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Vecchio 25-07-2007, 13.16.20   #1
Kael
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Predefinito Bonsai

Letteralmente, significa albero in vaso. Anche se attenendoci più rigorosamente agli ideogrammi che formano la parola, Bon sta per "vaso, contenitore", mentre Sai sta per "educare, coltivare"... (in quasi tutte le tradizioni il vaso ha anche valenze simboliche, con riferimenti anche all'anima... è chiaro dunque che quest'arte sta a rappresentare esternamente un processo che dovrebbe avvenire anche internamente...)



Come diceva giustamente il maestro Murata: "lo scopo finale dovrebbe essere qualcosa che è stata studiata e rifinita nella vostra mente prima di cominciare a crearla. Solo allora potrete chiamarla arte."

Al tempo stesso però, non bisogna nemmeno forzare la natura con tecniche e stili che la sottomettano, costringendo la pianta a venire su secondo un particolare disegno, senza tener conto della sua fisiologia e delle sue esigenze.

Insomma, nell'arte del Bonsai, uomo e pianta collaborano insieme. Non c'è prevalenza di uno o dell'altra. L'uomo dà forma alla pianta senza però reprimere la sua natura, la pianta dal canto suo cresce in accordo con la mente che la forgia.

Il Bonsai dunque è un momento d'unione, di perfetto equilibrio fra uomo e pianta, in cui non esistono come entità separate ma si fondono in un "unico essere" che è appunto l'arte... L'uomo non è più uomo e la pianta non è più pianta, ma insieme diventano Arte...

So che ci sono amici in forum che sono esperti, chissà che non intervengano...
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Vecchio 25-07-2007, 17.00.42   #2
Sole
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Da poco tempo ho avuto modo di osservare da vicino chi si usa di questa arte.
Prima devo dire non ne apprezzavo affatto il contenuto. Ritenevo infatti che fosse una forzatura viziosa della natura. Un voler usare la natura e sottometterla. Poi ho potuto osservare da vicino appassionati a questo lavoro e ho visto cosa significa far crescere un bonsai e quanto lavoro e dedizione e attenzione ci vogliono.
Rispetto assoluto di delicatissimi equilibri. Conoscenza dei ritmi della natura e di ogni singola pianta.
Insegna molto questa arte, la pazienza, l'attesa, la cura e soprattutto il mantenere alto l'interesse visto i tempi lunghi che occorrono.
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Vecchio 26-07-2007, 00.48.24   #3
Grey Owl
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Sono oramai 15 anni che coltivo bonsai... non ritengo di conoscere l'arte... ma conosco in parte le piante e il loro ciclo di vite...

In giro si vedono molti pseudo-bonsai... ottenuti da talee di rami... educati col filo di rame crudo che si è conficcato nella corteccia... rami tagliati di netto... insomma... simulacri di bonsai.

Quando mi approccio al taglio... lo faccio con rispetto e in silenzio... strano... solo ora mi accorgo che lo faccio sempre in solitario... sono sempre io e il bonsai... e se vengo distratto interrompo.

Non bisogna avere fretta... si osserva... poi le mani si muovono sicure...

Ogni tanto se serve (ogni 3 anni circa) si cambia la terra... si controlla il fittone che non sia cresciuto... si sistemano le radici... si concima nella giusta stagione...

Il luogo... l'acqua... le correnti d'aria... la luce... il calore... le stagioni... da interno e da esterno... vi sono tantissimi fattori da tenere in considerazione... non ultimo il taglio dei rami...

Per un periodo ho creato pseudo-bonsai per un vivaista... ma ho smesso quasi subito... mi accorsi che non era questo il modo di "trattare" le piante...
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Vecchio 28-07-2007, 12.26.05   #4
Kael
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Uno dei principi su cui si fonda l'arte del Bonsai è la ricerca del Wabi o del Sabi.
Brevemente, il Wabi è uno strato della mente in cui si sperimenta un sentimento di semplicità, mentre il Sabi è un sentimento di pace interiore.

