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Vecchio 03-11-2009, 11.11.49   #1
Sole
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Predefinito Ascolto attivo

In forum abbiamo parlato in diverse occasioni di comunicazioni, di capacità di ascoltare i bisogni dell'altro, di scambio. Volevo riprendere l'argomento perchè ad un certo punto del cammino se non ci mettiamo in sintonia con l'esterno è inutile pernsare di stare evolvendo, ammesso e non concesso che lo siamo con noi stessi.

Ascolto attivo è una definizione che una nuova figura professionale, il counseler (consulente psicologico), da alla questione. Infatti il loro metodo è proprio quello di imparare ad entrare in contatto con l'emozione dell'altro e di aiutarlo a trasformarla, ma questo è un passo successivo.

Per come ho capito esiste un minimo scambio, perchè comunque sto dando ascolto e a questo dare corrisponde il ricevere attenzione e apertura, che mi permette di entrare in sintonia, di vibrare come l'altro, ance se quel "come" potrebbe essere un pochetto pesante quindi da fare attenzione a ciò che possiamo sopportare.

La parola magica è em-patia dove em sta per in e patia per sentire. Quindi empatia è entrare nel sentire altrui.
Non è impossibile se non si proietta .
E' proprio a proposito della proiezione (volendo possiamo anche integrare con l'altro thread) che ci impedisce il dare e avere naturale con l'esterno che vi propongo un giochino: vi scrivo una frase, e voi se volete, mi direte che interpretazione ne traete. Potete dire qualunque cosa, fare domande in merito all'affermazione, o semplicemente rispondere alla domanda che farò sotto. Se non è chiaro cercherò di spiegarmi meglio.
L'unica cosa che sarebbe utile in questa fase è non leggere le interpretazioni degli altri perchè così il gioco evidenzierà meglio la questione.

Citazione:
Porca miseria, ieri sera tardi sono andato a prendere i miei in aeroporto!
A cosa è riferito il "porca miseria"?


P.s. non mi pongo come esperta, voglio solo imparare a comunicare.
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Vecchio 03-11-2009, 11.13.41   #2
Sole
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Aggiungo: c'è da dire che alla fine di un percorso di crescita personale quel tipo di ascolto arriva, non posso immaginare un uomo evoluto che non sappia ascoltare l'animo umano, ma intanto possiamo tentare di capire di cosa si tratta.
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Vecchio 03-11-2009, 11.23.42   #3
m@pi
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una frase così mi fa pensare a qualcosa che la persona avrebbe voluto fare/vedere ma non ha potuto perchè è dovuto andare in aereoporto...

Ultima modifica di m@pi : 03-11-2009 alle ore 12.23.17.
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Vecchio 03-11-2009, 11.45.30   #4
stella
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"Porca miseria, ieri sera tardi sono andato a prendere i miei in aeroporto! "

A cosa è riferito il "porca miseria"?
A me fa pensare ad un rafforzamento del punto esclamativo, come se volesse rimarcare il fatto che è stato proprio là anche se qualcuno non gli crede....

O forse sto proiettando ?
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Vecchio 03-11-2009, 12.21.28   #5
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Citazione:
Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
"Porca miseria, ieri sera tardi sono andato a prendere i miei in aeroporto! "

A cosa è riferito il "porca miseria"?

P.s. non mi pongo come esperta, voglio solo imparare a comunicare.
A dire il vero gli domanderei perchè dice porca miseria e mi domanderei se lo usa spesso come intercalare, perchè non c'è qualcosa che non va menzionato nella frase da poter attribuirgli il "porca miseria" tipo "porca miseria ho dovuto" qui l'esclamazione sarebbe legata al dovere all'obbligo provato.
Per cui nella frase secondo me manca il movente.
E se proprio vogliamo trovargliene uno lo possiamo attribuire al tardi.
Chiaramente non ho letto gli altri la minc@@@t@ e tutta mia.
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Vecchio 03-11-2009, 12.51.20   #6
Ray
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
A cosa è riferito il "porca miseria"?

Io ci vedo uno che al bar la mattina dopo sta spiegando ad un altro con enfasi perchè ha sonno.

Citazione:
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O forse sto proiettando ?
Ecco. Vorrei fare una considerazione sul giochino. O la frase è vera ed è sgorgata da Sole naturalmente oppure per farci uscire qualcosa c'è proiezione sempre.

