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Vecchio 03-05-2010, 16.58.03   #1
griselda
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Predefinito L'autorità no non la voglio

Ne stiamo parlando in giro, ed ora anche nel 3d dell'ordine/metodo, ed io ho scoperto di essere refrattaria all'autorità.
Ieri è venuto a trovarmi mio fratello e pure lui è refrattario, quindi dobbiamo aver avuto un esempio negativo di autorità, autoritaria e non autorevole, fate quel che dico non fate quel che faccio, che non rende e fa cadere l'asino.
Beh Uno mi pare che abbia detto che è difficile rimediare a questa cosa. Che fortuna eh? Daf diceva nel suo 3d aperto su questo argomento che ci vuole umiltà... già! Cosa che conosco pochissimo visto che quando non riconosci l'autorità mi da tanto l'idea che diventi arrogante e presutuosa ed io lo sono. Innalzata da sola sopra la legge solo per non doverla seguire. (e così pure mio fratello, ieri abbiamo fatto una discussione sulla Bibbia e su Dio e mi sono resa conto di come sia facile diventare detrattori di qualcosa solo perchè è più semplice che seguirla, che fare fatica, che accettare l'autorità perchè è faticoso perchè bisogna mettersi sotto, perchè bisogna affidarsi, perchè bisogna riconoscerla ed accettarla.)

Si dice autorità in quel settore quindi come un dio di quella cosa e se non lo vediamo in questo modo non lo accettiamo e a volte anche così non lo accettiamo ugualmente. Non vogliamo riconoscere di essere inferiori, di non essere all'altezza di..., o comunque che un altro sappia, veda, capisca più di noi.

Leggevo che l'invidia è un dolore della psiche che nasce dalle differenze, scoprire che qualcuno è più bravo di noi, che ne sa di più, che è superiore a noi crea dolore psichico e questo impedisce di accettare la superiorità anche momentanea di un altro.

Forse il fatto di cercare di piacere, di arrivare a pensare che per essere amati dobbiamo essere perfetti crea questa distorsione che poi ci fa detestare l'autorità in quel settore, la superiorità dell'altro. Ma anche la cerchiamo disperatamente, solo che lo facciamo fuori invece che dentro e questo ce la fa ritrovare sulla nostra strada, ma a volte anche in modo un po' invasivo.

Mettermi sotto ad un altro mi ha sempre dato l'idea di: un cieco che conduce un altro cieco, non mettermici è una buona scusa per non fare.
Dall'altra parte invece se davo fiducia ad una persona e questa era veramente cieca finivamo in un baratro.
Pare che entrambe i modi siano errati.

Se seguo ciecamente qualcuno a cui riconosco l'autorità divento senza anima? Prendo a prestito quella di cui seguo e l'ho fatto con mio marito, ho rinunciato alla mia per prendere a prestito la sua che mi pareva migliore, così facendo ho rinnegato me stessa, credo.
Questo impedisce di crescere perchè delegando all'autorità si smette di prendersi la responsablità di quello che si fa.
Se per ogni cosa chiedo all'autorità, così' se sbaglia sbaglia lei, e seguo alla lettera quel che dice, mi da l'idea che poi dentro però mi scatta una sorta tale di risentimento che gliela faccio pagare, perchè se elevo qualcuno sopra di me senza raziocigno e per essere migliore di quello che sono senza averlo prima accettato arriverò a detestare quella persona.
Non so bene mi fermo perchè l'ultimo pezzo è confuso, non mi è ancora chiaro. Tra teoria e pratica.
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Vecchio 04-05-2010, 09.14.45   #2
stella
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Io penso che prima di tutto c'è da fare un distinguo tra l'autorità di Dio e quella umana.... Dio non ti obbliga a fidarsi di lui, è tutto un lavoro nostro avere fede o non averne, cambierà qualcosa per noi, non per Dio....
Per noi invece il discorso di accettare l'autorità o meno di un'altra persona è un po' più complicato. Se mi sottometto a un altra persona perchè la ritengo migliore di me in un certo senso le affido la mia vita, ma poi non mi devo arrabbiare con lui se le cose vanno male, unificandomi alla sua autorità è come se fosse anche la mia volontà uguale alla sua...
Io ho lo stesso tuo problema, mi sono sottomessa non a un'autorità ma ad un'altra persona, adottando le sue decisioni perchè in un certo senso combaciavano con le mie, e quando non combaciavano, lasciando che accadessero....
Questo secondo me è un approccio sbagliato, non è un'autorità che ci si sottomette ma secondo me ha il sottile valore di una sfida, è come dire: ok, faccio come vuoi tu, sono come vuoi tu, ecc. fino al punto che quando si vede che magari il suo modo di fare era sbagliato, prendersela e dire: vedi che in fondo avevo ragione io a non fidarmi ?
Ma qui secondo me parlare di autorità è sbagliato, certe volte si ha bisogno di affidarsi a una persona, ma certamente è necessario accettarla con i suoi pregi e i suoi limiti, infatti quello che ti può rispondere alla fine è: "ma nessuno ti ha obbligato, è stata una tua scelta, per cui la responsabilità è tua e non solo mia", anzi te la può rigirare dicendo che se tu ti fossi ribellata a certe decisioni forse avresti guidato il rapporto in un altro modo più sano, in un certo modo sottomettendoti hai guidato tu il gioco...I
Come se ne esce ?
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Vecchio 04-05-2010, 10.09.20   #3
griselda
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Io penso che prima di tutto c'è da fare un distinguo tra l'autorità di Dio e quella umana.... Dio non ti obbliga a fidarsi di lui, è tutto un lavoro nostro avere fede o non averne, cambierà qualcosa per noi, non per Dio....

