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Vecchio 21-03-2008, 12.58.55   #1
griselda
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Predefinito Rivivere gli episodi dolorosi

Vorrei parlare con voi di questa cosa che non capisco, sai che novità bon comunque il fatto è questo, noto che entrare nei ricordi belli, piacevoli non è affatto difficile, parlo per me naturalmente, alcuni poi li potrei proprio rivivere con tutta me stessa. Mentre rivivere un episodio doloroso è come se avessi formato una barriera tra me e lui. I ricordi sono superficiali, mi accorgo che ricordo e ...non ricordo. Spero di riuscire a spiegare bene. è come se ci fosse un qualcosa che mi preservasse o volesse preservarmi da quel dolore. Solo che nella ricapitolazione si deve entrare in esso anzi riviverlo appieno perchè abbia significato questo fare.
Bon mi dico: ma se li hai vissuti caspita saprai sopravvivere al fatto di riviverli al fine di ricapitolarli quindi questa volta oltretutto con un fine utile.
Ed invece inizio e poi qualcosa si sposta, si disperde, in poche parole qualcosa che non individuo se non con paura inconscia, non mi fa entrare non mi permette di entrare.
Mi chiedo se il fatto di non aver mai nella mia vita voluto riviverli o ripensare a questi episodi, averli come occultati, come dire scopato sotto il tappeto, abbia contribuito a ciò.
Ma oggi mi serve e di conseguenza se qualcuno ha consigli su come dare una svegliata a questo pararsi il culo inutile e paralizzante ve ne sarei davvero grata.
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Vecchio 21-03-2008, 13.33.26   #2
Ray
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Mentre rivivere un episodio doloroso è come se avessi formato una barriera tra me e lui.
In un certo modo si chiamano resistenze. Gurdy parla anche di respingenti, anche se secondo me ci sono delle differenze con il termine psicologico come viene inteso ma questo non importa adesso.
Si tratta di barriere "difensive" che si formano "attorno" a qualcosa di nostro per impedirci di vederlo o vederlo del tutto o viverlo appieno.
Già il rendersi conto che ci sono e il rimbalzargli contro significa che qualche buco c'è, altrimenti, se la barriera fosse completa non si saprebbe neanche del ricordo e non si avrebbe la parcezione che li c'è qualcosa (rimozione completa?)... invece se qualcosa ci si ricorda vul dire che qualcosa esce, anche se non si riesce ancora ad entrare.

Le difese hanno un senso d'essere che da una parte sono dovute al non voler vedere e non voler vivere, ma dall'altra sono anche la preservazione della coscienza a botte troppo forti... come dire che se stai scavando e porti via la terra che scavi una carriola hai e più di tanta alla volta non ce ne puoi mettere. O rischi di spezzare la carriola... ma questo Gris a gris non glielo lascia fare.

Questo pone in altra ottica quel che dici a proposito del "se l'ho vissuto posso riviverlo"... mica detto... dipende con che coscienza appunto.


Bel discorso... enorme e appena inziato ma stimolante...
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Vecchio 21-03-2008, 13.51.59   #3
griselda
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Questo pone in altra ottica quel che dici a proposito del "se l'ho vissuto posso riviverlo"... mica detto... dipende con che coscienza appunto.
Caspita, forse ho capito.
Quando si vivono certi episodi, si ha un grado di coscienza, se commettiamo qualche "sbaglio" è perchè non ne avevamo coscienza, o non lo abbiamo saputo ascoltare o comunque non lo abbiamo fatto. Dopo però la coscienza si sveglia o comunque fa in modo di farci rendere conto. Una volta che ci si è resi conto è diverso il modo di rivivere quegli episodi. Ci sono?

