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Vecchio 25-10-2008, 18.55.55   #1
nikelise
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Predefinito Dipendenza Da Adrenalina

Questa credo sia una forma di dipendenza e nel caso e' la mia dipendenza .
Parto da lontano : per qualche motivo non sono mai stato uno costante metodico , ho sempre proceduto ,nella vita , come si suol dire ''per campagne '' cioe' concentrando gli sforzi con estrema tenacia per singoli obbiettivi raggiungendoli e poi mollando tutto per piu' o meno lungo tempo.
Devo dire che questo metodo ha premiato , per fortuna o per altro quello che volevo l'ho ottenuto .
Dagli esami universitari al lavoro alla via privata tutto e' stato condotto cosi' .
Per essere piu' descrittivo ricordo ai tempi dell'universita' lunghi periodi di carenza di energia disteso sul divano ed altrettanti periodi di frenetico studio senza uscire di casa per settimane.
Non ritengo certo di essere l'unico ad avere tale atteggiamento ma non e' normale ne' sano e credo vada analizzato.
A favore di questa abitudine ci sono 2 cose:
la prima e' che l'attivita concentrata e frenetica , con adrenalina appunto , sembra dare qualcosa in piu' ( o almeno cosi' mi pare ) a livello intellettuale che non un'attivita' costante e piu' diluita nel tempo ;
la seconda e' che conclusa la ''campagna '' se vittoriosi la sensazione di realizzazione e di rilassamento che ne segue e' bellissima , sembra di camminare sulle nuvole .
Tuttavia anche l'adrenalina genera dipendenza , la necessita' di forti stimoli per sentirsi vivi e' una dipendenza e te ne accorgi quando gli stimoli non ci sono: la vitalita' e' spenta .
La conseguenza e' una continua ricerca di stimoli straordinari in tutto e questo non puo' certo essere bene.
Anzi per quanto s'e' detto a proposito della corsa verso o negli opposti ( l'enantiodromia ) credo che il difetto sia in una congenita mancanza di naturale vitalita' alla quale l'organismo reagisce .
E' cosi' secondo voi ? avete esperienze in merito?
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Vecchio 25-10-2008, 19.21.12   #2
Ray
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Innanzitutto vorrei capire alcune cose. Hai aperto questo tread nel salone e non nel registro dipendenze, inoltre da come hai impostato a me pare più uno studio, un'osservazione di te stesso, piuttosto che una dipendenza rilevata dalla quale hai preso la decisione di liberarti. Infatti ci stai ragionando su, non hai fatto propositi.

Oltretutto descrivi un tuo funzionamento generale, non una vera e propria dipendenza specifica. Come dire che all'interno di questo funzionamento si possono produrre delle dipendenze che però potrebbero prodursi anche in altri funzionamenti, quindi non è questo il punto, o mi sbaglio?

L'esempio è evidente: soppesando i pro e i contro del funzionamento che descrivi, cosa che può essere fatta per qualsiasi funzionamento, non ha individuato una dipendenza che, avendo solo contro e nessun pro, va eliminata.

D'altra parte, se ho capito, supponi che dietro e alla base di questo funzionamento ci sia una dipendenza la quale, a questo punto radicatissima, determina tutti i tuoi meccanismi e le tue strategie per affrontare le cose.

Io credo che tutti abbiamo bisogno (più che essere dipendenti nel senso della sezione) di tensione. Senza tensione non facciamo nulla, la vitalità scende. Diversi son i modi ad ognuno più congeniali per procurarsela. Bello sarebbe, certo, sapersela procurare in qualsiasi modo, ma identificare il modo a noi congeniale ci da parecchi indizi su come siamo fatti. Per questo dico che è uno studio e un'osservazione questa.

La carenza di vitalità a mio avviso si risolve stando nelle cose (e tu a quanto dici lo fai solo in determinate circostanze, in modo un po' "ossessivo") ed evitando di disperdere.
Poi ci può essere una maggiore o minore difficoltà a passare da una cosa all'altra, da cui forse la necessità di dedicarsi completamente ad una cosa alla volta, ma anche questo fa parte di caratteristiche che hanno pro e contro e che comunque si possono limare in vari modi.
Le dispersioni invece non hanno pro e andrebbero individuate ed eliminate.