Dio non può essere messo in discussione a meno di non crederci, secondo me viene messo in discussione il contorno ad esempio l'autorità della chiesa. Sempre per il discorso di comodo senza aver indagato spesso senza aver studiato, si prende la prima cosa che ci va storta e la si cavalca perchè è quello che vogliamo fare abbassare quella cosa toglierle l'autorità per poi fare come ci piace.
Quote:

Per noi invece il discorso di accettare l'autorità o meno di un'altra persona è un po' più complicato. Se mi sottometto a un altra persona perchè la ritengo migliore di me in un certo senso le affido la mia vita, ma poi non mi devo arrabbiare con lui se le cose vanno male, unificandomi alla sua autorità è come se fosse anche la mia volontà uguale alla sua...

Infatti
Quote:


Io ho lo stesso tuo problema, mi sono sottomessa non a un'autorità ma ad un'altra persona, adottando le sue decisioni perchè in un certo senso combaciavano con le mie, e quando non combaciavano, lasciando che accadessero....
Questo secondo me è un approccio sbagliato, non è un'autorità che ci si sottomette ma secondo me ha il sottile valore di una sfida, è come dire: ok, faccio come vuoi tu, sono come vuoi tu, ecc. fino al punto che quando si vede che magari il suo modo di fare era sbagliato, prendersela e dire: vedi che in fondo avevo ragione io a non fidarmi ?

Vero ed è peggio che dire di no subito secondo me, perchè può essere l'inizio dell'avvelenamento del rapporto
Quote:


Ma qui secondo me parlare di autorità è sbagliato, certe volte si ha bisogno di affidarsi a una persona, ma certamente è necessario accettarla con i suoi pregi e i suoi limiti, infatti quello che ti può rispondere alla fine è: "ma nessuno ti ha obbligato, è stata una tua scelta, per cui la responsabilità è tua e non solo mia", anzi te la può rigirare dicendo che se tu ti fossi ribellata a certe decisioni forse avresti guidato il rapporto in un altro modo più sano, in un certo modo sottomettendoti hai guidato tu il gioco...I
Come se ne esce ?
Io definivo autorità l'altro che sa vedere o fare quello che io anche se solo magari in quel momento non so fare ne vedere.
Per non sbagliare mi affido a lui/lei invece di crescere sbagliando preferisco risultare perfetta, pulita e delegare, questo ho fatto in pratica.

Il bambino ha bisogno di autoritàdei genitori, l'uomo ha bisogno dell'autorità chiesa, della legge, ma se diventiamo l'autorità di noi stessi non abbiamo bisogno di quella fuori.
Il punto è che per diventare qualunque cosa dobbiamo fare. E delegando non lo facciamo.
Io non faccio perchè lui la fa meglio ok lui continuando a farla la farà sempre meglio ed io sarò sempre lì a delegare per non sporcarmi le ditine sante.
La sottomissione ci sta quando l'altro ci suggerisce di migliorarci, tipo quando vengo ripresa per il mio finto ordine e guai a Dio a chi me lo dice, porello non riconsco la sua autorità, nel senso che lui/lei essendo ordinato/a vede il mio disordine io no perchè non so cosa sia l'ordine. E' li che dovrei affidarmi e non affidare le mie beghe all'altro per non fare e non diventare indipendente.
Invece orgogliosa, permalosa, superba: tu non mi devi/puoi dire niente perchè anche tu sei imperfetto. E questa è un'altra bella scusa che ho adottato per non crescere, non fare fatica e seguire la mia pigrizia che mi fa andare in discesa, apparentemente però.

