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Vecchio 18-01-2010, 01.49.11   #51
filoumenanike
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Eh, non si capiva no. Vero che quoti Filo ma dici che ho risposto io col quale concordi solo se...
bon, adesso è chiaro.
Comunque io l'avevo capito che si riferiva a me...te prego io Sole non di generalizzare sempre i miei comportamenti o le mie risposte...tranquilla non me la prendo!
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Vecchio 18-01-2010, 10.34.42   #52
nikelise
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Ho sempre invidiato moltissimo questa razionalità fredda e scevra di fronzoli capace di dividere in bianco e nero ogni cosa, davvero, ho persino tentato di imitarla facendo poi alla fine una mistura fastidiosa per me e per gli altri.

Io pero' ci vedo piu' coraggio e cuore che cervello .
Fosse per il cervello se uno ha motivo di covar rancore , li' sta e si ferma, il salto proviene da altre regioni dell'essere , quelle che ti fanno fare cose dalle quali non sembra possa derivarne niente a prima impressione .
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Vecchio 18-01-2010, 10.50.11   #53
dafne
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Io pero' ci vedo piu' coraggio e cuore che cervello .
Fosse per il cervello se uno ha motivo di covar rancore , li' sta e si ferma, il salto proviene da altre regioni dell'essere , quelle che ti fanno fare cose dalle quali non sembra possa derivarne niente a prima impressione .

Scusa Nike ero stata leggermente ironica
Mi riferivo al fatto che dai tuoi commenti traspare un certo "eh ma sarà possibile che siete tutte incastrate e castrate dalla mamma ...uscitene fuori, basta dire basta!"

Bon, non ha importanza, forse siamo davvero monotone noi donne (anche se sarebbe meglio non generalizzare, non tutte vorrebbero distruggere mammina, anzi) ma se molte manifestano lo stesso disagio è evidente che c'è un processo errato di fondo che passa di generazione in generazione senza essere risolto.

E a me interessa molto riuscirci, per me e per la responsabilità che ho verso due bimbi, maschi oltretutto, che potrebbero riportare non pochi problemi se non me la disbrigo anche in fretta.

Un anno fà mia mamma mi ha detto che rinunciava a capirmi, non è così, non si smette mai, ci si prova a rinunciare ma non si smette, e questo io lo vedo come un segno di affetto e interesse, Poi però ovviamente i paletti vanno messi e vanno inventati quando non ci sono.

Amen, un pezzo alla volta ci lavoro, della mia femminilità non è un mistero che provo fastidio, così come tendenzialmente ho difficoltà a rapportarmi con le altre donne, in profondità intendo, quindi c'è di sicuro qualcosa che non gira come dovrebbe.
E non mi và più di distruggere
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Vecchio 18-01-2010, 11.22.14   #54
Falketta
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Non desidero più distruggere mia madre, ho compreso un pò di cose sul perchè mi ha tirata su in un certo modo, e con lei sono riuscita a fare pace. Ma su mio padre è diverso, lui è sempre stato e resta trasparente, fisicamente presente ma assente. Su questo mi accorgo di avere come un blocco, non riesco proprio a lavorarci...
E' una situazione, come ha scritto Ray più sopra, che di fatto limita la mia vita. Nonostante veda sempre più chiaramente i miei meccanismi, continuo di fatto a elemosinare in giro l'amore che non ho ricevuto
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Vecchio 18-01-2010, 12.13.46   #55
griselda
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Tolto che il Lavoro vada fatto come suggerisce Ray trovo una discrepanza notevole tra il mondo di Marte e quello di Venere e per ciò ritengo che i maschietti siano anch'essi frutto dell'ammaestramento, del tipo su su non piangere fai l'uomo, su su chiudi quella storia insomma questo fatto di dire Basta è molto maschile! (forse è proprio con il maschile che riusciamo a darci una mossa?)
Lo vedo anche io razionale perchè il "cuore" femminile, (abituato a prendere in se e tenere li) il mio almeno la pensa sempre diversamente dalla mia mente e hai voglia, posso urlare o posso avere coraggio ma lui imperterrito dice quello che sente, prova.
Poi però come dice Nike se la compassione riesce a fare breccia si che a quel punto il cuore cambia strada, ma deve arrivare in profondità. Altrimenti invece come dice Sole sarà un reprimere ed un raccontarsela che prima o poi si manifesterà in modo peggiore. (presente i vulcani che lavorano sotto? ecco)
Quindi se ho capito bene, anche se Ray non ha risposto, prima si fa la ricapitolazione e poi si rinuncia per sempre a ciò che ci è mancato. Per cui scopo della ricapitolazione è trovare quel mancato.
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Vecchio 18-01-2010, 12.49.26   #56
griselda
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Un anno fà mia mamma mi ha detto che rinunciava a capirmi, non è così, non si smette mai, ci si prova a rinunciare ma non si smette, e questo io lo vedo come un segno di affetto e interesse, Poi però ovviamente i paletti vanno messi e vanno inventati quando non ci sono.

