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Vecchio 29-07-2009, 00.45.08   #26
filoumenanike
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Solo il titolo avrebbe dovuto essere molto più lungo, ma in qualche modo dovevo sintetizzarlo.

Fa parte dell'umano che non ha raggiunto una sua integrità, una sua unità di base, una sua consapevolezza su chi è e cosa vuole.
Se vi guardate intorno potrete riconoscere genitori (nei nonni a volte si vede meglio avendo più dati in mano, più vita) che si ostinano a voler essere considerati sempre dal figlio o dalla figlia che meno li badano, mentre quasi disprezzano i figli che hanno il massimo rispetto per loro.
La stessa cosa capita nella società: nelle amicizie, negli uffici, nelle comunità, a scuola... etc...

C'è la pretesa assurda di voler essere accettati quando per primi non si accetta l'altro, quando lo si vorrebbe cambiare, quindi cercando di imporre con vari mezzi la propria visione delle cose.
Se uno l'accetta questa visione non c'è gusto, allo stesso modo in cui il "selvaggio" cercava il nemico di valore per aumentare il proprio prestigio.
Si pensa erroneamente che se si riesce a convincere chi ci pare intelligente (bravo, interessante, autorevole o metteteci quel che vi pare) si riesca automaticamente a passare al sopra di questi con un colpo solo.
Non si pensano due cose, primo che inconsciamente si considera questo qualcuno come importante, come terreno prezioso da conquistare, secondo che se questo è tale ( e non lo è solo nella nostra percezione) non lo è diventato con un semplice colpo di mano.
E la gente si rode, si rode e non vive pensando queste cose, rimuginando etc...

Il discorso è lungo ma come introduzione mi pare sufficiente, si potrebbe parlare dei trucchi con cui si cerca di ottenere questo scopo, per esempio il vittimismo, ma anche l'uso dell'autoreferenziazione, etc... risorse che potrebbero essere usate molto meglio, peccato.


Thread dedicato, tra gli altri, a mia nonna che non c'è più da parecchi anni.
Il post mi fa pensare alla parabola del figliol prodigo che se ne va di casa, abbandona il padre per vivere la sua vita e quando torna si fa grande festa, il padre esulta e lo abbraccia...
Non è importante sapere se il figlio abbia sperperato o meno i suoi averi, cosa conta è capire perchè il padre esulta tanto nel ritrovarlo...
l'essere considerati dal figlio/a che si allontana è per i genitori motivo di gioia al pensiero di recuperare un affetto perduto, una stima mai avuta, forse il genitore si attacca di più a chi gli mostra indifferenza proprio perchè lo vuole recuperare, lo vuole amare ed essere amato, senza mai riuscire nell'intento...alla base di tutto una profonda incomprensione, rancori mai detti, odio e amore, desiderio di abbracci mai dati...mai ricevuti.
Alla base uno scontro mai risolto tra personalità simili, l'intento di primeggiare l'uno sull'altro, di farsi valere prorio da chi si stima di più, da colui che alla pari fronteggia con fermezza una personalità molto simile...
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Vecchio 29-07-2009, 01.09.34   #27
logos
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Il post mi fa pensare alla parabola del figliol prodigo che se ne va di casa, abbandona il padre per vivere la sua vita e quando torna si fa grande festa, il padre esulta e lo abbraccia...
Non è importante sapere se il figlio abbia sperperato o meno i suoi averi, cosa conta è capire perchè il padre esulta tanto nel ritrovarlo...
l'essere considerati dal figlio/a che si allontana è per i genitori motivo di gioia al pensiero di recuperare un affetto perduto, una stima mai avuta, forse il genitore si attacca di più a chi gli mostra indifferenza proprio perchè lo vuole recuperare, lo vuole amare ed essere amato, senza mai riuscire nell'intento...alla base di tutto una profonda incomprensione, rancori mai detti, odio e amore, desiderio di abbracci mai dati...mai ricevuti.
Alla base uno scontro mai risolto tra personalità simili, l'intento di primeggiare l'uno sull'altro, di farsi valere prorio da chi si stima di più, da colui che alla pari fronteggia con fermezza una personalità molto simile...
Ciao Filoumenanike, quello che hai scritto trovo che sia così puro, lirico. Mi commuve a dir poco.