Di primo acchito c'è comunque proiezione, nel senso che la frase per essere spiegata dal personale di chi la sente, è necessario porsi nella situazione e immaginare noi nel dire la frase... non è un mettersi nei panni dell'altro, ma mettere all'altro i nostri.

Se ritiriamo la proiezione, cosa possibile solo dopo averla vista, e restiamo connessi con l'altro, possiamo sentire l'emozione che l'altro ci comunica, convibrando con lui. Ma è ovviamente necessario che l'emozione ci sia. Altrimenti non sentiamo nulla.
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Vecchio 03-11-2009, 14.39.06   #7
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Citazione:
Porca miseria, ieri sera tardi sono andato a prendere i miei in aeroporto!

....e magari si fermano per il fine settimana



(di getto eh...ah vorrei imparare anch'io a comunicare)

Adesso leggo gli altri
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Vecchio 03-11-2009, 14.39.14   #8
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non è un mettersi nei panni dell'altro, ma mettere all'altro i nostri.
infatti.. volevo arrivare qui.
Quote:


Se ritiriamo la proiezione, cosa possibile solo dopo averla vista, e restiamo connessi con l'altro, possiamo sentire l'emozione che l'altro ci comunica, convibrando con lui. Ma è ovviamente necessario che l'emozione ci sia. Altrimenti non sentiamo nulla.
Adesso la frase serviva solo a far notare in maniera lampante, come sta accadendo, come ognuno ci mette del suo nell'interpretare, che è poi la comune situazione. Solo Gris si è posta il problema di chiedere chiarimento per evitare di interpretare male, visto che non aveva giustamente modo, essendo una frase fredda, potuto capire. Ma dovrebbe essere questa la situazione normale, se non riesco ad entrare in sintonia, convibrare con la tua emozione, devo aiutare me stesso a capire facendo domande. Questo vorrebbe dire essere interessato a quello che l'altro mi sta dicendo e non alla mia risposta... e questo apre un altro scenario, quello del chi ascolta cosa e come.
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Vecchio 03-11-2009, 14.41.19   #9
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ecco lo sapevo ho proiettato alla grande
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Vecchio 03-11-2009, 14.48.33   #10
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ecco lo sapevo ho proiettato alla grande
Si bon, ma non è che non vada bene per nulla. Proiettiamo sempre qualcosa quando ci relazioniamo con l'esterno, il punto è rendersene conto.
Come ha detto Sole, nella sua frase non c'era nulla da sentire, per vederci qualcosa si proietta, il che ci può essere utiile per vedere cose di noi.
Ma per sentire l'altro occorre ritirare le nostre proiezioni e lasciare che quel che l'altro emette entri... senza però perdersi. Per questo è attivo l'ascolto, cosa che a prima vista può sembrare un paradosso.
Quel senza perdersi è il nocciolo a mio avviso. Sentire l'altro non è così difficile, almeno parzialmente (che significa mescolato col nostro), ma è ancora più semplice smettere di sentire noi. Mantenere la percezione di noi stessi e lasciare entrare: questo è il difficile, ma l'unica cosa che permette di distinguere noi dall'altro.
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Vecchio 03-11-2009, 14.54.58   #11
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Si bon, ma non è che non vada bene per nulla. Proiettiamo sempre qualcosa quando ci relazioniamo con l'esterno, il punto è rendersene conto.
Come ha detto Sole, nella sua frase non c'era nulla da sentire, per vederci qualcosa si proietta, il che ci può essere utiile per vedere cose di noi.
Ma per sentire l'altro occorre ritirare le nostre proiezioni e lasciare che quel che l'altro emette entri... senza però perdersi. Per questo è attivo l'ascolto, cosa che a prima vista può sembrare un paradosso.
Quel senza perdersi è il nocciolo a mio avviso. Sentire l'altro non è così difficile, almeno parzialmente (che significa mescolato col nostro), ma è ancora più semplice smettere di sentire noi. Mantenere la percezione di noi stessi e lasciare entrare: questo è il difficile, ma l'unica cosa che permette di distinguere noi dall'altro.
verissimo..istintiva come un criceto ho fatto mia la frase è ho ascoltato solo me
grazie Ray

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Vecchio 03-11-2009, 16.02.02   #12
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idem... ho letto e subito l'ho fatta mia...
ti faccio buona compagnia Era
devo imparare a ritirarmi quando ascolto,
mi si è aperto un mondo nuovo con questo post,
grazie Sole per averlo aperto,
e grazie Ray per avermi fatto capire
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Vecchio 03-11-2009, 16.37.23   #13
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Come ha detto Sole, nella sua frase non c'era nulla da sentire, per vederci qualcosa si proietta, il che ci può essere utiile per vedere cose di noi.
Era quello lo scopo.
Quote:


Ma per sentire l'altro occorre ritirare le nostre proiezioni e lasciare che quel che l'altro emette entri... senza però perdersi. Per questo è attivo l'ascolto, cosa che a prima vista può sembrare un paradosso.
Quel senza perdersi è il nocciolo a mio avviso.
Si, anche secondo me. Esagerei troppo se dicessi che un ascolto attivo è un pò come meditare? Dico questo perchè non perdersi vuol dire restare coscienti di chi si è mentre la vibrazione dell'altro entra in noi. L'altro resta altro mentre ci pervade, si sembra un paradosso.

Riflettevo proprio prima sul rischio di confondere l'empatia con il perdersi nell'altro, graziequindi per averlo anticipato e sottolineato. La cosa è agli antipodi. essere in empatia pressuppone una conoscenza di se molto ampia per poter ritirare le proiezioni. La maggior parte delle volte invece non sappiamo e non ci accorgiamo di proiettare.
Un buon modo che vedo per inizare a capire dove proiettiamo sarebbe domandare all'altro se davvero voleva dire quello che noi abbiamo capito, cahiramente se non siamo sicuri di aver sentito bene.

Per esempio io della frase avrei detto: Porca miseria, hai dovuto guidare fin là! mentre magari gli dava fastidio realmente solo l'ora tarda.
Quote:


Sentire l'altro non è così difficile, almeno parzialmente (che significa mescolato col nostro), ma è ancora più semplice smettere di sentire noi. Mantenere la percezione di noi stessi e lasciare entrare: questo è il difficile, ma l'unica cosa che permette di distinguere noi dall'altro.
Deve esserci un lavoro di radicamento, radicati in noi, la terra è in noi, le radici devono sprofondare in noi.
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Vecchio 03-11-2009, 16.41.53   #14
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verissimo..istintiva come un criceto ho fatto mia la frase è ho ascoltato solo me
grazie Ray

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idem... ho letto e subito l'ho fatta mia...
ti faccio buona compagnia Era
devo imparare a ritirarmi quando ascolto,
mi si è aperto un mondo nuovo con questo post,
grazie Sole per averlo aperto,
e grazie Ray per avermi fatto capire
Però se non aveste proiettato, non avreste osservato per cui va bene e al prossima volta potrete discernere.

_____________________
Vorrei sottolineare mille volte se possibile, l'importanza di non confondere ascoltare l'altro con il perdersi nell'altro.
Ascoltare attivamente pressuppone un lavoro su di se.
Quando guardiamo un film ci immedesimiamo e ci perdiamo li dentro... ma se riuscissimo a com-muoverci, a sentire le emozioni emesse dall'esterno ma restando noi allora riusciremmo a vibrare con. Diversamente siamo stati assorbiti, risucchiati.
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Vecchio 03-11-2009, 17.38.04   #15
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Originalmente inviato da Sole
A cosa è riferito il "porca miseria"?
Ho letto solo fino qui per ora, a me ha dato come prima impressione di essere riferito al "tardi".
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Vecchio 03-11-2009, 18.52.24   #16
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Comunque nell'ascolto non mettiamo in moto solo il senso dell'udito, valgono altrettanto prestare attenzione alla tonalità della voce, l'espressione del volto, la posizione del corpo di chi parla mentre si ascolta.

Vedere una frase scritta non è la stessa cosa che stare davanti al nostro interlocutore.

C'è il rischio di proiettare lo stesso, a me capita che se una persona mi parla con espressione seria divento seria anch'io, se è agitata viene anche a me l'agitazione e così via, ma questa più che proiezione penso sia empatia, è difficilissimo rimanere neutri mentre qualcuno ci parla...
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Vecchio 03-11-2009, 19.15.19   #17
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio

Vedere una frase scritta non è la stessa cosa che stare davanti al nostro interlocutore.
Io trovo che sia il contrario, dall'altra parte chi scrive è una persona e ci mette del suo, so che la proiezione.. che facciamo della macchina su cui leggiamo fa si che non ci appaia il contatto eppure è vivo come se fosse in carne ed ossa, le emozioni impresse nelle parole sono tangibili.
Quote:


C'è il rischio di proiettare lo stesso, a me capita che se una persona mi parla con espressione seria divento seria anch'io, se è agitata viene anche a me l'agitazione e così via, ma questa più che proiezione penso sia empatia, è difficilissimo rimanere neutri mentre qualcuno ci parla...
Questo che descriv, a mio avviso, i è proprio quel perdersi nell'altro. Non siamo noi ma viviamo l'altro. Invece empatia è sentire l'altrui sentire ma non lasciare che ciò cambi di una virgola noi. Diversamente abbiamo subito influenze esterne, non abbiamo cavalcato l'onda ma siamo annegati nel mare di emozioni altrui.
Non riesco a metterla meglio, magari se proseguiamo verrà.
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Vecchio 03-11-2009, 19.21.22   #18
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Porca miseria nel senso che ad aver avuto più soldi poteva mandargli l'autista?

sto scherzando... ma mica del tutto, solo con una frase, senza una persona reale che l'ha detta non si potrebbe dire altro.
Persona reale che sia presente o meno.

Questo per introdurre una piccola cosa che mi permetto di aggiungere, le parole sono importantissime come parametro di riferimento e conferma ma l'ascolto va oltre le parole, un oltre che poi va confermato dall'attenzione alle parole per evitare un errore molto frequente, il pensar di sapere cosa pensano gli altri.
Insomma il, come dice qualcuno, cavillare sulle parole fine a se stesso è uno sbaglio, ma non farlo dopo aver ascoltato per bene è un errore ugualmente.

Vi do una idea visiva dei due tipi di ascolto, quello finto e quello attivo.
Nell'immagine sopra c'è l'ascolto finto che in realtà cerca di dominare l'altro, sotto invece c'è l'ascolto attivo, in cui conserviamo la nostra identità ma riusciamo a penetrare l'altro ed a lasciarci avvolgere. Il punto del fuoco può essere più vicino a chi parla o a chi ascolta ma sempre non è invasivo nel senso che cerca di sostituire ciò che ascolta

Clicca sull'immagine per ingrandirla

Nome:  ascolto.jpg
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Nel primo caso il dire del blu non riesce neanche ad uscire, il giallo non lo ascolta, nel secondo caso parte verso il giallo, questo non si lascia sommergere ma lo aspetta e trova una "posizione" che gli permettere di ricevere più possibile di ciò che arriva senza perdersi.

Siamo in psicologia, ma grosso modo (più sfumato e meno concentrato di solito) le aure lavorano così e evidenziano ben bene quello che succede
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Vecchio 04-11-2009, 01.17.55   #19
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A cosa è riferito il "porca miseria"?


P.s. non mi pongo come esperta, voglio solo imparare a comunicare.
Senza aver letto gli altri post il porca miseria mi fa pensare che il giovane sia dovuto andare a prendere i suoi all'aeroporto in una serata di freddo, magari di pioggia, e ad un'ora tarda! era infastidito perchè per cause accidentali aveva dovuto lasciare i suoi impegni e buttarsi in macchina di tutta fretta!
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Vecchio 04-11-2009, 01.24.49   #20
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ora ho letto tuitti i commenti e credo di aver capito che ho proiettato le mie sensazioni, senza aver dato spazio all'altro di dire il motivo del porca miseria?
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Vecchio 04-11-2009, 12.19.33   #21
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Qualche giorno fa, ho visto una trasmissione in cui parlavano di terapia con gli animali, e spiegavano, che, per funzionare, uomo e animale devono prima di tutto entrare in sintonia. Hanno fatto l'esempio di come il cane che era in studio si poteva avvicinare all'uomo, ma l'uomo essere distratto da altro e poi viceversa, in entrambi i casi non si riusciva a stabilire il contatto... ecco penso nell'ascolto attivo dovrebbe accadere la stessa cosa, prima di tutto si dovrebbe stabilire un contatto.. è chiaro che se da una parte o dall'altra non c'è predisposizione a stabilirlo, non potrà che uscirne un ascolto finto..