Anche la mia ha rinunciato, ma non me lo ha neppure detto. Tempo fa avrei urlato che è cosa che non si deve mai fare pena....cioè non si deve mai mollare no, però ho scoperto che mia mamma aveva paura di me. Lei che era stata sottomessa sempre ai suoi genitori, non aveva strumenti davanti alla mia ribellione, e ha fatto quello che i suoi hanno fatto con lei decidere che a 11 anni ero già grande per badare a me stessa e che quindi mi dovevo arrangiare. Non si sa mai dare niente di diverso di quello che si è ricevuto questo è il guaio, a meno che non ci si renda conto e allora si ragioni su ogni cosa.
Quote:


Amen, un pezzo alla volta ci lavoro, della mia femminilità non è un mistero che provo fastidio, così come tendenzialmente ho difficoltà a rapportarmi con le altre donne, in profondità intendo, quindi c'è di sicuro qualcosa che non gira come dovrebbe.
E non mi và più di distruggere
Già non amo la mamma, la mamma non mi ama, almeno non come vorrei io, e quindi non riuscire ad instaurare un rapporto con la madre comporta di non riuscire ad avere rapporti con il femminile, neppure con il nostro. Bon al di là di tutto è ben triste vah.
Ok Daf che famo proviamo ad amarci tra di noi? ^ ^ ahahah
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Ultima modifica di griselda : 18-01-2010 alle ore 12.52.45. Motivo: avevo dimenticato di abbracciare paura del contatto sisi
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Vecchio 18-01-2010, 13.00.19   #57
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Originalmente inviato da rebecca Visualizza messaggio
Sono andata a leggerti di là dove trovo hai espresso chiaramente il tuo pensiero molto vicino al mio.
Scusa se mi permetto, ma mi ha colpito il contrasto di ruoli , quello tra la Griselda-figlia che scrive qua su e la Griselda -madre accogliente e comprensiva delle difficoltà strettamente connesse al ruolo di madre che scrive nell'altro tread.
No ho mai desiderato di sopprimere mia madre , ma il nostro rapporto è stato molto contrastato e comunque le mamme delle mie amiche erano sempre perfette rispetto la mia che vedevo come un coacervo di mancanze e di inadeguatezze . Continuavo a ripetermi che non sarebbe mai stata in grado di capirmi , che non ne aveva le capacità ne il tempo tutta presa dal suo lavoro ( obbligata a farlo trattandosi di impresa familiare) , la vedevo combattere giornalmente e piangere in silenzio , impegnata in un difficile rapporto con una figlia difficile , mia sorella , arrabbattarsi tra momenti di sconforto e rassegnazione e momenti di rabbia e aggressività il più delle volte immotivata (per me).
Non è stato sufficiente crescere perchè il rapporto migliorasse , solo quando sono diventata mamma e la vita , anche se in contesti diversi , mi ha portato a vivere molte delle sue esperienze e situazioni , solo allora ho compreso e mi sono trovata e rivivere molti episodi del passato rivisitandoli da un'angolazione più vicina alla sua . Non ho più rinvenuto la cattiveria che sentivo immancabilmente presente nei suoi comportamenti e nelle sue decisioni e non ho più trovato tutte quelle mancanze di cui era costellato il suo relazionarsi con me , non c'erano più mancanze perchè finalmente vedevo che non c'erano volontarie privazioni in qualcosa o per qualcosa da parte sua nei miei confronti.
Solo errori , anche tragici errori , ma ora li guardo e li valuto con senso critico , mi sforzo di non metterci altro .
Piano piano ho imparato ad apprezzarla , a riconoscerle qualità che pur essendo state da sempre davanti ai miei occhi non volevo vedere e mi sono trovata a sperare come Shanti , che almeno qualcosina di quanto vedo ora in lei mi sia comune.
Non è stata capace di essere la mamma tutta dolce accogliente e comprensiva che non giudica mai e che emana solo amore , ma non sono stata capace di esserlo nemmeno io e per quanto mi impegni costantemente per fare le cose al meglio, il mio percoso con i figli è altrettanto costellato di errori , ma di una cosa sono certa e cioè che amo profondamente i miei figli tanto quanto lei ha amato i suoi.
Ora è anziana e vive lontano da me , ma mi lascio abbracciare teneramente da lei ogni volta che posso .
grazie Rebecca per quello che hai scritto, sono le mie stesse sensazioni. Come te non ho mai voluto uccidere la mia mamma, a volte ero arrabbiata con lei e a volte ancora mi arrabbio ancora quando non sono vigile e non mi osservo, perchè ha rinunciato a vivere ed ha ritirato la sua coscienza lasciando a noi il compito di gestire il suo corpo, ma so che non è riuscita a far di meglio nella sua vita, so che si è impegnata ed ha amato famiglia con tutta la sua forza e i suoi errori erano solo delle sue incapacità o un non vedere l'errore, proprio come me che cerco di far del mio meglio con le figlie ma non sempre riesco a fare bene.
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Vecchio 18-01-2010, 13.16.59   #58
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Tolto che il Lavoro vada fatto come suggerisce Ray trovo una discrepanza notevole tra il mondo di Marte e quello di Venere e per ciò ritengo che i maschietti siano anch'essi frutto dell'ammaestramento, del tipo su su non piangere fai l'uomo, su su chiudi quella storia insomma questo fatto di dire Basta è molto maschile! (forse è proprio con il maschile che riusciamo a darci una mossa?)
Lo vedo anche io razionale perchè il "cuore" femminile, (abituato a prendere in se e tenere li) il mio almeno la pensa sempre diversamente dalla mia mente e hai voglia, posso urlare o posso avere coraggio ma lui imperterrito dice quello che sente, prova.
Poi però come dice Nike se la compassione riesce a fare breccia si che a quel punto il cuore cambia strada, ma deve arrivare in profondità. Altrimenti invece come dice Sole sarà un reprimere ed un raccontarsela che prima o poi si manifesterà in modo peggiore. (presente i vulcani che lavorano sotto? ecco)
Quindi se ho capito bene, anche se Ray non ha risposto, prima si fa la ricapitolazione e poi si rinuncia per sempre a ciò che ci è mancato. Per cui scopo della ricapitolazione è trovare quel mancato.
Forse mi è sfuggito qualcosa... non mi è chiaro dove non ti ho risposto.
Comunque scopo della ricapitolazione è recuperare le energie che abbiamo lasciato indietro, quindi è di più di trovare il mancato, è anche il riprenderselo. Fatta bene probabilmente basterebbe... cambierebbe la struttura e il basta arriverebbe da se.

