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Vecchio 24-07-2007, 18.54.33   #1
Yoga
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Anche per chi ha "lavorato" per 15/20 su capire chi è, perchè è lì, quale è la sua missione in questa vita è difficile trovare una risposta. Perchè per quanto pensi di essere arrivato al nodo, al fulcro e di avere tutte le risposte, il cerchio della vita ti riporta indietro. La differenza è che sei ad uno stadio superiore a prima. Vedere, rivedere le nostre condizioni sotto tanti punti di vista non sempre aiuta. Essere sè stessi è il compito più difficile ... ma forse solo perchè l'uomo è una creatura legata all'evoluzione che quindi è difficile sapere, alla fine, chi siamo. Buona serata.




(commenti all'articolo Essere se stessi)
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Vecchio 24-07-2007, 20.28.15   #2
Baba
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15/20
cosa intendi?
è un modo di dire?
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Vecchio 24-07-2007, 21.05.56   #3
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Può essere che gli sia scappato un "anni" ?
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Vecchio 24-07-2007, 21.22.30   #4
Uno
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Perchè per quanto pensi di essere arrivato al nodo, al fulcro e di avere tutte le risposte,
Esatto, questo è uno dei problemi e freni principali... se pensi di essere arrivato/a al fulcro non ci sei arrivato/a realmente.
Devo dire poi che ognuno ha una sua concezione sul lavoro interiore, quello che per altri è lavorare per me spesso è prendersi in giro... e sicuramente per altri sarà tale ciò che io definisco lavoro... il tempo da e darà i suoi frutti.
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Vecchio 25-07-2007, 11.56.28   #5
RedWitch
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La differenza è che sei ad uno stadio superiore a prima. .
Mi diresti cosa intendi per "stadio superiore rispetto a prima"?
Superiore rispetto a chi o a che cosa?
Dal mio punto di vista, conoscersi, significa semplicemente esplorare sè stessi in tutte le sfumature. Significa trovare lati che non si conoscevano, seppur li avevamo sotto gli occhi, significa prendere atto, che tutto quello che credevamo di essere non è nient'altro che un'illusione, che molto spesso quello che credevamo "buono" in noi, è lo specchio dell'esatto opposto.. significa guardarsi in maniera spietata a volte, e dover accettare che anche le "schifezze" che si vedono fanno parte di noi, riuscendo a non colpevolizzarsi (e qui sono dolori..) e riuscendo a perdonarsi..

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la realtà nuda e cruda fa male all'inizio, come certi vini sono forti le prime volte che si assaggiano e certi gusti speziati ci riempiono talmente il gusto da lasciarci senza pensieri altri che il sentore di ciò che stiamo assaggiando.
Questa parte dell'articolo rende perfettamente l'idea della "botta" che si prende ogni volta che si riesce a vedere sinceramente una parte di cosa siamo.

Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Perchè si usa dire "essere se stessi"? Vuol dire che capita di essere altri da se stessi, altimenti non avrebbe avuto senso specificarlo. "Stesso" è una parola che si usa anche per dire "uguale", "è lo stesso...", "è uguale"
Quindi rapportando il tutto alla frase, "essere uguale a te", c'è un me che non è me, ma che può diventare uguale a me... lo so qui ho perso il 50% dei lettori.
Ecco ... faccio parte del 50% che hai perso ...
l'essere altro da me è abbastanza chiaro.. perchè lo sono tutti i giorni, .. un momento mi piace una cosa, il momento dopo non mi piace più.. il convivere (in maniera non del tutto pacifica ) di tutte queste parti, fanno sì, che appena ci si perde di vista per un momento si sia in balia di esse.
Credo che seguirle corrisponda al non essere sè stessi..
C'è pero' una parte, più profonda, che quando sono presente non permette alle altre di farsi i propri comodi.. una parte più "imparziale"... è a questo me che "l'altro me" (gli altri?) deve diventare uguale?
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Vecchio 25-07-2007, 16.17.04   #6
Sole
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Per essere uguale a me sarebbe necessario conoscere quel che non è uguale a Me ma che forma comunque la mia persona.
Per questo credo che definirsi arrivati, fermi la strada per la conoscenza di se.
Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch
C'è pero' una parte, più profonda, che quando sono presente non permette alle altre di farsi i propri comodi.. una parte più "imparziale"... è a questo me che "l'altro me" (gli altri?) deve diventare uguale?
Credo di si. Ma penso che nei primi passi, essere se stessi abbia una valenza soggettiva. Per Tizio può essere il non dire sempre "si", per Caio il decidere per se stesso, per Sempronio il non proteggere tutti ecc ecc.. Insomma, tenere a bada tutti i condizionamenti che partono. Magari arrivando a riconoscere in ogni momento il nostro Essere e non obbozzarlo.
Se osserviamo la questione non siamo mai noi stessi, confondiamo la spontaneità con l'esserlo. A questo proposito consiglio di rivedere (anche a me) questa discussione

L'essere se stessi è la cosa più difficile che trovo sia da fare Lavorando su un certo percorso. E' strano ma diversamente da come si crede bisogna imparare ad essere naturali non lo si è per dote.

Sole non è connesso  
Vecchio 26-07-2007, 15.23.00   #7
griselda
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
L'essere se stessi è la cosa più difficile che trovo sia da fare Lavorando su un certo percorso. E' strano ma diversamente da come si crede bisogna imparare ad essere naturali non lo si è per dote.
La prima cosa da fare è rendersi conto che non siamo noi stessi che ciò che crediamo di essere sono come castelli di sabbia che al primo acquazzone si sciolgono in altro.
E' come smontare un castello che crede di essere un castello ma che alla fine si rivela piano piano altro, anzi il più delle volte una stamberga. Ogni stanza che ha la porta colorata spesso dietro è tutt'altro.
E come dice bene Red il più delle volte si rimane scioccati dalla miseria a cui siamo meccanicamente legati senza saperlo. Aggiungerei che da soli non si va da nessuna parte perchè questo Lavoro è già duro per se stesso e i nostri piccoli io ci sussurrano spesso di fare altro.
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