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Vecchio 22-05-2010, 07.05.45   #1
nikelise
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Predefinito Possediamo solo cio' che diamo

E' una frase apparentemente semplice che richiama cose che ci siamo gia' detti , eppure e' per piu' versi illuminante ed ha molti livelli di lettura .

Perche' possediamo solo cio' che siamo in grado di offrire ?

E quello che abbiamo ma non siamo in grado di offrire che cos'e' ? Che parte ha in noi '?

E se offriamo perche' di Deve offrire uniformandoci ad una morale corrente cosa manifestiamo di noi ?

Ultima domanda che mi faccio : perche' possedere veramente una cosa o noi stessi deve passare per la sua perdita , per il suo sacrificio ?

Se con fatica abbiamo conquistato una posizione , se abbiamo realizzato un sogno , quale che sia , perche' dobbiamo essere pronti a lasciare tutto per dire di Avere queste cose ?
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Vecchio 22-05-2010, 09.29.11   #2
Falketta
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Così di primo acchito direi che la differenza è tra quello che è davvero nostro perchè lo abbiamo fatto nostro in un certo modo, lo abbiamo integrato in noi stessi, e quello cui siamo "attaccati".
Se a un qualcosa siamo attaccati mi sembra difficile che lo si possa Offrire, magari lo si offre perchè così si deve fare, per paura del giudizio degli altri e del giudizio di noi stessi, oppure perchè cerchiamo di manipolare l'altro. Penso che, in questi casi, si manifesti una serie di bisogni che cerchiamo di soddisfare e la paura di quello che potrebbe succederci se non ci adeguiamo alla morale corrente
Mi verrebbe un aggancio a quello che si è scritto in un'altra discussione sul sano egoismo e sul fatto di riuscire a dire No... ma non vorrei andare ot, per cui preferisco fermarmi e aspettare di leggere gli altri
Comunque grazie perchè questi spunti mi hanno dato un bagliore (già finito eh, troppo bello sarebbe!) su un pò di cosette che mi sono successe ultimamente... come aver visto per un momento un pezzo un pò più ampio del solito del mio puzzle

Ultima modifica di Falketta : 22-05-2010 alle ore 09.32.57.
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Vecchio 22-05-2010, 19.12.15   #3
nikelise
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Così di primo acchito direi che la differenza è tra quello che è davvero nostro perchè lo abbiamo fatto nostro in un certo modo, lo abbiamo integrato in noi stessi, e quello cui siamo "attaccati".
Se a un qualcosa siamo attaccati mi sembra difficile che lo si possa Offrire, magari lo si offre perchè così si deve fare, per paura del giudizio degli altri e del giudizio di noi stessi, oppure perchè cerchiamo di manipolare l'altro. Penso che, in questi casi, si manifesti una serie di bisogni che cerchiamo di soddisfare e la paura di quello che potrebbe succederci se non ci adeguiamo alla morale corrente
Mi verrebbe un aggancio a quello che si è scritto in un'altra discussione sul sano egoismo e sul fatto di riuscire a dire No... ma non vorrei andare ot, per cui preferisco fermarmi e aspettare di leggere gli altri
Comunque grazie perchè questi spunti mi hanno dato un bagliore (già finito eh, troppo bello sarebbe!) su un pò di cosette che mi sono successe ultimamente... come aver visto per un momento un pezzo un pò più ampio del solito del mio puzzle
Si in effetti la prima chiave di lettura e' un rapporto tra noi e l'oggetto e all'attaccamento rispetto all'oggetto che ci rende schiavi .
Ma perche' ci si attacca a qualcosa e cosa significa attaccarsi a qualcosa ?
Tornando al 3d sull'innamoramento per fare un esempio s'era detto che l'innamoramento e' una proiezione del meglio di noi nell'altro .
Altro esempio di una proiezione e' il detto '' il ladro pensa che tutti rubano .
La proiezione e' un primo passo per capire l'attaccamento .
Proietto su un oggetto che rivendico tutte le mie migliori aspirazioni .
Quindi l'oggetto non e' tale ma e' una parte di noi e abbandonare l'oggetto significa sacrificare una parte di noi .
Il sacrificio e' il dare del titolo del 3d .
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Vecchio 22-05-2010, 19.16.50   #4
Ray
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E quello che abbiamo ma non siamo in grado di offrire che cos'e' ? Che parte ha in noi '?
Se non siamo in grado di dare o non possediamo del tutto, non è davvero "nostro", integrazione o appartenenza che sia, oppure è perchè invece di possederlo ci possiede.
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Vecchio 23-05-2010, 06.25.22   #5
nikelise
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Se non siamo in grado di dare o non possediamo del tutto, non è davvero "nostro", integrazione o appartenenza che sia, oppure è perchè invece di possederlo ci possiede.
Tutto giusto ma la cosa difficile da capire , per me almeno , e' che ogni qualvolta si parla di oggetto in realta' parliamo di noi di una parte di noi .
Credo che sia il nostro modo di vedere occidentale che ci impedisce di capire a fondo questo concetto .
Qui oriente ed occidente sono agli opposti .
Tutto cio' in cui ci identifichiamo e' solo ed esclusivamente una parte di noi proiettata in una cosa , in una persona .
E' un noi fuori da noi .
Il ritiro della proiezione e' il richiamo da parte di un io a quell' io che sta fuori .
L'oggetto e' solo un pretesto , non esiste realmente per noi senza la proiezione .