Non sono del tutto d'accordo che sia il cuore femminile a trattenere il rancore e a covarci su, mentre sarebbe il razionale maschile a dire basta. D'altra parte hai virgolettato cuore.... forse intendevi altro.
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Vecchio 18-01-2010, 13.21.39   #59
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Aggiungo una cosa, sempre agganciabile grossomodo al dire basta di Nike. Se è vero che molte delle nostre difficoltà nella vita le dobbiamo ai genitori e alle loro mancanze, è altrettanto vero che, in un'ottica più ampia, che poi è quella che dovrebbe interessare il Ricercatore, evidentemente di quelle difficoltà avevamo bisogno... noi, per la struttura che abbiamo in dotazione. Qualcuno direbbe che ce li siamo scelti i genitori così, no?

Quel che siamo ora, e sorpattutto quel che possiamo diventare, lo dobbiamo anche e soprattutto alle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare.
questa è secondo me la giusta visione che dobbiamo avere in ogni rapporto, una vera perla di saggezza da ricordare continuamente
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Vecchio 18-01-2010, 15.10.37   #60
griselda
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Forse mi è sfuggito qualcosa... non mi è chiaro dove non ti ho risposto.
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Quindi smetterla di cercare di essere accettata, di piacere, di essere perdonata quando sbaglio?
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Comunque scopo della ricapitolazione è recuperare le energie che abbiamo lasciato indietro, quindi è di più di trovare il mancato, è anche il riprenderselo. Fatta bene probabilmente basterebbe... cambierebbe la struttura e il basta arriverebbe da se.
Ecco qui mi pare che ti contraddici, ma probabilmente sono io che lo percepisco così, perchè nell'altro post hai detto che dovremmo fare a meno ora dici che possiamo riprendercelo.
Potresti spiegare meglio?
Io ho capito che con la ricapitolazione ci riprendiamo quello che abbiamo lasciato là come energia e già mi è difficile da comprendere, limite mio, perchè probabilmente non essendo mai riuscita a riprendermi niente non so/conosco. Ma qui siamo fuori tema magari se ti va di rispondere potresti farlo nell'altra discussione proprio dedicata alla ricapitolazione.
So che posso per qualcuno diventare noiosa ma se non ho portato dentro di me quel qualcosa cosa dovrei fare, forse finta di niente?Io provo e riprovo ma mi pare sempre senza quel riappropriarsi di energia.

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Non sono del tutto d'accordo che sia il cuore femminile a trattenere il rancore e a covarci su, mentre sarebbe il razionale maschile a dire basta. D'altra parte hai virgolettato cuore.... forse intendevi altro.
Si l'ho virgolettato perchè non sapevo bene come definirlo, non mi piaceva parlare di emotività ma neppure di emozionalità o come si dice, ma non mi riferivo al rancore, mi riferivo al mantenere dal nostro interno un dolore, invece che liberarcene/sbarazzarcene. Poi chiaro che da li poi nasce il rancore.

Uno ha spiegato del dolore legato al trauma che dura tutto il periodo della guarigione, ma che il dolore vero è quello in cui avviene il trauma. Poi per quanto mi pare di aver visto in me, la mente continua a ripassarci sopra come un repit del video registratore in pratica continuiamo a farci male rivendolo ancora e ancora.
Ho letto che il cervello quando immaginiamo riaccende le stesse aree di quando avviene il fatto, per cui il guaio consiste nel permettere alla mente di riandare indietro e indietro e indietro. E'qui che bisogna dire basta!!! A lei alla signora mente che nutre cosa e chi non lo so ma attraverso un dolore un trauma che ci succhia energia nel momento in cui avviene e poi in questi termini in continuazione.
Qui vale il BASTA!!! Almeno secondo me. Io mi ci sto allenando in questo periodo.
Ho ricapitolato ma non è servito ai fini di quel movimento esso ritorna come in cerca di cibo è come un vampiro che mi succhia il sangue per poi lasciarmi esanime. Ora sto cercando la forza di volontà necessaria supportata dalla razionalità di una scelta, per non permettere più a quella avvenimento o trauma di succhiarmi energia. Ci vuole molta fermezza e la necessità di ricordarsi della scelta fatta.
Bon ho messo giù ciò che penso, sperando che mi possa giovare.
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Vecchio 18-01-2010, 15.55.48   #61
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..........