Per quanto riguada le decisioni, non ne prendo mai, sia mai che mi sgualcisco l'unghia del mignolo così nessuno mi può dire che ho sbagliato no?
Però così facendo sono arrivata al punto da farmi venire l'ansia anche solo per scegliere quale coperta comprare.
Alla fine se non scelgo qualcuno sceglie per me e siccome non è che non sapevo cosa scegliere erano solo le responsabilità della scelta che non volevo, non volevo sbagliare e questo non voler sbagliare poi lo caccio addosso a quel/quella poverino/a che sceglie. Se non accetto di poter sbagliare non accetterò neppure lo sbaglio dell'altro.
Oltre tutto lasciando la responsabilità della scelta sempre agli altri si diventa un pesante fardello da portarsi in giro.
Se ci si affida una volta credo possa essere per vedere come ha fatto seguire l'inter e poi dovremmo buttarci e se sbagliamo amen.
La perfezione non esiste e se sbaglio avrò imparato qualcosa, se accetto di affidarmi quella volta devo accettare ciò che ne verrà senza giudicare l'esito.

In questi giorni ho fatto una scelta sbagliata, fatta d'impulso proprio perchè non ho voluto riconoscere l'autorità (ogni tanto ci ricado) perchè non era autorevole la persona, e ora pagherò io. La prima cosa che volevo fare era quella che qualcuno mi togliesse le castagna dal fuoco, ma papino e mammina non ci sono più e chi c'è mi ha detto beh hai scelto ora vedremo le conseguenze.
La prossima volta penso che me lo ricorderò. Se avessi delegato questo non sarebbe successo ma io non avrei imparato una lezione.
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Vecchio 04-05-2010, 10.09.38   #4
Uno
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Bisogna mettere ordine, intanto bisogna distinguere autorità da autorevolezza.
L'autorevolezza in un certo senso la si da, si riconosce il valore di qualcuno in qualche settore e lo si ascolta, si prende il buono di ciò che dice. Questi non da ordini, siamo noi che prendiamo ciò che ci pare buono.
L'autorità non si da a qualcuno, ce l'ha se se la prende con la forza o per un qualche diritto.
Lasciamo perdere le autorità prese con la forza, quelle andrebbero combattute e basta, ma sulle autorità di diritto il discorso cambia.
Una autorità di diritto è quella che si esercita in un determinato ambito o perchè quel ambito è stato da essa autorità costruito e mantenuto e noi siamo liberi di esserci o meno, oppure perchè i partecipanti di un qualcosa decidono liberamente di assegnare l'autorità (non il singolo però, cose tipo votazioni etc...)
Poi ci sono perversioni e degenerazioni varie...... ma le vediamo a parte.

Facciamo degli esempi. La Chiesa Cattolica per esempio. I vertici di questa hanno l'autorità su questa religione, perchè nel bene o nel male la religione l'hanno costruita. Noi possiamo decidere di parteciparvi o no.
Questo sito per esempio, mi arrogo l'autorità di decidere delle regole di comportamento etc... chiunque può decidere se partecipare o meno. Lo Stato, attraverso le votazioni (poi funzionano come funzionano, ma il principio è quello) stabiliamo le autorità principali e quelle discendenti indirette etc....

In realtà, se ci pensiamo bene, l'autorità è sempre concessa anche quando di diritto, l'autorità non è del Papa, ma della Chiesa in quanto entità, qui non è la mia ma del sito in quanto entità, nello Stato etc...
Poi le entità che raggruppano più persone (ma pure una sola) esercitano (così dovrebbe essere) l'autorità per interposta persona.

In sostanza se il sito è tranquillo io non ho nessun bisogno di esercitare autorità, se lo faccio lo faccio perchè il sito possa continuare a prosperare secondo gli scopi e le finalità che sono in esso contenute.
Qua può diventare difficile distinguere visto che io sono il fondatore e quindi quello che ha impostato il sito, ma provate ad immaginare che io lo abbia ereditato o che lo lasci a qualcun'altro. E' il sito importante, non chi lo amministra o chi ne esercita l'autorità.
L'autorevolezza è diverso... può essere mia come di chiunque altro, ognuno l'ha in base a ciò che dice e fa.

Se trasportate questo discorso su tutto potrete scoprire delle cosette.

