Ermopoli
L'antica città della conoscenza
  
    
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Vecchio 22-08-2009, 09.24.47   #1
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Predefinito Nel presente o nel passato?

Rieccomi, stamattina ho bisogno di condividere. Ringrazio in anticipo di poterlo fare quà, ha un significato speciale anche il solo appendere, certi panni al sole.
Sento ora le emozioni, tutte. Monitorare scrivendo accadimenti con sentimenti e pensieri ad essi associati, mi porta a vedere molte cose che non conoscevo . Compresa l’interpretazione di sogni ricorrenti per tanto tempo inspiegabili,e ci arrivo da sola nella parte più ovvia per la mia conoscenza. Questo è l’unico beneficio fino ad ora della terapia intrapresa.
Una cosa si sta delineando, che sento sia troppo forte. Pesco di continuo nel passato. Non so quale passato a volte. Sono stata in vacanza in un posto selvaggio come natura, quasi estremo. A contatto con gli elementi veramente. Sono stata stupita di come ci siano in posti come questi, scenari che mi riportano in situazioni oniriche istantaneamente, a sorpresa e comincio a sintonizzarmi in frequenze che toccano qualcosa che mi pare vada al di là delle emozioni, come se fossi rapita einglobata. Il fondo nero e pietroso di un pezzo di mare in una data spiaggia. Ruderi in pietra argillosa. Un certo orizzonte del mare. Ho sognato ad occhi aperti. Anzi ,mi sono sentita in alcuni momenti proiettata anche emotivamente in un passato desiderabile, che in effetti ho vissuto solo in sogni ricorrenti molti anni fa.
Poi a casa il resto. Mi sto rendendo conto di come io viva di continuo , con la mente, in altre dimensioni spazio tempo, ma di cui riesco a cogliere poco. Non so , vivere in villaggi sulla spiaggia. E sempre di notte. La notte e il mare. Mi pare sia in atto continuamente un trasporto necessario più in la della realtà in cui sono tenuta ad operare e a pensare. Forse questo all’esterno si era capito.
Sono stata invitata sentitamente in una bella casa sulla spiaggia, dove una folla impediva di girare il capo, cosa che infatti non ho fatto per tutto il tempo. Non ero lì, credo di essere stata estrania a tutto questo, a parte l'acqua confortevole e i colori del mare, in attesa che risalissimo a casa, proiettata in situazioni che mi davano emozione buona, ma non so di che natura, i movimenti della gente non mi sfioravano. Cosa ho fatto nel frattempo?credo di sognare da sveglia, e riesco a stare ovunque io mi senta estranea.
Provare emozione, e stare nei luoghi che mi piacciono, è vitale per me, mi rendo conto di ricercare continuamente ciò col pensiero, e in alcuni scenari, che il più delle volte io ho la sensazione di non avere mai visto, non ho nemmeno chiari gli scenari.ho solo chiara la sensazione di sintonizzazione che placa il mio senso di estraneità alla realtà.

Non sopporto i rumori, la luce troppo forte. Troppa gente intorno. Troppo sole sulla pelle, e sono proprio meridionale…
Il contatto con il cibo è un po’ obbligato nella qualità. Solo cibi crudi e semplici il più possibile, pena :divento opaca e irritabile. Meglio non toccare mai l’alcol. Ho dovuto smettere di fumare già molti anni fa. Tutti elementi che mi stanno facendo credere che io sia poco radicata nella dimensione fisica( il mio corpo è spesso bloccato nelle normali funzioni, e non gli è concesso di dormire abbastanza e con ritmo). Ma ho appena detto qualcosa di cui non ho la più pallida idea cosa abbia di vero. Anni fa mi interessai, ma solo appena di striscio, perché sentivo persone interessate vicine a me che ne parlavano di certi argomenti. In questi giorni ho letto un po’ nei forum qui in Ermopoli, e rileggere certi termini intorno all’esoterismo, mi procura turbamento, rafforza ancora di più il desiderio di “traslare”. La butto giù cosi, non so nemmeno dove ho pescato…
In queste settimane ho avuto sempre più forte come una sensazione che la terapia psicologica non abbia questa volta tutti i mezzi per me. Anche se paradossalmente mi sta mettendo a contatto con cose che vorrebbero altro tipo di conoscenza.
Il mio turbamento è troppo forte, e troppo forte preme il bisogno di una elaborazione a livelli ben più massicci e più profondi, mentre mi si chiede proprio di chiudere con il passato e permettere al presente di essere visto.Ora ho un po’ di doveri che mi chiamano. Ad essere sincera, sono in una fase che mi vorrebbe lontana in un’isola, con acqua , pesci e frutta, e i miei gatti. E un quaderno per scrivere, per un paio di mesi, mi arriva la sensazione che tirerei fuori un po’ di ragni dal buco. E poi porterei il mio corpo-mente nei pressi di uno sciamano. Chissà…
Mi sento proprio andata fuori di testa, e la mia agitazione ha onde sempre più lunghe.E' un pò forte scivere quì.Grazie

