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Vecchio 13-10-2010, 11.38.31   #1
dafne
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Predefinito quando si costruisce sulla sabbia......

.prima o poi arriva l'onda
e se l'onda non arriva il mare si "mangia" la sabbia da sotto, barriere o meno

Ho bisogno del vostro aiuto, non è una questione di decisioni, non proprio, ma più un sostegno psicologico, quasi fisico.

Dico fisico perchè pur essendo sul web già in passato ho potuto sentire la vostra presenza quasi fisicamente.

In parte è anche un bisogno di approvazione, lo so, altrimenti neanche aprirei questa discussione ma onestamente sono in crisi e le mie forze, le mie energie, non mi supportano abbastanza. Quindi eviterò per quanto mi è possibile di cercare una gratificazione da parte vostra, certa che sapete bene come non alimentare troppo quella parte ma un pochetto mi serve

Bon adesso che mi sono paracarrata espongo il problema.

Sono in crisi coi bambini, niente di nuovo direte voi ma le cose sono precipitate nell'ultimo mese.
Il maggiore si stà rifiutando di andare a scuola e la cosa di per sè grave stà acutizzano tutta una serie di problemi già presenti prima.

Da un pò i fratelli si menano, il piccolo esplode anche fuori, il grande invece sceglie la casa come tana e fà il dittatore con me. Pretende, rompe e insulta.

Io inizio a comprendere i confini del mio errore nel lasciare che la mia autorità non ci fosse o fosse affievolita e minimizzata da due diversi atteggiamenti. La chioccia e il dittatore, entrambi presenti nei miei atteggiamenti.

Ora la priorità sono loro ma è inevitabile che il fulcro su cui ruota tutto il caois sia io.
Lasciando a margine la questione colpe che ora non è funzionale mi trovo a dover affrontare una situazione che, haimè, non sò come gestire.

Sono incapace di trovare una soluzione che non sia l'incaz...e non sia il permissivismo, non trovo il confine giusto e non cerco scusa ma non lo conosco.

Allora vado per tentativi, allora chiedo aiuto ma mi sono resa conto stamattina che il mio chiedere aiuto è sempre stato uno spostare su altri la responsabilità e l'azione.
Anche qui cerco di saltar via i sensi di colpa e capisco che non è sbagliato chiedere pareri ma questi da soli non bastano così come da soli non bastano i miei tentativi.

Devo riuscire a mettere insieme le due cose ma purtroppo non riesco ad assimilare le cose che mi dicono perchè sono posizioni molto diverse tra loro, almeno in superficie e non sò quale seguire.

Ci pensavo prima e la verità è, credo, aiutatemi a capire, che per ogni consiglio che ricevo rimango in superficie, non lo integro, non lo faccio mio e quindi non riesco a integrarlo col il mio problema specifico.

Chiariamo con un esempio. Nella pura questione scuola la cosa che maggiormente mi viene detta è che il bambino va obbligato ad andarci.
La scuola è un obligo, lo studio no (saltiamo i commenti su questo magari ne parleremo dopo) quindi io come genitore devo farlo andare.

Posto che altrimenti scattanoi servizi soiciali, vigili, professori preoccupati ecc ecc ecc.(c'è sempre una minaccia sotto)

Allora, vi dico come la vivo io, così poi magari riesco a interiorizzare e affrontare come la vive il piccolo, perchè per ora di risultati decenti ne ho visti ben pochi.

Stamattina mi è stato detto che il genitore sono io, che il meccanismo che ha messo in atto il bambino è sbagliato e se io non lo trascino a scuola (sisisi proprio così) di fatto il problema non lo potremo risolvere perchè prima devo ristabilire la mia figura autoritaria, il mio ruolo di genitore e poi posso arrivare al problema. Ma se il ragazzino non riconosce la mia figura potrò chiamare chi voglio ma sarà comunque e sempre un pagliativo e la vivrà come un abbandono una violenza ecc ecc ecc

D'altro canto però mi si è fatto ragionare sul fatto che quando un bambino spacca rompe ecc manifesta un disagio. Io poi non sono proprio di marmo e il dolore e la fatica dei miei ragazzi la sento. Quindi mi viene chiesto di essere accogliente, di essere morbida e comprensiva.