E il secondo? Il secondo è quello che Nike chiama dirfe basta. Ossia rinunciare per sempre a quel nutrimento mai ricevuto, smettendo quindi di continuare a chierderlo a chi non ce l'ha dato all'epoca e/o a tutti quelli che ci capitano a tiro. Rinunciarci con un taglio netto... smettere di guardare indietro e sbirciare avanti.
....
Gris intendevi questo passaggio del post di Ray?

Io credo che per rinuncia al nutrimento si intenda smettere di cercare quello che il genitore (madre, padre, o entrambi) non hanno potuto darci, che sia affetto, coccole, bisogno di apprezzamento etc... tutte cose che da bambini sono necessarie, e spesso per un motivo o per l'altro vengono a mancare. Da adulti, continuiamo a cercare questo nutrimento (coccole , affetto o quant'altro), se il genitore è ancora in vita pretendiamo oggi quello che non ci ha potuto dare da bambini, cosa peraltro impossibile se non ha potuto darcelo quando era il momento, oggi potrebbe?

Anche questo è un modo di vivere spostati, il bisogno che avevamo ieri, è il bisogno di oggi, ed è a questo che secondo me bisogna rinunciare.

Per farlo, bisogna viversi quella presa di coscienza fino in fondo, a parole non credo che la cosa possa essere spiegata, ma provo a farti un esempio sulla mia esperienza personale, spero possa esserti utile. Mi sono trovata molto in conflitto con mia madre, una madre apprensiva, soffocante, che per molti versi non mi ha permesso di crescere. Io pero' tutto questo lo scambiavo per amore eccessivo. Un giorno, dopo molti tentativi di comprendere il rapporto che c'era, di trovare i vari nodi.. ho preso coscienza che mia madre non mi ama, che tutti quei meccanismi che metteva in atto l'estrema protezione che aveva nei miei confronti venivano da problemi suoi, dalla sua ansia che doveva essere placata, dalla sua paura di perdermi etcetc... ma non è amore. Quando ho preso coscienza di questo è stato un inferno, che mi sono vissuta fino in fondo (ricapitolato se vuoi), le parole non possono rendere quello che è stato. Questo vivere fino in fondo la presa di coscienza, mi ha permesso di smettere di cercare quell'amore in lei, perchè so che non puo' darmelo. So che ha fatto come poteva, so che fa quello che puo' come puo'.. ma so anche che non potrà mai darmi quello di cui avevo bisogno da bambina e ho smesso di chiederlo o pretenderlo. Se tu riesci a viverti il dolore che accompagna la mancanza fino in fondo, il dire basta per me è una conseguenza, lo smettere di chiedere quel nutrimento che mi è mancato e di cui parlava Ray... Pero' bisogna arrivare a guardare in faccia quella mancanza, a vedere cosa veramente fosse ..

ps: Adesso sto facendo i "conti" con mio padre e ancora non riesco ad andare fino in fondo, e credo anche di avere in mano il perchè.. e prima o poi dovrò decidermi.. lo scrivo qui, chissà che non possa in qualche modo aiutarmi a farlo.
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Vecchio 18-01-2010, 17.28.09   #62
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Gris intendevi questo passaggio del post di Ray?

Io credo che per rinuncia al nutrimento si intenda smettere di cercare quello che il genitore (madre, padre, o entrambi) non hanno potuto darci, che sia affetto, coccole, bisogno di apprezzamento etc... tutte cose che da bambini sono necessarie, e spesso per un motivo o per l'altro vengono a mancare. Da adulti, continuiamo a cercare questo nutrimento (coccole , affetto o quant'altro), se il genitore è ancora in vita pretendiamo oggi quello che non ci ha potuto dare da bambini, cosa peraltro impossibile se non ha potuto darcelo quando era il momento, oggi potrebbe?

Anche questo è un modo di vivere spostati, il bisogno che avevamo ieri, è il bisogno di oggi, ed è a questo che secondo me bisogna rinunciare.

Per farlo, bisogna viversi quella presa di coscienza fino in fondo, a parole non credo che la cosa possa essere spiegata, ma provo a farti un esempio sulla mia esperienza personale, spero possa esserti utile. Mi sono trovata molto in conflitto con mia madre, una madre apprensiva, soffocante, che per molti versi non mi ha permesso di crescere. Io pero' tutto questo lo scambiavo per amore eccessivo. Un giorno, dopo molti tentativi di comprendere il rapporto che c'era, di trovare i vari nodi.. ho preso coscienza che mia madre non mi ama, che tutti quei meccanismi che metteva in atto l'estrema protezione che aveva nei miei confronti venivano da problemi suoi, dalla sua ansia che doveva essere placata, dalla sua paura di perdermi etcetc... ma non è amore. Quando ho preso coscienza di questo è stato un inferno, che mi sono vissuta fino in fondo (ricapitolato se vuoi), le parole non possono rendere quello che è stato. Questo vivere fino in fondo la presa di coscienza, mi ha permesso di smettere di cercare quell'amore in lei, perchè so che non puo' darmelo. So che ha fatto come poteva, so che fa quello che puo' come puo'.. ma so anche che non potrà mai darmi quello di cui avevo bisogno da bambina e ho smesso di chiederlo o pretenderlo. Se tu riesci a viverti il dolore che accompagna la mancanza fino in fondo, il dire basta per me è una conseguenza, lo smettere di chiedere quel nutrimento che mi è mancato e di cui parlava Ray... Pero' bisogna arrivare a guardare in faccia quella mancanza, a vedere cosa veramente fosse ..