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Vecchio 22-08-2009, 12.34.19   #2
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Devo precisare che nella spiaggia affollata ci sono rimasta solo due ore, per il resto sono stata in posti dove per qualche motivo di scomodità la gente ci va poco.
Ad ascoltare bene ciò che sento quanto mi sintonizzo ad un fluire di sensazioni che mi fanno stare bene, non è una emozione in particolare, è qualcosa che blocca i miei pensieri, che blocca l’azione, che spesso devo far scorre anche per molti minuti prima che io possa riprendere contato con la realtà che sta attorno, anche se vedo e sento e capisco. Non è nemmeno giusto così…è come se pescassi in qualcosa che non ha “nome” ne “volto” ne vedo la fonte, sento solo che il luogo da dove fisicamente arriva , è in quel muscolo , chiamato cuore. O nel torace più estesamente. Devo respirare per contenerlo, posso anche scriverlo, ma se non mi fermo a farlo passare potrei restarci per non so quanto tempo fino a quando diventa troppo.
Sono una specie di palla che si accende e si spegne. Questa è una delle cose che mi accadono, diversa da quella che ho già descritto, come scariche di adrenalina che subisco, anche se ora molto di meno.
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Vecchio 22-08-2009, 13.46.10   #3
Ray
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Quanto dici sul radicamento nel fisico, sul fatto che hai osservato essere forse non sufficiente, e quanto dici sui "viaggi" nel passato e sui sogni da sveglia, credo siano connessi.
Questi viaggi possono non essere di per se negativi, addirittura utili e fonte di apprendimento, diventano però un tantino pericolosi quando non ci si sa ancorare per bene e poter quindi tornare del tutto, oltre a mantenere un certo livello di coscienza durante.

C'è un'utile discussione sul training autogeno... pratica che al di là dei suoi risvolti "esoterici" è comunque una tecnica evolutiva molto efficace per il radicamento "a terra". Se non è già stato fatto te la segnalo. Provarci potrebbe fornirti un "appoggio" che forse ti manca in questo momento e darti un po' più di tranquillità per le tue esplorazioni.

Training autogeno


Ti segnalo anche un altro tread che potrebbe darti qualche utile consiglio a proposito di quanto dici sull'alimentazione.

