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Vecchio 10-10-2010, 19.12.19   #1
dafne
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Predefinito fare l'opposto

E' unmeccanismo che abitualmente riconosciamo e leghiamo ai bambini.
Non toccare quella mela..sbam! La manina finisce assolutamente e praticamente là

Normalmente la curiosità delle prime disubbidienze porta a conseguenze se non dolorose fisicamente (tipo non mettere la mano vicino al gas ) dolorose emozionalmente (la lavata di capo quando si viene beccati )

Ora, il normale meccanismo di curiosità si trasforma , mi pare , in un atteggiamento di sfida, specie in età adolescenziale dove il senso del divieto deve essere testato.

Già questo di per sè e duro da leggere e da comprendere, quando lasciar fare esperienze e quando blindare....ma credo che vi sia una terza ipotesi, ovvero quando fare il contrario di quanto ci viene detto diventa fisiologico, quasi meccanico, delle volte anche quando SAPPIAMO che ci causerà dolore.

Perchè?

Come si arriva a tanto? E come si fà ad invertire il meccanismo?
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Vecchio 11-10-2010, 17.06.33   #2
dafne
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Dialogo a ping pong
Ho una certa idea in testa, ovvero che di per sè l'azione in questione (toccare o non toccare la mela) nel meccanismo cristallizzato, quindi non quello del bambino, abbia importanza zero.

Diventa più importante il dispettuccio da fare. Mi hai detto coosì? E allora io faccio cosà, tiè

Scusate il dialogo fumettistico ma ho la precisa e netta sensazione che non si prendano nemmeno lontanamente in conto le cause e le conseguenze ma che il disubbidire sia una gratificazione rapida e veloce, una sorta di infantile rivincita che ci dà un momento di piacer, per quanto fuggevole.

Naturalmente parlo del mio personale e delle volte maschero così bene questa cosa che poi mi stupisco anche quando quasi fisicamente, se non proprio fisicamente (tipo col TA...ehehm ) di fare quella cosa proprio non mi riesce anche se vorrei.

Da qui il conflitto, vorrei ma non posso, che invece è non voglio quindi non posso, ma adesso inizio il torcolaio qindi mi fermo

Invertire il processo?

Potrebbe essere che sia "solo" il guardare l'azione e non chi suggerisce l'azione, tanto per cominciare? Posto che comunque il meccanismo può essere talmente cristallizzato che il solo fatto che una cosa venga detta, da chiunque sia, inneschi la risposta negativa?

muble muble
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Vecchio 11-10-2010, 17.13.36   #3
Ray
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Per invertire il meccanismo basta fare l'opposto dell'opposto, ma come hai già visto non è l'azione in se il punto, ma la reazione dell'altro. Reazione che cerchiamo, che ci aspettiamo, che vorremmo ma non sappiamo chiederla (e reggerla) e quindi ci affidiamo al solito noto anche se distruttivo.

Immagina qualcuno che per la maledizione di una strega sia impossibilitato a domandare affetto e ogni volta che lo vorrebbe, siccome non può chiederlo e quindi non gli arriva, se la prenda con chi non glielo da...
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Vecchio 11-10-2010, 20.11.32   #4
dafne
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Si una brutta strega cattiva e puzzosa

Mi chiedo se sempre a questo meccanismo appartenga il "non ti voglio più!!"

In un bambino è tenero da vedere, di solito dopo un no se proviamo ad avvicinarci o chiedergli di giocare il cucciolo fà il broncio e dice proprio quella frase.

Quando si è più grandi la cosa infastidisce non poco, specie se ci vien da dire "non ti voglio più" ma non è vero per niente.
Perchè poi l'altro che non ci legge nel pensiero e nel passato crede che non lo vogliamo più perdavvero, oppure alla lunga si stanca di essere rimbalzato.

Un altro dispetto, si? Mi hai detto no? E magari ancora no? Se adesso mi vuoi ti mando via io. Come se fosse una rivincita...
Arimuble muble
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Vecchio 11-10-2010, 20.14.47   #5
dafne
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OT

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Per invertire il meccanismo basta fare l'opposto dell'opposto, ...

Ahhh Raayyyyy
ti diverti?!
già con l'opposto m'incasino perchè mi parte il contrario e tu oopostizzi l'opposizione...eddaiiiii
Che poi l'opposto dell'opposto è il punto iniziale...ecco lo sapevo adesso tiritira e trampella il mio neuroncino sano si sloga.............

fine OT
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Vecchio 12-10-2010, 09.43.04   #6
Kael
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Andare in "sfida" è un atteggiamento tipico di chi cerca di costruirsi un'identità, specie fra bambini e ragazzi che muovono i primi passi verso il "sono stufo di fare sempre come dicono i genitori". Come diceva Ray quindi non è tanto l'azione in sè, quanto la reazione che si vuole provocare nell'altro, e il messaggio implicito che si vuol far arrivare.
In una certa misura è impossibile eliminarlo del tutto, il bambino che cerca di conoscersi deve confrontarsi col resto del mondo per imparare quali sono i suoi confini, e questo confronto spesso diventa scontro. D'altro canto però una buona fetta di questi atteggiamenti oppositivi possono essere evitati semplicemente cambiando il feedback che arriva al bambino, quando cioè cambia la nostra reazione e non essendo più quella che si aspettava, il meccanismo diventa inutile. In questo caso però bisogna saper riconoscere qual era l'intento, il messaggio implicito che voleva inviarci, e cercare di dare una risposta adeguata.