Tempo fa andai in depressione dopo una lunga confessione in cui presi tutto il possibile nascosto e lo tirai fuori, non ero pronta a tutto questo, non lo ero da una parte e forse dall'altra doveva uscire perchè altrimenti sarebbe stato peggio.
La confessione però non fu davanti ad un Sacerdote, qualcuno in grado di accogliere la confessione, la feci a dire il vero anche davanti a dei sacerdoti in più riprese, fu molto dolorosa, li la rivissi nell'animo tanto da starci molto male sia fisicamente che psicologicamente, non avevo conosciuto la possibilità del perdono ne mio ne degil altri. Cioè non credo che sia servito a molto, ma sono comunque contenta di averlo fatto oggi, anche perchè se è successo vuol dire che doveva succedere ed ha in ogni modo cambiato le cose, almeno la prospettiva.

Però forse e dico forse perchè non sono sicura, che quella confessione uscita quasi come un obbligo abbia precorso i tempi e non sia stata fatta con l'animo maturo e quindi che abbia potuto creare uno strappo, come quando dalla pianta si prende un frutto ancora acerbo, se cade da se è maturo altrimenti bisogna tirare e nel tirare può strapparsi qualcosa.

Bon raga forse ho fatto ancora più confusione, ma parlarne in ogni caso sicuramente mi aiuterà, Grazie.
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Ultima modifica di griselda : 21-03-2008 alle ore 13.56.21. Motivo: coretto svegia con sveglia :D
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Vecchio 21-03-2008, 13.57.13   #4
turaz
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la rimozione di una resistenza per quanto mi riguarda non è mai completa sino a che tu continui a rivivere lo stesso stato emotivo in situazioni analoghe.
cambiano (per modo di dire) i luoghi, i fatti e le persone ma il tuo stato emotivo è sempre il medesimo (quello che alcuni chiamano re-azione).
come ha detto Ray nel mio caso trattasi di "non saper sopportare" una determinata cosa.
A quel punto a un certo livello si crea una forza "repulsiva" che te lo fa scansare o addirittura in molti casi non vedere.
già il vederlo è un ottimo passo avanti.

poi nel mio caso cerco di rimanere calmo e collegarmi al Se.
in quel frangente devi essere molto ferma con te stessa.
devi concentrarti sul Se e non sulla situazione in se.
A quel punto riesci a vedere questa "proiezione" e se è arrivato il momento giusto riesci ad "agire" ossia a modificare i tuoi pensieri le tue parole e la tua azione in quel momento.
Mantenendo la centratura operi.
Le parole che mi sento di dirti come "cura" di tutti questi eventi sono "Perdono e Amore" sia di te stessa che delle persone coinvolte nella tua creazione.
Un abbraccio
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Vecchio 21-03-2008, 14.27.53   #5
Ray
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Caspita, forse ho capito.
Quando si vivono certi episodi, si ha un grado di coscienza, se commettiamo qualche "sbaglio" è perchè non ne avevamo coscienza, o non lo abbiamo saputo ascoltare o comunque non lo abbiamo fatto. Dopo però la coscienza si sveglia o comunque fa in modo di farci rendere conto. Una volta che ci si è resi conto è diverso il modo di rivivere quegli episodi. Ci sono?

Tempo fa andai in depressione dopo una lunga confessione in cui presi tutto il possibile nascosto e lo tirai fuori, non ero pronta a tutto questo, non lo ero da una parte e forse dall'altra doveva uscire perchè altrimenti sarebbe stato peggio.
La confessione però non fu davanti ad un Sacerdote, qualcuno in grado di accogliere la confessione, la feci a dire il vero anche davanti a dei sacerdoti in più riprese, fu molto dolorosa, li la rivissi nell'animo tanto da starci molto male sia fisicamente che psicologicamente, non avevo conosciuto la possibilità del perdono ne mio ne degil altri. Cioè non credo che sia servito a molto, ma sono comunque contenta di averlo fatto oggi, anche perchè se è successo vuol dire che doveva succedere ed ha in ogni modo cambiato le cose, almeno la prospettiva.

Però forse e dico forse perchè non sono sicura, che quella confessione uscita quasi come un obbligo abbia precorso i tempi e non sia stata fatta con l'animo maturo e quindi che abbia potuto creare uno strappo, come quando dalla pianta si prende un frutto ancora acerbo, se cade da se è maturo altrimenti bisogna tirare e nel tirare può strapparsi qualcosa.