http://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=3115


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Vecchio 22-08-2009, 15.24.45   #4
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Ora ho un po’ di doveri che mi chiamano. Ad essere sincera, sono in una fase che mi vorrebbe lontana in un’isola, con acqua , pesci e frutta, e i miei gatti. E un quaderno per scrivere, per un paio di mesi, mi arriva la sensazione che tirerei fuori un po’ di ragni dal buco. E poi porterei il mio corpo-mente nei pressi di uno sciamano. Chissà…
Mi sento proprio andata fuori di testa, e la mia agitazione ha onde sempre più lunghe.E' un pò forte scivere quì.Grazie
Sono sicuro che qualche ragno dal buco lo puoi tirar fuori anche qua, senza andare sull'isola deserta. L'ambiente può aiutare, ma quel che conta veramente sei tu...
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Vecchio 23-08-2009, 01.10.24   #5
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Grazie Ray, mi sento meglio se mi dici che può essere positivo il mio pescare altrove.. In effetti non credo potrei farne a meno, credo vi attinga anche la mia creatività, la capacità di intuire. E mi sento me stessa in quello spaziare e variare. Molta della felicità che provo a volte immotivatamente mi arriva dal sintonizzarmi a questi spazi che non saprei nemmeno vagamente definire, se non, ”sogno” da sveglia. Posso dire Ray che non credo di perdere mai il contatto con l’ambiente circostante, però mi sembra di essere sempre un po’ al di là. Ho letto parecchio nel tread che mi hai consigliato su training autogeno. La prima reazione appena ho letto questo tuo consiglio è stata di forte ribellione con conseguente adrenalina, a qualcosa che vuole disciplina. La volontà è il mio tallone di Achille, è molto capricciosa e poco gestibile, spesso non mi segue. Anche nel mio lavoro o nella casa pecco di ritmo. Faccio molto per giorni o settimane e poi mi fermo, o delego, devo fare altro che sia fine a se stesso, solo per il mio benessere interiore.
Ho però intenzione di seguire la tua indicazione. Se non metto qualcosa di nuovo , nulla nemmeno cambia. Una volta feci un ciclo di meditazioni dinamiche, molto seriamente, volevo ottenere dei risultati, ma ne ottenni uno insperato che non avevo chiesto a me stessa: smisi di colpo di fumare, per mai più riprendere. Questa cosa mi sembrò straordinaria. Mi sono chiesta cosa fosse accaduto. In quel caso ne sono certa fu il rafforzamento della volontà per il ritmo impostomi nel farlo tutti i giorni e alla stessa ora. Quel tantum di volontà che mi permise una rinuncia che desideravo da tempo ma non pensavo di potere attuare. Non ho a disposizione la capacità di mantenere un ritmo con la volontà, posso provare.
Tutto il mio essere non ha ritmo a breve distanza. A lungo termine cerco di fare tutte le cose.
Il mio corpo non ha ritmo.
Grazie anche a te, Kael, è vero che qui sto trovando aiuto e importante fonte di ispirazione. Cerco di darmi la possibilità di lavorare su più fronti, un’intensità anche questa alla quale non mi posso sottrarre.Buon riposo
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Vecchio 24-08-2009, 00.34.38   #6
Kael
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Per "qua" intendevo dove sei ora, casa tua, con tutto lo stress possibile (rispetto all'isola tranquilla), non necessariamente Ermopoli... comunque son contento che anche quest'ultima possa esserti d'aiuto.
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Vecchio 24-08-2009, 21.21.11   #7
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Per "qua" intendevo dove sei ora, casa tua, con tutto lo stress possibile (rispetto all'isola tranquilla), non necessariamente Ermopoli... comunque son contento che anche quest'ultima possa esserti d'aiuto.
In effetti kael non avevo inteso bene. Si devo per forza arrangiarmi nei posti dove mi è possibile andare. Ma l'isola resta il mio sogno magari l'ì mi sarei messa solo solo comoda al sole.
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Vecchio 24-08-2009, 21.41.52   #8
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Quanto dici sul radicamento nel fisico, sul fatto che hai osservato essere forse non sufficiente, e quanto dici sui "viaggi" nel passato e sui sogni da sveglia, credo siano connessi.
Questi viaggi possono non essere di per se negativi, addirittura utili e fonte di apprendimento, diventano però un tantino pericolosi quando non ci si sa ancorare per bene e poter quindi tornare del tutto, oltre a mantenere un certo livello di coscienza durante.
Oggi una seduta interessante e comincio a entrare nel dunque. ciò che mi hai anticipato Ray con le tue parole, oggi mi è stato confermato in seduta terapeutica, esattamente nel modo in cui me lo hai detto. questi viaggi hanno una funzione anche importante al di là che io ne faccia troppi o meno. la cosa su cui devo lavorare è che devo eliminare la separazione in atto da sempre, tra la realtà che voglio eludere e la fonte a cui attingo cose che mi fanno stare bene. devo creare un collegamento. mi è stato spiegato in termini cognitivo comportamentali, che quando il bambino è costretto a vivere in situazioni pesanti o non accettabili, sperimenta di evadere con la fantasia, ha un termine preciso che non mi sto ricordando. però la sua mente non ha lo sviluppo sufficiente per collegare, per creare dei ponti. E alimenta la separazione. il mio infufficiente "radicamento" ne è la conseguenza.
mi ha proposto di fare delle cose con il respiro, teatro terapia, o altre tra le quali potrò scegliere dopo una sperimentazione. vedrò di cosa si tratta. sono molto ribelle alla disciplina corporea e l'ho manifestato, ma se non comprendo e accetto questo aspetto credo che me la racconterò come dite quì per tutta la vita. mi piace infinitamente di più elucubrare con la mente , è un grosso mostro, mi dice di mollare tutto se devo costringere la mia parte nobile a sentire quella meramente corporea.
saluti , grazie sempre
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Vecchio 25-08-2009, 00.34.07   #9
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Oggi una seduta interessante e comincio a entrare nel dunque. ciò che mi hai anticipato Ray con le tue parole, oggi mi è stato confermato in seduta terapeutica, esattamente nel modo in cui me lo hai detto.
Beh, dai l'indirizzo di ermo al terapeuta e a me il suo che gli mando le fatture

