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Vecchio 21-09-2009, 20.41.33   #1
Grey Owl
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Predefinito Alla deriva

Mi sto accorgendo di andare alla deriva, come trascinato dalla corrente che mi porta lontano dalla riva, dalla terra ferma. Questo accorgermi non provoca in me l'urgenza di muovere le braccia, di battere i piedi per lottare contro questo movimento lento ma costante. Vedo la riva sempre piu' distante e l'unica cosa che mi viene da fare e' rattristarmi, accettare l'apatia fisica, le braccia deboli e i piedi molli.
Ma come e' stato possibile cio'? Come sono arrivato a questa mancanza di forze? Perche' dolermi e non reagire? Eppure basta cercare anche nei piccoli movimenti una reazione a questo lento cedere. Ed e' per questo che scrivo in esperienze, questo e' un piccolo gesto, una piccola reazione a questo mio stato d'animo.
Come in un mare notturno vedo i flutti brillare delle stelle lontane, le onde, i marosi, il suono sempre piu' lontano delle rocce bagnate. Lo scoglio si oppone al mare eppure mi sarebbe utile come appiglio.
Che sia il non aver ostacoli, scogli davanti a me che mi porta alla deriva?
Provo freddo e confusione mentale, che fare?
Scrivo tra il faceto e divertito ma nel profondo cosi' non e' per me che provo strade da esplorare in questo mio stato alla deriva. Lasciarsi andare del tutto, affondare nel flutto oscuro e nero della notte e desiderare di morire. No, non ho il coraggio, tengo troppo a questa immagine che ancora ha da dire e da fare. Mera illusione la mia eppure e' tutto quello che ho, illudermi ancora di poter fare e disfare. Ed allora nuotare, reagire con motto di stizza e lottare contro questo lento deviare, si, cosi' e' da fare ed allora cosa si oppone tra il dire ed il fare? Troppo facile parlare di pigrizia, evitando l'analisi ulteriore di vedere che la paura muove fili invisibili in me. Si perche' il fratello, poi la madre e poi il padre e cosi' chi amo corrono pericoli a cui non posso portar riparo.
Certo e' facile lasciarsi andare, con la mente vagare. Cerco ancora un'appiglio in questa notte in onore di Litha, l'acqua salata mi bagna la bocca e mi esce dagli occhi, sfogati ancora un po' in modo che il prossimo sospiro diverra' un respiro. Un'atto di volonta' mi aspetta, accettare la morte oppure reagire ma mai continuare a patire l'attesa di un'alba che non s'avvera. Adesso mi metto a nuotare, verso la riva, sulla costa vedo ora le luci. Nuota, nuota ancora un po' verso la costa, adesso i muscoli si fanno forti ed il sangue scorre di nuovo. E' stato un momento alla deriva ma ora riprendo contatto con la terra. Coi piedi per terra la deriva è scongiurata ma che fatica riprendere contatto con la terra, ancora adesso non so se ci sono riuscito.

Alla fine del mio scrivere a ruota libera ho buttato fuori qualcosa che non avevo visto prima.
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Vecchio 21-09-2009, 21.22.10   #2
nikelise
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Mi sto accorgendo di andare alla deriva, come trascinato dalla corrente che mi porta lontano dalla riva, dalla terra ferma. Questo accorgermi non provoca in me l'urgenza di muovere le braccia, di battere i piedi per lottare contro questo movimento lento ma costante. Vedo la riva sempre piu' distante e l'unica cosa che mi viene da fare e' rattristarmi, accettare l'apatia fisica, le braccia deboli e i piedi molli.
Ma come e' stato possibile cio'? Come sono arrivato a questa mancanza di forze? Perche' dolermi e non reagire? Eppure basta cercare anche nei piccoli movimenti una reazione a questo lento cedere. Ed e' per questo che scrivo in esperienze, questo e' un piccolo gesto, una piccola reazione a questo mio stato d'animo.
Come in un mare notturno vedo i flutti brillare delle stelle lontane, le onde, i marosi, il suono sempre piu' lontano delle rocce bagnate. Lo scoglio si oppone al mare eppure mi sarebbe utile come appiglio.
Che sia il non aver ostacoli, scogli davanti a me che mi porta alla deriva?
Provo freddo e confusione mentale, che fare?
Scrivo tra il faceto e divertito ma nel profondo cosi' non e' per me che provo strade da esplorare in questo mio stato alla deriva. Lasciarsi andare del tutto, affondare nel flutto oscuro e nero della notte e desiderare di morire. No, non ho il coraggio, tengo troppo a questa immagine che ancora ha da dire e da fare. Mera illusione la mia eppure e' tutto quello che ho, illudermi ancora di poter fare e disfare. Ed allora nuotare, reagire con motto di stizza e lottare contro questo lento deviare, si, cosi' e' da fare ed allora cosa si oppone tra il dire ed il fare? Troppo facile parlare di pigrizia, evitando l'analisi ulteriore di vedere che la paura muove fili invisibili in me. Si perche' il fratello, poi la madre e poi il padre e cosi' chi amo corrono pericoli a cui non posso portar riparo.
Certo e' facile lasciarsi andare, con la mente vagare. Cerco ancora un'appiglio in questa notte in onore di Litha, l'acqua salata mi bagna la bocca e mi esce dagli occhi, sfogati ancora un po' in modo che il prossimo sospiro diverra' un respiro. Un'atto di volonta' mi aspetta, accettare la morte oppure reagire ma mai continuare a patire l'attesa di un'alba che non s'avvera. Adesso mi metto a nuotare, verso la riva, sulla costa vedo ora le luci. Nuota, nuota ancora un po' verso la costa, adesso i muscoli si fanno forti ed il sangue scorre di nuovo. E' stato un momento alla deriva ma ora riprendo contatto con la terra. Coi piedi per terra la deriva è scongiurata ma che fatica riprendere contatto con la terra, ancora adesso non so se ci sono riuscito.