Quindi cio' che si da' o si offre o si sacrifica e' sempre una parte della nostra persona in funzione del suo recupero , col fine di farla rientrare in noi .
L'oggetto , ritirata la proiezione , e' finalmente realmente estraneo a noi . Adesso l'Io puo' decidere realmente di quell'oggetto .
Non so se ho reso l'idea ma a me sembra un passaggio determinante che sfugge e che porta lontano nel senso che ci fa fare un salto di qualita' .


L'argomento richiama senz'altro anche il 3d coscienza e percezione in cui si sosteneva che nulla esiste fuori di noi .
Ma questo e' un altro discorso .

Il problema allora si sposta e serve capire cos'e' quella parte di noi che ritira la proiezione , come avviene che si deve sacrificare , offrire la parte di noi che ci e' estranea , che sta fuori , che e' identificata con l'oggetto ?

Ultima modifica di nikelise : 23-05-2010 alle ore 06.29.32.
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Vecchio 23-05-2010, 08.59.24   #6
nikelise
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Il discorso se vogliamo ha molti risvolti :
ad esempio e' utile a capire l'errore di fondo della dottrina di Marx che nell'essenza afferma che l'alienazione dell'uomo avviene perche' gli vengono sottratti i beni che produce da parte del proprietario dei fattori di produzione :le fabbriche .
Sostanzialmente Marx dice che l'uomo non e' piu' altro da se' , non e' alienato , se gli vengono dati i beni che produce ma in questo modo l'Io dell'uomo viene esaurito definitivamente nell'oggetto , negli oggetti che produce e possiede .
In cio' sta il materialismo di Marx .
E per questo la dottrina marxista non ha trionfato nella storia perche' l'Uomo non si integra e completa in questo modo , anche se sul carro del vincitore e' salito un altro materialismo che esaurisce l'uomo con la produzione di capitale/ricchezza ( dottrina che ha avuto anche giustificazione filosofica religiosa nel calvinismo : il benessere e' la prova di una vita in grazia di Dio ).

