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Vecchio 29-03-2009, 16.45.18   #1
Uno
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Predefinito Approfondimento sul pensiero

Per qualcuno è assodato che ciò che pensiamo ci attira delle situazioni.
Per altri (pensiero positivo) pensar bene attira belle situazioni
etc etc...

Io specificherei meglio, direi: "sei quello che pensi" (allo stesso modo che sei quello che mangi etc..) quindi in base a quello che sei il mondo intorno a te sarà in un certo modo, se non altro per quella piccolissima parte che dipende da te o su cui hai una qualche anche minima influenza.

Apparentemente le cose sembrano uguali, eppure c'è un abisso, io posso anche ripetermi tutte le sere una filastrocca tipo "sono bello" ma dubito che diventerò bello se non lo sono, al contrario se penso cose belle in maniera più o meno spontanea, se anche penso (non a parole) di esser bello, senza vanità, senza attaccamento etc.. posso poi agire in modo da essere veramente bello a dispetto del corpo.
Però se io inizio a pensare in questo modo poi una serie do cose cambieranno, potrei mettermi a fare ginnastica ma anche no e semplicemente camminare di più o ancor più semplicemente digerire meglio ciò che mangio, cose che io non assocerei mai al mio esser diventato bello (o più bello), insomma i fatti seguono (o precedono) qualcosa che cambia anche quando non sono percepibili, cosa diversa da quanto affermano, per esempio, nel pensiero positivo dove tutto cadrebbe come grazia...

Il pensiero deve essere forte per dare risultati, una filastrocca recitata a memoria nella migliore delle ipotesi può aiutare a rafforzare il pensiero, ma non produrrà molti altri risultati ed è anche un bene perchè se lo facesse e/o in quei rari casi che lo fa mette in moto dei meccanismi di compensazione di cui non abbiamo il minimo controllo e non essendo naturali come quelli dell'esempio che facevo possono portare solo dolore.

Mi fermo ma l'argomento come immaginerete è molto lungo e complesso
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Vecchio 29-03-2009, 18.45.41   #2
nikelise
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Per qualcuno è assodato che ciò che pensiamo ci attira delle situazioni.
Per altri (pensiero positivo) pensar bene attira belle situazioni
etc etc...

Io specificherei meglio, direi: "sei quello che pensi" (allo stesso modo che sei quello che mangi etc..) quindi in base a quello che sei il mondo intorno a te sarà in un certo modo, se non altro per quella piccolissima parte che dipende da te o su cui hai una qualche anche minima influenza.

Apparentemente le cose sembrano uguali, eppure c'è un abisso, io posso anche ripetermi tutte le sere una filastrocca tipo "sono bello" ma dubito che diventerò bello se non lo sono, al contrario se penso cose belle in maniera più o meno spontanea, se anche penso (non a parole) di esser bello, senza vanità, senza attaccamento etc.. posso poi agire in modo da essere veramente bello a dispetto del corpo.
Però se io inizio a pensare in questo modo poi una serie do cose cambieranno, potrei mettermi a fare ginnastica ma anche no e semplicemente camminare di più o ancor più semplicemente digerire meglio ciò che mangio, cose che io non assocerei mai al mio esser diventato bello (o più bello), insomma i fatti seguono (o precedono) qualcosa che cambia anche quando non sono percepibili, cosa diversa da quanto affermano, per esempio, nel pensiero positivo dove tutto cadrebbe come grazia...

Il pensiero deve essere forte per dare risultati, una filastrocca recitata a memoria nella migliore delle ipotesi può aiutare a rafforzare il pensiero, ma non produrrà molti altri risultati ed è anche un bene perchè se lo facesse e/o in quei rari casi che lo fa mette in moto dei meccanismi di compensazione di cui non abbiamo il minimo controllo e non essendo naturali come quelli dell'esempio che facevo possono portare solo dolore.

Mi fermo ma l'argomento come immaginerete è molto lungo e complesso
Ho notato che piu' di una volta hai dato gran rilievo al pensiero, alla razionalita che non bisogna mai abbandonare anzi va usata ancor di piu' piu' sei coinvolto emotivamente.
Ricordo che hai detto tipo '' provare emozioni non significa che si possa escludere l'uso della ragione anzi''.
Potremmo approfondire come conciliare questo con altri modi di comprendere come l'intuizione intellettuale o come lo stato di '' non mente '' o come l'arresto dei pensieri che ottieni col ricordare se stessi di Gurdjeff ?
O come la comprensione piu' profonda che si ha attraverso le emozioni piuttosto che non con la logica piu' precisa ma piu' lenta e circoscritta quanto all'oggetto su cui si applica?