Coltivare Bonsai significa raggiungere questi due stati. Salvo poi, una volta raggiunti, farne a meno... E' tipico delle filosofie orientali infatti imparare una cosa e poi "lasciarla andare"... "Riempi la tua tazza e poi vuotala", è un principio fondamentale di quasi tutte le discipline zen o buddhiste, di cui i famosi mandala sono esempi pratici.
Per tornare ai Bonsai, Wabi e Sabi vanno "abbandonati" concettualmente perchè una volta raggiunti, vengono Compresi dal nostro essere, ne fanno parte, e non sono più pertanto qualcosa di esterno da "raggiungere".
Un po' quello che in occidente viene espresso con "impara la tecnica e poi trascendila, che tanto ormai non ne hai più bisogno"...
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Vecchio 28-07-2007, 12.43.00   #5
Kael
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Come ogni Arte, il Bonsai ha delle Regole matematiche ben definite, che, a quanto si pensi, non lo limitano ma semmai lo "esaltano". Ci sono delle Leggi Universali che governano la vita di ogni creatura, di ogni pianeta (interessante l'assonanza pianta-pianeta...) e di ogni astro... perchè dunque i Bonsai dovrebbero esserne esenti? Si pensa che essere liberi significa non avere più regole, in realtà la libertà consiste nel conoscere tali regole e sapersi muovere conformemente ad esse... Così nel microcosmo quanto nel macro...

Nel Bonsai, una di queste regole (forse la più importante) è la forma triangolare della pianta.
In più, se si osserva il vaso a forma quadrata sotto, si ottiene una struttura piramidale... Il tre che poggia sul quattro. Il divino che poggia sulla materia...
Dall'antico Egitto al Giappone, la "piramide" continua ad essere un simbolo potentissimo, pregno di significati e allusioni, che abbatte le frontiere del tempo e dello spazio, sempre viva a distanza di millenni, di culture diverse e di limiti geografici...
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Vecchio 29-07-2007, 12.14.28   #6
Kael
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C'è una differenza fondamentale fra l'arte del Bonsai e tutti gli altri tipi di arte occidentale (pittura, scultura, musica, etc..) ma siccome ho già parlato abbastanza e non vorrei monopolizzare il discorso, vediamo se qualcuno sa trovarla...
Che differenza c'è fra un bonsai e ad esempio un quadro o un brano musicale?
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Vecchio 29-07-2007, 22.33.14   #7
Grey Owl
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Il bonsai è un albero a tutti gli effetti... se lo si lascia crescere egli diventa un albero come gli altri... anche se buttato nella "natura" non vivrebbe a lungo... infatti l'educazione toglie all'albero le "difese" che normalmente acquista nel vivere a contatto diretto con la natura.

La differenza quindi stà nel fatto che l'arte del bonsai è "cosa viva"...

Come ha detto Kael all'inizio del post:
"Insomma, nell'arte del Bonsai, uomo e pianta collaborano insieme...
Il Bonsai dunque è un momento d'unione, di perfetto equilibrio fra uomo e pianta..."
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Vecchio 30-07-2007, 09.24.31   #8
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A quanto detto da Grey , aggiungerei che un quadro, un brano musicale, una scultura si inizia e si finisce, un brano musicale per esempio si puo' riascoltarlo tante volte suonarlo in modi diversi ma il brano resta sempre quello... mentre con un bonsai, l'arte continua.. c'è uno scambio tra uomo e natura che prosegue nel tempo, una continuità che non esiste in nessun'altra forma d'arte.
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Vecchio 30-07-2007, 10.40.51   #9
Kael
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un quadro, un brano musicale, una scultura si inizia e si finisce
Esatto, un bonsai invece non si finisce mai... Essendo vivo (come detto da Grey) è in continua trasformazione, nel corso degli anni e delle primavere cambia, butta nuove gemme, nuovi rami, nuove foglie... e con lui deve quindi cambiare anche il padrone. Può essere che da piccola una pianta suggerisca un determinato disegno, o forma, poi col tempo cambia completamente struttura e se si resta fissi sulla vecchia idea non si otterrebbe dalla pianta la massima "espressione" possibile.

Oltre a quanto detto, questo impone anche una certa Disciplina... Un quadro può essere lasciato là, incompiuto anche per mesi, prima di avere l'ispirazione per mandarlo avanti, per finirlo. Un bonsai invece senza cure dopo poco tempo muore. E' dunque un lavoro lento, lentissimo (anche se si ha già in mente il disegno finale bisogna aspettare il ritmo naturale, non si può forzarlo... un quadro invece può essere fatto in pochi giorni) ma al tempo stesso anche costante, che esige dal padrone non solo l'estro ma anche lo sforzo giorno per giorno per "tenerlo vivo, in tensione"...