ps: Adesso sto facendo i "conti" con mio padre e ancora non riesco ad andare fino in fondo, e credo anche di avere in mano il perchè.. e prima o poi dovrò decidermi.. lo scrivo qui, chissà che non possa in qualche modo aiutarmi a farlo.

Si era quello, non si capiva eh?
Interessante ecco non l'avevo mai vista sotto questo aspetto, provo a vedere cosa è stato per me, visto che così d'amble non mi viene vuol dire che non ne ho ancora preso coscienza. Grazie sei .....
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Vecchio 19-01-2010, 20.57.57   #63
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Questo vivere fino in fondo la presa di coscienza, mi ha permesso di smettere di cercare quell'amore in lei, perchè so che non puo' darmelo. So che ha fatto come poteva, so che fa quello che puo' come puo'.. ma so anche che non potrà mai darmi quello di cui avevo bisogno da bambina e ho smesso di chiederlo o pretenderlo. lo smettere di chiedere quel nutrimento che mi è mancato e di cui parlava Ray... Pero' bisogna arrivare a guardare in faccia quella mancanza, a vedere cosa veramente fosse ..

Vale veramente la pena di quotare all'infinito queste tue parole Red

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Vecchio 17-05-2010, 11.51.37   #64
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Tiro su questa discussione perchè se ne apro un'altra finisce che continuo a perdere pezzi in giro e non sintetizzo mai

Ho/abbiamo parlato di genitori e altrove di autorità sotto diversi aspetti. Ovviamente sono collegai, banalmente non ho ancora somatizzato come.

Per mille giri di pensieri oggi camminando mi sono ritrovata a pensare a quest'autorità che non accetto mai a questi genitori che ho, non ho, e ai quali, però, non mi sono ribellata mai. Non in modo diretto.
Sono scappata.

Oggi pensavo a una cosa che ho detto ieri a una persona, parlavo e pensavo "e questa da dov'è uscita?? Potrebbe persino essere vera".

Le dicevo che secondo me abbiamo bisogno di sfidare i genitori per crescere, abbiamo bisogno di infrangere un limite per capire che ci serve. Più i genitori sono amici e meno sono genitori elimimando di fatto quel limite che è l'autorità in casa che un figlio non può più saggiare, così è costretto, inconsapevolmente, a infrangerlo fuori.

Ma mentre infrangere il limite fuori, cioè in qualche modo ferire l'autorità, può non dare gravi ripercussioni interiori infrangere l'autorità genitoriale ferisce anche noi stessi perchè di parte di quelle persone siamo fatti. Far del male a loro è far del male a noi.

Pensavo a questo e pensavo al mio immancabile istinto di rifiuto verso l'accettare di fare quello che mi si dice. Ci ho messo vicino quel discorso fato anche qui di "se mamma non è contenta io sono sbagliata" e l'ho nmescolato con qualcosa che non è ancora nitidamente affiorato.
(a qualcuno è già venuto il brivido eh? se parto così figuriamoci il resto...)

Provo a farne dei punti.
I genitori ci fanno del male in quanto rappresentano un qualcosa (non solo l'autorità penso) che dobbiamo sfidare per poterci rendere autonomi. Un altronoi (non so come chiamarlo)
Se non abbiamo portato a termine nel tempo il bagaglio di sicurezze e di convinzioni che ci spinge poi a fare il salto verso l'autonomia la sfida all'autorità, al genitore, viene traslata su altre figure.

L'uccisione del genitore in questo senso potrebbe essere paragonato al taglio del cordone ombelicale e forse anche prima di quello al primo respiro, dolorosissimo, che dobbiamo fare in autonomia.

Di per sè può non essere fondamentale affrontare proprio quel genitore se ci rendiamo conto che esso rappresenta "solo" un processo che deve giungere alla sua conclusione, in un modo o nell'altro. magari risolvo con mamma ma non risolvo con la figura che essa rappresenta.

Acc m'è scappata la riflessione che facevo per strada, anche se ho avuto la sensazione di aver traslato la figura di mio padre su una persona che mi ha tradita e che poi questa stessa figura si sia spostata sull'uomo che ho sposato e che non riesco, diciamoci la verità, ad affrontare davvero. Parlare di divorzio mi agita moltissimo ma temo che non sia solo lui come persona a generare l'ansia ma tutto il mucchio dietro.

Non sò forse dovevo aprire una discussione nuova ma non voglio eliminare i miei genitori ma quello che cova sotto, per questo ho postato qui. Ho troppa paura per andare avanti tutta sola lo ammetto.
Ho fame se il nutrimento non me lo procuro che in modo perverso devo anche ammettere di non saper fare altrimenti. Allo stesso tempo però se esiste un modo perverso esiste anche un modo giusto.
Vediamo se lo trovo
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Vecchio 17-05-2010, 11.57.57   #65
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infrangere l'autorità genitoriale ferisce anche noi stessi perchè di parte di quelle persone siamo fatti. Far del male a loro è far del male a noi.