Eppure, mi chiedo e ti chiedo: e se il figliuol prodigo non fosse tornato indietro, il padre lo avrebbe comunque accettato ed amato rinunciando così alle sue aspettative?
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Vecchio 29-07-2009, 08.49.15   #28
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Ciao Filoumenanike, quello che hai scritto trovo che sia così puro, lirico. Mi commuve a dir poco.

Eppure, mi chiedo e ti chiedo: e se il figliuol prodigo non fosse tornato indietro, il padre lo avrebbe comunque accettato ed amato rinunciando così alle sue aspettative?
Ciao Logos, il padre, secondo me non ama il figlio per le proprie aspettative...lo ama e basta, forse lo ama nel modo sbagliato, facendo capire di pretendere chissà che cosa e qui rientra in gioco l'incomprensione tra due esseri molto simili, certo l'amore non è condizionato all'accettazione...il padre può disapprovare ma non può non amare il figlio!
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Vecchio 29-07-2009, 09.18.42   #29
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Ciao Logos, il padre, secondo me non ama il figlio per le proprie aspettative...lo ama e basta, forse lo ama nel modo sbagliato, facendo capire di pretendere chissà che cosa e qui rientra in gioco l'incomprensione tra due esseri molto simili, certo l'amore non è condizionato all'accettazione...il padre può disapprovare ma non può non amare il figlio!
Così dovrebbe essere, eppure... purtroppo.......
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Vecchio 29-07-2009, 09.45.13   #30
stefano
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Molto comodo accusare e poi rimanere sul vago, senmza nemmeno portare un esempio, solo illazioni. Anche questo è voler controllare, rimanere sempre nel vago vuol dire avere sempre una via di fuga... ma senza mai prendersi le proprie responsabilità.

anche questo che hai detto è un Giochetto per fare in modo che io agisca come tu vuoi che faccia.
ciao
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Vecchio 29-07-2009, 09.55.21   #31
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anche questo che hai detto è un Giochetto per fare in modo che io agisca come tu vuoi che faccia.
ciao
Ste.... tu ogni tanto, spesso, lanci qualche giudizio su qualcuno (non identificato) qua nel forum.
Siccome sai che ti stronco se prendi di petto qualcuno perchè non è lo scopo del forum, rimani sul vago...
Lascia perdere i presenti per favore , non che gli assenti si possano insultare, ma se si parla in generale è un discorso, se si entra nel personale delle persone è un'altro.
(adesso non alziamo un infinito O.T. qui)
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Vecchio 29-07-2009, 10.49.46   #32
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ok. ma questo non era un giudizio personale.
e non erano insulti.
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Vecchio 29-07-2009, 11.00.25   #33
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Dal canto mio, credo che una tappa fondamentale dell' esistenza di ognuno (percarità è una mia opinione neanche troppo originale, lungi da me pontificare) sia quella di non cercare l'approvazione di nessuno. Quando si raggiunge una certa libertà interiore (magnifico traguardo) questo è assolutamente possibile, oltre che auspicabile. Fin quando voglio controllare, dominare, cambiare chicchessia, io dò soltanto potere alle mie debolezze senza entrare in contatto con l'autenticità dell'altro.
Trovo molto bello questo passaggio che hai scritto Logos, il problema è che oggi non sono in molti ad aver raggiunto una certa libertà interiore e quindi difficilmente (per essere ottimisti ) le persone non cercano l'approvazione altrui. Voler essere accettati diceva Ray è umano il punto è che bisogna anche meritarselo sia come genitori, figli, amici, lavoratori... invece alla fine ci si impone per esserlo, spesso si vuole passare per perfettoni agli occhi dell'altro, e così invece che vivere si passa il tempo a cercare di piacere all'altro con mezzi poco ortodossi e più o meno inconsapevoli...