Il pensiero forte altro non e' che una profonda consapevolezza su aspetti rilevanti ma come ci arrivi al pensiero forte?
E' un mix di tutto quanto ho detto sopra .
Mi sfugge qualcosa o sbaglio qualcosa.
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Vecchio 29-03-2009, 19.17.20   #3
griselda
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Ho notato che piu' di una volta hai dato gran rilievo al pensiero, alla razionalita che non bisogna mai abbandonare anzi va usata ancor di piu' piu' sei coinvolto emotivamente.
Ricordo che hai detto tipo '' provare emozioni non significa che si possa escludere l'uso della ragione anzi''.
Potremmo approfondire come conciliare questo con altri modi di comprendere come l'intuizione intellettuale o come lo stato di '' non mente '' o come l'arresto dei pensieri che ottieni col ricordare se stessi di Gurdjeff ?
O come la comprensione piu' profonda che si ha attraverso le emozioni piuttosto che non con la logica piu' precisa ma piu' lenta e circoscritta quanto all'oggetto su cui si applica?

Il pensiero forte altro non e' che una profonda consapevolezza su aspetti rilevanti ma come ci arrivi al pensiero forte?
E' un mix di tutto quanto ho detto sopra .
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Aspettando che passi Uno ragionavo anche io sul pensiero forte e penso poi in caso verrò corretta che un pensiero forte è quando tu sei diventato quel pensiero, che non è più solo un pensiero a cui tu tieni ma non riesci metterlo pienamente in pratica, ma sei diventato quel pensiero in toto e non prescindi più da esso, non devi cercare di ricordartene perchè tu si diventato quel pensiero.
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Vecchio 29-03-2009, 21.39.14   #4
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Ho notato che piu' di una volta hai dato gran rilievo al pensiero, alla razionalita che non bisogna mai abbandonare anzi va usata ancor di piu' piu' sei coinvolto emotivamente.
Ricordo che hai detto tipo '' provare emozioni non significa che si possa escludere l'uso della ragione anzi''.
Potremmo approfondire come conciliare questo con altri modi di comprendere come l'intuizione intellettuale o come lo stato di '' non mente '' o come l'arresto dei pensieri che ottieni col ricordare se stessi di Gurdjeff ?
O come la comprensione piu' profonda che si ha attraverso le emozioni piuttosto che non con la logica piu' precisa ma piu' lenta e circoscritta quanto all'oggetto su cui si applica?

Il pensiero forte altro non e' che una profonda consapevolezza su aspetti rilevanti ma come ci arrivi al pensiero forte?
E' un mix di tutto quanto ho detto sopra .
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Cerco di ricordarlo spesso perchè troppo spesso vedo che chi si avvicina a spiritualità, religione, esoterismo etc... o meglio, crede di avvicinarcisi, in nome di in un intuito da sviluppare si abbandona completamente all'irrazionale cosa che non va bene.
Il Ricercatore deve entrare anche nell'irrazionale, me deve conoscerlo e ricordarlo e questo non può essere fatto se si lascia a casa la ragione.
Viceversa la ragione se non si lasciano spazi di manovra irrazionali, quali l'intuito, ma anche il concedersi di vivere quello che ancora non si comprende, diventa sterile... non può far nascere nulla di nuovo.

Sul pensiero forte ci sta quello che ha scritto Grii, ma lei stessa lo ha scritto come definizione imparata, bisogna iniziare da un pò più in basso.
Per iniziare direi che sono importanti la concentrazione e imparare a pensare ad un livello più basso, cosa che a prima vista può a qualcuno assomigliare ad irrazionale ma non è così.
Per livello più basso intendo, per esempio, senza l'uso delle parole, il primo gradino inferiore potrebbe essere l'uso delle immagini, ma si può andare ancor più in basso... cioè l'arresto di quello che comunemente consideriamo pensare e che in realtà è spesso mettere o semplicemente vedere passare una parola dietro l'altra.
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Vecchio 30-03-2009, 23.35.29   #5
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Cerco di ricordarlo spesso perchè troppo spesso vedo che chi si avvicina a spiritualità, religione, esoterismo etc... o meglio, crede di avvicinarcisi, in nome di in un intuito da sviluppare si abbandona completamente all'irrazionale cosa che non va bene.
Il Ricercatore deve entrare anche nell'irrazionale, me deve conoscerlo e ricordarlo e questo non può essere fatto se si lascia a casa la ragione.
Viceversa la ragione se non si lasciano spazi di manovra irrazionali, quali l'intuito, ma anche il concedersi di vivere quello che ancora non si comprende, diventa sterile... non può far nascere nulla di nuovo.

