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Vecchio 18-12-2010, 23.03.35   #1
4less4ndR0
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Predefinito dzogche

volevo chiarire qua le due vie ( che poi sarebbe una sola) dell alchimia( interiore ed esteriore)...secondo voi la dzogchen ( pratica per la creazione dell embrione celeste o carpo di luce o corpo arcobaleno) (tipo gesù se non ho capito male) puo' essere considerato pratica di alchimia interiore( perchè è di alchimia che si parla giusto?)

grazie e spero di essere stato chiaro anche se rileggendo non credo!!!
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Vecchio 18-12-2010, 23.10.42   #2
Ray
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volevo chiarire qua le due vie ( che poi sarebbe una sola) dell alchimia( interiore ed esteriore)...secondo voi la dzogchen ( pratica per la creazione dell embrione celeste o carpo di luce o corpo arcobaleno) (tipo gesù se non ho capito male) puo' essere considerato pratica di alchimia interiore( perchè è di alchimia che si parla giusto?)
Sisi.

Ma chiariamo bene sta cosa delle due vie, perchè di solito di intende secca-umida. Dici che interiore e esteriore in realtà è una via sola... io concordo, ma tu cosa intendi esattamente?


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Vecchio 19-12-2010, 00.11.48   #3
4less4ndR0
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si esatto le due vie è corretto intendere quella secca e quella umida...io però mi volevo riferire al compimento dell opera su noi stessi oltre che sulla realizzazione della pietra ai fornelli!!! quindi se sono una cosa sola e se lo dzogche è alchimia allora si puà dedurre che qualora uno arrivasse a compiere la Grande Opera la parte spirituale è pressochè da immaginare come gli orientali descrivono l embrione celeste( anche li raggiungibile in tre gradi diversi in base alla consapevolezza del praticante) ...è corretto ?
...sempre più domande sempre più dubbi meno risposte
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Vecchio 19-12-2010, 00.22.30   #4
Sole
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Beh intanto dovresti descriverci cosa è l'embrione celeste di cui parlano gli orientali e cosa è questa pratica di cui parla il thread e ancora meglio nello specifico cosa ti domandi e dove sono i dubbi.
Perchè se fai un accenno qui e poi siamo costretti a girare il web per risponderti, questa discussione resta vuota non solo di contenuti.

Comunque sia è alchimia tutto ciò che trasforma la struttura della materia, che la cambia profondamente, già questo dovrebbe far riflettere su parecchi punti.
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Vecchio 19-12-2010, 00.41.45   #5
4less4ndR0
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hai ragione provo a spiegarmi anche se mi difficile.
la mia domanda è : dato che tutti quelli che cercano di ottenere la Grande Opera hai fornelli ottengono TUTTI (quelli che ci riescono) la Pietra Filosofale...allora se lo dzogche è una via per l Alchimia spirituale ( come scopo "credo" l embrione celeste) chiunque arrivasse al compimento del Opera spirituale su se stesso otterrebbe per forza Questo?!? cioe il corpo di luce? o "l esperimento "(lasciatemi il termine ) risulta uguale solo per la procedura ai fornelli e non per quella su se stessi?!? visto i che due cose vanno di pari passo e che dovrebbere essere una cosa sola...


