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Vecchio 08-02-2010, 19.16.34   #1
Ray
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Predefinito Bisogno di evasione

E chi non ce l'ha?

Forse qualcuno c'è, ma per capire come è fatto costui dobbiamo esplorare la questione.

Siamo abituati, in un modo o nell'altro, a soddisfare questo bisogno e si deve dire che da questo lato la società è molto ben strutturata e offre un enorme varietà di opportunità... non tutte illegali.

Fecezie a parte, siamo davvero tutti abituati a riconoscere e riconoscerci questo bisogno e a strutturare il nostro tempo in modo da evadere. Ma evadere da cosa? Dalla routine, dal lavoro, dagli impegni, dallo stress e chi più ne ha più ne metta. Anzi, voi da cosa avete bisogno di evadere? E come fate? (se potete dirlo senza dover telefonare all'avvocato).

Il punto però è: chi evade? Da dove? E dove va?
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Vecchio 09-02-2010, 00.01.22   #2
centomila
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Io sono uno dei capi degli evasori......... ho passato la vita nel tentativo di evadere. Eppure oggi mi rendo conto che è stato tempo sciupato. E, a conti fatti, è stato anche un comportamento sciocco. Non c'è scampo agli eventi che ti vengono contro è l'atteggiamento più giusto e saggio è di affrontarli con fermezza. Fa meno male.

Un pò come l'ortica che se la sfiori ti irrita la pelle ma se la tocchi con forza non ti fa niente!

Facile a dirsi........hi hi hi hi ma difficilissimo a farsi!

Perdonami se con questa risposta ho vinto il premio della scontatezza data all'anima bella Centomila.........è che........alla fine......non c'è esoterismo che tenga: la saggezza dei nostri padri contadini (scarpe grosse e cervello fine) è quella vincente. E' quella che serve!

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Il punto però è: chi evade? Da dove? E dove va?
Chi evade, secondo la mia opinione, è l'anima. Evade (vorrebbe evadere) dalla prigione di carne (l'ha detto anche Platone che qualcosina più di me credo che capisse )

Dove va?
Eh.............verso la radiosa libertà che, in cuor nostro, "sentiamo" essere la vera meta di noi uomini.
__________________
L'unico vero insuccesso nella lotta consiste nello smettere di combattere.
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Vecchio 09-02-2010, 01.09.07   #3
filoumenanike
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.

Ma evadere da cosa? Dalla routine, dal lavoro, dagli impegni, dallo stress e chi più ne ha più ne metta. Anzi, voi da cosa avete bisogno di evadere? E come fate? (se potete dirlo senza dover telefonare all'avvocato).

Il punto però è: chi evade? Da dove? E dove va?
L'evasione mi permette di riprendere fiato, di recuperare le forze, evado dall'infinità di problemi che ogni giorno devo affrontare, certo si può dire che i problemi sono solo apparenti ma credo che per sopravvivere oggi bisogna affrontarli con decisione, senza fare filosofia.
Cìè il lavoro che attanaglia, sei responsabile per te e per quelli che stanno con te, la società che ti aggredisce, tasse...bollette doppie, amplificate, venditori di fumo, leggine condominiali, sopraffazioni cui siamo continuamente soggetti. Per non parlare della convivenza familiare, marito, figlio, madre e nipoti e sorella e amici e maldicenze, pettegolezzi, e battaglie ecologiche, battaglie per la difesa dei valori storici e compassione e dolore per gli amici che soffrono, che muoiono, e angoscia che ti prende quando pensi al tuo essere, al tuo divenire, alla tua vita....ne avrei tante altre ma ve le risparmio!
E allora evado...ogni giorno trovo un momento per il forum, un momento per guardare il cielo, ogni sera mi tuffo in un film, sono lì e la mente vaga, se non è troppo presa, parlo con il mio cane, mi dedico alle piante, c'è di nuovo il forum e poi di notte, tardi, leggo un libro e quando chiudo la luce prego, penso a chi lassù mi vuol bene e tutto, in parte si rasserena.

Quando mi è possibile evado in vacanza, cerco di andare via, mi stacco dall'ambiente, taglio i ponti, chiudo il cellulare, non ci sono per nessuno!
Bell'argomento Ray!
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Vecchio 09-02-2010, 02.01.41   #4
RedWitch
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E chi non ce l'ha?