Un marito ed una moglie non possono avere autorità e nessuno dei due può dare autorità all'altro, l'autorità è della famiglia, del matrimonio... poi all'interno di questo uno dei due potrebbe esercitare l'autorità (che arriva del matrimonio, non sua) perchè magari è più bravo a fare una cosa, che so per esempio a gestire le economie. Se, per esempio, il marito è uno con le mani bucate è giusto che amministri la moglie e viceversa...
In questo caso entrambi dovrebbero votare chi deve avere autorità su certe cose.. dal momento che non c'è un diritto, neanche in società patriarcali o matriarcali (che comunque se studiate bene funzionavano in un certo modo comunque... se funzionavano bene ovviamente, provate a pensare a chi aveva la chiave della dispensa e dei magazzini in famiglie benestanti di periodi patriarcali).

Lo so che non ho detto tutto... magari si può anche interpretare male ciò che ho scritto... vedremo di chiarire meglio in caso.
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Vecchio 04-05-2010, 11.26.06   #5
griselda
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Bisogna mettere ordine, intanto bisogna distinguere autorità da autorevolezza.
L'autorevolezza in un certo senso la si da, si riconosce il valore di qualcuno in qualche settore e lo si ascolta, si prende il buono di ciò che dice. Questi non da ordini, siamo noi che prendiamo ciò che ci pare buono.
L'autorità non si da a qualcuno, ce l'ha se se la prende con la forza o per un qualche diritto.
Lasciamo perdere le autorità prese con la forza, quelle andrebbero combattute e basta, ma sulle autorità di diritto il discorso cambia.
Una autorità di diritto è quella che si esercita in un determinato ambito o perchè quel ambito è stato da essa autorità costruito e mantenuto e noi siamo liberi di esserci o meno, oppure perchè i partecipanti di un qualcosa decidono liberamente di assegnare l'autorità (non il singolo però, cose tipo votazioni etc...)
Poi ci sono perversioni e degenerazioni varie...... ma le vediamo a parte.

Facciamo degli esempi. La Chiesa Cattolica per esempio. I vertici di questa hanno l'autorità su questa religione, perchè nel bene o nel male la religione l'hanno costruita. Noi possiamo decidere di parteciparvi o no.
Questo sito per esempio, mi arrogo l'autorità di decidere delle regole di comportamento etc... chiunque può decidere se partecipare o meno. Lo Stato, attraverso le votazioni (poi funzionano come funzionano, ma il principio è quello) stabiliamo le autorità principali e quelle discendenti indirette etc....

In realtà, se ci pensiamo bene, l'autorità è sempre concessa anche quando di diritto, l'autorità non è del Papa, ma della Chiesa in quanto entità, qui non è la mia ma del sito in quanto entità, nello Stato etc...
Poi le entità che raggruppano più persone (ma pure una sola) esercitano (così dovrebbe essere) l'autorità per interposta persona.

In sostanza se il sito è tranquillo io non ho nessun bisogno di esercitare autorità, se lo faccio lo faccio perchè il sito possa continuare a prosperare secondo gli scopi e le finalità che sono in esso contenute.
Qua può diventare difficile distinguere visto che io sono il fondatore e quindi quello che ha impostato il sito, ma provate ad immaginare che io lo abbia ereditato o che lo lasci a qualcun'altro. E' il sito importante, non chi lo amministra o chi ne esercita l'autorità.
L'autorevolezza è diverso... può essere mia come di chiunque altro, ognuno l'ha in base a ciò che dice e fa.

Se trasportate questo discorso su tutto potrete scoprire delle cosette.

Un marito ed una moglie non possono avere autorità e nessuno dei due può dare autorità all'altro, l'autorità è della famiglia, del matrimonio... poi all'interno di questo uno dei due potrebbe esercitare l'autorità (che arriva del matrimonio, non sua) perchè magari è più bravo a fare una cosa, che so per esempio a gestire le economie. Se, per esempio, il marito è uno con le mani bucate è giusto che amministri la moglie e viceversa...
In questo caso entrambi dovrebbero votare chi deve avere autorità su certe cose.. dal momento che non c'è un diritto, neanche in società patriarcali o matriarcali (che comunque se studiate bene funzionavano in un certo modo comunque... se funzionavano bene ovviamente, provate a pensare a chi aveva la chiave della dispensa e dei magazzini in famiglie benestanti di periodi patriarcali).

Lo so che non ho detto tutto... magari si può anche interpretare male ciò che ho scritto... vedremo di chiarire meglio in caso.
Vorrei provare a vedere se ho capito quello che hai detto.