Alla fine del mio scrivere a ruota libera ho buttato fuori qualcosa che non avevo visto prima.
E' Dioniso che ti annienta ma poi per fortuna arriva Apollo che e' il mondo bello , la tua famiglia , le immagini da sogno che cerchi di realizzare .
Punta su quelle ,il tuo bambino e il meglio che hai .
Grey siamo tutti nella stessa barca che naviga in un mare che non finisce piu'.
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Vecchio 21-09-2009, 21.48.15   #3
m@pi
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So che non ti consola ma non sentirti solo in questa lotta continua, personalmente ti faccio buona compagnia. Mi affatico tanto per ritrovarmi di nuovo in alto mare e lì ho solo voglia di arrendermi e lasciarmi andare, lasciarmi portar via col desiderio di non tornare... eppure so che posso farcela, mi è già successo altre volte e sono riuscita a ritrovare le energie e la gioia di vivere, così stringo i denti e lotto contro quella parte di me che si vuole arrendere... da qui ti abbraccio forte
m@pi non è connesso  
Vecchio 21-09-2009, 23.03.10   #4
Sole
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Proprio tra ieri e oggi rileggevo "primi passi" e ho trovato una frase che ti riporto:

Citazione:
Quando ci troviamo in un buco l'unico modo per saltarne fuori è avere l'energia per farlo...
è nel post 19 che vale la pena leggere.

L'unico modo per avere quell'energia è non sprecarla ulteriormente, rimanere concentrati. Capita a tutti di cadere nel buco, o di trovarsi alla deriva fino a che non si impara a venirne fuori da soli.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 22-09-2009, 00.40.09   #5
filoumenanike
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Mi sto accorgendo di andare alla deriva, come trascinato dalla corrente che mi porta lontano dalla riva, dalla terra ferma. Questo accorgermi non provoca in me l'urgenza di muovere le braccia, di battere i piedi per lottare contro questo movimento lento ma costante. Vedo la riva sempre piu' distante e l'unica cosa che mi viene da fare e' rattristarmi, accettare l'apatia fisica, le braccia deboli e i piedi molli.
Ma come e' stato possibile cio'? Come sono arrivato a questa mancanza di forze? Perche' dolermi e non reagire? Eppure basta cercare anche nei piccoli movimenti una reazione a questo lento cedere. Ed e' per questo che scrivo in esperienze, questo e' un piccolo gesto, una piccola reazione a questo mio stato d'animo.
Come in un mare notturno vedo i flutti brillare delle stelle lontane, le onde, i marosi, il suono sempre piu' lontano delle rocce bagnate. Lo scoglio si oppone al mare eppure mi sarebbe utile come appiglio.
Che sia il non aver ostacoli, scogli davanti a me che mi porta alla deriva?
Provo freddo e confusione mentale, che fare?
Scrivo tra il faceto e divertito ma nel profondo cosi' non e' per me che provo strade da esplorare in questo mio stato alla deriva. Lasciarsi andare del tutto, affondare nel flutto oscuro e nero della notte e desiderare di morire. No, non ho il coraggio, tengo troppo a questa immagine che ancora ha da dire e da fare. Mera illusione la mia eppure e' tutto quello che ho, illudermi ancora di poter fare e disfare. Ed allora nuotare, reagire con motto di stizza e lottare contro questo lento deviare, si, cosi' e' da fare ed allora cosa si oppone tra il dire ed il fare? Troppo facile parlare di pigrizia, evitando l'analisi ulteriore di vedere che la paura muove fili invisibili in me. Si perche' il fratello, poi la madre e poi il padre e cosi' chi amo corrono pericoli a cui non posso portar riparo.
Certo e' facile lasciarsi andare, con la mente vagare. Cerco ancora un'appiglio in questa notte in onore di Litha, l'acqua salata mi bagna la bocca e mi esce dagli occhi, sfogati ancora un po' in modo che il prossimo sospiro diverra' un respiro. Un'atto di volonta' mi aspetta, accettare la morte oppure reagire ma mai continuare a patire l'attesa di un'alba che non s'avvera. Adesso mi metto a nuotare, verso la riva, sulla costa vedo ora le luci. Nuota, nuota ancora un po' verso la costa, adesso i muscoli si fanno forti ed il sangue scorre di nuovo. E' stato un momento alla deriva ma ora riprendo contatto con la terra. Coi piedi per terra la deriva è scongiurata ma che fatica riprendere contatto con la terra, ancora adesso non so se ci sono riuscito.