Sul pensiero forte ci sta quello che ha scritto Grii, ma lei stessa lo ha scritto come definizione imparata, bisogna iniziare da un pò più in basso.
Per iniziare direi che sono importanti la concentrazione e imparare a pensare ad un livello più basso, cosa che a prima vista può a qualcuno assomigliare ad irrazionale ma non è così.
Per livello più basso intendo, per esempio, senza l'uso delle parole, il primo gradino inferiore potrebbe essere l'uso delle immagini, ma si può andare ancor più in basso... cioè l'arresto di quello che comunemente consideriamo pensare e che in realtà è spesso mettere o semplicemente vedere passare una parola dietro l'altra.
Può essere che stai parlando del T.A. quando dici della concentrazione?
Poi adesso non so bene cosa sto per dire ma mi è venuto in mente il film "Un'altra giovinezza" quando lui cercava il protolinguaggio e ancora anteriormente... mi domando se dovremmo raggiungere una "mente" più Antica e connetterci con Essa perchè la mente che usiamo oggi è una cosa exnova e limitata.
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Vecchio 30-03-2009, 23.39.38   #6
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Per livello più basso intendo, per esempio, senza l'uso delle parole, il primo gradino inferiore potrebbe essere l'uso delle immagini, ma si può andare ancor più in basso... cioè l'arresto di quello che comunemente consideriamo pensare e che in realtà è spesso mettere o semplicemente vedere passare una parola dietro l'altra.

per l'uso delle immagini un esempio potrebbe essere l'esercizio delle nuvole?
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Vecchio 31-03-2009, 10.24.00   #7
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Può essere che stai parlando del T.A. quando dici della concentrazione?
Poi adesso non so bene cosa sto per dire ma mi è venuto in mente il film "Un'altra giovinezza" quando lui cercava il protolinguaggio e ancora anteriormente... mi domando se dovremmo raggiungere una "mente" più Antica e connetterci con Essa perchè la mente che usiamo oggi è una cosa exnova e limitata.
Il training autogeno è una forma di concentrazione sul corpo ed aiuta molto ad imparare la concentrazione, però qui parlo di concentrazione sull'oggetto del nostro pensare.
Faccio un esempio (molto povero, giusto per capirci) che risponde anche a Daf.

Io voglio pensare di poter dimagrire.
Se lo faccio in maniera automatica al 90% (escludiamo artisti e altre tipologie che potrebbero approcciare diversamente) inizieranno a girare delle parole nella mia mente, esempio: dimagrire, dimagrisco e mi metto quel vestito etc... poi per concatenazione al 70% inizierò a pensare (o meglio a vedere parole che scorrono nella mia mente) a cosa che piano piano non c'entrano nulla, dal vestito passerò al negozio, a quanto costa, al fatto che devo pagare il mutuo etc....
Quindi per mantenere il pensiero, seppur ad alto livello (alto nel senso di elaborato, nel senso dell'uso di costruzioni superiori quali le parole, però non in senso di migliore), già sarebbe importante circoscrivere le parole a quelle che ci mantengono nella direzione che volevamo pensare, direzione o porzione, campo, range.
Se si è in grado di fare questo il secondo passaggio è usare oltre alle parole le immagini (la visione), in parte lo facciamo naturalmente, ma quando lo facciamo in questo modo ancor più che con le parole la mente parte per la tangente e nel giro di un microsecondo stiamo pensando (o meglio fantasticando) chissà su che cosa.
Il terzo è mettere via tutto e rimanere soli con la nostra essenza ma sempre orientati e/o concentrati sull'oggetto che era oggetto (scusate il gioco di parole) della nostra indagine. Quest'ultimo più di così con le parole mi risulta difficile spiegarlo, magari penserò a qualche esempio per analogia.