Mi pare di aver capito che l’importante è l’ente e l’autorità deriva da quest’ultimo, ad esempio può esistere l’autorità della famiglia che per la sua stessa esistenza comporta delle regole che il padre e anche la madre devono far rispettare affinchè essa possa funzionare bene.
L’autorità massima dello stato, l’autorità massima della Chiesa Cattolica, il Capo di quell’ente ne è il portavoce e anche chi detta le leggi sempre a favore dell’ente. Chi fa rispettare le leggi insite nell’ente stesso tipo il padre esercita l’autorità nella e sulla famiglia quando fa rispettare le regole. Se tutti le rispettano nessuno ha bisogno di esercitare quella carica. Ma nel momento che qualcuno non si attiene alle regole del buon funzionamento della famiglia qualcuno deve assumersi il ruolo o carica di autorità. Così per ogni ente. Se sono i primi a comportarsi nel modo in cui predicano divengono autorevoli.
Quindi la persona autorizzata detiene lo scettro del potere per il buon andamento dell’ente e ne diventa l’autorità. La sua parola è legge, questa legge non può mai essere per se stessi, quindi di comodo, ma deve essere rivolta all’ente stesso.
Quindi nel governo si stabilisce l’autorità massima e le minoritarie tramite le votazioni, nel matrimonio con il buon senso dei coniugi e a secondo delle qualità intrinseche ai rappresentanti. In pratica si stabiliscono dei ruoli ed ognuno diviene autorità dello stesso.
La libertà sta nel riconosce l’autorità di quell’ente se non la riconosci tanto vale che ne esci. Tipo la Chiesa o ne fai parte o non ne fai parte farne parte forse non ci sta.
Questo vale per tutto, se vuoi stare nell’ente matrimonio fai lo quello coniugato se non vuoi ne puoi uscire. Stare nel matrimonio e fare far il coniugato forse non ci sta. Sta regoletta non è male.
Ehm chissà se è entrato qualcosa
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Vecchio 18-05-2010, 11.12.38   #6
griselda
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Oggi ho avuto a che fare con il mio senso della perfezione e l'autorità del momento.
Beh devo dire che sapendo che effetto mi fa essere ripresa per qualcosa che pur avendo cercato di essere nel giusto, non bastava, mi sono accorta che mi sarei presentata, come di solito con coltelli e altri ammenicoli vari allora mi sono messa a ridere di me stessa e li si è smorzato tutto. Ero pronta ad accettare.... Sono arrivata là e la persona che ho incontrato era gentilissima e si è risolto tutto in un secondo.
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Vecchio 30-05-2010, 08.56.59   #7
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Pongo una domanda così di primo mattino prima del caffè...

C'è una correlazione tra autorità ed apprendimento?
Ho riflettuto sul fatto che quando sento di non accettare l'autorità di altri la mia mente si chiude e perdo il contenuto del messaggio intrinseco in esso.

L'ho notato anche a scuola, i soggetti che hanno più difficoltà nell'apprendimento, fra i normodotati cmq, hanno problemi di accettazione dell'autorità, cioè caratterialmente sono reattivi, hanno difficoltà di concentrazione, prediligono giochi solitari al pc anche per ore.
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Vecchio 30-05-2010, 11.05.00   #8
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C'è una correlazione tra autorità ed apprendimento?
Ho riflettuto sul fatto che quando sento di non accettare l'autorità di altri la mia mente si chiude e perdo il contenuto del messaggio intrinseco in esso.
Beh, ti rispondi da sola.
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Vecchio 30-05-2010, 15.46.40   #9
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Beh, ti rispondi da sola.
Grazie della conferma.

Da due anni sto lavorando ad un mio progetto sulla difficoltà di apprendimento dei soggetti normodotati in età scolare.
Non avevo considerato la questione sotto questo importante aspetto.
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Vecchio 31-05-2010, 10.26.40   #10
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Grazie della conferma.