Alla fine del mio scrivere a ruota libera ho buttato fuori qualcosa che non avevo visto prima.
Grey le tue parole sono commoventi, sono all'altezza di un grande animo, io non so darti consigli ma sono certa che il tuo desiderio di tornare a terra, di ritrovare il terreno saldo dove porre i piedi è indice della capacità di rinascere, di tornare a vivere dentro, di trovare nuovi slanci e buttare a mare, in quel mare nero della notte, l'angoscia di vivere,l'angoscia di sopportare il dolore, l'angoscia di accettare gli eventi
E' capitato anche a me di desiderare la morte che ponesse fine a un dolore inaccettabile, la desideravo per rifiutarmi di assistere ad un evento troppo duro...ma pensavo che non potevo sottrarmi..dovevo assistere mio figlio fino alla fine...poi quello che sembrava inevitabile è passato, la malattia di mio figlio bambino si è risolta e la vita ha ripreso il corso di sempre!
Non cedere mai...soprattutto per il bene di chi ami, di coloro che hanno bisogno di te, il loro bene potrebbe essere l'obbiettivo per continuare a nuotare verso riva, verso gli scogli!
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Vecchio 22-09-2009, 04.58.15   #6
MaxFuryu
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Vecchio 22-09-2009, 10.03.29   #7
Edera
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Sì, siamo tutti nella stessa barca Grey. Non mi conosci ma ti abbraccio forte, forte. Sulla riva ci sono persone che ti amano e aspettano il tuo ritorno. Ce la fai. Ce la farai.
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Vecchio 22-09-2009, 10.11.09   #8
nikelise
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Mi sto accorgendo di andare alla deriva, come trascinato dalla corrente che mi porta lontano dalla riva, dalla terra ferma. Questo accorgermi non provoca in me l'urgenza di muovere le braccia, di battere i piedi per lottare contro questo movimento lento ma costante. Vedo la riva sempre piu' distante e l'unica cosa che mi viene da fare e' rattristarmi, accettare l'apatia fisica, le braccia deboli e i piedi molli.
Ma come e' stato possibile cio'? Come sono arrivato a questa mancanza di forze? Perche' dolermi e non reagire? Eppure basta cercare anche nei piccoli movimenti una reazione a questo lento cedere. Ed e' per questo che scrivo in esperienze, questo e' un piccolo gesto, una piccola reazione a questo mio stato d'animo.
Come in un mare notturno vedo i flutti brillare delle stelle lontane, le onde, i marosi, il suono sempre piu' lontano delle rocce bagnate. Lo scoglio si oppone al mare eppure mi sarebbe utile come appiglio.
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Certo e' facile lasciarsi andare, con la mente vagare. Cerco ancora un'appiglio in questa notte in onore di Litha, l'acqua salata mi bagna la bocca e mi esce dagli occhi, sfogati ancora un po' in modo che il prossimo sospiro diverra' un respiro. Un'atto di volonta' mi aspetta, accettare la morte oppure reagire ma mai continuare a patire l'attesa di un'alba che non s'avvera. Adesso mi metto a nuotare, verso la riva, sulla costa vedo ora le luci. Nuota, nuota ancora un po' verso la costa, adesso i muscoli si fanno forti ed il sangue scorre di nuovo. E' stato un momento alla deriva ma ora riprendo contatto con la terra. Coi piedi per terra la deriva è scongiurata ma che fatica riprendere contatto con la terra, ancora adesso non so se ci sono riuscito.

Alla fine del mio scrivere a ruota libera ho buttato fuori qualcosa che non avevo visto prima.
Bisognerebbe leggerlo ogni mattina:

Desiderata

Va' serenamente in mezzo al rumore e alla fretta
e ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio.


Finché è possibile, senza doverti arrendere, conserva
i buoni rapporti con tutti.


