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Vecchio 04-10-2009, 10.42.52   #1
dafne
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Predefinito Bussa e ti sarà aperto, chiedi e ti sarà dato

Stavo seguendo i miei pensieri ragionando sul mio rapporto con la religione quando sono incappata in questo ricordo.

Chiedi e ti sarà dato.
La cosa se riferita a me mi piace moltissimo ma la musica cambia quando la estendo, quando la allargo al resto del mondo, quando ingloba anche e senza alcuna distinzione, chi potrebbe non meritarselo.

Ora, al di là della frase che nel suo contesto religioso probabilmente ha un suo senso e una sua discriminante l'argomento si presta bene a cogliere quel concetto di "merito" che mi tocca e mi imbriglia sempre tantissimo.

Meritare di essere trattati in un modo o in un altro dipende sempre dal nostro atteggiamento e anche, a volte, alla nostra appartenenza a un determinato stato sociale. Il merito è origine e fonte delle nostre gratifiche e delle nostre colpe (quante cose non ci "meritiamo"?)

Persino il mio senso di giustizia è fortemente impregnato dal concetto di merito e anche la mia rabbia si nutre di casi in cui qualcuno ha avuto senza merito o qualcosa è arrivata senza di esso.

Ma come si misura il merito?
Io credo di misurarlo in buona parte su quanto mi è stato insegnato, su comportamenti molto meritevoli e altri no ma intravedo anche una sorta di parametro personale, una sorta di righellino mio interiore destinato a me.
Inoltre ho la sensazione che nel tempo, negli anni, il concetto di meritò nella società sia cambiato, ho come la sensazione che si misuri su altri valori, perlomeno il merito più superficiale, quello dell'appartenere a determinati gruppi.

Perchè anche appartenere a un determinatio gruppo, alla fine, coinvolge il merito di essere come..fare come...avere direi, più che essere..

Bon, l'argomento l'ho appena intravisto, spero di non aver ciccato sezione, ci penso su ancora un pò e ci torno.

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Vecchio 04-10-2009, 15.12.38   #2
gibbi
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......

Meritare di essere trattati in un modo o in un altro dipende sempre dal nostro atteggiamento e anche, a volte, alla nostra appartenenza a un determinato stato sociale. Il merito è origine e fonte delle nostre gratifiche e delle nostre colpe (quante cose non ci "meritiamo"?)

Persino il mio senso di giustizia è fortemente impregnato dal concetto di merito e anche la mia rabbia si nutre di casi in cui qualcuno ha avuto senza merito o qualcosa è arrivata senza di esso.

Ma come si misura il merito?
Io credo di misurarlo in buona parte su quanto mi è stato insegnato, su comportamenti molto meritevoli e altri no ma intravedo anche una sorta di parametro personale, una sorta di righellino mio interiore destinato a me.
Inoltre ho la sensazione che nel tempo, negli anni, il concetto di meritò nella società sia cambiato, ho come la sensazione che si misuri su altri valori, perlomeno il merito più superficiale, quello dell'appartenere a determinati gruppi.

Perchè anche appartenere a un determinatio gruppo, alla fine, coinvolge il merito di essere come..fare come...avere direi, più che essere..

Bon, l'argomento l'ho appena intravisto, spero di non aver ciccato sezione, ci penso su ancora un pò e ci torno.

Non mi è chiaro cosa intendi nella parte che ho evidenziato ... come se l'appartenenza ad un determinato ceto o classe sociale fosse di per sè un merito?

Come si misura il merito...sinceramente non ho saputo rispondermi , non so in base a quali criteri si misura il merito , ho trovato molta difficoltà anche a definirlo questo merito che di getto avrei definito come una ricompensa , un 'acquisizione , ma non è una definizione convincente posto che vedo la "ricompensa" strettamente collegata al "premio" e quindi una cosa positiva mentre si può meritare anche una punizione , un castigo o una pena .
Forse il merito può essere quanto spetta in seguito ad un'azione od omissione , la conseguenza , il risultato , il titolo in base al quale spetta appunto il premio (o la semplice approvazione ) e/o il castigo.
Per quanto riguarda la misurazione .... sento che vi deve essere una proporzione anche se non sono in grado di approfondire .
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Vecchio 04-10-2009, 15.42.06   #3
gibbi
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Vedevo che dal termine latino merere = meritare derivano anche parole quali merenda e meretrice intesa quest'ultima come colei che merita un compenso , colei che trae un guadagno da ciò che fa .

