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Vecchio 24-01-2010, 23.45.39   #1
dafne
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Predefinito Il distacco

"Vuoi una prova di distacco? Eccola: il lavoro di una persona distaccata non è mai in ritardo sulla giornata."

Gandhi


All'nizio sono rimasta un pò perplessa ma poi pensandoci mi sembra davvero vera (scusate il gioco di parole).

Distacco nel senso di mantenere una certa freddezza? Per me è davvero curioso associare questo concetto a un uomo che per le sue ragioni e per il suo vivere ciò che credeva mi dà l'impressione di essere molto passionale, molto "attaccato" a ciò che faceva e credeva.

Molto probabilmente è un concetto quello del distacco, dell'essere distaccati da ciò che si fà, che nel mio pensiero assume contorni e caratteristiche sbagliate di freddezza, impersonalità, relativo disinteresse...cosa che invece probabilmente non è

voi che ne dite?
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Vecchio 25-01-2010, 00.10.16   #2
Ray
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"Vuoi una prova di distacco? Eccola: il lavoro di una persona distaccata non è mai in ritardo sulla giornata."

Gandhi


All'nizio sono rimasta un pò perplessa ma poi pensandoci mi sembra davvero vera (scusate il gioco di parole).

Distacco nel senso di mantenere una certa freddezza? Per me è davvero curioso associare questo concetto a un uomo che per le sue ragioni e per il suo vivere ciò che credeva mi dà l'impressione di essere molto passionale, molto "attaccato" a ciò che faceva e credeva.

Molto probabilmente è un concetto quello del distacco, dell'essere distaccati da ciò che si fà, che nel mio pensiero assume contorni e caratteristiche sbagliate di freddezza, impersonalità, relativo disinteresse...cosa che invece probabilmente non è

voi che ne dite?
Distacco non è freddezza, ma non identificazione.


Può sembrare freddezza a chi non conosce la possibilità di non identificarsi, ma la differenza non sta nel non provare emozioni o passione, quanto nel non lasciarsi trasportare da esse.

Questo equivoco, a mio avviso, è alimentato da quelle persone che travestono di distacco l'assenza di coinvolgimento o l'avarizia affettiva.
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Vecchio 25-01-2010, 00.15.31   #3
dafne
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Domando.
L'entusiasmo, specie quando è molto spiccato, è un segnale di coinvolgimento emotivo, di identificazione?
La passione per una cosa può esserci anche senza di esso?
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Vecchio 25-01-2010, 00.21.41   #4
Ray
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La passione per una cosa può esserci anche senza di esso?
Può esserci una cosa se non mi identifico con essa?

Messa così è assurda vero? Se non ci fosse non potrei identificarmici. Il guaio è che siamo talmente abituati ad identificarci che non riusciamo neanche ad immaginare come sarebbero le cose senza. In effetti è necessario farne esperienza per farsi un'idea e poi credere.

Se non mi identifico con la passione (qui la intendo come grossa forza attrattiva... che poi non è altro che la nostra "libido") posso usarla. In caso contrario sono usato, anche quando con ciò ottengo qualcosa di utile.

Le prime esperienze non devono spaventare... in effetti la disidentificazione, prima di capire come alimentare lo stesso, come spingere, può far calare momentaneamente la passione, ma poi anche se non spingiamo e si tratta di qualcosa da cui siamo naturalmente attratti, si riaccende ancor più vigorosa (o meglio, la sentiamo per come è realmente).
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Vecchio 25-01-2010, 00.39.30   #5
dafne
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Quindi, in linguaggio bestia , posso non manifestare l'entusiasmo per una cosa e provare una forte passione per questa?

Nel personale ho notato che l'entusiasmo mi ciuccia tanta energia quanto il pessimismo. Se una cosa lascio che mi entusiasmi (cioè lascio montare il trasporto e il desiderio in modo esponenziale) finisce sempre che poi per quella cosa perdo d'interesse.

Quindi cerco di mantenermi, quel pò che capita, in uno stadio di "piacevole interesse".
(molte volte così scopro che quella cose non m'interessa per niente....)