Bon raga forse ho fatto ancora più confusione, ma parlarne in ogni caso sicuramente mi aiuterà, Grazie.
Scusa ma forse mescoli un poco alcune cose. Prima parlavi di ricordi che non si riesce a ricordare appieno, dai quali vieni respinta, poi di forzature a confessare. Ma se confessi vuol dire che ricordi.
Non che le due cose siano del tutto scollegate, anzi, anche nel confessare, sia agli altri che a noi stessi, andiamo incontro a resistenze e anche in questo caso possiamo essere pronti o meno (spesso ce la raccontiamo comunque), ma inizialmente parlavamo del riuscire a ricordare.

Se si formano delle resistenze che ci impediscono di ricordare qualcosa e pian piano però iniziamo a vedere (grazie al Lavoro su noi stessi) val la pena di insistere ed abbatterle del tutto quelle resistenze che han già cominciato a cedere. A mio avviso merita però restare pazienti e rispettare i tempi necessari, senza per questo poltrire... e lasciar fare alla "goccia che scava la roccia".

Cogli bene il discorso sulla coscienza, soprattutto per quanto riguarda la coscienza che abbiamo quando qualcosa ci succede. Facciamo l'esempio del bambino sfortunato che subisce una violenza o assiste a qualcosa di estremamente doloroso. Può accadere che, se vivesse appieno l'esperienza in quel momento rischierebbe di "rompersi qualcosa" per così dire. Ecco che possono scattare dei meccanismi difensivi che costruiscono barriere attorno al ricordo... lo rimuovono in un certo senso... in attesa che la coscienza sia pronta ad affrontare la cosa. In questi casi è stato osservato come, sempre in seguito a lavoro su se, possano emergere ricordi oscurati, a volte anche in sogno.

Poi noi, per abitudine ad un certo tipo di sonno, che ci fa scappare dalle esperienze che non ci piacciono (condannandoci a ripeterle) a volte abusiamo di questi meccanismi, costruendo resistenze attorno alle cose... insomma il discorso è complesso, ma interessante.
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Vecchio 21-03-2008, 15.18.24   #6
griselda
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Si Ray, non è chiaro il mio esprimere perchè in effetti non lo focalizzo ed è confuso ecco perchè ho allargato per vedere se poteva c'entrare anche l'altro. Una connessione tra i due.
Nella ricapitolazione noi dobbiamo riandare là, con tutti noi stessi nel ricordo, dobbiamo farci portare dai sensi, ricordando l'ambiente gli odori i rumori le sensazioni etc ricordando più particolari possibili, entrare nel ricordo con tutti noi stessi.
La prima parte che volevo evidenziare era questa c'è il barlume del ricordo, ma che sembra non mio, non più mio, ma non è così perchè se lo fosse non dovrebbe più continuare ad agire in qualche modo oggi.
Invece è la bello bello ma dalla porta a vetri mi dice mi vedi? Ecco sono qui trova il modo per venire da me. Ma io quel modo non lo trovo e quando ci provo scivolo sulla porta guardandolo da lontano non riesco ad entrare e risentire gli odori i sentimenti, lo stato d'animo, tanto che immediatamente il ricordo parte in associazioni inutili ed infruttuose.
Probabilmente è come dici tu questione di coscienza ho ancora da lavorare, anzi sicuramente non avrò ancora sviluppato le mani per poter girare la maniglia.
Non so se si capisce. Grazie.

Ringrazio anche Turi.
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Vecchio 21-03-2008, 15.30.45   #7
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Originalmente inviato da Griselda
I ricordi sono superficiali, mi accorgo che ricordo e ...non ricordo.
Riparto da qui..