Si Grii c'è un'analogia nella ricerca del film che hai nominato e quello di cui stiamo parlando
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Vecchio 02-04-2009, 00.14.41   #8
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Io voglio pensare di poter dimagrire.
Se lo faccio in maniera automatica al 90% (escludiamo artisti e altre tipologie che potrebbero approcciare diversamente) inizieranno a girare delle parole nella mia mente, esempio: dimagrire, dimagrisco e mi metto quel vestito etc... poi per concatenazione al 70% inizierò a pensare (o meglio a vedere parole che scorrono nella mia mente) a cosa che piano piano non c'entrano nulla, dal vestito passerò al negozio, a quanto costa, al fatto che devo pagare il mutuo etc....
Quindi per mantenere il pensiero, seppur ad alto livello (alto nel senso di elaborato, nel senso dell'uso di costruzioni superiori quali le parole, però non in senso di migliore), già sarebbe importante circoscrivere le parole a quelle che ci mantengono nella direzione che volevamo pensare, direzione o porzione, campo, range.
Se si è in grado di fare questo il secondo passaggio è usare oltre alle parole le immagini (la visione), in parte lo facciamo naturalmente, ma quando lo facciamo in questo modo ancor più che con le parole la mente parte per la tangente e nel giro di un microsecondo stiamo pensando (o meglio fantasticando) chissà su che cosa.
Il terzo è mettere via tutto e rimanere soli con la nostra essenza ma sempre orientati e/o concentrati sull'oggetto che era oggetto (scusate il gioco di parole) della nostra indagine. Quest'ultimo più di così con le parole mi risulta difficile spiegarlo, magari penserò a qualche esempio per analogia.
Ho fatto un tentativo per vedere se riuscivo a tenere la mente ferma su quel che volevo "pensare", ed è uscito questo: anni fa andavo spesso in un supermercato, vicino casa. Ho cercato di ricordare in quale ordine erano messi gli scaffali, il banco macelleria, il frigo e in quale posizione fossero i prodotti, e mentre lo facevo "ho visto" le immagini, è stato come fare un giro in quel supermercato, decidendo quali scaffali vedere, dove andare etc, e tutto era stranamente" vivo", anche se sono parecchi anni che non andavo più e l'ultima volta era tutto cambiato..
Puo' andare bene come "esercizio" ? Una cosa che ho notato è che per riuscire a tenere la mente ferma su quel che volevo pensare, mi è servita parecchia energia, tanto che ho dovuto per forza smettere, ho retto forse un minuto e dopo ero stanca.
E' anche vero che quando mi capita che la mente vada per i fatti suoi a briglia sciolta dopo sono stanca lo stesso,(e più la mente vaga più dopo sono stanca) per cui penso valga la pena esercitarsi su un pensiero voluto...

Il terzo passaggio che hai scritto non mi è chiaro, quando puoi proveresti ad espandere? grazie
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Vecchio 02-04-2009, 00.55.40   #9
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Il terzo passaggio che hai scritto non mi è chiaro, quando puoi proveresti ad espandere? grazie
Da quel che ho capito si tratta di "puntare" l'oggetto del nostro pensare e poi togliere i pensieri, ma restando direzionati. Credo sia quello che certi orientali chiamano "meditazione con seme".
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Vecchio 02-04-2009, 09.58.33   #10
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Da quel che ho capito si tratta di "puntare" l'oggetto del nostro pensare e poi togliere i pensieri, ma restando direzionati. Credo sia quello che certi orientali chiamano "meditazione con seme".
Provo un esempio: penso ad una matita, a come è fatta, usando le parole, quasi immediatamente inizio a visualizzarla, vedo la forma, il colore etc. A quel punto dovrei togliere le parole del pensiero e dovrebbe solo rimanere la visualizzazione, l'immagine, e la parte di me che la sta osservando.. Uno l'ha definita essenza. Anche se è OT (scusate) è la stessa parte con cui osserviamo noi stessi?
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Vecchio 02-04-2009, 10.09.54   #11
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Da quel che ho capito si tratta di "puntare" l'oggetto del nostro pensare e poi togliere i pensieri, ma restando direzionati. Credo sia quello che certi orientali chiamano "meditazione con seme".
Per capirci una volta mi è capitato di fare una meditazione su un brano del Vangelo, bisognava ripetere nella mente in continuazione questo brano, pensarlo visualizzarlo e rimanere su di esso non facendo entrare altro è questa la meditazione con seme?
Poi invece ce ne era un altra dove dovevo tenere visualizzato un simbolo sempre e solo quello e la mente doveva rimanere ferma li. ('na parola )
Sono queste o è altro?
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Vecchio 02-04-2009, 17.16.24   #12
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Da quel che ho capito si tratta di "puntare" l'oggetto del nostro pensare e poi togliere i pensieri, ma restando direzionati. Credo sia quello che certi orientali chiamano "meditazione con seme".
Per essere precisi al 100% più che togliere i pensieri, togliamo tutta la sovrastruttura del pensiero e rimaniamo con un unico pensiero puro, in sostanza l'essenza della nostra manifestazione in una direzione