Resta cruciale la domanda del post precedente . cos'e' quella forza fa ritirare la proiezione dell'io nell'oggetto?
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Vecchio 23-05-2010, 11.55.56   #7
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Sparo la mia , non sono sicura di aver ben compreso, ma provo, anche perchè, in questo periodo, l'argomento di cui si parla qui mi tocca particolarmente e mi serve per "lavorare" su me stessa
Allora, tu dici che su certe cose, o situazioni, o persone, si proiettano delle parti di noi. E' vero, si può arrivare ad innamorarci del personaggio o parte di noi che proiettiamo su quella cosa, persona o situazione. Ci identifichiamo con lui.
Ora vado al caso estremo. A un certo punto, ti accorgi che, in realtà, sei posseduto da quella cosa, e te ne accorgi perchè quella cosa ti sta assorbendo tutta l'energia fisica e psichica, e non ti fa stare bene
Quando arrivi a dire basta credo sia il... nucleo centrale, "sano", che però non saprei definire meglio, che richiama indietro la proiezione: è come se la proiezione avesse adempiuto il suo compito, permettendoti di apprendere qualcosa
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Vecchio 23-05-2010, 17.02.02   #8
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Si in effetti la prima chiave di lettura e' un rapporto tra noi e l'oggetto e all'attaccamento rispetto all'oggetto che ci rende schiavi .
Ma perche' ci si attacca a qualcosa e cosa significa attaccarsi a qualcosa ?
Tornando al 3d sull'innamoramento per fare un esempio s'era detto che l'innamoramento e' una proiezione del meglio di noi nell'altro .
Altro esempio di una proiezione e' il detto '' il ladro pensa che tutti rubano .
La proiezione e' un primo passo per capire l'attaccamento .
Proietto su un oggetto che rivendico tutte le mie migliori aspirazioni .
Quindi l'oggetto non e' tale ma e' una parte di noi e abbandonare l'oggetto significa sacrificare una parte di noi .
Il sacrificio e' il dare del titolo del 3d .

A me sembra che possedere voglia dire avere il dominio su una certa cosa.
Se io domino una cosa quella cosa è mia ed ho completo potere su di essa, quindi la posso dare.
Il primo dominio che dovremmo avere è su noi stessi, dare noi stessi in questo senso lo intendo con l'interezza di noi, non con parti di noi, perchè in questo caso si innescano le proiezioni che in un certo senso penso siano una perdita del dominio su di noi...

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Ma perche' ci si attacca a qualcosa e cosa significa attaccarsi a qualcosa ?
Attaccarsi a qualcosa è un processo mentale, è come dici tu un proiettare una parte di noi su un oggetto, ma attaccarsi secondo me non è uguale a possedere...
Nell'innamoramento ci si attacca all'altro ma non lo si possiede, essendo l'altro appunto altro da noi, quello a cui ci attacchiamo è la nostra proiezione nell'altro.
Il possedere indica sempre un potere su un dato oggetto, non una proiezione, almeno secondo me.
Inoltre molto figuratamente il possedere un oggetto equivale in un certo senso a mangiarselo....
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Quale è quella forza che fa ritirare la proiezione dell'io nell'oggetto?
Potrebbe essere il rendersi conto che è altro da me, che intacca la mia unità e quindi , sempre figuratamente, rigettarlo, come quando si è fatta indigestione, e anche perchè risucchia troppa energia come ha detto Falketta.... facendo ritornare l'oggetto o l'altro per quello che è, non per quello che io ci proiettavo di me e che tornava a me come un me stesso diviso, cioè incompleto senza l'oggetto della mia proiezione.
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Il sacrificio e' il dare del titolo del 3d .
Il sacrificio in questo senso è proprio dare una parte di noi, perchè possiamo dire che il nostro possesso si riferisce solo a noi e alle parti di noi che proiettiamo, ma in realtà non è un vero sacrificio se pensiamo che prima di questa proiezione eravamo integri, in questo senso direi che il sacrificio equivale a tornare a essere noi stessi, anche se lo viviamo come un distacco doloroso...
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Vecchio 23-05-2010, 22.33.39   #9
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Adesso ho capito dove miravi... si hai esposto bene, concordo.

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Il problema allora si sposta e serve capire cos'e' quella parte di noi che ritira la proiezione , come avviene che si deve sacrificare , offrire la parte di noi che ci e' estranea , che sta fuori , che e' identificata con l'oggetto ?
E' il centro magnetico che ritira, per effetto del fatto che noi, rinunciando all'oggetto, annulliamo o riduciamo drasticamente il potere attrattivo di questo e quindi il nostro contro magnetico, che attraeva comunque, gli rimbalza addosso la proiezione. E la tensione di prima si azzera (quasi).
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Vecchio 23-05-2010, 23.35.18   #10
stefano
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la proiezione in questo caso serve più o meno a farci comprendere cosa siamo in grado di generare.
la distorsione sta nel agganciarsi all'oggetto che scaturisce dalla manifestazione... che non rende consapevoli .... di quello che sta a monte di essa.
possediamo solo ciò che diamo... mostra appunto questo...
una volta che tu sei a "monte" della manifestazione.... e prendi consapevolezza piena che tu sei in grado di generare ciò che senso ha agganciarsi all'oggetto di tale manifestazione... se non per Scelta?
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Vecchio 24-05-2010, 06.40.25   #11
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Adesso ho capito dove miravi... si hai esposto bene, concordo.