Ora a me queste due posizioni paiono diametralmente opposte perchè non riesco a concepire una mamma gentile e comprensiva che poi alla mattina si trasforma in Hulka e veste di forza e trascina fuori dal letto e fuori di casa un ragazzino di 11 anni per poi magari dirgli "lo faccio per il tuo bene"

(dimenticavo, se stà a casa il grande vuole stare a casa anche il piccolo, oggi l'ho convinto ad andare ma non sò se domani riuscirò ugualmente)

Non riesco a capire come gestire materialmente e non sulla pura teoria il riprendermi il ruolo di genitore senza essere brutale. (il discorso autoritario-autorevole)
Purtoppo non è una condizione che ho vissuto. Non voglio che sia una scusa ma ho una lacerazione interiore che mi stà facendo male e che certamente non aiuta il piccolo.

Stamattina ascoltavo questa persona e pensavo mentalmente alla lista di "aiuti" su cui potevo contare e ci ho tirato una riga sopra. Se per aiutarmi aspettano che io faccia il genitore siamo in una botte di ferro visto che il genitore non lo sò fare ma è inutile che me la prendo con loro semplicemente il loro aiuto per me non è funzionale.

Mi sono appoggiata a una persona che stimo molto ma mi rendo conto che devo iniziare a fare qualcosa su di me per fare in modo che i suoi suggerimenti mi aiutino davvero e non cadano nel vuoto. Un terreno saldo dove costruire insomma.

Per il momento ho addosso un sacco di rabbia e di frustrazione e mentre guardo il grande che gioca come se il caso non fosse suo continuo a chiedermi che strada seguire, anche se sinceramente, contro il 90% dei pareri che ho sentito tirarlo fuori con la forza mi pare una minchbip..è solo che ho la paura che questa mia sicurezza derivi proprio da un mio proteggere me stessa dall'ansia e dalla situazione che provocherei facendo forza.

Oddio neanche sò se si capisce cosa voglio dire. Vorrei che qualcuno venisse qui e mi dicesse "fai così" ma so per certo che tranne che per qualche intervento pratico, (perchè di direttive ho bisogno c'è poco da fare non ce la faccio da sola) il fai così lo devo trovare dentro.

Sono tantissimo ridicola se ammetto che ho una paura folle?

Vabbeh mi fermo, ci penso con calma, guardo mio figlio e sento che qualsiasi cosa farò sarà sbagliato. Questo non va bene, non va bene per niente, devo uscire da stò vittismo del cacchio.. io posso.

Però se mi date una zampa son più contenta
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Vecchio 13-10-2010, 12.10.37   #2
dafne
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Un oensiero mi ha colto mentre buttavo via lo sporco.
Ho incrociato la vicina con cui ho condiviso parte del travaglio della faccenda, anche secondo lei dovrei portarlo a forza e basta.
Lì'ho svicolata e mentre mi dicevo "vedi? Per quasi tutto il mondo lui deve andare e basta un motivo se tutti la pensano così ci sarà..."

Mentre camminavo poi mi è "scappata" una domanda per la testa.
Perchè non vuoi che vada a scuola?
La domenda mi ha colto di sorpresa (questo lo vedo ora non che sia riuscita a pensarlo prima) e l'istinto ha risposto "perchè gli fanno male"


Mi si è avviticchiato lo stomaco una frazione di secondo prima di pensare che era una stupidaggine, che non è neanche più nella vecchia scuola quindi non può essere che ci sia qualcuno che lo tormenta...