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..................
La resa alla possibilità del rifiuto mostra l'assurdità di ciò e diviene sempre più necessario mostrarsi come si è o come viene. Che sia quel che sia.
In linea teorica sono d'accordo ma questa resa è possibile se non si è integri? mi sono fatta l'idea che l'approvazione, l'accettazione da parte dell'altro sia proprio un bisogno fin quando non bastiamo a noi stessi.. un punto di appoggio esterno per avere un posto nel mondo. E allora sconfiniamo nell'altrui libertà ..
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Vecchio 29-07-2009, 11.20.46   #34
nikelise
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In famiglia mi è relativamente facile trovare riscontri di quanto hai detto nel thread, un cavallo di battaglia di mia madre è ancora oggi "sei cambiata, non sei più come eri prima" (e meno male mi vien da dire ), mi riesce difficile capire come ad un genitore possa andare bene un figlio remissivo e che non sta bene piuttosto che un figlio sereno, sicuramente un figlio remissivo è più facilmente plasmabile ed è più facile da tenere sotto controllo, ed avere quindi l'illusione di possederlo.... un'altra cosa che ho inquadrato di recente (e non ancora bene digerito) è in mio padre.. ho visto che ha una tendenza a trattarmi in modo da farmi sentire inadeguata in un certo tipo di situazioni, tutte simili, la tendenza a schiacciarmi, a volermi imporre i suoi modi, come se i suoi fossero sempre quelli giusti e ed i miei sbagliati. Qui pero' non vedo nemmeno una volontà a cambiare il figlio ma proprio averne ragione per partito preso, su qualcosa che inconsciamente è da lui visto come un mio punto debole.. anche qui una specie di supremazia, non so non riesco ancora a capire bene, ma sotto c'è una dinamica che temo lavori da anni e che non avevo mai visto fino a poco tempo fa, ben accette altre visioni se volete darmi una mano ..

Mi interesserebbe capire il discorso dell'autoreferenziazione Uno, intendi le persone che parlano sempre di sè stesse e sono importantissime (e hanno sempre ragione)? Anche questo è un tentativo distorto di essere accettati dall'altro? Mi faccio ancora risucchiare da questo tipo di atteggiamento, l'unico modo che ho per evitarlo è tagliare il contatto almeno temporaneamente..
Quannto a tuo padre e' un modo di sopravvivere , di continuare ad esistere , sbagliato , ma e' cosi'.
Quanto all'autoreferenzialita' e' di chi non argomenta e ragiona ammettendo la possibilita' di sbagliare .
E' di chi gia' prima di discutere di qualcosa ti fa capire di aver ragione.
A mio avviso ci vogliono 2 qualita' per uscirne :
L'impeccabilita' e la spietatezza anche se si tratta di aver a che fare con i genitori.
Prima impeccabili poi spietati nello stroncare ''il prelievo del sangue''.
Qualita' di Castaneda anzi di Don juan , che sto leggendo in questi giorni .
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Vecchio 29-07-2009, 11.35.40   #35
griselda
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Sapete come è brutto cercare inconsciamente di essere accettati e avere la sensazione di non riuscire mai? (retorica la domanda)
Beh a me succedeva da bambina con mia madre, non le andavo mai bene, persino davanti alla letterina della festa della mamma riuscì a dirmi, dopo averla letta, le promettevo di essere più buona...insomma quelle cavolate che facevano scrivere ai bambini a quei tempi, menomale oggi non si fa più. Beh mi disse una volta con sarcasmo: -ah tanto tu prometti sempre e non mantieni mai!- Beh fu per me una fulminata elettrica che mi percorse tutta, ma siccome oltretutto non le piacevano i piagnistei non mi misi neppure a piangere tenni tutto dentro. E oggi? Beh oggi è uguale nel senso che sono portata a tenere tutto dentro e a cercare di accontentare l'altro pur di essere accettata, mi parte di default, poi siccome ciò non avviene appena sento l'odore del rifiuto già io inizio ad essere acida, scontrosa ad allontare l'altro perchè mi sorge dentro una sorta di risentimento atavico che mi fa andare su tutte le furie a volte, ma il più delle volte mi vergogno di questo sentimento e lo nascondo, come facevo da bambina per non essere oltre tutto schernita.
Quando poi salto e scoppio l'altro mi guarda come fossi un ufo sceso in terra perchè oltretutto non avendo manifestato niente prima, nessun segnale, pensa che sono uscita di melone.
Devo dire che faccio molta fatica a tenere a bada questa meccanicità se avete consigli sono ben accetti.
Ah ricordo che facevo moltissimi dispetti a mio fratello passando così anche per pestifera, perchè lui invece essendo il primo figlio e tontolone (ahahah) era accettato e benvoluto da mia madre e portato sempre come esempio. (sai che odio e gelosia ok ma sono andata OT)