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mi piace infinitamente di più elucubrare con la mente , è un grosso mostro, mi dice di mollare tutto se devo costringere la mia parte nobile a sentire quella meramente corporea.
saluti , grazie sempre
Potresti chiedere da parte mia alla tua parte nobile dove si siede se gli tolgo da sotto il meramente?
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Vecchio 25-08-2009, 19.38.08   #10
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Beh, dai l'indirizzo di ermo al terapeuta e a me il suo che gli mando le fatture



Potresti chiedere da parte mia alla tua parte nobile dove si siede se gli tolgo da sotto il meramente?
per la prima battuta, già...



Guarda non sono molto alta, tutt'al più la mia testa si farebbe un bernoccolo.
Comunque sotto ci metterei una nuvola. mi pare ci sia anche una emotion,testa con le ali se non sbaglio ed è simpatica. un pò come questa
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Vecchio 25-08-2009, 23.43.59   #11
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Guarda non sono molto alta, tutt'al più la mia testa si farebbe un bernoccolo.
Comunque sotto ci metterei una nuvola. mi pare ci sia anche una emotion,testa con le ali se non sbaglio ed è simpatica. un pò come questa
E dove se lo fa il bernoccolo... sul meramente? (intendo che il bernoccolo è corporeo e quando te lo fai sentirlo ti tocca).

Come dire che la mente senza corpo non va da nessuna parte, non ha le ali, usa il corpo come base per saltare e rimbalzare.
C'è un altro equivoco: non è la mente che sente il corpo, sei tu che senti il corpo e allo stesso modo puoi sentire anche la mente... guardarla elucubrare. Provare per credere (se provi abbastanza a lungo e intensamente).
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Vecchio 26-08-2009, 00.27.46   #12
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E dove se lo fa il bernoccolo... sul meramente? (intendo che il bernoccolo è corporeo e quando te lo fai sentirlo ti tocca).