Da due anni sto lavorando ad un mio progetto sulla difficoltà di apprendimento dei soggetti normodotati in età scolare.
Non avevo considerato la questione sotto questo importante aspetto.
Quindi sarei normodotata ma un po' hadicappata
Come mi da fastidio sta cosa
Però mai come in questo periodo la sento vera.
Qualche giorno fa avevo iniziato un post, che poi ho cancellato, pareva un po' un piangersi addosso, era un messaggio in cui volevo esternare una mia difficoltà mentale nemmeno la riesco a mettere giù, la percepisco come un'incapacità di usare la mente come fanno gli altri. Ho come bisogno di aver un appoggio, una spalla ( mentre scrivo mi viene in mente che è un po' come il discorso del prendersi la responsabilità....) dovrò indagare bene sta cosa, anche se non so da che parte iniziare a vederla.
Non riesco a vedere l'ovvio tanto per cominciare, poi non riesco a mettere insieme i dati a lavorarli coscientemente( Non so se si capisce questa cosa, io la provo ma non so se si possa capire da fuori.) poi magari mi arriva l'intuizione e ci arrivo, ma non è mai un arrivo dovuto al fatto di averci lavorato in quel momento
ufff non so spiegarlo meglio, probabilmente perchè non so a cosa è dovuto.
Sarà per questo che io sono diventata molto più brava nei lavori manuali piuttosto che in quelli di concetto. I primi anche se mi stancano nel fisico non mi mettono in ginocchio come quelli mentali.
E per questo mi immagino devo aver dato l'idea alle maestre di quella che non si applicava quanto avrebbe potuto nonostante invece io mi applicassi. E tutto questo sforzarsi senza risultato mi ha portato ad detestare lo studio da ragazzina, fare e non trovare risultato è frustrante. Sotto questo aspetto sono cambiata e diventata caparbia per superare quella frustrazione, negli ultimi anni, quando è scoppiato il desiderio ci comprendere IL PERCHè??? di tante cose.....................
Mi domando come rimediare a questa cosa e si può?
Ora dopo il bel post di Uno ho capito il discorso dell'autorità e della sua valenza corretta all'interno di un ambito, mi è molto utile! E lo è ogni volta che devo usare questa cosa. E poi mi ha anche fatto comprendere cosa è l'autorevolezza. E il senso dell'ubbidienza all'interno di un ambito in cui si è scelto di stare o di qualcosa che si è scelto di utilizzare.

Io sono autoditatta in tutto, anche questo deriva penso dall'aver rifiutato l'autorità la strada che ho scelto è sempre stata la più lunga e pericolosa, quella senza binari, senza sentieri, quella in cui è facile perdersi e ferirsi tra i rovi della boscaglia.

Mi è passata ora per la mente una cosa voglio provare a metterla giù vediamo che ne esce
Chi segue l'autorità delega la responsabilità delle sue azioni ad essa?
Chi non segue l'autorità deve per forza di cose prendersele anche se non le vorrebbe, le paga, anzi paga ogni volta le penali per non aver rispettato la legge.
Io non ho più voluto seguire l'autorità perchè deviata in dittatura, solo che invece che andarmene sono rimasta a lottare contro il sistema ma diventando proprio come chi combattevo, usando gli stessi metodi di imposizione del proprio volere, quindi lottavo contro me stessa
(Quindi sono diventata senza binari, come del resto mi sono vista prima di arrivare qui, una bandiera senz'asta, che portata in giro dal vento diviene uno straccio)
Bene volevo scrivere altro sulla mia ricerca dell'autorità ma dell'incapacità di accettarla ma mi sono persa uffffffff
Ok ci ritornerò

P.S. Diam ho usato il tuo post ma parlavo a me stessa
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Vecchio 31-05-2010, 14.54.12   #11
diamantea
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Sono tante le persone che come te o me hanno il problema che pur essendo intelligenti, normali per così dire hanno problemi di apprendimento dovuto anche alla resistenza mentale verso il riconoscimento che l'altro ne sa più di noi e in quel momento è nostro insegnante, maestro, guida e quel che si voglia.
Anche io a volte sbatto sulla stessa cosa e poi all'improvviso "l'oca è fuori".

Anche se il mio progetto è indirizzato all'età scolare perchè da grandi è più difficile modificare, correggere, così almeno dicono gli specialisti del settore,
mi son data la scommessa che si può fare anche da grandi.

In questi giorni che ho maturato consapevolezza su tante cose la mia mente sembra essere più aperta, recettiva. Mi sento meno reattiva e più accettante verso l'esterno. Mi sento molto fiduciosa.
Buon segno, vero?
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Vecchio 31-05-2010, 16.23.55   #12
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qualche giorno fa qualcosa a livello eterico si è sbloccato o quantomeno così ho percepito io.
c'è qualche ricorrenza cristiana particolare in questo periodo?
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Vecchio 01-06-2010, 10.19.36   #13
Edera
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Riflettevo sull'autorevolezza, collegata anche al post sulle parole vive e sulla parole morte e mi è venuto in mente quel meccanismo spontaneo che si instaura tra allievo e maestro. Il maestro non chiede autorevolezza è l'allievo che si mette spontaneamente in ascolto (poi quanto riesca a ricevere ecc credo sia altro argomento), sembra un processo naturale come i girasoli quando girano dalla parte del sole, sempre si sia superata la convinzione di saperne sempre e comunque più degli altri.
Non è remissione, soggezione o altro, lo avverto come una specie di ordine gerarchico spontaneo e 'giusto', forse l'originale significato delle varie gerarchie dovrebbe essere di questo tipo anche se spesso e volentieri nella realtà non lo è. Mi chiedo anche in base a quale meccanismo uno spirito riconosca autorevolezza a un altro, predisponendosi all'ascolto, forse perché si riconosce nelle parole dell'altro qualcosa che può tornarci utile ma credo sia qualcosa di più, qualcosa collegato al ritmo come diceva Uno e che rendono le parole proprio giuste per il tratto di strada che stiamo percorrendo.
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Vecchio 01-06-2010, 12.04.26   #14
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qualche giorno fa qualcosa a livello eterico si è sbloccato o quantomeno così ho percepito io.
c'è qualche ricorrenza cristiana particolare in questo periodo?
Ste mi sa che siamo OT e purtroppo non ho capito ne cosa volevi dire ne dove volevi andare a parare, mi spiace