embrione celeste
i processi alchemici si svolgono nel corpo dell’adepto, la trasmutazione e la reformatio dei metalli corrispondono al perfezionamento e alla realizzazione dell’uomo. Secondo la filosofia taoista, tutto ciò che esiste partecipa della natura dei due principi fondamentali, lo yin e lo yang, combinati in varia misura in tutte le sostanze. A poco a poco, lo yang è stato identificato col Dao. Il Dao è un temine assai vago, e difficile a rendersi. Significa “via, strada, principio, metodo, dire…”, ma conviene lasciarlo non tradotto, tanto più che dagli stessi filosofi taoisti – perché il Taoismo è una filosofia e una religione – lo ritengono indefinibile. Dargli un nome (ming) infatti presupporrebbe assegnargli un posto in questo mondo gerarchizzato, mentre esso è per sua natura al di fuori di ogni categoria, incommensurabile, infinito, immenso. Esso è il principio trascendente e immanente dell’universo, anteriore alla creazione di questo, presente dovnque sotto molteplici aspetti, secondo un processo spontaneo di continuo ritorno alle origini. Tutto deriva dal Dao e tutto ritorna ad esso; la vita e la morte si alternano in un movimento ciclico per cui il non-essere diventa essere per poi tornare non-essere. Il saggio si adegua al ciclo universale dell’essere e del non essere, conformandosi al suo ritmo senza contrastarlo o interferire, con un contegno che ripropone il non-agire teorizzato da Krishna ad Arjuna nella Bhagavad Gita. Qui vi è però la ricerca di un inserimento armonioso nel corso del Dao, che è il grande fiume dell’universo, e questo permette all’individuo, sintonizzando i suoi ritmi vitali con quelli universali, di preservare e prolungare la vita, evitando le offese ed il logorio del tempo e delle malattie. Per questo il Dao è la via della vita e della virtù, nel senso del potere, dell’azione, dell’ottenere (Bertuccioli, 2005). Pertanto, più una sostanza contiene yang, più è pura, luminosa, nobile, incorruttibile, assoluta. La trasmutazione dei metalli, da inferiori, oscuri, corrotti a nobili e incorruttibili, si compie eliminando lo yin e accrescendo lo yang. Alcune sostanze, come l’oro e la giada, sono state considerate fortemente partecipi del principio yang, e quindi assurte a simbolo d’immortalità. Non a caso, si usava cospargere i cadaveri di oro e di giada per proteggerli dalla decomposizione.L’adepto ricerca l’unione del principio yin e del principio yang che avviene nei “campi del cinabro”, localizzati nel basso ventre, all’interno delle vie spermatiche. Attraverso delle tecniche di respirazione (analoghe al pranayama dello Yoga ) abbinate a dei movimenti di contrazione e di espansione dell’addome (anche questi analoghi ai bandhas, contrazioni muscolari, dello Yoga) e alla pratica della meditazione si ottiene la “circolazione della luce”, con la quale il calore del fuoco interno sublima l’essenza seminale. Questa si trasforma così in “soffio”ascendente ch’i, vivificante, e diviene la più limpida e assoluta delle energie, la shen, che partecipa al dao come anima stessa dell’universo. L’essenza seminale ching ritorna allo stato embrionale indifferenziato; anzichè disperdersi con l’emissione di sperma, scorrendo verso il basso e fuoriuscendo dal corpo, prende la via dell’alto, risale lungo la spina dorsale e arriva nel “cuore celeste”, che dimora tra il sole e la luna – cioè tra i due occhi – nello “spazio grande un pollice”, passando per uno dei “meridiani curiosi” dell’agopuntura, il “canale centrale posteriore”; infine ridiscende lungo il “canale centrale anteriore” fino al perineo. I testi di Alchimia esoterica descrivono la circolazione del “soffio” all’interno di questi due canali (Calzolari, 1992). Attraverso sempre nuove distillazioni di essenza vitale l’adepto ritorna a uno stato energetico prenatale, produce l’unione del dragone e della tigre, delle forze yin e yang che sono all’origine della vita, e si fonde, ringiovanito nell’organismo, con l’Universo. Coloro che riescono ad ultimare questo processo chiamato del “custodire l’uno”, cioè preservare le proprie energie vitali intatte, divengono immortali (hsien), veri padroni del tempo.

Uno stesso modello di generazione presiede alla cristallizzazione del “corpo sottile”, dell’embrione dell’immortalità, a livello psicosomatico, e alla creazione dei “diecimila esseri”, ovvero della manifestazione universale, a livello cosmologico. Ciò non è dissimile dall’idea dell’alchimista occidentale di riprodurre nel vaso alchemico dei processi analoghi all’inizio della Creazione, quando la Luce organizzò il Caos primordiale. Le tecniche di ritmizzazione tendenti a bloccare il respiro hanno come conseguenza di sospendere il divenire, ritornare alle origini e conseguire uno stato di immobilizzazione delle funzioni corporali che ricorda l’immortalità.

dzogchen-si trova pochissimo materiale per questo speravo in qualcuno piu preparato comunque rimando ad un articolo abbastanza chiarificativo.

Si può dire poco o nulla, a livello pubblico, dell'insegnamento segreto che, nella dottrina dell'Ati-yoga Dzog-chen, mediante la pratica del to-gal, consente di ottenere il Corpo di Arcobaleno e con esso l'immortalità spirituale.
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Il Corpo di Arcobaleno [tib. Ja’-lus] è il traguardo che un praticante del Dzogchen può ottenere, attuando la trasformazione del corpo materiale in un corpo di luce.