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Provo un esempio: penso ad una matita, a come è fatta, usando le parole, quasi immediatamente inizio a visualizzarla, vedo la forma, il colore etc. A quel punto dovrei togliere le parole del pensiero e dovrebbe solo rimanere la visualizzazione, l'immagine, e la parte di me che la sta osservando.. Uno l'ha definita essenza. Anche se è OT (scusate) è la stessa parte con cui osserviamo noi stessi?
No, rimani anche senza l'immagine, eh lo so che è difficile da concepire, figurati a dirlo a parole....
Si è la stessa parte con cui possiamo osservare noi stessi ma orientata verso altro (che poi ad un certo livello è sempre noi, ma questa lasciamola da parte adesso eh...)

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Per capirci una volta mi è capitato di fare una meditazione su un brano del Vangelo, bisognava ripetere nella mente in continuazione questo brano, pensarlo visualizzarlo e rimanere su di esso non facendo entrare altro è questa la meditazione con seme?
Poi invece ce ne era un altra dove dovevo tenere visualizzato un simbolo sempre e solo quello e la mente doveva rimanere ferma li. ('na parola )
Sono queste o è altro?
Questo è un esercizio leggero (anche se poi non è così facile per uno che inizia) per iniziare... ma è solo un barlume inifinitesimale di quello che potrebbe essere, sei ancora al livello delle parole. Comunque va bene per far esercizio.
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Vecchio 02-04-2009, 19.10.24   #13
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Per essere precisi al 100% più che togliere i pensieri, togliamo tutta la sovrastruttura del pensiero e rimaniamo con un unico pensiero puro, in sostanza l'essenza della nostra manifestazione in una direzione


Quindi, se ho capito bene, se vogliamo esprimere con parole precise, sarebbe da lasciare il pensiero e togliere il pensato.
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Vecchio 02-04-2009, 23.22.44   #14
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Per essere precisi al 100% più che togliere i pensieri, togliamo tutta la sovrastruttura del pensiero e rimaniamo con un unico pensiero puro, in sostanza l'essenza della nostra manifestazione in una direzione
Da quello che ho capito, non serve più il pensiero perchè il nostro stesso essere si manifesta in quella direzione, un esempio che mi viene è lo spirito di sopravvivenza che fa agire ancora prima di pensare.....
Oppure, e questo è un esempio diverso, quando si ha una dipendenza forte verso una cosa tutto il nostro essere si manifesterà in quella dipendenza anche se non pensiamo più "devo ottenere quella cosa", questo pensiero è superato, non serve più, per il fatto che qualsiasi nostra azione sarà anche indirettamente finalizzata a quello anche se in quel momento pensiamo ad altro.

Forse....
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Vecchio 03-04-2009, 09.51.22   #15
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Quindi, se ho capito bene, se vogliamo esprimere con parole precise, sarebbe da lasciare il pensiero e togliere il pensato.
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Da quello che ho capito, non serve più il pensiero perchè il nostro stesso essere si manifesta in quella direzione, un esempio che mi viene è lo spirito di sopravvivenza che fa agire ancora prima di pensare.....
Oppure, e questo è un esempio diverso, quando si ha una dipendenza forte verso una cosa tutto il nostro essere si manifesterà in quella dipendenza anche se non pensiamo più "devo ottenere quella cosa", questo pensiero è superato, non serve più, per il fatto che qualsiasi nostra azione sarà anche indirettamente finalizzata a quello anche se in quel momento pensiamo ad altro.

Forse....

Rispondo insieme.
Il nostro problema è che siamo abituati a considerare pensiero le parole, le immagini che ci passano per la mente.
Quello non è il Pensiero, quelle sono manifestazioni del pensiero, sono strutture del pensiero, forme del pensiero etc...
Per analogia possiamo pensare alla casa: "torno a casa" come famiglia, come luogo base dove trovare rifugio e pensare alla casa come pareti, tetto etc....
Le due cose sono collegate, ma le pareti il tetto etc... possono cambiare, si possono ristrutturare, dipingere o completamente sostituire, possiamo cambiare casa completamente nel senso di spostarci in un'altro indirizzo ed un'altro edificio.... ma il nostro senso di "tornare a casa" non cambia e non è influenzato da questo.