E' il centro magnetico che ritira, per effetto del fatto che noi, rinunciando all'oggetto, annulliamo o riduciamo drasticamente il potere attrattivo di questo e quindi il nostro contro magnetico, che attraeva comunque, gli rimbalza addosso la proiezione. E la tensione di prima si azzera (quasi).
E' un punto chiave questo .
Possiamo pian piano espandere il discorso per farlo sempre piu' nostro , magari appropriandoci di immagini che sono ormai parte del nostro bagaglio culturale spesso inconscio .

Questa forza ha avuto diversi nomi nella storia del pensiero e da li' sono partiti molti modi per affrontare il fenomeno del ritiro della proiezione dall'oggetto .
Il sacrificio , inizialmente vero di cose/animali o anche di persone ( vedi la civilta' Atzeca ) per poi raffinarsi in un sacrificio simbolico esiste sin dal nascere dell'uomo .
Un esempio puo' essere il sacrificio di Abramo dell'unico figlio Isacco che Dio gli impone .
Non ha solo il significato di obbedienza assoluta come io credevo , e' il dare cio' che e' cosi' caro per un certo noi , per un certo io che sta fuori di noi , di cui si parla in questo 3d .
Comunque un nome di questa forza e' stato da sempre DIO secondo una certa visione religiosa dell'uomo e del suo rapporto col mondo .
Secondo un punto di vista psicologico che poi e' la nostra sezione e' il centro magnetico dell'uomo di cui parli tu o il SE Junghiano .

In effetti il 3d sta a cavallo tra lo psicologico e l'esoterismo , se ci sara' da spostare ci pensera' Uno .

Ultima modifica di nikelise : 24-05-2010 alle ore 06.42.27.
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Vecchio 24-05-2010, 09.13.39   #12
stefano
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E' un punto chiave questo .
Possiamo pian piano espandere il discorso per farlo sempre piu' nostro , magari appropriandoci di immagini che sono ormai parte del nostro bagaglio culturale spesso inconscio .

Questa forza ha avuto diversi nomi nella storia del pensiero e da li' sono partiti molti modi per affrontare il fenomeno del ritiro della proiezione dall'oggetto .
Il sacrificio , inizialmente vero di cose/animali o anche di persone ( vedi la civilta' Atzeca ) per poi raffinarsi in un sacrificio simbolico esiste sin dal nascere dell'uomo .
Un esempio puo' essere il sacrificio di Abramo dell'unico figlio Isacco che Dio gli impone .
Non ha solo il significato di obbedienza assoluta come io credevo , e' il dare cio' che e' cosi' caro per un certo noi , per un certo io che sta fuori di noi , di cui si parla in questo 3d .
Comunque un nome di questa forza e' stato da sempre DIO secondo una certa visione religiosa dell'uomo e del suo rapporto col mondo .
Secondo un punto di vista psicologico che poi e' la nostra sezione e' il centro magnetico dell'uomo di cui parli tu o il SE Junghiano .

In effetti il 3d sta a cavallo tra lo psicologico e l'esoterismo , se ci sara' da spostare ci pensera' Uno .
il sacrificio della cosa apparentemente più preziosa (come un figlio) è la più estrema manifestazione di
"non avrai altro dio all'infuori di me"
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Vecchio 24-05-2010, 18.35.19   #13
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...........Tutto cio' in cui ci identifichiamo e' solo ed esclusivamente una parte di noi proiettata in una cosa , in una persona .
E' un noi fuori da noi .
Il ritiro della proiezione e' il richiamo da parte di un io a quell' io che sta fuori .
L'oggetto e' solo un pretesto , non esiste realmente per noi senza la proiezione ............................
E' interessante quel che sta venendo fuori da questo thread, e anche fuori dai miei schemi mentali.. vorrei provare a capire meglio

Vorrei prendere come esempio ciò che proiettiamo in una persona, è dunque una parte di noi che proiettiamo sull'altro e (se non ho capito male) è da questo che scaturisce l'attaccamento? Lo stesso vale per gli oggetti, che so, le belle macchine o quantaltro.

