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Vecchio 11-02-2009, 01.57.46   #1
Uno
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Predefinito Prima di vendicarsi del nemico bisogna scavare due fosse

"Prima di vendicarsi del nemico bisogna scavare due fosse" eppure rari sono coloro che riescono a non voler a tutti i costi vendicarsi.
Ok una buona parte non sa o non pensa alla seconda fossa, la propria, perchè a seguire la vendetta ci si perde e rovina, ma alcuni lo sanno però non riescono a fermare la testa.
Sarebbe facile liquidare tutto con la meccanicità di azione, ma non sufficiente per approfondire, anche perchè poi chi sa a cosa va incontro, sarà pure meccanico ma sa pure il costo che dovrà pagare.
Quindi?
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Vecchio 11-02-2009, 02.16.38   #2
jezebelius
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"Prima di vendicarsi del nemico bisogna scavare due fosse" eppure rari sono coloro che riescono a non voler a tutti i costi vendicarsi.
Ok una buona parte non sa o non pensa alla seconda fossa, la propria, perchè a seguire la vendetta ci si perde e rovina, ma alcuni lo sanno però non riescono a fermare la testa.
Sarebbe facile liquidare tutto con la meccanicità di azione, ma non sufficiente per approfondire, anche perchè poi chi sa a cosa va incontro, sarà pure meccanico ma sa pure il costo che dovrà pagare.
Quindi?
Mhm...dovrà pagare se stesso?
Nell'aforisma si dice, in fondo, che la vendetta probabilmente è ammessa ma, pure, bisogna pagare un prezzo. Se è concessa una cosa se ne dovrà pagare, per conseguenza, un'altra.
Pertanto chi non è conscio, che nella vendetta, c'è comunque quel prezzo da sopportare, è destinato a perdersi.
La perdita in tal senso, scavando una fossa, la vedo come costruttiva ossia come consapevolezza di aver ( dovuto/voluto ) scavare per colmare - col vecchio se stesso - quella fossa. Il non scavare, invece, è pari all'inconsapevolezza di cui il vendicatore manca.
Quell'inconsapevolezza che lo porta inevitabilmente alla morte, se non fisica in altro senso, di se.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 11-02-2009, 14.26.26   #3
RedWitch
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"Prima di vendicarsi del nemico bisogna scavare due fosse" eppure rari sono coloro che riescono a non voler a tutti i costi vendicarsi.
Ok una buona parte non sa o non pensa alla seconda fossa, la propria, perchè a seguire la vendetta ci si perde e rovina, ma alcuni lo sanno però non riescono a fermare la testa.
Sarebbe facile liquidare tutto con la meccanicità di azione, ma non sufficiente per approfondire, anche perchè poi chi sa a cosa va incontro, sarà pure meccanico ma sa pure il costo che dovrà pagare.
Quindi?
Leggendoti a me sono venuti in mente certe famiglie di un tempo... il contadino di una famiglia ruba una pecora all'altro, l'altra ne ruba due e via dicendo fin quando non scappa il primo morto in una delle due fazioni, e poi per vendetta ci scappa il secondo morto dall'altra parte e cosi via, fino a creare delle faide lunghe decenni e sembra che niente possa fermare quel gioco al massacro di cui spesso non si ricorda nemmeno l'origine e che manda in rovina intere famiglie... questo forse è un caso estremo, ma credo sia rapportabile anche nel piccolo, nel quotidiano di ognuno di noi, se si subisce un torto, l'istinto (ma è davvero istinto?) è quello di far pagare all'altro almeno il doppio di quanto non si sia subito.. pensando che il sapore di quella vendetta potrà compensare quanto si è subito.. una specie di pareggio dei conti? Che poi, anche se ci si riesce a vendicare, il sapore è proprio quello che ci si aspettava? per come la vedo la vendetta non restituisce mai ciò che si è subito.. sapendo a priori che si dovrà pagare un prezzo alto quanto il prezzo che si fa pagare all'altro, in teoria avrebbe poco senso vendicarsi (non fosse altro che per salvaguardare sè stessi). Ci si vendica per brama?

Poi mi ha colpito questo:

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.....................
perchè a seguire la vendetta ci si perde e rovina, ma alcuni lo sanno però non riescono a fermare la testa
.