Forse qualcuno c'è, ma per capire come è fatto costui dobbiamo esplorare la questione.

Siamo abituati, in un modo o nell'altro, a soddisfare questo bisogno e si deve dire che da questo lato la società è molto ben strutturata e offre un enorme varietà di opportunità... non tutte illegali.

Fecezie a parte, siamo davvero tutti abituati a riconoscere e riconoscerci questo bisogno e a strutturare il nostro tempo in modo da evadere. Ma evadere da cosa? Dalla routine, dal lavoro, dagli impegni, dallo stress e chi più ne ha più ne metta. Anzi, voi da cosa avete bisogno di evadere? E come fate? (se potete dirlo senza dover telefonare all'avvocato).

Il punto però è: chi evade? Da dove? E dove va?
Belle domande... il mio bisogno di evadere si fa sentire soprattutto quando non do spazio all'evasione (appunto ), quando mi sento troppe cose addosso e mi sento sopraffatta da queste cose.. doveri, lavori, la semplice quotidianità a volte per me diventa una corsa senza meta, e quando è così non la riesco più a gestire e mi diventa indispensabile evadere.. nei modi più assurdi, questo periodo (ma dura da un po' in effetti), sto giocando ad un gioco al pc... non so se possa valere come evasione, pero'ho notato che quando sto giocando sono completamente presa, in qualche modo è come se il corpo fosse superfluo, come se tutto il resto in quei momenti non esistesse, una vera e propria fuga da me stessa, il problema è che non si puo' veramente scappare da sè stessi... e non posso nemmeno dire che in quei momenti mi ricarico..
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Vecchio 09-02-2010, 10.26.44   #5
Ray
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Anche se hanno risposto ancora in pochi mi pare di poter già teorizzare qualcosa, poi mi direte in caso se non siete d'accordo, e cioè che si evade perlopiù da quelli che riteniamo doveri.

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una vera e propria fuga da me stessa, il problema è che non si puo' veramente scappare da sè stessi... e non posso nemmeno dire che in quei momenti mi ricarico..

Ricarico e scarico sono due cose che per molti versi vanno a braccetto. Sia perchè per caricarmi devo scaricare (vuotare affinchè si riempia) sia perchè per caricare una parte devo connettermi con essa.
E qui arriviamo al senso della tua frase, evadere da se stessi. Se evado da me stesso, con cosa evado? Ma soprattutto, dove vado?

Se quando svolgiamo i nostri doveri lo facciamo solo con una parte di noi, esempio il Ray lavoratore, e questa parte non è direttamente connessa con altre, ecco che mi devo spostare per dare spazio ad altri Ray... e la necessità di evasione assume altri connotati...
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Vecchio 09-02-2010, 14.57.35   #6
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E qui arriviamo al senso della tua frase, evadere da se stessi. Se evado da me stesso, con cosa evado? Ma soprattutto, dove vado?

Se quando svolgiamo i nostri doveri lo facciamo solo con una parte di noi, esempio il Ray lavoratore, e questa parte non è direttamente connessa con altre, ecco che mi devo spostare per dare spazio ad altri Ray... e la necessità di evasione assume altri connotati...
Il Ray lavoratore come fa a non essere connesso con le sue altre parti, le potrà accantonare ma comunque interagiscono con il Ray che lavora...
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Vecchio 09-02-2010, 16.43.25   #7
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Se quando svolgiamo i nostri doveri lo facciamo solo con una parte di noi, esempio il Ray lavoratore, e questa parte non è direttamente connessa con altre, ecco che mi devo spostare per dare spazio ad altri Ray... e la necessità di evasione assume altri connotati...
Ray... potresti provare a rispiegare con altre parole? Perdona, non comprendo... ma ho la sensazione sia importante. Grazie
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Vecchio 09-02-2010, 16.54.32   #8
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Comunque sì, il bisogno di evasione è correlato al "dover" fare qualcosa anche per me.
Come evado? Bè... una volta avevo bisogno dell'adrenalina, di emozioni forti. Ma credo che all'epoca ero proprio in fuga da me stessa.
Ora mi basta staccare, rilassarmi, immergermi nel pc...
Però... direi che l'evasione è più l'immersione nel pc. Quando stacco e mi rilasso è più un ritrovare me stessa... perchè in realtà tendo un pò a "perdermi" mentre sono sotto pressione...
Non mi sono capita nemmeno io...
Vabbè, abbiate pazienza!
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Vecchio 09-02-2010, 17.29.08   #9
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Il Ray lavoratore come fa a non essere connesso con le sue altre parti, le potrà accantonare ma comunque interagiscono con il Ray che lavora...
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Ray... potresti provare a rispiegare con altre parole? Perdona, non comprendo... ma ho la sensazione sia importante. Grazie
Il fatto è che siamo frammentati, divisi. Il discorso dei "piccoli io" per dirla con Gurdy, anche se è un discorso che va integrato perchè la questione è più complessa.