Per quanto riguarda i genitori e l'amore credo che prima esiste un istinto che nasce quando diventi madre poi arriva una sorta di orgoglio e questo orgoglio più è importante averlo e peggio è per il povero figlio. (tu devi diventare questo e quello perchè IO padre devo essere orgoglioso e riempirmi delle tue imprese, perchè se mi deludi mi sentirò un fallito di nuovo)
Le persone più umili che ho conosciuto sono state quelle che hanno avuto più soddisfazioni nella vita perchè non si aspettavano niente dai figli per loro erano una benedizione averli qualunque cosa facessero.
Stop finish
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Ultima modifica di griselda : 29-07-2009 alle ore 11.36.46. Motivo: non ho ancora letto da Red in poi
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Vecchio 29-07-2009, 12.08.57   #36
Ray
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Trovo molto bello questo passaggio che hai scritto Logos, il problema è che oggi non sono in molti ad aver raggiunto una certa libertà interiore e quindi difficilmente (per essere ottimisti ) le persone non cercano l'approvazione altrui. Voler essere accettati diceva Ray è umano il punto è che bisogna anche meritarselo sia come genitori, figli, amici, lavoratori... invece alla fine ci si impone per esserlo, spesso si vuole passare per perfettoni agli occhi dell'altro, e così invece che vivere si passa il tempo a cercare di piacere all'altro con mezzi poco ortodossi e più o meno inconsapevoli...



In linea teorica sono d'accordo ma questa resa è possibile se non si è integri? mi sono fatta l'idea che l'approvazione, l'accettazione da parte dell'altro sia proprio un bisogno fin quando non bastiamo a noi stessi.. un punto di appoggio esterno per avere un posto nel mondo. E allora sconfiniamo nell'altrui libertà ..
Voler essere accettati e cercare approvazione non sono proprio la stessa cosa, anche se si assomigliano per molti versi.
Tendenzialmente cerco approvazione quando non sono così sicuro di approvarmi da solo, e soprattutto (che poi è la stessa cosa) quando voglio prendere qualcosa, nutrirmi, dell'approvazione.
Voler essere accettati è voler avere rapporti, voler scambiare, voler essere approvati un po' nasconde un desiderio di non cambiamento. Mentre se scambio sono disposto anche un po' a cambiare (pur restando me stesso).

Si penso che la resa alla poossibilità del rifiuto sia poossibile anche se non si è integri del tutto, e che aiuti nel processo di integrazione. Poi è una cosa che va di pari passo comunque.
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Vecchio 29-07-2009, 12.20.08   #37
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Sapete come è brutto cercare inconsciamente di essere accettati e avere la sensazione di non riuscire mai? (retorica la domanda)
Beh a me succedeva da bambina con mia madre, non le andavo mai bene, persino davanti alla letterina della festa della mamma riuscì a dirmi, dopo averla letta, le promettevo di essere più buona...insomma quelle cavolate che facevano scrivere ai bambini a quei tempi, menomale oggi non si fa più. Beh mi disse una volta con sarcasmo: -ah tanto tu prometti sempre e non mantieni mai!- Beh fu per me una fulminata elettrica che mi percorse tutta, ma siccome oltretutto non le piacevano i piagnistei non mi misi neppure a piangere tenni tutto dentro. E oggi? Beh oggi è uguale nel senso che sono portata a tenere tutto dentro e a cercare di accontentare l'altro pur di essere accettata, mi parte di default, poi siccome ciò non avviene appena sento l'odore del rifiuto già io inizio ad essere acida, scontrosa ad allontare l'altro perchè mi sorge dentro una sorta di risentimento atavico che mi fa andare su tutte le furie a volte, ma il più delle volte mi vergogno di questo sentimento e lo nascondo, come facevo da bambina per non essere oltre tutto schernita.
Quando poi salto e scoppio l'altro mi guarda come fossi un ufo sceso in terra perchè oltretutto non avendo manifestato niente prima, nessun segnale, pensa che sono uscita di melone.
Devo dire che faccio molta fatica a tenere a bada questa meccanicità se avete consigli sono ben accetti.
Ah ricordo che facevo moltissimi dispetti a mio fratello passando così anche per pestifera, perchè lui invece essendo il primo figlio e tontolone (ahahah) era accettato e benvoluto da mia madre e portato sempre come esempio. (sai che odio e gelosia ok ma sono andata OT)