Se ci sono delle cose dolorose che hanno fatto parte della nostra vita, si ricorda il grosso, l'episodio ma il tutto è offuscato il ricordo non è nitido e quindi la difficoltà nel riviverlo, nel ricapitolarlo sta nell'avere per così dire pochi dati a disposizione.
Il fatto del non ricordarlo bene è dato da quelle resistenze, "cuscinetti" che fino ad ora ci hanno permesso di continuare a sopportare quella cosa che ci ha in passato segnato, ma per farlo abbiamo rimosso delle cose, le abbiamo per così dire addormentate con questi cuscinetti di salvataggio che ammortizzano il dolore.

Il mio metodo per ricordare è questo: parto da quello che ricordo (perchè qualcosa ricordo) , da un episodio, e cerco di elaborarlo, porto su quel che ricordo e cerco di ricordarmi tutto quello che posso, le sensazioni, l'ambiente, la persona che è oggetto del ricordo (e quello che ho provato per questa persona in quel momento), e cerco di farlo piano piano , nei giorni, senza forzare troppo la cosa, tenendo presente che c'è, ma senza pensarci tutto il giorno, cercando di "far salire" quello che ricordo solo di quell'episodio (perchè se mi ci immergo troppo , poi partono le associazioni di idee sconclusionate e ammmucchio roba ma solo quella superficiale, senza andare a fondo). Quindi prendo un pezzo per volta, cercando di farlo diventare il più chiaro possibile, poi arriva un momento in cui ho la sensazione di essere al culmine (a quel punto è tutto abbastanza in superficie), cioè ho accumulato abbastanza, e metto per iscritto il tutto (in genere mi servono un po' di giorni, a volte mesi a seconda di quanto forte è la repulsione che ho nel riuscire a guardare ed è li che bisogna forzare un po' la mano, cercare di entrare nel ricordo, smantellando i cuscinetti poco per volta .. ).. a quel punto lo butto fuori immergendomi nel ricordo, rivivendolo in maniera pero' più distaccata possibile.. osservandolo (non so se è chiaro ma meglio di così non mi riesce), svuotandomi.

Ultima modifica di RedWitch : 21-03-2008 alle ore 15.31.34. Motivo: non ho ancora letto l'ultimo di Gris
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Vecchio 21-03-2008, 16.24.15   #8
Sole
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A me capita la stessa cosa di Gris. Un muro di stop, non è un annebbiamento ma proprio un blocco che impedisce di scendere. Credo che dipenda molto dalla concetrazione. La ricapitolazione richiede molta energia secondo me, occorre tanta concentrazione per restare fermi in un punto, non scappare in associazioni che diceva Red, ma che descriveva anche Gris. Il muro si sfonda con un atto di volontà che deve essere esercitata attraverso la concetrazione (non so quanto giusto sia, ma volevo che rendesse il concetto). Non è necessario che venga su tutto e subito, anche se ci piacerebbe, può avvenire per gradi, un passetto alla volta, prima uno strato, poi un altro ricordo e poi l'insieme. Il più delle volte è frustrante e scoraggiante questa sensazione di impotenza davanti al muro.. ma solo perchè manca un'applicazione di concetrazione e l'accettazione.
Questo Gris per quanto mi riguarda è il muro da sfondare.
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Vecchio 21-03-2008, 16.47.54   #9
turaz
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sicuramente la concentrazione è importante.
ma lo è anche la capacità di osservazione della ripetizione a mio avviso.
se "vedi" la ripetizione intanto puoi riuscire a distaccarti da essa e operare su di essa.
così facendo elimini degli strati dal tuo offuscamento di ricordo che possono aiutare nel fare in modo che emerga.
o così almeno ho osservato nella mia esperienza.
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Vecchio 21-03-2008, 16.49.14   #10
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quali episodi dolorosi pensate di aver fatto riemergere nella vostra esperienza e superati?

tra l'altro ciò che fa nascere un ricordo doloroso è cmq la sensazione di non essere stati amati questo a mio parere

Ultima modifica di turaz : 21-03-2008 alle ore 16.57.21.
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Vecchio 21-03-2008, 17.07.58   #11
RedWitch
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............
La ricapitolazione richiede molta energia secondo me, occorre tanta concentrazione per restare fermi in un punto, non scappare in associazioni che diceva Red, ma che descriveva anche Gris.
.............