Sino a ieri era il mese Mariano ( maggio ) in questo periodo salgono al cielo tutti i giorni le preghiere verso la Madonna viene recitato il santo Rosario ed è mese di Comunioni
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Ultima modifica di griselda : 01-06-2010 alle ore 12.35.30.
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Vecchio 01-06-2010, 12.07.13   #15
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Che bella questa descrizione Edera! La vedo proprio questa cosa anzi la sento e la vivo così
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Vecchio 01-06-2010, 12.22.49   #16
stefano
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Ste mi sa che siamo OT e purtroppo non ho capito ne cosa volevi dire ne dove volevi andare a parare, mi spiace

Questo è il mese Mariano in questo periodo salgono al cielo tutti i giorni le preghiere verso la Madonna viene recitato il santo Rosario ed è mese di Comunioni
si era O.T. si legava al post precedente il mio di Diamantea.
percepisco dalla settimana scorsa qualcosa che si è "sbloccato" (a livello di comprensione eterica, come di "scioglimento") e penso sia una cosa comune non solo mia.
è una sensazione.
nel tempo ho notato come spesso ciò si leghi a particolari ricorrenze cristiane.
Ad esempio sotto natale è più potente il collegamento alla coscienza cristica (questo almeno secondo me e può darsi sbagli)
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Vecchio 01-06-2010, 13.54.09   #17
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Che bella questa descrizione Edera! La vedo proprio questa cosa anzi la sento e la vivo così
Anch'io.
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Vecchio 06-04-2011, 18.47.57   #18
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E' passato quasi un anno e a quanto pare sono stata fregata ancora una volta.

Vado a fare gli esami del sangue, prendo il ticket con il numero, e mi metto davanti agli sportelli dove in alto c'è una grande scritta rossa e sopra i vetri appesi dei led con i numeri che scorrono.

Guardo il mio numero e mi dico di cercare la pazienza dentro di me.
Premetto che non mi piace quel centro diagnostico e poi dopo mi sono ricordata il perchè.

Sto li osservando con attenzione in numeri per non perdermi il mio. ( lo stato d'animo mio non era dei migliori non lo è da un po' di giorni)
Arriva il momento del mio e appare il numero dopo.
Nel frattempo ho un attimo di smarrimento, sento menzionare il numero che ho in mano dalla stessa altoparlante che fino a quel momento prima ho sentito menzionare numeri molto alti per cui non do più ascolto definendo non importante.

Però a quel punto mi alzo vado allo sportello e chiedo come mai e mi dicono è stata chiamata dall'altra parte in fondo al salone vado quasi correndo e quando arrivo c'è già una persona al mioposto e il nmero è già scattato a quello succssivo.
La mia faccia doveva essere stupita la persona dentro allo sportello mi guarda e m dice: è il numero tale? Rispondo di sì. Mi guarda e mi dice: troppo tardi ho già annullato il suo deve prendere un altro biglietto. Tono di voce da superstronzbip!
Cavolo! le dico - nemmeno il tempo di arrivare qui da là in fondo.! Mi ripete con quella vocetta da stronzbip acida che devo prendere il biglietto e in poche parola non rompere le scatole.
Vado prendo il biglietto ed intanto mi sale una tale rabbia ma talmente grande che passando davanti a quella cuccia di cane perchè non si può chiamare sportello e dico a bassa voce che però potrebbero mettere le cose più in chiaro. A quel punto la stronzbip si mette ad urlare che è già chiaro, che dovevo leggere che non dovevo fare tante storie. A quel punto la guardo non devo aver avuto un bello sguardo e le dico a bassa voce di non gridare e che io non sono stata maleducata a differenza sua e mi allontano con una tale rabbia dentro che ( questo episodio ed un altro mi hanno fatto riacutizzare l'ernia iatale o l'ulcera mi sa che mi è venuta adesso pure questo dovrò indagare) ho iniziato ad avere i sintomi del pianto e se non mi obbligo a non piagere allago il gabinetto medico del prelievo quando mi hanno detto che per l'ennesima volta da quando sono ingrassata non mi trovano più la vena e me lo hanno dovuto togliere dal polso.
Così non ho potuto neppure dire alla tipa di farsi un corso di customer!