La "merenda" (= cose da meritare ) , quel piccolo pasto che i ragazzi fanno al pomeriggio , tra il pranzo e la cena , un tempo era visto dai nostri vecchi come un pasto non indispensabile , come un premio che quindi poteva essere concesso solo a chi appunto l'aveva meritata .
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Vecchio 04-10-2009, 18.33.25   #4
dafne
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Non mi è chiaro cosa intendi nella parte che ho evidenziato ... come se l'appartenenza ad un determinato ceto o classe sociale fosse di per sè un merito?
Piuttosto come se desse adito a meriti, del tipo "sono uno ricco e mi merito di essere ossequiato" oppure "sono uno griffato mi merito di entrare in certi circoli privati".. "ho voti altissimi mi merito quel tipo di lavoro"
Non so se si capisce..

Come sottolineavi il merito si applica anche alle punizioni "sono stato cattivo mi merito quel castigo" e in casi più subdoli è il metro dei sensi di colpa.

Forse con merito intendiamo un certo ritorno delle nostre azioni, qui ci sta bene la tua osservazione sulla merenda. Un "plus" che può essere in positivo (lode) o in negativo (punizione)

Quanto siamo vincolati e incanalati dal nostro metro di valutazione del merito?
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Vecchio 04-10-2009, 19.31.13   #5
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Piuttosto come se desse adito a meriti, del tipo "sono uno ricco e mi merito di essere ossequiato" oppure "sono uno griffato mi merito di entrare in certi circoli privati".. "ho voti altissimi mi merito quel tipo di lavoro"
Non so se si capisce..

Come sottolineavi il merito si applica anche alle punizioni "sono stato cattivo mi merito quel castigo" e in casi più subdoli è il metro dei sensi di colpa.

Forse con merito intendiamo un certo ritorno delle nostre azioni, qui ci sta bene la tua osservazione sulla merenda. Un "plus" che può essere in positivo (lode) o in negativo (punizione)

Quanto siamo vincolati e incanalati dal nostro metro di valutazione del merito?
A mio avviso conta molto il nostro metro di valutazione del merito.
Innanzitutto è molto più facile, almeno per me, credere di meritare un qualcosa di positivo, piuttosto che riconoscere di meritare una punizione.
Quando credo di meritare è perchè penso di aver fatto al meglio quello che io potevo (la stessa cosa fatta allo stesso modo da un altro potrebbe non essere fonte di merito e viceversa), senza essermi risparmiato.
Per le grandi questioni della vita, il chiedi e ti sarà dato, tendo, anzi tendevo, a sostituirmi a Dio ed a pretendere qualcosa perchè, a mio avviso, mi ero comportato bene e avevo diritto al premio.
Oltre a denotare poca umiltà, i miei pensieri piccoli e limitati, credevano di poter giudicare le situazioni meglio di Qualcuno che ha una visione un tantinello più ampia della mia.

Adesso cerco, per quanto possibile, di evitare richieste particolari, cerco di fare meglio che posso, in vista di traguardi che reputo in coscienza giusti ed utili non solo per me stesso, poi vedo quel che succede, cercando soprattutto di evitare raffronti con situazioni altrui perchè credo che ciascuno fa storia a sè.