Quindi, ripeto, non stavo parlando di sospendere il pensiero, anche perchè parlavo di una terza forma del pensare, ma stavo parlando di sospendere le sovrastrutture del pensiero e rimanere pensanti senza orpelli, cioè il reale pensiero puro.

C'è anche la sospensione completa del pensiero, ma ora stavamo parlando di altro, stavamo parlando di quello che, appunto spesso viene scambiato con la sospensione totale del pensare, quando invece l'autore intendeva ciò che ora sto cercando di esprimere.
La sospensione totale o il silenzio (minuscolo, il Silenzio ho già provato a descriverlo altrove, caso mai lo riprendiamo), se vogliamo è un esercizio di passaggio, è uno stato necessario per "prendere fiato", ma non è il fine ultimo seppur è uno stato da trovare senz'altro per passar oltre.
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Vecchio 04-04-2009, 00.12.11   #16
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Ero in terrazza prima, mentre ero fuori pensavo a quello che ha scritto Uno.
Guardavo lo stendino in terrazza e percepivo le parole nella mia mente che lo descrivevano. Ho cercato di interrompere le parole e poco alla volta ci sono riuscito.
Rimaneva l'osservazione dello stendino senza le parole, a quel punto ho cercato di eliminare l'attenzione alla visione (non saprei descriverlo meglio), dopo un pò rimaneva qualcosa che mi ha incuriosito.
Dopo aver eliminato qualche orpello ero fuori dal normale raggio d'azione, giusto una sensazione fugace. Percepivo lo stendino e l'osservatore nello stesso momento senza utilizzare parole o immagini. Direi che era l'attenzione ad essere fuori dalla normale sfera di azione ordinaria però il tutto era sotto il mio controllo.

E' stato difficile, mi ha stancato molto, subito dopo ho dovuto distrarmi, tornare allo stato di ordinaria distrazione. Come se vi fossero delle bretelle che tirando mi avessero riportano nei miei pantaloni.
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Vecchio 04-04-2009, 01.06.17   #17
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Se ho capito qualcosa a me non riesce se respiro, o meglio inizio e in automatico vado in apnea, come per la ballerina, ma lì si parlava di sospendere il pensiero e qui di riceverlo in maniera non usuale.
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Se ho capito qualcosa a me non riesce se respiro, o meglio inizio e in automatico vado in apnea, come per la ballerina, ma lì si parlava di sospendere il pensiero e qui di riceverlo in maniera non usuale.
Si si, la faccenda dell'apnea, su varie cose mi capita le prime volte. Insisti... un po' alla volta, abituandoti, va via (almeno a me funzia così).
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Vecchio 04-04-2009, 11.35.27   #19
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Si, ma possibile che il respiro sia una distrazione?
Forse è solo un cambio di modalità che distrae. Non siamo abituati a lavorare in comportimenti stagni... non so.
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Volevo aggiungere la descrizione di un'emozione "nuova" che ho provato mentre cercavo di eliminare gli orpelli.
Premetto che ho riprovato solo il giorno dopo, questa mattina, perchè trovo importante avere la giusta forza, la giusta calma, il giusto luogo.
Quello che tengo sempre a mente prima di eseguire la prova è l'intenzione di sospendere le sovrastrutture del pensare. Prima di avanzare nella prova osservo la struttura del mio pensiero che è fatto di tanti strati, come gli strati di una cipolla.
Il primo strato è la distrazione, l'associazione di idee. Con l'esempio dello stendino ho notato come il pensiero veniva distratto da considerazioni spurie (ad esempio, lo metto sotto la tettoia perchè se piove si bagna, oppure nell'ultima lavata c'erano i pantaloni blu, ecc). Superato questo "strato" il pensiero è attento, osservo lo stendino, percepisco io che osservo lo stendino. Le parole che scorrono nella mente sono tutte rivolte a questa azione, osservare lo stendino. Rimango in questo stato del pensare per un pò, piano piano le parole diventano sempre meno frequenti, prende il sopravvento l'osservare. L'osservare senza commenti diventa il nuovo strato del pensare, a quel punto anche l'immagini diventano sempre meno importanti, guardo ma non mi distraggo nel guardare. Dopo un pò che osservo nasce un'emozione ed è di questa che vorrei poterne dare una descrizione.