Di' la tua verità con calma e chiarezza, e ascolta gli altri,
anche il noioso e l'ignorante:
anch'essi hanno una loro storia da raccontare.

Evita le persone prepotenti e aggressive:
esse sono un tormento per lo spirito.


Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro,
perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.


Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti.
Mantieniti interessato alla tua professione, benché umile:
e' un vero tesoro rispetto alle vicende mutevoli del tempo.


Sii prudente nei tuoi affari, poiché il mondo é pieno di inganno.
Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c'é di buono:
molte persone lottano per alti ideali, e dappertutto la vita e' piena di eroismo.


Sii te stesso. Specialmente non fingere di amare.
E non essere cinico riguardo all'amore,
perché a dispetto di ogni aridità e disillusione esso e' perenne come l'erba.


Accetta di buon grado l'insegnamento degli anni,
abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.


Coltiva la forza d'animo per difenderti dall'improvvisa sfortuna.
Ma non angosciarti con fantasie.


Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di la' di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso.


Tu sei un figlio dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai un preciso diritto ad essere qui.

E che ti sia chiaro o no, senza dubbio l'universo va schiudendosi come dovrebbe.


Perciò sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita conserva la tua pace con la tua anima.


Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti,
questo e' ancora un mondo meraviglioso. Sii prudente.


Fa’ di tutto per essere felice.

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Vecchio 22-09-2009, 11.02.48   #9
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Certo e' facile lasciarsi andare, con la mente vagare. Cerco ancora un'appiglio in questa notte in onore di Litha, l'acqua salata mi bagna la bocca e mi esce dagli occhi, sfogati ancora un po' in modo che il prossimo sospiro diverra' un respiro. Un'atto di volonta' mi aspetta, accettare la morte oppure reagire ma mai continuare a patire l'attesa di un'alba che non s'avvera.
Anch'io ho avuto un periodo in cui sembrava che la mia immagine che tanto voleva dire e fare era impotente di fronte a fatti di cui non potevo avere il controllo perchè non dipendevano da me.
E anche se dentro il mio cuore gridava all'esterno davanti agli altri ero immobile.
E questa paura paralizzante ci fa perdere il controllo anche su di noi e quello che possiamo fare e in questo modo ci fa perdere il contatto con la terra, perchè a volte è preferibile chiudere gli occhi le orecchie e i sensi e lasciarsi andare....
Strano che fa più paura reagire che lasciarsi andare, eppure dovrebbe essere il contrario, chi non ha paura di annegare se viene lasciato alla deriva ???
E' il corpo stesso che reagisce sforzandosi di stare a galla, respirare, muovere le braccia, dirigersi verso uno scoglio a cui aggrapparsi...
In queste esperienze che si vedono buie come la notte c'è sempre uno sbocco anche se non riusciamo a vederlo, nuove strade si possono aprire, la paura si riferisce a ciò di cui non abbiamo il controllo, ma si può sostituire con ciò che possiamo controllare.
Nelle mie esperienze quello che mi fregava era la mancanza di stimoli a reagire, ed ora guardando indietro posso dire che quello che mi ha aiutato è stato accettare la mano che mi veniva tesa e che mi ha aiutato a tornare a terra.
A volte le proprie forze non bastano e allora ben venga la richiesta di aiuto e l'accettare l'aiuto.

Un fortissimo abbraccio
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Vecchio 22-09-2009, 13.27.43   #10
Era
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Vado contro corrente...tanto so che al massimo mi becco na beccata

Si si..anch'io anch'io anch'io ti coccolo un pochetto...anch'io ti mando abbraccini di sostegno...

Però da pigra a pigro...da fughe e derive posso solo dirti quello che sento io (ioioioio )
Ci tocca gufo..tocca a noi muovere il c...oso e la prima sfida è proprio la pigrizia che ci inchioda in un alibi senza senso...


(so che la prenderai bene..e se così non fosse pago pegno e ti forniro pappatopi fin che campo )
__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 22-09-2009, 14.00.07   #11
Kael
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Lasciarsi andare del tutto, affondare nel flutto oscuro e nero della notte e desiderare di morire. No, non ho il coraggio, tengo troppo a questa immagine che ancora ha da dire e da fare.
Mi viene in mente quel che si diceva del fermarsi sempre un attimo prima, del non andare fino in fondo che causerebbe lo scoppio del palloncino...

Non dico che hai sbagliato, ognuno arriverà a quel momento, se ci arriverà, quando sarà pronto... ma questa tua esperienza mi ha fatto sentire palpabile quella Paura che in un certo senso ci confina dentro un determinato spazio (la terraferma e le acque limitrofe) e cerca in ogni modo di impedirci di oltrepassarne i confini...

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