E' solo la testa che non si riesce a fermare? significa che vendicarsi è una questione mentale?
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Vecchio 11-02-2009, 15.24.51   #4
Era
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"Prima di vendicarsi del nemico bisogna scavare due fosse" eppure rari sono coloro che riescono a non voler a tutti i costi vendicarsi.
Ok una buona parte non sa o non pensa alla seconda fossa, la propria, perchè a seguire la vendetta ci si perde e rovina, ma alcuni lo sanno però non riescono a fermare la testa.
Sarebbe facile liquidare tutto con la meccanicità di azione, ma non sufficiente per approfondire, anche perchè poi chi sa a cosa va incontro, sarà pure meccanico ma sa pure il costo che dovrà pagare.
Quindi?
Mah..si dice se fai del male all' altro ne fai a te stesso (più o meno) quindi se riconosci un nemico e come se tu fossi nemico di te stesso..e ti vendichi di te stesso..lo so è la solita scemata Non ho ben capito cosa intendi con la frase che ho evidenziato..meccanicità = a?
tornando al: Quindi? sta testa ha un bel potere...cosa può tener testa alla testa?
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Vecchio 11-02-2009, 15.30.25   #5
Sole
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Gli orientali dicono: siediti sulla sponda del fiume e aspetta che passi il cadavere del tuo nemico.
Questa frase mi ha sempre conquistata. Presuppone un sentimento di non belligeranza ma di consapevolezza che chiunque ha fatto del male oggettivamente non sarà lasciato impunito dalla vita, che la giustizia non siamonoi a farla ma l'universo intero.

La vendetta consuma e rode energie, un pò la fossa inizia a scavarsi anche per quello, il meditare intorno al modo di vendicarsi, il modo in cui lo si fa a volte ossessivo e compulsivo, la rabbia che ne consegue e tutto il movimento emotivo-istintuale intorno fa si che molte, moltissime energie vengano consumate, dilapidate in quell'idea fissa.
Inoltre come dice anceh Jez, il cercare vendetta e soprattutto l'ottenerla crea un danno in noi oltre che un vuoto. Chi davvero può dirsi soddisfatto dopo la vendetta? Resta sempre quel sapore di vuoto che poi cerca di riempirsi con altro, e la nostra terra diventa sempre più arida, si è sempre più secchi, più vuoti e vecchi. Ecco.. la vendetta invecchia. E poi il danno che facciamo alla nostra coscienza, che toppe possiamo poi cercare per rimediare?
Eppure la testa va che ormai ha preso il via e come una trottola per inerzia contina a girare.
Una volta che ci si accorge di questo sarebbe necessario un atto di forza per fermarla senza reprimere il vulcano interiore. Quella che spinge verso la vendetta è una energia molto forte e che, sempre se ci accorgiamo, sarebbe importante impiegare verso il distaccamento dalla situazione di cui ci vogliamo vendicare, ma è una parola distaccarsi senza reprimere.
Occorrerebbe una comprensione e visione così ampia degli eventi per cui si riuscirebbe a capire che anche noi abbiamo partecipato in pieno a compiere l'opera di cui ci vogliamo vendicare, ma sarebbe una visione oggettiva e non si porrebbe neppure il problema.

Quindi? QUindi che bisogna fare se accade che sentiamo di meritare vendetta e ci accorgiamo che non possiamo lasciarci andare a questo?
Viverla interiormente fino in fondo, fino ad immaginare cosa davvero saremmo capaci di fare, viverlo in coscienza, potrebbe essere una soluzione?
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?