Come quando ci si libera di un vestito stretto, quando ci si toglie uno scarpone dopo una lunga camminata. Come di leggerezza dopo una pesantezza, una libertà dopo una costrizione. E' come quando faccio TA, percepire il pensiero ed il pensare. Una sensazione che mi ha un pò fatto paura, ho ripreso il normale pensiare volgendo lo sguardo da un'altra parte. Ero in parte meravigliato di aver percepito per un brevissimo istante questa purezza senza pesantezze, senza sovrastrutture.

Ripensandoci era come se l'attenzione si era portata fuori dalla mia normale sfera d'azione, come una protuberanza che usciva da me e che inglobava lo stendino. All'interno di questo tutto era conosciuto, come nel TA, un'unica attenzione presente.

Forse è questo il reale pensiero puro?

Ultima modifica di Grey Owl : 04-04-2009 alle ore 11.56.48.
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Vecchio 05-04-2009, 12.25.47   #21
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E' stato difficile, mi ha stancato molto, subito dopo ho dovuto distrarmi, tornare allo stato di ordinaria distrazione. Come se vi fossero delle bretelle che tirando mi avessero riportano nei miei pantaloni.
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Se ho capito qualcosa a me non riesce se respiro, o meglio inizio e in automatico vado in apnea, come per la ballerina, ma lì si parlava di sospendere il pensiero e qui di riceverlo in maniera non usuale.
Ci vuole energia, parecchia, per poter Pensare, quell'energia che sprechiamo in tante piccole cose. Se proviamo a Pensare comunque usiamo quella che abbiamo (o ne prendiamo da zone che non sono sprechi, tipo respirare), e d'altro canto la togliamo allo spreco.
Riassumendo, meno sprechiamo e più Pensiamo, ma più Pensiamo e meno sprechiamo.

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Dopo un pò che osservo nasce un'emozione ed è di questa che vorrei poterne dare una descrizione.

Come quando ci si libera di un vestito stretto, quando ci si toglie uno scarpone dopo una lunga camminata. Come di leggerezza dopo una pesantezza, una libertà dopo una costrizione. E' come quando faccio TA, percepire il pensiero ed il pensare. Una sensazione che mi ha un pò fatto paura, ho ripreso il normale pensiare volgendo lo sguardo da un'altra parte. Ero in parte meravigliato di aver percepito per un brevissimo istante questa purezza senza pesantezze, senza sovrastrutture.

Ripensandoci era come se l'attenzione si era portata fuori dalla mia normale sfera d'azione, come una protuberanza che usciva da me e che inglobava lo stendino. All'interno di questo tutto era conosciuto, come nel TA, un'unica attenzione presente.

Forse è questo il reale pensiero puro?
Direi che è un buon inizio, in ogni caso quello che descrivi è già il dopo.
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Vecchio 09-04-2009, 16.01.22   #22
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Per qualcuno è assodato che ciò che pensiamo ci attira delle situazioni.
Per altri (pensiero positivo) pensar bene attira belle situazioni
etc etc...

Io specificherei meglio, direi: "sei quello che pensi" (allo stesso modo che sei quello che mangi etc..) quindi in base a quello che sei il mondo intorno a te sarà in un certo modo, se non altro per quella piccolissima parte che dipende da te o su cui hai una qualche anche minima influenza.

Apparentemente le cose sembrano uguali, eppure c'è un abisso, io posso anche ripetermi tutte le sere una filastrocca tipo "sono bello" ma dubito che diventerò bello se non lo sono, al contrario se penso cose belle in maniera più o meno spontanea, se anche penso (non a parole) di esser bello, senza vanità, senza attaccamento etc.. posso poi agire in modo da essere veramente bello a dispetto del corpo.
Però se io inizio a pensare in questo modo poi una serie do cose cambieranno, potrei mettermi a fare ginnastica ma anche no e semplicemente camminare di più o ancor più semplicemente digerire meglio ciò che mangio, cose che io non assocerei mai al mio esser diventato bello (o più bello), insomma i fatti seguono (o precedono) qualcosa che cambia anche quando non sono percepibili, cosa diversa da quanto affermano, per esempio, nel pensiero positivo dove tutto cadrebbe come grazia...

Il pensiero deve essere forte per dare risultati, una filastrocca recitata a memoria nella migliore delle ipotesi può aiutare a rafforzare il pensiero, ma non produrrà molti altri risultati ed è anche un bene perchè se lo facesse e/o in quei rari casi che lo fa mette in moto dei meccanismi di compensazione di cui non abbiamo il minimo controllo e non essendo naturali come quelli dell'esempio che facevo possono portare solo dolore.