Per quanto riguarda i genitori e l'amore credo che prima esiste un istinto che nasce quando diventi madre poi arriva una sorta di orgoglio e questo orgoglio più è importante averlo e peggio è per il povero figlio. (tu devi diventare questo e quello perchè IO padre devo essere orgoglioso e riempirmi delle tue imprese, perchè se mi deludi mi sentirò un fallito di nuovo)
Le persone più umili che ho conosciuto sono state quelle che hanno avuto più soddisfazioni nella vita perchè non si aspettavano niente dai figli per loro erano una benedizione averli qualunque cosa facessero.
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Ad averceli consigli utili da darti....
E' vero quello che dici sui genitori che vogliono bearsi e prendersi il merito dei successi dei figli e che subito li aggrediscono prendendone le distanze in caso di problemi coma a dire " se sei bravo è merito mio, se non lo sei è colpa tua", il tutto con i relativi danni che ci portiamo dietro da decenni non riuscendo a liberarcene, trattenendo queste sensazioni avute da bambini nemmeno si trattasse di chissà quale gemma preziosa di cui non vogliamo liberarci per niente al mondo.

Uno strumento utile potrebbe essere la ricapitolazione (con la quale sono ancora in fase di work in progress) che dovrebbe permetterci una liberazione da questi retaggi del passato che ci condizionano da tutta una vita.

Per come la penso io l'affeto verso i figli dovrebbe essere fatto sentire sempre e comunque incondizionatamente, poi si può criticare quando è giusto, fare i rimproveri quando è il caso ecc, ma l'affetto, per come la vedo io ora da non genitore, non dovrebbe essere legato a niente, essere un genitore dovrebbe essere diverso da essere un commissario di esame che ti giudica in base ai risultati del'interrogazione.

Poi bisogna vedere se i genitori sanno dare affetto o meno in conseguenza di come lo hanno ricevuto loro nell'infanzia, magari ti vogliono bene ma non sanno trasmettertelo: in questo caso uno che ad un certo punto interrompa la catena ci vuole, è molto difficile, ma ci si deve riuscire, sia per noi stessi sia per le eventuali successive generazioni.
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Vecchio 29-07-2009, 13.54.47   #38
stefano
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Ad averceli consigli utili da darti....
E' vero quello che dici sui genitori che vogliono bearsi e prendersi il merito dei successi dei figli e che subito li aggrediscono prendendone le distanze in caso di problemi coma a dire " se sei bravo è merito mio, se non lo sei è colpa tua", il tutto con i relativi danni che ci portiamo dietro da decenni non riuscendo a liberarcene, trattenendo queste sensazioni avute da bambini nemmeno si trattasse di chissà quale gemma preziosa di cui non vogliamo liberarci per niente al mondo.

Uno strumento utile potrebbe essere la ricapitolazione (con la quale sono ancora in fase di work in progress) che dovrebbe permetterci una liberazione da questi retaggi del passato che ci condizionano da tutta una vita.

Per come la penso io l'affeto verso i figli dovrebbe essere fatto sentire sempre e comunque incondizionatamente, poi si può criticare quando è giusto, fare i rimproveri quando è il caso ecc, ma l'affetto, per come la vedo io ora da non genitore, non dovrebbe essere legato a niente, essere un genitore dovrebbe essere diverso da essere un commissario di esame che ti giudica in base ai risultati del'interrogazione.

Poi bisogna vedere se i genitori sanno dare affetto o meno in conseguenza di come lo hanno ricevuto loro nell'infanzia, magari ti vogliono bene ma non sanno trasmettertelo: in questo caso uno che ad un certo punto interrompa la catena ci vuole, è molto difficile, ma ci si deve riuscire, sia per noi stessi sia per le eventuali successive generazioni.

secondo me è uno degli scopi per i quali siamo qui su questa terra in questo tempo.
riuscire a essere e manifestare pienamente amore per se stessi e per gli altri, pienamente liberi da condizionamenti.
mica facile sia chiaro ma quantomeno ritengo quello sia l'obiettivo cui puntare
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Vecchio 29-07-2009, 16.06.05   #39
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Voler essere accettati è voler avere rapporti, voler scambiare, voler essere approvati un po' nasconde un desiderio di non cambiamento. Mentre se scambio sono disposto anche un po' a cambiare (pur restando me stesso).