Come detto sopra dunque, non è solo l'uomo ad aiutare la pianta a venire su bella ed equilibrata, ma è anche la pianta ad aiutare l'uomo ad autodisciplinarsi e a mantenere vivo il "fuoco"...
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Vecchio 04-08-2007, 15.52.23   #10
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Mi è venuto in mente che questa spiegazione starebbe benissimo in alchimia, a parlare del rapporto tra alchimista e pietra...
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Vecchio 30-09-2007, 13.55.42   #11
Il Folle
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Nel mio piccolo anche io ho dei bonsai, da qualche anno, si tratta di un olmo e di un acero(anche se nn sono sicuro sull'acero), li ho comprati entrambi in un vivaio e li ho pagati pochi euro. Appena ho comprato il primo ricordo che tutti i miei amici mi dicevano che sarebbe morto subito, e io non volevo credergli infatti non è stato come dicevano loro, anche se uno dei due ora non è che sia nelle condizioni migliori spero che si riprenda. Sinceramente sò di trattarli male per quanto gli posso voler bene, un trattarli male inteso come mancanza di attrezzi adatti (che costano tantissimo) e per mancanza di una persona che mi sappia aiutare in questo infinito percorso...
Meno male che c'è ERMOPOLI!!!
Ho trovato mooooolto interessante questo topic, spero se ne continuerà a parlare, perchè come ho già scritto la cosa mi interessa molto!

Il Folle non è connesso  
Vecchio 30-09-2007, 14.54.07   #12
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un trattarli male inteso come mancanza di attrezzi adatti (che costano tantissimo) e per mancanza di una persona che mi sappia aiutare in questo infinito percorso...
Uhum... non è che sono scuse?
Che attrezzi costosissimi ti servono? Bastano due paia di forbici, una più grande e una più piccola per iniziare.... poi in caso fili di rame, pinze e qualche altra stupidaggine, ma se diventi bravo e vai avanti anni...
Tutta roba da supermercato o ferramenta.

Devo dire che i bonsai comprati a pochi spiccioli non sono veri bonsai, ma sono pianticelle camuffate da bonsai... inoltre ti tolgono buona parte (in pratica tutta) dell'arte e del processo di crescita che potresti avere dedicandoti ad un rametto qualsiasi e facendolo diventare un bonsai vero.
Riprendendo il discorso di Ray è come se si potesse acquistare la pietra filosofale dal droghiere, in farmacia, in orificeria o da qualche altra parte.

Comunque per iniziare almeno dedicagli un pò di tempo.. bastano anche 10 minuti tutti i giorni..

Volontà serve... Folle
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Vecchio 30-09-2007, 15.12.11   #13
Kael
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Concordo con quanto detto da Uno, in realtà serve solo la buona volontà... Poi ovvio che, dopo anni e anni di pratica, una volta diventato esperto ti fai importare una specie rarissima direttamente dal Giappone, per la quale servono conoscienze tecniche notevoli nonchè terricci e concimi particolari e costosissimi.

Ma per iniziare, un ramo della nostra cara e vecchia quercia ad esempio va benissimo, dato che è già abituata al nostro clima e può crescere bene anche se hai poche nozioni. Gli serve solo un po' d'acqua, un po' di sole, e un po' d'amore (che in questo caso equivale ad impegno)...

Magari per entrare nel dettaglio di olmo e acero passa qualcuno più esperto.

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Vecchio 30-09-2007, 18.26.04   #14
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Io ho sempre amato i bonsai, ma non ne avevo mai trovati degni di essere definiti tali. Hanno sempre cercato di oppiopparmi ramoscelli senza radici piantati in un pugno di terra, poi finalmente ho conosciuto Janmin (non so se si scriva così) , un ragazzo orientale che con le piante ci parlava, mi sono avvicinata a lui per curiosità, abbiamo cominciato a parlare e mi ha spiegato come ci si prende cura di un bonsai, poi mi ha detto che non tutti qlli che aveva in esposizione erano sani e mi ha chiesto di provare a capire qli erano qlli che avrebbero avuto vita lunga. Parlava di energie, di affinità... Sono tornata al suo stand per qlche giorno, poi ho deciso di provarci e ho preso un olmo. Seguendo i sui consigli è subito diventato bellissimo, era il mio orgoglio. Dopo più di due anni ho dovuto lasciarlo in "affidamento" a mia mamma per una settimana. Assurdo, l'ho trovato morto!!! Lo aveva lasciato sotto il climatizzatore. Aveva ancora tutte le sue foglie che poco a poco sono cadute, ma non germogliava più. Inutile dire che mi sono incaxxata come una biscia... Adesso mi piacerebbe trovare un ulivo o un bonsai da compagnia, ma qui è davvero difficile trovarne. Spero che a fine ottobre torni Janmin con qlche novità.
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Vecchio 30-09-2007, 18.58.34   #15
Grey Owl
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Per un certo periodo ho praticato da un vivaista della zona. Realizzavo dei pseudo bonsai ovvero piccole pianticelle ottenuti da margotte (ma anche da talee).
In genere piante di olmo e bosso ma anche acero e ficus. Tutte piante forti e resistenti con una "veloce" crescita. Esigenza primaria per chi non vuole fare fatica e sentirsi bravo nel coltivare bonsai.