Ma tant'è, quella risposta mi sono data e magari è davvero semplicemente irragionevole ma la morsa allo stomaco mi dice che non devo trascurare questo mio lato terrorizzato.

ce penso, intanto segno così non lo dimentico come tanto altro che magari ogni tanto affiora...
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Vecchio 13-10-2010, 12.19.53   #3
Edera
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Ciao Dafne, io vorrei darti una mano ma non ho figli quindi non credo di riuscire a comprendere.
Per come la vedo io, il grande sta facendo un gioco di forza, conscio che cederai. Non vedo tante altre soluzioni che prenderlo e trascinarlo a scuola, una volta, due volte, tre volte finchè capisce che la battaglia è persa. Sarebbe l'ideale riuscissi a farlo senza sbottare o urlare, con un'azione decisa, calma ma irremovibile. Magari potresti optare per una qualche forma di ricompensa in seguito, dopo la scuola in modo da iniziare una collaborazione in cui lui riconsce la tua autorità e tu i suoi bisogni di bambino.
Però prendila così, è solo l'idea di una persona senza esperienza.
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Vecchio 13-10-2010, 14.32.13   #4
dafne
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Poi rispondo a Edera (scusa ) ma prima devo fissare un altro paio di cose.

C'è una forte contraddizione di atteggiamento in quel che ho scritto più sù, contraddizione che ho già notato in altri casi ma su cui non avevo mai riflettuto.

Ho messo in campo molte risorse, ovvero ho chiesto aiuto un pò a destra e manca
In qualche modo avevo sempre giustificato questa cosa come un modo per poter attingere a maggiori risorse possibili e avevo visto di striscio che era un buon modo per poi non seguire nessuna direttiva specifica

Oggi ho visto la cosa come quando decido di mettere a posto gli armadi, sono il posto dove ficco dentro di tutto e di più e quando decido di riordinare l'impresa è titanica e mi costringe a metter mano a di tutto.
Quel tutto accettabile e quel tutto meno accettabile.

Poi capita che suona il campanello il vicino e non lo faccio entrare, se magari è un amico lo faccio entrare in una stanza ma di fargli vedere il caos globale non esiste proprio.

Ecco credo di applicare un principio simile, maschero con il bisogno di attingere a tutte le risorse possibili un meccanismo di difesa che è il non far vedere il tutto a una persona obbligandomi poi a fare il riordino assieme a lei.
Perchè se c'è un altro che riordina con me non posso prendere delle scatole e ficcare dentro in "varie" tutto quello che non mi và di affrontare .

A meno che i referenti non siano diversi, con diversi metodi, per cui mi autorizzo a fare un pò e un pò e non seguirne mai uno fino in fondo (eh mi sà che stà cosa come altre mi era già stata detta.......)

Ho già deciso di seguire i consigli di una persona che stimo, come ho detto, per cui di per sè stò facendo fatica inutile e mi dispiace anche che possa di fronte a tanti movimenti pensare che non fido abbastanza o che, peggio, ho fretta di sbolognare il problema.
Ma tutto questo mi stà servendo parecchio, parecchio nella misura in cui ascoltando gli altri sento che una parte di me non risuona al contrario di quel che mi capita qui o con quella persona specifica.

Chissà che per una volta buona un errore mi aiuti ad arrivare ad una soluzione.
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Vecchio 13-10-2010, 14.35.48   #5
dafne
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Un'altra cosa, una gogna pubblica, non ficcateci il dito con troppa forza su quello che stò per scrivere perchè è appena affiorato e fà male parecchio.

E' vero.
Voglio bene a mio figlio nella misura in cui mi accontenta e fà quello che gli dico senza crearmi ansia

Almeno questo è ciò che passo.