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...
Nel primo caso il dire del blu non riesce neanche ad uscire, il giallo non lo ascolta, nel secondo caso parte verso il giallo, questo non si lascia sommergere ma lo aspetta e trova una "posizione" che gli permettere di ricevere più possibile di ciò che arriva senza perdersi.
E quando ci accorgiamo che l'altro fa la parte del giallo? ovvero che ha intenzione di sommergerci che si fa? a me istintivamente verrebbe da chiudere, di tagliare il discorso perchè se in quel momento vedo che sto subendo "un'aggressione" verbale, e che l'altro scarica senza darmi la possibilità di essere ascoltata non vedo altre vie d'uscita, oppure si dovrebbe sempre cercare di trovare come nel secondo esempio una posizione che mi permetta di non essere risucchiata? (manca pero' sempre il secondo passaggio perchè se l'altro non ne vuole sapere di ascoltarmi siamo daccapo..)
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Vecchio 04-11-2009, 12.42.53   #22
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E quando ci accorgiamo che l'altro fa la parte del giallo? ovvero che ha intenzione di sommergerci che si fa? a me istintivamente verrebbe da chiudere, di tagliare il discorso perchè se in quel momento vedo che sto subendo "un'aggressione" verbale, e che l'altro scarica senza darmi la possibilità di essere ascoltata non vedo altre vie d'uscita, oppure si dovrebbe sempre cercare di trovare come nel secondo esempio una posizione che mi permetta di non essere risucchiata? (manca pero' sempre il secondo passaggio perchè se l'altro non ne vuole sapere di ascoltarmi siamo daccapo..)
Cosa si dovrebbe fare se chi dovrebbe ascoltarci invece cerca di sommergerci? Non sarebbe proprio il tema, ma si dovrebbe aspettare il momento ed il luogo giusto se è possibile. A volte forzando un pò si può ottenere lo stesso, anche se non in via naturale, la situazione ottimale dell'immagine sotto.
In sostanza si tratta di spostare il fuoco, ma spesso l'altro è un maestro inconscio nel fare lo stesso e quindi torniamo all'aspettare.
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Vecchio 04-11-2009, 13.13.02   #23
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Cosa si dovrebbe fare se chi dovrebbe ascoltarci invece cerca di sommergerci? Non sarebbe proprio il tema, ma si dovrebbe aspettare il momento ed il luogo giusto se è possibile. A volte forzando un pò si può ottenere lo stesso, anche se non in via naturale, la situazione ottimale dell'immagine sotto.
In sostanza si tratta di spostare il fuoco, ma spesso l'altro è un maestro inconscio nel fare lo stesso e quindi torniamo all'aspettare.
Ma se io tengo il fuoco in mezzo (o grossomodo in mezzo) e ce lo tengo nonostante tutto, questo alla lunga non dovrebbe trasmettersi e aggiustare anchde il fuoco dell'altro? Se io resto centrato anche se l'altro cerca di mangiarmi, insistendo e non lasciandoglielo fare influisco sul suo fuoco?

Bon, anche a me viene da lasciar stare dopo qualche tentativo e aspettare semmai tempi migliori, ma mi chiedevo se insistere ha senso.
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Vecchio 04-11-2009, 14.33.01   #24
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Ma se io tengo il fuoco in mezzo (o grossomodo in mezzo) e ce lo tengo nonostante tutto, questo alla lunga non dovrebbe trasmettersi e aggiustare anchde il fuoco dell'altro? Se io resto centrato anche se l'altro cerca di mangiarmi, insistendo e non lasciandoglielo fare influisco sul suo fuoco?
Se vedi i disegnini sono certo che ti salta all'occhio una cosa. Al contrario di quello che può sembrare l'ascolto è maschile e attivo, voler essere ascoltati (che non è la stessa identica cosa del parlare) è femminile passivo.
Quindi mentre puoi ascoltare anche chi non parla, non puoi farti ascoltare da chi non vuole, puoi parlargli e magari usare dei trucchi per attirare la sua attenzione etc... ma è un'altro discorso

Citazione:
Bon, anche a me viene da lasciar stare dopo qualche tentativo e aspettare semmai tempi migliori, ma mi chiedevo se insistere ha senso.
Dipende.. in ogni caso non deve (non dovrebbe) essere una violenza
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Vecchio 04-11-2009, 15.26.18   #25
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Se vedi i disegnini sono certo che ti salta all'occhio una cosa. Al contrario di quello che può sembrare l'ascolto è maschile e attivo, voler essere ascoltati (che non è la stessa identica cosa del parlare) è femminile passivo.
Quindi mentre puoi ascoltare anche chi non parla, non puoi farti ascoltare da chi non vuole, puoi parlargli e magari usare dei trucchi per attirare la sua attenzione etc... ma è un'altro discorso
sai che anche se ho capito cosa intendi quando dici che l'ascolto è attivo, maschile e il voler essere ascoltati è passivo, femminile, fatico a farlo mio questo concetto devo quasi concentrarmi per percepirlo giusto
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