Oltre che servirsi della luce del sole, il praticante del to-gal adopera uno specchio [tib. Melong] che ne rifletta i raggi, quando questi sono troppo forti. Lo specchio è lo stato della coscienza; la mente è il riflesso.



Anche nello shintoismo lo specchio è simbolo sacro, perché con esso gli dei riuscirono a restituire la luce al mondo dopo che Amaterasu, la dea del sole si era rifugiata in una grotta [eclissi solare] in seguito ai peccati del mondo.
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Il Corpo di Arcobaleno è chiamato anche Corpo di Luce o Corpo del Vajra [rDorje lus]. Tale Realizzazione consente di non lasciare il corpo al momento della morte.
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La realizzazione di una tale siddhi (potere) si può trovare, oltre che nella pratica segreta del Tö-gal del Dzogchen, anche nel Cakrasamvara Tantra.
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E' il più elevato dei quattro livelli di tale pratica che consente il raggiungimento del Corpo di Luce.

“Colui che pratica lo Stadio di Adempimento ed è altamente intelligente realizza il ‘corpo di arcobaleno’ (autentica esistenza) durante la propria vita e diventa (spiritualmente) immortale.

"Colui che è di media intelligenza riconosce e afferra la luce radiante al momento della morte e non passa attraverso le esperienze dello stato intermedio tra la morte e la rinascita.

"Il tipo più basso di coloro che praticano lo Stadio di Adempimento ha l’esperienza di questo stato intermedio in modo tale che se è intelligente, immediatamente dopo che la luce dello stadio intermedio ha incominciato a splendere, egli l’assorbe nella luce radiante per mezzo dei due tipi di concentrazione e sorge come un dio o, al momento della piccola morte durante la prima settimana (dopo la morte fisica), riconosce la luce radiante e consegue l’autentica esistenza”.1


Altro non si può dire di questa pratica, pena il decadimento spirituale di chi profana il segreto.
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Vecchio 19-12-2010, 01.15.57   #6
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Inoltre mi era capitato di leggere(non ricordo dove) che tali praticanti riuscissero a ingrandire o rimpicciolire il corpo e a scegliere il momento della morte ( riunendosi col Tutto) ... Non so cosa ne pensate ma secondo voi coincide con l illuminazione e sopratutto trovate simile la descrizione del corpo di luce con Gesu' ? E visto che diventano padroni del Tempo sono paragonabili anche ai bodysatva?
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Vecchio 19-12-2010, 01.17.16   #7
Sole
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Leggerò e speriamo che non ci chiedano il copyright, sembra proprio preso da qualche sito. Era molto più utile un tuo sunto.
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Vecchio 19-12-2010, 01.48.50   #8
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si esatto le due vie è corretto intendere quella secca e quella umida...io però mi volevo riferire al compimento dell opera su noi stessi oltre che sulla realizzazione della pietra ai fornelli!!!
L'opera su noi stessi e quella ai fornelli sono la stessa cosa, anche se da un certo punto di vista quella ai fornelli potrebbe essere vista come il supporto dell'altra, il metodo. Come dire che fai alchimia e non yoga... ma alla fin fine, se fai, sempre quello è. L'Opera.
Quello che c'è da capire sulle due vie (interna ed esterna) che sono una è che in realtà è tutta interna, compresa quella ai fornelli. Ossia o quello che fai ai fornelli si svolge all' interno (anche se è un interno diverso da quello comune) oppure niente pietra filosofale. Insomma la via esterna non esiste. Non si può fare la Pietra se non lo si diventa e se lo diventi fai anche la pietra perchè siccome la materia che tratti è all'interno la trasformazione del corpo comprende anche quella della materia nei fornelli.

Si, corpo di diamante, arcobaleno e di gloria (Gesù) sono la stessa cosa (Steiner direbbe Atman, la spiritualizzazione del corpo fisico).
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Vecchio 19-12-2010, 03.34.29   #9
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speriamo che non ci chiedano il copyright.
No, nei siti che hanno già pubblicato questo materiale non c'è e anche se, come penso, siano anche brani estrapolati da dei testi, su una porzione così piccola non c'è copyright o meglio è comunque sorpassabile dal fair use che nel 2007 tramite l'ipred2 è stato accolto anche in Europa.....
però il prossimo post così lo cancello direttamente perchè non ha nessun senso.
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