Adesso sì che sono in ansia.
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Vecchio 13-10-2010, 17.37.27   #6
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Questo chiedere consigli a più persone ma poi prendere solo un po' di qua e un po' di là, è perchè soltanto tu sai realmente come sono i tuoi figli e perchè si comportano così, come solo tu sai cosa c'è nell'armadio e perchè è stato messo lì, e decidere il da farsi cercando di non soffrire e di non far soffire troppo i bambini...
Gli altri vedono le cose dall'esterno mentre tu ci stai emotivamente dentro fino al collo, però è anche vero che chi è coninvolto emotivamente non riesce a pensare ed agire in maniera obiettiva.
Tu ami tuo figlio e sai che se non vuole andare a scuola è perchè gli fanno male, anche se è un'altra scuola, sai che tuo figlio ha associato la scuola a qualcosa di negativo, ma nello stesso tempo tutti ti dicono che deve andare a scuola e che il tuo dovere è mandarcelo e farti obbedire.
Allora il dovere di mandare a scuola il figlio stride con quello di mamma che non vuole vedere soffrire il bambino, che di conseguenza fa star male anche te...

Forse ci vuole un intervento esterno che vi rafforzi e vi tranquillizzi tutti nel tempo, io credo che non basta un consiglio, ma una situazione da seguire e monitorare insieme in un ragionevole lasso di tempo, da persone di cui hai stima e fiducia.
Così, con il raggiungimento di una certa tranquillità reciproca, si potrebbero rafforzare a poco a poco le fondamenta, chissà....

Un abbraccio

__________________
स्तेल्ल
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Vecchio 13-10-2010, 23.12.10   #7
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Si Stella sicuramente un aiuto esterno competente và cercato e seguito con costanza.

Hai detto una cosa giustissima, sono io la madre..peccato che lo sappiano tutti tranne quell'io....

Ho avuto l'occasione oggi di riparlare con lo psicologo che mi ha seguita per un paio d'anni, il rapporto non essendo più stettamente professionale ma più amichevole gli ha permesso di andarci giù un pò più diretto e non è stato piacevolissimo...alla faccia delle conferme...

Ci sono due passaggi in particolare che voglio fissare.

Parlando delle solite cose, soliti rapporti familiari, soliti soliti soliti ecc ad un certo punto gli ho detto "non ho più nulla da perdere". Mi riferivo in maniera esplicita al rapporto con la mia famiglia e non al rapporto coi miei figli.

Spiegata bene questa cosa mi ha detto " adesso riporta la cosa sui tuoi figli"

Quando sono riuscita a capire cosa voleva dire (e tttirati via da davanti Daf!! ) sono rimasta agghiacciata dalla prospettiva.
Tanto non volevo crederci che ho dovuto chiedergli se intendeva dire che neanche i miei figli oramai han più nulla da perdere e quando ho letto nei suoi occhi il si mi sono sentita morire.

Per un momento la netta percezione fisica dell'entità del mio egoismo mi ha tolto il respiro. Non stò esagerando è stato tremendo.
Già avevo colto il loro profondo disagio ma quantificarlo e immaginarlo è stato drammatico.

Mi sono ripresa solo perchè qualcosa mi ha sussurrato che se è pur vero che ne sono la causa è altrettanto vero che posso esserne anche la soluzione.

Per me ora non c'è questa chance, dalla mia famiglia non otterrò più ciò che volevo anche se sospetto che questa nuova visione della storia che stò intravedendo mi possa portare infinito giovamento.

Qui non si tratta più di trovare la persona che mi dica cosa fare, lo psicologo era sconfortato nel vedere che dopo tanto lavoro ero ancora al solito punto e per un momento mi ha anche detto che secondo lui non sono ancora pronta per uscire da questo meccanismo.

Ma lui non è me. (per fortuna sua ) e quella me seduta al tavolo ha iniziato a metter vicine le carte e a tirare le somme.

Continuo a spostare, a delegare a rimandare ma a differenza di prima sò quello che stò per perdere, quando è andato via gli ho detto ok, cambiamo la frase, non più "non ho nulla da perdere" ma piuttosto "ho troppo da perdere".