Una volta che ci si accorge che per esempio un rapporto con l'altro non è sano, anche se non si riconosce subito cosa stiamo proiettando, la cosa migliore da fare sarebbe quella di ritirare la proiezione, tradotto per le persone, rompere il legame? smettere di avere rapporti?

Ultimamente mi sta capitando una cosa curiosa con una persona, con cui per parecchio tempo ho mantenuto i contatti, ben sapendo che il rapporto non è sano... in questo ultimo periodo è come se avessi perso completamente l'interesse, non ho più quella tensione, di voler a tutti i costi mantenere il rapporto cercando di compiacerla .. forse è cambiato qualcosa proprio in quello che proietto in lei.. mi piacerebbe provare a capire meglio.

Tornando sul generale, la rinuncia volontaria all'oggetto in cui (ci) proiettiamo dovrebbe fare in modo che poi arriviamo a possederlo davvero, ovvero ci riappropriamo di una parte di noi che prima non vedevamo/riconoscevamo come nostra giusto? ma basta la rinuncia?

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Quindi cio' che si da' o si offre o si sacrifica e' sempre una parte della nostra persona in funzione del suo recupero , col fine di farla rientrare in noi .
L'oggetto , ritirata la proiezione , e' finalmente realmente estraneo a noi . Adesso l'Io puo' decidere realmente di quell'oggetto .
Non so se ho reso l'idea ma a me sembra un passaggio determinante che sfugge e che porta lontano nel senso che ci fa fare un salto di qualita' .
Questo passaggio è chiaro, possiamo possedere l'oggetto solo quando non proiettiamo più niente in esso... quando non esercita più potere su di noi.

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E' il centro magnetico che ritira, per effetto del fatto che noi, rinunciando all'oggetto, annulliamo o riduciamo drasticamente il potere attrattivo di questo e quindi il nostro contro magnetico, che attraeva comunque, gli rimbalza addosso la proiezione. E la tensione di prima si azzera (quasi).
Quindi rinunciare all'oggetto è il modo per fargli perdere potere?
Non riesco bene a capire la parte che ho messo in grassetto, il nostro centro magnetico, rimbalza addosso la proiezione all'oggetto? e l'effetto è la perdita di attrazione verso l'oggetto?
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Vecchio 24-05-2010, 19.11.58   #14
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Una volta che ci si accorge che per esempio un rapporto con l'altro non è sano, anche se non si riconosce subito cosa stiamo proiettando, la cosa migliore da fare sarebbe quella di ritirare la proiezione, tradotto per le persone, rompere il legame? smettere di avere rapporti?
No, non smettere di avere rapporti, non necessariamente almeno, anche se può darsi che ritirata la proiezione non ci interessi più avere rapporti con quella persona.
Ma in realtà, ritirata la proiezione, abbiamo la possibilità di relazionarci davvero con quella persona e non con la parte di noi proiettata in essa. Che po, comunque, è sempre un misto delle due... ci rapportiamo un po' con la persona, nella misura e negli ambiti in cui non proiettiamo, e ci relazioniamo con noi stessi, con parti di noi sconosciute, nella misura in cui proiettiamo.

Il punto è che non è semplice accorgersi della proiezione, non è semplice neanche accorgersi che c'è. Anche se, ad esempio, ogni cosa mi dia fastidio di essa è sintomo di proiezione, ma lo è anche un attaccamento morboso, la sensazione che perdendo quella persona si perda con essa una parte di noi. Appunto.