Ultima modifica di Sole : 11-02-2009 alle ore 15.34.32.
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Vecchio 11-02-2009, 16.11.42   #6
filoumenanike
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non so se con quanto dirò andrò fuori tema, comunque lo dico ugualmente... per vendetta non sempre si intende ricambiare con la stessa moneta chi ci ha offeso, nella mia vita ogni qual volta ho subito ingiustamente un'offesa (intesa come lesione di miei interessi o della mia persona) ho sempre reagito, sprecando un cumulo di energie enormi, come giustamente fatto rilevare da sole, ma ho sempre cercato di riequilibrare le azioni subite con le motivazioni a mia discolpa o a mio vantaggio e sempre sono stata consapevole di dover pagare il prezzo delle energie spese, mai sarei stata capace di avallare un comportamento ingiusto, sono sicura che mi avrebbe fatto star peggio del consumare energie per difendere la mia immagine, se non altro ai miei occhi! capisco di essere lontana dalla pace dei sensi, mi avete anche detto che in me si avverte un senso di rabbia ed è un'osservazione che accetto, ho cercato anche di capire da dove nasca tale rabbia ma, come mi insegnate, non è così facile conoscere se stessi, la rabbia potrebbe scaturire da più fattori, alcuni forse irrilevanti, altri fondamentali, discernerli è cosa difficile.
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Vecchio 11-02-2009, 17.46.15   #7
dafne
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capo scusa ma non mi è chiarissimo quello che hai scritto, più che altro non capisco bene a cosa leghi quel "quindi?".
Se ho capito qualcosa ti soffermi nello specifico sul caso di chi pur sapendo che vendicarsi gli costerà caro, magari anche sapendo quanto (però mi stupisce questa parte perchè se io so che una cosa la pagherò carissima difficilmente perseguirò nel farla..magari non per intelligenza ma per istinto di conservazione...mah)

Ora, ci stai chiedendo perchè quando uno sà quanto pagherà la vendetta continua e insiste lo stesso per quella strada?

Provo a pensare che sia per il profondo insano godimento nel sapere che farà soffrire almeno quanto ha sofferto lui..ma non sono sicura.

Io cerco sempre di ricordarmi del motto "non fare ad altri quello che non vorresti fosse fatto a te", ora spesso è difficile ricordarlo, soprattutto nelle situazioni in cui non ci si è mai trovati (es non sapevo quanto fosse fastidioso sentirsi dire grasso, ciccioso ecc, anche se scherzosamente, finchè non mi sono trovata a vivere quella condizione. Adesso evito certe frasi anche se dette per scherzare) ma penso che se fossi stata umiliata, ad esempio, cercherei di non fare egualmente.

Se poi mi fermo un attimo senza falso pudore ti posso dire che si, c'è una parte di me che vorrebbe restituire la cosa a chi mi ha offeso (e ci godrebbe pure infinitamente ) ma la parte che mi ricorda che diventerei come lui, che mi metterei sullo stesso piano è più forte e mi aiuta a passare oltre.

non so se sono uscita fuori tema, la seconda bara forse è questo, che restituendo un torto ci comportiamo male allo stesso modo anzi peggio, perchè sappiamo per certo l'effetto che facciamo e quindi "uccidiamo" la parte dei buoni valori che alberga in noi.....
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Vecchio 11-02-2009, 19.58.06   #8
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"Prima di vendicarsi del nemico bisogna scavare due fosse" eppure rari sono coloro che riescono a non voler a tutti i costi vendicarsi.
Ok una buona parte non sa o non pensa alla seconda fossa, la propria, perchè a seguire la vendetta ci si perde e rovina, ma alcuni lo sanno però non riescono a fermare la testa.
Sarebbe facile liquidare tutto con la meccanicità di azione, ma non sufficiente per approfondire, anche perchè poi chi sa a cosa va incontro, sarà pure meccanico ma sa pure il costo che dovrà pagare.
Quindi?
Quindi paga il doppio. Ma non solo... chi si vendica pur sapendo che la cosa gli si ritorce contro il doppio e che una fossa è per lui, ne consegue che è posseduto da un sentimento autodistruttivo che agisce per conto suo... insomma è invaso dalla propria ombra, posseduto appunto.
Lo diceva già Daf in altri termini... è l'isitinto di conservazione che mi salva... beh in effetti, quando la mente è posseduta, averne di istinti...

