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Vecchio 09-05-2005, 09.25.48   #1
siam
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In merito al discorso che Odisseo ha aperto su quello che temono i genitori di persone diversamente abili nel lasciarli quando loro per anzianità o altro non saranno più in grado di proteggerli e sostenerli... io ho espresso già il mio parere. Però, a volte mi chiedo se è egoistico da parte mia il ritenere che altri non sappiano fare al pari di me per donare una vita serena ai nostri ragazzi. In fondo, questa mia paura, può voler dire che non mi fido di altri e che ritengo non sappiano occuparsi di mia figlia al pari di quanto possa io... Forse è più giusto per lei lasicare che faccia le sue esperienze anche senza di me, che si confornti al pari di altri ragazzi dalla vita...chiamiamola così...normale...
potreste dirmi voi cosa ne pensate?
grazie a chi vorrà esprimere il proprio parere
siam
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Vecchio 09-05-2005, 10.45.06   #2
odisseo
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Questo, fondamentalmente, è il problema che affrontano tutti i genitori del mondo.
Da un lato, la paura che senza protezione, i figli si caccino nei guai o che non siano in grado di sopravvivere.
Dall'altro lato, la consapevolezza che i figli non avranno mai una vita propria finchè saranno protetti dai genitori.
In più la preoccupazione dovuta alle condizioni dei figli.

Due pensieri:
1 - nessuno potrà mai occuparsi di tua figlia come fai tù, per il semplice motivo che sei sua madre
2 - comincia piano piano a metterla in contatto con "la vita normale".

Parlane con il o i terapisti e con i rappresentanti dei servizi sociali che vi hanno seguite.
Se imposti bene il percorso di inserimento ci sono buone possibilità che tua figlia riesca a sorprenderti piacevolmente.
Inoltre, una maggiore autonomia da parte sua non può che renderti più tranquilla sul suo futuro.
Non credi ??

Odisseo
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Vecchio 09-05-2005, 22.22.53   #3
Era
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e tu Siam...sai molto bene come lei se la sappia cavare
ottimamente nelle cose che la interessano uno per te
e questo per lei
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Vecchio 10-05-2005, 09.24.28   #4
siam
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grazie per le vostre risposte... ora vado di corsa e ne avrò per tutto il giorno. Vorrei rispondervi un pò meglio.. ma il tempo a volte è malandrino
posso dirvi però che le vostre risposte mi rassicurano un pò..
grazie
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Vecchio 10-05-2005, 16.10.27   #5
Uno
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Crudo... crudo? Si forse un pò di sfiducia unita a voler tenere tutto sotto controllo c'è.... però è normalissimo.... io non ho la tua situazione però in passato nei pensieri sulla morte quello che è emerso è il fatto di lasciare delle persone che avrebbero dovuto arrangiarsi e seppur con sicuramente problemi infinitesimali rispetto ai tuoi mi creava problemi..... poi un lungo percorso interiore mi ha fatto capire che era sbagliato... che anche senza di me tutti possono fare.... che avrebbero fatto se io fossi morto anni fa se morissi adesso farebbero e faranno quando succederà.... ho eliminato la mia mania di controllo.... non sto dicendo che l'abbia anche tu.... ti racconto perchè tu possa raffrontarti
La risposta di Odisseo mi piace soprattutto
Citazione:
Se imposti bene il percorso di inserimento ci sono buone possibilità che tua figlia riesca a sorprenderti piacevolmente.
Inoltre, una maggiore autonomia da parte sua non può che renderti più tranquilla sul suo futuro.
a te Siam
Uno non è connesso  
Vecchio 11-05-2005, 09.33.54   #6
siam
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Capisco molto bene quanto dite, e desideravo un parere proprio per riflettere su altri punti di vista, meno coinvolti di quanto possa essere il mio. Ho fatto del mio meglio per tutti i 21 anni di mia figlia per farla crescere serena e senza traumi, anche coadiuvata da uno psicologo che anche se non presente al massimo ( la Usl ha tempi lunghi come sappiamo) ha saputo sostenermi il qualche occasione. Devo dire, che lavora lasciando libero spazio alle scelte dei genitori e intervenendo solamente quando i genitori non sono in grado di risolvere i vari problemi che via via si presentano nel corso di una vita. Soprattutto, avendo mia figlia un fratello più grande e un gemello, ho potuto continuamente raffrontarmi sul come mi rapportavo sia con lei che con gli altri due. Sta di fatto, onestamente lo devo ammettere, che mia figlia (a proposito si chiama Lara) fin dal primo momento che l'ho vista nella sua culla dietro al vetro, ha suscitato in me un fortissimo senso di protezione. In quello stesso momento ho deciso che avrei lottato contro il mondo intero se necessario pur di preservarla dalle brutture della vita. Le ho costruito intorno una sorta di vita soffice e dolce per quanto mi è stato possibile. Non potevo permettere che lei crescesse con la sofferenza della sua diversità (e capite bene, in un ambiente piccolo e ventanni fa piuttosto chiuso mentalmente) quanto questa diversità potesse esserle fatta pesare... Io credo di essere riuscita almeno in parte a fare questo. Però il senso di protezione non accenna a diminuire, anche perchè gli spazi si allargano, come è giusto che sia, e se prima era l'ambiente ristretto di un piccolissimo paese, ora è una cittadina... Ho tanto paura che qualcuno si approfitti di lei e del suo bisogno affettivo, che qualcuno la inganni o che la faccia soffrire. Ora, ho anche notato che questi sentimenti vivono prevalentemente in me, e non sono condivisi nè dal padre nè dai fratelli. E che non sanno "leggere" nei suoi musi, nei suoi bronci, nelle sue...chiamiamole così ...testardaggini... Non vorrei controllare la sua vita... ma se l'alternativa è che senza il mio controllo (che non riverso sugli altri due figli o almeno nei limiti dei miei doveri genitoriali) dovesse essere una fonte di dolore e sofferenza per lei... non potrei mai perdonarmelo...

ciao siam
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