Per qualla cosa del centro magnetico: quando proiettiamo una parte di noi, questa resta comuque "attaccata" a noi (non è che la perdiamo) e però si diciamo estende a coprire l'altro. O parte di esso. Il centro magnetico continua ad attrarre a noi quella parte che abbiamo proiettato, quasi a voler recuperarla, a mirare alla completezza e interezza. Quandi prendiamo coscienza della proiezione la "sfiliamo" dall'altro, dove s'era attaccata (anche per via dei ganci adatti che l'altro ha di suo, infatti una certa cosa che proiettiamo si attacca su qualcuno si e su qualcuno altro no) e ci rimbalza addosso.
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Vecchio 25-05-2010, 09.36.36   #15
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Non ho niente da dire di intelligente per cui dovrei tacere, ma stanotte non riuscendo a dormire e pensavo proprio a questa discussione, che pur essendo ancora nebulosa, nel senso che non l'ho ancora fatta mia, non ne sono padrona. Mi ha dato una sensazione immane di solitudine da li poi la comprensione di quella parola orientale con cui si definisce il nostro mondo: maya. E' davvero tutta illusione questo mondo? A questo punto non ho più dubbi. Ma lo trovo molto triste
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Vecchio 25-05-2010, 10.38.42   #16
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Non ho niente da dire di intelligente per cui dovrei tacere, ma stanotte non riuscendo a dormire e pensavo proprio a questa discussione, che pur essendo ancora nebulosa, nel senso che non l'ho ancora fatta mia, non ne sono padrona. Mi ha dato una sensazione immane di solitudine da li poi la comprensione di quella parola orientale con cui si definisce il nostro mondo: maya. E' davvero tutta illusione questo mondo? A questo punto non ho più dubbi. Ma lo trovo molto triste
Ciao Gris ,
non ti devi preoccupare perche' non e' un concetto semplice da digerire .
Io stesso ho aperto la discussione per chiarire a me questo concetto di proiezione che a parole e' facile ma poi vai a vedere e ti sfugge e questo significa che non e' ancora parte di noi pensare che tutto quello che c'e' intorno a noi e che ha un senso siamo noi .
Ho un altro esempio che mi ha chiarito meglio la faccenda :
pensavo alla casa in cui sono nato e dove stanno i miei e dove adesso io non vivo .
Questa casa non e' una casa e' una parte di me e pensare domani di venderla e' impossibile eppure potrebbe anche essere necessario ma solo pensarlo mi fa star male , perche' ?
Perche' li' ci proietti moltissime cose, quella casa non e' una casa e' altro e finche' e' altro non decidi tu ma decide lei o meglio non si decide nulla , non si puo' decidere nulla .
Allora anche l'oscuro concetto di maya ora prende corpo o chiarezza : la realta' o e' parte di noi o per noi e' nulla, apparenza , cosa senza significato .
Io pero' non ci vedo nulla di triste anzi e' molto romantica sta cosa perche' un oggetto non e' piu' tale ma e' molto di piu' o molto meno .
Non ti pare ?
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Vecchio 25-05-2010, 11.03.00   #17
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Poi sul ritiro della proiezione dall'oggetto e quindi sull'offerta/sacrificio dell'oggetto e quindi sul sacrificio dell'io proiettato sono state costruite tutte le religioni e tutte le filosofie .
Il sacrificio di CRISTO da parte del PADRE per redimere il mondo dai peccati non significa questo ?
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Vecchio 25-05-2010, 11.07.58   #18
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Ciao Gris ,
non ti devi preoccupare perche' non e' un concetto semplice da digerire .
Io stesso ho aperto la discussione per chiarire a me questo concetto di proiezione che a parole e' facile ma poi vai a vedere e ti sfugge e questo significa che non e' ancora parte di noi pensare che tutto quello che c'e' intorno a noi e che ha un senso siamo noi .
Ho un altro esempio che mi ha chiarito meglio la faccenda :
pensavo alla casa in cui sono nato e dove stanno i miei e dove adesso io non vivo .
Questa casa non e' una casa e' una parte di me e pensare domani di venderla e' impossibile eppure potrebbe anche essere necessario ma solo pensarlo mi fa star male , perche' ?
Perche' li' ci proietti moltissime cose, quella casa non e' una casa e' altro e finche' e' altro non decidi tu ma decide lei o meglio non si decide nulla , non si puo' decidere nulla .
Allora anche l'oscuro concetto di maya ora prende corpo o chiarezza : la realta' o e' parte di noi o per noi e' nulla, apparenza , cosa senza significato .
Io pero' non ci vedo nulla di triste anzi e' molto romantica sta cosa perche' un oggetto non e' piu' tale ma e' molto di piu' o molto meno .
Non ti pare ?
Credo di capire, a me è successo con gli oggetti di mia madre dopo la sua dipartita. Ho dovuto aspettare un anno o più prima di dar via le sue cose, non ci riuscivo, probabilmente come dici sopra proiettavo su quegli oggetti parti di me. Poi la proiezione è sparita se ne è andata, ha lasciato liberi gli oggetti ed io ho potuto darli via.
E fino a qua tutto ok, beh magari sarebbe stato utile capire cosa proiettavo prima che cadesse la proiezione.