Poi esiste quella dipendenza da adrenalina che spinge le persone a cercarsi stimoli sempre più forti (come quelli che si lanciano con gli elalstici) e il rischio è quello di fare le cose non per un obiettivo ma per l'adrenalina e stop. Questo però credo sia un problema generale di consapevolezza... alla fin fine anche questi cercano "dio" ma non lo sanno... si tratta di sapere qual'è l'obiettivo.
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Vecchio 25-10-2008, 20.13.36   #3
nikelise
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Innanzitutto vorrei capire alcune cose. Hai aperto questo tread nel salone e non nel registro dipendenze, inoltre da come hai impostato a me pare più uno studio, un'osservazione di te stesso, piuttosto che una dipendenza rilevata dalla quale hai preso la decisione di liberarti. Infatti ci stai ragionando su, non hai fatto propositi.

Oltretutto descrivi un tuo funzionamento generale, non una vera e propria dipendenza specifica. Come dire che all'interno di questo funzionamento si possono produrre delle dipendenze che però potrebbero prodursi anche in altri funzionamenti, quindi non è questo il punto, o mi sbaglio?

L'esempio è evidente: soppesando i pro e i contro del funzionamento che descrivi, cosa che può essere fatta per qualsiasi funzionamento, non ha individuato una dipendenza che, avendo solo contro e nessun pro, va eliminata.

D'altra parte, se ho capito, supponi che dietro e alla base di questo funzionamento ci sia una dipendenza la quale, a questo punto radicatissima, determina tutti i tuoi meccanismi e le tue strategie per affrontare le cose.

Io credo che tutti abbiamo bisogno (più che essere dipendenti nel senso della sezione) di tensione. Senza tensione non facciamo nulla, la vitalità scende. Diversi son i modi ad ognuno più congeniali per procurarsela. Bello sarebbe, certo, sapersela procurare in qualsiasi modo, ma identificare il modo a noi congeniale ci da parecchi indizi su come siamo fatti. Per questo dico che è uno studio e un'osservazione questa.

La carenza di vitalità a mio avviso si risolve stando nelle cose (e tu a quanto dici lo fai solo in determinate circostanze, in modo un po' "ossessivo") ed evitando di disperdere.
Poi ci può essere una maggiore o minore difficoltà a passare da una cosa all'altra, da cui forse la necessità di dedicarsi completamente ad una cosa alla volta, ma anche questo fa parte di caratteristiche che hanno pro e contro e che comunque si possono limare in vari modi.
Le dispersioni invece non hanno pro e andrebbero individuate ed eliminate.

Poi esiste quella dipendenza da adrenalina che spinge le persone a cercarsi stimoli sempre più forti (come quelli che si lanciano con gli elalstici) e il rischio è quello di fare le cose non per un obiettivo ma per l'adrenalina e stop. Questo però credo sia un problema generale di consapevolezza... alla fin fine anche questi cercano "dio" ma non lo sanno... si tratta di sapere qual'è l'obiettivo.
Su dove collocare devo aver sbagliato me ne scuso .
Sul resto , questo che scrivi e copio di seguito e' giusto e ti assicuro che a me sembra una vera dipendenza : il cercare sempre stimoli straordinari per fare.
Se mi dici che non lo e' meglio cosi' ma non credo:

Poi esiste quella dipendenza da adrenalina che spinge le persone a cercarsi stimoli sempre più forti (come quelli che si lanciano con gli elalstici) e il rischio è quello di fare le cose non per un obiettivo ma per l'adrenalina e stop. Questo però credo sia un problema generale di consapevolezza... alla fin fine anche questi cercano "dio" ma non lo sanno... si tratta di sapere qual'è l'obiettivo.

C'e' anche la dipendenza che si manifesta nel fare solo se c'e' adrenalina .

Ultima modifica di nikelise : 25-10-2008 alle ore 20.55.07. Motivo: aggiungo
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Vecchio 25-10-2008, 21.34.30   #4
Uno
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Ho spostato il 3d in psicologia, perchè mi pare che l'intento per ora sia di parlare dell'argomento in generale, caso mai qualcuno volesse discuterne in senso di propositi, strategie etc... si può sempre riaprire nella sezione dipendenze.


Oserei dire che questo del discorso è un aspetto del Vivere.. c'è chi sorseggia , poco per volta, con pazienza e chi sta per periodi a patire la sete e poi si strafoga seguendo quello che in un film visto recentemente (Vanilla sky, interessante) viene definito ritardare il piacere.
Non era proprio la stessa cosa, ma il concetto si interseca. I problemi nascono quando si ritarda il piacere, o si accumula troppo la spinta adrenalinica e ci si assuefà a questo modo di essere non riuscendo ad essere più capaci di un normale uso della stessa adrenalina.