Spesso gradirei ovviamente che le cose andassero in modo diverso, che per davvero quando si chiude una finestra si aprisse un portone, ma evidentemente non riesco ancora a cogliere i segnali che indichino avvenimenti di questo tipo e mi accontento se quando si chiude una finestra non mi caschi addosso tutto il palazzo .
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Vecchio 04-10-2009, 19.33.58   #6
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Penso che nella frase: "Bussa e ti sarà aperto, chiedi e ti sarà dato" sia racchiusa una bell'insegnamento che però è difficile trasferire nella vita di tutti i giorni.
Penso che il segreto stia nel capire la sincerità di chi chiede e di chi bussa, il fatto stesso di chiedere mette l'altro in una posizione di inferiorità in cui noi possiamo decidere se dare o non dare, aprire o tenere chiuso. Se ne facciamo un discorso di merito mettiamo in moto un meccanismo di giudizio, e ci potremmo chiedere chi siamo noi per giudicare un altro.....
Certamente se una persona è malintenzionata o la sua richiesta nasconde un imbroglio o un secondo fine, è questo che ci frena e trovo che sia lo stesso discorso di sorridere od aiutare il prossimo per la strada, si corre il rischio di venire fraintesi perchè in questa società nessuno si fida più di nessuno e le cose gratuite si pensa nascondano chissà quali intenzioni nascoste.
Certe volta capita di essere in condizione di dover chiedere qualcosa anche se non si è sicuri di meritarsela, ma se si arriva a chiedere significa che sotto sotto si pensa di riuscire a ottenerla, e questo comporta anche che ci si spetta una risposta positiva per il fatto stesso di essere riusciti a chiedere...
Ma chiedere è difficile, ed anche bussare alle porte chiuse, ma certe volte è l'unica cosa per poter andare avanti.
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Vecchio 04-10-2009, 23.02.08   #7
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A mio avviso conta molto il nostro metro di valutazione del merito.
Innanzitutto è molto più facile, almeno per me, credere di meritare un qualcosa di positivo, piuttosto che riconoscere di meritare una punizione.
Quando credo di meritare è perchè penso di aver fatto al meglio quello che io potevo (la stessa cosa fatta allo stesso modo da un altro potrebbe non essere fonte di merito e viceversa), senza essermi risparmiato.
Per le grandi questioni della vita, il chiedi e ti sarà dato, tendo, anzi tendevo, a sostituirmi a Dio ed a pretendere qualcosa perchè, a mio avviso, mi ero comportato bene e avevo diritto al premio.
Oltre a denotare poca umiltà, i miei pensieri piccoli e limitati, credevano di poter giudicare le situazioni meglio di Qualcuno che ha una visione un tantinello più ampia della mia.

.
Sono tanto d'accordo con quello che scrivi Luke. Punterei il dito sul pretendere.
Pretendiamo di meritare ciò che in realtà noi stiamo giudicando di noi stessi, ma sarà oggettivo?
Sicuramente non viviamo una società meritocratica eppure io ho visto persone credere tanto in quello che facevano e farlo con tanta passione, interesse e forza da risucire. La tenddenza comune invece è la pretesa la vedo ovunque e l'ho vista anche in me.

Si dice che bisogna stare attenti a chiedere perchè si rischia di ottenerlo. io lo trovo vero , vediamo se riesco a spiegarmi. Se faccio una richiesta che non coincide esattamente con la mia reale volontà ma che deriva da un bisogno del momento e da una scarsa conoscenza del mio interiore, otterrò esattamente ciò che ho chiesto ma che non mi soddisferà tanto da farmi dire che ho meritato la giusta ricopensa. Ma la giusta ricopensa non è tanto un premio ma piuttosto una bilancia che mette in pari le pendenze. Ottengo una ricopensa solo se metto tutto me stesso nella cosa che sto facendo, se il mio impegno è al massimo e davvero non sto pretendendo ma sto facendo. e questo fare è il bussare. Solo così si bussa e sarà aperto.
Se volevo un cioccolatino fondente con tante noccioline spezzettate dentro se mi danno una caramella al cioccolato posso pensare che la mia richeista non era specifica, mirata e ho preteso di essere capita. Pretendere di essere visti con i nostri occhi, con gli occhi dei nostri bisogni.
La pretesa parte anche da un punto di bisogno. Pretendiamo attenzione, importanza e considerazione per cui ci mettiamo nelle condizioni di essere vittime di tutte le mancanze si cui sopra.

Questo è solo un aspetto si può aprofondire ancora di più la cosa pensando ad una frase che girava spesso in forum tempo e faceva più o meno così:: volere ciò che si fa e scegliere ciò che si vuole.
Volere davvero ciò che si chiede e scegliere ciò che si vuole.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 04-10-2009, 23.13.57   #8
Kael
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Chiedi e ti sarà dato.
La cosa se riferita a me mi piace moltissimo ma la musica cambia quando la estendo, quando la allargo al resto del mondo, quando ingloba anche e senza alcuna distinzione, chi potrebbe non meritarselo.
Il problema invece secondo me è proprio quello che la gente non sa chiedere... Pretende, ma non chiede. Addirittura molti quando pregano non si accorgono che in realtà non chiedono, ma stanno pretendendo...
La frase ovviamente si riferisce al proprio interiore, è un chiedere interiore, non esteriore (non solo almeno)