Ma per le persone è triste o almeno io la vedo in questo modo, perchè le persone esistono anche se poi sono nostre proiezioni quello per cui con quelle persone ci relazioniamo, io non riesco a non vederci egoismo in questo caso e non di quello buono. Poi ok c'è la caduta della proiezioni e li finalmente possiamo anche smettere di mettere in campo l'egoismo nudo e crudo.
Gli altri siamo noi, sono parti di noi che proiettiamo fuori e che ci riprendiamo solo quando abbiamo la forza di non farci sopraffare dalla proiezione e godendoci la frustrazione decididiamo volontariamente di farla cadere. Che poi a ben guardare è l'unica cosa onesta da fare, ma non riesco a non vederla in modo triste tutto questa storia perchè solo chi conosce questa cosa sa cosa e come avviene altri sono allo scuro ed in ogni caso vivere nell'illusione anche se pare bello per me non lo è, ok meno problemi senz'altro ma anche questa è poi alla fine parte dell'illusione
Spero solo di riuscire a trasformare la teoria in pratica e quindi farla mia
buona giornata a te
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Vecchio 25-05-2010, 11.13.39   #19
stefano
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beh piano piano si può imparare a vivere proiettando il meno possibile o quantomeno riuscendo sempre più ad autoosservare la proiezione.
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Vecchio 25-05-2010, 11.15.25   #20
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Poi sul ritiro della proiezione dall'oggetto e quindi sull'offerta/sacrificio dell'oggetto e quindi sul sacrificio dell'io proiettato sono state costruite tutte le religioni e tutte le filosofie .
Il sacrificio di CRISTO da parte del PADRE per redimere il mondo dai peccati non significa questo ?
la vedi come una proiezione del Padre?
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Vecchio 25-05-2010, 11.41.37   #21
nikelise
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la vedi come una proiezione del Padre?
Certo , PADRE e FIGLIO dal punto di vista psicologico sono la vittoria dell' Individuo sul mondo .
Aprescindere dalla questione religiosa che sta in altro ambito e ad un altro livello .
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Vecchio 25-05-2010, 11.57.22   #22
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beh piano piano si può imparare a vivere proiettando il meno possibile
Si anche senza respirare o mangiare. Poi fai la fine dell'asino di Totò

Scherzi a parte, se sei vivo proietti, quello che puoi fare se ne sei in grado è decidere quando, come e dove proiettare.
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Vecchio 25-05-2010, 12.24.37   #23
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intendevo "si può provare a vivere proiettando il meno possibile inconsapevolmente"
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Vecchio 25-05-2010, 16.32.55   #24
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Si anche senza respirare o mangiare. Poi fai la fine dell'asino di Totò

Scherzi a parte, se sei vivo proietti, quello che puoi fare se ne sei in grado è decidere quando, come e dove proiettare.
Questa e' una cosa nuova , non si puo' vivere senza proiettare dunque .
Ci sono proiezioni buone e cattive allora ? A me parrebbe che ogni proiezione sia negativa salvo quella del Se' verso l'io cosciente di cui e' parte minore (so che su questo la vedi diversamente ) ammesso che si possa fare .

Altra cosa , mi sono sempre superficialmente chiesto perche' tutti : Rama Dioniso Osiride Mitra ,Cristo , per affermare il proprio messaggio dovessero necessariamente sacrificarsi , morire .
Ora capisco , credo , che il sacrificio sia l'offerta , l'abbandono di una parte di se' , che questo significa e che non poteva che essere cosi' .

Ultima modifica di nikelise : 25-05-2010 alle ore 17.03.06.
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Vecchio 25-05-2010, 16.43.29   #25
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cosa intendi per sacrificio di una parte di se?
staccarsi dalla proiezione e lasciarla autoalimentata?
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