Mi fermo ma l'argomento come immaginerete è molto lungo e complesso
Quasi che un pensiero veramente e giustamente intenso , ripetuto a lungo nel tempo [a differenza di un pensiero "superficiale" e non ripetuto ], potrebbe incidere nella realtà fino ad arrivare a creare ( passami il termine che non mi viene altro ora) per mezzo di nuovi comportamenti quali ginnastica/passeggiata/miglior digestione ,una realtà fisica corrispondente a quel pensiero ?
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Vecchio 09-04-2009, 16.32.10   #23
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Quasi che un pensiero veramente e giustamente intenso , ripetuto a lungo nel tempo [a differenza di un pensiero "superficiale" e non ripetuto ], potrebbe incidere nella realtà fino ad arrivare a creare ( passami il termine che non mi viene altro ora) per mezzo di nuovi comportamenti quali ginnastica/passeggiata/miglior digestione ,una realtà fisica corrispondente a quel pensiero ?


Mhm...non saprei con esattezza ma provo a risponderti, vediamo che ne viene.

Direi che è fondamentalmente così, prendendo anche quel che ha detto Uno.
Il pensiero, dunque, per che voglio fare, o anche come dici " creare", potrebbe permetter un cambiamento, una metamorfosi agendo, sì, sul comportamento e, per conseguenza, sui risultati di quel comportamento.

Credo che il pensare, almeno ad un basso livello, posto che ve ne è uno o altri più su, appunto il Pensare, in questa scala sulla quale si può ascendere o discendere, provochi un risultato in conseguenza della posizione occupata su tale scala!
Ciò vuol dire che se mi trovo in basso, circoscritto da un pensiero che collima con quella posizione, sarò, come dire, perfettamente in sintonia con quello e ciò che è posto all'esterno e che da questo -esterno - ricevo.
Via via, poi, cambia man mano - se ci riesco - a salire su.

Certo il pensare, come credo qualsiasi altra attività, va centellinato e non è cosa assai semplice se guardiamo bene, sempre " presi " dal pensare a mille cose.
Ciò, per questo, richiama la possibilità di rimanere saldi, in una posizione, che sia capace sia di rivestire il ruolo di saldo appiglio ma anche di fare in modo di " eliminare" il superfluo. Più semplice a dirsi, ovvio, che a farsi!

Ed è quella intensità a cui ti riferisci che rivestirei di attenzione.
Intenso ma anche costante, un pensiero, se partiamo dal presupposto che è energia - benché nella posizione in cui ci troviamo, a bassi livelli - perchè non potrebbe modificare quel che abbiamo e ci ritroviamo all'esterno?
Intensità nel senso di tendere verso ciò che si è pensato. Potremmo dire, peraltro, che facciamo ciò che abbiamo pensato - per questo siamo quel che pensiamo - e l'azione sarà funzionale a questo, non il contrario.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 09-04-2009, 18.38.24   #24
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Ma se le parole, le immagini sono frutto del pensiero, il pensiero puro è il non pensare a niente, cioè quello stato mentale che qualche volta si può provare nella sensazione di annullamento fisico, del corpo...se provo a distendermi, a concentrarmi su un qualcosa di fisso....poi pian piano l'immagine scompare, l'idea sulla quale mi ero fissata svanisce...ottengo allora il pensiero puro? privo di qualsiasi forma pensata?
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Vecchio 19-04-2009, 13.28.45   #25
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il pensiero puro è il non pensare a niente,

Questa parte non è corretta
Quote:

cioè quello stato mentale che qualche volta si può provare nella sensazione di annullamento fisico, del corpo...se provo a distendermi, a concentrarmi su un qualcosa di fisso....poi pian piano l'immagine scompare, l'idea sulla quale mi ero fissata svanisce...ottengo allora il pensiero puro? privo di qualsiasi forma pensata?
Questa invece è giusta, perchè in realtà questo è il vero pensare, tutto il resto è solo un riflesso di questo... riflessi che viaggiano da uno all'altro di noi (o anche solo all'interno di noi stessi)... come il proiettore, il fascio di luce e lo schermo su cui il film scorre.
Noi normalmente concepiamo il pensiero come il film che scorre, in realtà il pensiero è la pellicola all'interno del proiettore (Mente), la luce è il veicolo e il panno dello schermo è la mente minuscola o meccanica, che comunque occorre per portare su un piano reale il pensiero.
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