In ogni caso, se non si riesce a fermare la mente significa che troppe volte la si è lasciata amplificare quello per cui godeva, si è coltivato per benino il desiderio di vendetta. Certo che i desideri non van repressi, come nulla va represso, ma se un desiderio non ci piace possiamo ben non coltivarlo, in modo che non dia frutti. se l'abbiamo coltivato evidentemente i suoi frutti ci piacciono. Il rendersene conto potrebbe porre un minimo di distanza iniziale dal meccanismo e, reggendone la tensione, produrre una possibilità di lavorarci sopra.
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Vecchio 12-02-2009, 00.37.03   #9
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Quindi?
Quindi accetta questo costo e ne fa il suo scopo di vita, essendo l'odio un sentimento forte come l'amore, qualsiasi prezzo gli sembrerà minore rispetto alla soddisfazione di potersi vendicare....
Quindi non facendo una questione di prezzo è meglio che prepari una fossa anche per sè, entrato in questo atteggiamento mentale non esiste più paura quindi può fare tutto pur di raggiungere lo scopo.
Eppure si dice che la miglior vendetta è il perdono, ma anche in questo caso il prezzo da pagare è molto alto, forse ancora più di prima, perchè va contro i vari codici d'onore e bisogna essere molto forti ed essere consapevoli del rischio di venire derisi o trattati da vigliacchi o codardi, insomma in questo caso si evita di scavare le fosse ma si "viene come esclusi" in questo mondo, per questo la maggioranza preferisce giocarsi la vita ma morire da "uomo", questa è la mentalità corrente, non pensando neppure un attimo che c'è molta più forza nel perdono.
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Vecchio 12-02-2009, 10.57.18   #10
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Quindi paga il doppio. Ma non solo... chi si vendica pur sapendo che la cosa gli si ritorce contro il doppio e che una fossa è per lui, ne consegue che è posseduto da un sentimento autodistruttivo che agisce per conto suo... insomma è invaso dalla propria ombra, posseduto appunto.
Lo diceva già Daf in altri termini... è l'isitinto di conservazione che mi salva... beh in effetti, quando la mente è posseduta, averne di istinti...

In ogni caso, se non si riesce a fermare la mente significa che troppe volte la si è lasciata amplificare quello per cui godeva, si è coltivato per benino il desiderio di vendetta. Certo che i desideri non van repressi, come nulla va represso, ma se un desiderio non ci piace possiamo ben non coltivarlo, in modo che non dia frutti. se l'abbiamo coltivato evidentemente i suoi frutti ci piacciono. Il rendersene conto potrebbe porre un minimo di distanza iniziale dal meccanismo e, reggendone la tensione, produrre una possibilità di lavorarci sopra.
la vendetta può essere paragonata alla giustizia? quando qualcuno reca danno o offende in qualsiasi modo la nostra persona, vedo normale ricorrere alla giustizia, mettere in pari le situazioni spiacevoli o con la legge o con quant'altro è necessario per difendermi, questo comportamento può essere paragonato alla vendetta?
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Vecchio 12-02-2009, 14.06.26   #11
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la vendetta può essere paragonata alla giustizia? quando qualcuno reca danno o offende in qualsiasi modo la nostra persona, vedo normale ricorrere alla giustizia, mettere in pari le situazioni spiacevoli o con la legge o con quant'altro è necessario per difendermi, questo comportamento può essere paragonato alla vendetta?
La vendetta non è solo un'azione, ma un sentimento e un'intenzione.
Ricorrere ale strutture predisposte dalla società per ottenere giustizia (fosse solo quella degli uomini), oltre che lecito lo trovo quasi sempre doveroso.
E' utile tuttavia chiedersi se lo si fa per ottenere giustizia o per ottenere vendetta (o al limite entrambi).
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Vecchio 12-02-2009, 16.27.47   #12
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La vendetta non è solo un'azione, ma un sentimento e un'intenzione.
Ricorrere ale strutture predisposte dalla società per ottenere giustizia (fosse solo quella degli uomini), oltre che lecito lo trovo quasi sempre doveroso.
E' utile tuttavia chiedersi se lo si fa per ottenere giustizia o per ottenere vendetta (o al limite entrambi).
ogni qual volta mi sono difesa energicamente l'ho fatto con l'intento di ottenere giustizia o soltanto il riconoscimento delle dovute scuse, non necessariamente un riconoscimento veniale, certo le energie spese sono sempre alte. la vendetta è un termine più cattivo, comporta un'intenzione malevole verso chi ha sbagliato, a me basta ottenere il riconoscimento morale nei rapporti interpersonali.
non so invece se facessero del male alle persone a me care quale potrebbe essere istintivamente la reazione, quando ero mamma da poco tempo pensavo ad una giustizia personale, oggi penso in altro modo, più civile, forse solo perchè si è allontanato il pericolo o forse perchè nel frattempo potrei essere cambiata
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Vecchio 12-02-2009, 17.20.03   #13
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La difesa, la vendetta e la giustizia e sono tre cose diverse.