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Ma come si misura il merito?
Magari chiedendo, e poi osservando la risposta...
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Vecchio 04-10-2009, 23.51.26   #9
Ray
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Il problema del merito è direttamente collegato al non saper chiedere cui accenna Kael.
Siamo abituati a pensare in termini di merito... quel tizio non si merita una moglie così bella, o così fedele dato che lui è infedele o i soldi che ha, il lavoro eccetera... qui lavora l'invidia, la quale ci porta a giudicare ciò che non sappiamo e ad ergerci a livelli che non possiamo.
Oppure quello si meriterebbe di più dalla vita ecc ecc.. ancora peggio: oltre a giudicare, ergendoci sopra di quel che siamo (super-bia), pur mantendo la nostra limitata visione, anche giudichiamo l'universo che, a nostro avviso, non fa ciò che dovrebbe.

Non possiamo giudicare proprio perchè la nostra visione è limitata... non solo non sappiamo tutto quello che dovremmo sapere su tizio e la sua situazione, ma addirittura spesso valutiamo male le cose, al contrario ad esempio, e così una sofferenza trasformante la vediamo come una cosa negativa, che la persone non merita, mentre magari è un premio perchè lui saprà usarla come tale.

Se poi sostituaimo la parola lui con la parola io ci avviciniamo di più al problema. Continuamente noi giudichiamo noi stessi senza avere la capacità di farlo e continuamente confrontamo questo giudizio (che è il segno del nostro errore) con la percezione (limitata) della nostra situazione. Quando le cose non collimano, ossia sempre, ecco che ci meriteremmo o non ci meriteremmo.

Mentre dovremmo imparare a smettere di giudicare, partendo dal presupposto che tutti hanno sempre quello che meritano, e in base a quello che c'è, per come possiamo vedere, capire come sono le cose in realtà, sbarazzandoci dei nostri errori di valutazione. Ossia dovremmo fare esattamente l'opposto di quel che facciamo: dovremmo dedurre il merito da ciò che è. E a quel punto il concetto di merito perderebbe il senso che gli diamo, forse acquistandone un altro.

Se imparassimo a non giudicare il mondo, ecco che potremmo imparare a chiedere, smettendo di protestare travestito da lagna finta umile. Ci renderemmo conto della limitatezza della nostra visione e chiederemmo sinceramente, ossia senza minimamente ritenere di avere diritto a quanto stiamo chiedendo, senza sotto sotto pensare che ci spetti.

Quando riusciamo a chiedere così, o anche solo ad avvicinarcisi, ci viene dato. In altri modi non chiediamo, facciamo altro, non abbiamo l'umiltà di chiedere. Saper chiedere è anche saper ottenere. E così è per il bussare... noi abbiamo sempre un'intenzione altra, un'aspettativa/pretesa quando bussiamo. Non bussiamo, cerchiamo di sfondare la porta. Se bussassimo, l'unica conseguenza possibile sarebbe vedere una porta che si apre.

La connessione aspettativa pretesa andrebbe esplorata ben bene per capire la reale portata nefasta delle aspettative...
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Vecchio 05-10-2009, 09.48.27   #10
stefano
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il giudicare in termini negativi in fin dei conti è "non avere Fiducia nell'universo".
l'Universo fa SEMPRE ciò che deve.
Volenti o nolenti.
Tutti hanno "quello che si meritano" dal punto di vista universale.
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Vecchio 05-10-2009, 10.17.02   #11
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il giudicare in termini negativi in fin dei conti è "non avere Fiducia nell'universo".
l'Universo fa SEMPRE ciò che deve.
Volenti o nolenti.
Tutti hanno "quello che si meritano" dal punto di vista universale.
Si, d'accordo ma siccome viviamo qui dobbiamo prenderci la responsabilità del nostro operato e ammettere fino in fondo che ci comportiamo in una certa maniera per ottenere certe cose e non altre. Abbiamo la responsabilità di capire da dove derivano i nostribisogni che generano la domanda o richiesta e la relativa l'aspettativa. Altrimenti è come essere sommersi dal mare in balia delle onde invece che nuotare cavalcando l'onda.
Aiutati che Dio ti aiuta, no? Niente è per grazia ricevuta se non si aiuta la grazia a farsi ricevere.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 05-10-2009, 10.28.36   #12
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Si, d'accordo ma siccome viviamo qui dobbiamo prenderci la responsabilità del nostro operato e ammettere fino in fondo che ci comportiamo in una certa maniera per ottenere certe cose e non altre. Abbiamo la responsabilità di capire da dove derivano i nostribisogni che generano la domanda o richiesta e la relativa l'aspettativa. Altrimenti è come essere sommersi dal mare in balia delle onde invece che nuotare cavalcando l'onda.
Aiutati che Dio ti aiuta, no? Niente è per grazia ricevuta se non si aiuta la grazia a farsi ricevere.
l'unica cosa che posso dire è che per quanto mi concerne quanto hai detto è Vero.
e che con tutti i limiti di questo mondo cerco di mettere in pratica.
infatti ritengo che la frase che ho messo volutamente nel 3d implicitamente implichi tutto quanto hai affermato e che anzi sia una sorta di "sintesi" derivata da una certa analisi dell'universo e di me stesso.