.
Io non la vedo questa differenza e soprattutto non vedo uno che vuole essere approvato che scambia, ma piuttosto impone perchè il bisogno di approvazione è taltmente tanto da non poter cambiare idea ... però vedo che uno che vuole essere approvato ed accettato in un gruppo può assumenre comportamenti idonei.. ma in ogni caso non è libero.
Se voglio approvazione la voglio così come sono: mi devi accettare come sono e se mi accetti mi approvi. Se non approvi le mie scelte non accetti che sono fatto così. Frasi comuni nei giovani figli.. che fanno sentire in colpa i genitori.
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Vecchio 29-07-2009, 16.27.26   #40
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Giusto oggi ho avuto modo di osservare un altro meccanismo, che toglie dignità a chi lo mette in pratica più di altri che posso esaminare, di come si controlla l'ambiente: il pettegolezzo.
Riportare fatti confidati o magari solo parlati o valutati ad altri secondo però il proprio comodo e versione allo scopo di controllare a proprio vantaggio l'ambiente, lavorativo in questo caso.
Per proprio comodo non vuol dire a livello di tornaconto fisico, materiale o lavorativo ma proprio esercitare un atto di vittimismo mascherato da integretà morale e lealtà verso gli altri... abbastanza schifoso... eppure lo vedo fare da molto tempo e funziona benissimo.
A questo livello è falsità. Il pettegolezzo o il riortare fatti con lo scopo di fare la vittima o di manipolare il pensiero altrui verso una direzione per averne in cambio un sollievo emotivo, momentaneo certo perchè poi dovrà continuamente rinnovarsi, è un controllo aggressivo applicato dalla vittima.


Se vogliamo possiamo continuare specificatamte su questa discussione la falsità:
http://ermopoli.it/portale/showthrea...ight=falsit%E0
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Vecchio 29-07-2009, 17.17.47   #41
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Io non la vedo questa differenza e soprattutto non vedo uno che vuole essere approvato che scambia, ma piuttosto impone perchè il bisogno di approvazione è taltmente tanto da non poter cambiare idea ... però vedo che uno che vuole essere approvato ed accettato in un gruppo può assumenre comportamenti idonei.. ma in ogni caso non è libero.
Se voglio approvazione la voglio così come sono: mi devi accettare come sono e se mi accetti mi approvi. Se non approvi le mie scelte non accetti che sono fatto così. Frasi comuni nei giovani figli.. che fanno sentire in colpa i genitori.
Forse non hai capito cosa intendevo, d'altra parte rileggendo non è così chiaro.

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Voler essere accettati è voler avere rapporti, voler scambiare, voler essere approvati un po' nasconde un desiderio di non cambiamento. Mentre se scambio sono disposto anche un po' a cambiare (pur restando me stesso).
Voler essere accettati = voler avere rapporti, voler scambiare
voler essere approvati = nasconde desiderio di non cambiamento.

Nella frase le due cose le intendevo contrapposte.

In effetti posso venir accettato e non approvato. Se però non vengo accettato non c'è rapporto (anche di disapprovazione) e quindi non c'è scambio.
Voler venire approvati è più che voler venire accettati... è voler essere accettati e anche approvati. Se mi basta l'accettazione non sto imponendo, chiedo. Se c'è bene, se no peccato... mi dispiace ma amen.
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Vecchio 29-07-2009, 17.24.45   #42
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Vediamo se ho percepito cosa intendi, perchè mi suona difficile.

Per essere accettato posso adeguarmi e cercare un dialogo anche se in ogni caso anche il desiderio di accettazione nasconde un bisogno, una insicurezza, una non accettazione di se.
Se voglio essere approvato chiaramente non mi frega niente di adeguarmi sono così e basta.

Se mi approvi mi accetti in automatico ma se mi accetti mentre io mi sono adeguato in realtà non puoi approvarmi perchè sono come te.. per cui approvi te stesso. Quindi alla fin fine quando si cerca approvazione si pretende di controllare.
Che caos.. forse diciamo la stessa cosa, ma da parti diverse.
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Vecchio 29-07-2009, 17.42.43   #43
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Giusto oggi ho avuto modo di osservare un altro meccanismo, che toglie dignità a chi lo mette in pratica più di altri che posso esaminare, di come si controlla l'ambiente: il pettegolezzo.
Riportare fatti confidati o magari solo parlati o valutati ad altri secondo però il proprio comodo e versione allo scopo di controllare a proprio vantaggio l'ambiente, lavorativo in questo caso.
Per proprio comodo non vuol dire a livello di tornaconto fisico, materiale o lavorativo ma proprio esercitare un atto di vittimismo mascherato da integretà morale e lealtà verso gli altri... abbastanza schifoso... eppure lo vedo fare da molto tempo e funziona benissimo.
A questo livello è falsità. Il pettegolezzo o il riortare fatti con lo scopo di fare la vittima o di manipolare il pensiero altrui verso una direzione per averne in cambio un sollievo emotivo, momentaneo certo perchè poi dovrà continuamente rinnovarsi, è un controllo aggressivo applicato dalla vittima.