la prima è attiva sebbene si agisce solo in risposta e per frenare un attacco, in un certo senso la vendetta si esaurisce nel mentre.
La seconda e attiva e la si esige (se la si esige) perchè in realtà non ci si è saputi difendere al momento giusto, quindi un'azione che in difesa potrebbe essere più leggera in vendetta diventa per forza di cose pesante, anche perchè come detto quello che riceve una vendetta non si ricorda più di meritarla, ma a sua volta si trova a non essersi difeso e così partono le faide. La terza la giustizia è qualcosa che equilibra a prescindere dal nostro comportamento nella sua più pura manifestazione.
C'è differenza tra dire "voglio ricevere giustizia" e "voglio veder giustizia fatta".
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Vecchio 12-02-2009, 20.00.06   #14
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La vendetta non è solo un'azione, ma un sentimento e un'intenzione.
Ricorrere ale strutture predisposte dalla società per ottenere giustizia (fosse solo quella degli uomini), oltre che lecito lo trovo quasi sempre doveroso.
E' utile tuttavia chiedersi se lo si fa per ottenere giustizia o per ottenere vendetta (o al limite entrambi).
E' che non sempre il torto o la violenza subiti sono tutelabili giuridicamente , spesso si tratta di sgarbi o ingiustizie che non ricevono considerazione dalla Giustizia e che per questo possono pesare ancor di più ( vedi torti da colleghi sul posto di lavoro) .
Posso omettere di tradurre il desiderio di vendetta in azione , ma ciò non mi esime dal provare sofferenza per il torto o la violenza subiti , provare un desiderio di pareggiare i conti , di riaffermare la forza sminuita dall'affronto , e quindi il "sentimento " di vendetta c'è e rimane quanto meno per tutto il tempo necessario a ridimensionare la cosa , a filtrare l'evento .
Quindi se sentimento ed intenzione ( poi non concretata ) permangono per un certo lasso di tempo , quello necessario a far maturare il perdono ( tranne per quelli capaci di perdono immediato ) ... seconda fossa già scavata ?

Ps: E' il perdono l'opposto della vendetta ?
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Vecchio 12-02-2009, 22.56.34   #15
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Si dice anche che la vendetta è un piatto che va consumato freddo, forse anche per avere il tempo di scavare la seconda fossa se proprio si vuole andare fino in fondo per attuarla.
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nel quotidiano di ognuno di noi, se si subisce un torto, l'istinto (ma è davvero istinto?) è quello di far pagare all'altro almeno il doppio di quanto non si sia subito..
Non so se è istinto ma di certo è il primo impulso, la rabbia sale alla testa e non si pensa ad altro che a farla pagare, e subito anche. Poi se passa quel momento si può lasciar perdere oppure decidere di vendicarsi, magari pure pianificando il come, e alimentando il rancore.
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Ps: E' il perdono l'opposto della vendetta ?
Secondo me sì, a meno che non sia "porgi l'altra guancia"
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Vecchio 13-02-2009, 00.26.17   #16
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La difesa, la vendetta e la giustizia e sono tre cose diverse.