detto questo aggiungo:
il rimanere fermi nel giudizio di fatto non sposta di una virgola dalla propria situazione, non permette di creare una realtà soddisfacente e in più va contro il comandamento "non desiderare la roba d'altri"
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Vecchio 07-10-2009, 12.11.22   #13
dafne
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Chiedi e ti sarà dato.
La cosa se riferita a me mi piace moltissimo
........
Già, perchè io sono buonissimissima, bravissimissima, sofferentissima...

Un Amico mi ha fatto notare che a volte vedendo le nostre pecche soffriamo moltissimo perchè queste stridono con l'idea di noi che abbiamo.
Quando gli ho fatto notare che di me penso malissimo, nel senso che ho scersissima fiducia in me stessa, mi ha detto che in realtà ho un'altissima opinione di me...

La cosa mi ha mandato talmente in tilt che ho ancora i bruciori di testa scherzi a parte un microgrammo sta cosa l'ho intravista.
Gli altri (e daje con sti altri..vabbeehh) non si meritano niente, così come non me lo merito io, perchè se non me lo merito io che ho sofferto perchè dovrebbero meritarselo gli altri? come se potessi sapere come han vissuto...e poi perchè dovrebbe meritare chi ha peccato? Io ho peccato e mi stò punendo, perchè per gli altri dovrebbe essere diverso?

Io non voglio l'assoluzione perchè neanche gli altri devono essere assolti, devono soffrire moltissimo perchè moltissimo ho sofferto e soffro io.
Perchè dovrebbero essere perdonati se non mi perdono io?
Non so perdonare, ergo il perdono non è ammesso...

Pensieri alla rinfusa, perdonate, ma segno o scappano perchè sono sgraditi e quindi appena posso li cancello.

Io non mi merito..cioè mi merito tuttissimo e non avendo quel tuttissimo sottomano allora nessunissimo deve averlo. Altro che dire non è giusto...non so ancora bene chi comanda cosa in questo giro e chi si nutre di tutto ciò.

Bussa e ti sarà aperto, chiedi e ti sarà dato...ehnnò..troppo semplice..troppo facile..non è giusto devono tutti soffrire, perchè questo è il mio modo egoistico di vedere il mondo perchè iosoloio ho sofferto. e come si son permessi di farmi soffrire, io piccolo angelio disceso dal cielo.. ... meglio che mi fermo vah o mi prendo a mattarellate da sola

Ogni tanto ho la sensazione che l'Universo si diverta moltuissimo a vedere su che giri di pirlate mi perdo

rileggo, ripenso, ritorno
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Vecchio 07-10-2009, 12.17.03   #14
dafne
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Se poi sostituaimo la parola lui con la parola io ci avviciniamo di più al problema. Continuamente noi giudichiamo noi stessi senza avere la capacità di farlo e continuamente confrontamo questo giudizio (che è il segno del nostro errore) con la percezione (limitata) della nostra situazione. Quando le cose non collimano, ossia sempre, ecco che ci meriteremmo o non ci meriteremmo.