Quando Gandhi parla di ritardo intende forse che quando non si è distaccati, quando ci si identifica in ciò che si fà, ci si fà travolgere da ogni cosa sia collegata a quello che stiamo facendo? Perdendo così di vista il reale obiettivo?
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Vecchio 26-01-2010, 20.28.18   #6
Sole
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Quando Gandhi parla di ritardo intende forse che quando non si è distaccati, quando ci si identifica in ciò che si fà, ci si fà travolgere da ogni cosa sia collegata a quello che stiamo facendo? Perdendo così di vista il reale obiettivo?
Penso di si, perchè ogni cosa la si prende sul personale. E' quel personale che ci frega. Posso ascoltare le parole di chiunque se non le filtro con il mio vissuto, con il mio personale pur osservando e prendendo nota di ciò che mi accade.
Così se mentre lavoro sono al cento per cento in quello che faccio e non divisa tra:
- devo fare buona impressione
- devo far vedere che finisco presto
- devo fare meglio della collega
- non devo chiedere posso fare da sola
- chissà cosa pensa la collega
- meglio se nessuno vede come faccio il lavoro
e agitazioni varie che distolgono la mente, il corpo e il cuore da quello che si fa, si finirebbe prima - e meglio aggiungo.

Si potrebbe partire da qui per capire cosa vuol dire distacco.
Disidentificarsi è abbandonare l'immagine che si ha o che si vuole dare di se. Ma basta provare con gli oggetti, con i nostri oggetti, per verificare quanto difficile sia non considerarli nostri, e darli via dimenticandocene. Distaccarsi è abbandonare la cosa più preziosa che abbiamo: l'idea di noi.

La passione che mettiamo nel fare le cose, in effetti, è mossa da quell'idea di noi, ma forse abbandonandola, la passione sarebbe ugualmente presente ma stavolta per muovere le montagne e quindi non andrebbe dispersa. Non disperderla vorrebbe dire impiegarla al massimo del potenziale e quindi anche in velocità.
Chissà... forse un modo di piegare il tempo.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 09-03-2012, 02.40.28   #7
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E se il distacco fosse:

Faccio l'amore per la passione ma non per l'orgasmo tanto per il tema del giorno trattato altrove.

Scrivo una poesia ma poi accortoccio il pezzo di carta e la butto via.

Lavoro da un oggetto con tutta l'anima e poi lo regalo senza dire chi l'ha fatto o senza ascoltare i pareri.

Guardo un film e posso smettere quando voglio e non vedere la fine.
Oppure mi piace una serie tv ma posso non vederne delle puntate o magari l'ultima.

Per me il distacco è questo il rinunciare a quello che l'animale più vorrebbe di più il consumo di quel che si è cucinato mentre invece dovremmo nutrirci del cucinare ?
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Vecchio 09-03-2012, 10.58.08   #8
dafne
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Non saprei risponderti con certezza Gri ma ci provo.
Penso che puoi anche regalare il lavoro o non buttare la poesia o vedere il film fino alla fine.

Se sei distaccato in ciò che fai se poi la poesia si perde o il regalo che hai fatto non viene apprezzato o la tv si rompe sul più bello riesci a mantenerti in equiliobrio interno senza provare rabbia nè frustrazione.

Se ciò che produci con passione non rispetta le aspettative (sfido a non farsele..almeno minime..) se sei distaccato riesci a rimettere in gioco i dati e fartene una ragione mentre se sei coinvolto partiranno i ma se però se quella volta se tu se lei.. ecc

Bisogna essere attenti e non confondere , come sottolineava Ray più su, distacco con l'avarizia emotiva o l'assenza di coinvolgimento.