Per capirci, è normale e giusto aspettare i giusti tempi per fare qualsiasi cosa, in questo modo risparmiamo energie che possiamo utilizzare in altro modo e quando ci muoviamo realmente per agire abbiamo accumulato il giusto potenziale che ci permette di avere successo in quell'azione. Il problema nasce quando la cosa degenera in due modi apparentemente opposti: il primo è che si vuole agire sempre e solo al massimo, si vuole avere il pieno di benzina anche solo per arrivare fino al giornalaio... e magari ci si va sgasando anche se non occorre. La seconda possibilità "opposta" è che si prova a muoversi con una sola goccia di benzina, poi si fa una faticaccia enorme per spingersi fino alla pompa e alla fine ci vuole mezza giornata per arrivare fino al giornalaio.
In entrambi i casi si arriva solo a prendere il giornale con forze e mezzi che potrebbe servire a moltissime altre cose.

Insomma bisognerebbe imparare a calcolare quanto si deve aspettare per ogni azione, saper valutare quando la carica è sufficiente e non sprecarla se questa supera il necessario per una determinata azione .
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Vecchio 26-10-2008, 16.42.08   #5
griselda
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Scusate la mia ignoranza eh, ma io non so mica bene cosa sia l’adrenalina. Ok so che l’adrenalina è prodotta dalle ghiandole surrenali, e che quando gira nel mio corpo me ne accorgo dal sudore che cambia odore (poco carino ma è la verità) e dall’accelerazione del mio battito cardiaco.
Quindi ho cercato in rete ed ho trovato che è un ormone prodotto dal surrene, in grado di regolare l’attività degli organi e dei tessuti.
La sua funzione principale pare sia quella di prepararci ad affrontare situazioni di emergenza emotive o fisiche.
Le condizioni esterne a noi che possono crearci stress, ansia, paura o anche freddo, fanno si che un imput parta dall’ipotalamo (controlla la produzione degli ormoni, sia quelli sessuali sia quelli che regolano la fisiologia) e arrivi alle ghiandole surrenali che a quel punto iniziano a secernere l’ormone adrenalina ( anche altre cose ma sono complicate da spiegare per me) questa entrando nel sangue, raggiunge dei recettori ( qualsiasi entità che sia in grado di ricevere, legare qualcosa) nel fegato, nei muscoli, nel cuore e nel sistema vascolare stimolandoli e facendo loro produrre effetti come il battito accelerato, dilatazione delle pupille, aumento del respiro, aumento del metabolismo, aumento delle capacità muscolari, e della pressione arteriosa… tutto questo fa si che aumenti l’energia nel corpo da cui attingere per lottare o fuggire. Questo è iscritto nel nostro istinto di sopravvivenza in caso di pericolo o di forte stress il corpo si prepara per essere in grado di fuggire o affrontare il nemico.



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Vecchio 26-10-2008, 21.41.53   #6
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Scusate la mia ignoranza eh, ma io non so mica bene cosa sia l’adrenalina. Ok so che l’adrenalina è prodotta dalle ghiandole surrenali, e che quando gira nel mio corpo me ne accorgo dal sudore che cambia odore (poco carino ma è la verità) e dall’accelerazione del mio battito cardiaco.
Quindi ho cercato in rete ed ho trovato che è un ormone prodotto dal surrene, in grado di regolare l’attività degli organi e dei tessuti.
La sua funzione principale pare sia quella di prepararci ad affrontare situazioni di emergenza emotive o fisiche.
Le condizioni esterne a noi che possono crearci stress, ansia, paura o anche freddo, fanno si che un imput parta dall’ipotalamo (controlla la produzione degli ormoni, sia quelli sessuali sia quelli che regolano la fisiologia) e arrivi alle ghiandole surrenali che a quel punto iniziano a secernere l’ormone adrenalina ( anche altre cose ma sono complicate da spiegare per me) questa entrando nel sangue, raggiunge dei recettori ( qualsiasi entità che sia in grado di ricevere, legare qualcosa) nel fegato, nei muscoli, nel cuore e nel sistema vascolare stimolandoli e facendo loro produrre effetti come il battito accelerato, dilatazione delle pupille, aumento del respiro, aumento del metabolismo, aumento delle capacità muscolari, e della pressione arteriosa… tutto questo fa si che aumenti l’energia nel corpo da cui attingere per lottare o fuggire. Questo è iscritto nel nostro istinto di sopravvivenza in caso di pericolo o di forte stress il corpo si prepara per essere in grado di fuggire o affrontare il nemico.