Partiamo dal fatto che Ray non è tutt'uno (non ancora perlomeno) ma è diviso in varie parti, più o meno comunicanti tra loro e più o meno ampie, dove alcune condividono con altre parti di parti. In pratica siamo settorializzati e funzioniamo più o meno bene a seconda di quanto riusciamo, di volta in volta, ad attivare e disattivare alcune parti di noi, o se vogliamo chiamarle in altri modi, istanze. Il funzionamento migliore si avrebbe, ovviamente, se fossimo tutt'uno, una struttura complleta e armonica, capace di muoversi tutta nelle direzioni volute.

Il Ray lavoratore, per funzionare adeguatamente, deve lasciare da parte il Ray a cui piace giocare (o almeno deve dargli poco spazio), il Ray che vuole sesso, il Ray sportivo eccetera. Deve lasciarli da parte nel caso in cui non siano ben integrati in un sistema funzionale.
Se deve lasciare da parte dei pezzi, questi pezzi non capitano mai, almeno durante il lavoro, "sotto l'attenzione dei riflettori", insomma non si esprimono. Le loro istanze restano inascoltate.

Ad un certo punto la pressione salirà e Ray sentirà il bisogno di spostare il fuoco. Nulla di male, per carità, soprattutto se ciò avviene all'interno di una vita adeguata ed equilibrata... ma se ci pensate, la maggior parte dei nostri probllemi quotidiani riguarda appunto il trovare modi efficaci di equilibrare le risposte a queste istanze. Il lavoro ci stressa e quindi dobbiamo distrarci.

Ma come fa il lavoro a stressarci? Lo stress è dato dall'essere tirati da più parti, il che significa che, assieme al lavoro, c'è qualcos'altro che ci tira altrove. Ossia noi, andando nel lavoro, ci dimentichiamo qualche pezzo. Quindi, quando evadiamo dal lavoro, in realtà andiamo in altre zone di noi, diamo loro modo di esprimersi.

Il bisogno di evadere è quindi proporzionale sia alla rigidità delle nostre divisioni, sia alla scarsezza di counicazione tra le parti che si sono formate per divisione. Ne segue che è un ottimo sistema per studiare la nostra attuale struttura.

Bon, ho accennato e ci sarebbe da espandere ancora, soprattutto sulla conformazione delle varie parti, ma intanto credo si capisca cosa intedevo dire, quindi attendo le vostre riflessioni.
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Vecchio 09-02-2010, 18.29.16   #10
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Io collegavo il bisogno di evadere al bisogno di non pensare, quindi al bisogno di non concentrarmi su qualcosa.

Difficilmente infatti persino i libri, tranne per qualche romanzo, mi danno quella sensazione.

Evadere significa guardare un film, fare un giro al centro commerciale, sonnecchiare.. insomma...fare niente

Direi che nei periodi di maggior desiderio d'evasione ero molto poco contenta di me, molto stanca, distante, spersa.
Mentre adesso, per esempio, più che il desiderio di evasione (nel senso di mollare quello che devo fare) anche se comunque c'è, provo il bisogno di fare qualcosa di più piacevole.

Non ne sono sicura ma credo siano due cose diverse.

Leggendo Ray sarei portata a pensare che mentre prima ero molto rigida e divisa e molto cristallizzata in un ruolo adesso forse sono un pò più morbida, "accontento" di più altre parti che sono emerse e quindi subisco meno pressione, quindi meno desiderio d'evasione.

Forse queste più parti venute in superficie mi permettono di distrarmi, di evadere in modo più positivo, facendo altro, invece di annullarmi e cercare di dormire (non solo in senso fisico).