Perchè pseudo bonsai?... innanzitutto sono ottenuti da margotte e quindi con una vitalità ridotta. Eppoi per essere venduti il più rapidamente possibile serve educarli a filo di rame crudo con un certa violenza.
Non si tratta di bonsai ma di un esempi mal riusciti.

Smisi dopo qualche mese... non mi sembrava giusto tortuare queste povere piante. Ricordo che presi in mano un bonsai bellissimo quasi soffocato dal rame per colpa del proprietario che manco si era accorto di quanto fosse cresciuto stretto dal filo di rame.

Serve "solo" attenzione e amore verso la pianta... nulla più.

Informarsi sulla pianta (periodo di potatura, terriccio, concime,ecc...) fà parte di quell'attenzione e amore che serve.
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Vecchio 30-09-2007, 19.20.22   #16
RedWitch
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Dopo più di due anni ho dovuto lasciarlo in "affidamento" a mia mamma per una settimana. Assurdo, l'ho trovato morto!!!
...............
Mi incuriosisce questa parte che ho quotato, perchè è successa la stessa cosa a mio marito. Il bonsai è stato rigoglioso per oltre due anni (perchè curato con impegno e costanza), lo abbiamo lasciato in affidamento per due settimane e al rientro il bonsai era letteralmente morto.
La persona che lo aveva in affidamento dice che ha sempre innaffiato il bonsai. Ma allora, cosa potrebbe essere successo (posto che sia vero che non si sia scordata l'acqua)? E' possibile che la pianta abbia risentito il cambiamento da un terrazzo ad un giardino poco distante?
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Vecchio 30-09-2007, 19.34.47   #17
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La persona che lo aveva in affidamento dice che ha sempre innaffiato il bonsai. Ma allora, cosa potrebbe essere successo (posto che sia vero che non si sia scordata l'acqua)? E' possibile che la pianta abbia risentito il cambiamento da un terrazzo ad un giardino poco distante?
questo non so dirtelo...la mie esperienza è cominciata
con un regalo ho regalato un bonsai a mio figlio dopo di
che lui si è comprato qualche libro ed è cominciata
l' avventura...allora aveva una decina d' anni e la passeggiata nei boschi era "regola fissa" della domenica..
abbiamo raccolto assieme la prima pianticella di acacia
faceva ridere...alta 15 centimetri con le foglie enormi..
abbiamo iniziato assieme lui ed io con forbicine
e innaffiatoino...da 15 iniziali è arrivata a 10 centimetri
con le sue belle foglioline mignon era bellissima...
l' acacia non è mai diventata un vero bonsai tuttavia
è vissuta 10 anni e la tranquillità che mi dava quando
l' "accudivo" era impagabile..mmm mi sa che ci riprovo
__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 30-09-2007, 20.14.56   #18
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Mi incuriosisce questa parte che ho quotato, perchè è successa la stessa cosa a mio marito. Il bonsai è stato rigoglioso per oltre due anni (perchè curato con impegno e costanza), lo abbiamo lasciato in affidamento per due settimane e al rientro il bonsai era letteralmente morto.
La persona che lo aveva in affidamento dice che ha sempre innaffiato il bonsai. Ma allora, cosa potrebbe essere successo (posto che sia vero che non si sia scordata l'acqua)? E' possibile che la pianta abbia risentito il cambiamento da un terrazzo ad un giardino poco distante?
A me è bastato spostarlo da una stanza all'altra, subito mi sono accorta che era sofferente e l'ho rimesso dov'era ma è stato troppo tardi: non è morto subito ma lentamente, non si è più ripreso.
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Vecchio 30-09-2007, 20.21.26   #19
Il Folle
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Purtroppo sui libri certe cose non ci sono scritte, se qualcuno sà consigliarmi qualche sito o qualche luogo dove comprare attrezzi a basso prezzo lo farò ben volentieri per i miei bonsai, magari scrivetemi anche in pm. Inoltre volevo chiedervi partendo dal presupposto che non sono del tutto un novizio, è mio intento fare una conifera (spero di non aver sbagliato nome), qualcuno mi dice da dove partire, cosa comprare, ecc. Vorrei farla di cipresso che mi sembra la pianta più adatta a questo tipo di composizione.