...
Perchè non ci sappiamo giudicare? Teoricamente dovremmo, se un pò svegli, saper discernere i buoni dai cattivi comportamenti...intendi che finchè non ci conosciamo perfettamente non possiamo sapere le reali motivazioni e implicazioni eccc di ogni nostro gesto, quindi non gli daremmo il giusto valore?
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Vecchio 07-10-2009, 12.38.52   #15
stefano
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non ci sappiamo giudicare prevalentemente per il fatto che non siamo "neutri" di fronte alle situazioni e nel 99% dei casi proiettiamo... noi stessi sugli altri...
se uno soffre in una situazione perchè dovrebbe augurare agli altri di fare lo stesso?
questa è proiezione ad esempio.
in base a ciò che ha detto Uno la sofferenza dovrebbe essere una molla che spinge verso altro.
Se uno si innamora della sua sofferenza (perchè la conosce... e in un certo senso ormai ci sguazza e pensa di starci bene) difficilmente muoverà un passo e avrà capito come utilizzare quella molla.
Il "male" è fatto per darci un'altra prospettiva, per farci capire cosa non va.
Ciascuno ha il suo carico.

e il difetto di pensare che gli altri debbano seguire le nostre orme nella sofferenza (ma non solo) lo abbiamo in tanti, è subdolo tra l'altro
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Vecchio 07-10-2009, 12.46.33   #16
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Io non mi merito..

In realtà il senso giusto era "io non merito...cioè.."
invece ci ho ficcato un pronome

lapsus interessante

Ultima modifica di dafne : 07-10-2009 alle ore 12.47.11. Motivo: ortografia
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Vecchio 07-10-2009, 12.47.51   #17
stefano
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perchè poi in fondo è quello che una parte "finta" di te ti fa pensare di te stessa giusto per tenerti lontana da Te
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Vecchio 07-10-2009, 12.49.50   #18
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paradossalmente anche pensare
"io nella vita ho sudato, mi sono sbattuto per avere e guarda quello là , se la ride, è contento ecc. ecc. ma è un fannullone eppure dalla vita ha tutto"

cosa è?
I.P. all'ennesima potenza a mio avviso
stefano non è connesso  
Vecchio 07-10-2009, 12.50.35   #19
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se uno soffre in una situazione perchè dovrebbe augurare agli altri di fare lo stesso?
questa è proiezione ad esempio.
Del tipo, capita a me quindi è così anche per te?
uhm, può essere si.
Pensa che su questa cosa taravo (adesso sono confusa) il mio concetto di giustizia.

dafne non è connesso  
Vecchio 07-10-2009, 12.53.57   #20
stefano
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per questo nell'altro 3d ho parlato di "giustizia divina" e "giustizia (supposta) umana".
Se uno non si sa vedere e conoscere, come può pensare di giudicare gli altri?

la frase
" non giudicate per non essere giudicati"
o anche
"allo stesso modo con cui giudicate sarete giudicati"
non ha per caso attinenze con tutto ciò?

per me è un grande insegnamento.
il fermarsi a "giudicare" a destra e a sinistra (vedi gossip tra le altre cose) è una forma di distrazione che di fatto tiene solo nell'inerzia, ci tiene fermi, non ci fa migliorare ma solo "ridere per le disgrazie altrui (e proprie...)"

In più va contro questo "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" oppure "ama il prossimo tuo come te stesso"

bel modo di amarsi... quello di sparlare e giudicare gli altri...

senza capire che con quell'atteggiamento stiamo semplicemente dimostrando quanto non ci amiamo.

Ultima modifica di stefano : 07-10-2009 alle ore 12.57.02.
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Vecchio 07-10-2009, 13.00.21   #21
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per questo nell'altro 3d ho parlato di "giustizia divina" e "giustizia (supposta) umana".
Se uno non si sa vedere e conoscere, come può pensare di giudicare gli altri?

la frase
" non giudicate per non essere giudicati"
o anche
"allo stesso modo con cui giudicate sarete giudicati"
non ha per caso attinenze con tutto ciò?
Non credo ti si contestasse il concetto di giustizia divina ma piuttosto il fatto che rimettevi ad essa in toto la considerazione e il castigo degli sbagli umani..cosa che qui non c'entra

Tornando al merito
non dovremmo neanche cercarlo o tentare di quantificarlo mi par di capire perchè già nell'atto della ricerca e di quantifica si genera l'errore.
Giusto?

Teoricamente se ogni volta che bussassi mi venisse aperto senza bisogno di dimostrare di avere questo o quel merito smetterei di aver bisogno di bussare per vedermelo riconosciuto (il merito)

meglio se rileggo tutto con calma.
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Vecchio 07-10-2009, 13.17.39   #22
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Perchè non ci sappiamo giudicare? Teoricamente dovremmo, se un pò svegli, saper discernere i buoni dai cattivi comportamenti...intendi che finchè non ci conosciamo perfettamente non possiamo sapere le reali motivazioni e implicazioni eccc di ogni nostro gesto, quindi non gli daremmo il giusto valore?
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
non dovremmo neanche cercarlo o tentare di quantificarlo mi par di capire perchè già nell'atto della ricerca e di quantifica si genera l'errore.
Giusto?

