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Vecchio 10-11-2006, 14.12.17   #1
griselda
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Predefinito Nutrizione del bambino

Uhm vorrei se qualcuno è in grado di aiutarmi a capire se c'è un nesso tra la nutrizione del bambino e la madre che va oltre il cibo.
Immagino che un bambino venga nutrito dalla mamma non solo con il cibo ma anche con le emozioni che ella prova nei suoi confronti.
Queste emozioni di qualunque tipo siano il bambino una volta cresciuto si sentirà legato all’assunzione di quelle stesse emozioni intendo ne rimarrà vincolato, le ricercherà come ricerca il cibo? Intendo le vorrà riprovare legandole al rapporto d’amore?
Faccio un esempio il bimbo piange la mamma ancor prima di aver preparato il biberon o il seno prova un certo tipo di emozione in quel momento, che possono variare a seconda di ciò che prova, il bambino le percepisce e ci si attacca come successivamente si attaccherà al biberon.
Il latte e quelle emozioni potrebbero associarsi?
Cibo per il corpo emozioni per il cuore?
Bon spero di aver espresso al meglio il mio pensiero.

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Vecchio 10-11-2006, 15.46.22   #2
Sole
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Nei Monasteri si mangiava nutrendosi di cibo e letture sacre; un oratore leggeva un passo sacro mentre gli altri mangiavano, nutrendosi di cibo ed impressioni.
Spesso nn si digeriscono certi pasti se si litiga mentre si mangia o se si discute di cose che ci coinvolgono emozionalmente.. e questo solo a livello individuale.
Un bambino che è stato "covato"... all'interno della pancia materna credo che abbia un filo diretto con lei finchè il cordone non si taglia (se mai si taglia). Ogni sensazione viene trasferita nel latte e poi nel cucinare i cibi che si assumono ecc ecc ...
Questo modo di dire, "nutrirsi di impressioni e/o emozioni" esterne a noi è illuminante perchè rende chiaramente come esse possano generare le fondamenta della sopravvivenza. Ci strutturiamo attraverso la famiglia e da essa ci "inventiamo" le emozioni.
Riferendolo sempre al cibo, noi ci nutriamo per abitudine e consuetudine della cucina del nostro paese di origine. Conosciamo solo quello, facciamo l'esperienza solo di quello e riteniamo che solo quello sia l'unico nutrimento che possa farci sopravviere. Così le emozioni nelle quali siamo abituati a crescere ci strutturano in maniera tale da non farci neppure porre il problema che si possa re-agire a qualcosa in maniera diversa rispetto alla nostra crescita. Ma nn è solo la mamma che ci nutre ma anche il padre. Se è vero che che la mamma possa essere inizialemte un vincolo più forte, quando ci si riunisce a tavola allo stesso modo viene trasferito su quel cibo (che diventa un veicolo) lo stesso sistema della mamma. Nutrimento/impressioni.
Bene, come se ne esce? Qualcosa è già prendere coscienza che re-agiamo per imitazione di un vissuto conosciuto che ci dà sicurezza (falsa) piuttosto che manifestare (rischiando) ciò che abbiamo dentro.

Ultima modifica di Sole : 10-11-2006 alle ore 15.49.58.
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Vecchio 11-11-2006, 01.49.45   #3
Haamiah
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Tutto ciò che ci viene dato fin dal momento del concepimento in poi forma la nostra persona, oltre a quello che già abbiamo ereditato ancor da prima della nascita.....
Alcune persone si rendono conto presto di dover tagliare il cordone ombelicale, altri più tardi, altri mai.
E' difficile ammettere che i genitori talvolta siano la rovina dei loro figli, a volte non certo per mancanza d'amore, ma per troppo amore, che non potendo essere riversato altrove va a finire in una sola direzione con il risultato che quell'amore finirà per soffocare la crescita di quell'inidividuo che non riuscirà mai a divenire tale poichè sarà indissolubilmente unito da quel cordone che non gli permetterà di andare da nessuna parte.

