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Un metodo affascinante, sano e intelligente di curare la terra, lei poi ci ripaga con la vita dandoci i suoi frutti. Se dovessi scrivere uno spot pubblicitario scriverei qualcosa del genere, invece purtroppo sono tra i tanti che deve accontentarsi del supermercato, ciò non toglie che è interessante saperne almeno qualcosa, chissà che quando avrò tempo il mio giardino non possa ospitare un piccolo orticello.
Ho avuto la fortuna di vedere la tv in una delle poche occasioni che ne valgono ancora il possesso, mi è capitato alcune domeniche fa di assistere ad una puntata di mela verde in cui splendidamente si è visto all'opera ciò che io conoscevo solo nella teoria, non praticando agricoltura impegnativa, ho solo un piccolo giardino... e poco tempo.
Il simpatico signore (di cui purtroppo non ricordo il nome) che faceva vedere le sue opere, da ciò che raccontava ha iniziato, con buoni e visibili frutti, a sperimentare la biodinamica di Steiner circa trenta anni fa. Vedendo la differenza con l'emergente (quella volta) industrializzazione agricola pian piano ha convertito l'azienda di famiglia a questi naturali metodi.
Non voglio entrare ora nel merito della complessa opera di Steiner (oltre l'agricoltura), sarebbe assurdo, incompleto e fuorviante, ci proveremo nel tempo nelle varie forme, divulgative e di confronto, del sito, però quello che voglio dire ora è che questo importante personaggio (Steiner) ha rispolverato la vera tecnologia naturale, complessa nei risultati e nelle forze in gioco ma semplice nelle forme e attrezzi, questo in tutti i campi (e sono molti) che ha toccato.
I dedrattori di Steiner lo accusano di mancanza di scientificità dei metodi, comunque se l'empiricità di una pratica è sufficiente a stabilirne la licealità scientifica, basta osservare dei terreni coltivati con metodi biodinamici e altri coltivati chimicamente, per capire come stanno le cose.
Le fasi principali dell'attività dell'agricoltore sono: semina, raccolto e tutte le opere di rivitalizzazione (si dice fertilizzare di solito ma rivitalizzazione mi garba di più) e di pulizia del terreno, con l'aggiunta di una piccola organizzazione, se un terreno fosse lasciato alla natura produrebbe al massimo ma non nelle qualità di vegetazione che si desiderano per alimentazione etc.
Sulla semina e il raccolto dal punto di vista biodinamico possiamo dire poco, se non che pur utilizzando anche tecnologie moderne chi la pratica dovrebbe sempre mantenere il lato umano in tali attività, non c'è solo un senso di tipo sentimentale, ci sono motivazione di ordine pratico, che comprese ci farebbero produrre il giusto, ma eliminando molti bisogni indotti e superflui. Un esempio semplice può essere l'imballaggio dei graminacei, imballandoli con le macchine, le balle sono compresse, occupano meno posto e sono esteticamente più ordinate, ma il grano che è ancora vivo non respira e nel centro della balla muore velocemente, per morte intendo che perde tutti quei "lavori" che continua a fare anche quando è staccato dalla terra, nella raccolta ed imballaggio a mano nel centro delle balle rimane aria, ossigeno, quindi il grano continua a maturare, inoltre ha una fermentazione e compie una prima "digestione".
I mugnai di una volta conoscevano questo e pagavano di più il grano lavorato a mano che dava migliore farina, oggi spesso si scambia il grezzo (ma sempre lavorato a macchina) con il vecchio "a mano", non è la stessa cosa, è un paliativo alle intelligenze, un trucco per non scendere a compromessi, mantenendo efficienze e costi dell'industrializzazione, ma pretendendo prezzi da lavorazioni manuali, se fossero reali (lavorazioni manuali) varrebbero il costo a fronte di un immenso risparmio, per esempio sulla salute.
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