Se vogliamo possiamo continuare specificatamte su questa discussione la falsità:
http://ermopoli.it/portale/showthrea...ight=falsit%E0

personalmente considero il pettegolezzo una delle decadenze umane peggiori e dagli effetti a volte davvero brutti.
ci sarebbe da osservare come mai la cronaca rosa è così amata dalle persone...così come la cronaca nera.
invece di stimolare l'amore reciproco e per la vita... si stimola la paura e l'isolamento a mio parere
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Vecchio 30-07-2009, 00.28.12   #44
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Così dovrebbe essere, eppure... purtroppo.......
A parte casi limite,l'errore del genitore è di non voler accettare la personalità del figlio/a, non riflettendo sul fatto che quando un figlio diventa grande, diventa una persona come le altre e può capitare che non sia in sintonia con il proprio genitore. Inoltre il genitore non accetta soprattutto la crescita di suo figlio e sempre pensa di poterlo rimproverare, riprendere, insomma continua a dargli quelle cure che andavano bene quando aveva di fronte un bambino, per mio padre ero sempre la sua bambina e come tale mi rendeva la vita impossibile, niente di quanto facevo gli andava bene, eppure so che mi amava, visceralmente, profondamente, nonostante scontri durissimi, fino alla fine, quando il silenzio che subentra è grave, insopportabile, opprimente più di tutte quelle tensioni che non riuscivamo mai a dipanare
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Vecchio 30-07-2009, 11.39.26   #45
RedWitch
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Voler essere accettati e cercare approvazione non sono proprio la stessa cosa, anche se si assomigliano per molti versi.
Tendenzialmente cerco approvazione quando non sono così sicuro di approvarmi da solo, e soprattutto (che poi è la stessa cosa) quando voglio prendere qualcosa, nutrirmi, dell'approvazione.
Voler essere accettati è voler avere rapporti, voler scambiare, voler essere approvati un po' nasconde un desiderio di non cambiamento. Mentre se scambio sono disposto anche un po' a cambiare (pur restando me stesso).

Si penso che la resa alla poossibilità del rifiuto sia poossibile anche se non si è integri del tutto, e che aiuti nel processo di integrazione. Poi è una cosa che va di pari passo comunque.
Grazie della precisazione, confondevo le due cose in effetti, adesso è più chiaro. Ribaltando la cosa e semplificando al massimo se mi accetti puoi essere mio amico e volermi bene ma non per questo approvarmi in tutto quel che dico e faccio (e ne possiamo discutere, magari cambiando i rispettivi punti di vista). Nonostante questo non smetti di essermi amico. Se non mi accetti non prendi nemmeno in considerazione quel che dico e faccio. Dal mio punto di vista se desidero essere accettata da te vorrei che tu mi fossi amico e mi volessi bene, poi se ho punti di vista diversi dai tuoi, possiamo parlare (scambiare) ed entrambi modificare.. Se voglio la tua approvazione in tutto quel che dico e faccio non mi sta bene se tu mi contesti qualcosa o non sei d'accordo con me.. ci rimango male, mi impunto e voglio convincerti (o anche no, ma sento il rifiuto) perchè se non mi approvi non mi ami e quindi non mi sento accettata, (anche se in realtà non è così).. facevo confusione in questo punto, perchè c'è del mio qui.. il trovarmi davanti un rifiuto, una contestazione (anche se giusto) mi fa sentire non accettata.... ma è roba mia (su cui devo sicuramente lavorare ancora).