la prima è attiva sebbene si agisce solo in risposta e per frenare un attacco, in un certo senso la vendetta si esaurisce nel mentre.
La seconda e attiva e la si esige (se la si esige) perchè in realtà non ci si è saputi difendere al momento giusto, quindi un'azione che in difesa potrebbe essere più leggera in vendetta diventa per forza di cose pesante, anche perchè come detto quello che riceve una vendetta non si ricorda più di meritarla, ma a sua volta si trova a non essersi difeso e così partono le faide. La terza la giustizia è qualcosa che equilibra a prescindere dal nostro comportamento nella sua più pura manifestazione.
C'è differenza tra dire "voglio ricevere giustizia" e "voglio veder giustizia fatta".
mi è piaciuta la distinzione tra difesa e vendetta, giustamente mi difendo tempestivamente mettendo in atto tutte le possibili azioni a mio favore, nella vendetta sono invece frustrata e desidero vilmente, a freddo, far passare dei guai simili alla persona che mi ha offeso, c'è premeditazione, rancore, tutti sentimenti negativi!
mi piacerebbe pensare ad una società dove si possa dire "voglio giustizia"
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Vecchio 13-02-2009, 00.32.02   #17
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E' che non sempre il torto o la violenza subiti sono tutelabili giuridicamente , spesso si tratta di sgarbi o ingiustizie che non ricevono considerazione dalla Giustizia e che per questo possono pesare ancor di più ( vedi torti da colleghi sul posto di lavoro) .
Posso omettere di tradurre il desiderio di vendetta in azione , ma ciò non mi esime dal provare sofferenza per il torto o la violenza subiti , provare un desiderio di pareggiare i conti , di riaffermare la forza sminuita dall'affronto , e quindi il "sentimento " di vendetta c'è e rimane quanto meno per tutto il tempo necessario a ridimensionare la cosa , a filtrare l'evento .
Quindi se sentimento ed intenzione ( poi non concretata ) permangono per un certo lasso di tempo , quello necessario a far maturare il perdono ( tranne per quelli capaci di perdono immediato ) ... seconda fossa già scavata ?

Ps: E' il perdono l'opposto della vendetta ?
Trovo queste osservazioni molto acute e permettono di collegarci con altri discorsi che, in un modo o nell'altro, facciamo un po' dappertutto.

Il dolore del torto subito diventa desiderio di vendetta nella misura in cui non riusciamo a reggerlo, o vogliamo liberarcene, coscientemente o incoscientemente che sia.
Infatti il pensiero stesso della vendetta ci da l'impressione di stare già meglio, offre una via di fuga dal dolore.
Se riuscissimo a trattenerlo tutto, a viverlo tutto come cosa nostra intima, e forse per certi versi preziosa, non si trasformerebbe in desiderio di vendetta e trasformerebbe noi.

Questo chiaramente sarebbe il limite, poi le cose umane vanno per gradi, e quindi tanto teniamo tanto ci sfugge e diventa desiderio di vendetta per una certa misura.
Come fai notare, già il non attuare il desiderio è trattenere, forse scavare la fossa e non riempirla, trattenendo magari non vivo più il dolore originario, ma posso però vivere la turba del desiderio e trattenere quella. Non vendicandomi perlomeno grazio il mio nemico, quando potrò perdonerò (per-dono = a gratis... non è più niente).
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Vecchio 14-02-2009, 01.15.33   #18
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Trovo queste osservazioni molto acute e permettono di collegarci con altri discorsi che, in un modo o nell'altro, facciamo un po' dappertutto.

Il dolore del torto subito diventa desiderio di vendetta nella misura in cui non riusciamo a reggerlo, o vogliamo liberarcene, coscientemente o incoscientemente che sia.
Infatti il pensiero stesso della vendetta ci da l'impressione di stare già meglio, offre una via di fuga dal dolore.
Se riuscissimo a trattenerlo tutto, a viverlo tutto come cosa nostra intima, e forse per certi versi preziosa, non si trasformerebbe in desiderio di vendetta e trasformerebbe noi.

Questo chiaramente sarebbe il limite, poi le cose umane vanno per gradi, e quindi tanto teniamo tanto ci sfugge e diventa desiderio di vendetta per una certa misura.
Come fai notare, già il non attuare il desiderio è trattenere, forse scavare la fossa e non riempirla, trattenendo magari non vivo più il dolore originario, ma posso però vivere la turba del desiderio e trattenere quella. Non vendicandomi perlomeno grazio il mio nemico, quando potrò perdonerò (per-dono = a gratis... non è più niente).
e allora per vendetta, desiderio di vendetta cosa intendete? volete fare del male ma trattenete il desiderio...e questo sentimento di repressione del desiderio non scava la fossa? se vi fanno del male e reagite apertamente non con l'intento della vendetta ma con il desiderio di giustizia, non state meglio? forse non servirebbe neppure la fossa
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Vecchio 14-02-2009, 14.44.49   #19
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Insisto su un punto:
che giustizia sia fatta
non che mi sia tornata giustizia