Come dire che la mente senza corpo non va da nessuna parte, non ha le ali, usa il corpo come base per saltare e rimbalzare.
C'è un altro equivoco: non è la mente che sente il corpo, sei tu che senti il corpo e allo stesso modo puoi sentire anche la mente... guardarla elucubrare. Provare per credere (se provi abbastanza a lungo e intensamente).
Ray stavo per risponderti con una battura di scherno. Ma scelgo seriamente con umiltà di depositare la dichiarazione che comprendo ciò che vuoi dirmi, ma si da il caso che io sia affetta da una ostinatissima refrattarietà ad una qualunque disciplina. Non sono sicura nemmeno di saperlo esprimere con le frasi, e la scrivo come mi viene.
provo una forte ribellione a cose che richiedono ritmo,disciplina corporea. scadenza puntuale. appuntameto. Odio la ripetitività. Mi agito col corpo, mi muovo tutto il giorno, nel lavoro anche se mi piace, a fare le commissioni ordinarie. In casa, ma lo faccio con buona volontà. aspetto il momento per studiare qualcosa, imparare un programma. scrivere in una sorta di manoscitto. nemmeno la tv accendo quasi mai. elaboro allo scopo di scrivere una storia. ma nessuna di queste cose che mi piace fare è fatta in modo sistematico. con orari fissi e tempi fissi. esco perchè mi invitano gli amici, e li assecondo perchè poi ci sto anche bene, ma mi piace anche molto stare da sola a casa, tra libri , fogli, computer , mi rifaccio dal movimento corporeo che ho dovuto fare.
Lavorare col pensiero. la mia creatività la esprimo col pensiero. aggiustandolo in un certo modo e provo molto sollievo. Mi iscrivo in palestra tutti gli anni, mi faccio abbonamenti, che poi spreco puntualmente, il mio corpo si ribella, la mia mente si annoia. Se non è qualcosa di creativo il mio corpo si rifiuta. ma che cosa è creativo per meramente?
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Vecchio 26-08-2009, 00.51.35   #13
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Ray stavo per risponderti con una battura di scherno. Ma scelgo seriamente con umiltà di depositare la dichiarazione che comprendo ciò che vuoi dirmi, ma si da il caso che io sia affetta da una ostinatissima refrattarietà ad una qualunque disciplina. Non sono sicura nemmeno di saperlo esprimere con le frasi, e la scrivo come mi viene.
provo una forte ribellione a cose che richiedono ritmo,disciplina corporea. scadenza puntuale. appuntameto. Odio la ripetitività. Mi agito col corpo, mi muovo tutto il giorno, nel lavoro anche se mi piace, a fare le commissioni ordinarie. In casa, ma lo faccio con buona volontà. aspetto il momento per studiare qualcosa, imparare un programma. scrivere in una sorta di manoscitto. nemmeno la tv accendo quasi mai. elaboro allo scopo di scrivere una storia. ma nessuna di queste cose che mi piace fare è fatta in modo sistematico. con orari fissi e tempi fissi. esco perchè mi invitano gli amici, e li assecondo perchè poi ci sto anche bene, ma mi piace anche molto stare da sola a casa, tra libri , fogli, computer , mi rifaccio dal movimento corporeo che ho dovuto fare.
Lavorare col pensiero. la mia creatività la esprimo col pensiero. aggiustandolo in un certo modo e provo molto sollievo. Mi iscrivo in palestra tutti gli anni, mi faccio abbonamenti, che poi spreco puntualmente, il mio corpo si ribella, la mia mente si annoia. Se non è qualcosa di creativo il mio corpo si rifiuta. ma che cosa è creativo per meramente?
Da come la descrivi la mia sensazione è che non sia il corpo a ribellarsi... d'altronde lo dici tu, non reggi la disciplina, le ripetitività, la costanza, ma in esse è la mente che si annoia (o pensa di annoiarsi perchè non prova abbastanza).

Cos'è creativo per il corpo? E' qualcosa che viene proprio dalla ripetitività. Hai mai fatto caso a come impariamo a fare le cose? Guidare per esempio... finchè all'inizio lo fai con la mente non riesci, è troppo complicato. Poi quando il corpo impara lo fai sciolta, riesci pure a pensare ad altro mentre lui guida.
Giunta a questo grado di automatismo (questo si positivo) se poi ti capita di guidare con intensità, con la mente conentrata a seguire il corpo, allora sfiori qualche virtuosismo, intuisci la strada, la sua conformazione, vedi e capisci tutto in anticipo... insomma sei tutta connessa col guidare. Mai successo? (anche con altro).
Questa è creatività del corpo... quando da un automatismo, ottenuto per ripetitività, riesce a tirar fuori un quid in più, becca una combinazione inaspettata.
Anche lo scrittore, alla fin fine, trae la sua creatività (o per lo meno la sua manifestazione, il risultato di essa) dalla ripetitività. Se non scrivesse ogni giorno, altro che opere...
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Vecchio 26-08-2009, 01.01.37   #14
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Da come la descrivi la mia sensazione è che non sia il corpo a ribellarsi... d'altronde lo dici tu, non reggi la disciplina, le ripetitività, la costanza, ma in esse è la mente che si annoia (o pensa di annoiarsi perchè non prova abbastanza).