Mi è sembrato un pelino sollevato (ma non è la prima volta che mi euforizzo e poi cado ) adesso a distanza di ore penso che sia cambiato il punto di vista, non io,non la bimba che ero, non quello che volevo ma piuttosto loro e quello di cui han bisogno loro. (si lo sò l'ho già scrito ma alla fine porcaccia miseria a furia di dirlo mi entrerà nel circolo no?)

Non possono farti da padre e da madre mi ha detto.
Mi sono persino un pò offesa ma quando ho guardato il mio egoismo ho scoperto che è ancora stato delicato e che se non ci penso io non potrà aiutarli davvero, nel profondo, nessuno.

Io lo sò perchè io l'ho vissuto e lo vivo.

Io non sono un dottore non sono un genio non sono infallibile e non ho tutte le risposte, ma forse ho le loro perchè ho le stesse domande e gli strumenti ce li ho tutti devo solo decidermi ad usarli.

Nessuno può dirti come fare il genitore, mi ha detto, magari qualche indicazione qualche strategia ma la mamma sei tu, non gli altri.

Certo che se aspetto che qualche estraneo m'investa del ruolo di madre allora si che stò fresca...ma il problema ancora e più di prima non sono, non devo essere io. Mi sono resa conto che quel senso di colpa schiacciante che mi stà accompagnando nel viaggio di genitore può essere un formidabile motore. Se solo riuscissi a centrarmi davvero in me stessa e pensare davvero al loro bene e non alle mie segh...ehhhmmm..seghettate strutture mentali ( ) saprei come muovermi e quel "bon posso sbagliare non sono perfetta può capitare" è vero e allo stesso tempo una colossale balla perchè quando lascio mio figlio giocare tante ore al videogioco o gli compro un regalino perchè "tanto costa solo 1 euro" anche se non ha fatto il bravo io non stò pensando a lui ma a me. Io lo sò che stò sbagliando ma scelgo sempre la via di minore sforzo, di minore ansia..

Dio come suona banale scritto adesso ma è tutto un meccanismo che io sò per certo di avere appena appena intravisto e che se non mantengo viva la sensazione di essere stata mostruosamente egoista e indifferente verso i loro bisogni finisce che mi travolgerà ancora e ancora, distruggendo loro però perchè io rimarrò "solo" quello che già sono, mentre se scavalchiamo il dosso forse il panorama successivo saràà meglio.

Un'ultima cosa, ho ascoltato molte voci alla ricerca di quella giusta...prima riflettevo e pensavo che ho lavorato bene con quella persona perchè sotto sotto c'era il lavoro che ho fatto qui in città...poi pensavo alla città e alle persone che mi hanno aiutata e che a volte hanno taciuto a volte si sono trattenute ho pensato (scusatemi magari sono solo travolta dal mio egocentrismo adesso) che forse non è stato tanto il ragionamento giusto o la voce giusta a farmi progredire quanto piuttosto il modo giusto, l'ambiente giusto per farmi arrivare alle mie risposte...Anche questo cambia completamente l'ottica delle cose, non più una dipendenza ma una collaborazione e allora tutto assume sfumature diverse.

Mi sà che qualcosa del genere l'ho già scritto la differenza forse stà che voglio che questo non sia solo un momento, uno shokh passeggero per poi reinfilarsi sotto la coperta di Linus. Devo fissarmi bene nel cervello quell'angoscia che ho viussuto quando ho realizzato quanto disperati possono essere i miei bambini e tenerlo sempre presente quando vorrò accontentarli, quando votrrò glissare una punizione o quando vorrò punirli più di quello che serve.

Le strategie esistono, i suggerimenti anche ma le applicazioni sono le mie e solo le mie perchè sono i miei bambini.