Teoricamente se ogni volta che bussassi mi venisse aperto senza bisogno di dimostrare di avere questo o quel merito smetterei di aver bisogno di bussare per vedermelo riconosciuto (il merito)
Prima una considerazione di tipo razionale, che a volte aiuta. Per giudicare devo essere sopra (giù-indicare) e come posso essere sopra me stesso? Ben che vada il giudizio sarà parziale.

Oltre a questo c'è il discorso superbia. Non spetta a noi giudicarci (che prevede anche condanna e punizione), spetta a noi cercare di migliorarci e per farlo è necessario che ci vediamo ma che non ci giudichiamo, in modo da poter modificare ciò che vediamo e di vedere che si modifica. Il giudizio cristallizza e fa comodo perchè ci permette di stare fermi.

Si, se ogni volta che bussiamo ci viene aperto senza dover passare un esame per poter bussare, questo mina la nostra superbia e ci mostra che il giudizio su noi stessi è sbagliato. Ma siamo spesso disposti a soffrire pur di non ammettere che non sappiamo giudicarci, che nn sappiamo cosa è bene e cosa è male, che l'idea che abbiamo di noi è ridicola.
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Vecchio 07-10-2009, 13.36.02   #23
dafne
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Si, se ogni volta che bussiamo ci viene aperto senza dover passare un esame per poter bussare, questo mina la nostra superbia e ci mostra che il giudizio su noi stessi è sbagliato. Ma siamo spesso disposti a soffrire pur di non ammettere che non sappiamo giudicarci, che nn sappiamo cosa è bene e cosa è male, che l'idea che abbiamo di noi è ridicola.
Uap ... come suona bene..e come mi fà fastidio

Questo che scrivi dovrebbe portare anche alla mancanza di fiducia? Al non sapersi abbandonare e/o affidare nè a dio nè alla provvidenza nè a nessun altro essere umano? Ci stà?

Una volta mi hai detto (spero di ricordare bene) che per sapere cosa vogliamo dobbiamo scoprire chi siamo mentre io avevo la convinzione che solo sapendo cosa volevo avrei scoperto chi ero. (non so bene che c'entra ma lo scoprirò ahah adesso m'è venuto in mente e lo segno)

Se non possiamo giudicarci possiamo solo comportarci e comportandoci scoprire quali dei nostri comportamenti funzionano e quali no.

Si c'è superbia in tutto questo, se non devo superare un esame come posso quantificare la bravura mia e la bravura degli altri? (paragonata alla mia ovviamente)
Lo stesso concetto che mi fà irritare quando sento chiedi e ti sarà dato...ma come..così..a gratis.. ...

muble muble
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Vecchio 07-10-2009, 13.37.30   #24
stefano
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beh io starei attento a quante volte "l'esame" lo creiamo noi...agli altri più che il contrario ad esempio.
oppure starei attento a come parlo io degli altri più che a come parlano gli altri di me.
insomma l'attenzione ritengo vada centrata in se stessi e stop senza distrazioni esterne (che poi mi pare si colleghi al discorso bolla dell'opera al nero)
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Vecchio 07-10-2009, 13.39.41   #25
stefano
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Questo che scrivi dovrebbe portare anche alla mancanza di fiducia? Al non sapersi abbandonare e/o affidare nè a dio nè alla provvidenza nè a nessun altro essere umano? Ci stà?

Una volta mi hai detto (spero di ricordare bene) che per sapere cosa vogliamo dobbiamo scoprire chi siamo mentre io avevo la convinzione che solo sapendo cosa volevo avrei scoperto chi ero. (non so bene che c'entra ma lo scoprirò ahah adesso m'è venuto in mente e lo segno)

Se non possiamo giudicarci possiamo solo comportarci e comportandoci scoprire quali dei nostri comportamenti funzionano e quali no.

Si c'è superbia in tutto questo, se non devo superare un esame come posso quantificare la bravura mia e la bravura degli altri? (paragonata alla mia ovviamente)
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a mio avviso ci sta sicuramente.
nasce tutto da una "superbia" camuffata da vittima.
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