Ok ho capito che non ce ne ho per le birbe di accettare l'autorità, specie se dall'altra parte non vedo perfezione.

Sarebbe bastato riconoscerla come una prova per essere in grado di superarla invece ciccia ho represso la rabbia che come al solito si trasforma in pianto e se non sfogo neppure quello diventa un attacco di panico se piango mi ulcero?
Che c..o!

Chissà se quando questi episodi aumenteranno di numero riuscirò a memorizzare come comportarmi?
Oggi voglio essere ottimista e quindi ci spero!
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Ultima modifica di griselda : 06-04-2011 alle ore 18.51.58.
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Vecchio 06-04-2011, 20.20.12   #19
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Scusa Gri ma dov'è che vedi l'autorità, nell'infermiera allo sportello?
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Vecchio 06-04-2011, 20.50.35   #20
Faltea
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Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Ma qui non è un discorso di autorità, quella era proprio stronbip!!!
Mi è capitata una cosa simile, ma ho avuto la faccia tosta di girarmi e dirgli che ero io con le mie tasse che gli pagavo lo stipendio e che il suo ruolo era al servizio del cittadino e che la cortesia era un dovere perché aveva a che fare con gente malata e bla bla, poi mi hanno seguito in un paio di persone e l'ho avuta vinta...
Ma il risultato è che non sono più andata li.

Mi sono resa conto che non ero io, ero una io-in-rapporto-con-la-stronzbip ed ero finita per essere qualcun'altro... Una come lei

Meglio un pianto, ma almeno sei tu
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Vecchio 06-04-2011, 21.31.59   #21
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Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Ma qui non è un discorso di autorità, quella era proprio stronbip!!!
Mi è capitata una cosa simile, ma ho avuto la faccia tosta di girarmi e dirgli che ero io con le mie tasse che gli pagavo lo stipendio e che il suo ruolo era al servizio del cittadino e che la cortesia era un dovere perché aveva a che fare con gente malata e bla bla, poi mi hanno seguito in un paio di persone e l'ho avuta vinta...
Ma il risultato è che non sono più andata li.

Mi sono resa conto che non ero io, ero una io-in-rapporto-con-la-stronzbip ed ero finita per essere qualcun'altro... Una come lei

Meglio un pianto, ma almeno sei tu
Il problema è che mi capita con tutte le persone preposte a far rispettare delle regole che io ritengo non giuste o incoerenti o corrette.
Il punto però se ho capito senza rileggere quel che Uno mi aveva detto era che se una persona è preposta a far rispettare delle leggi gli è data l'autorità di farlo e o non ci andiamo e non ci serviamo di quell'ente oppure dobbiamo sottostare alle regole.
Che la tizia sia stata o no scortese io mi sono incavolata prima per via del numero che dovevo rifare la fila dall'inizio e non era poca.
Quindi mi sono ribellata prima alla legge di quel posto, poi al fatto che non ci fosse un avviso chiaro di quel distaccamento mi ha aumentato l'idea di poter rivendicare attraverso questa loro mancanza il fatto di essere incacchiata nera per dover aspettare ancora.
Altra cosa che non tollero è la gente supponente e poco gentile, scorbutica difatti loro stanno bene che mi tirano addosso il loro acido io invece mi corrodo da sola con il mio che non tiro fuori quasi mai!
Ed io attiro queste persone come le api con il miele.
Perchè se appena mi dicono qualcosa gli dicessi stronzbip taci forse il messaggio che passerei invisibilmente sarebbe statemi alla larga perchè vi sbrano invece nisba.
Poi quando lo racconto e mi dicono beh perchè non hai fatto questo non hai fatto quell'altro etc sto ancora peggio perchè non riesco a fare nient'altro di quello che ho fatto e faccio.
Alla fine la rabbia nasce di più dal fatto di non accettare che davanti a persone di quel genere io soccombo. Mi ci vorrei tanto un orco in quel momento ma l'orco io non accetto che esista e quindi mi taglio fuori da sola.
Il mio mondo sarebbe di cortesia ma però poi davanti alla scortesia vorrei scendere a fare bagarre e non ci riesco.
Non so cosa sia meglio Faltea forse il vivere le cose come vengono senza stropicciarsi troppo non sarebbe male.

X Daf penso di aver risposto anche alla tua domanda
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