccanica coi figli.

Il ridicolo è che chi tiene il muso tende a pesare se stesso come vittima... e a darsi ragione.
Eh lo so.

Caspita però quanto mi fai riflettere con quello che hai detto sul nutrimento dei figli, non ci rendiamo conto che se sorridiamo un po' di più loro si nutrono meglio. Che possiamo riprenderli con il cipiglio ma finita la "lezione" un bell'abbraccio non fa mai male, non si deve mai interrompere il flusso d'amore che scorre e li fa sentire amati ed al sicuro.
Grazie Ray
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