...... ma solo perchè manca un'applicazione di concetrazione e l'accettazione.
E' interessante quello che scrivi qui Sole, non ho mai pensato alla ricapitolazione in termini di concentrazione, ma di applicazione sì.. il riempire la mente con altre cose (o cose da fare, o altro, perdersi nei ricordi etc), fa scappare, distoglie dall'obiettivo che è il ricordare una cosa precisa. Il distrarsi è un modo per continuare a non vedere.
Se occorre energia per portare su questo tipo di ricordi, e non l'abbiamo è perchè la utilizziamo per altro .. (per distrarci). Allora, se ci interessa davvero, è questo lo sforzo da fare, darsi la disciplina per guardare... che significa eliminare delle altre cose per poter avere l'energia a disposizione per ricapitolare..

Anche l'accettazione secondo voi è una questione di energia? Avere a disposizione la forza sufficiente per vedere?

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Originalmente inviato da turaz Visualizza messaggio
quali episodi dolorosi pensate di aver fatto riemergere nella vostra esperienza e superati?
Se sono superati Turi, dal mio punto di vista non ha molto senso esporli, se non per gratificarmi.. o se serve per fare degli esempi per far capire quello che si vuole dire. Diversamente non credo che sia utile per nessuno, men che meno per me. Puo' essere invece utile, magari in esperienze, esporsi sulle cose su cui si sta lavorando, sulle cose non risolte.
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Vecchio 21-03-2008, 17.15.28   #12
turaz
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il mio intento era quello di dare degli esempi pratici.
ma noto come si sia molto "restii" a parlare di se stessi.
che forse si cerchi di proteggere qualcosa?
che forse anche questa sia una ripetizione?

lo dico perchè a suo tempo osservai che nel mio caso lo era eccome.
la paura di essere naturali e di mettersi a nudo
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Vecchio 21-03-2008, 17.21.40   #13
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Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
il fatto è questo, noto che entrare nei ricordi belli, piacevoli non è affatto difficile, parlo per me naturalmente, alcuni poi li potrei proprio rivivere con tutta me stessa.
Il tema è incentrato sui ricordi dolorosi, quindi la mia è una precisazione solo per prossimi spunti: sei sicura che i ricordi belli li potresti rivivere con tutta te stessa?

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E' corretto quello che scrive Sole, occorre molta energia per ricapitolare le vicende che ci siamo persi per strada e non si intende la cronaca, quella per assurdo si può in parte recuperare dalla testimonianza di altre persone partecipi a quella situazione, ma non significa recuperare la parti di noi che abbiamo lasciato in quei "posti".

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La parola d'ordine è "emozione", quando riusciamo a recuperare qualcosa deve per forza suscitare in noi un'emozione, piacevole o no... dipende dalla situazione e dal percorso che scegliamo di fare per tornare in quel punto.
L'emozione è il veicolo che in questo caso ci permette di connettere due punti del nostro spazio temporale in modo che non torniamo nel passato, non viviamo nel passato (come fanno i nostalgici, spesso i depressi, etc..) , cosa che sarebbe errata dato che non vivremmo oggi, ma collegando i due punti nell'eterno presente anche detto qui e ora.... cosa che non si fa solo pensando : "ok adesso sono nel qui e ora", se parti di noi sono nel passato (o nel futuro) scollegate e non integrate.
Tutti avrete fatto un esperienza in cui una situazione che si protae nel tempo, a cui ci si è anestetizzati di colpo sbocca in un episodio commovente, un esempio potrebbe essere la riappacificazione con qualcuno caro, ma molti altri esempi si potrebbero fare.
Bene... la ricerca ed il recupero del nostro passato sfocerà in qualcosa di simile quando genuina... non prendete la cosa alla lettera, potrebbe essere una commozione, un senso di pace (reale) improvviso, ma anche una paura o una gioia.... con subito dopo la consapevolezza che qualcosa è cambiato.
Da un lato non volevo scrivere queste cose, perchè so che ora sarà facile per alcuni cercare il sintomo invece che volere attuare con tutte le proprie forze il processo... ma volendo basta ricordare che questa emozione che descrivevo come culmine deve essere spontanea ed inaspettata, qualsiasi altro caso sarà autosuggestione.
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Vecchio 21-03-2008, 17.24.54   #14
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questo discorso mi fa venire in mente questo logion
"cercate e troverete, e ogni volta vi STUPIRETE, vi COMMUOVERETE e alla fine REGNERETE su voi stessi"