Dovrò ripetermelo un milione di volte al giorno mi sà ma grazie infinite per esserci, per essere stati terreno fertile dandomi la possibilità di arrivarci alla fine da sola senza di fatto lasciarmi mai siete stati e siete la famiglia che non mi ha sostenuto.

ok vado a commuovermi in privato
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Vecchio 13-10-2010, 23.17.12   #8
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Posso capire il tuo senso di impotenza Daf, il non sapere cosa fare, i tentativi... mi dispiace molto. Ti ho sempre letta ma purtroppo in questo momento non ricordo se hai mai provato a 'mollare' e parlare a cuore aperto con i tuoi bambini, cercando di spiegare loro come ti fa sentire tutta questa situazione, la paura, l'amore che senti... il tutto con un linguaggio che possano capire, anche se penso che quello che gli trasmetteresti e che loro riuscirebbero a cogliere, andrebbe oltre le parole, ed è quello che conta
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Vecchio 13-10-2010, 23.40.16   #9
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Posso capire il tuo senso di impotenza Daf, il non sapere cosa fare, i tentativi... mi dispiace molto. Ti ho sempre letta ma purtroppo in questo momento non ricordo se hai mai provato a 'mollare' e parlare a cuore aperto con i tuoi bambini, cercando di spiegare loro come ti fa sentire tutta questa situazione, la paura, l'amore che senti... il tutto con un linguaggio che possano capire, anche se penso che quello che gli trasmetteresti e che loro riuscirebbero a cogliere, andrebbe oltre le parole, ed è quello che conta
Siamo già, purtroppo, oltre a questo. Oltre anche al suggerimento di Edera perchè si sono cristallizzati certi schemi.

Probabilmente loro ancora prima di me hanno percepito il mio star male il mio disagio, la mia difficoltà..miomiomio ioioio....mannaggia Sole quanto mi dispiace non averti capita prima e in pieno non solo in parte

Non è più tempo di parole o spiegazioni o prediconi, certo per qualche compromesso ragionevole si, ma è l'abbraccio silenzioso, quel silenzio che tantissimo odiavo, te pensa, pare che sia un fantastico balsamo se accompagnato da una coccola.

Eh bon adesso pare tutto facile ne riparliamo domani vah
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Vecchio 14-10-2010, 00.33.23   #10
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E' vero.
Voglio bene a mio figlio nella misura in cui mi accontenta e fà quello che gli dico senza crearmi ansia
Che bello, ammettendo questo hai dato un filo di luce al vostro rapporto.
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Vecchio 20-10-2010, 18.22.46   #11
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adesso a distanza di ore penso che sia cambiato il punto di vista, non io,non la bimba che ero, non quello che volevo ma piuttosto loro e quello di cui han bisogno loro. (si lo sò l'ho già scrito ma alla fine porcaccia miseria a furia di dirlo mi entrerà nel circolo no?)
BUM!

Invece sono proprio io. Io devo cambiare e io devo crescere. Certo che la spinta era ottima, fare per loro, ma non sono loro.
Come le punizioni. Parto già armata, come se fossero in perenne errore. Loro.
Non io, loro, ecchecavolo.
Loro reagiscono ai miei cambiamenti, per quanto minimi, in maniera quasi immediata. Non sono la causa, loro, nè del disagio nè della cura.
uffa, che posizione scomoda
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Vecchio 20-10-2010, 18.42.28   #12
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Si capisce che sono frustrata?

ahahah che pistola che sono
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Vecchio 20-10-2010, 19.05.00   #13
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Si capisce che sono frustrata?
Prima o poi qualcuno ti frusta sul serio
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Vecchio 21-10-2010, 20.34.55   #14
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Prima o poi qualcuno ti frusta sul serio

Rischio forte vero?

Alla fine dei fiumi di parole il fare è l'unica legge che vale, giusto o sbagliato che sia, meccanismo da mantenere o correggere quello è. Fare.


ah
poi

mi hai parlatooooooooooooooooooooooooooooo

hahahaahahhahahahhahahahhaahhahhahhhahahahah



ok ok, dopo questa altro che ceci, lo sò
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