Una cosa tipo (un esempio banalissimo e generale):
Il bambino tormenta di continuo, urla, spacca tutto, non sa stare fermo, etc.. un classico esempio di richiesta di attenzione. Più lo si sgrida e gli si dice di fare il bravo, più lui insiste e rincara la dose. Se un bel giorno ci si siede e ci si mette lì a giocare con lui, dandogli tutta la nostra attenzione, non avrà più bisogno di mettere in atto il meccanismo e anche se ormai strutturato piano piano inizierà a scomparire.

Tutto sta a saper riconoscere qual è la reazione che vuol provocare e il messaggio reale che tale atteggiamento veicola. Mica facile, dirai tu ed in effetti non lo è. Si può provare a mettersi ad osservarlo distaccatamente, senza coinvolgimento emotivo, pur cercando di comportarsi come sempre per non "insospettirlo"... Ai suoi occhi si deve apparire come i soliti genitori che conosce, ma in realtà si è un supervisore estraneo che non vuole bloccarlo, anzi, vuole lasciarlo agire per osservarlo il più possibile, per conoscerlo e per cercare di capire qual è la reale richiesta che viaggia sotto questi atteggiamenti.
Una volta scoperta, il resto diventa estremamente semplice...
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Vecchio 02-11-2010, 22.18.21   #7
dafne
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Qualcosa tipo "guardami ca..volo! Io esisto!!"?
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Vecchio 03-11-2010, 16.03.40   #8
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Oggi stavo fuori con i bambini e quando sono tornata mi sono ritrovata di fronte il caos in casa.

Mentre cercavo di capire perchè sono disordinata m'è venuta in mente mia mamma che oggi al telefono si è arrabbiata per una cosa che stavo facendo e mi ha detto che sono fuori di testa.

Sul subito ci sono stata malissimo anche perchè poi mi ha detto va beh va beh ciao e mi ha messo giù il telefono ma 10 secondi dopo mi sono ritrovata a darle ragione, aveva ragione stavo facendo una cosa non giusta ma la stavo facendo perchè volevo farla e perchè si, sono fuori di testa...ahhhhhhhh che liberazione!!

Non l'aver fatto la cosa sbagliata, non l'aver fatto incavolare mia mamma ma l'aver accettato sia la sua ragione che la mia.

Non sò cosa mi trasmettono i miei figli quando spaccano rompono gridano ma sò quello che volevo trasmettere io, mollamii, lasciami esistere, lascia che sbagli e dammi il tuo bene lo stesso...uffff...smettila di controllarmi ma senza abbandonarmi..straufff....adesso mi devo mettere nella posizione di riuscire ad accogliere stò meccanismo da sola finche non si destruttura vero?.

C'era il mio sacerdote che quando gli portavo i miei dubbi sulla crescita spirituale dei miei figli mi diceva "E' come andare in aereo, se ci sono problemi di quota t'insegnano a prendere tu per primo la maschera d'ossigeno e poi a metterla ai figli"

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Vecchio 09-11-2010, 19.42.03   #9
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Per invertire il meccanismo basta fare l'opposto dell'opposto...
Torno su questo per un mio dubbio, magari scemo. Non è tanto il risultato (l'opposto dell'opposto è fare quello che ti vien detto) ma quanto la trafila, diciamo così, mentale..
Se sono diciamo orientata a fare l'opposto per evitare di bloccarmi potrei fare l'opposto e poi ancora l'opposto, così non entro in crisi con quel fare subito..ok, mi sà che mi capisco solo io ma potrebbe avere un senso...

Per quanto riguarda l'opposizione a "fai il bravo" comincio a intuire che significa cercarsi una propria identità, sempre nella misura dell'opposizione che esclude un atteggiamento totalmente. Nel caso dei bambini è più evidente, essi infatti agiscono e reagiscono su quello che assorbono dai comportamenti dei genitori

Tipo: fai il bravo -> non faccio il bravo. Perchè quando si strilla di fare una cosa non si dà che quella come possibile quindi per manifestare una difficoltà non c'è che strillare per non farla mentre al contrario trovare un territorio in comune, cioè farla diversamente, eliminerebbe per esempio gli strilli....ma dovrebbe essere una possibilità, quella del compromesso senza strilli, contemplata in primis dagli adulti.

Un trovare se stessi che procede con un positivo raffronto e poi eliminazione di ciò che non ci và comodo.
Seh

In ogni caso ho avuto modo di verificare, se non altro, che cambiando la risposta alla provocazione (cosa per niente facile ma ce provo) cambio anche la durata della provocazione stessa. Come dire, se ti dico di non buttare i peluches e tu li butti apposta invece di inferocirmi o di dire "pazienza" col tono del...tanto la paghi ...cerco di essere indifferente,di non reagire, cerco eh perchè quando i peluches vanno in mira sulla cristalleria... ..un urlo lo tiro eccome! Però la prolungata guerriglia cerco di evitarla e se posso, quando riesco, cerco anche di abbassare la voce. La cosa spesso funziona e devo ammettere vergognandomi un pò che non stupisce solo loro ma anche me

Brutta la strega si, anche perchè magari quando si chiede si chiede male e non si ottiene e allora diventa ancora più difficile ma sono ottimista nel ritrovamento di un contro incantesimo
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