E' un eccitante naturale dunque che ti fa superare le prove piu' difficili ,ti fa sentire vivo durante la prova e superata la prova subentra un particolare rilassamento che procura piacere .
Il problema e' che se ci si abitua a queste sensazioni non se ne puo' piu' fare a meno , si vive sopra le righe cercando sempre emozioni forti .
Se si scia si deve per forza affrontare la nera anche in condizioni meteo sfavorevoli cosi' fa per chi va per mare o fa roccia ecc.
Poi capita l'incidente .
Ma vale in ogni occasione della vita .
Non si riesce a vivere senza questa eccitazione continua perche' sembra di essere morti , di non vivere .
Per questo ci vedevo una dipendenza .
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Vecchio 05-11-2008, 23.47.02   #7
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Uff non so come metterla, ma pure io ci vedo una dipendenza da questa adrenalina.
La dipendenza è come quella con la droga che si assume esternamente anche se non ne ho una diretta esperienza ma solo letteraria.
Ci si può "disintossicare" dalla dipendenza di cui abbiamo fatto oggetto qualcosa?
Mica si capisce uff

Con questo tipo di "droga" si tende ad arrivare come con l'altra ad aver bisogno di dosi sempre maggiori, perchè avviene l'assuefazione, come dice anche Nike si ha bisogno di stimoli sempre maggiori, quindi dosi maggiori di adrenalina.

Il punto è che l'adrenalina serve per affrontare la sopravvivenza ma casualmente (?) si arriva ad usarla per scopi direi "utilitaristici" (?) a volte che non hanno più il senso del principio della sostanza, il fine è come se fosse deviato.
Si può riordinare il senso di questa sostanza riportandolo nella sua origine? Oppure quale è la giusta soluzione?

Ho fatto una confusione pazzesca ma meglio di così non mi viene.

P.S. Non mi riferisco a Nike.

P.P.S. ho pure guardato il film ma mi è servito a poco.
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Vecchio 06-11-2008, 00.05.40   #8
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Poi esiste quella dipendenza da adrenalina che spinge le persone a cercarsi stimoli sempre più forti (come quelli che si lanciano con gli elalstici) e il rischio è quello di fare le cose non per un obiettivo ma per l'adrenalina e stop. Questo però credo sia un problema generale di consapevolezza... alla fin fine anche questi cercano "dio" ma non lo sanno... si tratta di sapere qual'è l'obiettivo.
Scusa Ray io faccio fatica a collegare le cose purtroppo e a volte ci devo tornare e ritornare anche se mi ci applico.
Le persone che fanno sport che generano adrenalina come tutte le altre dipendenze da questa sostanza sono atte a determinare questo fatidico VUOTO? Tanto per capirci perchè altrimenti non ne esco. Il Vuoto = Dio quell'attimo di annullamento tramite l'adrenalina che lo genera? Annuallamento della mente? Dell'io?
Scusa le molte domande ma non mi è ancora chiarissimo quindi inutile che faccio finta di aver capito.
Quando so che ho questa ricerca di questo vuoto che faccio? Smetto di cercarlo in questo modo e mi attivo per farlo in un altro? La smetto di adrenalimizzarmi () e cerco di creare il vuoto in altro modo? Basta questo per disintossicarsi? Nel frattempo l'astinenza continua a portare la nostalgia di quel vuoto come la si deve gestire, rimanendo fermi nel proposito che non è il modo giusto?
Ho banalizzato e semplificato e magari anche fatto confusione spero potrai perdonare le imprecisioni.
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Vecchio 06-11-2008, 01.32.16   #9
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Quando so che ho questa ricerca di questo vuoto che faccio? Smetto di cercarlo in questo modo e mi attivo per farlo in un altro?
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Vecchio 06-11-2008, 01.34.45   #10
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E' cosi' secondo voi ? avete esperienze in merito?
Sai, ci ho pensato un po' cercando di riportare quel che dici di te su meccanismi miei, facendo analogie dove possibile, e mi sorge un sospetto.
E se la dipendenza fosse da endorfina? (o comuqnue la oro catena?)
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Vecchio 06-11-2008, 08.02.31   #11
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Sai, ci ho pensato un po' cercando di riportare quel che dici di te su meccanismi miei, facendo analogie dove possibile, e mi sorge un sospetto.
E se la dipendenza fosse da endorfina? (o comuqnue la oro catena?)
Oppure sia l'una che l'altra: prima l'eccitazione poi il rilassamento cioe' il piacere.
E' il normale o il ''piatto'' che e' difficile da tollerare .
(Non so cos'e' l'oro catena)
Quanto dice Uno e' piu' difficile da realizzare , piu' facile o non fare nulla o strafogarsi.
Calcolare le forze per ciascuna azione e' un'attivita' in piu' ma permetterebbe forse di ottenere di piu' ,di avere meno pause.
Poi bisogna vincere la sensazione che con piu' adrenalina si fa meglio con piu' qualita'.
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Vecchio 06-11-2008, 15.21.31   #12
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(Non so cos'e' l'oro catena).
M'è scappata un "l"... la loro catena. Intendevo questo