che alla fin fine, solitamente è un modo elegante per nascondere un sentimento di vendetta, ma che non esiste.
Spesso sento dire "voglio giustizia" come un qualcosa che si deve avere.
La Giustizia è qualcosa di talmente grande che parecchio complicato vederla intera... è qualcosa che si avvicina al karma orientale. Una persona mi offende, io quante ne ho offese senza neanche accorgermi?
Quindi vedere giustizia fatta potrebbe essere perfino che questa persona mi offende ed io non rispondo, oppure potrebbe essere che questa persona mi offende ma mi chiede semplicemente scusa (scuse sincere) oppure potrebbe anche essere il famoso occhio per occhio. Dipende dai casi....
Sto parlando di Giustizia eh.... ovvio che, per esempio, un tribunale umano giudica solo il singolo caso e tutto quello che è successo in quel caso e non può analizzare tutte le vite dei due contendenti, anche se le famose attenuanti sono, o dovrebbero essere, lo studio del perchè una persona arriva a commettere qualcosa.

"Mi sia tornata giustizia" ha senso solo in unico caso, che la persona che subisce un torto sia stata perfettamente giusta prima di questo torto, prima aveva giustizia perchè era un Giusto, un atto di altri gli toglie questa giustizia (o parte di essa) quindi in questo caso perchè Giustizia sia fatta deve tornare Giustizia a questa persona giusta.

Insomma il solito discorso su essere e avere che può essere applicato ad ogni cosa.
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Vecchio 14-02-2009, 16.52.00   #20
Kael
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Insisto su un punto:
che giustizia sia fatta
non che mi sia tornata giustizia
Già...
Proprio pochi giorni fa riflettevo sul fatto che molti di quelli che chiedono giustizia in realtà chiedono solo vendetta, perchè non esiste una giustizia "personale" (cioè esiste si ma intesa nell'essere Giusti come diceva Uno), esiste solo una Giustizia impersonale, terribilmente più grande dell'uomo e per lui inafferrabile...

Onestamente, se uno mi fa un torto non me ne frega niente se finisce 30 anni in galera, questo non mi torna indietro il torto subito, anche se è preferibile che sia messo in una struttura dove non può nuocere ad altri. Ma se realmente si redime, se capisce che ha sbagliato, per me può uscire anche dopo 2 giorni (tanto a me il torto subito non torna comunque, non così almeno...)

Il problema di fondo credo stia nell'incapacità di fidarsi (ma aver fede veramente...) in qualcosa di più grande, trovandosi così costretti a fidarsi solo di se stessi. Per questo ci si erge a giudici, per questo valgono le frasi da far west tipo "qui la legge sono io", "l'unico dio è la mia pistola" oppure "Dio perdona io no".
In realtà non siamo niente, non conosciamo nemmeno le vere Leggi che governano questo Universo...

Quelli che pur sapendo che prima di vendicarsi bisogna scavare due fosse, ma non sono in grado di fermare la testa, sono proprio quelli che lo sanno a livello mentale ma non hanno vera fede nel cuore nella Giustizia maiuscola.
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Vecchio 14-02-2009, 19.51.41   #21
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Quelli che pur sapendo che prima di vendicarsi bisogna scavare due fosse, ma non sono in grado di fermare la testa, sono proprio quelli che lo sanno a livello mentale ma non hanno vera fede nel cuore nella Giustizia maiuscola.
E' probabile che in questo periodo, in questa epoca più vicina al nichilismo che ai Valori e Principi, avvallata dalla sola materia, presenza di questa in quanto esprimente la capacità di " toccarsi", quella Giustizia sia un concetto molto ma molto lontano...
__________________
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 14-02-2009, 20.48.08   #22
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Già...
Proprio pochi giorni fa riflettevo sul fatto che molti di quelli che chiedono giustizia in realtà chiedono solo vendetta, perchè non esiste una giustizia "personale" (cioè esiste si ma intesa nell'essere Giusti come diceva Uno), esiste solo una Giustizia impersonale, terribilmente più grande dell'uomo e per lui inafferrabile...