Ecco, qui ho la sensazione che ci sia qualcosa di importante, se elimino loro chi mi dirà chi sono? ho pensato.

Scriverei un altro km ma lascio decantare, ce provo almeno
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Vecchio 17-05-2010, 12.16.34   #66
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Qua non decanta niente , tutto un vortice stà cosa.

Autorità, responsabilità, sicurezza.

Rileggevo quello che ho scritto e qualcosina in testa faceva ... "bla bla bla bla bla tutte parole..."

E' vero, parole, ogni tanto fà capolino una me un pò più forte che mi sfotte perchè sono si cose vere ma tutte scuse. Bla bla bla se vuoi cambiare affronta, scegli, rinuncia e vai avanti.
e basta.

La mamma.
Vorrei ucciderla perchè vorrei uccidere quella parte di me che ha ancora bisogno di lei e frena frena frena?
Quella parte che m'impedisce di agire in modo del tutto autonomo e che mi castra quando mi trovo ad affrontare l'apetto autoritario, il papà?


C'è qualcosa che non riesco a prendere. lo sento, percepisco il bubbone di rabbia che è li appena sotto e non trovo l'accesso.
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Vecchio 17-05-2010, 22.42.27   #67
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infrangere l'autorità genitoriale ferisce anche noi stessi perchè di parte di quelle persone siamo fatti. Far del male a loro è far del male a noi.
Ciao dafne, mi intrometto se ti và,questa frase mi lascia perplessa, non direi che è sempre così, se un genitore sbaglia e tu gli impedisci di nuocerti, non è fargli male. A meno che tu non parta dall'idea che loro siano perfetti e intoccabili.

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Ecco, qui ho la sensazione che ci sia qualcosa di importante, se elimino loro chi mi dirà chi sono? ho pensato.
Questo non capisco cosa vuol dire in effetti. Magari sono pensieri che stai elaborando?
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Vecchio 18-05-2010, 14.42.55   #68
dafne
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Provo a spiegarmi meglio ma non ti assicuro niente

Quando provochiamo un'autorità sfidiamo il nostro essere dipendenti da. Riuascire a sfidare un'autorità dovrebbe metterci nella condizione sia di capire che possiamo pensare e fare da soli sia che quell'autorità ha un suo scopo che non è quello di mortificarci (prendi tutto con le molle Webe non sono proprio sicura che sia così, stò solo cercando di spiegarti quel periodo che hai quotato)

La storia vorrebbe che la sfida avvenga in casa perchè sono i nostri genitori a rappresentare l'autorità, sfidare loro ci è necessario per diventare grandi.

Quello che volevo dire è che ai nostri genitori siamo legati non solo da un rapporto di vicinanza e di conoscenza come potrebbe essere con amici o insegnanti o di necessità come nel caso dei pioliziottti (tanto per dire)
Con i genitori condividiamo anche un bagaglio emotivo di crescita e un bagaglio gentico di schemi axioni pensieri.

Noi ci vediamo, ci specchiamo nei loro occhi, nel loro assenso o dissenso, in quello che secondo loro è giusto o meno giusto di noi.

Ferire un genitore è un pò come ferire una parte di sè per quel legame atavico che ci unisce dalla nascita e per tutta quella serie di proiezioni che abbiamo vissuto su di noi e che abbiamo girato poi su di loro...non so se è chiaro...se mando a fancips un insegnante è Gino che si è offeso, non mi cambia il mio mondo, non è come mandare a quelcips un padre che non è solo Pino ma anche l'aerchetipo che rappresenta, cioè il padre

Spesso non riusciamo ad affrontare i nostri genitori e trasliamo su altri (magari proprio il prof più sopra) il nostro bisogno di sfidarli ma vincere (se si può parlare di vittoria...) su queste figure transitorie non ci soddisfa mai in pieno, manca sempre quel quid, quella consapevolezza che ci stiamo sfogando su di loro per tutt'altri motivi.

Eliminare un genitore dalla propria vita alle volte può essere necessario, non discuto, ma quando eliminiamo dobbiamo in qualche modo riuscire a capire quanta parte di quella persona vive anche in noi altrimenti rischiamo di voler eliminare anche quello che fà parte della nostra esistenza..un pò come voler eliminare un piede perchè ha un'unghia incarnita

Non sè se è più chiaro adesso

Ultima modifica di dafne : 18-05-2010 alle ore 15.12.26. Motivo: un chiaro che era ciaro..ahah
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Vecchio 18-05-2010, 14.48.52   #69
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La storia vorrebbe che la sfida avvenga in casa perchè sono i nostri genitori a rappresentare l'autorità, sfidare loro ci è necessario per diventare grandi.

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Vecchio 18-05-2010, 15.03.37   #70
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La storia vorrebbe che la sfida avvenga in casa perchè sono i nostri genitori a rappresentare l'autorità, sfidare loro ci è necessario per diventare grandi.