Cmq misà che ha ragione uno sono tutte giustificazioni...però io ai miei bonsai gli voglio tanto tanto bene...e anche loro a me....
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Vecchio 01-10-2007, 00.43.16   #20
Lion
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Per un certo periodo ho praticato da un vivaista della zona. Realizzavo dei pseudo bonsai ovvero piccole pianticelle ottenuti da margotte (ma anche da talee).
In genere piante di olmo e bosso ma anche acero e ficus. Tutte piante forti e resistenti con una "veloce" crescita. Esigenza primaria per chi non vuole fare fatica e sentirsi bravo nel coltivare bonsai.

Perchè pseudo bonsai?... innanzitutto sono ottenuti da margotte e quindi con una vitalità ridotta. Eppoi per essere venduti il più rapidamente possibile serve educarli a filo di rame crudo con un certa violenza.
Non si tratta di bonsai ma di un esempi mal riusciti.

Smisi dopo qualche mese... non mi sembrava giusto tortuare queste povere piante. Ricordo che presi in mano un bonsai bellissimo quasi soffocato dal rame per colpa del proprietario che manco si era accorto di quanto fosse cresciuto stretto dal filo di rame.

Serve "solo" attenzione e amore verso la pianta... nulla più.

Informarsi sulla pianta (periodo di potatura, terriccio, concime,ecc...) fà parte di quell'attenzione e amore che serve.
Cito il tuo post perchè trovo che certe cose non siano del tutto esatte..
E' tutta la vita che amo la natura e ormai saranno una decina d'anni che mi dedico ai bonai... e nonostante ciò non ho ancora finito di imparare... si impara sempre qualcosa di nuovo!!!

Il bonsai nasce in Cina tra il II e IV secolo d.C. con il nome di pun-sai, ovvero l'ideogramma cinese che significa "pianta in vaso". Quella che magari in occidente può essere considerata una moda.. in oriente era e forse ancora poco oggi è, uno stile di vita vero e proprio, da qui nasce il fatto che l'uomo occidentale ha dovuto comprendere che il suo intervento sulla pianta è soprattutto un atto d'amore..!
La leggenda narra che sono nati ancora prima i bonsai, quando le popolazioni nomade della Cina dovevano spostarsi da una parte all'altra, e di conseguenza avevano imparato a coltivare le piante da frutto in vasi e così poter godere tutto l'anno dei frutti che la natura gli regalava...

Tornando alla citazione di Grey, volevo dire che purtroppo è vero che con la commercializzazione, sia per motivi economici, che di tempo, le piante da vivaio vengono pompate al massimo con concimi chimici per crescere molto rapidamente e ottenere così bonsai di una certa dimensione già in due, tre anni.., ma sul fatto della filatura delle piante per donare alla pianta armonia e soprattutto la famosa "triangolarità", se praticata con intelligenza e rispetto non arreca alcun danno alla pianta. Dopo che ci siano persone che lo lasciano su a tal punto da strozzare le vene linfatiche.. è un altro discorso...
La filatura è comunque iniziata con l'arrivo del bonsai nel Giappone, che negli ultimi anni hanno affinato le tecniche proprio per velocizzare i tempi.. ma la prima scuola di bonsai vera e propria nata in Cina, vietava tassativamente di utilizzare fili per far crescere la pianta a proprio piacimento.. e veniva praticata la tecnica del "pota e lascia crecere": ossia fino a quando la pianta non gemmava nella zona desiderata, si continuava a potare e così avanti.. chiaramente così si stava anche generazioni per formare un bonsai, ma a quei tempi non c'era la mentalità del tutto e subito!! I bonsai allora venivano tramandati di generazione in generazione.. e l'altra unica cosa concessa oltre alla potatura era attaccare dei fili con dei pesetti sui rami in modo che prendevano le forme volute, poi appunto in Giappone si sono perfezionati con la tecnica della filatura usando fili di rame cotto.
Comunque per come la vedo io, la pratica della filatura, se fatta in maniera corretta e togliendo il filo immediatamente ci si accorge che il legno si sta segnando, non reca alcun danno alla pianta, anzi, dona armonia e triangolarità, chiaramente quello che bisogna ricordare sempre è che con la filatura si vuole valorizzare quello che la pianta ha già in se, e cioè la sua andatura naturale, non andare a sconvolgere completamente la forma della pianta, ma semplicemente armonizzarla. Tornando al discorso della Cina e di come venivano considerati e trattati i bonsai, voglio solo dirvi che quando per motivi estetici del bonsai bisognava eliminare un ramo, veniva eseguita sia prima che dopo la potatura una cerimonia religiosa per il sacrificio del ramo tagliato e per la sua anima... questo solo per dare un pò l'idea di come sono cambiate le cose...