Cos'è creativo per il corpo? E' qualcosa che viene proprio dalla ripetitività. Hai mai fatto caso a come impariamo a fare le cose? Guidare per esempio... finchè all'inizio lo fai con la mente non riesci, è troppo complicato. Poi quando il corpo impara lo fai sciolta, riesci pure a pensare ad altro mentre lui guida.
Giunta a questo grado di automatismo (questo si positivo) se poi ti capita di guidare con intensità, con la mente conentrata a seguire il corpo, allora sfiori qualche virtuosismo, intuisci la strada, la sua conformazione, vedi e capisci tutto in anticipo... insomma sei tutta connessa col guidare. Mai successo? (anche con altro).
Questa è creatività del corpo... quando da un automatismo, ottenuto per ripetitività, riesce a tirar fuori un quid in più, becca una combinazione inaspettata.
Anche lo scrittore, alla fin fine, trae la sua creatività (o per lo meno la sua manifestazione, il risultato di essa) dalla ripetitività. Se non scrivesse ogni giorno, altro che opere...



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Vecchio 27-08-2009, 01.59.11   #15
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Da come la descrivi la mia sensazione è che non sia il corpo a ribellarsi... d'altronde lo dici tu, non reggi la disciplina, le ripetitività, la costanza, ma in esse è la mente che si annoia (o pensa di annoiarsi perchè non prova abbastanza).

Cos'è creativo per il corpo? E' qualcosa che viene proprio dalla ripetitività. Hai mai fatto caso a come impariamo a fare le cose? Guidare per esempio... finchè all'inizio lo fai con la mente non riesci, è troppo complicato. Poi quando il corpo impara lo fai sciolta, riesci pure a pensare ad altro mentre lui guida.
Giunta a questo grado di automatismo (questo si positivo) se poi ti capita di guidare con intensità, con la mente conentrata a seguire il corpo, allora sfiori qualche virtuosismo, intuisci la strada, la sua conformazione, vedi e capisci tutto in anticipo... insomma sei tutta connessa col guidare. Mai successo? (anche con altro).
Questa è creatività del corpo... quando da un automatismo, ottenuto per ripetitività, riesce a tirar fuori un quid in più, becca una combinazione inaspettata.
Anche lo scrittore, alla fin fine, trae la sua creatività (o per lo meno la sua manifestazione, il risultato di essa) dalla ripetitività. Se non scrivesse ogni giorno, altro che opere...
Mi dai molti spunti, sono stanca adesso e poco lucida, ma scrivo lo stesso o perdo il filo.