Quello che volevo dire è che ai nostri genitori siamo legati non solo da un rapporto di vicinanza e di conoscenza come potrebbe essere con amici o insegnanti o di necessità come nel caso dei pioliziottti (tanto per dire)
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Noi ci vediamo, ci specchiamo nei loro occhi, nel loro assenso o dissenso, in quello che secondo loro è giusto o meno giusto di noi.

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Eliminare un genitore dalla propria vita alle volte può essere necessario, non discuto, ma quando eliminiamo dobbiamo in qualche modo riuscire a capire quanta parte di quella persona vive anche in noi altrimenti rischiamo di voler eliminare anche quello che fà parte della nostra esistenza..un pò come voler eliminare un piede perchè ha un'unghia incarnita

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Booh non so mica rispondere.
Provo a ragionarci speriamo che di trovarla....
Ricordo che mio figlio quando era piccino e camminava con suo padre mano nella mano, mi raccontava che il bimbo cercava più volte di togliere la mano facendola sciovolare da dentro la sua manona.
E quando non ci riusciva si sentiva come protetto lo guardava e sorrideva.

Ho come l'idea che noi, per quanto rigurda l'autorità dei genitori, mettendola in forse, lottando contro di essa, mettiamo alla prova i genitori che poi sarà ciò che diventeremo noi.
(Se non sbaglio Uno da qualche parte diceva che prima bisogna essere quello che si è e poi si può cambiare almeno ho capito così io)
Noi dobbiamo ubbidire perchè per poter comandare bisogna aver imparato ad obbedire. Ma sto allargando troppo.
Dicevo che con il mettere in discussione l'autorità genitoriale noi sondiamo i genitori, come quando si sonda un terreno e se ne scoprono le qualità.
Meno ce ne sono e più permissivi sono e meno autorità saremo in grado di sopportare.
Troppa autorità senza senso e tolleranza e coerenza strappa tutto e crea il caos.
Logico parlo di autorità per il senso della famiglia.
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Vecchio 18-05-2010, 15.12.56   #71
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Vecchio 18-05-2010, 17.20.51   #72
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Booh non so mica rispondere.
Provo a ragionarci speriamo che di trovarla....
Ricordo che mio figlio quando era piccino e camminava con suo padre mano nella mano, mi raccontava che il bimbo cercava più volte di togliere la mano facendola sciovolare da dentro la sua manona.
E quando non ci riusciva si sentiva come protetto lo guardava e sorrideva.

Ho come l'idea che noi, per quanto rigurda l'autorità dei genitori, mettendola in forse, lottando contro di essa, mettiamo alla prova i genitori che poi sarà ciò che diventeremo noi.
(Se non sbaglio Uno da qualche parte diceva che prima bisogna essere quello che si è e poi si può cambiare almeno ho capito così io)
Noi dobbiamo ubbidire perchè per poter comandare bisogna aver imparato ad obbedire. Ma sto allargando troppo.
Dicevo che con il mettere in discussione l'autorità genitoriale noi sondiamo i genitori, come quando si sonda un terreno e se ne scoprono le qualità.
Meno ce ne sono e più permissivi sono e meno autorità saremo in grado di sopportare.
Troppa autorità senza senso e tolleranza e coerenza strappa tutto e crea il caos.
Logico parlo di autorità per il senso della famiglia.

dipende.
essere permissivo non significa per forza non avere autorevolezza.
di contro non per forza se hai avuto genitori autoritari sei in grado di sopportare autorità.
ciò che conta non sta tanto in "autorità o meno" quanto in altro.
se hai un padre autoritario ma scorretto, tu bambino te ne accorgi e mal sopporterai l'autorità altrui quantomeno sino a che non capirai per bene dove ha sbagliato tuo padre e "chiudi" con questo passato
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Vecchio 18-05-2010, 17.35.50   #73
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dipende.
essere permissivo non significa per forza non avere autorevolezza.
di contro non per forza se hai avuto genitori autoritari sei in grado di sopportare autorità.
ciò che conta non sta tanto in "autorità o meno" quanto in altro.
se hai un padre autoritario ma scorretto, tu bambino te ne accorgi e mal sopporterai l'autorità altrui quantomeno sino a che non capirai per bene dove ha sbagliato tuo padre e "chiudi" con questo passato
In famiglia e per farla funzionare e per crescere bene i figli ci vogliono regole, l'autorità fa rispettare le regole.
I figli come i giovani alberi hanno bisogno di avere dei paletti, credo tu li abbia visti gli alberelli, hanno dei paletti da una parte e dall'altra che lo aiutano a crescere retto.
Se toglie quei paletti e con il permissivismo io immagino togliere i paletti e una e due e tre volte e via così, se non fai rispettare le regole poi si sbanda, ci vuole prima una traccia per poi camminare da soli. Questo almeno io credo.
L'autorevolezza è altra cosa la tu sei l'esempio di ciò che asserisci. E se il padre è autorevole la sua autorità verso la famiglia sarà seguita dal figlio. Perchè sarà corrispondente al suo dire.
Forse tu vuoi dire che non può imporre con la forza e su questo siamo d'accordo ma tu darai un castigo al figlio che trasgredisce non puoi esimerti dal darglielo permettendogli tutto anche ciò che è sbagliato e che va contro le tue regole. A meno che di non aver trovato un accordo diverso.
Quello che ho invece nerettato è uguale a ciò che ho scritto io.