Tornando alla citazione non ho mai sentito che una pianta ottenuta da margotta o talea abbia un tempo di vita più limitato rispetto che una ottnuta da seme.. basta pensare che che certe specie rampicanti come l'edera si automargottano automaticamente in natura, perchè crescendo sulla terra certi rami si interrano da soli e da li spuntano nuove radici, e vivono benissimo per molti anni. Un'altra cosa che mi viene in mente è il ficus in mostra al museo Crespi che ha più di 1000 anni ed è stato ottenuto da una talea... Tra l'altro, per le persone che pensano ai bonsai come ad una costrizione e ad una tortura per la pianta..., è stato dimostrato che una pianta tenuta bene e con le dovute precauzioni, vive più tempo come bonsai che in libera in natura.. del resto è logico che con l'amore e l'intervento dell'uomo che accudisce la pianta come un figlio non può che giovare ad essa... Poi sul fatto che, una pianta raccolta in natura e quindi nata da seme, ovvero un yamadori, riporti in se tutti quei segni della natura "crudele", ovvero il vento che soffia, la neve gelida, le pioggie forti, e via dicendo.., è chiaro che conferisce alla pianta caratteri vetusti e affascinanti che naturalmente in vivaio non si ottengono.. basta vedere la differenza dei prezzi tra un yamadori ed una pianta da vivaio... questo comunque a mio avviso non vuol assolutamente dire che un ficus da vivio sia meno affascinante di un pino raccolto sulle montagne del Giappone..

Sul fatto invece che vengono prodotte quantità industriali di ficus, olmi e serisse, anche non ci vedo niente di male, proprio perchè sono specie che crescono molto velocemente, e non hanno bisogno di particolari attenzioni, e quindi una persona che vuole entrare in questo mondo è giusto che inizi da lì, per poi passare a specie difficili come pini, bossi, prunus e via dicendo. Del resto sarebbe come uno che si è appena fatto la patente ed inizi a girare con l'auto da corsa.. sarebbe un pericolo per lui, per gli altri ed inoltre non apprezzerebbe quello che ha... e già iniziando con piante facili le perdite sono comunque notevoli..

Dal mio punto di vista, quello che più dovrebbe entrare nella mente di una persona che vuole entrare in questo meraviglioso mondo, è il rendersi conto che ha davanti a se una pianta a tutti gli effetti, solamente ristretta in un vaso. Una volta una persona mi aveva chiesto dove si possono comprare semi di bonsai.. chiaramente dopo una risata gli ho spiegato che sono piante normalissime come quelle che vede nei boschi, e che la differenza sta nel fatto che si trovano in un vaso con poca terra, quindi vanno concimati, tenuti nella giusta zona di luce per non riscaldare troppo le radici nel vaso ristretto, rinvasati per cambiare il terriccio esausto e via dicendo... ma se uno prende un bonsai e lo mette in piena terra, a meno che non sia una pianta tropicale come ad esempio ficus o serisse e che quindi devono stare in casa appena la temperatura scende sotto ai 10 gradi, questa pianta comincierà a crescre e a crescere fino a diventare un albero delle dimensioni che di solito siamo abituati a vedere.