Vedi in questo sono disciplinata, puntuale. Anche nel lavoro che sto facendo, guidata; faccio tutto ciò che mi viene richiesto e con cura. ho una forte motivazione, ho interesse e curiosità, posso contare sulla mia costanza. Allora mi chiedo se il bisogno rimandato di capire a fondo è forte al punto che blocca altri scopi.
Mi fai ragionare sul fatto che infondo non è proprio vero che io la disciplina non la conosca. Ho studiato, imparato un mestiere. so aspettare il mio turno, so controllare degli istinti. Ma hai azzeccato una frase in particolare , "la mente pensa di annoiarsi perchè non prova abbastanza" . Forse è questo il punto, il ricercare l'intensità sempre alta. Ci fu un periodo della mia vita in cui intrapresi, finito un corso di studi, la strada che finalemente era quella che mi realizzava totalmente. Per accadimenti importanti nuovi a me, dovetti interrompere. pensai per molti anni a seguire che prima o poi avrei ripreso, ma non fu possibile. E' come se fossi rimasta imbrigliata lì con il pensiero. In standby fino a quando decisi pochi anni fa che dovevo abbandonare quella aspettativa. Il tempo e l'età non li ritenevo più adeguate. A volte penso ci sia dentro di me una pulsione tanto forte e tanto inaccessibile, che occupa senza colpa uno spazio vistoso , visto i vari blocchi somatici, da farmi diventare matta perchè non so cosa sia. A volte oso pensare come ad un genio che urla per potere uscire alla luce, ma non trova la strada, ne il tempo, ne a livello della consapevolezza il permesso perchè penso che toglierebbe attenzione al lavoro di cui non posso fare a meno per vivere. finchè non darò voce a questa cosa il mio corpo non ne vuole sapere di seguire altro. Quella sintonizzazione di cui parlo in altro post, ad emozioni e scenari oltre la realtà, è un cercare contatto con la energia, che non ha nome, di quel genio. E mi aiuta asentirmi viva.Sono matta?

Lo so che salto di palo in frasca, però il desiderio di trovare una soluzione è forte e sincero.
notte Grazie Ray, ti mando una parcella virtuale

Ultima modifica di webetina : 27-08-2009 alle ore 02.03.39.
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Cos'è creativo per il corpo? E' qualcosa che viene proprio dalla ripetitività. Hai mai fatto caso a come impariamo a fare le cose? Guidare per esempio... finchè all'inizio lo fai con la mente non riesci, è troppo complicato. Poi quando il corpo impara lo fai sciolta, riesci pure a pensare ad altro mentre lui guida.
Giunta a questo grado di automatismo (questo si positivo) se poi ti capita di guidare con intensità, con la mente conentrata a seguire il corpo, allora sfiori qualche virtuosismo, intuisci la strada, la sua conformazione, vedi e capisci tutto in anticipo... insomma sei tutta connessa col guidare. Mai successo? (anche con altro).
Questa è creatività del corpo... quando da un automatismo, ottenuto per ripetitività, riesce a tirar fuori un quid in più, becca una combinazione inaspettata.
Anche lo scrittore, alla fin fine, trae la sua creatività (o per lo meno la sua manifestazione, il risultato di essa) dalla ripetitività. Se non scrivesse ogni giorno, altro che opere...
Mi rimanda all'arte ciò che hai decritto, che non può prescindere da conoscenza e fare bene, che dipende dal numero di volte che ti ha permesso di fare con precisione l'esperienza, e nel quale il risultato finale non è la somma aritmetica degli elementi accostati. Soprattutto quando ti riferisci alle opere di scrittuta. Sopra mi è servito per ricordarmi di occasioni in cui il corpo è un tuttuno con il pensiero nell'azione(la guida), e diciamo che ne ho ricordo in altri ambiti certamente ora che mi ci fai fare caso.

E' vero ho fatto io una domanda, cosa è creatività per il corpo, forse dovrei meglio dire, come mai non riesco ad innamorarmi delle infinite sensazoni positive che il corpo può dare se si è avvezzi a sentirlo?

Individuo però nella creatività qualcosa di diverso. Che nasce originariamente da un istinto di cambiare continuamente strateggia per non essere catturati, e per non "stufare" . Darvin lo avrebbe spiegato così, e poi se nè fatto uno strumento di espressione che da movimento e refrigerio alla fissità. La mia abitudine alla incostanza in certi ambiti tralatro è proprio una ribellione alla esagerata disciplina a cui sono stata chiamata e che ha chiuso drasticamente la mia infanzia, da un lato, e dalla possibilità avuta proprio nella mia lunga infanzia di giocare a perdifiato, libera di sguinzagliare la mia fantasia, e maestra nel trattenere sempre l'attenzioni dei miei compagni di gioco. A parte l'indole naturalemnte che credo esista.