Le emozioni del genitore saranno fortemente sentite dal bambino e come sappiamo ancor prima che il bambino veda la luce.....e in alcuni casi il bimbo dal forte stress passatogli dalla madre durante la gravidanza viene avvelenato e non riesce a sopravvivere.....

Inoltre anche il cibo 'materiale' che viene dato al bambino per nutrire il suo corpo andrà allo stesso modo a formare la sua individualità, un cibo non ben bilanciato, una dieta povera di alimenti puri e più ricca di cibi impuri e tossici non potrà che ripercuotersi sia sul corpo ma pure sullo spirito in modo determinante.
Non parliamo poi dell'amore che dovrebbe essere un ingrediente fondamentale nella preparazione di qualunque cibo....un cibo preparato in fretta, svogliatamente, senza cura........
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Vecchio 29-11-2006, 04.16.18   #4
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Non ne so nulla di queste cose, ma racconto una cosa: conosco una persona che ad un certo punto della sua vita, sicuramente per ragioni familiari, ha avuto grossi e pesanti problemi psicologici, due psicologi diversi alla quale si è rivolta, le hanno detto la stessa cosa, cioè che i suoi problemi sono causati da quando la madre era incinta e dai suoi primi mesi di vita. i genitori all'epoca avevano appena perduto un'altro figlio per ragioni che non sono mai riusciti a spiegare, e hanno rivolto su di lei tutte le paure e le tensioni derivate da quell'esperienza...





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Originalmente inviato da Haamiah Visualizza messaggio
E' difficile ammettere che i genitori talvolta siano la rovina dei loro figli, a volte non certo per mancanza d'amore, ma per troppo amore, che non potendo essere riversato altrove va a finire in una sola direzione con il risultato che quell'amore finirà per soffocare la crescita di quell'inidividuo che non riuscirà mai a divenire tale poichè sarà indissolubilmente unito da quel cordone che non gli permetterà di andare da nessuna parte.
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Vecchio 25-01-2008, 14.03.39   #5
griselda
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Provando a degustare tramite il suggerimento di Daf mi sono ritornate alla mente alcune cose del mio passato relative all'assunzione di cibo.
Le liti famigliari sempre all'ora di cena/pranzo( li era il momento dell'acchiappo anche, li c'eri sempre e quindi ti beccavi tutto) immancabilmente, forse perchè non c'era la tv Scherzi a parte, stare a tavola a casa mia era una sofferenza lo era a tutte le età perchè c'erano sempre dei bisticci, io mangiavo veloce e me ne andavo più lontano possibile e ricordo di aver sempre sofferto di gastrite da ragazzina, non digerivo. Poi davo la colpa al cibo.
Chissà forse è per questo che non so gustare il cibo.
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Vecchio 25-01-2008, 16.49.59   #6
dafne
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il pranzo a casa mia invece era qiasi sempre l'unico momento tranquillo che dici c'è un nesso?
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Vecchio 25-01-2008, 22.59.21   #7
griselda
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
il pranzo a casa mia invece era qiasi sempre l'unico momento tranquillo che dici c'è un nesso?
Grazie della tua testimonianza.
Ora partendo dal presupposto che il problema risieda in quel vissuto, mi domando se il mettersi a tavola tutti i giorni con gioia, tranquillità, attenzione, desiderio, cioè cercando di creare un "modo" nuovo per vivere il pasto possa cancellare, le antiche registrazioni.

Tra l'altro andando a ritroso con i ricordi, ho scoperto che la mia mente (?) ha creato una gabola, ovvero come fa la volpe con l'uva dicendo che non è buona, ricordo di aver adottato il detto: "mangio per vivere, non vivo per mangiare" un modo superare questa diversità che non avevo mai compreso, ovvero il piacere di mangiare.
Non so se si capisce.
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