E' vero che la differenza è sottile, però finalmente la vedo, grazie
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Vecchio 30-07-2009, 12.02.18   #46
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A parte casi limite,l'errore del genitore è di non voler accettare la personalità del figlio/a, non riflettendo sul fatto che quando un figlio diventa grande, diventa una persona come le altre e può capitare che non sia in sintonia con il proprio genitore. Inoltre il genitore non accetta soprattutto la crescita di suo figlio e sempre pensa di poterlo rimproverare, riprendere, insomma continua a dargli quelle cure che andavano bene quando aveva di fronte un bambino, per mio padre ero sempre la sua bambina e come tale mi rendeva la vita impossibile, niente di quanto facevo gli andava bene, eppure so che mi amava, visceralmente, profondamente, nonostante scontri durissimi, fino alla fine, quando il silenzio che subentra è grave, insopportabile, opprimente più di tutte quelle tensioni che non riuscivamo mai a dipanare
Non vorrei parlare di te per non entrare sul tuo personale, però mi viene facile usare l'esempio che hai fatto, facciamo finta che stiamo parlando in generale e non del tuo caso specifico, anzi parliamo di me vah....
Nella vita mi sono capitati alcuni rapporti con persone dure, che con il senno del poi ho compreso cosa mi hanno dato, ma appunto qualcosa ha lavorato e ho visto che non hanno cercato di invadere i miei territori interni, di controllarmi a puntino quanto di darmi degli strumenti che oggi utilizzo con soddisfazione. Oggi con queste persone non è rimasto, naturalmente, nulla in sospeso.
Con altre persone invece è successo il contrario hanno cercato di invadermi, magari ci sono pure riuscite per dei periodi (eoni fa, ma i fatti sono successi) e poi sono rimaste cose in sospeso finchè non ho imparato a perdonare.
Con le persone del primo tipo le tensioni (in quel caso proficue) che potevano crearsi poi si dipanavano naturalmente, inevitabilmente. Queste persone sono ferme (giustamente) nei loro principi ma non hanno mai tentato di invadere la mia personalità anche qualora per ruolo (per esempio una di queste persone è stato un mio maestro delle elementari... e poi altri maestri...) dovevano impormi qualcosa.

Non so se si capisce quello che volevo far notare, è ciò che rimane dopo (non l'eventuale nostalgia però) che determina cosa è successo.
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Vecchio 30-07-2009, 12.13.12   #47
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Non vorrei parlare di te per non entrare sul tuo personale, però mi viene facile usare l'esempio che hai fatto, facciamo finta che stiamo parlando in generale e non del tuo caso specifico, anzi parliamo di me vah....
Nella vita mi sono capitati alcuni rapporti con persone dure, che con il senno del poi ho compreso cosa mi hanno dato, ma appunto qualcosa ha lavorato e ho visto che non hanno cercato di invadere i miei territori interni, di controllarmi a puntino quanto di darmi degli strumenti che oggi utilizzo con soddisfazione. Oggi con queste persone non è rimasto, naturalmente, nulla in sospeso.
Con altre persone invece è successo il contrario hanno cercato di invadermi, magari ci sono pure riuscite per dei periodi (eoni fa, ma i fatti sono successi) e poi sono rimaste cose in sospeso finchè non ho imparato a perdonare.
Con le persone del primo tipo le tensioni (in quel caso proficue) che potevano crearsi poi si dipanavano naturalmente, inevitabilmente. Queste persone sono ferme (giustamente) nei loro principi ma non hanno mai tentato di invadere la mia personalità anche qualora per ruolo (per esempio una di queste persone è stato un mio maestro delle elementari... e poi altri maestri...) dovevano impormi qualcosa.

Non so se si capisce quello che volevo far notare, è ciò che rimane dopo (non l'eventuale nostalgia però) che determina cosa è successo.
Ma quello che rimane dopo non e' legato a come sono andati i fatti prima?
Voglio dire , se c'e' stata durezza ma con rispetto qualcosa di buono inevitabilmente resta .
Ma se si cerca di approfittare dell'altro come dici tu non resta nulla .
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Vecchio 30-07-2009, 15.47.36   #48
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Ma quello che rimane dopo non e' legato a come sono andati i fatti prima?
Si, e che ho detto io?
Quote:


Voglio dire , se c'e' stata durezza ma con rispetto qualcosa di buono inevitabilmente resta .
Ma se si cerca di approfittare dell'altro come dici tu non resta nulla .
Nulla di buono, ma rimane quel retrogusto di cose lasciate in sospeso, al limite anche di soprusi subiti (dipende da quanto profondo è il rapporto), cose che si possono risolvere solo con il perdono univoco o con un reale cambiamento di entrambi ed un nuovo approccio chiarificatore ed equilibratore.
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