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Oppure sia l'una che l'altra: prima l'eccitazione poi il rilassamento cioe' il piacere.
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Vecchio 07-11-2008, 13.20.54   #13
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Mi domando perchè l'adrenalina possa prendere due direzioni, ossia la fuga o l'attacco.
Quando entra in circolo nel corpo dovrebbe avere le stesse dinamiche in tutti.
Invece c'è chi in presenza della stessa nel proprio corpo fugge e chi invece attacca, ma non solo, la stessa sostanza ci fa rifuggire alcune cose mentre altre ce le fa superare, perchè?
Dipende dalla riuscita che abbiamo come imprintig?
Probabilmente una volta riusciti nell'impresa viene con il rilassamento rilasciata la dopamina legata al piacere, poi ho letto esserci altre sostanze...noradrenalina feniletilamina etc sono queste che ci fanno provare gli stati d'animo e che ci rendono schiavi.

Se guardo all'indietro da ragazza avevo preso una brutta abitudine, quando saliva l'adrenalina, affrontavo e attaccavo..... poi mi successo un "incidente" ecco che la cosa è cambiata, adrenalina uguale paura, fuga.

In pratica lei entra nel corpo come da funzionamento fisiologico per la sopravvivenza siamo noi che ne facciamo un uso sconsiderato non conoscendola, anche perchè credo che questi ormoni svegliandosi nell'adolescenza, ci diano li l'imprinting, poi ce lo portiamo dietro sino all'incidente che può creare un circolo contrario o se "va bene" rendere dipendenti ma in entrambi i casi non comprendendone la valenza siamo soggiogati da essa.
Ovvero se noi fossimo coscienti di cosa fa questa sostanza all'interno di noi e perchè agisce e come potremmo rimanere immobile ad ascoltarla ma senza per questo essere suoi succubi e così? ( pare facile )
Perchè se fossimo in bosco e sentissimo un rumore alle nostre spalle, l'adrenalina potrebbe salvarci la vita, ma quando non c'è un effetivo pericolo è solo il ricordo di esso che ci fa muovere.
Oppure il ricordo di come ci siamo sentiti dopo...vogliamo sempre quel dopo e il massimo della prestazione perchè in effetti sotto una scarica si è attentissimi e presenti proprio per cercare di salvarsi la vita, ma se davvero non esiste questo problema è come mettere sotto stress il corpo e tutto il sistema nervoso per nulla e consumarsi inutilmente.
A questo punto ci vuole molta calma e sangue freddo, quando non siamo in un bosco..., per riuscire tenere il tutto sotto controllo e sopratutto andare a rivedere quando e come si sono innescati per poterli riconoscere.


P.S. mi sorge spontanea una domanda: noi con l'attenzione e la presenza cerchiamo ri ricreare quello che fa questa sostanza ma senza il suo uso che è consumante?
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Ultima modifica di griselda : 07-11-2008 alle ore 13.25.47. Motivo: aggiungo ps
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Vecchio 07-11-2008, 19.05.27   #14
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Perchè se fossimo in bosco e sentissimo un rumore alle nostre spalle, l'adrenalina potrebbe salvarci la vita, ma quando non c'è un effetivo pericolo è solo il ricordo di esso che ci fa muovere.
Percepiamo delle cose. L'istinto elbora i percepiti assai più velocemente della mente e, se stabilisce la possibilità di un pericolo, spara adrenalina nel sangue, permettendo così reazioni di conservazione più efficaci... si tratti di fuga o aggressione.

Poi, da un certo punto di vista molto poi, noi otteniamo un "vissuto" di tutto ciò e possiamo elaborarlo o meno, ma il funzionamento istintivo della produzione continua.

Eventualmente possiamo "innamorarci" delle sensazioni che il meccanismo ci ha prodotto e quindii ricercarle, anche artificialmente.

Questo grossomodo... poi si può approfondire e distinguere... non mi ricordo più dove ma ne abbiamo già parlato tempo fa.
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