Un bel match.
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Vecchio 09-03-2012, 12.48.13   #9
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Bisogna essere attenti e non confondere , come sottolineava Ray più su, distacco con l'avarizia emotiva o l'assenza di coinvolgimento.
Il non essere coinvolti vorrebbe dire faccio una poesia così senza metterci impegno o guardo un film ma non mi interessa etc ma così non sarebbe distacco sarebbe assenza di coinvolgimento un tanto per fare io invece parlo di c'ho messo l'anima ma non mi importa il risultato....
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Vecchio 09-03-2012, 13.22.38   #10
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Il non essere coinvolti vorrebbe dire faccio una poesia così senza metterci impegno o guardo un film ma non mi interessa etc ma così non sarebbe distacco sarebbe assenza di coinvolgimento un tanto per fare io invece parlo di c'ho messo l'anima ma non mi importa il risultato....
Se non t'importa del risultato non sei coinvolta, scusa.

Potresti dire che t'importa solo del risultato per te, allora avrebbe più senso.
Se poi il risultato non equipara l'attesa che ne avevi se sei distaccato, non preso, dalla passione che ci hai messo puoi rivalutare le attese e anche il risultato stesso.

Non sò forse mi stride solo quella rinuncia finale che metti, come buttar via la poesia o disconoscere il lavoro fatto come tuo,...magari è un problema mio di attaccamento.
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Vecchio 14-03-2012, 17.05.26   #11
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Lo metto qui perchè c'entra molto con il discorso secondo me questo post recente di Uno che mi ha profondamente toccata:
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Vincere una dipendenza Tea, è uguale seppur in forma diversa, ai passi da fare in un percorso spirituale.
All'inizio devi vincere le scuse che mentalmente ti dai per evitare di non eccedere, poi quando hai vinto quelle devi vincere "la mania" dell'essere vincente.

Detto in altre parole, puoi dire di aver vinto realmente una dipendenza se sei in grado di "cascarci" volontariamente una volta, una sola volta ogni tanto quando vuoi tu.

Per andare sul pratico, se anche bevi un caffè, perchè qualcuno che non sa della tua "crociata" te lo offre, non c'è nessun problema, purchè il giorno dopo tu non sia da capo.

Se ti accontenti solo degli effetti positivi dell'astenerti in qualcosa va bene così, essere categorici e non essere mai tentata, ma se vuoi veramente andare oltre....
Mi sono solo resa conto ma solo di striscio nemmeno in pieno altrimenti chissà con che impeto sarebbe entrata sta cosa, ne ho volutamente presa un pochetto a mia salvaguardia, una resistenza utile, almeno secondo me.

Ma se lascio entrare e lavorare questa nuova idea che succede?

Beh mi dice che per arrivare al vero distacco ci vuole una vita di dedizione e costruzione se non si è nati già predisposti, per arrivare in pieno al significato del distacco.

La prima immagine che ne ho ricevuto è stata l'immagine di Giacobbe con la mano alzata che sta per pugnalare a morte il suo unico figlio Isacco dopo averlo desiderato ed aspettato per tutta una vita.....poi ok li arriva l'Angelo e salva il povero Isacco (al di là di tutti i significati che può avere questo brano biblico)

Se solo mi fermo a ragionare su questo o solo lo sento dentro mi rendo conto dei miei limiti.....le scelte (non scelte) fatte nella vita, le lotte vissute per.....il potere che sempre cercato sulle inevitabili peripezie della vita.... a quante cose sono legata? Quante condizionano la mia vita? E a quante riesco a rinunciare e potrei andare avanti a fare un listone....(Daf ti rubo l titolo di uno dei tuoi 3d) e mi dico: tutto da rifare....altro che Anelito....Dio dovrebbe concedermi la Volontà
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Vecchio 14-03-2012, 18.43.52   #12
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Che importanza ha questa cosa? Quante volte ce lo chiediamo...delle volte penso che il distacco sia dare importanza zero...ma quello è menefreghismo.

Allora dove stà il confine? Prima di finire nel turbine del dare il giusto valore alle cose mi chiedo, ormai troppo spesso, ma chi mi credo di essere?

La mia piccola mente però impazzisce di fronte alla possibilità di essere niente e s'inventa un milione di motivi per avere importanza. Di fatto il concetto non è sbagliato, per vivere ci vuole passione, vitalità e la vitalità genera stress, qualsiasi natura abbia.