L'ultima cosa che volevo dire era che spesso e volentieri quando si compra un ficus, un olmo o una serissa, il venditore ti dice che va bagnato una o due volte alla settimana.. Questa è la cosa più terribile che possano dirti!!!! Infatti 9 piante su 10 muoiono così. Perchè chiaramente dipende da dove si espone la pianta, se c'è umidità nell'aria, se fa caldo o freddo, e via dicendo.. ci sono molte variabili diciamo, quindi la tecnica da seguire é solo una, almeno per queste 3 essenze, quando il terricio si inizia ad asciugare in superficie si annaffia abbondantemente fino a che non si vede uscire l'acqua dai fori di drenaggio. In inverno per esempio a me capita che li bagno una volta al mese.. e d'estate le piante in vasi piccoli e quindi con poco terriccio devo bagnarle anche 2 volte al giorno. Ultima cosa sennò scrivo un poema... , come ho già detto i bonsai sono piante vere e proprie, quindi se fuori c'è una bella pioggierellina mettere il bonsai all'aperto non farà altro che giovare alla salute del bonsai, perchè poi come si sa non c'è acqua migliore di quella che cade dal cielo per le piante! Poi è chiaro che se viene una super grandinata è meglio proteggierli che non si rovinino.

Ho scritto poema... , scrivo poco ma almeno quando scrivo mi faccio sentire...

Ultima modifica di Lion : 01-10-2007 alle ore 00.59.16.
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Vecchio 01-10-2007, 01.17.39   #21
Aria
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Il ragazzo che me lo ha venduto diceva di immergerlo nell'acqua invece di annaffiarlo normalmente...
Cmq mi sa che il mio è morto perchè gli mancavo.
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Vecchio 01-10-2007, 20.59.53   #22
Il Folle
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Bellissimo post Lion, qualcuno saprebbe dirmi da dove partire per realizzare una cosa del genere...? Grazie
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Vecchio 01-10-2007, 22.36.37   #23
Lion
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Originalmente inviato da Aria Visualizza messaggio
Il ragazzo che me lo ha venduto diceva di immergerlo nell'acqua invece di annaffiarlo normalmente...
Cmq mi sa che il mio è morto perchè gli mancavo.
Questa è un'altra cosa sbagliatissima che molti negozianti dicono!!!
Il punto è che, se da un lato è vero che immergendo la pianta in una ciotola d'acqua, questa riuscirà sicuramente a raggiungere tutti i vari capillari delle radici.., ma è altrettanto vero che con questa tecnica di annaffiatura la pianta si auto intossica..! Questo perchè le radici, se da un lato trasportano verso le foglie l'acqua ed i sali minerali indispensabili alla pianta per far avvenire la fotosintesi clorofilliana, altrettanto riportano giù di tossine, ossia scarti della fotosintesi, che chiaramente rilasciano nel terreno.. Quindi con la tecnica di bagnatura per immersione, tutte le tossine prodotte dalla pianta non se ne vanno, e quindi sono molto dannose per essa! Infatti basta pensare che in natura quando cade la pioggia, l'acqua scorre a valle e quindi lascia il terreno umido ma porta via tutte le tossine.

L'unica volta in cui l'annaffiatura per immersione è ottima, è subito dopo il rinvaso, immergendo il bonsai per una quindicina di minuti, perchè così facendo, il terriccio ancora morbido si compatta molto bene tutto intorno alle radici, e quindi si evita il formasi di bolle d'aria all'interno del terreno che potrebbero essere molto dannose per il bonsai!

E poi se uno ha un giardino con tanti bonsai (non faccio nomi... ), e dovrebbe bagnarli tutti e sempre con l'immersione, inizierebbe la mattina e non gli basterebbe neanche l'intera giornata per bagnarli tutti...

Ultima modifica di Lion : 01-10-2007 alle ore 23.08.53.
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Vecchio 01-10-2007, 23.05.00   #24
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Originalmente inviato da Il Folle Visualizza messaggio
Nel mio piccolo anche io ho dei bonsai, da qualche anno, si tratta di un olmo e di un acero(anche se nn sono sicuro sull'acero), li ho comprati entrambi in un vivaio e li ho pagati pochi euro. Appena ho comprato il primo ricordo che tutti i miei amici mi dicevano che sarebbe morto subito, e io non volevo credergli infatti non è stato come dicevano loro, anche se uno dei due ora non è che sia nelle condizioni migliori spero che si riprenda. Sinceramente sò di trattarli male per quanto gli posso voler bene, un trattarli male inteso come mancanza di attrezzi adatti (che costano tantissimo) e per mancanza di una persona che mi sappia aiutare in questo infinito percorso...
Meno male che c'è ERMOPOLI!!!
Ho trovato mooooolto interessante questo topic, spero se ne continuerà a parlare, perchè come ho già scritto la cosa mi interessa molto!