Non sono sicura di essermi spiegata bene..
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Vecchio 09-02-2010, 19.03.10   #11
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Io collegavo il bisogno di evadere al bisogno di non pensare, quindi al bisogno di non concentrarmi su qualcosa.

Difficilmente infatti persino i libri, tranne per qualche romanzo, mi danno quella sensazione.

Evadere significa guardare un film, fare un giro al centro commerciale, sonnecchiare.. insomma...fare niente

Direi che nei periodi di maggior desiderio d'evasione ero molto poco contenta di me, molto stanca, distante, spersa.
Mentre adesso, per esempio, più che il desiderio di evasione (nel senso di mollare quello che devo fare) anche se comunque c'è, provo il bisogno di fare qualcosa di più piacevole.

Non ne sono sicura ma credo siano due cose diverse.

Leggendo Ray sarei portata a pensare che mentre prima ero molto rigida e divisa e molto cristallizzata in un ruolo adesso forse sono un pò più morbida, "accontento" di più altre parti che sono emerse e quindi subisco meno pressione, quindi meno desiderio d'evasione.

Forse queste più parti venute in superficie mi permettono di distrarmi, di evadere in modo più positivo, facendo altro, invece di annullarmi e cercare di dormire (non solo in senso fisico).

Non sono sicura di essermi spiegata bene..

Mi trovo grossomodo nella stessa situazione di Daf:

se per evadere intendiamo perdere tempo, scollegare il cervello, specie negli ultimi anni sento sempre meno questo bisogno, cose tipo giocare al pc, guardare la tv anche se non c'è niente , uscire per una pizza anche se non ho particolare voglia di una serata di chiacchiere e poco altro, sono cose che anni addietro facevo più spesso, oggi molto meno e senza avvertirne particolarmente il bisogno.

Certo se sono in ufficio o in mezzo al traffico avrei voglia di far altro , qualcosa di più bello e piacevole, magari anche zappare la terra, ma non come semplici distrazioni per "staccare la spina", quella vorrei, anzi, potesse essere sempre attaccata per mandare più energia possibile: forse rispetto a prima riesco a reggere un pò di più prima di impallare il cervello e quindi ho meno desiderio di evadere, magari ho, invece, voglia di resistere più a lungo, poichè ho notato che se mi concentro per un certo periodo sui pensieri che faccio, poi le emozioni vanno per conto loro, se riesco a tenerne a bada qualcuna, ad esempio ridurre l'ansia che ho verso qualcosa o un abitudine, il corpo un pò si allenta, non ha le energie che avevo prima, come se fossero in gran parte dirottate sulla sistemazione del resto e quindi non ce ne fossero più per stare a palla fisicamente.

Mai come adesso vorrei avere le energie per concentrarmi su pensieri, emozioni, corpo, senza rimanere a secco.
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Vecchio 09-02-2010, 23.14.17   #12
Falketta
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Ecco... qualcosa del genere mi era già stato spiegato in un periodo in cui mi sono trovata scarica e frustrata. Mi è stato appunto spiegato che le cose non sarebbero sostanzialmente cambiate sino a che la Falketta lavoratrice - madre - donna non si fossero in qualche modo tra loro "integrate"... onestamente è un concetto che capisco ma ancora non comprendo
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Vecchio 10-02-2010, 00.22.59   #13
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Si ha bisogno d'evadere quando ci si sente imprigionati.
Ci si sente imprigionati quando non si riesce ad esprimersi (l'espressione è forse la massima forma di libertà, anche se oggi il senso è degenerato nel voler dire o fare qualsiasi sciocchezza passi per la testa, senza però tener conto anche della libertà degli altri...)
Non si riesce ad esprimersi quando non riusciamo o non vogliamo mettere tutto noi stessi in ciò che facciamo, da qui quindi la "pressione" che ci spinge di cui parlava Ray.

Personalmente il mio misuratore del bisogno d'evasione è il weekend. C'era un tempo in cui quasi non pensavo a che giorno fosse, sabato o lunedì erano uguali, così come gli altri giorni della settimana... Da un po' invece fatico ad accettare il lunedì e spero arrivi presto il weekend, segno che non riesco più come prima a mettere tutto me stesso anche negli impegni, nel lavoro, etc..

In realtà basterebbe la parolina magica, l'amore, per ciò che si fa, per ciò che si deve fare, e in questo modo il senso di costrizione sparirebbe e con sè il bisogno d'evasione...
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