Mentre mi piacerebbe capire cosa intendi con quello che ho sottolineato ?
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Vecchio 18-05-2010, 19.53.57   #74
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.... sfidare loro ci è necessario per diventare grandi.
Sono sincera se dico che ho dei dubbi che ciò sia necessario al nostro diventare grandi, misurarci con loro non so se sia lo stesso che sfidarli, in questa parola vedo sempre qualcosa che non va in rapporto alla autorità, ed io ancora non ho risolto, ma non lo vedo normale.

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Ferire un genitore è un pò come ferire una parte di sè ..........
E' vero fa più male con i genitori, ma anche se ferisci chiunque. Può giustificarlo solo la necessità, in tal caso il dispiacere dovrebbe essere dimezzato.

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Necessario a volte, ma siamo in casi estremi ed è una cosa tremenda, l'ultima spiaggia. Prima c'è tutto il resto, e tu te ne preoccupi giustamente. Ho sempre pensato che il fallimento tra noi e il padre e/o la madre, o tra noi e il figlio, è il fallimento di una delle parti migliori di noi stessi, e mi ha sempre bruciato se ho passato periodi di allontanamento dai miei seppur necessario. I tuoi dubbi io li condivido eccome, ma non mi sono mai reputata un loro clone adesso per esagerare, e per le parti non belle che mi accomunavano alla loro natura, prima ho cercato di cambiare loro, quando mi sono stancata ho capito che potevo lavorare solo per cambiare me stessa. Non ci sono santi! Una volta feci mia per sempre una cosa, che non esiste la colpa, ed è già stato detto da qualcuno quì. Quando tu conosci la storia dell'altro comprendi e allora cade il giudizio, e tanto struggimento ho provato ripassando quando mi era necessario che vita di fanciullo aveva passato mio padre; ho respinto nel tempo ulteriori tentativi di comandare nella mia vita, senza negare il tentativo di accettare le sue tante cose buone. Il dolore c'è stato per questo respingere ogni volta, ma è un dolore che si deve sopportare spesso...che non può esser eliminato, un dolore come tanti altri, la vita non è perfetta , potevo avere solo un occhio, ma ho avuto un padre difficile da odiare e da amare, e così è ancora per mia madre. Sopportare che non puoi cambiare l'altro, liberarsi dall'idea che si è uguali all'altro o che devi qualcosa che non hai già restituito, ricordandoci che nella maggiorparte delle volte non si mettono al mondo i figli per fare un favore a questi, ma per molti altri motivi diversi e principalmente per se stessi, e mi ci metto pure io come madre che se non avessi generato un figlio non mi sarei sentita a posto, poi ho avuto non poche difficoltà a dedicarmi a lui pienamente come natura chiede.
Non so se ho detto qualcosa che fosse un dialogo con te Dafne, che alzi la questione, per la quale ti ringrazio, perchè in effetti ho avuto difficoltà a entrare dentro il tuo sentire, e allora ho scelto di esprimere semplicemente ciò che ho trovato dentro di me dopo anni di conflitti.

Nike puoi aggiungere anche me alla lista haimè...

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Vecchio 19-05-2010, 00.12.17   #75
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In famiglia e per farla funzionare e per crescere bene i figli ci vogliono regole, l'autorità fa rispettare le regole.
I figli come i giovani alberi hanno bisogno di avere dei paletti, credo tu li abbia visti gli alberelli, hanno dei paletti da una parte e dall'altra che lo aiutano a crescere retto.
Se toglie quei paletti e con il permissivismo io immagino togliere i paletti e una e due e tre volte e via così, se non fai rispettare le regole poi si sbanda, ci vuole prima una traccia per poi camminare da soli. Questo almeno io credo.
L'autorevolezza è altra cosa la tu sei l'esempio di ciò che asserisci. E se il padre è autorevole la sua autorità verso la famiglia sarà seguita dal figlio. Perchè sarà corrispondente al suo dire.
Forse tu vuoi dire che non può imporre con la forza e su questo siamo d'accordo ma tu darai un castigo al figlio che trasgredisce non puoi esimerti dal darglielo permettendogli tutto anche ciò che è sbagliato e che va contro le tue regole. A meno che di non aver trovato un accordo diverso.
Quello che ho invece nerettato è uguale a ciò che ho scritto io.

Mentre mi piacerebbe capire cosa intendi con quello che ho sottolineato ?
corrispondente o meno al suo dire secondo me conta fino a un certo punto.
Un dittatore (sto andando all'estremo) ha un'azione che corrisponde al suo dire (e pensare) ma ciò è corretto o no nei confronti della libertà del figlio?
e il figlio una volta che sarà libero come vivrà l'autorità?

hai parlato di autorevolezza.
Ecco è quello che penso serva.
che non è Autorità o quantomeno lo è nel senso originario di "che fa crescere" ma che non necessità di coercizione (cosa che ahimè direi che non è quasi mai)
quindi quanto sottolineato intendeva dire che l'autorevolezza deriva da uno status dell'essere di cui il figlio è ben consapevole e non da un atteggiamento o da una coercizione.
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