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Uhum... non è che sono scuse?
Che attrezzi costosissimi ti servono? Bastano due paia di forbici, una più grande e una più piccola per iniziare.... poi in caso fili di rame, pinze e qualche altra stupidaggine, ma se diventi bravo e vai avanti anni...
Tutta roba da supermercato o ferramenta.

Devo dire che i bonsai comprati a pochi spiccioli non sono veri bonsai, ma sono pianticelle camuffate da bonsai... inoltre ti tolgono buona parte (in pratica tutta) dell'arte e del processo di crescita che potresti avere dedicandoti ad un rametto qualsiasi e facendolo diventare un bonsai vero.
Riprendendo il discorso di Ray è come se si potesse acquistare la pietra filosofale dal droghiere, in farmacia, in orificeria o da qualche altra parte.

Comunque per iniziare almeno dedicagli un pò di tempo.. bastano anche 10 minuti tutti i giorni..

Volontà serve... Folle
Cito entrambi perchè concordo con Uno sul fatto che per iniziare ci si arrangia in qualche modo.., anche con semplici e banali forbici da giardino come ho iniziato io.. Poi è chiaro che man mano che progredisci e migliori ti compri la bella forbice, pinza, ecc. ecc. Comunque sul fatto che costano tantissimo è la pura verità, ma ti assicuro che valgono il loro prezzo, perchè vengono costruite con acciaio che poi viene temperato, oppure inox, e non ti dico che lavorazione c'è sotto... e soprattutto vengono prodotte in Cina e Giappone, dove i fabbri hanno perfezionato le varie tecniche nei secoli fino ad arrivare a dei attrezzi praticamente perfetti! Inoltre ti posso assicurare che se li tratti con cura e nella maniera corretta durano generazioni... quindi un pò alla volta, quando ti avanza qualche gruzzoletto ti compri una pinza, poi un'altra e così via..

E comunque ripeto che prima di iniziare ad usare uno strumento di quel valore bisogna avere già un minimo di pratica, proprio per non rischiare di rovinarle. Però anche se non hai le pinze sferiche ad esempio che ti permettono di avere un taglio preciso e senza sbavature, ti puoi arrangiare con forbici da giardino, e chiaramente su piante di facile coltivazione, che quindi non risentano molto la potatura fatta in maniera non perfetta...

Per quanto riguarda il filo, io per esempio uso quello che una volta veniva utilizzato nei cavi elettrici, che dentro alla guaina di plastica c'era un solo filo di rame.. non come adesso che ci sono tanti filetti uniti assieme. Basta che vai da un elettricista, che tanto loro quel filo non essendo più a norma di legge, lo tolgono e lo buttano via, quindi anche te lo regalano.. lo prendi, togli la guaina di plastica e lo metti nel caminetto per una mezz'oretta in modo da cuocerlo bene e quindi renderlo più resistente.. a quel punto, chiaramente non prenderlo in mano a mani nude... , lo metti nell'acqua fredda ed il gioco è fatto! Invece di spendere soldoni per comprare le matasse di filo pronte, te le fai tu senza neanche spendere niente...

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Originalmente inviato da Il Folle Visualizza messaggio
Bellissimo post Lion, qualcuno saprebbe dirmi da dove partire per realizzare una cosa del genere...? Grazie
Ti ringrazio!

Per quanto riguarda i boschetti su roccia, ti consiglio di aspettare un pò... Se vuoi anche te lo spiego ma devo scrivere un altro poema....
Invece se vuoi un consiglio per l'olmo e l'acero, avrei bisogno di qualche foto che magari potresti postare, così ti do i consigli giusti, perchè esistono molte varietà di olmi ed aceri, e quindi anche con esigenze diverse..

Ultima modifica di Lion : 01-10-2007 alle ore 23.13.21.
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Vecchio 01-10-2007, 23.13.50   #25
Shanti
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Originalmente inviato da Lion
Sul fatto invece che vengono prodotte quantità industriali di ficus, olmi e serisse, anche non ci vedo niente di male, proprio perchè sono specie che crescono molto velocemente, e non hanno bisogno di particolari attenzioni, e quindi una persona che vuole entrare in questo mondo è giusto che inizi da lì, per poi passare a specie difficili come pini, bossi, prunus e via dicendo.
Innanzitutto complimenti Lion , un post affascinante, mi stavo già rammaricando di avere "ucciso" il mio bonsai tanto da convincermi a lasciar perdere e tu mi hai incoraggiata
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