Onestamente, se uno mi fa un torto non me ne frega niente se finisce 30 anni in galera, questo non mi torna indietro il torto subito, anche se è preferibile che sia messo in una struttura dove non può nuocere ad altri. Ma se realmente si redime, se capisce che ha sbagliato, per me può uscire anche dopo 2 giorni (tanto a me il torto subito non torna comunque, non così almeno...)

Il problema di fondo credo stia nell'incapacità di fidarsi (ma aver fede veramente...) in qualcosa di più grande, trovandosi così costretti a fidarsi solo di se stessi. Per questo ci si erge a giudici, per questo valgono le frasi da far west tipo "qui la legge sono io", "l'unico dio è la mia pistola" oppure "Dio perdona io no".
In realtà non siamo niente, non conosciamo nemmeno le vere Leggi che governano questo Universo...

Quelli che pur sapendo che prima di vendicarsi bisogna scavare due fosse, ma non sono in grado di fermare la testa, sono proprio quelli che lo sanno a livello mentale ma non hanno vera fede nel cuore nella Giustizia maiuscola.
il desiderio di vendetta non è uguale al desiderio di giustizia, per giustizia intendo quella terrena, interpersonale, non mi interessa far del male a chi mi ha procurato scientemente un danno morale o fisico,vorrei che capisse il male fatto e si pentisse, non mi sembra di chiedere tanto, il rispetto delle regole morali ed etiche che dovrebbero guidare il nostro percorso sociale, non è esatta neppure l'espressione "giustizia è fatta" potremmo dire " mettiamo in luce i comportamenti errati e riflettiamo, cerchiamo di non colpire ancora!"
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Vecchio 14-02-2009, 20.48.40   #23
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Proprio pochi giorni fa riflettevo sul fatto che molti di quelli che chiedono giustizia in realtà chiedono solo vendetta, perchè non esiste una giustizia "personale" (cioè esiste si ma intesa nell'essere Giusti come diceva Uno), esiste solo una Giustizia impersonale, terribilmente più grande dell'uomo e per lui inafferrabile...

Onestamente, se uno mi fa un torto non me ne frega niente se finisce 30 anni in galera, questo non mi torna indietro il torto subito, anche se è preferibile che sia messo in una struttura dove non può nuocere ad altri. Ma se realmente si redime, se capisce che ha sbagliato, per me può uscire anche dopo 2 giorni (tanto a me il torto subito non torna comunque, non così almeno...)

Il problema di fondo credo stia nell'incapacità di fidarsi (ma aver fede veramente...) in qualcosa di più grande, trovandosi così costretti a fidarsi solo di se stessi. Per questo ci si erge a giudici, per questo valgono le frasi da far west tipo "qui la legge sono io", "l'unico dio è la mia pistola" oppure "Dio perdona io no".
In realtà non siamo niente, non conosciamo nemmeno le vere Leggi che governano questo Universo...

Quelli che pur sapendo che prima di vendicarsi bisogna scavare due fosse, ma non sono in grado di fermare la testa, sono proprio quelli che lo sanno a livello mentale ma non hanno vera fede nel cuore nella Giustizia maiuscola.
il desiderio di vendetta non è uguale al desiderio di giustizia, per giustizia intendo quella terrena, interpersonale, non mi interessa far del male a chi mi ha procurato scientemente un danno morale o fisico,vorrei che capisse il male fatto e si pentisse, non mi sembra di chiedere tanto, il rispetto delle regole morali ed etiche che dovrebbero guidare il nostro percorso sociale, non è esatta neppure l'espressione "giustizia è fatta" potremmo dire " mettiamo in luce i comportamenti errati e riflettiamo, cerchiamo di non colpire ancora!"
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Vecchio 14-02-2009, 20.58.42   #24
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non è esatta neppure l'espressione "giustizia è fatta"
Perchè non è esatta? Ed in base a cosa?
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Vecchio 14-02-2009, 21.29.17   #25
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nel post 19 dicevi che giustizia sia fatta nasconde un elegante sentimento di vendetta, quasi che così dicendo si indorasse la pillola del desiderio di vendetta, mi sbaglio? non ho capito neppure il legame con il concetto su essere e avere...puoi spiegare, per-dono?
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