Perdonate è abbastanza scollegato ciò che scrivo, avrei bisogno di lavorarci un pò meglio su questa cosa che sento ha un suo senso. Lo lascio quì al sole, magari matura....

Ultima modifica di webetina : 27-08-2009 alle ore 08.46.28.
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Vecchio 27-08-2009, 16.56.57   #17
Ray
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Mi rimanda all'arte ciò che hai decritto, che non può prescindere da conoscenza e fare bene, che dipende dal numero di volte che ti ha permesso di fare con precisione l'esperienza, e nel quale il risultato finale non è la somma aritmetica degli elementi accostati. Soprattutto quando ti riferisci alle opere di scrittuta. Sopra mi è servito per ricordarmi di occasioni in cui il corpo è un tuttuno con il pensiero nell'azione(la guida), e diciamo che ne ho ricordo in altri ambiti certamente ora che mi ci fai fare caso.

E' vero ho fatto io una domanda, cosa è creatività per il corpo, forse dovrei meglio dire, come mai non riesco ad innamorarmi delle infinite sensazoni positive che il corpo può dare se si è avvezzi a sentirlo?

Individuo però nella creatività qualcosa di diverso. Che nasce originariamente da un istinto di cambiare continuamente strateggia per non essere catturati, e per non "stufare" . Darvin lo avrebbe spiegato così, e poi se nè fatto uno strumento di espressione che da movimento e refrigerio alla fissità. La mia abitudine alla incostanza in certi ambiti tralatro è proprio una ribellione alla esagerata disciplina a cui sono stata chiamata e che ha chiuso drasticamente la mia infanzia, da un lato, e dalla possibilità avuta proprio nella mia lunga infanzia di giocare a perdifiato, libera di sguinzagliare la mia fantasia, e maestra nel trattenere sempre l'attenzioni dei miei compagni di gioco. A parte l'indole naturalemnte che credo esista.

Perdonate è abbastanza scollegato ciò che scrivo, avrei bisogno di lavorarci un pò meglio su questa cosa che sento ha un suo senso. Lo lascio quì al sole, magari matura....
La disciplina a cui si è costretti non è vera disciplina, così come il lasciarsi andare senza costrutto non è vera libertà.
Chi si è trovato per un periodo della vita, magari da piccolo, a dover sottostare ad un sistema molto rigido, poi spesso si trova, appena può, a mollare la tendenza opposta. Ma si tratta di compensazione, pure necessaria a volte e per certo tempo, non di soluzione o di equilibrio.

La vera disciplina è qualcosa che ci si impone da soli per uno scopo. Ed è estremamente rassicurante.

Alcune discipline inoltre, col tempo, forniscono di quell'energia in più che permette di fare questo e quello
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
La disciplina a cui si è costretti non è vera disciplina, così come il lasciarsi andare senza costrutto non è vera libertà.
Chi si è trovato per un periodo della vita, magari da piccolo, a dover sottostare ad un sistema molto rigido, poi spesso si trova, appena può, a mollare la tendenza opposta. Ma si tratta di compensazione, pure necessaria a volte e per certo tempo, non di soluzione o di equilibrio.

La vera disciplina è qualcosa che ci si impone da soli per uno scopo. Ed è estremamente rassicurante.

Alcune discipline inoltre, col tempo, forniscono di quell'energia in più che permette di fare questo e quello
L'unico periodo in cui mi imposi la disciplina furono gli anni dello studio. in effetti era rassicurante, avevo uno scopo, c'era un ordine.
E l'unica disciplina corporea, solo ventuno giorni, che riuscii a portare atermine non senza emorme fatica, fu un ciclo di meditazioni dinamiche, come ho già scritto, e ottenni di non fumare più.
Oggi mi sembra di non essere in grado di affrontare ne studi sistematici, ne discipline fisiche, di respirazione ect. Casco dai miei piedi anche solo a pensarci. Tra incudine e martello, o deficienza nei ritmi corporei, o una qualche disciplina che mi aiuti a dare ritmo. In entrambi i casi mi sento torturata.
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