Niente è infinito, la natura umana per definizione è destinata a una fine, tutto prima o poi finisce, nulla ha veramente importanza se preso a sè ma diventa importante come filo di una trama.

Non sò che dire, sono troppo coinvolta per rimanere oggettiva ma forse non è tutto da rifare ma da fare diversamente
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Vecchio 14-03-2012, 19.21.01   #13
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Prima di finire nel turbine del dare il giusto valore alle cose mi chiedo, ormai troppo spesso, ma chi mi credo di essere?
Questa cosa è bellissima se non crea frustrazione perchè arrendersi a quel che si è fa stare in pace infatti il distacco è dall'IP

Ma quel distacco di cui parla Uno credo che sia lasciare anche quel senso di pace riuscire a mollare anche quello pur rimanendo in pace
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Ultima modifica di griselda : 14-03-2012 alle ore 19.26.47. Motivo: aggiunto il secondo pezzo che mi ha riportato qui
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Vecchio 14-03-2012, 20.34.15   #14
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Mentre camminavo e facevo altro ho avuto un barlume di idea.
Cocciutaggine.
Quando ci incapponiamo su qualcosa inevitabilmente non ci mettiamo da parte.
Cocciutaggine è attaccamento.
Poi brama forse.

Qualcosa mi dice che ha a che vedere con quel discorso sul volere tanto tanto tantissimo una cosa, così tanto ma non ruiscire mai ad ottenerla. Poi si molla e spesso capita che poi la si ottiene,.

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Vecchio 14-03-2012, 20.36.22   #15
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Mentre camminavo e facevo altro ho avuto un barlume di idea.
Cocciutaggine.
Quando ci incapponiamo su qualcosa inevitabilmente non ci mettiamo da parte.
Cocciutaggine è attaccamento.
Poi brama forse.

Qualcosa mi dice che ha a che vedere con quel discorso sul volere tanto tanto tantissimo una cosa, così tanto ma non ruiscire mai ad ottenerla. Poi si molla e spesso capita che poi la si ottiene,.

A me è successo diverse volte il fatto è che deve essere spontaneo
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Vecchio 14-03-2012, 20.41.43   #16
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Spontaneo nel senso che non deve essere un convincimento mentale? Si, sono d'accordo.

Se invece intendi che deve capitare spontaneamente sono un pò meno d'accordo, l'ideale sarebbe riuscire a cogliere il momento in cui una cosa o una persona iniziano a diventare "fonte di aggrappamento" e in modo anche forzato all'inizio attuare delle dinamiche, delle strategie, per provare a scollarcisi.

A meccanismo conosciuto e assorbito si può tornare a parlare di spontaneo secondo me.
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Vecchio 14-03-2012, 20.48.08   #17
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, l'ideale sarebbe riuscire a cogliere il momento
Quando hai dato/fatto tutto il possibile in pratica quando sei svuotata...lasci che sia... che poi mi sa che si riallaccia al discorso di arrivare a toccare i propri limiti...
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Vecchio 14-03-2012, 21.09.37   #18
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Svuotata? Ma se ti svuoti Gri non significa forse che butti fuori, verso, dentro qualcos'altro?
Allora non sei distaccata, tutt'altro

Comunque il momento a cui mi riferivo io e che hai quotato si riferisce a quel momento in cui, almeno teoricamente, una cosa importante diventa essenziale, vitale e si inizia a fissarsi sopra. Conoscere i propri limiti ci stà eccome ma quale dovrebbe essere il campanello d'allarme che ci segnala che stiamo passando oltre?
Senza cascare nel disinteresse intendo.
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Vecchio 14-03-2012, 21.16.40   #19
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Senza cascare nel disinteresse intendo.
Ma perchè c'è questa fobia del disinteresse? Potrebbe essere un estremo su cui tocca pendolare... che poi esiste un interesse che non ti obbliga a perderti dentro le cose, anzi forse esiste solo quello.
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