ecco penso dia l'idea delle emozioni spontanee che sgorgano quando qualcosa si sblocca davvero.
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Vecchio 21-03-2008, 17.41.50   #15
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Il tema è incentrato sui ricordi dolorosi, quindi la mia è una precisazione solo per prossimi spunti: sei sicura che i ricordi belli li potresti rivivere con tutta te stessa?
Vado OT scusate ma voglio mettere qua questa cosa in modo da non perderla.
Ho provato ora perchè volevo vedere se avevo detto una cosa non veritiera, ed in effetti ho provato una cosa strana l'episodio che ho cercato di ricordare ( bello almeno definito bello da me) come strana sta cosa era in quel momento che l'ho vissuto il cercare di rivivere un'altro ricordo, e mi è parso che ciò che coincideva con ciò che era impresso con il vecchio ricordo è chiaro, quello che non coincide salta come una pellicola. sdentellata.
Non credo sia chiaro ma meglio non mi viene.
No Uno hai ragione neppure il ricordo bello riesco a farlo riemergere con tutta me stessa.
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Vecchio 22-03-2008, 10.35.51   #16
Sole
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...quindi quel muro è una mancanza di energia per poter scendere a prendere i pezzi. E' un cane che si morde la coda, si cerca di prendere quel che ci appartiene e poi si finisce per non riuscirci e disperdere in sconforto o altro in più o in meno.

Un'Amica mi consigliava di puntare il faro verso un argomento che mi interessa sciogliere e poi senza ostinazione e brama cercare di tenerlo presente durante i giorni successivi e allo stesso tempo fare in modo di risparmiare energia restando concetrati su di se il più possibile. A quel punto lei mi assicura () qualcosa emerge.
Io credo che abbia ragione.

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Vecchio 01-04-2008, 15.47.31   #17
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Anch'io ho difficoltà a far riemergere,in effetti spesso trovo il vuoto,o il ricordo prende altre strade...a quel punto mi fermo,ma ultimamente faccio un pò come Red,metto per iscritto,questa cosa mi aiuta anche a non perdere altri pezzi ed a restare più distaccata,come se scrivessi una biografia dettagliata.Ho notato anche che c'è un periodo preciso di cui ho resettato parecchio,un grosso conflitto con papà..mi accorgo oggi che per andare avanti nella vita,la mente ha accantonato molti passaggi,come una sorta di schermo protettivo..però sento che è proprio lì che nasce un grosso conflitto ed è lì che devo insistere..Riguardo l'emozione a cui fa riferimento Uno,l'ho provata più volte,ma pensavo di aver sbagliato in verità..invece da quanto ho capito,significa un pò esser riusciti a trasportare nel presente,qualcosa di vecchio,rivivendolo adesso,con la coscienza ed il cuore di oggi.Quello che deduco ancora una volta grazie a voi,è che essenzialmente si sprecano troppe energie, quindi una tra le prime cose da fare è "risparmiarla" ed "allenarsi" a concentrarla dove serve,procedendo un passo per volta verso una visione sempre più completa,fondamentalmente,non aspettandosi nulla,con pazienza,perchè come diceva Uno in altro loco,se qualcosa è fermo lo ritroveremo lì,se si muove ripasserà..dobbiamo preparaci ad acchiapparlo però..
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